6 Mercoledì 3 Novembre 2010 PRIMO PIANO Partita l’indagine. La Procura di Roma apre un’inchiesta. Allarme della Camera: esami lumaca Viale Arenula accelera sui notai Entro la settimana Alfano vuole fare luce sul concorso DI ROBERTO MILIACCA S oluzione in tempi rapidi per il concorso notarile sospeso per ragioni di ordine pubblico. Ieri il capo del dipartimento degli affari generali del ministero della giustizia Italo Ormanni, ha avviato l’istruttoria per capire come è andata realmente venerdì alla Fiera di Roma, aprendo il verbale della commissione d’esame custodito nella cassaforte del dicastero (peraltro ieri la procura di Roma, come era stato anticipato da ItaliaOggi, ha anche aperto un fascicolo processuale sulla bagarre scoppiata in occasione del concorso da notaio, sulla base di una informativa arrivata a piazzale Clodio). L’obiettivo è uno solo: il ministro Angelino Alfano vuole chiudere rapidamente la vicenda, addirittura già entro questa settimana, come fanno sapere da viale Arenula, decidendo allo stesso tempo sia sulla validità delle due prove effettuate che sui diritti acquisiti dai concorrenti che hanno partecipato nei giorni scorsi al concorso. Sì, perchè questo è un problema non da poco, visto anche che le nuove regole sul concorso, entrate in vigore a luglio 2009, prevedono, tra le altre cose, il tetto dei 50 anni per poter partecipare al concorso notarile. Cosa succederebbe, per esempio, se, alla nuova data che verrà fissata per le prove, che comunque non potranno essere individuate prima dei prossimi 60 giorni, tenendo conto della «vacatio legis» e anche degli aspetti più puramente logistici dell’organizzazione della nuova sessione, il candidato non avrà più l’età per concorrere. così come previsto dall’art. 66 della Legge 18 giugno 2009, n. 69? Ma questa è solo una delle questioni sul tappeto. L’altra, non meno piccola, è che comunque, in questi anni, le lungaggini dello svolgimento del concorso notarile sono una realtà talmente seria che il legislatore sta cercando di intervenire per cercare di accorciare i tempi tra il momento di esperimento delle prove e l’assegnazione delle sedi vacanti ai vincitori. In commissione giustizia alla Camera dei deputati, per esempio, è incardinato, da giugno, un ddl intitolato «Disposizioni in materia di assegnazione di posti nei concorsi notarili» (AC 2661, presentato da Antonio Pepe, Pdl) che punta, tra le altre cose, ad ampliare il numero di posti da notaio da poter bandire (+15%), ma anche a chiudere con le tornate concorsuali passate (quella del 2006, per esempio, è ancora aperta, e non sono state ancora assegnate le sedi vacanti a causa della lunghezza dei tempi di correzione delle prove). Per assurdo, quella che agli occhi dei più appare essere una casta, alla pari di quella dei magistrati, è invece in grande sottorganico rispetto a quello che prevede la legge: il numero attuale di sedi notarili in Italia è pari a circa 5.700, mentre in esercizio ci sono poco più di 4500 notai, con un numero di sedi vacanti pari quindi a circa il 20%. A fare il punto sulla situazione del notariato, è stato Roberto Cassinelli, avvocato genovese e deputato del Pdl in commissione giustizia a Montecitorio. Che pochi giorni fa, illustrando alla Camera alcuni emendamenti al ddl 2661, ha spiegato qual è la situazione: «Occorre ricordare la sempre più cronica «paralisi» del concorso notarile, con la conseguente esasperante lentezza con cui vengono coperte le sedi notarili in Italia. In media attualmente le procedure del concorso, dal bando al decreto di nomina, durano più di 4 anni. Tanto per fare un esempio, e prendendo a riferimento gli ultimi due concorsi, per quello bandito nel 2006, le prove scritte si sono tenute ad ottobre del 2007, i risultati sono usciti a luglio del 2009 (17 mesi dopo), gli orali si sono tenuti alla fine del 2009, e ad oggi, (e quindi a quattro anni dal bando) ancora non è stata neanche approvata la graduatoria», racconta Cassinelli. «Il concorso successivo è stato bandito nel 2008, le prove scritte si sono tenute a marzo 2009, e ad oggi ancora si è lontani dalla fine della correzione di tali prove il che significa che sicuramente ci vorranno non meno di 2 anni solo per terminare la correzione degli scritti. Angelino Alfano Recentemente, tra l’altro, con decreto del Ministero della giustizia, la pianta organica dei notai è stata aumentata di 467 unità, rendendo così le sedi notarili attualmente vacanti più di 1000, ovvero un quinto dell’intera pianta. Sino ad oggi, ogni anno vengono in media ad essere libere circa 156 sedi notarli, mentre, considerando i tempi «biblici» dell’iter di un concorso notarile medio, vengono coperte in media circa duecento sedi ogni tre o quattro anni». Un risultato Cassinelli, l’ha già ottenuto: in commissione è stato infatti votato l’emendamento che consente al ministero della giustizia di poter elevare del 15% i posti da mettere a concorso nell’anno. Ora resta da vedere se verrà approvata anche la norma che salva i diritti dei partecipanti ai vecchi concorsi e che oggi sono ultra50enni. Cassinelli, interpellato da ItaliaOggi, non esclude del tutto la possibilità che il governo possa inserire nel ddl un emendamento che salvi i diritti dei concorrenti anche di questa sessione concorsuale sospesa. «Tutto è possibile», dice Cassinelli, «l’importante però ora è che il ministero della giustizia faccia al più presto chiarezza sulle responsabilità di quello che è successo venerdì a Roma». © Riproduzione riservata AL CENTRO DELLA SCENA, MENTRE TUTTO SVAPORA, RESTA SOLTANTO LA LEGA. NON È UNA GRAN VISTA I politici saranno grotteschi, ma la società è incivile L’Italia è un paese diviso e popolato da gente che cura soltanto i propri interessi personali DI DIEGO GABUTTI di vita», anche quando è uno stile di vita el centocinquantenario tipo Sapore di mare 2 oppure Vacanze di dell’Unità d’Italia, inumata nel Natale 3, che lo rende ridicolo, se non agli 1946 una monarchia fellona e occhi dei gazzettieri di riferimento, pronti poi interrata troppo precipitoa giustificare ogni cosa, specie gli eccessi, samente una prima repubblica di cui oggi almeno agli occhi sempre più sospettosi si rimpiange persidegli elettori libeno la smania di burali e moderati (che È il paese dove Gianfranco Fini starelle, la speranza all’inizio, mentre il preferisce evitare di disturbare è che la nazione soteatrino della polipravviva anche al tica si trasformava la magistratura riformando seppellimento, che dalla sera al mattila giustizia perché teme (lui!) appare prossimo, no in una grottesca un ritorno la fascismo. È il della seconda repochade, magari si paese dei falsi invalidi, dell’impubblica. piegavano in due piego pubblico divora-risorse e Qualcuno, per dal ridere, ma che dei baby pensionati che vivono chiamarsi fuori da adesso assistono alla spalle dei contribuenti per ogni responsabilità, impassibili, e sempotrebbe sostenere pre meno divertiti, due terzi della loro vita. che a provocare lo allo spettacolo). Se È il paese con uno dei carichi sfacelo del paese siala classe politica fiscali più alti del mondo. no il «bunga bunga», della prima repubÈ un paese eternamente il giustizialismo diblica, scettica e calsull’orlo di un guerra civile, ieri pietrista, le abissali colatrice, sembrava tra la borghesia e il proletariato, fesserie radicalchic uscita da un film di oggi tra Nord e Sud dei vendoliani, il Alberto Sordi, quelparco veline di Lele la della seconda reMora, le proprietà pubblica è uscita, immobiliari di Claudio Scajola e le magadritta dritta, da un film cochon di Lino gne monegasche del duce futurista, cioè Banfi o Lando Buzzanca (quelli imbottil’esibito immoralismo della casta politica. ti di volgarità gratuite, film provinciali, Ma i politici sono per definizione esibiziopecorecci, che infestavano le sale cinemanisti e immoralisti. Non ce n’è uno, tra tografiche negli anni settanta, quando la loro, che sia disinteressato e altruista, o stella della commedia all’italiana, insieche non ami ripetere, con Silvio Berluscome al boom economico da cui era nata, ni, d’essere «orgoglioso» del proprio «stile era ormai definitivamente svanita dai N meridionali. È il paese in cui Gianfrancieli della repubblica). Ma la verità è che co Fini preferisce evitare di disturbare gl’irragionevoli e impresentabili politici la magistratura riformando la giustizia oggi al potere non hanno quasi colpa. perché teme (lui) un ritorno al fascismo. Sono inetti ma a loro modo innocenti. O È il paese dei falsi invalidi, dell’impiego almeno non sono peggio (anzi) della sociepubblico divorarisorse e dei baby pentà civile che dovrebbero governare. sionati che vivono Sveglia, italiani. alle spalle dei conNon siamo la SvizSe la classe politica delle prima tribuenti per due zera. Questo è il parepubblica, scettica terzi della vita. È il ese della camorra, paese con uno dei della mafia, delle e calcolatrice, sembrava uscita carichi fiscali più tong cinesi, della da un film di Alberto Sordi, alti del mondo. È un ’ndrangheta, delle quella della seconda repubblipaese eternamente ghenghe rumene e ca è uscita, diritta diritta, da sull’orlo di qualche albanesi. È il paese un film cochon di Lino Banfi guerra civile, ieri dei moti insurreo Lando Buzzanca (quelli (come recitavano zionali per la spazimbottiti di volgarità gratuite, le fesserie strillate zatura. È il paese dal minculpop dei dei centri sociali, di film provinciali, pecorecci, che partiti progressiAnnozero, dell’antiinfestavano le sale cinematosti di massa) tra politica sub specie grafiche negli anni Settanta, borghesia e prolegiornalismo di scuoquando la stella della commetariato, oggi (più la bergamasca, stile dia italiana, assieme al boom minacciosamente Libero e il Giornale, economico da cui era nata, ancora) tra nord e oppure di scuola faera definitivamente svanita) sud. sciorobesperriana, «Sono uno statitipo il Fatto quotista, non un capocodiano. È il paese mico», disse una volta Benito Mussolini in cui Muhammar Gheddafi, quando gli (a proposito di pericolo fascista). Ma nagira, pianta le sue tende e spiega il Coturalmente mentiva o (peggio ancora) lo rano a una platea di cinquecento «girl», o credeva davvero. Politici grotteschi, una meglio «gherl», come venivano chiamate società incivile. Al centro della scena, le ballerine ai tempi dell’avanspettacolo. mentre tutto il resto svapora, resta solÈ il paese dei neocomunisti al governo tanto la Lega. Non è una gran vista. (anche se «governo», naturalmente, è da © Riproduzione riservata noi una parola grossa) d’intere regioni