IL SISTEMA FINANZIARIO Giuseppe Garofalo Stock e Flussi • W = WR + WF • AP = AR + AF • AP1 = AP0 + Δ AP Garofalo_Finance 2 Saldo finanziario • SF = S – I • SF = Δ AF – Δ PF - Famiglie: SF > 0 - Imprese: SF < 0 - Sett. Sett Pubblico: SF < 0 Æ ….. - Sett. Estero: SF ? Æ ….. - Interm.finanz: I t fi SF = 0 • Flussi dei fondi Æ I + ΔAF = S + ΔPF Garofalo_Finance 3 Saldi Settore Pubblico • SFSett.pubb. = (T – Spese correnti) – Spese in c/capitale • Riferimento a: - Saldo Bilancio pubb. = Prelievo fiscale – Spesa pubblica Se Saldo < 0, Δ Tit.pubb. [Δ BMTes ?!] - Tipologie Prelievo fiscale: tasse; imposte dirette; imposte indirette; contributi sociali - Tipologie Ti l i S Spesa pubblica: bbli corrente; t iin c/capitale; / it l per trasferimenti (alle famiglie e alle imprese); oneri per servizio del debito pubblico • Saldo Bilancio pubb. = Saldo primario + Oneri per servizio del debito pubblico Garofalo_Finance 4 Saldi Settore Estero • SFSett.Estero = [con segno opposto] Posiz.netta con ll’estero estero del Paese • SFSett.Estero Æ Riferimento a: - (X – M) - implicitamente, (KE – KU) [reali = IDE + finanziari = Inv.di portafoglio] p g - ovvero Saldo bilancia dei pagamenti [economica] Garofalo_Finance 5 Le attività finanziarie Moneta - pubblici - di credito Æ obbligazioni[capitale • Tradizionali Titoli di credito] - di partecipazione Æ azioni [capitale di rischio] • Nuovi Derivati Garofalo_Finance 6 Valutazione AP • Liquidità in c/reddito • Rendimento [atteso] Æ guadagni i c/capitale in / it l [attesi] [ tt i] • Rischio Media [somma dei possibili valori di una variabile, ciascuno moltiplicato per la probabilità di verificarsi]/ Varianza [indice di di dispersione i intorno i t alla ll media: di è nulla ll solo l neii casii iin cuii ttutti tti i valori l i sono uguali tra di loro (e quindi alla loro media); cresce con il crescere delle differenze reciproche dei valori] • Atteggiam.investitore vs rischio [propenso, avverso, neutrale] Garofalo_Finance 7 Mercati “contigui” contigui • Mercato dei capitali Mercato dei beni • Mercato dei titoli pubblici • Mercato obbligazionario • Mercato azionario Mercato monetario • Mercato valutario • Mercato dei derivati • Mercato delle commodities Garofalo_Finance 8 Il mercato dei capitali • S=I • S = I + ((G – T)) ovvero S+T=I+G ►Se (T - G) < 0 Æ Δ Tit. Tit Pubb. Pubb [Δ BMTes?!] • S = I + (G – T) + (X – M) ovvero S+T+M=I+G+X ►Se (X – M) < 0 Æ Afflusso di Risp.Est Risp Est Æ (KE – KU) > 0 Garofalo_Finance 9 Ruolo del sistema finanziario • IIncontro t tra t D e O di fondi f di (risorse (i ““monetarie” t i ”e “finanziarie”) • Trasformazione T f i delle d ll scadenze d • Gestione del rischio Æ premi al rischio Tipologie: - sistemico - di credito - di mercato - di liquidità Garofalo_Finance 10 Mercati e intermediari • Mercati ∗ Monetari/finanziari ∗ Primari/secondari ∗Ap pronti/a termine ∗ Regolamentati e non (over the counter)) • Intermediari Bancari/Non bancari [fondi comuni di investimento <<aperti/chiusi, Etf>>, fondi pensione, compagnie di assicurazione] • Banche centrali Garofalo_Finance 11 Tipologie di sistemi finanziari • Fondati sulla Borsa • Fondati sugli Intermediari Garofalo_Finance 12 Modelli di governo societario (corporate governance) MODELLO RENANO-NIPPONICO Giappone, Germania Accentramento e stabilità della proprietà Limitato ricorso al capitale azionario Preminente finanziamento bancario Controllo delle banche sulla gestione delle imprese Vantaggi: Facilita il perseguimento di strategie di lungo periodo Svantaggi: Scarsa tutela degli azionisti di minor. Accentramento di potere economicofinanziario MODELLO ANGLOSASSONE Stati Uniti Uniti, Gran Bretagna • Ruolo importante del mercato finanziario • Azionariato diffuso • Capacità di ricambio del management (take over) Vantaggi: gg • Riduce la concentrazione della ricchezza mobiliare Svantaggi: • Disincentiva le strategie di lungo periodo Sistemi di controllo delle imprese • Schema “dirigista” dirigista • Schema “interventista” • Schema “liberista” Garofalo_Finance 14 Schema dirigista AM Controllo prudenz. e struttur. IF Controllo effic. e profittab. Imprese Borsa Garofalo_Finance 15 Schema interventista Controllo prudenz. e struttur. IF Controllo effic. e profittab. Imprese Controllo effic. e profittab. AM Borsa Garofalo_Finance 16 Schema liberista AM Controllo solo prudenz. IF Controllo effic. e profittab.?! Imprese Borsa Garofalo_Finance 17 Scenari macroeconomici • • • • • Anni ’50 ’50-’60 ’60 (lungimirante egemonia Usa + socialdemocrazia [Welfare state] in Europa): equilibrio tra supremazia macro dello Stato e libertà micro del mercato [ispirazione keynesiana] Inizio anni ’70: fine di Bretton Woods; controrivoluzione monetarista Fine anni ’70-Inizio anni ‘80: liberalizzazione movimenti internazionali di capitali; fiducia nelle capacità di autoregolazione dei mercati [thatcherismo e reaganismo] Anni ’80 80-2007: 2007: globalizzazione e finanziarizzazione [colossale indebitamento nell’epicentro del sistema, gli Usa]. 1987-2006: governatore della Fed Alan Greenspan ↔ “Grande moderazione”: bassa inflazione, alta crescita, liquidità abbondante, credito f il facile Bolle speculative (all’inizio del 2000, l’esplosione della bolla Internet e, nel 2007, quella del mercato immobiliare americano ) e Crisi finanziarie Oggi: un sistema economico, economico ormai irreversibilmente interdipendente interdipendente, appare non governato Garofalo_Finance 18 Tendenze recenti nei sistemi finanziari • • • • • • Forte interdipendenza tra intermediari e mercati Commistioni tra banche commerciali e banche d’investimento Liberalizzazione movimenti di capitali I Innovazione i finanziaria: fi i i - processo di cartolarizzazione - modello di intermediazione: Buy-and-hold vs Originate-to-distribute - sviluppo dei “derivati” (options, futures, …) Accanto agli g operatori p tradizionali nuovi g global p player: y hedge g fund,, private equity, fondi sovrani Ricorso al leverage Æ Acquisti di attività con un investimento minimo [l’indebitamento finanziario netto è un multiplo - fino a mille volte! lt ! - del d l patrimonio ti i netto] tt ] Garofalo_Finance 19 Sistemi di regolazione • Il passato Æ Glass-Steagall Act (1933) e Legge bancaria italiana (1936): rigida separazione tra banche commerciali e banche d d’investimento/merchant investimento/merchant banks; poteri di vigilanza della banca centrale [a seguito di crisi e salvataggi gg bancari]] • Il presente Æ Gramm-Leach-Bliley Act (1999): abolizione legislazione precedente Æ Commodity Futures Modernization Act [emendamento del sen. Gramm all’interno della Legge finanziaria] (2000): limitazione della regolazione e sorveglianza dei derivati da parte della Sec e della Commissione per il commercio dei futures Garofalo_Finance 20 La moltiplicazione dei derivati Valore di sottoscrizione dei derivati finanziari • 2000: 100 trilioni di $ • fine 2007: 600 trilioni di $ [11 volte il Pil mondiale] Garofalo_Finance 21 I “derivati” derivati • Commodities e Financial Futures: contratti “a termine” standardizzati che vincolano all’acquisto q o alla vendita di una data q quantità di un’attività “sottostante”, il cosiddetto reference asset (merci, titoli, valute, indici di borsa) ad una scadenza futura (settlement o delivery date) e ad un prezzo prefissato (future price) [Se il contratto non è standardizzato, non è trasferibile ed è trattato in un mercato non regolamentato Æ Forwards] • Options: contratti “a termine” che, a fronte del pagamento anticipato di un premio, conferiscono il diritto (ma non l’obbligo) di acquistare (opzione call) o vendere (opzione put) una data quantità di un’attività “sottostante” ad un prezzo prefissato (strike price). price) L’esecuzione L esecuzione del contratto è alla scadenza se l’opzione è “europea”, entro la data di scadenza se l’opzione è “americana” • Swaps: contratti “a termine” che vincolano le parti allo scambio di “flussi di cassa”, determinati in relazione ad un’attività “sottostante”, ad una scadenza futura Garofalo_Finance 22 I Credit default swaps (CDS) Contratto swap di tipo C i assicurativo, i i scambiati bi i su mercatii over the th counter, con il quale: • un soggetto gg ((il p protection buyer) y ) si impegna p g ad effettuare p pagamenti g periodici ad una controparte (protection seller) per proteggersi dal rischio di default associato ad un’attività “sottostante” (un’emissione obbligazionaria un portafoglio titoli obbligazionaria, titoli, …); ); • il seller si impegna a corrispondere al buyer il valore nominale del titolo, al netto del suo valore residuo di mercato, se il default si verifica ifi o alla ll riconsegna i d dell tit titolo l Æ Un aumento della quotazione del CDS segnala un peggioramento della valutazione del mercato sulla p possibilità,, da p parte di chi ha emesso il sottostante, di far fronte ai propri impegni Garofalo_Finance 23 Futures Æ Il contratto impegna: • il buyer ad acquistare, alla scadenza, il n.ro di assets sottostanti il contratto pagando il prezzo fissato in anticipo (future price) [l’acquirente sborsa alla stipula ti l una somma minima] i i ] • il seller a consegnare, alla scadenza, il n.ro di assets sottostanti il contratto [il venditore non deve possedere gli assets alla stipula] Æ A seconda della divergenza tra future price (il prezzo fissato in anticipo) e spot price (il prezzo di mercato alla scadenza), si genererà un guadagno/una perdita per le due parti Garofalo_Finance 24 segue: Futures Æ Il contratto t tt è intermediato i t di t d da un soggetto tt terzo, t di garanzia, i lla stanza t di compensazione (Clearing house), che: - riceve alla stipula un deposito iniziale (initial margin) da entrambe le parti: tale deposito è una proporzione minima del valore del contratto concluso - calcola quotidianamente la posizione di ogni operatore, confrontando il prezzo di chiusura del giorno con quello del giorno precedente e addebita/accredita la differenza sul conto della parte temporaneamente in perdita/credito Æ mark to market - obbliga l’operatore che si trovi al di sotto di un limite minimo a fare versamenti sul proprio conto (variation margin) per riportarlo al valore iniziale - consente a ciascuna parte di uscire dal contratto prima della scadenza vendendo[se buyer]/acquistando[se seller] un contratto identico Garofalo_Finance 25 Funzioni dei futures • C Copertura t (h (hedging): d i ) un investitore, i tit assumendo d sull mercato future una posizione uguale, ma di segno opposto pp rispetto p aq quella che detiene sul mercato a pronti, si copre da movimenti avversi dei prezzi dell’attività sottostante (compensa una perdita a pronti con un guadagno a termine termine, e viceversa) viceversa). • Speculativa: ll’investment investment bank bank, che si accolla il rischio rischio, garantisce la liquidità del mercato • Segnaletica: il mercato future trasmette informazioni sulle tendenze attese per le attività sottostanti Garofalo_Finance 26 Options • • • Opzione call Æ l’acquirente, che scommette sull’aumento in futuro del prezzo di mercato delle attività sottostanti (“rialzista”) e, alla stipula, ha sostenuto un costo rappresentato dal premio, premio eserciterà l’opzione l opzione (acquisterà le attività sottostanti dalla controparte, il cosiddetto writer, e le rivenderà sul mercato) solo se la scommessa è vinta [il prezzo di mercato delle attività è maggiore del prezzo di esercizio (strike price)]; altrimenti lascerà spirare l’opzione. Opzione put Æ l’acquirente, che è “ribassista”, eserciterà l’opzione (acquisterà le attività sottostanti sul mercato e le rivenderà al writer) solo se il prezzo di mercato t di ttalili attività tti ità è minore i d l prezzo di esercizio del i i ((strike t ik price). Notare come l’operazione sia “allo scoperto”, nel senso che l’attività che ci si impegna a vendere non sia posseduta dal soggetto al momento della stipula del contratto In entrambi i casi, l’esercizio o meno dell’opzione avviene: alla scadenza se ll’opzione opzione è “europea”; europea ; entro la data di scadenza se l’opzione l opzione è “americana” americana Garofalo_Finance 27 Una formula da Nobel (per l’Economia, 1997): Black e Scholes • Il prezzo di un'opzione un opzione call europea europea, con scadenza T, T valutata in t , è dato da: • Per un'opzione un opzione put europea europea, l'espressione l espressione corrispondente è: dove: - è il prezzo del titolo sottostante; - K è il prezzo d'esercizio dell'opzione; - r è il tasso d'interesse privo di rischio, espresso in base annua; - N ( · ) denota la funzione di ripartizione di una variabile casuale normale; e: è la varianza percentuale istantanea del logaritmo del prezzo del titolo sottostante, espressa anch'essa su base annua. Garofalo_Finance 28 Funzioni delle options • Hedging: copertura delle posizioni sul mercato delle attività sottostanti da movimenti avversi dei prezzi • Arbitraggio: si sfruttano le differenze momentanee di prezzo e, e quindi, quindi di rendimento relative ad una stessa attività • Speculativa: scommessa su variazioni future del prezzo di mercato delle attività sottostanti con relativa assunzione di rischio Garofalo_Finance 29 Swaps • • Interest rate swap: le due controparti si impegnano a scambiarsi, a scadenze periodiche periodiche, pagamenti per interessi (gli importi sono pari al differenziale d’interesse), con riferimento ad un capitale iniziale (detto “nozionale”) Æ Plain vanilla swap: i pagamenti sono riferiti ad una parte pagatrice di un tasso fisso vs una controparte pagatrice di un tasso variabile [in genere, il Libor a 6 mesi + uno spread] Chi paga il tasso fisso riceve quello variabile e viceversa. La scelta del tasso a cui indebitarsi dipende dal principio del “vantaggio comparato”. Currency swap: riferito in genere ad una parte con indebitamento denominato in una data valuta vs una controparte indebitata in una valuta diversa. Le due parti si impegnano a scambiarsi capitali “nozionali” espressi nelle d valute, due l t all ttasso di cambio bi corrente, t all’inizio ll’i i i e, iin di direzione i opposta, t alla fine dello swap. Æ Interest and currency swap: sono previsti sia lo scambio del capitale nozionale espresso nelle due valute sia i pagamenti per interessi ai tassi in vigore nei due paesi Garofalo_Finance 30 Nuovi operatori nel sistema finanziario • Hedge H d ffunds: d fondi f di d’i d’investimento ti t ad d alto lt rischio i hi soggetti tti ad d una normativa ti prudenziale più limitata rispetto agli operatori tradizionali. Fanno ampio uso di derivati e della leva finanziaria. Nel mondo sono più di 11 11.000 000 con un patrimonio di 1 1.500 500 miliardi di $ • Private equity funds: fondi che acquisiscono partecipazioni in società, quotate e non, non con l’obiettivo l obiettivo di migliorarne l’efficienza l efficienza operativa e la struttura finanziaria, per poi rivenderle. Æ Operazioni di: Venture capital Leveraged buy out : si crea una newco con ampio indebitamento che viene fusa con un’altra società, trasferendo lì l’indebitamento. L’intento è quello di rimborsare i debiti con il flusso di redditi attesi dalla società acquisita Management buy out Garofalo_Finance 31 segue: Nuovi global player • Sovereign S i wealth l h funds: f d fondi f di provenienti i id da attivi i id della ll bil bilancia i dei pagamenti gestiti da governi ed istituzioni governative (in primis Emirati Arabi Uniti, Norvegia, Arabia Saudita, Kuwait, Cina, Russia, Singapore) in maniera distinta dalle riserve ufficiali detenute dalle rispettive banche centrali [attività a lungo termine; a rendimenti e rischi elevati]] I capitali complessivi sono pari a 3.000 miliardi di $ Garofalo_Finance 32 La Cartolarizzazione (Securitization) Æ Traferimento del rischio • Cessione di attività (crediti (crediti, derivati, derivati mutui immobiliari) da parte di una società (ad es. una banca) [originator] a terzi [vehicle o Conduit], i quali le “impacchettano” emettendo tt d titoli tit li ““sintetici” i t ti i” ((obbligazioni) bbli i i) garantiti titi d dalle ll attività. Il loro rendimento è solo in parte fisso (interesse); per la parte variabile dipende dai risultati connessii alle ll attività tti ità originarie. i i i N Ne consegue che h il pagamento delle cedole e il rimborso del capitale delle obbligazioni da parte della società vehicle sono condizionati di i id daii pagamentii relativi l i i alle ll attività i i à iin capo alla banca (ad es. pagamenti delle rate dei mutui) Æ ABS ((Asset Backed Securities)) e, se l’attività cartolarizzata è un mutuo con garanzia ipotecaria [ivi inclusi i mutui subprime], MBS (Mortgage Backed Securities)) Garofalo_Finance 33 La cartolarizzazione dei mutui sub-prime • • • I titoli emessi dalla società vehicle sono detti “strutturati” strutturati se l’originator assembla + attività: in questo caso la società vehicle emette titoli con diverso rating [S&P, Moody’s, Fitch], cioè valutazione del rischio di default (da AAA a senza rating). rating) Le tranches di titoli con rating intermedio vengono, a loro volta, “riciclate” in titoli di “secondo livello”: CDO (Collateralized Debt Organizations) se il “riciclo” Organizations), riciclo riguarda titoli con rating AA o A; Mezzanine CDO, se il rating va da BBB a senza rating [il titolo è subordinato nel senso che, in caso di default, il rimborso non è immediato]. immediato] Da notare che entrambi i titoli sono “garantiti” e, grazie alla combinazione con altre attività, presentano una struttura articolata che va da un rating AAA alla sua assenza completa completa. Le tranches di Mezzanine CDO con rating AA e A, a loro volta, possono essere “riciclate” in titoli di “terzo livello”: CDO squared (CDO al quadrato), quadrato) sempre con una struttura articolata. articolata Garofalo_Finance 34 Le previsioni degli operatori finanziari sono razionali? • • • • Si hanno aspettative razionali quando gli operatori formulano previsioni sul futuro andamento di variabili economiche, utilizzando tutte le informazioni di cui possono disporre e nel modo migliore possibile (si presuppone che gli agenti abbiano una buona conoscenza del funzionamento del sistema in cui operano e dei modelli di politica economica) economica). Gli operatori possono così anticipare gli interventi delle autorità di politica economica. Se gli operatori si basano solo sulla situazione presente, non utilizzando tutte le informazioni di cui p possono disporre, p , si p parlerà di aspettative adattive o statiche. L'esistenza delle aspettative razionali fu introdotta da J.F. Muth nel 1961 in un articolo su “Econometrica”. Sul concetto di aspettative razionali si basa la Nuova macroeconomia classica (NMC) (NMC), i cui principali esponenti sono Robert Lucas e Sargent. Portando alle estreme conseguenze il concetto di aspettative razionali ne consegue, come già detto, che le aspettative degli agenti (formulate utilizzando tili d ttutte tt lle iinformazioni f i i di cuii possono di disporre)) sono ugualili alle ll previsioni del modello economico, che spiegano l'evoluzione di tali variabili e sono quindi in grado di anticipare le misure di politica economica. Garofalo_Finance 35 I “fondamentali” fondamentali in Finanza • • • • • L'analisi fondamentale è un approccio che mira a determinare il valore intrinseco (fair value) quotata attraverso metodi matematici, statistici e contabili. Il valore delle azioni di una società q intrinseco delle azioni viene poi confrontato con quello espresso dal mercato per determinare così se il titolo è sovraquotato o sottoquotato. Un'importante presupposto alla base dell'analisi fondamentale è la convinzione che le forze di mercato agiscano in maniera tale da correggere eventuali situazioni di sovraquotazione o sottovalutazione, per riportare i prezzi dal valore di mercato al valore effettivo. In virtù di tali considerazioni, in presenza di un titolo sovraquotato potrà rendersi opportuno vendere il titolo, in presenza di un titolo sottoquotato potrà risultare conveniente acquistare il titolo. Per arrivare a determinare il valore intrinseco delle azioni di una società, l'analisi fondamentale si avvale di una metodologia che comprende l'analisi dell'ambiente macroeconomico di riferimento, ll'analisi analisi del settore di mercato entro cui opera l'azienda l azienda (analisi settoriale settoriale, volta a individuare le prospettive future dei diversi settori economici) e l'analisi dell'azienda (mediante valutazione dei bilanci societari, si cerca di individuare il valore intrinseco della società e la sua capacità di preservare il proprio patrimonio nel corso del tempo e di produrre redditi futuri). Il prezzo “di riferimento“ di un’azione in genere viene ricondotto al valore attuale di tutti i dividendi futuri attesi (gli utili futuri attesi distribuiti tra gli azionisti) legati all'azione all'azione. Eventi più disparati (aumento o diminuzione del costo delle materie prime, variazioni nei tassi di disoccupazione o di inflazione, governi che cadono o cambiano, ecc.) influiscono, anche se indirettamente, sugli utili che potrà fare l'azienda in futuro, quindi sui dividendi, il loro valore attuale e, in ultima istanza, sul valore “fondamentale” delle azioni. Offrire una somma maggiore a tale valore indica che si sta pagando l'azione troppo; se la somma è inferiore, inferiore probabilmente chi è in possesso dell'azione non sarà disposto a cederla. Benché l'analisi fondamentale presenti delle solide basi di tipo razionale, anch'essa è stata sottoposta ad alcune critiche. Tra di esse, il fatto che sia basata su informazioni difficilmente reperibili (specie per il piccolo investitore) o, comunque, disponibili con un certo ritardo e, quindi, suscettibili ibili di portare a conclusioni l i i non sempre in i lilinea con lla situazione i i di mercato. Garofalo_Finance 36 L’equilibrio dei mercati finanziari: il CAPM • • Il Capital C it l Asset A t Pricing P i i Model M d l (CAPM) è un modello d ll di equilibrio ilib i d deii mercati finanziari, proposto da Sharpe in un contributo nel 1964 che valse a lui, insieme con M.M. Miller e H. Markowitz, il Premio Nobel per l'economia nel 1990. In breve, il CAPM stabilisce una relazione tra il rendimento di un titolo e la sua rischiosità, misurata tramite un unico fattore di rischio, detto beta. Il beta misura quanto il valore del titolo si muova in sintonia col mercato. Matematicamente, il beta è proporzionale alla covarianza tra rendimento del titolo e andamento del mercato; tale relazione è comunemente sintetizzata tramite la security market line (v. grafico). Garofalo_Finance 37 segue: CAPM • Il nucleo del CAPM è una relazione attesa qualsiasi titolo () e il tra il rendimento di un q rendimento del portafoglio di mercato, che può essere espressa come: dove sono il rendimento lordo del titolo in questione e del portafoglio di mercato, è il rendimento lordo privo di rischio, e Garofalo_Finance 38 L'ipotesi L ipotesi dei mercati efficienti Secondo una formalizzazione proposta da Eugene Fama in un lavoro del 1970, esistono tre distinte ipotesi di efficienza dei mercati: • Efficienza in forma debole, qualora i prezzi osservati sul mercato riflettano tutta l'informazione contenuta nella serie storica dei prezzi stessi; con una qualche approssimazione, non è possibile formulare una strategia di trading con un rendimento di t atteso tt ((eventualmente t l t corretto tt rispetto i tt all rischio) i hi ) superiore a quello del mercato basandosi solo sull'informazione contenuta nella serie storica dei prezzi; • Efficienza in forma semi-forte,, qualora q i prezzi p di mercato riflettano tutta l'informazione contenuta nella serie storica dei prezzi, più qualunque altra informazione pubblica; proseguendo con la precedente analogia, non è possibile formulare una strategia di trading con un rendimento atteso (eventualmente corretto rispetto al rischio) superiore a quello del mercato basandosi solo sull'informazione di pubblico dominio; • Efficienza in forma forte, qualora i prezzi di mercato riflettano l'informazione contenuta nella serie storica dei prezzi stessi, qualunque altra informazione pubblica nonché qualunque informazione privata; proseguendo ancora pubblica, l'analogia, non è possibile formulare una strategia di trading con un rendimento atteso (eventualmente corretto rispetto al rischio) superiore a quello del mercato basandosi su una qualsiasi informazione privata/privilegiata privata/privilegiata. Garofalo_Finance 39 segue: Mercati efficienti • • • L efficienza in forma forte implica quella in forma semi L'efficienza semi-forte forte che, che a sua volta, volta implica quella in forma debole; le implicazioni inverse, per contro, non valgono. In particolare, l'efficienza in forma debole del mercato è compatibile con il risultato della letteratura teorica sull'asset pricing, in base alla q quale ale i pre prezzii (scontati) delle atti attività ità finanziarie finan iarie sarebbero delle martingale rispetto alla misura di probabilità neutrale al rischio. Il lavoro di Fama del 1970, traendo conclusioni sulla base della letteratura dei 25 anni p precedenti,, sosteneva l'efficienza dei mercati,, se non altro in forma debole. L'evidenza empirica sembrerebbe tuttavia indicare che i mercati spesso non sono efficienti, neanche in forma debole. In particolare, numerosi lavori, prevalentemente basati sulla metodologia di event study g di trading g che conseguono g rendimenti in avrebbero individuato strategie eccesso rispetto al mercato, basate sull'informazione contenuta nei prezzi passati; ciò sarebbe ovviamente incompatibile con l'ipotesi di efficienza dei mercati. Æ Finanza comportamentale per un approccio diverso Garofalo_Finance 40 Le bolle speculative • • • Una particolare fase di un qualsiasi mercato mercato, in primis quelli finanziari, finanziari caratterizzata da un aumento considerevole e ingiustificato dei prezzi, dovuto ad una crescita della domanda repentina e limitata nel tempo. L'eccesso di domanda che spinge verso l'alto in poco tempo il valore di un bene, di un servizio, servizio di una impresa o più semplicemente di un titolo che rappresenta un qualche diritto sugli stessi, si può ricondurre all'irrazionale euforia di soggetti economici convinti che una nuova industria, un nuovo prodotto, una nuova tecnologia potranno offrire cospicui guadagni e registrare una crescita senza precedenti. Scatta pertanto la corsa all'acquisto p q del diritto,, nella speranza p di rivendere lo stesso ad un prezzo superiore. La corsa all'acquisto provoca un aumento del prezzo che conferma, agli occhi di molti, la bontà della precedente previsione di un futuro aumento del prezzo del diritto. Questo stimola ulteriormente gli acquisti e quindi fa aumentare ancora una volta il prezzo. La profezia in altri termini si avvera, inducendo nuovi soggetti economici ad acquistare i medesimi titoli titoli. Tra questi questi, man mano che i valori crescono, si annoverano sempre più soggetti solitamente restii ad acquistare strumenti finanziari dal rischio elevato. L'eccesso di acquisto di un diritto ad un certo punto si arresta. Le cause possono essere almeno tre: è difficile trovare nuovi investitori disposti ad acquistare ulteriori diritti ad un prezzo che nel frattempo è diventato elevato; chi ha comperato diritti in precedenza è spinto a vendere i titoli per monetizzare il guadagno; le ottimistiche prospettive di guadagno precedentemente formulate possono essere riviste e ridimensionate. Garofalo_Finance 41 segue: Bolle • • • • Alla fase di crescita dei valori segue dunque una fase opposta opposta, durante la quale si assiste ad un calo considerevole delle quotazioni. All'eccesso di vendite contribuiscono la consapevolezza che, di fronte a prospettive economiche meno ottimistiche, i valori dei titoli trattati sono destinati a calare e la volontà di molti possessori di titoli di cederli prima che si verifichino ulteriori diminuzioni del valore. Q Quando d il valore l d deii tit titolili scende d repentinamente ti t e sii assiste i t a un cambiamento bi t radicale di l d delle ll prospettive economiche retrostanti, si parla di scoppio della bolla speculativa. Secondo alcune teorie, il mercato finanziario si evolve per fasi cicliche più o meno regolari: una prima fase di accumulazione a crescita piuttosto moderata e regolare e caratterizzata da volumi in p di operatori p aumento e relativamente elevati; è una fase in cui si cominciano a muovere capitali istituzionali. Durante la fase successiva il mercato prende una direzione decisamente rialzista in cui molti operatori anche medio-piccoli si inseriscono nel mercato. A questa fase, che porta i corsi azionari molto in alto con prezzi gonfiati, segue un periodo breve di ulteriore aumento dei valori di mercato in cui gli investitori istituzionali cominciano ad alleggerire le posizioni vendendo agli questa la fase detta di bolla speculativa p a cui q quasi sempre p segue g lo investitori occasionali. È q scoppio della bolla cioè un crollo improvviso del mercato molto spesso collegato a pretestuosi motivi. Tale crollo di solito riporta i valori di mercato indicativamente ai valori originari di inizio ciclo facendo perdere agli investitori non istituzionali gran parte del capitale investito. Nell'estate 2007 i timori dei mercati finanziari sono stati dettati dal settore dei mutui immobiliari per la constatazione che le famiglie americane mostrano una crescente difficoltà a pagare le rate dei mutui immobiliari. Gli analisti hanno prospettato il pericolo che una caduta dei prezzi degli immobili renda evidente che le banche erogatrici dei mutui non hanno sempre rispettato le regole prudenziali degli affidamenti. Garofalo_Finance 42 Un diverso approccio metodologico: il sistema finanziario come sistema complesso • • Un sistema complesso è un sistema in cui gli elementi subiscono continue modifiche singolarmente prevedibili, ma di cui non è possibile, o è molto difficile, prevedere uno stato futuro. Proprietà - Complessità Maggiore è la quantità e la varietà delle relazioni fra gli elementi di un sistema e maggiore è la sua complessità. Le relazioni sono di regola con influssi non lineari. Un sistema è tanto più complesso quanto maggiori parametri sono necessari per la sua descrizione. Il principale obiettivo della teoria della complessità è di comprendere il comportamento dei sistemi complessi, caratterizzati da elementi numerosi e diversi tra di loro e da connessioni numerose e non lineari lineari. I sistemi complessi adattativi (complex adaptive systems) sono sistemi complessi in grado di adattarsi e cambiare in seguito all'esperienza, come gli organismi viventi. - Comportamento emergente I sistemi i t i complessi l i sono sistemi i t i il cuii comportamento t t non può ò essere compreso iin maniera semplice a partire dal comportamento dei singoli elementi che lo compongono, ovvero la cooperazione degli elementi determina il comportamento dei sistemi globali e fornisce loro delle proprietà che possono essere completamente estranee agli elementi che costituiscono il sistema sistema. Garofalo_Finance 43 segue: Sistemi complessi - Auto-organizzazione Auto organizzazione I sistemi complessi adattivi (CAS in inglese) sono sistemi dinamici con capacità di auto-organizzazione composti da un numero elevato di parti interagenti in modo non lineare che danno luogo a comportamenti globali che non possono essere spiegati da una singola legge fisica. La complessità è fortemente legata al caos. La sopravvivenza in ambienti così variabili viene ricercata nel raggiungimento del confine del caos, quella particolare area dove si massimizzano le possibilità ibilità di evoluzione. l i I sistemi i t i complessi l i adattativi, d tt ti i cioè, i è sii situano tra l'eccessivo ordine - una staticità che ricorda da vicino un meccanismo - e l'eccessivo disordine - un caos fuori controllo che può sconfinare nell'anarchia nell anarchia. Garofalo_Finance 44