Egr. Lo so che il tempo è denaro e spiegare tutto in due righe è difficile ma ci proverò
Chi Le scrive è presidente dell’Associazione Nazionale Tecnici Apparecchiature Biomediche
(A.N.T.A.B.).Nata nel 96 per volontà di un gruppo eterogeneo di tecnici ospedalieri per tutelare
,valorizzare,riconoscere la figura del tecnico delle app. biomediche conta oggi 250 iscritti, anche se
fra realtà pubbliche e private il numero dovrebbe aggirarsi attorno al migliaio.
L’uso della tecnologia in ambito medico ha radici lontane ma l’uso massivo è piuttosto recente e
negli ultimi trentanni il medico e/o il chirurgo si sono trovati a gestire un numero sempre più alto di
ausili tecnici, creati allo scopo di migliorare le performance, ridurre i tempi di intervento, e
diminuire i disagi per il paziente.
Ne consegue un bisogno riflesso di avere questi ausili tecnologici sempre:
•Disponibili,Sicuri,Efficaci
Ci si è accorti anche che tutto questo ha un costo;se da un lato c’era bisogno di progettare e
sviluppare dispositivi sempre più performanti dall’altro lato c’era bisogno di persone in grado di
verificare, certificare ,mantenere tali dispositivi.
Questi tecnologhi a differenza dei loro predecessori non devono essere più “sterili”conoscitori della
fisica elettrica o elettronica della meccanica e della pneumatica, ma devono “invadere” la sfera
medica per acquisire quelle conoscenze applicative utili nella gestione della strumentazione e
nell’interazione con i soggetti preposti alla cura del paziente.
Il tutto mantenendo la centralità del medico e del suo staff.
Tale competenza è già presente in centri importanti quali Roma , Milano, Trieste ,Bolzano,Varese
Firenze ma non è riconosciuta.
Lei a questo punto potrebbe obiettare che per i dispositivi medici ci sono le case costruttrici ,io le
ribatto dicendo che far intervenire una ditta comporta dei costi più o meno elevati legati a fattori
quali distanza ,disponibilità ,gravità del danno;ma in una sanità odierna che deve fare i conti con
budget sempre più risicati ciò alle volte può rappresentare un problema.
Se invece all’interno delle strutture vi è del personale formato addestrato anche dal produttore
stesso, in grado d’intervenire con cognizione di causa e mantenere elevati gli standard di sicurezza
posso affermare senza tema di smentita ,dati alla mano un abbattimento dei costi e una aumento
della sicurezza intrinseca delle apparecchiature impiegate; con questo tipo di competenze tragedie
come quella del Galeazzi si potevano evitare.
Ciò che io le chiedo a questo punto e un suo interessamento presso le sedi competenti affinché il
riconoscimento della figura del Tecnico delle apparecchiature biomediche divenga realtà.
Confido in un suo positivo riscontro e rimango a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Massimo Giuliani
presidente