A cura di Silvio Maffioletti A Z N E CA & I C S I T T O LA VITA A COLORI merito dei nostri coni I l colore rappresenta un importante fattore di L’OCCHIO E LA RADIAZIONE POLICROMATICA condizionamento psicologico, in grado di in- La luce naturale, definita comunemente luce bianca fluenzare le persone sia in senso positivo che (Zingarelli, 2007), è una miscela di energia con lun- negativo. Gli studi di psicosomatica evidenziano che ghezze d’onda differenti, che la caratterizzano come la luce e il colore condizionano l’umore e lo stato radiazione policromatica. Incontrando un oggetto la In realtà il mondo scientifico ha discusso a lungo su come si realizzi la percezione dei colori da parte del sistema visivo, e alcuni aspetti sono ancora dubbi. d’animo delle persone e la ricerca scientifica ha mes- luce può essere assorbita, rifratta, diffusa oppure ri- so recentemente in luce una significativa variazione flessa; il colore che l’oggetto assume dipende soprat- dell’attività ormonale e metabolica indotta dall’osser- tutto dalle caratteristiche della luce rifratta e riflessa. vazione di determinati colori (Rocchitelli, 1994). Il sistema visivo dell’uomo viene stimolato selettiva- 942 AREA SCIENTIFICA mente soltanto da radiazioni luminose con lunghezze realizzi la percezione dei colori da parte del sistema d’onda comprese tra 380 e 760 nanometri (nm). La visivo umano. La “teoria tricromatica della visione”, retina contiene quattro tipi di recettori, i bastoncelli e fondata sull’ipotesi che nel tappeto retinico si potes- tre tipologie di coni, ognuno dei quali contiene un pig- sero distinguere tre tipologie di coni specializzati nella mento dotato di differenti capacità di assorbimento percezione di un colore specifico, era stata proposta delle varie lunghezze d’onda della radiazione lumino- nel 1802 da Thomas Young; il fisico inglese aveva sa. I bastoncelli, che contengono un pigmento chia- sostenuto che il sistema visivo ricava la percezione Tre tipi di fotorecettori, con sensibilità specifica per diverse lunghezze d’onda delle radiazioni luminose, inviano gli stimoli dalla retina al cervello. mato rodopsina (composto da retinale e opsina), ri- di tutti i colori dello spettro visibile grazie alla com- conoscono le variazioni di intensità luminosa ma non binazione dei segnali provenienti dai tre tipi di coni sono in grado di discriminarne le diverse lunghezze primari. Nella sua ipotesi iniziale Young aveva indivi- d’onda, inducendo così una visione priva di colore duato il rosso, il giallo e il blu; successivamente aveva definita scotopica. indicato come colori primari il rosso, il verde e il blu- I coni, in condizioni di adeguata luminanza, consen- violetto. tono la visione dei colori. I tre tipi di coni (coni S, coni La conferma sperimentale all’ipotesi di Young era M, coni L) differiscono tra loro per il tipo di pigmento giunta dalle ricerche di Hermann von Helmholtz, che fotosensibile (iodopsina) che contengono (vedi figura aveva confermato l’esistenza di tre tipi di fotorecettori 1 pag. seguente). Il picco di assorbimento dei coni S, con specifiche sensibilità nei confronti delle diverse che hanno massima sensibilità per il colore blu-vio- lunghezze d’onda delle radiazioni elettromagnetiche letto, è a 437 nm; il loro pigmento è definito cianola- (Meulders, 2001). bile. Il picco di assorbimento dei coni M, che hanno Lo scienziato tedesco aveva inserito tali acquisizioni massima sensibilità per il colore giallo-verde, è a 553 nel suo corposo trattato “Ottica Fisiologica”, eviden- nm; il loro pigmento è definito clorolabile. Il picco di ziando come le tre sensazioni fondamentali (ognuna assorbimento dei coni L, che hanno massima sensi- originata da un cono specifico) restassero indipen- bilità per la gamma dei rossi, è a 564 nm; il loro pig- denti fino al sopraggiungere, a livello della corteccia mento è definito eritrolabile (Pocaterra et al., 2002). cerebrale, del processo della percezione (Helmholtz, LA PERCEZIONE DEI COLORI 1867). Von Helmholtz sottolineava quindi che la fisica Il mondo scientifico ha discusso a lungo su come si analizzava le frequenze di vibrazione della luce, ma il 43 OTTICA & SCIENZA colore era soprattutto un fenomeno psicologico (vedi figura 2). Nel 1878 Edwald Hering aveva integrato il modello di Young-Helmholtz con la “teoria dei processi opposti di colore” che presupponeva l’esistenza, ad un livello di elaborazione successivo rispetto ai coni, di tre canali percettivi: un canale specializzato per la visione alternata del giallo e del blu, un canale specializzato per la visione alternata del rosso e del verde e un canale specializzato per la visione del bianco o del nero. Ma ancora mancavano alcuni tasselli al completamento del puzzle riguardante il modello della percezione dei colori da parte del sistema visivo dell’uomo. Le teorie di Young- Helmholtz e di Hering non riuscivano infatti a spiegare alcuni fenomeni percettivi relativi alla costanza del colore e alla risposta percettiva in differenti condizioni di illuminazione. A questi fenomeni ha dedicato i suoi studi Edwin formulazione Figura 1 - Curva di sensibilità alle varie lunghezze d’onda dei coni S (short), M (middle) e L (long). Tratta da www.diodati.org/scritti/2002/g_colori/colori06.asp della teoria chiama- Secondo il modello retinex il sistema visivo individua ta “retinex” (retinal + i colori attraverso l’impiego di vie visive parallele, cortex) secondo la ognuna delle quali maggiormente sensibile a una quale la percezione frazione limitata dello spettro (canali del rosso-ver- del colore si forma de, del blu-giallo, del bianco-nero). a livello cerebrale, Attraverso questi canali il sistema visivo determina la dove gli stimoli tra- luminosità relativa di ogni parte colorata e dal con- smessi dalla retina fronto dei diversi valori di luminosità relativa emer- Land, alla Figura 2 - Hermann von Helmholtz (1821-1894). Lo scienziato tedesco (che per l’importanza dell’itinerario intellettuale e l’ampiezza delle ricerche riguardanti la percezione visiva è considerato il padre dell’optometria europea) si è occupato della visione dei colori a metà dell’Ottocento, confermando e perfezionando la teoria tricromatica di Young. 44 giungendo vengono analizza- gono i colori percepiti della scena visiva. ti, elaborati in varie Land, con il modello retinex, è quindi andato oltre aree della corteccia una concezione della visione dei colori oggettiva e cerebrale infine dipendente dalle lunghezze d’onda che stimolano integrati in un’unica i tre diversi tipi di coni, sottolineando l’esistenza di percezione. una natura soggettiva della percezione cromatica e AREA SCIENTIFICA che dipende dall’illuminazione e dal contesto della pire il verde) e tritanopia (incapacità di percepire il blu). scena osservata (Pocaterra et al., 2006). I soggetti monocromati non sono in grado di discri- La percezione del colore è quindi il prodotto dell’in- minare alcun tono cromatico; si distinguono in sog- terazione tra la struttura anatomica degli oggetti, il getti rodmonocromati (a visione essenzialmente di loro comportamento quando la radiazione luminosa tipo scotopico) e conemonocromati (con visione di visibile li illumina, la sensibilità dei fotorecettori retini- tipo fotopico). ci e l’attività della psiche (Rossetti, Gheller, 2003). L’indagine della percezione cromatica, sempre op- Secondo la teoria più avanzata la percezione del colore si formerebbe a livello di corteccia cerebrale, dove diverse aree sarebbero deputate ad elaborare gli stimoli e formare l’immagine percepita. LE ALTERAZIONI DELLA VISIONE DEI COLORI portuna, è di primaria importanza sia nei bambini, L’assenza della percezione di una sensazione co- per fare emergere eventuali anomalie, che nei casi lorata è detta anopsia, mentre una sua ridotta per- in cui dal colloquio con il soggetto esaminato emer- cezione è definita anomalia. Classificando i soggetti gano sintomi riconducibili a problemi di percezione sulla base del riconoscimento dei tre colori fonda- dei colori o di riduzione della capacità visiva. mentali (blu, verde e rosso), si possono distinguere: • soggetti tricromati normali; • soggetti tricromati anomali; RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • Helmholtz H., Handbuch - Der physiologischen optik, Voss, Leipzig, 1867. • soggetti dicromati; • Meulders M., Helmholtz - Dal secolo dei Lumi alle • soggetti monocromati. neuroscienze, Bollati Boringhieri, Torino, 2001. Il soggetto tricromate è dotato di normale perce- • Pocaterra R., Gentile A., Santacatterina S., Vasileiou N. - La percezione dei colori, corso ECM, zione dei colori. Le persone con visione tricromate Assopto Milano Acofis, 2002. anomala presentano una ridotta sensibilità; la loro • Pocaterra R., Gentile A., Santacatterina S. - Test anomalia si suddivide in protanomalia (sensibilità ri- optometrici per la valutazione della percezione cromatica, Atti del 32° congresso nazionale dotta al rosso), deuteranomalia (sensibità ridotta al dell’Albo degli optometristi, Padova, 2006. verde) e tritanomalia (sensibilità ridotta al blu). • Rocchitelli V., Psicologia dei colori, in Ottica I soggetti con visione dicromate possiedono la fun- Italiana, settembre 1994. • Rossetti, Gheller - Manuale di optometria e zionalità soltanto di due dei tre pigmenti visivi; la loro contattologia, Zanichelli, Bologna, 2003. anomalia si suddivide in protanopia (incapacità di • Zingarelli N. - Lo Zingarelli 2008, Zanichelli, percepire il rosso), deuteranopia (incapacità di perce- Bologna, 2007. 45