Titolo Come avvicinare i giovani alla ricerca scientifica Istituto Liceo Classico “S. Cagnazzi” Altamura Data 12 maggio 2007 Relatori Alfredo e Laura Musajo Somma Abstract La relazione è stata tenuta nella forma di un “dialogo allo specchio”: una scelta, questa del “botta-e-risposta” tra relatori e utenti, intesa come la più adatta a illustrare storie di vita professionale trasversali a due generazioni, nell’intento di avvicinare i giovani alla ricerca scientifica Che tipo di formazione culturale, quindi, è richiesta per fare ricerca nel campo della biomedicina? In primis, una solida base di cultura generale. Non solo, quindi, una conoscenza meramente biologica dell’uomo, ma una cultura che spazi dalla letteratura alla filosofia – materie di studio massicciamente presenti nei licei – dalla sociologia all’economia e antropologia; il tutto, ovviamente, va affiancato da un profondo interesse per la tecnica e le scienze. Gli attuali programmi di scienze in vigore negli istituti superiori forniscono un’adeguata preparazione scientifica? Per quanto sia innegabile che i programmi di insegnamento delle scienze sono adeguati all’acquisizione di un gran numero di nozioni, è la cultura scientifica generale ciò che manca veramente; l’insegnamento delle scienze è vissuto come noioso perché queste non vengono vissute come cultura scientifica; se, invece, lo si arricchisce con notizie riguardanti la storia della sua evoluzione, l’insegnamento – e l’apprendimento – diventa appassionante perché questa storia è ricca di avventure, scoperte, passioni, sollecita l’esercizio dello spirito critico educando alla relatività del giudizio. Studiare storia delle scienze non favorisce forse i dubbi invece di motivare la ricerca? Ripercorrere la storia delle discipline scientifiche, in realtà, è uno strumento importantissimo per spiegare ai giovani – e non solo ad essi – che dubbi e interrogativi fanno progredire nella comprensione del mondo e sono volano fondamentale per la costruzione della democrazia: solo chi è coinvolto ad argomentare e dibattere può diventare un cittadino consapevole e solo chi è consapevole ha in sé la qualità del ricercatore. Cosa chiedono i giovani, allora, per esser motivati alla ricerca scientifica? Le giovani leve non esprimono solo un bisogno di documentazione (internet e i vari motori di ricerca svolgono questo tipo di attività tout court già da un po’) ma anche la necessità di un nuovo tipo di accoglienza nell’area della ricerca, perché l’educazione non formale è quella più stimolante: alleggeriti dai vincoli disciplinari e strettamente didattici, infatti, i ragazzi si sentono veramente liberi di addentrarsi in un percorso di scoperta e apprendimento che prosegue oltre il portone della scuola. Educazione “impattante” allo studio delle scienze, coinvolgimento costante nell’argomentare e dibattere idee proprie e altrui e un’accoglienza nuova e meno formale nel campo della ricerca: questi gli strumenti migliori per attrarre i giovani alla ricerca; ma su cosa si basa un’idea di ricerca? Essenzialmente su un lavoro critico della documentazione primaria – spesso carente – e secondaria – spesso pletorica –; il potenziale ricercatore deve, inoltre, maturare una capacità critica nell’analisi dei testi relativi all’apprendimento delle scienze biomediche. Quali doti o abilità individuali sono dunque utili per sviluppare l’attitudine alla ricerca e qual è il ruolo dei docenti guida? Chi intende avviarsi in un percorso di lavoro – e di vita – nel campo della ricerca, deve mostrare attitudine al lavoro interdisciplinare ed essere animato da spirito critico, curiosità ed entusiasmo, doti che un buon docente tutor deve saper far emergere educando, nel contempo, allo studio e al dibattito dei progressi e delle innovazioni scientifiche. A cosa serve, in conclusione, una ricerca biomedica? Un lavoro di ricerca biomedica risponde ad una domanda teorica o pratica che il ricercatore si pone nell’esercizio quotidiano della pratica medica. La qualità del lavoro svolto testimonia le motivazioni dell’autore, le sue capacità nel campo della ricerca e lo impone all’attenzione della comunità scientifica tramite le pubblicazioni che saprà produrre. LINK UTILI www.aistompuglia.it/link.htm www.medicina.uniba.it/personale