Politecnico di Milano Sede di Cremona Acciaio Metallurgia Prove laboratorio Roberto Poli Raw Materials Procurement & Logistic CREMONA 15 Giugno 2015 ACCIAIO PRODUZIONE 2 Acciaio – definizione ACCIAIO • Si definisce acciaio una lega metallica composta da Ferro e Carbonio (Fe+C), nella quale il contenuto di Carbonio non supera il 2,06%. • Quando la lega Ferro-Carbonio contiene percentuali di Carbonio superiori al 2,06% è definita Ghisa. • Negli acciai da costruzione oltre al Carbonio possono essere presenti altri elementi di lega quali Cromo, Nichel, Manganese, Molibdeno, Silicio ecc.. 3 Acciaio – fabbricazione • I metodi attualmente più comuni per fabbricare l’acciaio sono due: – con l’Alto Forno o da Ciclo Integrale, utilizzando minerale di ferro, – con il Forno Elettrico, utilizzando il rottame di ferro • L’Acciaieria Arvedi produce acciaio con il secondo metodo 4 Acciaio – processi produttivi 5 Acciaio – produzione mondiale Aree di produzione ghisa con altoforno Aree di produzione acciaio con altoforno 6 Acciaio - ciclo integrale Con l’Alto Forno o da Ciclo Integrale In questo processo l’acciaio è ottenuto dal minerale di Ferro che si trova in natura sotto forma di Ossidi quali: - Ematite (Fe2O3) - Magnetite (Fe3O4) - Siderite (FeCO3) - Limonite (Fe2O3H2O) I minerali, dopo trattamento di ossidoriduzione per estrarre il ferro, sono trasformati in pellet (minerale pressato a forma di noce) e immessi nell’altoforno insieme al Carbone Coke (carbone fossile opportunamente trattato ad alta temperatura). Dalla fusione di questi minerali si ottiene la ghisa che a sua volta viene trattata in un apposito forno detto Convertitore, nel quale insufflando ossigeno si riduce la percentuale di carbonio (decarburazione) ottenendo così l’acciaio base. A questo acciaio, successivamente verranno aggiunti altri elementi al Forno Siviera (LF) per ottenere la qualità di acciaio desiderata. 7 Acciaio - ciclo integrale Schema semplificato della fabbricazione dell’acciaio con l’Altoforno partendo dal minerale di ferro carbon Insufflazione Il Carbonio contenuto coke di ossigeno nella ghisa si combina minerale con l’Ossigeno formando ghisa di ferro fondenti CO-CO2, causando la decarburazione della ghisa decarburazione Convertitore BOF Forno Siviera LF acciaio base Insufflazione di aria calda Forno Siviera ghisa Scorie (loppe) acciaio programmato Colata Continua 8 Acciaio – altoforno Descrizione delle parti principali di un altoforno 9 Acciaio – convertitore Il convertitore ad ossigeno LD L’affinazione avviene mediante l’ossigeno che viene insufflato in un bagno di ghisa liquida. L’ossigeno viene insufflato dall’alto mediante una lancia raffreddata ad acqua. Il contenitore è rivestito in materiale refrattario basico, e può ruotare intorno ad un asse orizzontale. Al termine di tale processo la ghisa è trasformata in acciaio, pronto per le elaborazioni successive fuori forno (degasaggio e/o correzioni) 10 Acciaio – colata continua Colata continua Moderno e molto diffuso processo di colaggio che consiste nel colare l’acciaio fuso in una speciale lingottiera opportunamente raffreddata e priva di fondo. Dall’alto si versa continuamente metallo liquido, e all’estremità inferiore esce continuamente una barra (bramme sezione rettangolare – blumi quadrata) di metallo la cui zona superficiale si è già solidificata per un certo spessore durante l’attraversamento della lingottiera. All’uscita la barra è sottoposta ad un raffreddamento con acqua che completa la solidificazione. 11 Acciaio – laminazione a caldo Forno di riscaldo BRAMME Laminatoio Sbozzatore Descagliatura Raffreddamento Avvolgimento COIL 12 Acciaio – forno elettrico Produzione acciaio con il Forno Elettrico – EAF (Electric Arc Furnace) In questo processo l’acciaio è ottenuto tramite la fusione diretta del rottame di ferro proveniente dalla demolizione di vecchie carpenterie, vecchie automobili, ritagli e sfridi di lavorazioni meccaniche ecc…,. La fusione del rottame avviene per mezzo dell’energia elettrica che passando dai tre elettrodi al rottame genera un arco voltaico che sviluppa temperature molto elevate. All’energia elettrica è abbinata l’energia chimica introdotta da bruciatori a metano e da ossigeno insufflato da apposite lance, che insieme sviluppano la temperatura necessaria per portare alla fusione la carica di rottame (circa 130 tons in 50 minuti). 13 Acciaio – forno elettrico + LF Schema semplificato della fabbricazione dell’acciaio con Forno Elettrico partendo dal rottame di ferro Forno Elettrico EAF Carica Rottame di ferro Forno Siviera LF acciaio programmato Fusione e spillaggio Acciaio base 14 Acciaio – forno elettrico Schema semplificato della fabbricazione dell’acciaio con Forno Elettrico partendo dal rottame di ferro Schema di un Forno Elettrico Elettrodi Volta Corpo centrale con pannelli raffreddati. Forno I.S.P. Diametro: 6.6m Tino 15 Acciaio – EAF rottame LA CARICA DEL ROTTAME Traslazione della volta per consentire la carica del rottame – notare la parte centrale con i tre fori per il passaggio degli elettrodi Carica del rottame per mezzo di ceste 1^ cesta 90 tons circa 2^ cesta 35 tons circa 16 Acciaio – laminazione ISP e ESP Processo ISP e ESP 17 PRODUZIONE TUBI SALDATI ERW-HF 18 Produzione – saldatura ERW Arvedi Tubi Acciaio produce tubi: Elettrosaldati ad induzione senza materiale d’apporto (ERW HFI) in acciaio al carbonio Produzione – saldatura ERW Costituzione dei reticoli cristallini nel punto di giunzione prima della saldatura e al riscaldo. FERRO ALFA Reticolo cubico a corpo centrale. Distanza reticolare (lato del cubo) 2,86 Angstrom a 20°C FERRO DELTA Reticolo cubico a facce centrate. Disanza reticoalre (lato del cubo) 3,64 Angstrom a 916°C Produzione – saldatura ERW Costituzione dei reticoli cristallini nel punto di giunzione. Rappresentazione grafica della Siscristallizzazione (messa in comune degli atomi 1-2-3-4-5) Produzione - saldatura ERW La saldatura ERW-HF avviene per compenetrazione tra i bordi del nastro. La saldatura avviene in un punto di contatto detto “V di saldatura” in cui la corrente indotta da una bobina concentra tutta la potenza del generatore. La pressione di compenetrazione viene trasmessa al tubo dai rulli della testa di saldatura. Stadi di formazione di una saldatura erw. 22 Produzione - saldatura ERW 23 Produzione – saldatura ERW tubi elettrosaldati ad induzione senza materiale d’apporto (ERW HFI) 13 dicembre 2002 24 Produzione - scordonatura 25 CONTROLLI in PRODUZIONE 26 Controlli I controlli da eseguire durante la produzione e le verifiche finali del prodotto, sono dettati dalla norma tecnica di riferimento e/o dalla specifica del cliente. 27 Controlli Questo controllo avviene su due fasi distinte: 1. Formazione ed addestramento del personale e validazione dei procedimenti di saldatura P.O.S. (controllo preventivo) 2. Controlli sulla saldatura (controllo di produzione) • • • • • • Controlli di processo (velocità di saldatura, potenza di saldatura, temperature di laminazione, ecc.) Controlli dimensionali (diametro esterno, spessore, lunghezza, ecc.) Controlli distruttivi (schiacciamento, allargamento, ecc.) Controlli non distruttivi, C.N.D. (correnti indotte, flusso magnetico disperso, ultrasuoni, ecc.) Controlli visivi e tattili Controlli di laboratorio (analisi chimica, prove di trazione, di resilienza, di durezza, ecc.) 28 Controlli – piano qualità Organizzazione Organizzazione aziendale >> regole – responsabili – tempi - modi Personale qualificato - saldatori - operatori di controllo qualità - operatori di controllo non distruttivo - operatori di laboratorio Controllo materia prima - acquisto materia prima con specifiche Arvedi Materiale / identificazione e controllo - identificazione - rintracciabilità Controllo del processo di produzione - cicli/flussi di fabbricazione - P.O.S. (Pratiche Operative Standard) Ispezioni e controlli - prove distruttive - controlli dimensionali - controlli visivi - 100% C.N.D. - prove di laboratorio Equipaggiamenti di misura e controllo - Calibrazione sistemi di misura manuali e automatici C.N.D. strumentazione e apparecchiature laboratorio Azioni correttive - Audit di processo - metodo 8D Dati di prodotto/processo - dati di produzione - certificazione 3.1 29 Controlli – piano qualità Caratteristiche Qualità della saldatura Qualità superficiale Controlli Piani di reazione Operatori qualificati + P.O.S. = pratiche operative standard + Prove distruttive + Controlli visivi + 100% controllo non distruttivo Analisi di laboratorio (microscopia) e se necessarie altre prove + Cause / piani di reazione Operatori qualificati + Prove distruttive + Controlli visivi + 100% controllo non distruttivo Cause / piani di reazione 30 Controlli – correnti indotte La tecnica di controllo sfrutta la generazione di correnti che vengono indotte nei materiali elettricamente conduttivi, tramite induzione di un campo magnetico alternato. Le applicazioni sono nei controlli per il rilievo di difetti superficiali e subsuperficiali, su metalli ferrosi e non ferrosi purché elettricamente conduttivi. Altre applicazioni sono la selezione dei materiali metallici, selezione durezza, misura della conducibilità elettrica, ecc. 31 Controlli – flusso magnetico disperso Utilizzando due magneti rotanti viene generato un campo di magnetizzazione tramite corrente continua. La rilevazione dei difetti avviene tramite delle sonde di Hole che rilevano la perdita superficiale del campo magnetico in corrispondenza di una discontinuità. Questa tecnica permette di controllare difetti sia sulle superfici esterne che interne. 32 Controlli – ultrasuoni La tecnica di controllo ultrasonoro (UT) si basa sull’emissione di onde ultrasonore applicate per il rilievo di difettosità interne alla sezione, difetti superficiali, su materiali metallici e non metallici, dal particolare grezzo al pezzo finito. Applicazioni classiche sono: controllo della saldatura, ricerca di porosità, inclusioni, cricche e misura dello spessore. 33 Controlli – prove distruttive Stressando un campione sotto una pressa idraulica, consentono di valutare la qualità della saldatura e di far emergere eventuali difetti superficiali. Prova di allargamento >> << Prova di schiacciamento 34 CONTROLLI di LABORATORIO 35 Controlli - laboratorio • analisi chimica • prova di trazione • prove di resilienza • prova di durezza • microscopia • rugosità superficiale • prova dimensionale • prove distruttive 36 Laboratorio – analisi chimica L’analisi di un metallo può essere determinata in due modi: • per via umida (analisi classica) • per via strumentale (spettrometria) La via più rapida ed utilizzata a livello industriale è la spettrometrica. 37 Laboratorio – analisi chimica Uno spettrometro ad emissione analizza il metallo tramite una scarica elettrica tra il campione, precedentemente preparato per molatura, ed un elettrodo in tungsteno o argento in una camera di atmosfera inerte (argon). L’eccitazione del provino genera un fascio di luce che appositamente disperso da un prisma va a colpire dei fototubi sensibili alle varie bande con lunghezza d’onda differente che vengono generate. Ad ogni determinata lunghezza d’onda corrisponde un elemento da analizzare. Costruendo delle curve con campioni primari aventi analisi note si possono ottenere analisi per paragone con le curve di calibrazione. 38 Laboratorio – prova di trazione La prova di trazione consiste nel sottoporre un provino, che presenta un tratto a sezione costante, ad un carico di trazione applicato lungo il suo asse, carico che cresce gradualmente fino a portare alla rottura il provino. Da questa prova è possibile ricavare un grafico "sforzo-allungamento" caratteristico dei vari tipi di acciaio. 39 Laboratorio – prova di trazione Dalla prova si ricavano principalmente le seguenti informazioni: Carico unitario di rottura (R) = carico totale (N) / sezione originale della provetta (mm2) Carico unitario di scostamento dalla proporzionalità (Rp) = carico totale al limite di snervamento / sezione originale della provetta (mm2) Allungamento (A%) = Li – Lf / Li x100 La provetta unificata ha dimensioni pari a: Li = 5,65 √ S La temperatura di prova è l’ambiente, ma possono essere provate provette anche a temperature elevate. 40 Laboratorio – prova di resilienza Consiste nel colpire con una mazza di peso noto, posta ad un metro dal suo fulcro, un provino nel quale è stato fatto un intaglio per favorire la rottura. Con la resilienza si misura la tenacità dell'acciaio e la resistenza a flessione per urto. L'intaglio può essere di due tipi a "V" oppure a "U". Il simbolo della resilienza è la lettera "K" seguito dalla lettera V oppure U in base all'intaglio della provetta. 41 Laboratorio – prova di resilienza Sezione provetta tipo KV Sezione provetta tipo KCU (Tipo Charpy) La prova può essere eseguita a temperatura ambiente a 0 °C oppure a temperature sotto zero °C. ESPRESSIONE DEI RISULTATI I risultati si esprimono in "Joule" per cm2 esempio: L = Lavoro svolto dalla macchina per rompere la provetta in Joule L KV = ----------- (J/cm2) So So= Sezione della provetta KV -20 = 27 J significa che è stata utilizzata una provetta con intaglio a V e la prova è stata eseguita a 20°C con risultato di 27 Joule. 42 Laboratorio – prova di durezza La durezza di un materiale è normalmente definita come la sua resistenza alla deformazione, intesa come resistenza a lasciarsi scalfire da un altro materiale più duro. >>> Comparazione durezza – resistenza alla trazione <<< Tra i valori di durezza ottenuti con i deversi metodi e quelli di trazione è possibile stabilire una corrispondenza che ha solo valore empirico ma che è molto utile agli effetti pratici. 43 Laboratorio – prova di durezza Durezza Brinell (Rockwell) Un penetratore (sfera di metallo duro avente diametro D) viene forzato nella superficie di una provetta ed il diametro dell'impronta d lasciata sulla superficie dopo il rilascio del carico F viene misurato. La durezza Brinell rappresenta il quoziente tra il carico applicato e l’area della superficie sferica dell’impronta. Per la durezza Rockwell è una misura di penetrazione differenziale. 44 Laboratorio – prova di durezza Durezza Vickers Un penetratore di diamante avente la forma di una piramide retta a base quadrata con un angolo al vertice tra facce opposte specificato viene fatto penetrare entro la superficie di una provetta; quindi viene misurata la lunghezza della diagonale dell'impronta lasciata sulla superficie dopo rimozione del carico di prova, F. 45 Laboratorio – microdurezza Microdurezza Utile in metallografia per poter caratterizzare con misure di durezza diverse fasi strutturali, inclusioni o strati decarburati o trattati termicamente. E’ una prova caratterizzata dall’uso di carichi molto piccoli, tra decine di grammi max un kg. Anche qui come nella durezza Vickers si utilizza un’impronta romboidale. La durezza è trasformabile con tabelle in macrodurezza Vickers. 46 Laboratorio – micrografia Microscopia - Micrografia Una porzione di materiale prelevato dal pezzo da analizzare preventivamente inglobato a caldo in una capsula formata da una resina termoindurente. Molto importante è il verso di prelievo, longitudinale o trasversale, in funzione del risultato finale da analizzare (es: per inclusioni prelievi longitudinali, per saldature prelievi trasversali, ecc..). 47 Laboratorio – micrografia MICROSTRUTTURE E COMPONENTI DEGLI ACCIAI IPOEUTETTOIDI, EUTETTOIDI e IPEREUTETTOIDI ALLO STATO NORMALIZZATO. La superficie da analizzare viene levigata e lucidata con panni diamantati di granulometria sempre più fine (fino al micron). Per l’analisi si utilizza un microscopio a riflessione e le provette vengono attaccate con soluzioni acide in funzione delle strutture che si vogliono evidenziare. In caso d’analisi di inclusioni le provette non verranno attaccate. ACCIAI IPOEUTETTOIDI - con % di C < 0,83%. ACCIAI EUTETTOIDI - con % di C 0,83% IPOEUTETTOIDI C 0,08% (100 x) C 0,16% (100 x) Ferrite 90% Ferrite 82% Perlite 10% Perlite 18% C 0,50% (100 x) C 0,60% (100 x) C 0,32% (100 x) Ferrite 60% Perlite 40% C 0,70% (100 x) Perlite 60% Perlite 75% Perlite 88% Ferrite 40% Ferrite 25% Ferrite 12% EUTETTOIDI IPEREUTETTOIDI ACCIAI IPEREUTETTOIDI - con % di C > 0,83%. C 0,83% (100 x) Perlite 100% C 0,83% (1000 x) Perlite 100% C 1,15% (100 x) Perlite 95% 48 Laboratorio – micrografia 49 Laboratorio – rugosità La rugosità di una superficie può essere misurata mediante strumenti denominati rugosimetri La rugosità è una proprietà della superficie di un corpo, costituita da microimperfezioni geometriche normalmente presenti sulla superficie o anche risultanti da lavorazioni meccaniche. Il procedimento di misura della rugosità consiste nella registrazione del profilo della superficie ottenuto lungo una determinata linea di misura (o di scansione). 50 Laboratorio – rugosità Rugosità Ra Rugosità Rz Rugosità Rmax 51 Laboratorio – micrografia Saldatura – cono di ritiro esterno 52 Laboratorio – micrografia Inclusioni lungo le linee di scorrimento 53 Laboratorio – micrografia Ossidi di saldatura non espulsi 54 Laboratorio – micrografia Segregazione - sdoppiatura 55 Laboratorio – micrografia Sfogliature – “paglie” 56 GESTIONE dei DATI di PRODUZIONE e LABORATORIO 57 Sistema Informativo specifiche del cliente Norme disegni del cliente Sistema Informativo connessione - produzione (campioni) - laboratorio - spedizioni SAP - norme - fattibilità - materia prima Sistema Informativo Gestione fisica archivio cartaceo SAP 13 dicembre 2002 60 Sistema Informativo Informazioni agli operatori Sistema Informativo Piani di controllo Sistema Informativo SPC in campo Sistema Informativo Run time dati processo Sistema Informativo Analisi dati di laboratorio Sistema Informativo Disponibilità dei dati immediata Sistema Informativo Analisi dati predefinite Sistema Informativo Vantaggi Sistema informativo integrato • Eliminata la carta • Segnalazione in campo automatica del fuori range (errore di imputazione o difetto?) • Informazioni univoche, “ripetibili” e sempre aggiornate • Controllo run-time dei dati del processo di saldatura e trattamento termico associati al prodotto • Carte di controllo in campo • Definizione di piani di controllo differenti per prodotto e postazione (standardizzazione dei controlli per prodotti simili) • Raccolta dati e disponibilità immediata • Analisi dati predefinite ed immediate Sistema Informativo Vantaggi Sistema informativo integrato • Facilità di estrazione dati per ulteriori elaborazioni / analisi • Immediato sblocco del materiale per la spedizione • Informazioni di laboratorio velocemente disponibili • Dati di laboratorio organizzati ed analizzabili • Reportistica chiara e comprensibile • Certificazione del prodotto “automatica” • Ordini di produzione “per caratteristiche” • Identificazione / rintracciabilità di tutto il prodotto con barcode (dal coils, al nastro, al tubo semilavorato, al tubo finito, alla singola provetta per il laboratorio) • Contabilizzazione esatta dei tempi di arresto La supply chain Arvedi Supply chain L’integrazione verticale tra le aziende del gruppo è la nostra forza Clienti finali • Italia • Polonia • Brasile Time-to-market e sviluppo prodotti La nostra supply-chain è in grado di offrire in tutta Europa consegne Just-in-time e riduzione del Timeto-market, grazie alla vicinanza logistica tra le aziende ed alla posizione baricentrica rispetto ai clienti. Partendo dai progetti dei clienti, siamo in grado di offrire: - Integrazione con team interni di ingegneri - Ricerca di nuove soluzioni attraverso in dipartimento interno di Ricerca e Sviluppo - Assistenza post-vendita Lo sviluppo nuovi prodotti avviene anche grazie a: - Quote azionarie in Centro Sviluppo Materiali (Roma) - Collaborazione a lungo termine con: Aachen RWTH university Freiberg (Bergakademie) Politecnico di Milano university PRIMETAL (Siemens VAI) SMS Meer Il ruolo dell’Automotive nel Gruppo Impiego nel settore Automotive: ARVEDI TUBI ACCIAIO → 15% della produzione totale (tubi saldati) = 65.000 t METALFER → 60% della produzione totale (tubi trafilati) = 40.000 t ACCIAIERIA → 14,6% della produzione totale (coil zincati e decapati) = 368.000 t In termini di quote di mercato, Arvedi Tubi Acciaio e Metalfer coprono il 10% del fabbisogno europeo di tubi per Automotive. Prodotti Utilizzi finali Cylinder Cylinder Tubes Tunnel and Ground reinforcement Steel Grades 28MN6 – 34MNB5 76 OCTG Tubing – J55 upgradable Prodotti Applicazione dei nostri prodotti • Assali posteriori • Supporti motore • Barre antintrusione • Ammortizzatori e barre stabilizzatrici • Seggiolini • Cardani • Colonne sterzo • Alberi a camme • Pre-tensionatori di cinture di sicurezza Prodotti Metalfer Le applicazioni dei prodotti Metalfer sono componenti come: ammortizzatori, cardani, colonne sterzo e barre stabilizzatrici. Campi di applicazione - Strutture Speciali Un esempio di applicazione dei tubi strutturali ARVEDI Le vele di copertura del Cardo e del Decumano EXPO 2015 Tubi: Ø da 48.3 a 323.9 mm Spessori: da 3.0 a 16 mm Ikea – Vilnius (Lituania) Opera: IKEA SHOP Tubi: quadri 140X140 ÷ 250X250 mm Spessore: 8,00 ÷ 12,5 mm Standard: EN10219 Acciaio: S355J2H Stadio di Rzeszow (Polonia) Cliente: ThyssenKrupp Energostal Tubi: 244,5X7,1X12000 mm Standard: EN 10219 Acciaio: S355J2H Stadio di Bielsko Biala (Polonia) Cliente: Salzgitter Mannesmann Stahlhandel Tubi: Ø 88,9 ÷ 193,7 mm Spessore: 6,3 ÷ 12 mm Status: EN 10219 Grado d’acciaio: S235JRH Stadio di Brasilia (Brasile) Opera: STADIO MONDIALI 2014 - BRASILIA Cliente: CIMOLAI (Italia) Tubi: tondi 219,1 ÷ 323,9 mm Spessore: 6,3 ÷ 10 mm Standard: EN 10219 Acciaio: S355J2H NATO Headquarters (Bruxelles) Cliente: Horta Coslada (Spagna) Tubi: quadri 100x100 ÷ 200x200 mm rettangoli 200x100 mm Spessore: 10 mm Standard: EN 10219 Acciaio: S355J2H Stadio di Marsiglia Opera: STADIO VÉLODROME Cliente: Horta Coslada (Spagna) Tubi: 244,5 ÷ 323,9 mm Spessore: 4 ÷ 12,5 mm Status: EN 10219 Grado d’acciaio: S355J2H Stadio di Nizza Opera: STADIO EUROPEI 2016 – NIZZA Cliente: SAEY (Belgio) Tubi: 193,7 ÷ 323,9 mm Spessore: 6 ÷ 16 mm Status: EN 10219 Grado d’acciaio: S355J2H Progetto OCULUS (New York) Opera: METROPOLITANA A GROUND ZERO Cliente: CIMOLAI (Italia) Tubi: tondi 323,9 X 12,5 mm Standard: EN10219 Acciaio: S355J2H Stadio di Bilbao (Spagna) Opera: STADIO DI SAN MAMES Cliente: ROS CASARES (Spagna) Tubi: tondi 139,7 ÷ 193,7 mm quadri 150x150 ÷ 250x250 mm rettangoli 200x100 ÷ 250x200 mm Spessore: 6,3 ÷ 10,0 mm Status: EN 10219 Grado d’acciaio: S355J2H Stazione di Porta Susa (Torino) Cliente: BIT Costruzioni Metalliche Tubi: rettangoli 120X80X 4 ÷ 8 mm Status: EN 10219 Grado d’acciaio: S355J2H Structural Tubing – cold and hot formed Haramain High Speed Railway Station in Madinah, Saudi Arabia Tubes Round and Square Thicknesses: 8 ÷ 16 mm Steel Grade: S355J2H Status: Cold Finished EN10219 and Hot Finished EN10210 Campi di applicazione - Strutture Speciali Un esempio di applicazione dei tubi strutturali finiti a caldo ARVEDI Connessione dei due terminal – Aeroporto di Bruxelles Tubi: 180X180 / 200X200 / … mm Spessore: 8 ÷ 12.5 mm Norma: EN 10210 Grado d’acciaio: S355J2H Fine presentazione GRAZIE per l’ATTENZIONE 93