# ESEMPI DI REALIZZAZIONE ELETTRICA DELLE AZIONI ELEMENTARI ANTICIPATRICE ED ATTENUATRICE # E’ interessante e opportuno mostrare alcuni esempi di come possono venire realizzate praticamente le funzioni elementari di correzione tramite ricorso a reti elettriche passive di tipo RC. Consideriamo la seguente rete (rete anticipatrice): R1 C Vi R2 Determiniamo la f. di t. tra la tensione in ingresso Vi e la tensione in uscita Vu. Vu Le ipotesi di lavoro sono: • impedenza in ingresso nulla; • impedenza ai morsetti d’uscita infinita (tensione a vuoto o a circuito aperto). Tali ipotesi corrispondono alle ipotesi di non interazione con i blocchi adiacenti (assenza di effetti di carico). Ponendo: Z1 = R1 1 + R1Cs e si può utilizzare la regola del Z2=R2 partitore di tensione e scrivere: G(s) = e ponendo G ( s) = Vu ( s) Z2 = = Vi ( s ) Z 1 + Z 2 R2 1 = <1 R1 + R2 ma 1 (1 + τ a s ) ma τ a 1 + s ma e R2 R2 + R1 1 + R1Cs R1C=τa = (1 + R1Cs ) R2 R1 + R2 R2 1 + R1Cs R1 + R2 si ottiene: che, a parte il guadagno 1/ma (attenuazione) è proprio la f. di t. caratteristica di una azione anticipatrice. 1 Per ottenere la correzione anticipatrice definita in precedenza come la f. di t.: Cant ( s ) = K C 1+ τas 1+ τa ma s bisogna mettere in serie alla rete (a valle) l’amplificatore A di guadagno Kcma: + R.C. _ A P Consideriamo adesso la rete (rete attenuatrice): R1 R2 Vi Vu C Ponendo: scrivere: Z1=R1 e Z2=R2 +1/Cs sempre per la regola del partitore si può G(s) = Vu ( s ) Z2 = = Vi ( s ) Z1 + Z 2 R2 + 1 Cs R1 + R2 + 1 Cs = 1 + R2 Cs ( R1 + R2 )Cs + 1 e ponendo: (R1+R2)C=τi e (R1+R2)/R2= mi>1 segue R2C=τi/ mi cioè: τi 1+ s mi G ( s ) = C ' att ( s ) = 1+τ is che è la f. di t. della rete che realizza un’azione attenuatrice, a parte il guadagno Kc che viene introdotto al solito da un amplificatore in serie. 2 # LA FUNZIONE DI CORREZIONE EQUIVALENTE # Le azioni correttrici di tipo anticipatrice ed attenuatrice che abbiamo esaminato sono azioni stabilizzanti particolarmente semplici e tipiche. L’azione correttrice complessiva, che deve tener conto anche della necessità di influire sul transitorio, non solo da un punto di vista della stabilizzazione ma in rapporto ad esigenze di prontezza etc. , può essere svolta solo in casi semplici con una delle due funzioni di trasferimento elementari considerate. In molti casi si tratta di impiegare più volte una stessa funzione (in genere con valori diversi dei parametri) o ambedue in diverse bande di frequenze come vedremo in seguito o, più in generale, una opportuna funzione della frequenza con un determinato andamento dell’ampiezza e della fase. Naturalmente nella scelta della struttura di queste funzioni occorre tener conto dei vincoli derivanti dalla natura fisica dei dispositivi che si intendono utilizzare. Il problema della sintesi si può cioè affrontare in una maniera più generale, facendo riferimento sempre allo schema a controreazione standard di figura, ma considerando la G1 come una funzione di correzione equivalente e non necessariamente come la funzione di trasferimento di organi fisicamente disposti in cascata con il processo. x + _ a G1 m G2 y Fig.1 Impostato il problema in questi termini, l’unica limitazione dello schema in figura è quella di lasciare a disposizione del progettista una sola funzione di trasferimento (schema ad un solo grado di libertà), mentre si può ricorrere a schemi più complessi in cui il progettista può scegliere indipendentemente più di una funzione di trasferimento per riuscire a soddisfare specifiche sui diversi aspetti e proprietà del sistema di controllo (schemi a due o più gradi di libertà). ⇒ La disposizione e la natura degli organi di correzione determinano allora solo i vincoli sulla forma della funzione G1 . Così ad esempio, se si pensa che l’azione di controllo debba essere svolta da un amplificatore e da reti passive RC in cascata tra loro e con il processo, ne conseguono dei vincoli sui poli della G1 che in questo caso devono essere semplici, reali, negativi, non nell’origine ne all’infinito. Se invece si scelgono organi di correzione diversi e disposti diversamente i vincoli devono essere scelti in rapporto alla situazione effettiva, mentre il problema di sintesi può essere impostato sempre in termini di determinazione della G1 equivalente secondo lo schema standard in Fig.1. 3 Consideriamo, per illustrare con un esempio concreto il concetto di funzione di correzione equivalente, un sistema di asservimento della posizione dell’asse di un servomotore elettrico in c.c. a controllo d’armatura. La realizzazione pratica di tale sistema viene usualmente eseguita secondo lo schema in Fig.2: X + + _ A _ M Y D Fig.2 Con riferimento allo schema standard di Fig.1 il processo da controllare (blocco G2) è il servomotore M. Il blocco D è una dinamo tachimetrica e il blocco A è un amplificatore. Il servomotore ha funzione di trasferimento: M ( s ) = G2 ( s ) = k2 s(1 + τ 2 s) (1) La dinamo tachimetrica è una piccola dinamo in cui la tensione in uscita v(t) è proporzionale alla velocità del motore: v(t ) = hθ&(t ) e trasformando V ( s ) = hsΘ( s ) . secondo Laplace La funzione di trasferimento tra ingresso posizione e uscita tensione è quindi: D( s ) = V (s) = hs Θ( s ) (2) L’amplificatore A può essere considerato ideale caratterizzato dal guadagno KA. Per riportarci allo schema standard si tratta di individuare la funzione di trasferimento del blocco di correzione G1eq (funzione di correzione equivalente). Esprimendo la f. di t. dell’anello interno con la solita regola, si ottiene la f. di t. della catena diretta: A( s) M ( s) G2 ( s) = KA = G1eq ( s)G2 ( s) 1 + D( s ) M ( s ) 1 + hsG2 ( s) (3) e quindi la funzione di correzione equivalente secondo lo schema a blocchi standard di Fig.1 è: 4 G1eq ( s ) = KA = 1 + hsG2 ( s ) KA 1 + hs k2 s (1 + τ 2 s ) = KA 1 + hk 2 (1 + τ 2 s ) (1 + τ2 1 + hk 2 s) (4) La (4) è chiaramente rappresentativa di un’azione anticipatrice, cioè lo schema di controllo con la dinamo tachimetrica e l’amplificatore come in Fig.2 è equivalente, da un punto di vista funzionale, a quello di Fig.1 in cui si realizza la rete di correzione con una rete anticipatrice passiva RC e un amplificatore di guadagno KA in cascata tra loro. ⇒ Impostato il problema secondo questa prospettiva, i metodi che verranno esposti per la scelta della funzione di correzione equivalente in cascata sono gli stessi utilizzati per la scelta della G1 in uno schema del tipo di Fig.1, purché la G1eq che si deduce sia effettivamente realizzabile. Scelta dunque la G1eq in base alle specifiche, si tratterà poi di passare ai parametri che caratterizzano gli organi di correzione effettivi (nel caso in esempio la G1eq può essere realizzata anche con amplificatori e reti RC in cascata, ma se G2 fosse diversa ciò potrebbe anche non avvenire). E’ molto importante notare che nel caso concreto considerato non sono a disposizione del progettista entrambi i parametri ma e τa , come nel caso di rete passiva in cascata, ma solo ma=1+hk2 , in quanto τa=τ2 è la costante di tempo del processo (servomotore). In particolare nel caso in esame si tratta di scegliere KAed h. Il sistema all’esame ha un’altro aspetto di particolare interesse da evidenziare, con riferimento alla G1eq ottenuta: la f. di t. della catena diretta dello schema equivalente di Fig.1 è: G1eq ( s )G2 ( s ) = KA 1 + hk 2 (1 + τ 2 s ) (1 + τ2 1 + hk 2 s) k2 s (1 + τ 2 s ) (5) Nella (5) il termine (1+τ2s) a numeratore di G1eq è lo stesso che compare nel denominatore di G2 , il che determina una cancellazione perfetta zero-polo. Si è così ottenuto nella catena diretta un sistema con costante di tempo non più τ2 ma: τ2 1 + hk 2 < τ 2 . Se avessimo usato un solo amplificatore in cascata col processo G2 avremmo avuto un sistema a ciclo aperto con un certo guadagno, un polo nell’origine e una costante di tempo τ2 . La riduzione della costante di tempo ottenuta col ricorso alla soluzione con dinamo tachimetrica è a favore della stabilità (minore sfasamento in ritardo in corrispondenza di ωt ) e della prontezza di risposta (a parità di guadagno dell’amplificatore, nel caso con dinamo tachimetrica la ωt è maggiore e cioè è maggiore la banda passante a ciclo chiuso). Chiaramente tali effetti sono quelli tipici di un’azione anticipatrice, come evidenziato dalla forma della G1eq. 5