Domenico Lanciano Roma, Via di Sant’Alessandro, 7 - Ingresso dello stabilimento discografico della RCA Italiana, lunedì 15 gennaio 1973 ore 7,30 circa. Infreddoliti ma pronti per il secondo e decisivo provino. Io sono dietro la macchina fotografica, mentre (da sinistra) ci sono: Giuseppe Naimo, Pasquale Andreacchio, Vincenzo Serrao (tutti e tre con barba e capelli lunghi), poi Mario Gallelli, Andrea Naimo e Francesco Serrao (con la chitarra). A destra: la copertina del disco 45 giri con alcuni canti della “Messa Beat” di Marcello Giombini, eseguita dagli Euro Universal, prima a Badolato Marina (estate 1968), poi ad Assisi e a Roma (5 e 6 ottobre 1968) e quindi in vari paesi della Calabria (pure in alcune scuole). IL FUTURO È POP-ISLAM LA MUSICA ETICA ED IL POP-ISLAM PROFETICO DEGLI EURO UNIVERSAL (1966-1974) Gruppo musicale di Badolato Marina (provincia di Catanzaro, Calabria) Italy Prima Edizione dell’Autore 86081 Agnone del Molise – Italy – martedì 04 ottobre 2016 Copyright - Proprietà riservata all’autore Domenico Lanciano – 04 marzo 1950 DEDICO ai migranti di ieri, di oggi e di domani. Specialmente a tutti Coloro i quali, in ogni parte del mondo, muoiono nei viaggi della speranza, in particolare nel mare Mediterraneo”. Sotto: uno dei tanti manifesti che preparavamo noi stessi per annunciare esibizioni e concerti nella nostra Badolato Marina. Carissimi amici! Grazie al gentile invito dell’editore Maurizio Maiotti di Milano, che ringrazio di vero cuore, sono lieto di raccontarVi brevemente le più significative fasi del complesso musicale che ho contribuito a fondare nel 1966 e che nella primavera 1968 ha preso il definitivo nome di “Euro Universal” mentre, in precedenza, avevamo avuto altri nomi: “Gli Amiconi” in origine, “Gli Euro 4” nel 1967 e “Gli Euro 7” dall’ottobre 1967 alla primavera del 1968. Questa è la nostra piccola storia. Anno 1966 Giuseppe Nàimo (nato il 05 gennaio 1950), io Domenico Lanciàno (04 marzo 1950), Francesco Serrào (06 aprile 1951), Vincenzo Spasàri (21 novembre 1951) e Vincenzo Serrào (13 settembre 1953) eravamo amici d’infanzia, tutti abitanti nel medesimo rione “Maiolina” sorto, con il nuovo paese di Badolato Marina, per i quasi duemila senza-tetto della terribile alluvione che aveva colpito, nei giorni 17-18 ottobre 1951, il territorio del comune di Badolato (in provincia di Catanzaro), così come i territori di quasi tutti i paesi 36 1 dell’entroterra del basso Jonio calabrese. L’allora Capo del Governo italiano, Alcide De Gasperi, era venuto in Calabria il 24 marzo 1952 per consegnare, ai sindaci di Badolato e di altri comuni alluvionati, le chiavi delle prime case già pronte e destinate ai senzatetto. Così sono nate, ufficialmente, Badolato Marina e tutte le altre “Marine” joniche come gemmazione e frazioni dei borghi collinari e montani che avevano subìto gravissimi danni durante quella terribile calamità naturale che aveva impoverito maggiormente e disperso comunità già povere storicamente e afflitte dall’emigrazione iniziata dopo l’unità d’Italia del 1861. Noi cinque più cari amici d’infanzia siamo così appartenuti alla generazione denominata “figli dell’alluvione” ed avevamo frequentato, più o meno, la medesima scuola materna ed elementare. Ci trovammo, anche da adolescenti e da studenti, a continuare a frequentare l’unico centro di sana aggregazione a disposizione per la nuova comunità di Badolato Marina, ovvero la chiesa (inaugurata il 14 marzo 1956 con l’adiacente canonica), retta dai padri francescani minori conventuali venuti dal nord Italia. In particolare uno, padre Silvano Lanàro (nativo di Puechem di Terragnolo, in provincia di Trento) non aveva subìto il consueto frequente avvicendamento dei francescani ed era rimasto ad animare (non solo religiosamente) la parrocchia dei Santissimi Angeli Custodi dal suo arrivo nel maggio 1956 fino all’agosto 1982 quando fu trasferito al convento della vicina Squillace Marina. Il Clan Euro Universal Tra i giovani artisti che formavano il nostro Clan musicale, c’erano alcuni più assidui, come Pasquale Piroso e i componenti il gruppo “Le Quinte Colonne”. Pasquale Piroso (detto Jimi o Jimmy) uno dei primi e più assidui componenti il “Clan degli Euro Universal”. Qui mentre canta e suona assieme a noi al Santuario della Madonna della Sanità - Badolato, durante il nostro spettacolo del Lunedì di Pasqua 1971. Le Quinte Colonne Padre Silvano sapeva suonare l’organo di quella nostra chiesa ed aveva costituito un coro per i canti liturgici, cui partecipavamo pure noi cinque amici d’infanzia, che, nel nostro rione, amavano strimpellare qualche chitarra presa in prestito. Quando non avevamo nemmeno una chitarra ci dilettavamo a produrre i suoni con la bocca. Così Giuseppe Naimo con la bocca faceva i suoni di una chitarra solista oppure cantava, Francesco Serrao era bravissimo a fare i vari suoni di una batteria, Vincenzo Spasari sempre con la bocca ritmava i suoni bassi e Vincenzo Serrao si avventurava a fare la chitarra ritmica. Io mi adattavo a fare le presentazioni delle canzoni che i miei 4 amici accompagnavano musicalmente con le loro bocche. Tutto ciò accadeva, per puro gioco e divertimento (anche in presenza di altri amici del rione), tra il 1965 e il 1966. Nel contesto dell’articolo “Badolato paese di artisti” (pubblicato dalla rivista trimestrale “La Radice” di Badolato il 31 marzo 2005 pagina 17 - anno 11 n. 1) l’amico cantautore Andrea Naimo (fratello di Giuseppe) ha scritto che quel nostro agire di allora avrebbe potuto somigliare all’attuale modo di fare musica dei “Neri per caso” (gruppo vocale a cappella nato a Salerno nel 1990, vincitore di un festival di Sanremo Giovani nel 1995). A quei tempi di quasi “deserto musicale” nella nostra interzona jonica (la più depressa del già depresso Sud, come accertava proprio nel 1966 un’indagine nazionale) le nostre esibizioni estemporanee erano spontanee quanto divertenti e fummo esortati dal nostro parroco a formare un complessino musicale per dare il benvenuto a padre Nicola Criniti il quale (avendo preso i voti francescani, lasciando le vesti talari di sacerdote diocesano) era stato destinato proprio alla parrocchia di Badolato Marina per aiutare padre Silvano durante le festività natalizie del 1966. 2 Badolato Marina, Bar “Le 3 Ancore” della famiglia Criniti (detta Solesi) - anno 1972 - Le Quinte Colonne, da sinistra: il batterista Gianni Guidara, il cantante Franco Campagna, la chitarra solista Andrea Naimo, la chitarra basso Mario Gallelli, le tastiere Guglielmo Gallelli, al cui fianco ci sono io, in maglia bianca e barba. 35 Fu così che ci trovammo per la prima volta davanti ad un pubblico (sebbene formato da amici e da compaesani) nel tenere un “concertino” per festeggiare padre Nicola nei locali della canonica. Preparammo un repertorio adatto all’occasione. Avevamo, però, bisogno di un nome. E come nome scegliemmo (per umiltà e per allegria … francescana) “Gli Amiconi”. Durante l’esibizione tenevamo, spillato sul petto, un cartoncino su cui c’era la scritta “Gli Amiconi”, bellamente disegnata e adornata con un ciondolo dell’artista del gruppo Vincenzo Serrao. Era il dicembre 1966 e iniziava così, poco prima di Natale, la nostra avventura musicale. Infatti, nei primi mesi del nuovo anno 1967, con l’aiuto di padre Silvano e di qualche genitore, riuscimmo ad avere una batteria e tre chitarre elettriche (con tre piccoli amplificatori). Le prove avvenivano in una stanzetta della canonica, attaccata alla chiesa. E di tanto in tanto (sempre con il nome “Gli Amiconi”) davamo piccoli spettacoli parrocchiali che, oltre alla musica, offrivano barzellette, scenette comiche e, spesso, pure il coinvolgimento del nostro pubblico. Questo perché il nostro ambiente era fondamentalmente una realtà rurale assai semplice e ci divertivamo davvero con pochissimo … spesso con il nostro stesso entusiasmo e la medesima gioia di vivere. La nostra era stata una generazione che costruiva da sé i giocattoli o i mezzi del divertimento personale o di gruppo. Soverato (CZ) - Hotel Il Nocchiero, Piazza Santa Maria Ausiliatrice - 03 dicembre 1969 per suonare ad un matrimonio, accompagnati dall’autonoleggiatore Spasari (il terzo da destra) con una “Fiat 600 multipla” che utilizzavamo spesso per i nostri spostamenti in Calabria. Vacanze di ferragosto 1970 nella valle amena di Pietracupa (comune di Guardavalle - CZ). Essendo tutti affiatati amici di infanzia, prima che gruppo musicale, eravamo sempre insieme. È stata una meravigliosa settimana di relax e musica, per noi e per gli abitanti di questo sperduto villaggio montano delle Serre Joniche, che allora non era raggiunto da alcuna strada. Tutto sommato, abbiamo avuto una giovinezza povera, ma sana, impegnata e utile. Esaltante, direi!.... W la Wita! 34 Tutto questo entusiasmo di stare insieme, nella sana aggregazione parrocchiale, e tutta la nostra giovanile gioia di vivere mi hanno fatto scrivere la parola “vita” con la “W” e lo slogan del nostro gruppo musicale, proprio tra il 1966 ed il 1967, è diventato “W la Wita” (Viva la Vita). Uno slogan che cercavamo di diffondere in giro ovunque venivamo chiamati a portare la nostra musica. Il valore della Wita e l’amore per la Wita erano da noi evidenziati maggiormente e proprio in quel tempo in cui si cominciava già a sapere delle prime morti per droga avvenute in Italia … droga che cominciava così a diventare forte preoccupazione per giovani e famiglie. E noi, come gruppo musicale ma anche parrocchiale, volevamo contribuire, nel nostro piccolo, alla sensibilizzazione di giovani ed adulti verso i pericoli e le devianze che provenivano dalla incipiente società consumistica, malata e carente di veri valori. Con questo spirito di sani valori etici, laici e cristiani insieme, mi avviavo a fondare “la musica etica”. L’indirizzo etico, sociale e civile Infatti, a me (che ero l’animatore degli “Amiconi” ed allora frequentavo la quinta classe ginnasiale nel Liceo Classico Salesiano nella vicina cittadina di Soverato, avendo già una solida base valoriale familiare, condivisa con tutta la comunità paesana) venne l’idea di indirizzare “eticamente” il gruppo, poiché la nostra stessa vita era fondamentalmente “etica” … basandosi sulla endemica povertà ma sulla condivisione, sulla frugalità nella solidarietà e sui più sani valori genealogici e popolari della cultura contadina ed operaia, abbinati a quelli cristiani pur sentendoci fortemente “laici” (parte di noi apparteneva a famiglie comuniste e i nostri familiari adulti erano poco propensi a frequentare la chiesa). 3 Inoltre, l’indirizzo etico per il gruppo musicale fu rafforzato da distinte frasi (divenute storiche e famose) pronunciate da due grandi e celebri personalità mondiali che erano morte pochi anni prima, nel 1963: Papa Giovanni XXIII e John Fitzgerald Kennedy. Il primo incitava a “Cercare sempre ciò che ci unisce, mai quello che ci divide” e il secondo esortava “Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese” (“Ask not what your country can do for you; ask what you can do for your country”). In particolare, questa ultima frase (estrapolata dal discorso di insediamento alla Casa Bianca come Presidente degli Stati Uniti d’America il 20 gennaio 1961) ha illuminato costantemente e profondamente la mia vita, rendendola totalmente etica e gratuita. Un dono sociale. E, ancora, essendo personalmente innamorato dell’idea dell’Europa Unita e del ruolo aggregante e pacificatore dell’ONU - Organizzazione delle Nazioni Unite, andavo (da solo) appositamente a Roma (distante 624 chilometri, una notte o un giorno di viaggio con il treno) per prendere nelle sedi di queste Istituzioni internazionali ogni genere di manifesti, poster, opuscoli e volantini da mostrare e da distribuire nella piazza della chiesa a coloro che uscivano dalla messa domenicale. Così, ho proposto ai miei 4 amici di denominare “Euro 4” il nostro complessino, proprio per propagandare meglio l’idea dell’Europa Unita che a quel tempo era ancora formata soltanto dai sei Stati fondatori della C.E.E. (Comunità Economica Europea) ma cercava di allargarsi ad altri Paesi. Anno 1967 Così, da “Amiconi” diventammo “Euro 4” nella primavera del 1967. I miei amici furono entusiasti dell’idea europeista e della possibilità di rendersi utili agli altri, pure attraverso la musica. Infatti, già cercavamo, nel nostro piccolo (sotto la guida di padre Silvano Lanaro e dell’animatrice ed educatrice parrocchiale Luisetta Caporale), di essere attivi in parrocchia e nel paese per aiutare le missioni, per la lotta contro la fame e per altra beneficenza (interna ed esterna) attraverso la raccolta di carta e metalli ed altre iniziative che ci sensibilizzavano sempre di più proprio “eticamente” nel contesto dell’Associazione “Azione Cattolica”, formando l’ABAC-SAJ (Associazione Badolatese di Azione Cattolica – Sezione Autonoma Juniores) e intitolando “Largo della Gioventù” lo spazio antistante la cameretta che era stata messa a nostra disposizione dal parroco e che affacciava su Via Garibaldi, proprio dietro la chiesa davanti ad una fontana pubblica. Eravamo molto gelosi della nostra “autonomia” pur essendo in un contesto aggregativo, associativo, parrocchiale e religioso. Si trattava, con questo nome più impegnativo di “Euro 4”, di realizzare un programma di canzoni adeguate alle idee e ai valori che intendevamo portare avanti ed evidenziare durante i “concerti” in parrocchia. In particolare, ritenevamo che la nostra avrebbe dovuto essere una musica differente dagli altri complessi, specialmente da quelli che si esibivano nelle piazze estive e che, pur nella loro arte interpretativa, erano sostanzialmente dei buoni megafoni ripetitivi delle canzoni stagionali diffuse dalla radio e dalla televisione. Assisi (PG) - 03 ottobre 1968 - sotto la Basilica di San Francesco - Gli Euro Universal appena arrivati da Badolato, accompagnati da Antonio De Septis (il terzo da destra, con la cravatta), ferroviere di Soverato, “manager” di un altro gruppo musicale, quello de “I Nati Stanchi”. 4 33 Avremmo dovuto avere, invece, un ruolo di indirizzo “pedagogico” (verso i nostri coetanei e specialmente verso i bambini che ci seguivano molto, dentro e fuori la parrocchia), legando ad un filo logico e critico (con una presentazione adeguata che facesse riflettere sui valori umani, sociali e civili) le canzoni che venivano ascoltate alla radio, alla televisione e nelle feste di piazza. Il primo “documento” e “simbolo” del nostro gruppo musicale “Gli Amiconi” dal dicembre 1966 alla primavera del 1967. Il cartoncino è stato realizzato dal nostro Vincenzo Serrao. Infatti, sentivamo che come “Euro 4” avremmo dovuto essere differenti nelle idealità persino dal complesso “Gen Rosso” (nato da poco, nel 1966, dall’esperienza dei Focolarini di Chiara Lubich a Loppiano vicino Firenze) che era passato pure dalla parrocchia di Badolato Marina. Il “Gen Rosso” produceva il cosiddetto “Christian rock” dichiaratamente cattolico e religioso (quindi di parte). Invece, pur tenendo presente i valori religiosi non soltanto cristiani, volevamo dare agli “Euro 4” una impronta prettamente “umanitaria” “universale” – “sociale” e “civile” indipendente da qualsiasi ideologia. Una musica che fosse vicina indistintamente a tutte le persone e a tutti popoli, rispecchiando e rispettando così pure la stessa personalità laica di ciascuno di noi componenti gli “Euro 4”. L’idea di universalità e di laicità mi proveniva non soltanto dalla realtà osservata ma anche da studi critici iniziati già in prima media, mentre proprio nel 1966 (a 16 anni) avevo cominciato a leggere i primi volumi di un’enciclopedia sulle Letterature dei Popoli attraverso cui cercavo di entrare nell’anima valoriale, etica e poetica delle più diverse culture internazionali. Quella degli “Euro 4” avrebbe dovuto essere una “musica etica” cioè aderente ai principi morali, civili, democratici ed universali, in particolare europeisti per aiutare l’Europa a rafforzare la difficile e delicata pace conquistata duramente dopo i massacri della seconda guerra mondiale 1939-45. Per realizzare una “musica etica” non c’era bisogno soltanto di selezionare una serie di canzoni “impegnate” (come si diceva a quel tempo) ma era necessario presentarle nel modo migliore al pubblico, legandole spesso all’attualità e alle condizioni sociali di ognuno, alla lungimirante quotidianità. Così, nel gruppo musicale degli “Euro 4”, mi confezionai su misura il ruolo di “presentatore” (abbinandolo a quello preesistente di animatore). Durante le esibizioni parrocchiali, utilizzando un leggìo, introducevo ogni canzone, leggendo riflessioni, dicendo poesie ed evidenziando tutto ciò avrebbe potuto permettere a chi ascoltava di capire ed apprezzarne meglio il testo e la musica, quasi come un critico musicale, ma ricco di emozioni e di suggestioni. Le riflessioni etiche avvenivano pure tramite momenti di umorismo e di comicità, per cui si trattava di “educare divertendo” e, ovviamente, cantando ed allietando (quasi francescanamente) con la musica. 27 settembre 1967 pomeriggio - La prima esibizione in assoluto (il nostro esordio) degli “Euro 4” nel cortile della scuola elementare del villaggio montano di Elce della Vecchia (comune di Guardavalle - CZ) a 1.050 metri sul livello del mare. Questo il nostro pubblico! 32 Il rodaggio parrocchiale fu incoraggiante, specialmente durante le esibizioni fatte per le ricorrenti riunioni dell’attivissima associazione “Pro Civitate Christiana” che, principalmente animata da Luisetta Caporale, attraeva persone da tutta l’interzona. Una volta realizzammo un concerto in onore di una visita pastorale del vescovo di Squillace e arcivescovo di Catanzaro, mons. Armando Fares il quale ci apprezzò e ci incoraggiò ad andare avanti. Cominciavamo pure a comporre canzoni, i cui testi solitamente preparavo 5 io stesso, ispirati a temi e valori etici per “un mondo migliore” poiché quelli erano tempi in cui la gioventù di gran parte delle nazioni della Terra aveva fiducia e lavorava proprio per “un mondo migliore” che sembrava a portata di mano, nonostante persistessero innumerevoli ingiustizie sociali ed una lunga ed atroce guerra nel Vietnam (1955-1975) dilaniasse tanto le nostre coscienze. Una lacerazione avvenne pure con la cosiddetta “Guerra dei sei giorni” (5-10 giugno 1967) tra Israele e gli Stati arabi confinanti. A seguito della guerra in Vietnam e in Israele scrissi il testo di una delle canzoni nostre più struggenti intitolata “Lacrime e sangue” che eseguivamo ovunque ci trovavamo a suonare, anche se non eravamo in formazione ufficiale. Elementi di ispirazione trovavamo poi anche nei valori del Concilio Ecumenico Vaticano II che era oggetto di studio e di divulgazione proprio in quegli anni post-conciliari e tanto se ne parlava nella nostra stessa parrocchia, ma anche altrove (specialmente nei paesi della nostra interzona). Padre Silvano Lanaro e padre Nicola Criniti erano, in un certo senso, i nostri direttori spirituali, ma anche i nostri preziosi amici e collaboratori musicali. In particolare il più giovane padre Nicola Criniti ci prese a benvolere, ci seguiva anche da Roma (dove studiava per laurearsi) scrivendoci lettere o telefonandoci. A metà settembre 1967 propose soltanto a noi cinque del gruppo musicale di fare un’esperienza spirituale ed umana unica: passare una notte con monaci di clausura della Certosa di Serra San Bruno, a 40 km da Badolato Marina, sulle nostre stesse montagne delle Serre Joniche. Ci andammo e fu davvero un’esperienza memorabile e per me anche poetica poiché in quella notte di intensa spiritualità scrissi un’intera silloge di poesie intitolata “Notte in Certosa” di cui pubblicai alcuni componimenti nel libro “Gemme di Giovinezza” che sarebbe stato stampato tre mesi dopo, il 13 dicembre 1967. Tuttavia (nonostante fossimo immersi nella vita parrocchiale, nella spiritualità cattolica e nello studio post-conciliare) continuavamo a considerarci, sempre e comunque, laici a tutti gli effetti, con valori sociali e civili che ci provenivano dall’anima del nostro popolo e anche dal tipo di scuola che frequentavamo. Insomma, avevamo una “etica” che riusciva a prendere il fior fiore delle situazioni e degli ambienti da noi frequentati, pur avendo la nostra base operativa nella parrocchia, che continuava ad essere l’unico vero e permanente centro di sana aggregazione per tutte le generazioni della nostra comunità paesana. Un centro di sana aggregazione intergenerazionale animato e coordinato da Luisetta Caporale, alla quale ho riconosciuto tale merito (guadagnato già nel cortile di casa sua, ancora prima della costruzione della parrocchia) alle pagine 64-74 del sesto volume (I miei vip) del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (2007). Dopo la buona esperienza parrocchiale, per noi “Euro 4” si trattava di presentare questa “musica etica” fuori dal nostro ambiente, pure per verificare se il genere proposto poteva andare bene anche altrove. Per il debutto scegliemmo la prudenza ed il significato ideale. La prudenza per il luogo ed il contesto, il significato per i destinatari dell’esibizione. Così, su invito di alcuni nostri amici insegnanti elementari, scegliemmo di suonare per i loro alunni della scuola di Elce della Vecchia sulle montagne delle Serre Joniche (a circa 20 chilometri da Badolato Marina e a 1050 metri di altitudine sul livello del mare, nel Comu- 6 Padre Silvano Lanaro, sacerdote, nell’agosto 1982 ha lasciato Badolato (dopo esserci stato per 26 anni, dal maggio 1956) per svolgere la sua missione religiosa nelle parrocchie di Squillace Marina e di Catanzaro Lido. E’ morto il 5 aprile 2000 (a 79 anni) nel convento-infermeria di Valdobbiadene (Treviso), pochi giorni dopo che ero andato a salutarlo. Con Padre Silvano gli Euro Universal hanno molto collaborato musicalmente ed insieme hanno composto varie canzoni religiose e una “Messa beat”. Su mie sollecitazioni, ha pubblicato un libro di poesie, alla fine degli anni Novanta. Padre Nicola Criniti, sacerdote, è nato nel 1939 in Santa Caterina dello Jonio (comune confinante con quello nostro di Badolato) e lì è morto il 17 dicembre 2006, dopo aver onorato ruoli di grande responsabilità dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e scritto alcuni libri. E’ stato molto vicino agli Euro Universal, i quali gli devono tanto e, in particolare, l’aver potuto conoscere ed eseguire la “Messa beat” di Marcello Giombini ad Assisi e a Roma, in ambienti francescani. Luisetta Caporale (nata in Badolato nel 1939), insegnante elementare, fin dal 1955 grande animatrice ed educatrice parrocchiale e della sana aggregazione giovanile della neonata frazione di Badolato Marina. E’ ancora tra i migliori sostenitori, ideali e concreti, degli Euro Universal, dei quali evidenzia episodi storici nel suo sito www.ricordando.net incentrato su eventi, personaggi e fatti della parrocchia dei “Santissimi Angeli Custodi” e dintorni, fin dalla fondazione (14 marzo 1956). È anche autrice di libri. CONCLUSIONE In un piccolo “container” (contenitore di legno - baule di cm. 120 x 60 x 60) conservo gran parte della documentazione dell’esperienza amicale e musicale fin qui descritta. Spero (se avrò ancora vita e sufficiente salute) di poter continuare a scrivere una “Storia” più particolareggiata degli “Euro Universal” (storia che comunque già avevo iniziato), basandomi (come per questo opuscolo) su documenti certi. In tale baule, tra tante altre cose, conservo una chitarra battente originale badolatese e alcune registrazioni (trasferite da MC in CD) di nostre musiche “pop-islam” anni 70. Spero, altresì che l’attività musicale ed etica degli Euro Universal possa essere, prima o poi, oggetto di seri studi, ma anche tema per un film che aiuti l’incontro pacifico ed utile tra le grandi culture del mondo globalizzato. Grazie per l’attenzione! Cordiali saluti. W la Wita! Domenico Lanciano Viale Castelnuovo, 33 86081 Agnone del Molise - Italy [email protected] Agnone del Molise, martedì 04 ottobre 2016 ore 11,11. 31 Pasquale Andreacchio (ex tastiere, voce solista, autore di canzoni) si è laureato in Fisica all’Università di Roma e, dopo alcune esperienze internazionali esaltanti nel settore della ricerca, è approdato all’insegnamento nelle scuole pubbliche. Vive a Badolato Marina. Ha fondato e gestito per parecchi anni il sito www.gilbotulino.it (quotidiano web) dove ha pubblicato in sonoro le due canzoni “Fellah” e “Oasi” registrate dagli Euro Universal alla RCA di Roma il 15 gennaio 1973, evidenziandone i testi letterari. Così gli scrive a tale proposito, Vincenzo Serrao (ex chitarrista degli Euro Universal): Un commento a “E adesso musica, gli Euro Universal e il pop-islam” – Vincenzo Serrao il 09 Maggio 2007 alle ore 17,17 ha scritto: Caro Direttore, riascoltando quei 2 brani musicali pubblicati sul blog, seppure con una qualità audio piuttosto scadente per via degli anni trascorsi (più di 35) e della stessa fonte originata da una semplice cassetta, non posso non constatare quanto sia sorprendente l’intùito del gruppo Euro Universal a percorrere ricerche di suoni, melodie e testi (sound battezzato come pop-islam) all’epoca molto distanti dalla tipica cultura occidentale. La validità di quella idea è dimostrata dal fatto che la stessa sperimentazione fu seguita (naturalmente con ben altri risultati) dal cantautore Battiato, il quale, molti anni dopo trovò nuova ispirazione nelle armonie ed negli effetti acustici caratteristici delle musiche orientali. A distanza di tutto questo tempo, insieme a tutti gli altri componenti, ti ringrazio di averci regalato l’emozione e l’orgoglio di aver fatto parte di quella compagine. Ciao. Andrea Naimo (polistrumentista, voce solista, autore di canzoni, editore musicale) ha lavorato nel campo delle confezioni tessili assieme al fratello Giuseppe ed è l’altro (dopo di me) del gruppo degli Euro Universal ancora iscritto alla SIAE (e il suo reddito è bene integrato dai diritti d’autore delle sue numerose canzoni). Inoltre, ha fatto parte di alcune altre “band” privilegiando la canzone dialettale. Ha pubblicato (pure con la sua etichetta “Namus”) numerosi “album” con canzoni proprie, altrui o prese dalla tradizione popolare. Vive a Badolato Marina con moglie e figli. Nelle elezioni comunali di Badolato del 5 giugno 2016 è stato eletto consigliere di maggioranza e dal Sindaco Gerardo Mannello ha avuto la delega per “Cultura e Spettacolo”. Mario Gallelli (ex chitarra-basso) lavora come geometra nell’Ufficio Tecnico del Comune di Badolato ed è stato pure imprenditore turistico. Vive a Badolato Marina con moglie e figli. Di tanto in tanto torna a suonare per puro divertimento con gli amici di sempre. Pasquale Piroso (Jimi), nato a Badolato il 29 marzo 1950, emigrato da bambino in Svizzera con la famiglia, si è poi diplomato ragioniere in Italia. Ha lavorato come aiutante di farmacia per alcuni anni. Poi ha fatto l’imprenditore dolciario. Sposato con una inglese, vive adesso in Inghilterra con figlie e nipoti. E’ molto attivo su “face book”. 30 ne di Guardavalle, il cui territorio è l’ultimo della provincia di Catanzaro al confine con la provincia di Reggio Calabria). Elce era allora un villaggio montano molto povero ed isolato, abitato da famiglie di contadini e di boscaioli e nel 1967 c’era ancora tanta miseria ed emigrazione come in quasi tutta la Calabria, ma c’era anche tanta affettuosa cordialità. Fummo accolti con gioia e questa fu la migliore gratificazione. Così nel pomeriggio di mercoledì 27 settembre 1967 (dalle ore 17 alle ore 19,30 circa) ci esibimmo davanti alle poche scolaresche e ai loro insegnanti, i quali scattarono due fotografie in bianco e nero, le prime in assoluto del nostro complessino. Dopo qualche settimana, fummo invitati a presentare il nostro spettacolo di “musica etica” al teatrino parrocchiale del vicino paese di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio Superiore (7 km da Badolato Marina), riscuotendo molto successo. In particolare era stato apprezzato il nostro metodo di presentare e legare tra loro, in modo discorsivo ed etico, tutte le canzoni del nostro programma. Era stato bene accolto un modo nuovo di proporre e di ascoltare la musica leggera, coniugando divertimento a riflessività. In quegli anni era possibile tale “miracolo” pure perché le persone, grandi e piccole, avevano desiderio di capire! In pratica, volevamo applicare alle canzoni un metodo simile a quello del “cineforum” (che era assai frequente in quegli anni di grandi entusiasmi sociali e civili), cioè presentando le canzoni da ascoltare (dove il testo aveva un ruolo quasi sempre più importante della musica) proponevo delle riflessioni, delle considerazioni o offrendo, come si dice adesso, degli “input” (stimoli intellettuali, proposte, inserimenti spirituali, ecc.) e del cibo per la mente e per il cuore di chi seguiva il nostro spettacolo. E, mentre nei cineforum, prima si vede il film e poi si discute su trama ed immagini, nella nostra “musica etica” ero io, da presentatore, che fornivo spunti di riflessione nel presentare ogni singola canzone. E, come è avvenuto a Sant’Andrea Jonio, accadeva che gli spettatori più interessati s’intrattenessero con noi, dopo lo spettacolo, per conversare sulle riflessioni proposte. Questa voglia di approfondimento culturale e valoriale era così tanta … ma così tanta da convincerci che specialmente i giovani erano assetati di grandi valori e di mete esaltanti e non c’erano ancora (in modo sufficiente, almeno da noi in Calabria) strutture e persone adatte o disponibili a prendersi cura di questa generazione universalista! Qualche anno dopo, nella primavera 1971, ho assistito ad uno spettacolo molto simile al nostro (di musica etica e sociale, cioè), fatto da Lucio Dalla in un teatro di Roma. E’ stato così esaltante che numerosi spettatori (io tra questi) ci siamo intrattenuti (addirittura per qualche ora) a parlare con Lucio proprio sui temi e sulle riflessioni da lui prima proposti, tra una canzone e l’altra. In tale occasione ho conosciuto molto da vicino Lucio Dalla, apprezzandolo per la sua grande e cordiale disponibilità al dialogo, per l’onestà intellettuale e per la sua voglia di essere utile al mondo. Inoltre, ho avuto conferma che, almeno per quegli anni Sessanta (inizio anni Settanta), il metodo della “musica etica” (didascalica e socio-pedagogica) era valido e seguìto anche altrove (dove magari non aveva la medesima denominazione di “musica etica” che avevamo dato noi al nostro paradigma musicale ma 7 i contenuti erano gli stessi così come le speranze e le lungimiranze sociali). Incoraggiati da questi primi gradimenti, noi cinque componenti degli “Euro 4” pensavamo che forse era giunto il momento di allargare il nostro gruppo ad altri due nostri amici, che non erano del nostro stesso rione ma che, frequentando a volte la medesima parrocchia, avrebbero potuto arricchire la nostra offerta musicale. Introducemmo, perciò, Nazzareno Audìno (nato il 6 giugno 1951) e Pasquale Andreàcchio (nato il 16 gennaio 1952), entrambi studenti, l’uno con una potentissima voce e l’altro alle prese con la “pianola” (una tastiera elettronica capace di cambiare diverse sonorità) compratagli dal padre. Ed essendo ormai sette componenti, cambiammo il nome da “Euro 4” ad “Euro 7” con un atto solenne sottoscritto da ognuno di noi alle ore 20,50 del 7 novembre 1967. In tale documento viene evidenziata proprio l’eticità non soltanto della condotta musicale del complesso ma anche di ciascuno di noi, singolo componente, nel vivere sociale. Cercavamo, perciò, di usare una coerenza totale e di essere pure di buon esempio nella vita quotidiana. Con un’offerta musicale così potenziata eravamo in grado di fare pure le feste di piazza, oltre che allietare matrimoni e altre cerimonie pubbliche e private per ogni tipo di occasione. Anno 1968 Nel mese di aprile 1968 (durante la Settimana Santa), padre Nicola Criniti ci parlò della “Messa beat” musicata da Marcello Giombini (1928-2003) eseguita abitualmente a Roma dal complesso degli “Alleluia”. Così acquistammo i dischi e gli spartiti della loro più recente “Messa Alleluia” (ma nel 1966 avevano già realizzato la “Messa dei Giovani”). Appena passata la Pasqua, andai a Roma per conoscere personalmente il maestro Marcello Giombini che mi ricevette a casa sua e mi diede, tra l’altro, le migliori indicazioni per l’esecuzione della sua “Messa beat”. Dopo quell’incontro diventammo amici, tanto che nel 1971 venne a trovarmi a Badolato Marina assieme a Bruno Rukauer (chitarrista degli Alleluia) e ci frequentammo fino all’ottobre 1985 (quando partecipò ad un mio convegno culturale internazionale in Agnone del Molise) ma poi ci perdemmo di vista. Sul treno tornando da Roma (pensando agli “Euro 7”, alla musica etica e ai suoi valori “universali”) mi convinsi che il nome del nostro complesso sarebbe stato più completo e più significativo con l’aggiunta della parola “universale” in modo tale che la dizione “Euro Universal” fosse già nel nome della “band” un implicito e impegnativo messaggio universalista con particolare attenzione all’espandersi dell’Europa Unita come garanzia di pace e di progresso anche al di fuori del vecchio continente. Negli anni Sessanta e Settanta ogni complesso musicale, generalmente, cercava di dare un “messaggio” valoriale anche attraverso il proprio nome e i tipici atteggiamenti e comportamenti pubblici, oltre che con un ben determinato e distintivo genere musicale. Inoltre (sempre sul quel treno, tornando da Roma) ho pensato che eravamo 7 componenti 8 Giuseppe Naimo (ex chitarra solista, voce, autore di canzoni) che era stato allievo sarto da ragazzo, ha proseguito nel settore delle confezioni, prima come tagliatore-stilista nella Camiceria Pirega di Badolato Marina, poi da un noto stilista nei pressi di Piazza di Spagna a Roma, quindi per conto proprio nel paese natìo. Sposato, due figli (Antonio e Francesca, emigrati in Svizzera), nonno. Non ha mai abbandonato la musica, anche se l’ha esercitata quasi esclusivamente tra amici. Purtroppo la morte lo ha colto troppo immaturamente l’11 febbraio 2014, a 64 anni appena compiuti. Ha vissuto sempre a Badolato Marina. Domenico Lanciano (ex presentatore, teorico musicale, autore di testi letterari per canzoni, “manager”). Mi sono laureato in Filosofia (con indirizzo sociologico) all’Università degli Studi di Roma nel 1977 (oggi “La Sapienza”). Dopo una breve esperienza nell’insegnamento nelle Scuole Medie, ho fatto il bibliotecario del Comune di Badolato per tre anni. In tale periodo una mia iniziativa (conosciuta come “Badolato paese in vendita”) ha avuto un clamore internazionale dal 1986 al 1988 poiché reclamava attenzione per la salvezza dei borghi spopolati che nella sola Europa si stimava fossero allora ben 12mila mentre adesso sarebbero aumentati a 15mila circa. E proprio con il titolo di “Badolato paese in vendita” ho prodotto una MC di canzoni del cantautore calabrese Claudio Sambiase, residente in Milano. Pur avendo praticato il giornalismo dall’età di 15 anni, mi sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti il 04 marzo 1994 (nel mio 44° compleanno), ma dal 25 ottobre 1991 al 31 ottobre 2016 ho lavorato come “assistente amministrativo” nella Sanità molisana. Sposato, senza figli. Sono volontario molto attivo nelle associazioni culturali, nel giornalismo locale (a volte anche nazionale) e amo scrivere ed editare libri di memoria familiare e sociale. Dal 1977 sono iscritto alla SIAE (testi letterari). Francesco Serrào (ex batterista e coro), dopo alcune esperienze lavorative in Germania nella ricettività alberghiera, si è laureato in Lingue all’Università di Roma dove adesso lavora in un albergo vicino la Stazione Termini. Non è sposato e non ha figli. Vincenzo Spasàri (ex chitarra-basso e voce) si è laureato in Scienze Politiche all’Università di Roma. Lavora come dirigente amministrativo in un grande ente pubblico. Non è sposato e non ha figli. Vive a Catanzaro. Vincenzo Serrào (ex chitarra ritmica, flauto e coro) ha lasciato gli studi universitari per diventare Ufficiale di Complemento nell’Esercito. Poi ha lavorato come ragioniere in una Cooperativa di costruzioni in vari cantieri italiani ed esteri. Sposato, due figli, nonno. Abita a Roma, ma si reca spesso a Badolato Marina, dove ha casa e dove ama incontrare i più cari amici, tra cui quelli ex Euro Universal. Audino Nazzareno (ex grande voce solista), diploma di ragioniere, dopo alcuni anni trascorsi a Badolato come impiegato comunale, si è trasferito, per matrimonio, nell’isola di Malta, dove vive con moglie, figli e nipoti. Una o più volte l’anno torna a Badolato e dintorni, dove vive gran parte della sua numerosa famiglia paterna e materna. 29 ballavano in chiesa) avevamo proposto, proprio da Badolato, il nuovo genere musicale pop-islam (per fare incontrare la musica islamica con quella popolare occidentale): tutti i giornali ne hanno parlato. Secondo. La chiesa di San Domenico (detta anche Madonna del Rosario) è stata edificata in Badolato, nel punto più alto del paese, visibilissima dal mare (quasi come una sfida alle incursioni islamiche), proprio dopo la vittoria della flotta cristiana sulla flotta islamica nella famosa battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571); e da quella volta ogni anno, il giorno del Rosario, il 7 ottobre, Badolato celebra solennemente ancora la festa della Vittoria sull’Islam. Mentre oggi a distanza di appena qualche secolo l’Islam, paradossalmente, balla in quella stessa chiesa … ma non sacrilegamente … soltanto in segno di gioia per l’amorevole accoglienza di un popolo, come quello badolatese, che nel corso dei secoli ha sofferto calamità naturali e sociali tali da dover abbandonare definitivamente il proprio paese e la propria terra: kurdi e badolatesi … in fondo, un po’ si somigliano … e proprio per questo si amano. Domenico Lanciano, Agnone (Isernia). Bibliografia Appartengono all’elenco bibliografico tutti i riferimenti già riportati in questo scritto. Poi, io stesso, dal 18 marzo al 20 maggio 2013 ho voluto raccontare (seppure brevemente ed orientativamente, con qualche comprensibile imperfezione e difetto di memoria) la storia degli Euro Universal dal sito internet di Messina www.CostaJonicaWeb.it (fondatore e direttore Tito Agazio Lanciano) con le seguenti “Lettere a Tito” n. 25 - 26 – 27 – 28 – 29 – 30 – 31 – 32 – 33 e 34. Per cui digitando su Google, ad esempio, “Lettere a Tito n. 25” (anche senza aggiungere www.costajonicaweb.it) si può leggere la puntata settimanale di riferimento. Tale sito web ha pubblicato altre mie “Lettere a Tito” (n. 157 e 161) e “Lettere su Badolato”, in cui ho descritto ulteriori episodi degli Euro Universal. Ovviamente, dal 1973 in poi ne ho scritto in tanti miei articoli giornalistici e anche in alcuni miei libri, come ad esempio, nel “Libro-Monumento per i miei Genitori” (edito nel 2007): Volume Primo (pagine 56, 100-101 e 229), Volume Terzo (pagine 424 e 434), Volume Sesto (pagine 64-74, 211-223, 405 e 407) e Volume Settimo (pagina 109). Luisetta Caporale (nostra educatrice, amica e sostenitrice da sempre) ha ospitato alcuni documenti narrativi sugli “Euro Universal” nel suo sito www.ricordando.net dedicato a descrivere e raccogliere i “ricordi” su fatti e personaggi della nostra parrocchia “Santissimi Angeli Custodi” di Badolato Marina, fin dalla fondazione il 14 marzo 1956. Il sito internet www.soveratonews.com ha ripubblicato da www.costajonicaweb.it vari articoli sugli “Euro Universal” (tra cui alcune “Lettere a Tito” e “Lettere su Badolato”). I componenti degli Euro Universal oggi … proprio come 7 erano le note musicali, i colori dell’arcobaleno, i giorni della settimana, le stelle dell’Orsa, gli antichi re di Roma, le meraviglie del mondo, i magnifici 7 e così via. Nei nostri spettacoli, sul palco, potevamo rappresentare l’arcobaleno (che allora, dal 1961, aveva cominciato a simboleggiare pure in Italia la pace nei cortei e nelle manifestazioni con appositi drappi o “bandiere della pace”) se ognuno di noi avesse potuto indossare in sequenza una maglietta con un colore dell’iride. Ed essendo 7 avremmo potuto avere un nome simbolico iniziante con una nota della scala musicale (ad esempio, il mio nome “Domenico” iniziava già con la prima nota “DO”). Riflettevo che (assumendo il termine “Universal”) avremmo dovuto rappresentare almeno le maggiori aree linguistiche del pianeta. Così, io Domenico avrei potuto chiamarmi “DOmingo” per rappresentare non soltanto la prima nota “DO” ma anche tutti coloro che nel mondo parlavano le lingue ispaniche e vestire il colore rosso, primo colore dell’iride. Bisognava trovare altri nomi per le rimanenti note e le maggiori aree geografiche. La nota RE (la seconda del pentagramma) avrebbe potuto rappresentare la grande area anglofona del pianeta con il nome REynold, abbinato a Vincenzo Serrao il quale avrebbe dovuto indossare una casacca colore arancione (secondo colore dell’arcobaleno). MIchel avrebbe potuto essere Vincenzo Spasari e simboleggiare la terza nota, l’area francofona e il colore giallo. FA Nejm (nome che avrebbe potuto assumere Giuseppe Naimo, il cui cognome era di chiara derivazione araba, Najm) era indicativo della quarta nota, del colore verde (tipico proprio del mondo arabo) e dell’area geografica dove si parlava la lingua araba e i fonemi collegati. SOLonowsky avrebbe rappresentato, nella persona di Nazzareno Audino, la quinta nota del pentagramma, i Paesi slavi, il colore blu. LAnfranz sarebbe stato Francesco Serrao simbolo della sesta nota musicale, dei popoli di lingua tedesca (che conosceva bene), il colore ìndaco. SI Kiang poteva essere benissimo Pasquale Andreacchio il quale aveva un viso da cinesino e, quindi, rappresentare la lingua cinese, l’ultima nota musicale e l’ultimo colore dell’arcobaleno, il violetto. Gli altri sei amici accettarono con entusiasmo tutte queste novità. Così, nel maggio 1968, il nome del complesso divenne “Euro Universal” e, con l’aiuto delle nostre famiglie, avemmo i vestiti iridati per gli spettacoli, la nostra “divisa ufficiale” formata da pantaloni color giallo-opaco per tutti e per ognuno un colore dell’arcobaleno. Il debutto come “Euro Universal” e con i colori iridati ebbe luogo nella piazza della chiesa, la più grande di Badolato Marina, in occasione della festa dei nostri patroni Santi Angeli Custodi, ai primi di agosto 1968. La nostra “Musica Etica” si arricchiva così di altri simboli, che, in verità, hanno impressionato positivamente gran parte del pubblico che ci ha seguito ed applaudito con affetto per l’intera durata dello spettacolo, incoraggiandoci davvero tanto. Svanìto il sogno musicale degli Euro Universal, cosa hanno fatto poi i suoi componenti?... Per tutta l’estate 1968 la messa solenne delle domeniche veniva allietata e commentata dalla “Messa beat” di Giombini, ed anche per tale motivo era seguita pure da persone provenienti da altri paesi dell’interzona badolatese. La chiesa era sempre gremita di fedeli e di gente incuriosita dalle chitarre elettriche, dalla batteria e dalla “pianola”. Nelle messe 28 9 più solenni indossavamo la nostra divisa iridata. A volte la indossavamo pure quando venivamo chiamati ad allietare matrimoni o altre feste private. Padre Nicola Criniti, tornato da Roma in agosto per le vacanze estive e per dare una mano al parroco padre Silvano Lanaro, ci chiese se eravamo disposti ad andare (a nostre spese) al Seminario “Franciscanum” di Assisi e all’Università teologica francescana del Seraphicum di Roma (zona Laurentina) ad eseguire la “Messa beat” e a dare un saggio della nostra “musica etica”. L’occasione era quella del 4 ottobre, quando in quell’anno 1968 toccava alla Calabria offrire l’olio d’oliva alle lampade votive della tomba di San Francesco. Ci rendemmo disponibili con grande entusiasmo e cominciammo immediatamente a lavorare meglio alla “Messa beat” e al tipo di “musica etica” da presentare a frati e a seminaristi. Essendo noi tutti studenti e con famiglie povere, fummo costretti a ricorrere a persone che solitamente prestavano denaro. Così, versando già all’inizio gli interessi (e firmando cambiali con l’avallo di un adulto, essendo tutti pure minorenni), avemmo la somma desiderata che ci avrebbe permesso di affrontare serenamente il viaggio ad Assisi e a Roma, dove comunque avremmo avuto assicurato dai frati francescani il vitto e l’alloggio. Così, andammo ad Assisi, con un furgone Volkswagen Transporter 2 (che allora andava molto di moda per i complessi musicali) guidato da un nostro amico adulto, Antonio De Septis, dal momento che eravamo tutti minorenni e quindi senza patente. Avevamo affittato il furgone da Paolo Bressi (detto Stillo), gestore di un bar a Badolato Superiore, a Piazza Fosso. Impiegammo oltre trenta ore, pure perché l’Autostrada del Sole (oggi A 3 Salerno – Reggio Calabria) cominciava (in direzione Roma) soltanto a Sala Consilina e per raggiungere tale inizio autostradale dovevamo percorrere strade troppo tortuose, strette e assai trafficate (per circa 360 km). Oggi la distanza Badolato – Assisi (800 km, misurazione satellitare) si può percorrere mediamente in 8 – 9 ore con una buona automobile (un po’ più di tempo occorrerebbe con un furgone come il nostro, carico di persone e bagagli). La mattina di venerdì 4 ottobre 1968 (durante le manifestazioni ufficiali della consegna dell’olio d’oliva alle lampade votive della tomba di San Francesco da parte della Calabria) gli organizzatori ci fecero stare sul palco delle cerimonie accanto ad alcuni gruppi folk. Noi “Euro Universal” eravamo vestiti con le nostre casacche colorate le quali, l’una vicina all’altra, formavano insieme un vistoso arcobaleno e destavamo la curiosità dei presenti e delle … telecamere della televisione. Infatti, le telecamere della Rai (che riprendevano in diretta l’evento, commentato dal noto giornalista Tito Stagno), si soffermavano più volte su di noi e, nonostante le immagini fossero ancora in bianco e nero, si capiva che noi sette avevamo colori differenti che, ben si poteva intuire, appartenevano ad un arcobaleno. Per tutta la mattinata abbiamo distribuito (tra la folla presente davanti alla basilica del Santo) centinaia e centinaia di fogli ciclostilati per presentare gli “Euro Universal” ad Assisi ed il nostro “Inno alla Wita” (W la Wita – viva la Vita – che era il nostro principale slogan già da un paio di anni). Nel pomeriggio realizzammo la nostra “Musica etica” davanti ai frati ed ai seminaristi 10 “Badolato paese d’artisti” dedicando 30 righe sulle complessive 115 alla storia degli Euro Universal, da quando suonavamo con la bocca al secondo provino alla RCA del 15 gennaio 1973. Un evento, poi, è stato assai significativo nella sera del 31 dicembre 1997, per l’attesa del nuovo anno 1998. Qualche giorno prima (nella notte tra il 26 ed il 27 dicembre 1997) 825 profughi (660 uomini, 84 donne e 81 bambini, in gran parte kurdi) erano sbarcati a Soverato (13 km da Badolato) dalla nave Ararat, provenienti dalla Turchia. Molti di loro furono ospitati a Badolato borgo e assai bene accolti dalla popolazione e dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gerardo Mannello. Andrea Naimo e altri musicisti (che avevano fatto parte del clan Euro Universal) hanno suonato per i kurdi (che, in prevalenza, sono islamici) facendoli ballare addirittura dentro la chiesa cattolica di San Domenico (ancora aperta al culto), realizzando non soltanto un bel momento di accoglienza ma anche un momento (sebbene simbolico) di “Pop-Islam”. E come tale lo hanno letto alcuni giornali locali che hanno ricordato il “Pop-Islam” degli Euro Universal, come ad esempio: · il quotidiano “Gazzetta del Sud” di venerdì 09 gennaio 1998 (anno 47 n. 8) pagina 25 (Primo piano), articolo a firma di Vinicio Leonetti, intitolato: “Catanzaro, sono 416 le richieste di asilo politico”. · il quotidiano “Il Giornale di Calabria” di mercoledì 18 marzo 1998 (anno 36 n. 60) pagina 12, articolo: “Le tradizioni calabresi nel nuovo disco di Sambiase”. · “Gazzetta del Sud” di domenica 22 marzo 1998 (anno 47 n. 80) pagina 30 (In Calabria), articolo: “Il nuovo inno della Calabria firmato Sambiase”. In particolare, il quotidiano nazionale “Liberazione” ha pubblicato nella rubrica delle lettere di domenica 11 gennaio 1998 la seguente mia significativa testimonianza che riporto qui per intero poiché mi sembra illuminante e conclusiva di questa piccola-grande storia degli Euro Universal: KURDI: IL VALORE DI UN BALLO Saluto favorevolmente la decisione del sindaco di Badolato, Gerardo Mannello, e della popolazione di ospitare nelle case vuote del borgo medievale quelle famiglie di profughi kurdi che intendano restare con le migliori intenzioni nel comune jonico-calabrese. La decisione, poi, di far attendere insieme, kurdi-badolatesi, il 31 dicembre scorso, l’inizio dell’anno nuovo nella chiesa di San Domenico mi trova entusiasta: ho avuto grande gioia nel vedere ai telegiornali Rai “ballare i kurdi” dentro quella chiesa, luogo sacro della cristianità, al suono di musiche occidentali e pop-islam. Un simile incontro di culture e di popoli è un buon augurio perché Occidente e Oriente si conoscano meglio, si stimino a vicenda, si amino in pace. Voglio ricordare due eventi significativi: primo, nel 1972 io ed alcuni amici (gli stessi che erano nel complessino musicale nella cerimonia in cui i kurdi 27 di escludere che, con tutte le registrazioni che ho mandato in giro (dal 1970 alla Atlantic di New York, alla RCA e alla Fonit-Cetra ma anche a singoli artisti), un po’ del nostro “pop-islam” non viva in qualcuna delle canzoni orientaleggianti che hanno avuto successo. Non posso escludere che, con tutta la pubblicità (anche giornalistica) data al nuovo genere musicale, una spinta seppur minima o una semplice ispirazione in tal senso sia stata data al mondo culturale (non solo italiano). Sono ancora convinto che il nostro “pop-islam” sia stato adottato da qualcuno, in qualche modo. Tra i tanti artisti cui ho chiesto di aiutare il “pop-islam” ad emergere o addirittura di rendersi direttamente protagonisti di questo genere musicale, c’è Claudio Sambiase di origini calabresi, conosciuto nel 1987 quando gli ho prodotto una musicassetta intitolata “Badolato paese in vendita” come colonna sonora di questa mia iniziativa per la salvezza del borgo medievale del mio paese natìo (lanciata il 7 ottobre 1986 dal quotidiano “Il Tempo” di Roma e destinata ad avere un grande clamore anche internazionale, rendendo Badolato il paese prototipo di decine di migliaia di borghi in via di spopolamento e di estinzione in Europa). Ma, nonostante abiti a Milano e la moglie sia addirittura una maestra di “ballo del ventre” nota anche a livelli televisivi internazionali, Claudio Sambiase non ha mai preso veramente a cuore il “pop-islam” e, quindi, a tutt’oggi, non se ne è fatto niente. Comunque, con Claudio ho collaborato fornendogli i testi di alcune canzoni tra cui 2 dedicate ai profughi curdi della nave Ararat “Fratelli del mare” e “Angelina di Badolato” (1998). Speriamo che in futuro ci sia il “pop-islam” pure per Claudio, perché sto per spedirgli il CD con le nostre 14 canzoni anni 70. E’ risaputo che, a volte, la cronaca diventa “storia” per quanto piccola e per quanto scritta con la “s” minuscola. Così, dopo oltre 20 anni dalla fine degli “Euro Universal”, uno storico musicale locale, Pasquale Rudi ha così dedicato al nostro gruppo due puntate su un periodico badolatese. A questa prima rievocazione storiografica, è seguita la diretta testimonianza di Andrea Naimo, che ha fatto parte prima del “Clan” e poi come elemento protagonista degli “Euro Universal”. Queste le sequenze dei loro scritti pubblicati nel 1997 e nel 2005 dal trimestrale “La Radice” di Badolato, diretto da Vincenzo Squillacioti (tiratura media 1800 copie inviate nei cinque continenti ad emigrati e ad amici del borgo): · Lunedì 31 marzo 1997 il trimestrale “La Radice” di Badolato (anno 3 n. 1) ha pubblicato alla pagina 11 (Musica e musicanti) la prima parte di un articolo a firma di Pasquale Rudi dedicato interamente alla storia del complesso Euro Universal, con foto. · Lunedì 30 giugno 1997 lo stesso trimestrale “La Radice” di Badolato (anno 3 n. 2) ha pubblicato alla pagina 8 (Musica e musicanti) la seconda parte di un articolo dedicato alla storia del complesso Euro Universal, con foto, sempre a firma di Pasquale Rudi. · Giovedì 31 marzo 2005 tale periodico trimestrale “La Radice” di Badolato (anno 11 n. 1) ha pubblicato alla pagina 17 un lungo articolo di Andrea Naimo intitolato 26 nel chiostro del Convento Franciscanum, dove la mattina seguente eseguimmo la “Messa beat”. Per entrambe le esecuzioni ricevemmo congratulazioni e incoraggiamento e partimmo alla volta del Seraphicum di Roma-Laurentina, dove eseguimmo un altro spettacolo di “Musica etica”. All’indomani, domenica 6 ottobre (festa di San Bruno da Colonia, tanto caro alla Calabria delle Serre), nella grande chiesa interna al Seraphicum, alla presenza di frati e seminaristi di tante nazionalità ma anche di fedeli romani affezionati a tale struttura, eseguimmo la “Messa beat” ottenendo tanto entusiasmo e persino lodi sperticate. Tornati a Badolato Marina, interessammo dei nostri successi i corrispondenti dei due quotidiani regionali, che hanno pubblicato distinti articoli nella stessa giornata dell’11 ottobre 1968. · L’articolo pubblicato dalla “Tribuna del Mezzogiorno” (Calabria e Sicilia), con redazione e tipografia in Messina, ha evidenziato il titolo (su 4 colonne, 68 righe): “L’Euro Universal nella città di San Francesco – MESSA BEAT ESEGUITA AD ASSISI DA UN COMPLESSO DI BADOLATO” (sottotitolo: I sette giovani componenti l’orchestrina si sono ripetuti anche al Seraphicum di Roma – Nella patria del Santo poverello hanno rappresentato la Calabria alla cerimonia dell’offerta dell’olio alla lampada votiva). · L’articolo pubblicato da “Il Tempo” di Roma, nella pagina della “Cronaca della Calabria” (83 righe su 3 colonne, a firma di Vincenzo Guarna), ha titolato: “L’originale complesso è tornato da Assisi – GLI “EURO” A BADOLATO”. Da notare che entrambi gli articoli evidenziavano il nostro slogan “W la Wita” (“Vita” scritta con la “W”) sintetizzato in “W W = W la Wita” ovvero la parola “Vita” rafforzata nel suo valore con una “W” come era nostro modo di scrivere e di intendere. Però, il viaggio ad Assisi e a Roma (così tanto ricco di idealità ed entusiasmi) comportò maggiori spese del previsto e saremmo stati costretti a vendere qualche strumento musicale se, immediatamente, non ci fosse venuta in soccorso la signorina Luisetta Caporale, sempre gentile e generosa nei confronti degli Euro Universal. Non la ringrazieremo mai abbastanza! Poi, in collaborazione con padre Silvano Lanaro, cominciammo a comporre una nostra “Messa beat” (intitolata “Messa Universal”) e ad arrangiare in modo pop-rock le canzoni religiose (in particolare quelle natalizie) già create da questo nostro simpaticissimo parroco. Ogni componente gli “Euro Universal” si dedicava ad abbozzare proprie canzoni sia “laiche” sia “religiose” che, poi, tutti insieme perfezionavamo, mettendo nel cassetto quelle non adatte al più facile ascolto delle piazze e delle cerimonie (come battesimi, matrimoni, collegi, scuole, ecc.) e inserendo nel nostro programma quelle che ritenevamo accessibili al pubblico davanti al quale ci trovavamo a fare spettacoli o concerti, nella parte rivierasca o montana della provincia di Catanzaro. I due autori più ispirati, versatili 11 ed efficaci erano senza dubbio Pasquale Andreacchio (SI Kiang) e Giuseppe Naimo (FA Nejm), ma ognuno di noi aveva un proprio repertorio di canzoni come autore di testo e/o di musica. Così negli spettacoli potevamo presentare canzoni nostre assieme a quelle già note e programmate come “musica etica”. La nostra sala-prove, che prima era in canonica, dopo il viaggio ad Assisi e a Roma, si spostò in un locale indipendente dell’asilo infantile, dove eravamo più liberi di lavorare fino a tarda sera (e persino di notte) anche perché con i nostri suoni elettronici non disturbavamo nessuno, essendo tale locale isolato di per sé stesso in una struttura sufficientemente distante dalle abitazioni, ma abbastanza vicina alla chiesa e alla canonica che rimanevano sempre il nostro punto di riferimento, pure per la collaborazione “artistica” che esisteva con il parroco. La nuova sala permetteva a nostri amici e simpatizzanti di essere presenti alle prove e, per quelli del nostro Clan, di lavorare con noi. Infatti, a poco a poco, si costituiva attorno agli Euro Universal un gruppo di sostenitori del nostro stesso paese. Sarebbe improprio definire “Clan” un tale gruppo di simpatizzanti-collaboratori, ma il concetto potrebbe essere assai simile, in quanto questi amici musicisti erano in grado di sostituire negli spettacoli pubblici un nostro componente assente o collaborare al perfezionamento delle canzoni sia nostre che loro. Il più assiduo di tali cantautori era, allora, Pasquale Piroso (nato a Badolato il 29 marzo 1950, studente), il quale componeva e cantava in inglese e si faceva chiamare “Jimi” o “Jimmy” in onore di Jimi Hendrix, il famoso musicista USA (1942-1970) di cui era grande ammiratore ed emulo. In questo nostro “Clan” c’erano pure alcuni giovanissimi adolescenti, destinati poi a diventare i veri eredi degli “Euro Universal”: Andrea Naimo (fratello del nostro Giuseppe), i fratelli Mario e Giuseppe Gallelli (Colonna), Guglielmo Gallelli, Antonio Lentini, Franco Campagna ed altri. Inoltre, avevamo scambi artistici ed amicali con taluni complessi musicali dei paesi vicini, assieme ai quali, a volte, partecipavamo a “Festival della Canzone” o spettacoli collettivi in varie parti della Calabria. Pure noi, come Euro Universal, abbiano organizzato in Badolato Marina un “Festival della Canzone” di cui conservo ancora i verbali di attribuzione dei punteggi e di proclamazione del vincitore. A volte, per i nostri amici, davamo spettacoli informali (specialmente quando preparavamo le prove generali per qualche più impegnativa esibizione pubblica in piazza). I principali gruppi con cui avevamo costanti contatti, scambi e collaborazioni musicali e amicali erano quelli di Mario Riccio della attigua Santa Caterina dello Jonio e di Franco Ananìa della limitrofa Isca Marina, ma soprattutto con “I Figli di Calabria” un notissimo complesso di musica folk d’autore della vicina cittadina di Soverato che incideva dischi e faceva pure spettacoli nei paesi esteri di emigrazione, come il Canada. L’amicizia con i suoi componenti perdura ancora, dopo quasi 50 anni di frequentazioni socio-culturali. Personalmente devo molto all’amicizia con il poeta del gruppo, Vito Maida (1946-2004), divenuto poi uno dei miei pochi ma efficaci e generosi punti di collegamento con la Calabria, quando il primo novembre 1988 mi sono trasferito definitivamente in Molise. E, 12 relazionato pure studiosi, docenti universitari e gente comune. Hanno partecipato su mio invito pure i miei amici musicisti Marcello Giombini ed Edgar Alandia. Il riscontro mediatico è stato notevole pure all’estero, mentre Radio Agnone Uno ha trasmesso in diretta tutti i momenti del convegno durato tre giorni. Esattamente un anno dopo, il 27 ottobre 1986, Papa Giovanni Paolo II riuniva ad Assisi per la prima volta tutte le religioni del mondo per la Pace. Alla seconda edizione di questo incontro interreligioso (avvenuto sempre ad Assisi il 24 gennaio 2002) ho partecipato pure io, come giornalista. Questo per dire che ho sempre curato iniziative per la Cultura e per la Pace. Martedì 20 settembre 2016 quasi tutte le religioni del mondo hanno celebrato nella cittadina umbra di San Francesco, con loro eminenti rappresentanti, il 30° anniversario della prima loro “assise in Assisi”, attorno ad un accorato Papa Francesco, con l’organizzazione della “Comunità di Sant’Egidio” di Roma. Alcune emittenti televisive nazionali hanno trasmesso una diretta dell’evento, davvero straordinario per i tempi assai difficili che stiamo vivendo (con la paventata “Terza guerra mondiale a pezzettini” come ha detto Papa Francesco), tra aspri conflitti regionali e terrorismo internazionale, grandi ingiustizie sociali e raccapriccianti massacri di popoli. Dalla cronaca alla storia Prima e dopo l’epilogo del 10 aprile 1974 (data che segna lo scioglimento effettivo degli “Euro Universal”) mi sono personalmente sempre dato da fare per proporre il “pop-islam” cercando, con i miei esigui mezzi, di avvicinare piccoli e grandi artisti. Ad esempio, nella primavera del 1972 da Badolato sono andato ad incontrare alla sede della Fonit-Cetra (in Via Bertola 34 – Torino) il gruppo musicale dei “Delirium” che settimane prima aveva furoreggiato al Festival di Sanremo con la canzone “Jesahel”. Il genere musicale dei Delirium poteva considerarsi vicino al “pop-islam” che stavamo cercando di elaborare fin dall’autunno 1971. Ho chiesto loro, in sala di registrazione (preparavano la canzone “Haum!” per la partecipazione ad “Un disco per l’estate” 1972), se potevano aiutarci con la Fonit-Cetra ad incidere il nostro primo disco. Ma l’incontro con loro non ha dato buoni risultati. Li ho percepiti troppo euforici per il recentissimo successo a Sanremo per poter dare retta ad un ragazzo dell’estrema periferia del Sud italiano. Comunque, nel 1978 mandai alla Fonit-Cetra di Via Meda 45 - Milano una fonoregistrazione con 14 pezzi di “pop-islam” assieme ad un opuscolo descrittivo sulle potenzialità del nuovo genere musicale e i testi letterari che costituivano, assieme alla musica, una nuova concezione della musica pop-rock tendente al futuro, poiché prevedeva l’incontro socio-culturale (oltre che economico) tra oriente (specialmente islamico) ed occidente. L’esito fu ancora una volta negativo. Eppure riascoltando ancora adesso quelle nostre canzoni, quelle nostre musiche, mi convinco sempre di più che avrebbero potuto avere adeguati apprezzamenti. Probabilmente resta tuttora un genere musicale troppo avveniristico (oppure politicamente ostacolato). Allora, non mi rendevo conto del perché il nostro “pop-islam” non venisse accettato, mentre singoli artisti e vari gruppi avevano successo con una formula orientaleggiante. Probabilmente non era la nostra musica a non andare e a non piacere, ma era la nostra povertà e solitudine sociale che non ci permetteva di emergere. Inoltre, oggi non mi sento 25 quando, con una scrittura privata, firmata da Giuseppe Naimo, da me e da Antonio Criniti (il proprietario del “Lido Il Delfino” che ci ha sempre sostenuto e che garantiva per noi quando eravamo minorenni) abbiamo venduto per 600 mila lire tutta la nostra strumentazione musicale al signor Giuseppe Manno di Montepaone (Catanzaro), un paese jonico distante 18 km dal nostro, verso Catanzaro. Così la data del 10 aprile 1974 segna la fine o, meglio, la conclusione (veramente finale ed ufficiale) di un’avventura musicale (bella e interessante, comunque) ma non dell’amicizia tra i componenti del gruppo e del “Clan”. Infatti restiamo sempre amici, ancora adesso, proprio come possono rimanere veri amici quelli dell’infanzia. E non sono mancati, tuttavia, altri informali momenti di musica suonata insieme in varie occasioni sia pubbliche che private, ma senza un nome collettivo. L’eredità degli Euro Universal Pur nella loro povertà e semplicità, gli Euro Universal hanno lasciato una qualche eredità, magari più in campo socio-culturale piuttosto che in quello musicale. Infatti, né la “musica etica” né il “pop-islam” hanno avuto un sèguito, almeno così come li avevamo intesi noi. Però, dai componenti il nostro “Clan” sono nati altri gruppi musicali come i “Via Nazionale 102”, gli “XY”, “Le Quinte Colonne” e “I Bronzi di Riace” (tutti animati da Andrea Naimo il quale, anche come singolo cantautore iscritto alla SIAE, ha pubblicato numerosi Album negli ultimi 35 anni con un’etichetta propria, la “Namus” - Naimo Musica). Nel 1999 Andrea e Giuseppe Naimo, Pasquale Andreacchio (con altri dell’ex “clan” Euro Universal) sono stati coprotagonisti di una raccolta di canzoni popolari badolatesi in “musicassetta”, intitolata “Per Amore, per dolore” realizzata in collaborazione con l’associazione culturale “La Radice” curata da Pasquale Rudi (musicologo, uno dei fondatori di Radio Pulsar negli anni Settanta), avendo come editrice proprio la “Namus” di Andrea Naimo. Nei mesi di maggio e giugno 1979 da Radio Pulsar di Badolato Marina (a diffusione interprovinciale) ho tenuto 8 trasmissioni serali (di un’ora ciascuna a cadenza settimanale) intitolate “Bazar” (noto termine arabo per indicare il tipico mercato dove si può trovare ed acquistare di tutto e di più) durante le quali ho riservato uno spazio speciale al “Pop-Islam” storico degli Euro Universal e alla musica originale araba, indiana, estremo-orientale ed etnica più in generale. Proseguendo nella convinzione (già presente al tempo dei miei giovanissimi anni con gli Euro Universal) che la Cultura possa essere tra i migliori strumenti (assieme alla gastronomia, allo sport, alla moda, alla musica, ecc.) per avvicinare e far dialogare i popoli, nella primavera 1985 mi è venuta l’idea di organizzare in Agnone del Molise (cittadina montana dove ho trovato moglie e dove vivo da qualche decennio) un convegno internazionale ed interreligioso su “Amore e Religione” in collaborazione con la EWA - Erotology World Association e con il patrocinio di vari enti locali. Il convegno ha poi avuto luogo nella Biblioteca Comunale agnonese dal 4 (giorno di San Francesco di Assisi) al 6 (giorno di San Bruno da Colonia) ottobre 1985. Le religioni che hanno dialogato erano cinque: cattolici, islamici, greco-ortodossi, valdesi e gli induisti del Movimento Hare-Krishna. Hanno 24 ancora adesso, esiste il contatto amicale con gli altri componenti il gruppo: i fratelli Pietro, Giacomo e Giovanni Matacèra, Pietro Cilùrzo e, in particolare, Angelo Laganà. Costui mi ha sostenuto (nei primi anni 2000) nell’iniziativa di valorizzare la zona più estrema della Calabria (comuni dell’area grecanica di Melito Porto Salvo) come “Capo Sud” una delle tre punte continentali più a sud d’Europa dentro al Mediterraneo, componendo la canzone “Capo Sud” e rendendola con successo il nuovo “Inno della Calabria”. Anno 1969 L’anno 1969 non ha visto gli “Euro Universal” impegnati in importanti eventi o in trasferte, specialmente perché privi di Giuseppe Naimo (leader carismatico, umano e musicale del gruppo), vittima di un grave incidente, la cui faticosa convalescenza lo ha tenuto lontano dalla nostra attività per parecchi mesi. Tuttavia, abbiamo onorato tutti gli impegni che era possibile onorare, attingendo pure ai ragazzi del nostro “Clan”. Una novità ha caratterizzato noi e la riviera di Badolato Marina e interzona: l’apertura nel giugno 1969 de “Il delfino” primo stabilimento balneare nel raggio di oltre dieci chilometri, voluto e gestito dal proprietario Antonio Criniti (detto Mancusànu). Già cominciava quel “turismo di massa” che faceva venire in Calabria non soltanto i nostri compaesani emigrati per trascorrere le vacanze estive nel paese natìo, ma anche veri turisti che, provenienti persino dall’estero, volevano soggiornare sul mare Jonio. Così, essendo quella nostra l’unica “band” operativa in zona, il proprietario de “Il delfino” (stabilimento balneare che noi chiamavamo più semplicemente “lido”) ci affidò l’animazione musicale di parecchie serate a luglio e ad agosto. A parte le serate musicali, vista la disponibilità del gestore, ho pensato bene di organizzare in tale lido mostre di pittura, di fotografia, di disegni di bambini e concorsi di poesie e di bellezza, gare di ballo, di scacchi e di altri giochi, facendolo diventare un’attrazione e un riferimento socio-culturale per bagnanti e villeggianti, specialmente giovani. Questa mia ulteriore esperienza di “animazione socio-culturale” (ne avevo avute già numerose in parrocchia, specialmente nell’estate 1967 quando ho organizzato addirittura le “Olimpiadi badolatesi” in occasione della festa dei patroni Santi Angeli Custodi), avendo ottenuto molti consensi ed apprezzamenti, fu la base per una replica nell’estate 1970 e di un ampliamento e perfezionamento sotto il nome di “Agosto Universitario” dal 1971 al 1975 compreso, mentre gli “Euro Universal” restavano il riferimento dell’animazione musicale cui partecipavano anche elementi del nostro “Clan” e di altri amici musicisti in veste di ospiti. L’abbinamento “musica e cultura” sottintendeva comunque (sempre in modo discreto e delicato) l’aspetto etico-pedagogico, che era il distintivo vocazionale e costitutivo del gruppo. Personalmente, mi dilettavo a redigere “progetti” di varia natura che, sempre legàti allo spirito etico degli Euro Universal, potessero portare avanti i valori distintivi della band. Ad esempio, ho cominciato ad elencare le parole più universali in un apposito “Vocabolario”… oppure a redigere un metodo per imparare o insegnare le lingue attraverso le 13 note musicali. Mi appassionava molto lavorare ad un “Calendario degli Eroi” (positivi) cioè evidenziare per ogni giorno dell’anno una persona, un personaggio o una personalità che aveva contribuito nel corso della Storia al progresso dell’Umanità (una specie di calendario dei “santi laici”). Addirittura ho cominciato a scrivere il testo per un “musical” (cioè un Poema musicale) ed ho completato una trama teatrale a favore dei bambini. Ma il progetto che più mi ha tenuto impegnato era quello denominato “Moduniversal” (la moda arcobaleno, la moda della pace), ovvero modelli di vestiti e accessori che, partendo dai colori dell’arcobaleno e dalle note musicali, potessero evidenziare e testimoniare l’amore di ognuno e di tutti per i sacri valori della pace tra i popoli. Anno 1970 l’esistenza degli Euro Universal e del tentativo di questo nuovo genere musicale, purtroppo mai emerso discograficamente (almeno come nostra concezione tecnica ed etica). Tuttavia, alcune redazioni pubblicarono variamente (dopo la data del provino del 15 gennaio 1973) quel comunicato-stampa che avevo distribuito loro tra la fine di ottobre e i primi di dicembre 1972 (specialmente a Roma). Eccone gli altri risultati: · Domenica 28 gennaio 1973 il diffuso settimanale nazionale “TV Sorrisi e Canzoni” (editore Ciampi Spa – Roma) alla pagina 43 (Nel mondo dei dischi – anno 22 n. 1-4) ha pubblicato un trafiletto di 11 righe sotto la rubrica “Nel mondo”. Intanto aumentava la nostra produzione musicale e la voglia di poterla far conoscere in qualche modo. Dovevamo darci da fare da noi stessi, dal momento che il nostro ambiente sociale era povero non soltanto economicamente ma non aveva affatto persone, personaggi, associazioni o enti che avrebbero potuto darci una mano ad emergere e ad affermarci in campo musicale. Così, nel marzo 1970 ho avvicinato, in un teatro di Crotone (a 90 km da Badolato) dove aveva uno spettacolo serale, la nota cantante Orietta Berti, alla quale ho proposto di esaminare alcune nostre canzoni che ritenevamo adatte a lei. Mi diede i suoi recapiti e mi invitò a portare spartiti e registrazioni nella sua casa in Emilia. Ma la nostra povertà era talmente tanta che non avevamo nemmeno i soldi per poter raggiungere in treno quella mèta, lontana per noi non soltanto i mille e più chilometri di ferrovia. Facendo i conti con la nostra realtà, dovevamo frenare i nostri sogni di partecipare ad altri le nostre canzoni. · Giovedì 15 febbraio 1973 – rivista “Elettra” – Articolo intitolato “Complesso Euro Universal” (con foto e lunga didascalia). Un amico mi ha mandato soltanto il testo trascritto e solamente i pochi dati appena citati. Nell’estate 1970, seguendo un proverbio che esorta ad andare alla sorgente delle cose, ebbi l’idea o, meglio, l’azzardo di far registrare agli Euro Universal e a Jimi Pasquale Piroso un nastro con alcune nostre canzoni da inviare, con un plico postale raccomandato, alla casa discografica “Atlantic” di New York (ritenuta una delle migliori del mondo per il pop-rock), la quale, ovviamente, non ci rispose neppure. Però quella esperienza fu utile, lungimirante, quasi “profetica” … nel senso che in alcune canzoni ho voluto inserire nel nostro pop-rock due strumenti tradizionali che, pur essendo quelli locali, sono universalmente conosciuti perché di origine pastorale: la zampogna o cornamusa (“bigpipe”) e la ciaramella. Dopo qualche decennio da quel nostro primo inusuale ed originale uso, l’utilizzo della zampogna o cornamusa, in particolare, nella musica elettronica e nel rock ha avuto un vero successo internazionale ad opera di vari artisti. I nostri “artisti” erano due “zampognari” che ogni anno erano soliti allietare tutte le festività natalizie (dalla vigilia del 24 dicembre al Capodanno con il giro del Bambinello nelle case del paese fino all’Epifania del 6 gennaio). Il suonatore della zampogna era un anziano signore del vicino paese di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio e il suonatore della ciaramella era del limitrofo paese di Isca sullo Jonio. Suonavano sempre in coppia, anche in vari altri paesi della zona. · Martedì 10 aprile 1973 il mensile dell’Associazione nazionale di Azione Cattolica “Segno nel mondo” di Roma, alla pagina Libri e Dischi – anno 4 n. 11 – ha pubblicato un articolo di 60 righe su una colonna, intitolato “ Dischi – Euro Universal – POP-ISLAM” evidenziando anche l’importanza inter-culturale della musica degli Euro Universal. 14 · Lunedì 05 marzo 1973 il molto diffuso e qualificato settimanale musicale “Sound Flash!” di Roma – alla pagina 16 – anno 2 n. 21 – ha evidenziato un articolo di Enrico Riva (il quale mi aveva intervistato personalmente nella sua casa romana situata tra la città universitaria e Piazza Bologna) su cinque colonne (63 righe con foto degli Euro Universal all’ingresso della RCA), intitolato a caratteri cubitali “Pop islam”. In questo articolo Riva ricorda, tra l’altro, che come Euro Universal avevamo utilizzato la cornamusa in alcune canzoni e si dimostra fiducioso sulla riuscita del nuovo genere musicale “pop-islam”, del nuovo “sound”. Poiché la notizia sul “Pop-Islam” è stata lanciata giorno 11 dicembre 1972 dall’ANSA (principale agenzia-stampa italiana), non escludo (anzi posso dare per certo) che altri giornali (nazionali e locali) l’abbiano ripresa e pubblicata in vario modo. Non sono in grado di documentare ciò, pure perché (non essendo mai stato abbonato a “L’Eco della Stampa” che forniva anche allora i risultati degli articoli pubblicati) era per me impossibile controllare tutti gli organi di stampa (quotidiani, settimanali, mensili, ecc.) che utilizzavano (in Italia e all’estero) i lanci ANSA in un arco di tempo così esteso. Anno 1974 – L’epilogo Dopo il secondo provino alla RCA Italiana del 15 gennaio 1973, noi “Euro Universal” (seppure a ranghi ridotti) abbiamo avuto altri 15 mesi di vita … fino al 10 aprile 1974 … 23 Probabilmente si possono ascoltare ancora oggi al seguente indirizzo web “blog.gilbotulino.it/?p=691”. Il maestro Gianolio si congratulò con noi per il progresso fatto rispetto al primo provino e per il nuovo genere musicale “Pop-Islam”. Mi diede appuntamento per il fine settimana a casa sua per il responso, che, secondo lui, avrebbe dovuto essere positivo. Già dall’autunno 1971 io e Gianolio eravamo diventati amici e più volte sono andato a casa sua. L’amicizia dura ancora, dopo 45 anni. Il responso fu che la RCA era disposta a farci fare un disco (di lunga durata a 33 giri, comunemente detto LP – Long Playing) con il “Pop-Islam” … però avremmo dovuto trascorrere a Roma, a nostre spese, almeno due mesi per prepararlo e registrarlo. Gli dissi che ne avrei parlato con gli altri componenti. Purtroppo io sapevo già la triste verità, che cioè gli Euro Universal non c’erano più nella formazione del provino e che per ricostruire il gruppo con altri pur validi elementi del “Clan” ci sarebbe stato bisogno di molto tempo. Ma, anche a costituire un diverso gruppo con altri elementi, pur con lo stesso nome ed il medesimo genere musicale, ci saremmo trovati davanti ad un problema insormontabile: eravamo troppo poveri e non avevamo soldi per poter restare a Roma nemmeno per una settimana, figuriamoci per due o più mesi!... A parte me che, vivendo a Roma, avevo un posto letto perché dovevo frequentare l’Università, gli altri 6 elementi (chiunque fossero stati) non avevano la possibilità per restare a Roma. E a parte il venir meno di tre elementi come Giuseppe Naimo (colonna portante del gruppo) e i fratelli Francesco e Vincenzo Serrao, la povertà economica permanente era il nostro vero problema. Né conoscevamo persone che (dentro o fuori dalla RCA) avrebbero potuto o voluto investire su di noi. La nostra Calabria non ha mai avuto una efficace cultura d’impresa musicale ed artistica … tanto che tuttora è la regione italiana (pur con un milione e mezzo di abitanti) con la minore densità di artisti noti o famosi a livello nazionale e nessuno a livello internazionale. Proprio nel medesimo periodo in cui gli Euro Universal avrebbero dovuto restare a Roma per registrare il loro Album del “Pop-Islam”, il gruppo palermitano (composto da tre musicisti) de “L’era d’acquario” ha realizzato l’impresa che non è riuscita a noi per troppa povertà … un “Long Playing” restando a Roma a loro spese. Dopo averli conosciuti negli studi della RCA, li vedevo spesso nel quartiere universitario di San Lorenzo, dove si aggiravano spesso con il loro furgone. Purtroppo “L’era di acquario” (nonostante alcuni dischi pubblicati) non ha sfondato, poi, nella musica pop-rock ma almeno ha avuto la soddisfazione di aver lasciato una traccia indelebile e molto apprezzata ancora adesso in internet. L’anno 1970 ci ha visti impegnati pure nel partecipare idealmente a modo nostro (cioè, con originali proposte) ad eventi nazionali ed internazionali. In particolare, durante il mese di gennaio, ho redatto una lettera-progetto di sostegno per la vicenda di “Venezia città da salvare” proponendo la partecipazione degli “Euro Universal” ad una serie di manifestazioni che sensibilizzassero popoli e cittadini a favore della città lagunare che, patrimonio di tutto il mondo, rischiava di esistere, specialmente dopo i danni dell’alluvione di qualche anno prima, del 1966, lo stesso che aveva colpito pesantemente la città di Firenze. Per perorare la causa della salvezza urbanistica e culturale di Venezia ho spedito quattro lettere dalle Poste di Crotone: al Sindaco di Venezia (con raccomandata n. 1273 del 03 febbraio 1970), al Consiglio dei Ministri dell’Europa Unita di Bruxelles (raccomandata n. 3399 del 04 febbraio), al Consiglio d’Europa di Ginevra (n. 3401), all’UNESCO di Parigi (n. 3403). Inoltre, a nome degli Euro Universal, ho inviato una lettera (in lingua inglese) al Primo Ministro del Regno Unito (raccomandata n. 2051 del 22 maggio 1970 da Badolato Marina) per appoggiare l’entrata del suo Stato nell’Europa Unita, mettendoci a disposizione per tale significativa adesione, preziosa pure per altre Nazioni. Ne ho scritto nella “Lettera a Tito n. 157” (pubblicata da www.costajonicaweb.it il 15 giugno 2016) anche per scongiurare la “Brexit” (l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea con il referendum di giovedì 23 giugno 2016, cosa che poi è, purtroppo, avvenuta). Anno 1971 Nell’estate 1971 (dopo oltre tre anni di “Euro Universal”) pensavamo di essere in grado di affrontare un provino in qualche casa discografica importante. Essendo a Roma per gli studi universitari, mi recai per chiedere un provino alla R.C.A. Italiana, situata vicino al Grande Raccordo Anulare, all’altezza della Via Tiburtina km 12, in Via di Sant’Alessandro 7. Così, lunedì 25 ottobre 1971, restammo un’intera giornata a registrare sotto la supervisione del maestro Roberto Gianolio, il quale (pur apprezzando l’insieme del gruppo, specialmente la grande voce di Nazzareno Audino e la fenomenale chitarra solista di Giuseppe Naimo) ci propose di tornare con un genere musicale più “picchiato” (più “beat”). In quell’occasione noi, provenienti dalla provincia dell’estremo sud Italia, provammo una particolare emozione nel poter prendere il caffè al bar dell’RCA accanto ad alcuni tra i cantanti più famosi di quegli anni, italiani (come Gianni Morandi, Patty Pravo, Jimmy Fontana, Domenico Modugno) ed esteri. Nel dopo RCA non mi sono più recato in alcuna redazione per far scrivere del “Pop-Islam” pure perché ormai avevo sufficiente documentazione giornalistica per provare, un domani, Tornammo a Badolato Marina con il grande desiderio di darci da fare per presentare alla RCA, nel secondo provino, qualcosa di tanto interessante in modo tale da riuscire ad ottenere un contratto discografico. Purtroppo, Nazzareno Audino e Vincenzo Spasari dovettero abbandonare il gruppo per motivi personali. Vennero sostituiti da Andrea Naimo (polistrumentista e voce) e da Mario Gallelli (chitarra-basso). Tutti cercavamo un modo di fare musica per come richiesto dal maestro Gianolio. Intanto, però, tre di noi (io, Pasquale Andreacchio e Vincenzo Serrao) eravamo impegnati a Roma negli studi universali, per cui le occasioni di incontro si erano notevolmente ridotte. Infatti, mentre prima ci vedevamo 22 15 Anno 1973 dopo la RCA ogni giorno, poi potevamo incontrarci tutti e 7 insieme e lavorare al nostro progetto soltanto nel periodo delle vacanze (natalizie, pasquali ed estive). Anno 1972 L’anno 1972 verrà ricordato, nel bene e nel male, specialmente per le Olimpiadi di Monaco di Baviera (in Germania). Già dall’autunno 1971 ci preparavamo, come Euro Universal, con la speranza di poter effettuare qualche concerto a ridosso di tale grande evento, poiché avevamo saputo che gli organizzatori cercavano intrattenitori anche musicali per “il popolo dello sport” che avrebbe partecipato alla manifestazione mondiale. Così, mandai al Comitato Olimpico tedesco a Monaco una lettera con la richiesta, accompagnandola con un opuscolo (scritto in lingua francese e disegnato da noi stessi) sulle nostre caratteristiche e sulla nostra offerta musicale. La risposta fu interlocutoria, nel senso che si capiva che, a nostre spese, avremmo dovuto raggiungere la Baviera e soggiornarci e poi saremmo stati rimborsati. Una situazione assolutamente proibitiva per noi, che non avevamo una lira! La nascita del “pop-islam” Dovendo sostenere l’esame di “Storia della Musica” all’Università di Roma, proposi al mio docente la possibilità di realizzare una tesina sulla “Storia delle musica islamica” perché mi piacevano i ritmi e le suggestioni della musica araba, ma anche perché taluni canti popolari del mio paese avevano vaghe evocazioni arabeggianti. Così, studiando la musica islamica (anche come attinenza alla musica popolare calabro-sicula o napoletana), mi avvidi che era possibile, almeno teoricamente, ispirarsi a tale musica orientale per concretizzare un nuovo genere di musica che, immediatamente, denominai “pop-islam”. Ne parlai con gli altri componenti gli “Euro Universal” segnalando loro (e, in particolare, alla prima chitarra Giuseppe Naimo) il fatto che la “chitarra battente” (assai in uso in Badolato e dintorni) avrebbe potuto essere utilizzata come chitarra solista, mentre invece, nella nostra tradizione popolare, era usata soltanto come accompagnamento e sottofondo alle canzoni, specialmente nelle serenate (agli amici o agli sposi) che io frequentavo spesso (proprio per il mio grande amore della musica popolare badolatese). Giuseppe Naimo provò ad utilizzare la chitarra battente come chitarra solista e in arpeggi tali da evocare i suoni caratteristici della musica araba e orientale. Avevamo trovato la base su cui costruire il “pop-islam”. Battezzai “bakyr” (da ba-ttente ki-tarra) il nuovo modo di utilizzare la chitarra battente. Iniziammo a lavorare su questi presupposti, componendo diverse canzoni che facevamo ascoltare agli amici del nostro “Clan” e ad altri fans. Selezionammo una ventina di canzoni e di colonne sonore che presentammo al nostro pubblico del “Lido Il Delfino” nell’ultima settimana di agosto. Ne ricavammo pareri incoraggianti, che ho voluto evidenziare con un lungo articolo, pubblicato il 30 agosto 1972 da · “Il Giornale della Calabria” (anno 1 - n. 127) alla pagina 4 (Spettacoli) con il seguente titolo: Il complesso degli “Euro Universal” lancia un nuovo “sound” – 16 · Venerdì 15 dicembre 1972 il quotidiano “Il Giornale della Calabria” di Cosenza alla pagina 4 (Cultura e Spettacolo) – anno 1 n. 219 – evidenzia un articolo di 84 righe su tre colonne, intitolato “Nuova affermazione dei sette musicisti calabresi – IL PRIMO ALBUM DISCOGRAFICO DEL COMPLESSO EURO-UNIVERSAL”. · Giovedì 21 dicembre 1972 il quotidiano “Paese Sera” di Roma alla pagina 19 (Cronaca degli Spettacoli) – anno 23 n. 350 – pubblica un trafiletto di 16 righe su una colonna, intitolandolo “IL POP-ISLAM DEGLI EURO-UNIVERSAL”. · Sabato 23 dicembre 1972 il quotidiano “Il Giornale d’Italia” di Roma – anno 72 n. 329 – pubblica un altro trafiletto di 13 righe su una colonna alla pagina 14 (Spettacoli), intitolandolo “IL PRIMO DISCO DEGLI EURO-UNIVERSAL”. · Martedì 02 gennaio 1973 il capillarmente diffuso quotidiano nazionale “L’Unità” di Roma – anno 50 n. 1 – alla pagina 7 (Spettacoli - Arte) dedica 9 righe su una colonna con il titolo “ARRIVA IL POP-ISLAM”. · Domenica 07 gennaio 1973 il settimanale nazionale “Ciao 2001 – Settegiorni giovani” di Roma - anno 5 n. 1-2 – alla pagina 56 (Help!) evidenzia un articolo di 74 righe su tre colonne con foto, intitolato “Nuove frontiere musicali: IL POP-ISLAM DEGLI EURO UNIVERSAL”. Lunedì 15 gennaio 1973 Giunse così il fatidico giorno del secondo provino alla RCA Italiana di Roma. Quella mattina di lunedì 15 gennaio 1973 era molto freddo su quella zona della Via Tiburtina all’altezza del Grande Raccordo Anulare. All’ingresso di Via di Sant’Alessandro 7 ci presentammo di buon’ora che era aperto soltanto il bar interno, posto davanti agli studi di registrazione. Poi arrivò il maestro Roberto Gianolio e cominciammo la lavorazione della nostra prima canzone “Fellah” (contadino) per la quale se ne andò tutta la mattinata. Durante la pausa-pranzo, alla mensa, nei tavoli vicini a dove consumavamo un frugale spuntino c’erano alcuni big della RCA come Lucio Dalla (che non avevamo visto nel giorno del nostro primo provino il 25 ottobre 1971) e ancora Gianni Morandi, Jimmy Fontana e alcuni altri di cui non ricordo i nomi. Taluni parlavano in inglese. Il pomeriggio fu dedicato alla registrazione della nostra seconda canzone “Oasi”. L’ascolto di entrambe, alla fine del provino, fu una grande emozione per noi. Infatti, era tutta un’altra cosa ascoltare in “stereo” e ad alto volume le due canzoni così ben rifinite in modo professionale. Sarebbe stato un bel disco a 45 giri, quello! Riuscimmo a portarle a casa soltanto registrandole con un normale mangianastri portatile dall’audio imperfetto ma comprensibile. Queste due canzoni sono state proposte, attorno all’anno 2005, dal nostro Pasquale Andreacchio nel suo sito internet www.gilbotulino.it assieme al testo. 21 canto agli scambi commerciali ci fossero collaborazioni e scambi culturali e interreligiosi, puntando sui valori comuni (come aveva tanto esortato lo stesso papa Giovanni XXIII durante il suo pontificato 1958-1963 “Cerchiamo sempre ciò che ci unisce mai quello che ci divide”). E l’intenzione degli Euro Universal era proprio quella di lavorare, attraverso la musica, al miglior dialogo non soltanto tra queste due grandi Culture, ma tra tutte le Culture presenti nel Mondo, utilizzando le basi comuni e universali. Infatti, non ci può essere integrazione senza la migliore e concreta conoscenza e accettazione reciproca. Nel testo-tipo proposto ai giornali, infatti, insistevo nel significato non soltanto musicale del “Pop-Islam” ma soprattutto socio-politico-religioso di amicizia e di pace tra tutti i popoli del mondo e, specialmente, tra le due più grandi Culture del pianeta, tra occidente e oriente. Significato che ho cercato di perseguire e confermare come necessità anche dopo l’esperienza del “Pop-Islam” fino ai giorni nostri e che oggi come oggi (anno 2016, ai tempi delle grandi migrazioni, dello Stato Islamico e di altre componenti anti-occidentali) ha rivestito un ruolo rafforzato per l’accoglienza e l’integrazione di una ingente massa di migranti che dalle aree di influenza islamica (Africa, Medio ed Estremo Oriente) sta “invadendo” l’Europa e altre nazioni più ricche e democratiche, chiedendo rifugio e asilo o soltanto lavoro. Ancora adesso e chissà per quanto altro tempo ancora l’Occidente avrà a che fare in modo strettissimo ed interdipendente con l’Oriente islamico! Già da sempre e forse per sempre! Perciò, la Cultura, specialmente quella musicale, potrebbe essere un più favorevole veicolo di migliore e maggiore amicizia e pace: il nostro futuro è sicuramente Pop-Islam, un incontro tra Occidente ed Oriente, tra cultura e religione cristiana e cultura e religione islamica! È urgente realizzare un mondo davvero universale, oltre che globale! Quasi tutti i giornali (che avevano recepito il mio comunicato-stampa) hanno poi evidenziato almeno il desiderio del “Pop-Islam” di contribuire all’amicizia e alla duratura pace tra i popoli e le pur diverse culture. Eccone i risultati: · Giovedì 9 novembre 1972 il settimanale nazionale “Qui giovani” (edito da Aldo Palazzi di Cinisello Balsamo – Milano) alla pagina 67 (Al vostro servizio) – Anno 23 n. 45 – dedica al “Pop-Islam” degli Euro Universal soltanto 7 righe su una colonna, sotto il titolo “Catanzaro”. · Domenica 10 dicembre 1972 il quotidiano cattolico nazionale “Avvenire” (edito da Nuova Editoriale Italiana Spa – Milano) alla pagina 12 (Avvenire Sud) – Anno 5 n. 289 – ci dedica un articolo di 40 righe con foto su due colonne, con il titolo “Abbraccio musicale tra due culture – IL POP-ISLAM DI ALCUNI UNIVERSITARI”. · Lunedì 11 dicembre 1972 l’ANSA (Associazione Nazionale Stampa Associata, la maggiore agenzia-stampa italiana con sede in Roma, Via della Dataria 14) ci dedica 9 righe del notiziario “Ansa-Teatro” primo lancio (tos/gb/0730) con il titolo “PRIMO LONG-PLAYING DEGLI EURO-UNIVERSAL”. 20 GLI UNIVERSITARI CALABRESI HANNO INVENTATO IL “POP-ISLAM” (161 righe con grande foto su 4 colonne). · Dopo due settimane, il 14 settembre, alla pagina 5 della Cronaca della Calabria, il quotidiano romano “Il Tempo” (anno 29 n. 233) così ha intitolato l’articolo firmato da Vincenzo Guarna: Il nuovo genere musicale dell’Euro Universal – UN COMPLESSO DI BADOLATO LANCIA IL “POP-ISLAM” (98 righe su tre colonne con foto). Intanto che i musicisti degli Euro Universal provavano e riprovavano a Badolato Marina le canzoni tra le quali scegliere le due da presentare alla RCA, io a Roma frequentavo il Centro Culturale Islamico, per addentrarmi meglio e di più in quella ultrasecolare civiltà. Dopo aver cambiato leggermente il mio piano di studi, oltre alla tesina sulla musica islamica, diedi all’Università l’esame di “Islamistica”, quello di “Filosofia delle religioni” e quello di “Filosofia dell’India e dell’Estremo Oriente”. Inoltre cercavo di conoscere ed incontrare studenti universitari arabi che studiavano a Roma. Vicino a dove abitavo, nello stesso quartiere “universitario” San Lorenzo, viveva pure un ragazzo marocchino, Ahmed, che frequentava la facoltà di Architettura e che mi è stato assai utile per capire meglio la musica araba (attraverso le sue suonate e i dischi originali, che acquistavo alla Libreria Rinascita di Via delle Botteghe Oscure e nei due negozi della Ricordi, sempre a Roma). Inoltre, sono stati nostri ottimi consulenti principalmente 2 miei grandi amici: il boliviano Edgar Alandia e il catanzarese Rosario Mirigliano (che studiavano al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e ci chiamavamo “fratelli”). Sia Ahmed che Edgar erano praticamente parte del nostro “Clan” (formato anche da musicisti e cantautori di altre regioni italiane, come il pugliese Michele Abruzzese di Andria e il calabrese Mario Donadio di Soverato). Mirigliano (amico mio dal 1961) depositava alla SIAE le nostre prime canzoni. Mi sembra utile segnalare qui due significativi eventi, accaduti nel mese di luglio 1972. Il primo riguarda l’ultima cambiale del prestito contratto nel settembre 1968 per poter affrontare le spese del viaggio per Assisi e Roma. Pur facendo spesso spettacoli nell’interzona di Badolato, il ricavato solitamente copriva appena appena le spese (anche perché alcuni committenti non pagavano affatto o ci davano qualcosina … persino in prodotti alimentari!). Avendo, perciò, difficoltà a pagare quell’ultima cambiale, mi venne l’idea di “vendere” barba e capelli che avevo molto lunghi ad un amico quarantenne (il geometra Gigliotti genero dell’ex sindaco Giacomo Crisafi) che (detestando i “capelloni” come me) insisteva a volermi vedere senza barba, con i capelli corti e per avermi così era disposto a pagare. Così gli proposi “l’affare”. Avrei azzerato barba e capelli in cambio delle 15 mila lire necessarie per onorare l’ultima cambiale degli “Euro Universal”. La mia tosatura avvenne sulla spiaggia del “Lido Il Delfino”, ripreso da una cinepresa amatoriale ed attorniato da una folla di bagnanti e villeggianti assai divertiti. Le 15 mila lire costituivano, allora, il costo minimo mensile di un posto letto per studenti universitari in quasi tutta Italia, mentre il biglietto ferroviario Badolato-Roma (624 km) costava 5.100 lire. 17 L’altro evento riguarda l’allora notissimo cantante Mino Reitano (1944-2004). Il gestore di uno stabilimento balneare di un paese vicino, San Sostene, ci chiese di intrattenere il pubblico in attesa dell’esibizione dell’artista calabrese una sera di luglio, dalle ore 21 fino alle 23, quando i fratelli Reitano avrebbero cominciato il loro spettacolo. Era la prima volta che facevamo “da spalla” (come si dice in gergo) ad un grande protagonista della canzone italiana e davanti ad un pubblico così tanto numeroso ed eccitato. E’ stata una bella esperienza. Mino si dimostrò un vero trascinatore, assai amato dalla gente. All’indomani, andammo a salutare i fratelli Reitano all’Hotel degli Ulivi di Soverato (dove alloggiavano in questa tappa del loro “tour” estivo) per chiedere alcune dritte per tentare di incidere almeno un disco, un traguardo ambìto da tutti i piccoli complessi musicali (specialmente di provincia) come gli “Euro Universal”. Ci ricevettero in due fratelli (adesso non saprei dire i loro nomi). La chiacchierata fu cordiale e interlocutoria, ma senza risultati utili per noi (come era comprensibile e da attendersi, al di là della simpatia personale e del fatto di essere corregionali e fatta eccezione per alcuni buoni consigli e suggerimenti inerenti il mondo della musica leggera e sul modo più efficace di comporre canzoni orecchiabili e di successo). La mia amicizia con Mino è durata poi fino alla sua morte (27-01-2009). Dai primi giorni di settembre e per tutto l’autunno 1972 cercammo di perfezionare il nuovo genere musicale del “Pop-Islam” che intendevamo proporre alla RCA Italiana nel secondo provino che ci era stato fissato per lunedì 15 gennaio 1973. Però, in un giorno d’ottobre, Giuseppe Naimo (ovvero colui che era il vero leader degli Euro Universal, colui che aveva il maggior ruolo nel “Pop-Islam” pure perché suonava il “bakyr”) mi confidò ciò che doveva restare assolutamente un segreto tra lui e me (almeno fino alla sera del 15 gennaio 1973) … per motivi personali doveva lasciare il gruppo, ma per senso di responsabilità e di amicizia verso tutti gli altri componenti, avrebbe dato il massimo per fare la migliore figura possibile nel secondo e definitivo provino a Roma. Ho immediatamente capito che senza di lui “l’operazione Pop-Islam” non avrebbe potuto andare avanti e che gli Euro Universal erano praticamente senza un vero futuro. Né io avevo tempo ed energie per ricostruire il gruppo in modo tale da insistere con un genere musicale che, essendo fin troppo nuovo ed originale, avrebbe avuto bisogno di cure assai particolari per affermarlo. Abitavo a Roma (dove cercavo di concludere i miei studi universitari), mentre invece per far sopravvivere dignitosamente gli Euro Universal era necessaria la mia costante presenza a Badolato Marina. Ma c’era dell’altro. Vincenzo Serrao aveva vinto un concorso come Allievo Ufficiale di Complemento nell’Esercito ed era in attesa della chiamata di arruolamento che, probabilmente, sarebbe arrivata entro poco tempo. Suo fratello Francesco aveva avuto una allettante proposta di lavoro in Germania, dove avrebbe potuto guadagnare un dignitoso stipendio e perfezionarsi nella lingua tedesca cui teneva tanto. Non si poteva impedire ai fratelli Serrao di lasciare il sicuro per l’insicuro. Lunedì 15 gennaio 1973 (che avrebbe potuto e dovuto essere la data di inizio della nostra carriera musicale) era ormai destinato ad essere il giorno 18 della fine prematura ed effettiva degli Euro Universal e del sogno del “Pop-Islam”. Così, con la morte nel cuore, ho pensato che era mio dovere (dopo tanta passione e lavoro di anni) di “salvare il salvabile”. E salvare il salvabile, nelle condizioni di imminente disfacimento in cui si trovava il gruppo, avrebbe potuto e dovuto significare almeno far parlare i giornali del nostro “Pop-Islam” di modo che ne restasse almeno una memoria storica. Molto umilmente, con il necessario rispetto e con le dovute proporzioni, mi sentivo come Mosè al quale non è stato dato di vedere la “Terra promessa” nonostante avesse tanto lottato per liberare il suo popolo dall’Egitto e portarlo alla mèta dopo ben 40 anni di deserto. Sempre umilmente e – preciso – con il necessario rispetto e con le dovute proporzioni, anche io avevo lottato e speso davvero tanto (in energie personali e in economia) per tenere unito il gruppo degli Euro Universal e per dargli un’identità ben precisa ed originale. E invece, proprio adesso che la nostra “Terra promessa” era a portata di mano, ero costretto ad assistere alla fine di un sogno forse troppo grande per noi ma possibile, a portata di mano. Realizzabile! Nell’autunno 1972, mentre i sei musicisti del gruppo provavano e riprovavano i due pezzi da portare alla RCA il 15 gennaio 1973, io mi organizzai in modo tale da contattare il maggior numero allora possibile di redazioni giornalistiche elaborando per loro un testo stampa “personalizzato” diverso per genere di quotidiano, settimanale, mensile e utilizzando le foto che avevo fatto fare al gruppo nel 1971. Nel comunicato-stampa, per essere più credibile, ho azzardato una “mezza-bugia” o una “mezza-verità” … dopo aver descritto le caratteristiche degli Euro Universal e del nuovo genere musicale del “Pop-Islam” … ho dato ad intendere quasi per sicuro che il gruppo era impegnato a preparare il primo LP (cioè il primo “Album” con una dozzina di canzoni). In effetti era così ufficialmente, ci stavamo preparando per questo scopo ed avevamo vera speranza e molta probabilità di farcela (senza far sapere ad alcuno l’incognita di Giuseppe Naimo). Perché ho osato tanto?... Principalmente perché restasse una qualche memoria scritta del nostro lavoro e della nostra pur periferica presenza in campo musicale, ma poi anche per difendere i nostri diritti di autori e di primogenitura di un “Pop-Islam” che, magari cambiando nome (come in effetti è avvenuto), sarebbe emerso prima o poi come genere musicale, dal momento che la cultura islamica avrebbe occupato un posto importante anche nella musica del nostro mondo contemporaneo occidentale… se non altro per la grande pressione demografica (infatti, per me fu indicativo osservare il lento ma inesorabile aumento dei cosiddetti “Vu’ cumprà” arabi – specialmente provenienti dal Magreb - persino nei paesi più sperduti, come ho documentato fotografando e intervistando alcuni marocchini presenti già a Badolato). Ma si capiva bene fin dai primi anni Settanta come e quanto i Paesi islamici (mediterranei ed orientali) avrebbero avuto un ruolo ed un peso sempre più forte nei confronti dei nostri Paesi occidentali, non soltanto a motivo del petrolio. Sarebbe stato meglio, quindi, se ac- 19