WALRAS E L’EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE (CAP. I) Definizione del problema Dati: dotazioni, tecnologia e preferenze Incognite: prezzi e quantità di beni di consumo, dei fattori produttivi e dei servizi degli stessi fattori produttivi Obiettivo (non raggiunto) di costruire una teoria economica ‘pura’. Infatti il contesto di riferimento è chiaramente quello capitalistico: quattro categorie di soggetti che operano in condizioni di concorrenza perfetta: i proprietari dei capitali personali, i proprietari delle terre, i proprietari dei beni capitali, gli imprenditori Definizione di ‘ricchezza sociale’: utilità e scarsità sono le proprietà che rendono la ricchezza ‘appropriabile’, oggetto di scambio e oggetto di attività produttiva. Distinzione tra ‘capitali’ e ‘redditi’: capitali: terre, capitali personali, capitali propriamente detti redditi: beni di consumo non durevoli, beni intermedi, servizi dei fattori produttivi La logica del tâtonnement Quattro ‘stadi’ della teoria dell’equilibrio L’equilibrio come condizione oggettiva e soggettiva: il tâtonnement conduce alla condizione p=SMT=SMS che garantisce l’efficienza nella produzione e nello scambio. Prezzi relativi e prezzi assoluti: la legge di Walras e l’omogeneità di grado zero delle funzioni di domanda e offerta La determinazione dei prezzi assoluti e la teoria quantitativa della p ⋅Y moneta: la condizione = Ms consente di determinare il livello V generale dei prezzi p (il primo membro è la domanda di moneta, dove V è la velocità di circolazione della moneta e Y un indice delle quantità di beni e servizi da scambiare, ed il secondo membro (Ms) è l’offerta di moneta. Separazione tra grandezze reali e grandezze monetarie. Problemi aperti: realismo, il capitale, stazionarietà/nozione di equilibrio IL MODELLO (secondo stadio) Definizioni: U: utilità Yj, j=1,2, …, n: quantità domandate degli n beni di consumo Xe, e=1,2, …, m: quantità offerte degli m servizi dei fattori produttivi yj, j=1,2, …, n: quantità offerte degli n beni di consumo xe, e=1,2, …, m: quantità offerte degli m servizi dei fattori produttivi pj= prezzi degli n beni di consumo ve= prezzi degli m servizi dei fattori produttivi Il comportamento dei consumatori: Max U (Y1,…Yn,…X1…Xm) soggetta al vincolo: ΣpjYj-ΣveXe=0 j=1,…n; e=1,…m Si ottengono n equazioni di domanda di beni Yj=f(p1,…, pn, v1,…vm) ed m equazioni di offerta di servizi Xe=g(p1,…pn, v1,…vm) Il comportamento degli imprenditori: Max Π=Σpjyj-Σvexe soggetta ai vincoli tecnici che ‘legano’ gli output agli input h(y1,…yn,x1…xm)=0. Si ottengono n equazioni di offerta di beni yj=Φ(p1,…pn,v1…vm) ed m equazioni di domanda di servizi xe=θ(p1,…pn,v1…vm) Condizioni di equilibrio Yj(p1,…pn,v1…vm)=yj(p1,…pn,v1…vm) Xe(p1,…pn,v1…vm)=xe(p1,…pn,v1…vm) Si tratta di m+n equazioni di cui una non è ‘indipendente’ La legge di Walras e il numerario Si supponga che: Yj=yj j=1,…n Xe=xe e=1,…m-1 e che siano rispettati i vincoli di consumatori e imprenditori: ΣpjYj-ΣveXe=0 Σpjyj-Σvexe=0 Essendo i primi termini tra loro uguali allora anche i secondi termini dovranno esserlo cosicché anche la m-esima condizione di equilibrio (Xm=xm) sarà necessariamente verificata. Le equazioni (condizioni di equilibrio) indipendenti sono quindi m+n-1 e consentono di trovare altrettanti prezzi relativi. ALFRED MARSHALL (1842-1924) Principles of Economics (1890, 8° ed. 1920, 9° ed. 1961) • Equilibri parziali • Distinzione tra spostamenti lungo una curva e spostamenti della curva di domanda • Definizione di concorrenza • Impresa e industria nel breve e lungo periodo IRVING FISHER (1867-1947) The Theory of Interest (1907) Oltre all’equazione degli scambi o ‘equazione di Fisher’ che sintetizza la teoria quantitativa della moneta, è noto per la sua teoria dell’interesse. Alla base del fenomeno dell’interesse vi è l’impazienza, intesa come sottostima del futuro Saggio di sconto ‘soggettivo’ (rs), funzione del reddito e della sua ‘distribuzione’ nei vari periodi. I vari soggetti domanderanno o offriranno prestiti fino al punto in cui il saggio di sconto soggettivo coincide con il saggio d’interesse di mercato (rs=rm per tutti i soggetti). La tecnologia offre possibilità di modificare i flussi di reddito e vi sarà quindi una domanda di prestiti a fini di ‘investimento’. ROBBINS E L’ECONOMIA DEL BENESSERE (CAP. II) LIONEL ROBBINS (1898-1984) 1932: Saggio sulla natura e l’importanza della scienza economica Esplicitazione del concetto di ‘scienza economica’ implicito nella teoria dell’equilibrio economico generale, ed in particolare nella nozione walrasiana di scarsità. L’aspetto economico della condotta umana si qualifica per quattro elementi: 1) molteplicità degli scopi 2) ‘ordinabilità’ degli scopi 3) limitatezza dei mezzi 4) fungibilità dei mezzi per usi alternativi La scienza economica “studia la condotta umana come una relazione tra scopi e mezzi scarsi applicabili ad usi alternativi”. I Fondamenti dell’Analisi Economica (1947) di Paul Samuelson riprendono questa concezione. • Economia come scienza deduttiva: l’economia (‘pura’ come in Walras) formula le proprie ‘leggi’ a partire da assiomi su preferenze e tecnologie considerati rispondenti alla realtà; • Neutralità rispetto ai fini: l’economia come scienza ‘positiva’ e non ‘normativa’; • Economia e tecnica: la superiorità tecnologica di un metodo di produzione non implica la sua superiorità economica. ECONOMIA DEL BENESSERE E ‘OTTIMO PARETIANO’ La concezione utilitarista, che risale a Bentham (1748-1832) e si ritrova poi in Arthur Cecil Pigou (1877-1959) è riassumibile nel motto coniato da Bentham: ‘è la massima felicità del massimo numero che costituisce la misura del giusto e dell’ingiusto’. Il confronto tra le variazioni dei gradi di benessere di individui diversi indotte da possibili interventi di politica economica (necessario per individuare il livello del ‘benessere sociale’ associato ad ogni possibile allocazione delle risorse) implica però un giudizio di valore che è rifiutato dalla concezione di Robbins. Resta il problema di definire una nozione di ‘ottimo’ per la società nel suo complesso ed inoltre quello di individuare la ‘migliore’ tra le possibili forme di mercato. A tali questioni dà una risposta Pareto nel Manuale di Economia Politica del 1906. Il problema della gerarchia tra le forme di mercato richiede un criterio per confrontare allocazioni diverse. Nella concezione paretiana una configurazione è ottima quando le altre sono ‘inferiori’ o ‘non confrontabili’. La concorrenza perfetta realizza garantisce l’ottimo paretiano nella produzione e nello scambio (a condizione che le tecnologie e le preferenze siano ‘convesse’). Ad ogni distribuzione iniziale delle risorse corrisponde una diversa posizione di ottimo sociale. Una delle principali implicazioni della concezione di Pareto è la non confrontabilità di diverse posizioni di ottimo caratterizzate da diverse distribuzioni iniziali delle risorse. La Nuova Economia del Benessere si contrappone all’Economia del Benessere pubblicata da Pigou nel 1920. • Criterio di indennizzo (ampliamento intervento per la politica economica). delle possibilità di • Corrispondenza biunivoca tra ottimo paretiano e concorrenza perfetta (2° teorema dell’economia del benessere). Rilevanza ai fini della pianificazione ove sia ‘determinato’ il problema della distribuzione iniziale delle risorse (e dello sviluppo). • Funzione del benessere sociale e teorema dell’impossibilità di Kenneth Arrow (in Social Choice and Individual Values del 1951, Arrow dimostra che senza ammettere confronti interpersonali non è possibile costruire una funzione del benessere sociale, a meno di accettare come rappresentative le preferenze di un dittatore). ECONOMIA MATEMATICA ED ECONOMETRIA (CAP. VIII)*** Già prima di Walras, Cournot nel 1838 aveva cominciato ad usare il linguaggio matematico. Nella teoria dell’Equilibrio Economico Generale il linguaggio matematico consente di verificare la coerenza logica della teoria. Negli anni ’30, si ha una ripresa degli studi sull’ Equilibrio Economico Generale per provare la stabilità e l’esistenza di soluzioni economicamente significative: Hicks 1939 sul primo aspetto; Wald 1936, matematico ungherese, sul secondo: Le disuguaglianze. IL MODELLO DI VON NEUMANN del 1937 usa le disuguaglianze per formulare un modello di ‘crescita equilibrata’: • non esistono fattori originari (tutti i fattori sono prodotti nel periodo precedente); • il consumo è concepito come l’input di un ‘processo’ che produce lavoro; • in ogni periodo si possono utilizzare come input al massimo gli output del periodo precedente (se il fabbisogno è inferiore alla disponibilità p=0); • i ricavi devono essere al più uguali ai costi maggiorati degli interessi (se inferiori q=0); • le qi devono crescere tutte nelle stesse proporzioni. Von Neumann dimostra l’esistenza di un vettore di q, di un vettore di p, di un tasso di crescita (il massimo consentito dalla tecnologia) = al tasso d’interesse (il minimo possibile per rispettare la condizione di assenza di profitti). Riemerge la nozione di sovrappiù (interamente reinvestito) e l’idea di un residuo non ‘imputabile’ ad alcun fattore originario. Teorema dell’autostrada equilibrata. e rilevanza dell’ipotesi di crescita I MODELLI MACROECONOMICI: Harrod (1939) e (1949) e Domar (1946) e (1947). Rinvio L’ECONOMETRIA: Studi sulla domanda: Schultz (USA 1938) e Wold (Svezia 1940-52). Leontief (1941) e l’analisi input-output. Il modello dinamico (1953). La programmazione lineare: è necessario che i problemi economici siano rappresentabili attraverso funzioni lineari, ad es. rendimenti costanti nella produzione. • Analisi delle ‘attività’: trasformazioni di input in output attraverso tecniche e coefficienti fissi. • Dualità:L’identificazione delle tecniche ottime per realizzare un obiettivo corrispondente a determinate quantità di beni e servizi implica l’individuazione dei prezzi delle risorse, per ogni insieme di prezzi dei beni da produrre. LA TEORIA DEI GIOCHI: Von Neumann e Morgenstern (1944). IL DIBATTITO SULLA PIANIFICAZIONE (CAP. IX)*** Von Mises (1920) sull’irrazionalità ‘congenita’ delle economie pianificate: l’efficienza del processo di scelta richiede che i prezzi siano indici di scarsità delle risorse, cosa che è possibile solo se i prezzi si determinano attraverso le forze della domanda e dell’offerta in un libero mercato. Risposta ante litteram a Von Mises da parte di Barone (1908): Il sistema di equazioni dell’Equilibrio Economico Generale consente di individuare i prezzi senza passare per il mercato (a partire dai dati costituiti da risorse, tecnologia, preferenze). Hayek (1935) e Robbins (1934) riconoscono, in contrasto con Von Mises, la possibilità teorica del calcolo dei prezzi in un’economia pianificata, ma negano la capacità pratica di tale calcolo (troppo complesso e troppo ‘lungo’). La prima risposta è quella di Lange (1936-7) con la nozione di socialismo di mercato. Secondo Lange, Hayek e Robbins hanno sostanzialmente ragione e le economie pianificate devono ‘simulare’ il mercato: efficienza delle unità produttive e pianificatore centrale che si limita sostanzialmente a svolgere il ruolo di banditore. Vengono però meno le caratteristiche tipiche di un’economia pianificata. Dobb (1955) contesta alla radice l’impostazione del dibattito scelta da Von Mises sostenendo la superiorità della pianificazione nell’aumento delle risorse più che nell’allocazione efficiente di risorse date. Il mercato non è in grado di garantire soprattutto gli investimenti necessari ai paesi in via di sviluppo. Ma anche l’accumulazione deve avvenire in modo efficiente. Il calcolo effettivo diventa sempre più possibile grazie alle tecniche econometriche e all’informatica. LA TEORIA CONTEMPORANEA DELL’EQUILIBRIO ECONOMICO GENERALE (CAP. XIII) IL MODELLO DI ARROW-DEBREU (1954) Theory of Value di Gerard Debreu (1959) Ripresa del metodo assiomatico, senza pretesa di realismo. Le merci si distinguono anche per data, luogo di consegna e ‘stato di natura’. Tale distinzione consente di trattare fenomeni economici quali il risparmio, l’investimento, l’interesse, il commercio internazionale ecc., come ‘casi particolari’ di una teoria generale ‘pura’ dello scambio di merci, anche in presenza di incertezza. Ipotesi di mercati completi: ‘a pronti’, ‘a termine’, condizionati. Le transazioni avvengono tutte all’inizio del periodo e l’esecuzione dei contratti durante il periodo. In un contesto di concorrenza perfetta esiste un insieme completo di prezzi ‘market clearing’, di piani di produzione e di consumo per tutto l’arco temporale futuro (indeterminato) che, dati i vincoli, rende massimo il profitto (intertemporale) di ciascun produttore e l’utilità (intertemporale) di ciascun consumatore. Il concetto di equilibrio intertemporale era già stato introdotto da Friedrich von Hayek nel 1928. L’equilibrio è ‘istantaneo’ nel senso che si realizza ‘prima’ che l’attività economica abbia luogo. Non vi è alcun motivo di detenere moneta come ‘riserva di valore’. Esistenza, unicità e stabilità dell’equilibrio come requisiti per la significatività della teoria. E’ quindi essenziale il ruolo del banditore che impedisce la realizzazione di scambi ‘a prezzi falsi’. Problemi di realismo: market clearing, mercati completi, assenza di incertezza e di moneta, istantaneità delle transazioni, indeterminatezza del periodo di riferimento L’EQUILIBRIO TEMPORANEO John Hicks (Value and Capital 1939). Mercati incompleti ed economia ‘sequenziale’ con contratti stipulati ‘ogni lunedì’ sulla base di date aspettative. I prezzi si formano il lunedì e i contratti vengono eseguiti durante la settimana. Le aspettative possono non essere realizzate (mercati incompleti) e il lunedì successivo ‘si riparte’. L’incertezza non è eliminata alla radice e vi sono quindi motivi per detenere moneta. L’equilibrio perde i connotati di ottimalità.