Appunti sulla storia d'Italia 1815-1915
Congresso di Vienna
Partecipano tutti gli stati europei ma l’equilibrio assicurato da compromesso fra le cinque principali potenze:
Gran Bretagna Prussia Austria Russia Francia che partecipa da pari perché Talleyrand dimostra sua importanza nel
mantenimento dell’equilibrio europeo (l’Inghilterra si sarebbe opposta ma di fatto la presenza della Francia rafforza il
fronte conservatore e la politica di intervento voluta da Metternich contro ogni tentativo interno o esterno di rovesciare
l'ordine stabilito a Vienna). Superata la crisi in Sassonia (fedele a Napoleone), che la Prussia voleva annettere
appoggiata dalla Russia, si applicano il principio legittimità quando non urta gli interessi degli Stati principali e il
principio di equilibrio, in nome del quale si ridisegna mappa europea.
Metternich vuole
 conservare ordine Italia e Germania dove maggiore è interesse austriaco
 mantenere equilibrio fra potenze, bilanciando soprattutto accresciuta potenza russa
Austria: Veneto e riconoscimento influenza in Italia e Germania
Prussia: ottiene parte Sassonia e Svezia (fedeli Napoleone) e territori riva sinistra del Reno importanti sul piano
militare ed economico
Germania: dopo fine Sacro Romano Impero (1806) al posto di 300 staterelli Confederazione germanica riunisce
39 stati sotto presidenza austriaca
In Italia vengono restaurate le antiche dinastie ma il principio legittimità non è applicato a Venezia (Austria) e
Genova (Savoia)
La Santa Alleanza promossa da Alessandro I si richiama a comuni princìpi civiltà europea e prìncipi governano
come delegati Provvidenza: Inghilterra e papato rifiutano di sottoscriverla (Inghilterra vuole conservare mani libere e
teme rafforzamento russo nei Balcani, il papa diffida di un’alleanza con paesi protestanti), Metternich la vede come
strumento per legare al sistema la Russia e giustificare una politica di intervento nel mantenimento dello status quo.
Austria, Russia, Prussia, Inghilterra sottoscrivono la Quadruplice Alleanza, che diventerà Quintuplice con
l’adesione della Francia: per il mantenimento dell'ordine, l'alleanza si basava sul principio di intervento: nel caso uno
Stato avesse avuto dei problemi causati da disordini rivoluzionari che non fosse in grado di sedare e che potessero
contagiare gli altri Stati, questi si ritenevano in obbligo d'intervenire per sedare le rivolte. Al principio di non ingerenza
negli affari interni di uno stato si sostituiva così il principio politico della sovranità limitata degli Stati e l'ideale della
solidarietà internazionale, da attuarsi con la periodica consultazione dei governi europei all’insegna di una comune
difesa contro la diffusione di idee liberali.
L’Austria esercita una prevalente influenza politica in Italia grazie al Regno lombardo-veneto (amministrazione
onesta ed efficiente il cui gettito fiscale sostiene le deficitarie finanze austriache, e che comunque non ostacola lo
sviluppo economico) e ai legami dinastici sovrani penisola (ducati di Modena e Parma).
Società segrete: emanazione piccola e media borghesia urbana e rurale, piccoli proprietari, affittuari, piccoli e
medi commercianti, professionisti, funzionari, militari, studenti universitari e giovani intellettuali, le cui aspirazioni
erano state soddisfatte da Napoleone con espansione della burocrazia e dell’esercito. Le armate napoleoniche avevano
diffuso alcune idee della rivoluzione francese, che però apparivano ora minacciate dalla Restaurazione. Si volevano
costituzione, garanzia uguaglianza civile e libertà fondamentali, e queste richieste liberali si fondeva la questione
dell’unità nazionale e dell’indipendenza nei paesi in cui la presenza di una potenza straniera impediva le necessarie
riforme politiche: soprattutto in Italia e in Germania, dove l’Austria aveva i suoi maggiori interessi). Carboneria Italia
meridionale e centrale, sette buonarrotiane con vari nomi (Adelfi, Sublimi maestri perfetti, Mondo) Italia settentrionale,
intrico vari livelli per estendere influenza società costituite inizialmente con altri obiettivi per attirare anche carbonari e
liberalcostituzionali (1° libertà e uguaglianza, 2° sovranità popolare, costituzione, tirannicidio, 3° repubblica e
socializzazione delle terre).
Moti '20 In Spagna abrogata costituzione Cadice, corruzione amministrazione, ristagno economico,
rivendicazione indipendenza colonie americane, a Cadice si concentrano truppe destinate a stroncare le rivolte ma
iniziativa rivoluzionaria Rafael Riego le convince a prendere parte alla protesta che si estende ad altri reparti
dell’esercito, re rimette in vigore costituzione 1812. Nel regno di Napoli il prete carbonaro Luigi Menichini e i tenenti
Morelli e Salvati sollevano la guarnigione di Nola e marciano su Avellino chiedendo la costituzione di Spagna, aderisce
anche il generale Pepe e il re concede la costituzione spagnola. Moto separatista siciliano. Rivoluzione in Portogallo per
costituzione spagnola e regime costituzionale: sopravvive perché gli inglesi, che esercitano una sorta di protettorato, si
oppongono alla restaurazione di un regime assoluto. Il Brasile sull’esempio delle colonie spagnole si proclama
indipendente.
Queste rivolte minacciano l’ordine stabilito a Vienna ma Metternich temporeggia, incerto se accettare la
proposta di intervento in Spagna fatta dallo Zar ma osteggiata da Castlereagh; dopo lo scoppio della rivoluzione
napoletana si decide per l’intervento e sarà sostenuto da Russia e Prussia (gendarmi d'Europa); si asterranno Francia e
Inghilterra, che ormai dimostrano altri interessi. Sconfitto Pepe presso Rieti finisce la rivoluzione napoletana minata dal
contrasto moderati e carbonari e termina il moto separatista siciliano.
In Piemonte la rivoluzione parte dall’esercito con la sollevazione della guarnigione di Alessandria che si estende
a Vercelli e Torino, con l’appoggio di studenti e sette segrete: si richiede la costituzione di Spagna. Il principe Carlo
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Alberto promette il suo appoggio poi si tira indietro, V.E. I abdica in favore di Carlo Felice che è assente, Carlo Alberto
diventa reggente, il leader della rivolta Santorre di Santarosa fa pressioni sul reggente che cede e concede uno Statuto
ma Carlo Felice lo sconfessa e gli impone di ritirarsi a Novara presso l’esercito fedele, cosa che egli fa pur facendo
credere insorti di essere dalla loro parte; intervengono gli austriaci, si verificano condanne ed epurazioni.
1830 Francia (Carlo X sospende costituzione libertà stampa e modifica legge elettorale per favorire proprietari
terrieri e escludere ceti tassati solo beni mobiliari (commercianti, manifatturieri) ma opposizione borghese, popolo di
Parigi insorge in luglio, aspirazioni liberal-moderate, conservata monarchia duca Luigi Filippo d'Orleans che rispetta
carta costituzionale, abolita censura stampa e allargato corpo elettorale: sconfitta definitiva legittimismo aristocratico
ma freno movimento democratico, regime interessi borghesia medioalta e medi proprietari fondiari). Il Belgio si
emancipa dal regno dei Paesi Bassi creato dal Congresso Vienna per contrasti economici con l’Olanda: il Belgio
industrializzato è interessato al protezionismo mentre l’economia dell’Olanda, essenzialmente commerciale, inclina al
liberismo. Rivolta in Polonia, guidata dai nobili e dai grandi proprietari terrieri che vogliono l’indipendenza e la
ricostituzione della grande nazione polacca: isolata, viene repressa dall’intervento russo. In Germania si verificano moti
isolati e senza grandi conseguenze. In Italia, a Modena, un gruppo di liberali raccolti intorno a Ciro Menotti, un
commerciante, prepara una cospirazione ma vengono tutti arrestati; il moto scoppia ugualmente a Bologna, Parma,
Reggio, in Romagna, nelle Marche e nell’Umbria ma viene stroncato dall’intervento dell’Austria. Il fallimento dei moti
del '30 segna la fine delle sette e delle congiure carbonare.
1848
Crisi economica: agricola, commerciale, industriale, carestie, fallimenti, disoccupazione.
Questione nazionale (Italia, Germania, Impero), liberale, sociale (Francia).
Riforme Pio IX: amnistia reati politici, libertà di stampa, guardia civica, organi consultivi di governo composti da laici.
Disegno neoguelfo galvanizza opinione pubblica che preme sui governi, Austria tenta di intimidire papa che reagisce,
anche democratici conquistati.
Lega doganale 1847 granducato di Toscana, Stato pontificio, regno di Sardegna; regno delle Due Sicilie resiste e
reprime rivolte.
Insurrezione Palermo che caccia truppe regie; Ferdinando II chiede aiuto austriaco ma papa si oppone al passaggio;
Ferdinando II concede la costituzione, seguito da Leopoldo II, Carlo Alberto e Pio IX.
1847 La confederazione elvetica si trasforma in uno Stato federale a carattere liberal-democratico, sollecitando grande
interesse nell'opinione pubblica progressista in Europa. L'Austria progetta un intervento ma l'Inghilterra si oppone e la
Francia temporeggia. Il sistema di conservazione europea sembra scricchiolare.
Francia: rivoluzione di febbraio 1848, a carattere medio-piccolo-borghese e proletario: insurrezione di Parigi, guidata
da radicali e repubblicani; governo di repubblicani moderati, democratici, socialisti; repubblica (II) sociale: ateliers
nationaux, diritto al lavoro, giornata di lavoro di 10 (Parigi) e 11 (provincie) ore. Nuova costituzione, suffragio
universale. Nuove elezioni danno maggioranza borghese e moderata (suffragio universale allarga voto alla Francia
rurale estranea alle aspirazioni del proletariato parigino e dei centri industriali), che estromette elementi più radicali dal
governo (Blanc, Albert). Insurrezione socialista (Blanqui, Barbès) sventata provoca repressione anche socialisti
moderati; chiusura ateliers nationaux provoca nuova insurrezione a Parigi, durissima repressione affidata a Cavaignac,
revoca provvedimenti democratici e sociali. Nuova costituzione: presidente ogni 4 anni a suffragio universale,
assemblea legislativa ogni 3 anni. Paura del comunismo attanaglia anche la borghesia liberale, ogni concessione di
diritti sembra favorire anarchia. Luigi Bonaparte diventa presidente e dà vita a uno Stato autoritario.
Germania: sviluppo economico e sociale favorisce la diffusione di idee liberali; si preme sul Kaiser Federico
Guglielmo IV affinché convochi la Dieta, una sorta di parlamento nazionale; i fatti della Svizzera, le riforme in Italia la
rivoluzione in Francia galvanizzano i liberali tedeschi, primi scontri tra dimostranti ed esercito, ma il Kaiser nomina un
governo liberale e indice elezioni per un'assemblea nazionale costituente, che produce una costituzione che salvaguarda
largamente il potere della monarchia e della nobiltà. Si riunisce a Francoforte un "pre-parlamento" eletto ma privo di
potere effettivo per esaminare la questione dell'unificazione nazionale; si affermano due tendenze: i "grandi tedeschi"
volevano comprendere l'Impero (tranne l'Ungheria) e dare la corona all'imperatore d'Austria, i "piccoli tedeschi"
volevano escludere l'Austria e dare la corona al re di Prussia, che però la rifiutò sdegnosamente.
Austria: permanenza di condizioni arretrate dal punto di vista economico, politico, sociale (privilegi nobiliari, poteri
giurisdizionali dei signori, servitù personale dei contadini, alleanza trono e altare, scarso inurbamento, agricoltura di
autoconsumo,, scarso sviluppo industriale, problema delle nazionalità soggette) logorano il sistema di Metternich;
grandi manifestazioni popolari di protesta fanno cadere il governo Metternich, imperatore promette costituzione.
Rivoluzione in Ungheria (Kossuth canalizza malcontento piccoli e medi proprietari) porta a primi provvedimenti
liberali (abolizione diritti feudali). Rivoluzione in Boemia (parlamento, riforme liberali, abolizione giurisdizione
feudale). Insurrezione di Vienna, l'imperatore e la corte lasciano la città, scatenando una dura repressione che si
appoggia alle rivalità fra le varie nazionalità; in seguito, grazie all'intervento russo e all'appoggio di serbi e croati, verrà
stroncata la rivolta in Boemia e in Ungheria (sarà però conservata l'abolizione dei diritti feudali sui contadini).
Italia: 18-22 marzo moti antiaustriaci a Milano (iniziale partecipazione contadini interessati spartizione demani
comunali) cacciano austriaci; intervento piemontese; al Piemonte si affiancano contingenti inviati dal papa, dal re delle
Due Sicilie (Lega italiana); ritiro del papa, seguito da Ferdinando II; crollo mito neoguelfo, disorientamento dei
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moderati; Ferdinando II ne approfitta per fare un colpo di stato e liquidare le istituzioni liberali nel suo regno; dopo la
sconfitta di Custoza, il Piemonte chiede l'armistizio. Iniziativa democratica, idea di una Costituente italiana. Disordini
nello Stato pontificio, il papa fugge, seguito da granduca di Toscana. Carlo Alberto riprende la guerra ma sconfitto a
Novara abdica in favore di Vittorio Emanuele.
Intervento austriaco in Toscana spazza via dittatura repubblicana e restaura assolutismo. Intervento francese abbatte
repubblica romana difesa da Garibaldi. Spedizione austriaca espugna repubblica di Venezia.
Il regno di Sardegna conserva un assetto liberale moderato, e intraprende una serie di riforme modernizzatrici
(costruzione infrastrutture, elettività consigli comunali e provinciali, smantellamento barriere doganali interne,
modernizzazione dei codici, pubblicità dei dibattimenti, leggi Siccardi avviano laicizzazione Stato (abolizione censura
ecclesiastica, diritto d'asilo, foro ecclesiastico)
Cavour 1852 presidente del consiglio: ruolo del parlamento, ferrovie e canali, espansione bilancio,
inasprimento fiscale ma contrario imposta progressiva perché frena investimenti e analogo espropriazione socialista,
abbattimento barriere doganali (già D'Azeglio); libera Chiesa in libero Stato; partecipazione alla guerra di Crimea e
soluzione europea e diplomatica del problema italiano; liberoscambismo.
Sul versante democratico, le numerose agitazioni mazziniane (spedizione di Pisacane 1857) falliscono. Sul versante
moderato, a Torino la Società nazionale coniuga unità e monarchia. Complementarità azione cavouriana e azione
mazziniana.
Attentato Orsini 1858 sfruttato da Cavour per mostrare necessità soddisfare aspirazioni nazionali per prevenire
rivoluzione; Plombières: regno nord Vittorio E., regno sud (Luciano Murat) regno centrale ricavato unione Toscana e
pontifici (nipote Girolamo Napoleone) papa solo Lazio ma presidenza confederazione; ma necessaria guerra Austria ma
non di aggressione per far intervenire francesi in cambio di Nizza e della Savoia; Cavour provoca Austria arruolando
volontari e fortificando frontiera; ma in Francia contrari: clericali appoggiati da imperatrice Eugenia, ambienti
economici, opinione pubblica; contraria anche Inghilterra per paura turbamento ordine europeo causato da sconfitta
austriaca offre mediazione ma ambienti militari Vienna violento ultimatum; guerra; Società Nazionale agisce e Toscana,
Umbria, Marche, Romagna, Ducati insorgono e offrono dittatura V.E., facendo nascere prospettiva grande stato
autonomo centrosettentrionale e inoltre Napoleone teme intervento prussiano per cui armistizio Villafranca: rinuncia
Nizza e Savoia, cessione Lombardia mentre centro prevista restaurazione sovrani e realizzazione confederazione sotto
presidenza papa; ma governi provvisori resistono e Mazzini rinuncia pregiudiziale repubblicana; prospettiva forte stato
italiano sottratto influenza francese conveniente Inghilterra e Prussia; torna Cavour e mercanteggia Nizza e Savoia in
cambio consenso Napoleone; plebisciti sanciscono annessioni: se Lombardia frutto accordo Napoleone-Piemonte, Italia
centrale iniziativa autonoma che nel 1860 conduca a spedizione garibaldina in Sicilia dove qualche tempo prima
insurrezione Palermo poi soffocata ma sopravviveva sui monti e incitavano intervento Garibaldi (fra loro Crispi che non
aveva abbandonato ideale mazziniano iniziativa popolare ma aveva abbandonato pregiudiziale repubblicana; pressione
siciliani e consenso V.E. che voleva iniziativa personale sganciata da Parlamento e Cavour che era perplesso per le
ripercussioni internazionali e la possibilità di una ripresa repubblicana che togliesse la leadership ai moderati. Stavolta
spedizione preparata da propaganda partito d'azione (schieramento eterogeneo che comprendeva mazziniani ed ex
mazziniani, democratici radicali che avevano in comune rifiuto intrighi diplomatici e fiducia azione rivoluzionaria) per
cui contadini siciliani sperano rivoluzione agraria per possesso terra; Mille: Cavour non impedisce preparativi ma poi
teme che situazione sfugga di mano e magari Garibaldi voglia prendere anche Roma con grandi complicazioni
internazionali e dare al nuovo stato impronta rivoluzionaria e popolare del tutto diversa da soluzione regia moderata e
plebisciti; Cavour sfrutta ancora paura rivoluzione proponendo Napoleone III soluzione regia moderata come unico
antidoto contro soluzione democratica e repubblicana; esercito piemontese batte Castelfidardo truppe papa e prosegue
sud. Intanto in Sicilia agitazione campagne e moto contadino entra in contrasto interessi proprietari terrieri meridionali
(Bronte) e viene represso sanguinosamente da Garibaldi, mentre interessi proprietari garantiti da soluzione moderata:
plebisciti e annessione, Teano, Garibaldi si ritira a Caprera. 1861 regno d'Italia V.E. sempre II per sottolineare nuovo
stato non frutto rivoluzione ma annessione.
Classe dirigente postunitaria interessi aristocrazia e grande borghesia terriera e in parte industriale, costo
sviluppo economico classi popolari soprattutto contadine (Romeo). Governo fortemente centralizzato sebbene anche
Cavour favorevole autonomie amministrative. Secondo Cavour Roma d'accordo con papa e Francia.
Destra storica moderati:
- spese unificazione = guerra + debito pubblico stati annessi
- unificazione amministrativa ed economica (unificazione mercato aspirazione borghesia che aveva diretto
movimento unitario) creazione infrastrutture (ferrovie per «cucire lo stivale» D'Azeglio) ma grazie a capitali e materiali
esteri, per cui non rappresenta occasione impulso industriale; Italia rimane paese arretrato, scarsa concentrazione
imprese, piccole manifatture contadine, operaio-contadino, campagne meridionali struttura arretrata in cui predomina
latifondo opposto azienda capitalistica diviso piccoli appezzamenti improduttivi e coltivati a proprio rischio mentre
proprietario percepisce rendita senza investimenti, economia in Sicilia seminaturale, rapporti di produzione personali in
cui produttori producono per sostentamento e pagare canone non mercato, nel resto del meridione piccola e media
borghesia terriera già passo avanti e ad eccezione campagna romana nel centro predomina la mezzadria. già
precapitalistica perché proprietari partecipa conduzione possedendo parte strumenti produzione, scegliendo colture e
vendendo prodotti sul mercato, ma pur sempre immobilistica perché scarsi investimenti, specializzazione e
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meccanizzazione, mentre azienda capitalistica sviluppata campagne lombarde e piemontesi; liberoscambismo
piemontese cavouriano esteso a tutto il regno apre a prodotti esteri: produzione agricola meridionale colpita da
abbassamento tariffa e pressione fiscale per debito pubblico, spese di guerra e infrastrutture; questi e altri elementi
(coscrizione obbligatoria, diffidenza contadina nuovi venuti) provocano brigantaggio in cui sollevazione contadina e
resistenza borbonica e clericale si saldano, repressione militare, fine 1865.
- soppressione molti enti religiosi, incamerati beni e vendute terre per favorire piccola proprietà ma in realtà
lotti troppo piccoli per essere autonomi e disponibilità capitali prerogativa grandi e medi proprietari, per cui ulteriore
concentrazione terra; inoltre nuovi proprietari più esigenti enti religiosi, contadini sottoposti forte sfruttamento e
pressione fiscale soprattutto indiretta (sale, macinato 1869)
Ricasoli 1861-62 realizza ordinamento accentrato tipo francese, da sincero credente cerca soluzione problema
Roma senza riuscirvi
Rattazzi 1862 blocca tentativo garibaldino soluzione di forza a Roma passando dall'Italia meridionale, dove
peraltro infuriava il brigantaggio che spedizione rischiava di aggravare, senza contare ferma opposizione Napoleone
incalzato da clericali: Aspromonte.
Farini
Minghetti convenzione di settembre 1864 Francia ritira presidio e Italia nessun attacco stato pontificio proprio
o altrui (non previsto caso insurrezioni interne), capitale da Torino a Firenze, 1864 Sillabo raccolta dei «principali errori
dell'età nostra» condanna liberalismo democrazia socialismo comunismo come prodotti comune matrice razionalistica,
condanna tutta la moderna civiltà
Trasferimento capitale provoca tumulti: ministero La Marmora 1864-66 unificazione amministrativa con nuovi
codici, guerra austro-prussiana: Veneto ma inefficienza esercito e flotta
1866 corso forzoso, inasprimento politica fiscale ed ecclesiastica
1867 II ministero Rattazzi sfrutta ambiguamente per far scoppiare insurrezione a Roma arrestando Garibaldi
che raccoglieva volontari ma poi non lo ostacola dopo fuga e lo lascia spingere fino a Monterotondo, mentre Enrico e
Giovanni Cairoli attestano Villa Glori, mentre Garibaldi dopo vittoria Mentana sconfitto nuovi fucili
1869-70 Concilio Vaticano I infallibilità papale e restrizione potere vescovi
Dopo sconfitta Napoleone guerra franco-prussiana e isolamento papale dopo Concilio governo Lanza denuncia
Convenzione di settembre e conquista Roma (Cadorna, Porta Pia), plebiscito
1871 Roma capitale
Dall'unità a Giolitti
Ex garibaldini, borghesi e piccolo borghesi settentrionali che respingono gestione oligarchica della Destra e pressione
fiscale (1875 pareggio bilancio con corso forzoso e pressione fiscale) si trovano accanto a borghesia meridionale che
chiede maggiore interesse mezzogiorno e diminuzione pressione fiscale: la Sinistra non aveva base e connotazione
sociale diversa o opposta a quella della Destra e era coalizione di forze non omogenee che più che rappresentare una
radicale alternativa politica esprimevano semplicemente l'esigenza che il «paese reale» avesse più peso nel «paese
legale».
Programma Depretis espressione posizioni borghesia progressista settentrionale:
- allargamento suffragio
- abolizione imposta sul macinato
- scuola elementare laica, gratuita, obbligatoria
- più vaste autonomie locali
ma più che su discussione programma destra cade su questione progetto legge gestione statale (Destra) o privata
(opposizione + gruppo moderati toscani) delle ferrovie: «rivoluzione parlamentare» con avvento Sinistra al potere non
muta basi sociali dello stato né comporta confronto radicale di programmi ma solo scontri dei gruppi su singole
questioni sulle quali si compongono e ricompongono le maggioranze parlamentari. Non esistono ancora salde e
compatte organizzazioni di partito come avrà il socialismo, ma solo tanti gruppi, circoli, clientele legati da legami
personali e che fanno da intermediari fra i deputati e i collegi. Tutto ciò favorisce il trasformismo: attività di governo
condotta non su base di maggioranze omogenee ma composte, create di volta in volta in base ad accordi con gruppi
eterogenei e persino singoli parlamentari cui venivano fatte determinate concessioni; da una parte strumento di
corruzione che origina prime critiche antiparlamentari, d'altra parte strumento di consolidamento e allargamento delle
istituzioni liberali attraverso la possibilità offerta a molteplici gruppi di far valere le proprie esigenze. Si formano ali
estreme:
• partito radicale (Bertani, Cavallotti) erede del pensiero di Cattaneo, fautore
- decentramento amministrativo
- riforme a carattere popolare, anticlericale, antiaustriaco
• gruppo clericale-conservatore
1877 riforma scolastica legge Coppino solo 2 anni istruzione obbligatoria e senza fornire strumenti finanziari
1880 abolizione macinato senza riforma sistema tributario provoca inasprimento tassazione indiretta che grava
su ceti più poveri
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Politica più ampio respiro liberale promossa da borghesia del nord legata fin dall'inizio al mantenimento
egemonia politica ceti possidenti Italia meridionale
1882 allargamento suffragio da 2% a 7% popolazione (fino a 1884 anche Gran Bretagna ben più progredita solo
8,5%, universale solo Francia e Reich)
1883 definitiva abolizione corso forzoso fa affluire massicciamente capitale estero e questo, unito all'attività
creditizia delle banche e allo spostamento di capitali dalle attività agricole (in crisi) a quelle industriali, favorisce il
finanziamento e lo sviluppo di queste ultime. Lo sviluppo industriale favorisce adozione protezionismo rispetto
tradizionale liberoscambismo della Destra
Cresce interno paese tensione sociale, emigrazione
1887-91 1° governo Crispi ex mazziniano e garibaldino ma dopo 1860 aveva riconosciuto funzione monarchia,
uomo forte, accentuato dinamismo ma non repressivo e illiberale (del resto, formatosi in periodo in cui grande industria
non esisteva era incapace comprendere rivendicazioni operaie viste solo come congiura comunarda contro stato),
Zanardelli Giustizia, Giolitti Tesoro.
- 1887 svolta protezionistica: agli interessi industriali (soprattutto cotonieri e siderurgici) si allineano interessi
proprietari agricoli (soprattutto cereali) colpiti da crisi agraria; se nel nord tariffa salvaguarda centri produzione più
avanzati, nel sud mantiene arretratezza cerealicoltura a latifondo e impone consumatore meridionale acquisto su
mercato interno prodotti industriali falcidiandone reddito, quindi sfruttamento mercato meridionale da parte industria
nord, e accentuazione divario aggrava questione meridionale invece di colmare dislivello economico, politico e sociale
affrontato in termini riformistici ma egemonizzato da congiunti interessi industriali nord e agrari sud su tariffe
protezionistiche
- guerra commerciale con la Francia
- accordo militare con Germania
- ripresa azione coloniale
- approccio con Santa Sede per conciliazione
1888 elettive amministrazioni comunali e provinciali permettono affermazioni locali blocchi repubblicaniradicali-socialisti (anche se poteri limitati da ampliamento poteri prefetti)
1889 Codice penale abolisce pena capitale e limitazioni diritti coalizione e sciopero (ma legge PS conferisce
ampi poteri polizia, ad es. domicilio coatto via amministrativa)
1889 legge favorisce cooperative operaie in appalti pubblici
1992-93 1° governo Giolitti concretezza anti-ideologica, in movimento operaio e contadino distinzione tra
componenti eversive e componenti da incanalare per ampliare quadro stato liberale, rimuovendo cause disagio
economico e sociale che originava spinte destabilizzanti senza limitarsi a reprimere sistematicamente: se mantenute
entro certi limiti, lotte sociali non sovversione ma elemento progresso, quindi stato deve garantirne libero e ordinato
svolgimento ponendosi come limite del rispetto delle istituzioni, non degli interessi costituiti
perciò atteggiamento conciliante e attendista
- agitazioni fasci siciliani per mancato rispetto patti agricoli da parte proprietari terrieri in seguito cattivo raccolto
e crisi miniere zolfo danneggiate da concorrenza americana e crisi industria edilizia a Palermo
- moti cavatori marmo Lunigiana dopo crisi del settore
Scandalo Banca Romana: abolizione corso forzoso  iniziative economiche  aumento del credito  aumento
circolazione cartacea emessa da banche senza copertura metallica  irregolarità Banca Romana  Giolitti coinvolto
dà dimissioni
1893-96 2° governo Crispi (ammiratore Bismarck) inizia svolta autoritaria richiesta da blocco protezionista
agrario-industriale
- dura repressione militare fasci siciliani e Lunigiana
- scioglimento partito socialista (che però elezioni 1895 triplica voti)
- espansione coloniale per a) intima convinzione b) ricerca successo per consolidare propri posizione politica:
Guerra d'Africa (1894-96) ma disastro Adua in Etiopia provoca dimissioni
1896-99 Di Rudinì politica distensione interna ed estera (normalizzate relazioni Etiopia, amnistia condannati
moti '93) resa però difficile da congiuntura economica (contrazione produzione grano + contrazione importazioni grano
americano per guerra Cuba = aumento prezzo pane = scioperi)
1897 Torniamo allo Statuto Sonnino propone rafforzamento esecutivo, sganciamento governo da maggioranza
alla Camera, esprimendo programma ideale della Destra.
1898 tutta l'Italia scossa da tumulti popolari per aumento prezzo pane, pesante intervento forza pubblica, da
incidenti alla Pirelli nasce sommossa e sciopero generale, barricate, stato d'assedio, intervento esercito e cannonate
Bava Beccaris nonostante parere contrario guardasigilli Zanardelli (circa 100 vittime), scioglimento associazioni
politiche, sindacali e perfino culturali, soppressione di giornali di sinistra e cattolici, arresti e dure condanne (Turati 12
anni); quando Zanardelli propone misure tendenti a controllare attività politica clero governo in crisi
1899-1900 governo generale Pelloux che aveva fama liberale e in Puglia aveva normalizzato situazione senza
stato d'assedio, ma questi propone leggi liberticide: divieto sciopero servizi pubblici, ampliamento facoltà sospensione
giornali e periodici, istituzione reato turbamento ordine pubblico a mezzo stampa, scioglimento associazioni giudicate
sovversive. Ostruzionismo parlamentare sinistra estrema cui si aggiungono liberali democratici guidati da Giolitti e
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Zanardelli. Pelloux cerca ricorrere provvedimenti anticostituzionali ma bloccato da Corte Cassazione e costretto
elezioni, vinte da estrema sinistra e giolittiani.
1900 governo Saracco tenta politica distensione ma uccisione Umberto I a Monza scioglimento camera lavoro
Genova, grande sciopero generale costringe Saracco a dimettersi, attaccato per motivi opposti anche dalla destra.
Età giolittiana (1903-1912)
1903 Giolitti presidente del consiglio, già ministro dell'interno nel ministero Zanardelli:
- legge lavoro donne fanciulli
- municipalizzazione servizi pubblici
- appalti lavori pubblici a cooperative operaie
- relativa apertura movimento sindacale: pur non mancando interventi polizia, non interventi sempre sostegno
diretto padronato (Giolitti, sempre contrario sciopero servizi pubblici, capito funzione sciopero in società industriale per
cui stato non deve intervenire vertenze in appoggio una delle parti ma solo garantire ordine pubblico e al massimo
svolgere funzione mediatrice.
Già durante governo Zanardelli socialisti accentuano orientamento riformista (Turati, Treves, Bissolati, Bonomi)
e accentuano tale linea sotto Giolitti.
Età giolittiana va intesa in strettissima connessione con espansione industriale: passata la crisi economica e
politica di fine secolo, fase di ripresa si ripercuote beneficamente su apparato produttivo. Nascono stretti rapporti fra
banca e industria e inizia processo concentrazione imprese (gruppo controllato da Banca Commerciale) soprattutto in
settore siderurgico, aiutato da tariffe protezionistiche imposte dal fatto che produceva a prezzi tanto alti da rendere
conveniente importazione; altrettanto protette industria zuccheriera e cotoniera.
Polemiche antiprotezionistiche e contrarie all'intervento dello stato condotte da Einaudi, Luzzatto, Salvemini,
nobili ma irrealizzabili:
- parzialmente imposta dalla situazione economica internazionale, la scelta protezionistica proteggeva al nord gli
interessi tanto degli imprenditori quanto del proletariato industriale, ed era anche vero che l'indirizzo di Turati in pratica
finiva per negoziare una legislazione sociale e concessioni economiche che andavano soprattutto a vantaggio delle
organizzazioni sindacali e cooperative del nord finendo per danneggiare i contadini soprattutto meridionale (peraltro in
larga parte esclusi dall'allargamento del suffragio operato da Depretis che aveva in gran parte accontentato operai e
artigiani del nord), ma bisogna tener conto del fatto che
• il proletariato del nord era l'unica forza capace di fatto di promuovere una modernizzazione e
democratizzazione del paese
• il suffragio universale invocato da Salvemini lasciava perplessi gli stessi riformisti a causa del
prevedibile voto conservatore delle masse contadine del sud dominate dalle clientele locali
- il fatto che la rivoluzione industriale si realizzasse in virtù di un intervento statale assai maggiore di quello
previsto dalla teoria economica liberale era dovuto all'arretratezza dell'economia italiana, alla deficienza di capitali, alla
povertà del mercato: come osserva Romeo, protezionismo, impiego delle banche, intervento dello stato (condannati
come patologici dai liberisti) sono le condizioni storiche specifiche che hanno permesso l'inserimento dell'Italia
nell'Europa industriale secondo un processo che data l'arretratezza dell'Italia non avrebbe potuto svolgersi secondo gli
schemi classici del modello inglese al quale si ispiravano in buona sostanza i critici liberisti.
I riformisti vittoriosi nel congresso del 1902 pur appoggiando il governo rifiutano di entrarvi sapendo che
avrebbero potuto avere un ruolo maggiore rimanendone fuori.
1904 i massimalisti di Ferri conquistano la maggioranza e appoggiano sciopero generale provocato da
sindacalisti rivoluzionari, Giolitti lascia calmare le acque, scioglie le camere e indice nuove elezioni in cui cattolici
aiutano candidati ministeriali contro i socialisti ne i collegi in cui si profilava una vittoria di questi ultimi
1905 progetto Giolitti nazionalizzazione ferrovie, ostilità ferrovieri per divieto di sciopero, Giolitti si dimette
1906-1909 III ministero Giolitti («lungo ministero»)
- ampliamento legislazione sociale
- neutralità controversie di lavoro
- cospicui stanziamenti a favore del mezzogiorno ma in parte non utilizzati e nel complesso disorganici
1908 riformisti riconquistano la maggioranza
1907 parziale crisi economica irrigidisce padronato, e questo fatto contingente va ad aggiungersi alla crescente
ripulsa da parte della media borghesia intellettuale del crescente successo del rivendicazionismo socialista, delle
cooperative operaie e delle organizzazioni sindacali (contro la «viltà dell'ora presente» insorgono Corradini [«Il
Regno»], Prezzolini, Papini, intesa come viltà della classe dirigente di fronte al socialismo, viltà della nazione di fronte
alla politica estera e viltà della società di fronte agli ideali sempre più bassamente utilitaristici: alla lotta di classe che
indeboliva andava sostituita la lotta fra nazioni proletarie e plutocratiche: i miti populistici e i declamatori richiami alla
grandezza imperiale di Roma vogliono in realtà coprire ideologicamente la repressione delle rivendicazioni operaie e
contadine risolvendo i problemi della società italiana in un espansionismo rivolto non tanto alla liberazione delle terre
irredente quanto alla conquista di colonie come mercati e serbatoi di emigrazione.. In questo senso il nazionalismo già
prima della guerra era giunto alla negazione dello stato liberale giolittiano che, pur con tutti i suoi limiti, si avviava
verso la democrazia. L'opposizione da destra al sistema giolittiano trovava corrispondenze nel sindacalismo
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rivoluzionario d'ispirazione soreliana, che si scagliavano contro la «viltà» riformista con altrettanta veemenza dei
nazionalisti contro la «viltà» borghese.
1909 annessione austriaca Bosnia-Erzegovina determina richiesta governativa aumento spese militari finanziato
da imposta progressiva sul reddito e diminuzione protezione zucchero, maggioranza in crisi, Giolitti si dimette.
1911 torna Giolitti e sfrutta occupazione francese del Marocco per rendere operanti precedenti accordi con la
Francia che prevedevano mano libera in Tripolitania (sull'operazione premevano nazionalisti, interessi finanziari Banco
di Roma e del trust siderurgico interessato espansione spese militari, e non erano contrari alcuni socialisti e sindacalisti
rivoluzionari). Giolitti decide di dare sfogo alla crescente opposizione ma anche di prevenire eventuali azioni di altre
potenze. Socialisti disapprovano, espulsi Bissolati,Bonomi, ma congresso Reggio Emilia massimalisti conquistano
maggioranza, Mussolini direzione de «L'Avanti!», radicalizzazione lotta politica.
Giolitti intanto
- monopolio statale assicurazioni
- suffragio universale maschile 21 anni se scrivere 30 se servizio militare (per contare su voto conservatore
elettorato contadino del sud)
1913 Patto Gentiloni
Maggioranza governativa fragile e soprattutto eterogenea, tenuta insieme solo da paura socialista, a Giolitti
succede Salandra.
Interventisti
- nazionalisti per i loro orientamento antidemocratico, antisocialista e imperialista orientati a sostegno della
Germania, ma poi temono supremazia austriaca nell'Adriatico, quindi bisogna regolare i conti con l'Austria ma a guerra
finita ritrovare intesa con Germania contro nazioni plutocratiche per preminenza nel Mediterraneo
- repubblicani completamento unità, sistemazione europea su principio nazionalità
- socialriformisti (compreso Salvemini) su posizioni affini repubblicani, risistemare Europa su principio
nazionalità combattendo militarismo prussiano e decrepito impero asburgico
- irredentisti
- sindacalisti rivoluzionari frustrati da successo riformisti vogliono trascinare proletariato in guerra per
trasformare guerra tra nazioni in guerra di classe
- liberali di destra guidati da Albertini senza ideologia precisa (compiere unità, democrazia europea dopo trionfo
principio nazionalità, salvaguardia interessi in Adriatico; per i settori più conservatori si tratta anche di sfruttare
occasione ripresa borghese e disciplina delle masse per restaurare ordine costituito contro socialismo dilagante a causa
dell'esperimento democratico giolittiano)
- futuristi esperienza estetica, afrodisiaco morale e politico
Neutralisti
- apprensione Austria-Ungheria come baluardo contro slavi ortodossi, avversione democrazia tinta massonica,
preoccupazioni per la Santa Sede in Italia in guerra, legami con mondo contadino avverso guerra
- socialisti rifiuto guerra come strumento sistema capitalistico ed espressione dei contrasti fra le varie borghesie
nazionali, cui si oppone internazionalismo e desiderio investire capitali per risolvere problemi sociali.
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