Abbandono, dispersione e insuccesso formativo sono fenomeni

Abbandono, dispersione e insuccesso formativo
sono fenomeni gravi di complessa misurazione
Chiarimento sui termini
Il termine “dispersione scolastica” da circa trent’anni sostituisce quello di “selezione” e di
“mortalità scolastica”, sottolineando l’intreccio tra due problemi, quello del soggetto che “si
disperde” e quello del sistema che “produce dispersione” (insufficiente capacità del sistema di
rispondere con un’adeguata offerta ai bisogni della popolazione in formazione), con effetti di
dissipazione di intelligenze, risorse, potenzialità dei giovani.
Chiarimento sui fenomeni
La dispersione è un fenomeno complesso determinato da un insieme di fattori che modificano il
regolare percorso scolastico/formativo di uno studente.
Non si identifica semplicemente con l’abbandono, indica anche irregolarità di frequenza, ritardi
scolari, non promozione, ripetenze, insuccesso formativo di varia entità, disagio; la definizione si
usa anche quando ci si trova di fronte a soggetti che non abbiano sviluppato completamente le
loro capacità cognitive e intellettive.
Le difficoltà di apprendimento sono un problema strutturale del nostro sistema di istruzione e
spesso è problematico proprio l’adattamento alla scuola, è imperfetto l’orientamento
scolastico/professionale; a produrre (o non sanare) le difficoltà è il sistema stesso nella sua rigidità
organizzativa.
Soglie critiche nella scuola secondaria di II grado
Nella scuola secondaria di secondo grado la dispersione interessa prevalentemente il primo anno
di corso; sono infatti i primi ingressi nel sistema scolastico e gli anni di passaggio da un ordine
all'altro che costituiscono una soglia critica nel percorso scolastico.
L’emergenza sta nel biennio della scuola di II grado, dove vengono al pettine anche alcuni problemi
non risolti nel I grado.
I dati recentemente pubblicati (2011) dal MIUR dicono che la percentuale di alunni non ammessi al
2° anno della scuola di II grado si aggira intorno 20%, dato che varia in relazione al percorso scelto
(maggiore negli istituti tecnici e professionali) e al territorio (in linea generale aumenta andando
da nord a sud) e che cala negli anni successivi di corso. Ovviamente non tutti i non ammessi
abbandonano la scuola, c'è chi ripete l'anno nella stessa scuola, chi migra verso una scuola privata,
chi cambia il percorso di studi e chi, invece, abbandona.
Ciò avviene in situazione di lunga scolarità: si registra infatti un costante incremento di iscritti nella
scuola di II grado. I tassi più eclatanti di scolarità sono quelli dei giovanissimi alle prese con il
passaggio alla scuola di II grado.
La dispersione è un indicatore
La dispersione scolastica è un indicatore della qualità del sistema formativo.
CISEM - Area “Servizio Statistica” – Alberto Falletti
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Perché è grave l’abbandono
L’abbandono scolastico è un fenomeno grave per le implicazioni sociali e individuali. Il giovane
drop out, anche se inconsapevole, è in realtà in pieno disagio. La società perde risorse formate.
Chi interrompe in modo definitivo gli studi corre seri rischi per il proprio futuro. Senza una
specializzazione adeguata per entrare nel mondo del lavoro e con una cultura insufficiente per
inserirsi nel tessuto socio-economico, ci si avvia verso forme di esclusione sociale.
Il ritardo scolare
Un indicatore allarmante è il fenomeno del ritardo scolare che segnala intrinsecamente il ricorso
alla misura della bocciatura.
I dati, presenti fin dalla scuola primaria, esprimono una progressione negli anni, a segnalare
difficoltà di apprendimento non risolte che trascinano e amplificano i problemi, con valori
percentuali che si fanno pesantemente significativi a partire dai quindicenni, nella scuola
secondaria di II grado, dove una percentuale troppo alta di alunni non ha una carriera formativa
regolare.
Promozioni e bocciature
Già nella scuola di I grado una percentuale di alunni sperimenta una bocciatura. Il dato, per quanto
contenuto, non è confortante.
Decisamente preoccupante è quel che accade nel giro di un’estate, nel primo anno di II grado,
dove il dato delle non promozioni è allarmante il fenomeno potrebbe essere un orientamento
imperfetto, ma anche i giudizi di licenza dicono qualcosa. Più di un terzo degli alunni ottiene un
“sufficiente” che sappiamo indicare spesso difficoltà non risolte.
Uno dei mali della nostra scuola è palesemente un procedere negli studi con un corredo di
difficoltà di apprendimento e carenze disciplinari.
Il male oscuro del giudizio sospeso (ex debiti)
I nodi vengono al pettine, sempre. Le difficoltà non risolte nella scuola di I grado, indubbiamente
insieme ad altri fattori, fanno sì che nel II grado solo la metà circa della nostra popolazione
studentesca appaia esente da difficoltà (gravi) di apprendimento e sia promossa. L’altra metà di
alunni, fortunatamente, non è tutta bocciata: vive a giugno l’esperienza di una sospensione del
giudizio, perfezionato a settembre.
Di nessun conforto è lo scomporre il dato per tipo di scuola. Sappiamo che il nostro sistema è
gerarchico, dal liceo a discendere nell’istruzione professionale, i più bravi al classico. Il fenomeno è
comprovato dai dati di bocciatura, meno alti nei licei, ma il giudizio sospeso (che segnala difficoltà
e carenze) assume proporzioni percentuali invasive in tutti i tipi di scuola e i liceali non sono
immuni da un apprendimento imperfetto.
Diplomati ai minimi termini
Conforta il fatto che si diplomi la quasi totalità degli studenti che arrivano al termine del
quinquennio di II grado e il dato sia soddisfacente in tutti i tipi di scuola.
Ma un diploma con quali votazioni? Quasi il 70% dei giovani esce dalla scuola ai minimi termini
(con un voto tra 60 e 80).
CISEM - Area “Servizio Statistica” – Alberto Falletti
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Dati incerti sull’abbandono
Non ci sono dati precisi e sicuri sull’abbandono scolastico. Qualcuno sostiene la tesi di dati alti e
preoccupanti, qualcun altro tende a contenere il fenomeno. E’ in effetti difficile contare
l’abbandono perché nel nostro Paese raccogliamo più facilmente dati scolastici (ragazzi che sono a
scuola e poi mancano all’appello) senza un buon incrocio con i dati demografici (i giovani in età di
scuola che a scuola forse non ci sono). Servirebbe, lo si dice da tempo, un’anagrafe scolastica
individualizzata per monitorare le carriere formative dei nostri ragazzi. Sarebbe indispensabile
un’anagrafe per soggetti e ricerche più qualitative che quantitative (ma mancano i fondi, le risorse
umane, il coordinamento delle iniziative).
L’abbandono sommerso
Prima dell’abbandono, per fortuna, sembrano venire altre scelte: il cambiamento dell’indirizzo di
studi o un passaggio dalla scuola statale a quella non statale. I dati però parlano chiaro in termini
di diffuso insuccesso scolastico. C’è dispersione: dei tempi regolari, dei crediti formativi veri e
solidi, della voglia di insegnare, della voglia di apprendere. C’è un fenomeno, evidente e sostenuto,
che chiamiamo “disagio scolastico” mettendo a sintesi l’insuccesso scolastico e il disagio giovanile.
La nostra tesi è che esso sia una forma grave di “abbandono” non segnata dall’atto manifesto del
lasciare la scuola. Si può stare in classe e non esserci, se il disimpegno è profondo. Si può essere
iscritti, ma protagonisti di “non frequenza” nelle forme sommerse dell’assenteismo, del
rendimento inferiore alle reali capacità. L’interruzione degli studi (l’abbandono vero e proprio) è
spesso l’esito di tale condizione in un’elaborazione lenta del rifiuto di una realtà frustrante. Ma
anche se non si arriva a questo punto, resta l’abbandono sommerso, un disagio che spesso
l’adolescente non sa elaborare, in cui cresce quotidianamente il senso di inadeguatezza, di
insoddisfazione, di scarsa fiducia nelle proprie capacità, in cui si impara l’indifferenza
all’insuccesso.
Si può dire di più. C’è un insuccesso che riguarda un po’ tutti, anche i ragazzi che vanno bene. Si
può stare a scuola, regolari o meno, solo per conseguire il benedetto pezzo di carta, senza
riconoscere alcun valore in ciò che si sta facendo. Questo modo di pensare è della stragrande
maggioranza dei ragazzi e di numerose famiglie. L’istruzione ha perso il suo valore culturale e
sociale.
CISEM - Area “Servizio Statistica” – Alberto Falletti
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Dal primo al secondo anno di corso: la scrematura più
significativa nell’arco del quinquennio
Nella tabella seguente sono riportati, in serie storica (12 anni scolastici), il numero degli studenti
iscritti al primo anno di corso di scuola secondaria di II grado. Il dato è anche suddiviso per
comparto1.
Studenti iscritti al primo anno di corso
DS
Comparto
2001/02
10.345
7.842
5.571
DIURNO
Istruzione liceale
Istruzione tecnica
IP & IeFP (*)
TUTTI
2002/03
2003/04
2004/05
2005/06
2006/07
2007/08
2008/09
2009/10
2010/11
2011/12
2012/13
11.351
11.844
12.552
13.158
13.690
13.342
13.210
12.940
14.191
14.199
13.892
8.019
7.696
7.467
7.016
7.059
7.124
7.319
7.054
8.049
8.526
8.505
5.545
5.611
5.290
5.405
5.469
5.149
5.295
5.379
5.076
4.694
4.729
23.758 24.915 25.151 25.309 25.579 26.218 25.615 25.824 25.373 27.316 27.419 27.126
(*) I dati dell'IeFP sono unicamente a quelli dei corsi aperti presso le istituzioni scolastiche; sono esclusi i dati dei frequentanti l'IeFP presso i CFP (Centri di Formazione Professionale)
Nel passaggio dal primo al secondo anno di corso2, al dato più aggiornato, si perde per strada il
14% degli iscritti e il fenomeno ha una sua relativa stabilità dal 2004, nell’a.s. 2012/13 parrebbe
registrarsi un decremento.
La scuola secondaria di secondo grado procede in un’operazione di scrematura proprio all’ingresso
dei nuovi utenti. Il dato, a dire il vero, per quanto preoccupante, lo avremmo atteso (e temuto) più
consistente.
T. 01 - Regolarità; serie storica
Dati CISEM Area "Servizio Statistica", per la Provincia di Milano
DS
Comparto
2001/02
2002/03
2003/04
2004/05
2005/06
2006/07
2007/08
2008/09
2009/10
2010/11
2011/12
2012/13
-882
-1.078
-1.060
-1.200
-1.389
-1.341
-1.362
-1.291
-1.496
-1.406
Istruzione tecnica
-1.452
-1.571
-1.291
-1.353
-1.072
-1.295
-1.494
-1.530
-1.350
-1.686
-1.646
IP & IeFP (*)
-1.901
-1.725
-1.205
-1.203
-995
-1.127
-896
-975
-1.058
-1.112
-877
-4.102
-4.178
-3.574
-3.616
-3.267
-3.811
-3.731
-3.867
-3.699
-4.294
-3.929
2002/03
93%
81%
66%
2003/04
92%
80%
69%
2004/05
91%
83%
79%
2005/06
92%
82%
77%
2006/07
91%
85%
82%
2007/08
90%
82%
79%
2008/09
90%
79%
83%
2009/10
90%
79%
82%
2010/11
90%
81%
80%
2011/12
89%
79%
78%
2012/13
90%
81%
81%
TUTTI
83%
83%
86%
86%
87%
85%
85%
85%
85%
84%
(*) I dati dell'IeFP sono unicamente a quelli dei corsi aperti presso le istituzioni scolastiche; sono esclusi i dati dei frequentanti l'IeFP presso i CFP (Centri di Formazione Professionale)
86%
DIURNO
-749
dal 1° al
2° anno
Istruzione liceale
TUTTI
DIURNO
dal 1° al
2° anno
DS
Comparto
Istruzione liceale
Istruzione tecnica
IP & IeFP (*)
2001/02
1
Con il termine ufficiale “Comparto” si intende: Comparto liceale (Istruzione liceale), Comparto tecnico (Istruzione tecnica),
Comparto professionale (Istruzione professionale); Comparto dell’Istruzione e Formazione Professionale.
2
Differenza tra gli iscritti al primo anno di corso in un anno scolastico e gli iscritti al secondo anno, l’anno scolastico successivo.
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Percentualmente, rispetto agli altri comparti, la mancata regolarità ha il suo valore più basso
nell’istruzione liceale: 10% al dato più aggiornato, corrispondente comunque a ben 1.406 iscritti. Si
noti inoltre che il fenomeno è in crescita, seppur modesta, giusto appunto in concomitanza con
l’incremento degli iscritti in questo comparto. Un’utenza più ampia e composita, meno di élite,
determina un aumento del rischio di insuccesso scolastico.
Circa al 20% è la mancata regolarità nell’istruzione tecnica: il dato più aggiornato si attesta al 19%,
con un andamento altalenante in serie storica. Si noti che in valori assoluti gli iscritti persi per
strada sono in incremento e dal 2011 sono più di 1.600.
Al 19% è la mancata regolarità nell’a.s. 2012/13 del comparto professionale, ivi comprendendo
anche i percorsi di IeFP organizzati dalle istituzioni scolastiche. Il fenomeno è in decremento in
serie storica.
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Riconsideriamo il fenomeno della mancata regolarità nel passaggio dal primo al secondo anno di
corso, soffermandoci sull’a.s. 2012/13, dato più aggiornato.
In valori percentuali il rischio maggiore di dispersione segna i comparti tecnico e professionali. In
dati assoluti, se i persi per strada dell’istruzione tecnica sono 1.646, quelli dell’istruzione liceale
sono ben 1.406, mentre sono nel complesso 877 quelli dell’istruzione professionale e dell’IeFP.
La scelta del percorso di studi è confermata in corso
d’anno?
I dati in grafico indicano la percentuale di studenti che, iniziato un certo percorso, arriva a
scrutinio finale. I dati sono in serie storica di tre anni, dall’a.s. 2009/10 all’ultimo disponibile
2011/12, sia complessivi, sia suddivisi per comparto (istruzione liceale, tecnica, professionale e
IeFP – Istruzione e formazione professionale).
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Una curiosità: analizzando comparto per comparto, si scopre che, nel comparto liceale, i meno
convinti della scelta effettuata in prima, (dato confermato in serie storica) sono gli studenti che ad
inizio d’anno si sono iscritti ai corsi di liceo classico, mentre i più fedeli sono quelli iscrittisi al liceo
linguistico.
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CISEM - Area “Servizio Statistica” – Alberto Falletti
8/10
Il successo scolastico
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Il ritardo scolastico
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10/10