Itinerario naturalistico: Su e giù per le colline fra Monte Oliveto e

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TRANVIA
2 MEMORIA
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3 BENE A SAPERSI 15 INSERTO
Lavori
LA PAROLA
AI RESIDENTI
Reazioni che,
secondo le zone,
oscillano
fra sollievo e rabbia
Le informazioni
DAL “FONDO ESSERE”,
L’ERBORISTERIA,
LE ASSOCIAZIONI:
Spi-Cgil;
Codacons;
Emertoscana
All’interno
LE 4 PAGINE A CURA
DEL CONSIGLIO
DI QUARTIERE 4
Estate, viabilità,
notiziario
di pubblica
utilità ecc.
I 50 anni dell’Isolotto
ANNA, UNA DONNA
CHE HA FATTO
LA STORIA
Staffetta partigiana,
fondatrice dei pionieri
e dell’Udi. Di grande
impegno politico
Su e giù per le colline,
fra monte Oliveto e Soffiano
Con il quarto percorso si completano gli itinerari naturalistici
Nella primavera 2004 il Q.4
ha curato la pubblicazione
del volume “Quattro passi nel
Q.4-Itinerari naturalistici”.
Si tratta di una guida che
comprende alcuni suggestivi
percorsi per apprezzare con
piena consapevolezza le risorse culturali e ambientali
del Q.4. I biologi Daniela
Dinelli e Marco Lebboroni
hanno redatto questo utile
strumento abbinando alla
lettura storico-urbanistica del
territorio anche una chiave
naturalistica. Dopo i giardini, le ‘zone umide’ e i borghi
precedente15
rustici l’opera si completa con
l’anello collinare fra Monte
Oliveto e Sof fiano.
a cura di Daniela Dinelli e Marco Lebboroni
Dall’incrocio tra via del Filarete
e via di Soffiano si prende via di
San Carlo, l’unica strada che sale
verso le colline. La via prende il
nome da una cappellina a pianta
ottagonale dedicata al Santo,
fatta costruire dai frati Barnabiti.
Dopo una ripida salita raggiungiamo Villa di Montauto che in
origine era un castello dei Bonciani (antica famiglia di Firenze),
da loro stessi trasformato in
“casa signorile” nel ‘500 (la sola
struttura originale mantenuta fu
la torre). Dal muretto laterale il
panorama sulla campagna è molto bello e ripaga della fatica fatta
per arrivare fino a questo punto!
Avviandosi verso la piazzetta di
Bellosguardo si incontra sulla
destra villa l’Ombrellino, già casa
medioevale “da signore” e poi
villa Segni, che ospitò dal 1617 al
1631 Galileo Galilei e agli inizi del
‘900 fu trasformata secondo lo stile dell’epoca con la costruzione di
un piccolo belvedere metallico da
cui la villa, oggi, prende il nome.
Accanto ad essa sorgeva la villetta della Torricella, così detta perché costruita sui resti di un’antica
torre, dove si fermò nel 1812 Ugo
Foscolo. La costruzione fu in
seguito abbattuta e il giardino annesso a quello della villa dell’Ombrellino. A sinistra villa Mercedes
al Saracino, così chiamata perché
nella piazzetta venivano svolte
delle gare simili alla giostra del
Saracino di Arezzo. Dalla parte
opposta, all’angolo con via Piana,
si trova villa Romanelli che ospitò
nel 1868 Giuseppe Garibaldi.
Da Bellosguardo si prosegue a
diritto e si comincia a scendere:
sulla sinistra superiamo la Villa
Limonaia e la Villa BricchiniColombi, mentre a destra si apre
un punto panoramico sul centro
storico. Scendendo ancora si pie-
ga a sinistra per via di San Vito,
all’inizio della quale troviamo la
Villa dello Strozzino. Proseguendo per via di San Vito si scende
fino a incontrare di nuovo via di
Soffiano, fiancheggiata in questo
tratto da due filari di tigli. Girando
a destra si prosegue per via di
Soffiano fino ad arrivare ad uno
slargo sulla destra dal quale parte
il viale di accesso al Parco di Villa
Strozzi. Si entra nel parco e si
segue il viale principale in salita
verso la villa: alla seconda curva,
anziché andare verso l’edificio, ci
si mantiene a destra costeggiando il muro di cinta. Più avanti
sulla destra si apre un’entrata
secondaria, dalla quale si può
uscire per l’unica strada presente
costeggiando l’oliveto.
Si arriva ad incrociare via di Monte Oliveto, dove giriamo a destra;
la strada sale offrendo scorci panoramici molto belli. Si perviene
in breve alla graziosa chiesetta di
S. Vito e Modesto a Bellosguardo, di origine medioevale con un
loggiato quattrocentesco. Poco
oltre si raggiunge il Prato dello
Strozzino da dove si ritorna alla
piazza di Bellosguardo. Da qui
si prosegue dritto per via Piana,
fino all’incrocio con via di S.Maria
a Marignolle. Si gira a destra e si
prosegue per questa via lungo
la quale si trova Villa Merli,
dove abitò lo storico fiorentino
Bernardo Segni, volgarizzatore
di Aristotele. Superata Villa
Monna Tessa si gira a destra per
via Morelli e, in fondo a sinistra,
per via del Ferrone. Tra il verde
dei prati e l’argento delle foglie
di ulivo si vede qualche quercia
sparsa come la Roverella (Quercus rubra) ed il Cerro (Quercus
cerris) mentre, vicino alle ville
e alle coloniche fanno mostra
della propria eleganza i Cipressi
(Cupressus sempervivens) e alti
Pini (Pinus pinea). Camminando
per queste strette vie si gode del
canto degli uccelli e del verde
della campagna respirando ad
ogni passo un’atmosfera ricca
di storia.
Da via del Ferrone si arriva
alla chiesa di Santa Maria a
Soffiano.
L’antica chiesa romanica di S.
Maria a Soffiano invita ad una
sosta per ammirare la torre dei
Lambardi, famiglia di origine
germanica di ceto nobiliare
militare che aveva fondato nell’XI secolo una comunità rurale
nella zona. Il castello era posto
strategicamente sul promontorio per dominare la valle della
Greve e faceva parte del sistema difensivo della città. Una
caratteristica di questo tratto è
la presenza di numerosi muretti
a secco, colonizzati da una vita
nascosta ma ricca di forme
diverse. I semi trasportati dal
vento o dagli animali vanno ad
annidarsi tra le cavità dei sassi
ed ecco spuntare la pianta di
Cappero (Capparis spinosa)
che, con i suoi leggeri fiori
bianchi e i suoi fusti flessuosi,
abbellisce le vecchie mura. La
graziosa Cimbalaria muralis,
detta “fiore della Madonna”, fa
bella mostra di sé con i suoi piccoli fiori viola dal caratteristico
“labbro inferiore” colorato di
giallo. Nei punti più soleggiati
troveremo piantine dalle foglie
carnose come la simpatica
Ombelico di Venere (Umbelicus
rupestris), il Sedum acre o Erba
pignola, che forma tappeti color
oro durante l’estate, ed i bei fiori
della Valeriana rossa (Centranthus ruber), con vistose macchie
rosse o rosate. Nei punti più
ombreggiati compaiono le felci
come la Ceterach officinarum,
l’Asplenum ruta muraria, la
Paritaria officinalis, chiamata
Erba vetriola o Muraiola, l’Ortica (Urica dioica), da sempre
disprezzata per i suoi peli urticanti ma in realtà molto utile,
visto che se ne ricavano tessuti,
cibo e medicine. Dalla chiesa di
S. Maria si scende in direzione
del cimitero di Soffiano, fino a
ritornare al punto di partenza
all’angolo con via del Filarete.
(4 fine)
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