50 Spettacoli L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 18 MARZO 2011 a Raphael Gualazzi Dal trionfo di Sanremo al palco di Seriate Tutto esaurito per il concerto di questa sera del vincitore della categoria giovani «Non credo alla gara, mi piace contaminare» UGO BACCI a Concerto sold-out per Raphael Gualazzi stasera al cineteatro Gavazzeni di Seriate (inizio ore 21), chi è senza biglietto è perfettamente inutile che si presenti. La rassegna «Emozioni e tradizioni» entra nella fase calda. Entrato nella scuderia Sugar di Caterina Caselli, Gualazzi è il vincitore di tutto il vincibile a Sanremo, per quanto riguarda la categoria giovani. È un buon musicista che conosce bene la storia del jazz, e ama il blues e il soul, così come la canzone d’autore. Raphael è un tipo un po’ demodé, ma solo perché ama le avanguardie del ’900, il rag time e il piano stride, il jazz delle grandi orchestre, quello che ha rivoluzionato la musica popolare americana e non solo. Quando ne parla ha il rigore di un libro stampato. «Le cose al Festival sono andate davvero bene e sono felice di questo, non perché io creda nel carattere competitivo di quella rassegna canora. Per me è stata un’occasione dal punto di vista progettuale e comunicativo. L’album che è uscito a ridosso del Festival (Reality & Fantasy, ndr) credo vada a confermare il fatto che non ho un vero e proprio genere musicale cui appellarmi. Posso solo dire che il mio lavoro ha come denominatore comune la fusione di diversi generi musicali. Nel disco ci sono brani che fondono la musica latina con il soul, altri, come il pezzo sanremese Follia d’amore, che mescolano la melodia italiana con lo stride piano. Il jazz degli anni Cinquanta era una musica popolare che ve- «Amo il jazz, ma non voglio fare la dimostrazione di un genere»» niva suonata dalle grandi orchestre, di Count Basie e Duke Ellington, nelle sale da ballo. Poi si sono sviluppati altri stili più liberi come il be bop l’hard bop, sino ad arrivare al free jazz. Questo affascinante percorso ha conosciuto un’evoluzione veloce, ma non ha l’abbraccio della popolarità. Quello che spero, nella modestia del disegno, è contribuire alla diffusione di un genere a cui artisti come Fred Buscaglione e Paolo Conte hanno già dato». Gualazzi si sta ritagliando un cammino che prova a rimescolare le carte del jazz canzone. Nella musica del pianista e cantante di Urbino si ravvisano chiaramente elementi del pre-jazz, del ragtime di Jelly Roll Morton e Scott Joplin, accanto al panismo più moderno di Art Tatum, al soul-blues di Ray Charles. «Amo il jazz propriamente detto e l’ho suonato. Ho collaborato con artisti del settore e spero di farlo ancora. Ho frequentato il Conservatorio "Rossini" di Pesaro, e durante quegli anni ho suonato anche jazz. Poi ho cominciato a cantare e mi sono accorto che quello che facevo era molto simile alla corrente pianistica che si sviluppa in America tra i primi anni del Secolo scorso e gli anni Quaranta: lo stride piano, appunto, l’evoluzione del rag time». Dal passato una lezione per andare verso il futuro della canzone. Con Gualazzi suonano Christian Chicco Marini (batteria), Manuele Montanari (basso), Luigi Faggi Grigioni (tromba e flicorno), Max Valentini e Giacomo Pietrucci (sassofoni), Giuseppe Conte alla chitarra. ■ Raphael Gualazzi, dal trionfo del Festival di Sanremo al palco di Seriate: il suo concerto è già tutto esaurito Trezzo sull’Adda A Folk Stone e Mater Dea al Live Club A Al Live Club di Trezzo sull’Adda si festeggia stasera (ovvero «The day after», come recita il sottotitolo del party) San Patrizio, patrono d’Irlanda ma ormai puntualmente celebrato anche nel nostro Paese. Il locale milanese rifugge le convenzioni e si dirige su una mediazione fra il genere popolare nordico e l’heavy metal. Due le band che si esibiranno: i bergamaschi Folk Stone e Mater Dea. I primi, alfieri di un folk metal nostra- no fatto di testi in italiano, chitarre elettriche, batteria, cornamuse e baghèt, inaugurano il tour 2011 con cui promuoveranno il recente cd «Damnati ad metalla», mentre i Mater Dea, alla loro prima apparizione lombarda, sono pronti a deliziare il pubblico con quel rock dalla matrice celtica che li pone fra Blackmore’s Night e Cranberries con la voce femminile di Simon Papa e la chitarra di Marco Strega. DIEGO ANCORDI finale di Da lontano ed Immune sembra tornare quello di sempre. Renga canta come sa, affrontando col sostegno degli archi e del piano del maestro Giacomo Loprieno cose come Raccontami, Tracce di te, o Ancora di lei, ma i nervi sono a fior di pelle. Dopo i tour con la band e quello con l’orchestra, questo spettacolo prova ad accasare i due mondi sotto lo stesso tetto; ma l’operazione sembra riuscire solo a metà e quando L’immensità di Don Backy spiana la strada all’ingresso del gruppo, chitarre elettriche ed amplificatori fanno un sol boccone dei professori della Ensemble Symphony Orchestra trasci- nando tra gli stucchi e i velluti del teatro i ruvidi umori del palasport. a Francesco Renga sul palco di Brescia difende il suo amore con Ambra a Per niente facile. Pugni chiusi, gamba accavallata sull’asta del microfono, Francesco Renga nel concerto di debutto del suo nuovo tour al Teatro Grande di Brescia prova a buttarsi dietro le spalle le tensioni di un momento difficile. Regge un’oretta poi, introducendo Stai con me, sbotta: «L’ho scritta con la donna che amo, ma lei non è qui perché non sta bene. Stamattina qualche scia- callo ha tentato di buttare un po’ di spazzatura sul nostro amore. Qui però ci sono i miei figli così la dedico a loro; che è come dedicarla a lei». Poche parole, sibilate a denti stretti, davanti agli scatti di un settimanale che sbatte in copertina la presunta crisi con Ambra Angiolini (in clinica per un esaurimento nervoso), madre dei piccoli Jolanda e Leonardo, e al «cinismo» di un articolo che bolla il tentativo dell’attrice di evitare il patatrac scongiurando il direttore di non pubblicare il servizio fotografico come un «gustoso retroscena». «Francesco sei il nostro orgoglio» gli grida il pubblico di casa, ma l’ex Timoria ha altro per la testa e solo in qualche episodio come l’applauditissima cover de L’ultima occasione o nel Francesco Renga Replica al Creberg il 19 aprile Il repertorio dello show, in replica al Creberg il 19 aprile, tralascia hit del Renga più ispirato e melodrammatico come Uomo senza età, o cover doc dell’album Orchestra e voce quali Un amore così grande e La mente torna, per privilegiare il repertorio più recente non senza qualche amarcord affrancato dal fardello della nostalgia quale Sangue impazzito dei Timoria. Successo come da copione, ma c’è da lavorare. ■ Paride Sannelli a Venerdì 18 Ballo liscio con l’orchestra MARCO “LA VOCE DI RADIO ZETA” ZOGNO info: 334.6062328 Questa sera si balla con la grande orchestra MAURO LEVRINI RADDOPPIA LA DOMENICA si balla Pomeriggio & Sera La sera con la fantastica orchestra TONYA TODISCO Urgnano (Bg) - Tel. 035.893053 www.amadeusdancing.it pattinaggio sul Ghiaccio QUESTA SERA Sala 1 Liscio con orchestra PAOLA DAMÌ Sala 2 Latino americano con i Cubalibre sì Sala 3 Musica Dance 360° STADIO DEL GHIACCIO BERGAMO P.LE MALPENSATA TEL. 035.319379 SI PATTINA TUTTI I GIORNI DALLE 15 ALLE 19 E DALLE 21 ALLE 24 COMPRESI TUTTI I FESTIVI La Divina Commedia di Frisina Musical al Creberg Teatro a Chi sa se a Dante sarebbe andato a genio il revival pop della sua «Commedia». Dante dovrà però farsene una ragione: la «Commedia» è ormai nostra e, se Benigni ne fa un successo clamoroso, gli Oblivion una parodia, può ben starci il musical di Marco Frisina. Stasera e domani è in scena al Creberg Teatro Bergamo. Sono tre anni e mezzo che lo spettacolo miete successi: dal 22 novembre 2007 del debutto di Roma ad oggi, sono più o meno passati tre anni e mezzo e un mezzo milio- ne di spettatori. La «Commedia» recava in sé evidenti tracce della cultura medievale figurativa e teatrale, con un’evidenza plastica e scenica che è sempre stata uno dei motivi della sua potenza. Riportarla in teatro è un po’ come ripercorrerne a ritroso la nascita, per difficile, temerario e necessariamente discutibile che sia. Il risultato è uno show che ha tenuto più che bene la scena nelle scorse stagioni e che quest’anno si ripresenta con un allesti- mento – diretto da Manolo Casalino, già autore delle coreografie – e un cast rinnovati. Rimane l’impianto di base: due atti (l’Inferno nel primo, Purgatorio e Paradiso nel secondo) su musica di Frisina (maestro della Pontificia Cappella Musicale Lateranense, tra le altre cose, autore di colonne sonore per il cinema e la tv) e libretto di Gianmario Pagano (sacerdote come Frisina, già tra gli sceneggiatori della serie La Bibbia). La traccia drammaturgica è fedele, anche all’eccesso, ordinando alcuni degli episodi più noti in una sequenza in ascesa verso il cielo, alla ricerca del vero amore. A colpire negli anni sono state soprattutto la dimensione e la struttura da kolossal di questo spettacolo, prodotto da Nova Ars, Teatro delle Erbe e Limelite. Il cast è composto da una trentina di attori e danzatori. Le scene sono ispirate alle incisioni di Gustav Dorè. In replica domani. Inizio ore 21, euro 40/30. Biglietti presso Creberg Teatro Bergamo, Teatro Donizetti (tel. 0354160611), filiali del Credito Bergamasco (www.creberg.it), Box Office di viale Giulio Cesare (tel. 035-236787). Info: www.teatrocreberg.it, tel. 035-343251. ■ Pier Giorgio Nosari