Lugano e dintorni lunedì 9 luglio 2012 laRegioneTicino 11 Piccola pianta, grande soddisfazione Enzo Ferrari si aggiudica il primo premio al concorso nazionale di bonsai che nel 2013 si terrà a Lugano Nuovo riconoscimento conquistato da Enzo Ferrari, appassionato di arte bonsai da quasi 40 anni, residente a Lopagno Capriasca. Di recente, l’amico delle piante in miniatura, ha vinto il primo premio al Concorso nazionale di bonsai tenutosi e Rothrist nel Canton Argovia. La sua creazione (proveniente dalla Francia) è stata giudicata la migliore nella categoria latifoglie yamadori (che significa presa in natura). Al di là dell’ennesimo premio portato a casa, stavolta la partecipazione al concorso ha richiesto un impegno supplementare. «In effetti, gli organizzatori mi hanno invitato a partecipare come dimostratore – racconta Ferrari –. Non è la prima volta che lo faccio ma è sempre interessante chiacchierare con appassionati di questa attività o con semplici curiosi. Da un paio di anni ricevo sempre più inviti a partecipare a concorsi e dimostrazioni». L’anno prossimo sarà il suo quarantesimo di attività nell’arte del bonsai, cosa farai per sottolinearlo? «L’occasione per celebrarlo mi sarà concessa dal concorso svizzero che si terrà a Lugano nel giugno del 2013 – risponde Ferrari –. Sarà una prima nazionale, alla quale il Bonsai Club Ticino ha accettato con entusiasmo di organizzare l’importante manifestazione, mai tenutasi in Ticino, da Enzo Ferrari durante la dimostrazione quando esiste l’Associazione Svizzera Amici del Bonsai, che è il Club centrale al quale fanno capo tutti i Club svizzeri di bonsai. Non escludo inoltre al momento del pensionamento e con il diploma di formazione della Scuola d’arte Bonsai che conseguirò quest’anno con il maestro giapponese Ando Keizo, di realizzare la mia scuola». Il bonsai premiato con il primo premio al concorso nazionale Un’arte risalente a una conoscenza millenaria nata in Cina, poi affinata in Giappone. Come trasmetti la passione per questa disciplina quando stai facendo una dimostrazione? «Beh, non è semplice da descrivere il fascino che sprigiona un bonsai, perché, in quanto forma d’arte è soggettiva ed è percepita in maniera differente da ogni persona – risponde Ferrari –. Tuttavia una delle cose più evocative è quella di dare la sensazione al fruitore che ammira una pianta in miniatura, di essere al cospetto di un albero secolare enorme che avrebbe da raccontare, se potesse o se fossimo capaci di ascoltarlo, una moltitudine di eventi e di cose capitate durante la sua lunga esi- stenza. In Giappone sono numerosi i capolavori tramandati da generazioni, addirittura fino a 40. Cerca di immaginare di essere al cospetto di un Bonsai che è stato amorevolmente curato dai vostri avi. La sensazione che darebbe è ben superiore rispetto a quella che potrebbe suscitare un qualsiasi altro oggetto inanimato appartenuto a qualcuno della vostra famiglia secoli prima». Coltivare le piccole, immagino richieda alcune virtù come pazienza, calma e sensibilità verso la natura. Prendendoti cura di loro, ti stai nel contempo prendendo cura di te stesso? «In un certo senso sì. Quando lavoro alle mie piante, anche soltanto per bagnarle, ogni qualvolta il tempo me lo permette, provo sempre forti emozioni e ancora mi stupisco vedendo le fasi alternanti della natura che si susseguono ogni anno – osserva Ferrari –. Alla continua evoluzione e maturazione dei miei lavori, corrisponde un’evoluzione e maturazione della mia parte interiore. Passare le giornate accudendo i Bonsai crea una moltitudine di sensazioni, che vanno dalla tranquillità, all’armonia, al permetterci di estraniarci dai pensieri negativi, anche se talvolta purtroppo capita che ci pervada la tristezza e lo scoraggiamento quando una pianta soffre o addirittura muore». A.R.