Corso di Complementi di misure Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica Indirizzo Biomedico AA 2007/08 Argomenti trattati: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ Cenni di Acustica fisica e psicoacustica Strumentazione Tecniche di misura Cenni di elaborazione di segnali Riferimenti alla legislazione e alla normativa vigente Docente: prof. ing. Federico Patanè Università La Sapienza di Roma – Presidente Assoacustici Corso del Prof. Roberto Steindler 1 Suono e Rumore • • Per definire il rumore dobbiamo prima parlare del suono. I suoni sono oscillazioni delle particelle dell'aria che ci circonda o, meglio, variazioni di pressione dell'aria, e si propagano sotto forma di onde sonore ad una velocità di 1238 chilometri all'ora (oppure 344 metri al secondo); si può provare a calcolare la distanza a cui cade un fulmine durante un temporale semplicemente contando i secondi tra il lampo ed il boato: 3 secondi corrispondono circa ad un chilometro. L'uomo sente attraverso l'orecchio. Corso del Prof. Roberto Steindler 2 1 Suono e Rumore Sperimentalmente è stato provato che ogni qualvolta si ha una sensazione sonora esiste un oggetto che vibra (p.e. una chitarra genera nell’aria una variazione della pressione atmosferica ed essa giungendo al nostro orecchio crea una sensazione uditiva) z z Più l’oscillazione è ampia più il suono sarà forte (pressione sonora) Più sarà piccolo il tempo entro il quale avviene l’oscillazione più sarà acuto il suono emesso (frequenza) Corso del Prof. Roberto Steindler 3 Che cos’è la frequenza? • Frequenza è il numero di volte nel quale l’oscillazione avviene in un secondo. p.e. 250 Hz vuol dire che ciò che sta producendo il suono vibra 250 volte in un secondo. 1000 Hz significa che la sorgente vibra 1000 volte in un secondo. • Il nostro orecchio è in grado di percepire suoni che vanno da 20 a 20.000 Hz. infrasuoni suoni 20 Hz ultrasuoni 20.000 Hz Corso del Prof. Roberto Steindler 4 2 Il rumore Il livello di pressione sonora • QUINDI noi udiamo perché nell’aria si è creato una variazione di pressione atmosferica (Pa) • Il nostro orecchio è quindi in grado di “percepire” pressioni sonore molto diverse tra loro : – Soglia udibilità: – Soglia del dolore: – Rottura del timpano: 0,00002 Pa 20 Pa 70 Pa Pa : Pascal, unità di misura internazionale della pressione. Corso del Prof. Roberto Steindler 5 La sensazione sonora la curva di ponderazione • I suoni non sono percepiti tutti nello stesso modo dal nostro orecchio • Sono più percettibili i suoni a frequenze medio alte (voce umana) che quelli in bassa frequenza • Esiste una soglia di udibilità del nostro orecchio (minimo valore del livello di pressione sonora per cui un suono è in grado di essere udito) • La soglia di udibilità è diversa alle varie frequenze da qui la necessità di introdurre nella strumentazione una “curva di ponderazione” che simula la soglia di udibilità dell’orecchio Corso del Prof. Roberto Steindler 6 3 Campo udibilità • L’ ampia gamma di livelli di pressione sonora ha determinato l’utilizzo di una scala logaritmica che condensi livelli da 20 a 1 miliardo di mPa: mPa: • i decibel (dB (dB)) Corso del Prof. Roberto Steindler 7 Pressione sonora e livello sonoro in dB • Il dB non è una vera unità di misura come il m, il kg, ecc. • Un livello sonoro di 0 dB non equivale ad assenza di rumore ma al minimo livello sonoro percepibile dall’orecchio umano Corso del Prof. Roberto Steindler 8 4 dB – decibel p Lp = 20 log p dB re 20 μPa 0 (p0 = 20 μPa = 20 × 10-6 Pa) Ex.1: p = 1 Pa Lp = 20 log Ex.2: 1 20 × 10 −6 p = 31.7 Pa Lp = 20 log 317 . 20 × 10 −6 = 20 log 50000 = 20 log 1.585 × 106 = 94 dB = 124 dB Corso del Prof. Roberto Steindler 9 I decibel (dB) • Sensazioni soggettive di variazione di livello sonoro: ¾ 1 dB percepibile in laboratorio ¾ 3 dB minor variazione rilevabile in condizioni normali ¾ 5 dB variazione chiaramente identificabile ¾ 10 dB percezione di un dimezzamento o di un raddoppio dell’intensità • Variazioni oggettive dei livelli sonori : 90 dB 93 90 dB 87 dB 84 dB 74 dB 89 89 dB Steindler Corso del Prof.94 Roberto 10 5 Curve di ponderazione • Sono i luoghi dei punti rappresentanti le correzioni apportate dai filtri per riprodurre le curve isofoniche. Le curve che rappresentano le correzioni apportate dai filtri, in funzione della frequenza, sono denominate curve A, B, C, D ed i corrispondenti valori sono denominati dB(A), dB(B), dB(C), dB(D). Corso del Prof. Roberto Steindler 11 Curve di ponderazione Lp D [dB] Lin. 0 D C B+C A -20 A B -40 -60 10 20 50 100 200 500 1k 2k Corso del Prof. Roberto Steindler 5k 10 k 20 k Frequency [Hz] 12 6 Curve di ponderazione • Nella pratica viene usato il dB(A); La curva di ponderazione “A” (corrispondente alla curva di isosensazione a 40 phon) è quella che rispecchia più da vicino il funzionamento dell’orecchio umano. • Il D.Lgs. 195/06 ha introdotto anche l’impiego del dB(C), la curva di ponderazione “C” (corrisponde alla curva di isosensazione a 100 phon) particolarmente idonea per valutare i livelli sonori elevati (> 100 dB). • L’unico altro impiego è rappresentato dalla scala di ponderazione “D” per il monitoraggio del rumore prodotto dal traffico aereo. Corso del Prof. Roberto Steindler 13 Valori di pressione sonora Livelli sonori tipici - esempi Pressione sonora 1000 Pa 100 Pa 10 Pa 1 Pa 100 mPa 10 mPa 1 mPa 100 μPa 20 μPa Livello sonoro in dB Sorgenti sonore risp. situazioni 170 * Fucile d’assalto 160* Pistola 9mm 150* Pistola fissachiodi 140 Banchi di prova aerogetti 130 Soglia del dolore 120 Trivellatrice 110 Martello pneumatico 100 Discoteca 90 Linea di montaggio 80 Traffico stradale 70 Conversazione 60 Ufficio 50 Abitazione 40 Sala di lettura 30 Interno abitazione 20 Bisbiglio 10 Soglia media di udibilità 0 Valutazione soggettiva media intollerabile molto rumoroso normale attività tranquillo molto tranquillo Soglia minima di riferimento Corso Prof.cui Roberto * Valore di picchidel istantanei è espostoSteindler l’orecchio del tiratore. 14 7 Suono e Rumore Nell’ambiente abitativo ed in quello lavorativo l’essere umano è sempre circondato da un “mondo sonoro”, a livello più o meno elevato, che, se non gradito, diventa RUMORE ed interagisce con la qualità della vita. Corso del Prof. Roberto Steindler 15 Suono e Rumore Quando il suono diventa rumore abbiamo un fenomeno di disturbo Il rumore viene definito in vari modi ed ha diversi effetti sull’uomo, ad esempio: Definiamo “RUMORE ” qualsiasi fenomeno “RUMORE” acustico che non contenga informazioni utili per l’ascoltatore e quindi interferisca con la sua attività od interessi. Corso del Prof. Roberto Steindler 16 8 Concetti di base - Il diapason Corso del Prof. Roberto Steindler 17 Corso del Prof. Roberto Steindler 18 9 Legge del moto generale Corso del Prof. Roberto Steindler 19 Legge del moto nel - dominio del tempo Corso del Prof. Roberto Steindler 20 10 Legge del moto nel - dominio dello spazio Corso del Prof. Roberto Steindler 21 Concetti di base: la velocità del suono La velocità del suono in un mezzo elastico vs =λ/T (in aria ≅ 340 m/s a c.n. c.n.) Nel caso di diapason: λ= 77 cm f (“la”) = 440 Hz ⇒ vs = 339 m/s Corso del Prof. Roberto Steindler 22 11 Esempi di rumore Corso del Prof. Roberto Steindler 23 Esempi di rumore Corso del Prof. Roberto Steindler 24 12 Esempi di rumore Corso del Prof. Roberto Steindler 25 Esempi di rumore Corso del Prof. Roberto Steindler 26 13 Esempi di rumore Corso del Prof. Roberto Steindler 27 Caratterizzazione di un segnale Corso del Prof. Roberto Steindler 28 14 La pressione acustica efficace (r.m.s.) peff Corso del Prof. Roberto Steindler 29 Il Livello di pressione sonora Lp I valori di pressione sonora vanno da un minimo di: p0 = 20 * 10-6 Pa (è lo zero di riferimento della pressione) ad un massimo di 200 – 300 Pa (è la soglia del dolore) Questo intervallo di udibilità di 107 – 108 è ingestibile Ecco la necessità di ricorrere al dB Lp = 10 log10 [p2eff(t)/p20] [dB] dB] L’intervallo di udibilità così diventa 0 – 140 dB Corso del Prof. Roberto Steindler 30 15 Il livello di picco Lpeak Lpeak = 10 log10 [p2peak/p20] [dB( dB(Lin)] Lin)] Dove: ppeak non è un valore r.m.s. ed è definitonel DLgs 277/91 come “valore massimo della pressione acustica istantane ponderata linearmente”, linearmente”, ed è molto importante nella valutazione del rumore impulsivo. Va misurato in parallelo al LAeq con una costante di tempo “peak” non superiore a 100 ms e va utilizzata una banda passante “Lin ” che “Lin” più si avvicina all’intervallo 20 – 20000 Hz (UNI 9432: 2002). Con il D.Lgs. D.Lgs. 195/06 va misurato con la curva di ponderazione “C” Corso del Prof. Roberto Steindler 31 Il livello equivalente sonoro Leq Leq è il livello sonoro emesso da una sorgente costante ideale che produrrebbe, nello stesso intervallo di tempo, la stessa energia acustica delle/a sorgenti/e reali/e ⎡ 1 T ⎡ peff (t ) ⎤ 2 ⎤ Leq ,T = 10 log10 ⎢ ∫ ⎢ ⎥ dt ⎥ ⎢⎣ T 0 ⎣ p0 ⎦ ⎥⎦ dove: T = t2 – t1 è il tempo di misura stabilito dal tecnico Corso del Prof. Roberto Steindler 32 16 Effetti del rumore sulla salute • Il rumore come causa di danno (ipoacusia, sordità) comporta la malattia professionale statisticamente più significativa. Da qui la crescente attenzione al problema, prestato da tecnici e legislatori, volta alla prevenzione e alla bonifica degli ambienti di lavoro inquinati. • Gli effetti nocivi che i rumori possono causare sull'uomo dipendono da tre fattori: ¾ intensità del rumore ¾ frequenza del rumore ¾ durata nel tempo dell’esposizione al rumore Corso del Prof. Roberto Steindler 33 Gli effetti possono esser distinti in: EFFETTI UDITIVI Vanno ad incidere negativamente a carico dell'organo dell'udito provocando all'inizio fischi e ronzii alle orecchie con una iniziale transitoria riduzione della capacità uditiva e successiva sordità, che in genere è bilaterale e simmetrica. Il rumore agisce sull’orecchio umano causando secondo la natura e l’intensità della stimolazione sonora: • uno stato di sordità temporanea con recupero della sensibilità dopo riposo notturno in ambiente silenzioso; • uno stato di fatica con persistenza della riduzione della sensibilità e disturbi nell’udibilità della voce di conversazione per circa 10 giorni; • uno stato di sordità da trauma acustico cronico con riduzione dell'intelligibilità del 50% (malattie professionali). Corso del Prof. Roberto Steindler 34 17 Gli effetti uditivi Gli effetti uditivi si possono quindi distinguere in DANNO, DANNO, DISTURBO e FASTIDIO od Annoyance •DANNO all’organo uditivo: effetto irreversibile ed oggettivabile (PTS) (ipoacusia, acufeni, lesioni timpaniche, ecc.); •DISTURBO: effetto reversibile ed oggettivabile (TTS), acufeni temporanei, fenomeno di allarme che preavvisa di potenziali effetti irreversibili di danno; •FASTIDIO od Annoyance: effetto non facilmente oggettivabile, di allarme per i soggetti esposti al rumore, che lo ritengono superiore alla normale tollerabilità; temono un danno alla salute ed una interferenza con la loro attività. Corso del Prof. Roberto Steindler 35 EFFETTI EXTRAUDITIVI Possono essere molto gravi ed importanti, tali da compromettere la salute dell’uomo, ma non sono facilmente correlabili al rumore perché non è facile scindere gli effetti del rumore da quelli prodotti da altre cause sempre presenti. I principali effetti negativi sono: • a) Interferenza con le fasi del sonno: in particolare con la fase REM (sonno desincronizzato = STRESS) • b) Effetti fisiologici complessi, interazioni con: 1 SISTEMA ENDOCRINO 2 SISTEMA NERVOSO CENTRALE 3 PSICHE E COMPORTAMENTO 4 APPARATO CARDIOVASCOLARE 5 APPARATO GASTROINTESTINALE 6 APPARATO RESPIRATORIO, ecc. Corso del Prof. Roberto Steindler 36 18 Danni extrauditivi da RUMORE Corso del Prof. Roberto Steindler 37 Apparato uditivo Corso del Prof. Roberto Steindler 38 19 Apparato uditivo Come funziona l’udito: le fluttuazioni di pressione dell’aria fanno vibrare il timpano Corso del Prof. Roberto Steindler 39 Apparato uditivo il movimento del timpano mette in movimento il liquido contenuto nell’orecchio interno Coclea Corso del Prof. Roberto Steindler 40 20 Apparato uditivo il movimento del liquido eccita le cellule cigliate che inviano segnali elettrici al cervello attraverso il nervo uditivo Corso del Prof. Roberto Steindler 41 Effetti del rumore • Le cellule acustiche sono specializzate, alcune reagiscono ad onde sonore di tono alto, altre a quelle basse: ciò ci permette di distinguere i diversi suoni come la parola, la musica, ecc. • La facile comprensione avviene soltanto se tali cellule sono tutte in buona efficienza • All’inizio difficilmente ci si accorga del danno perché il cervello compensa le informazioni ricordando e decifrando i suoni. Corso del Prof. Roberto Steindler 42 21 Effetti del rumore L’esposizione continua al rumore invecchia le cellule e le logora fino alla distruzione se non si usano protezioni adeguate (ma esistono anche cause naturali: invecchiamento) Meno cellule rimangono in funzione, meno comprensibile sarà il segnale trasmesso al cervello Corso del Prof. Roberto Steindler 43 Perdita dell’udito L’esposizione al rumore d’intensità elevata e per un lungo periodo di tempo provoca alterazioni a carico dell’orecchio interno in particolare alle cellule cigliate Corso del Prof. Roberto Steindler 44 22 Perdita dell’udito ORECCHIO NORMALE Il microscopio elettronico mostra le cellule pelose (villi) con le fini stereociglia che vengono messe in movimento dalle onde sonore ORECCHIO LESIONATO . I sottilissimi villi sono stati esposti ripetutamente a rumori forti rompendosi. Si è verificata una lesione all’udito permanente Corso del Prof. Roberto Steindler 45 Perdita dell’udito Poiché l’udito è essenziale per il linguaggio parlato, parlato, una lesione all’udito può compromettere seriamente la comunicazione vocale. Una perdita estesa delle cellule pelose esterne aumenta la soglia di rilevamento e percezione dei suoni vocali, ma riduce anche la gamma dinamica udibile e la risoluzione di frequenza, frequenza, quindi l’intelligibilità vocale. Uno dei maggiori problemi associati alle cellule pelose esterne è la ridotta capacità di comprendere le parole in presenza di rumori di sottofondo. sottofondo. La disfunzione uditiva può manifestarsi anche come tinnito, tinnito, cioè la percezione di un suono (rumore, tono) senza che sia indotto da un segnale acustico. Il tinnito può essere dovuto a diversi fattori, ma spesso Corso è associato a una lesione all’udito. 46 del Prof. Roberto Steindler 23 Perdita dell’udito • Il danno è irreversibile ed avviene se l’esposizione al rumore elevato è continuativa e per circa 5 – 10 anni. Corso del Prof. Roberto Steindler 47 Perdita dell’udito Corso del Prof. Roberto Steindler 48 24 Innalzamento della soglia uditiva Il grado di innalzamento della soglia è correlato al livello, alla durata e talvolta alla qualità del suono (rumore impulsivo) L’innalzamento temporaneo è conseguente al riflesso con cui l’orecchio contrae i muscoli per proteggersi Se l’esposizione al rumore elevato continua, l’innalzamento temporaneo può durare qualche giorno L’esposizione ripetuta a rumori elevati per lunghi periodi può condurre all’innalzamento permanente della soglia dell’udito (ipoacusia) Corso del Prof. Roberto Steindler 49 D.Lgs. 626/94 come modificato dal D.Lgs. 195/2006 (inserimento del titolo V-bis) Obblighi del Datore di Lavoro (art. 49-quinquies) 2. Se, a seguito della valutazione di cui al comma 1, può fondatamente ritenersi che i valori inferiori di azione possono essere superati, il datore di lavoro misura i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti, i cui risultati sono riportati nel documento di valutazione. 3. I metodi e le apparecchiature utilizzate sono adattati alle condizioni prevalenti in particolare alla luce delle caratteristiche del rumore da misurare, della durata dell'esposizione, dei fattori ambientali e delle caratteristiche dell'apparecchio di misurazione. I metodi utilizzati possono includere la campionatura, purché sia rappresentativa dell'esposizione del lavoratore. 4. I metodi e le strumentazioni rispondenti alle norme di buona tecnica si considerano adeguati ai sensi del comma 3. (esempio Norme UNI 94322002, UNI 10855, ecc. ). Non c’è più l’Allegato VI (norme IEC, taratura, …) ./. Corso del Prof. Roberto Steindler 50 25 Rumore: sappiamo misurarlo, valutarlo e controllarlo adeguatamente • Quando si valuta l’esposizione al rumore è necessario misurare il livello sonoro medio nel tempo di durata della misura Leq(A) • Per misurare il Leq(A) si impiegano fonometri integratori • Per avere informazioni riguardanti lo spettro sonoro (distribuzione in frequenze del livello di pressione sonora) occorre un analizzatore di spettri. Corso del Prof. Roberto Steindler 51 Misura del rumore : strumentazione • L’affidabilità di una misura dipende da come viene utilizzato lo strumento, dalla sua corretta regolazione e del suo controllo periodico • Funzione basilare di un misuratore di livello sonoro è di ottenere una lettura sufficiente a classificare i vari rumori in modo rappresentativo • Il microfono trasforma le onde sonore in onde elettriche che sono amplificate in modo da fornire la lettura sull’indicatore nei parametri convenzionali (dB) amplificatore microfono Attenuatore Rete di ponderazione Corso del Prof. Roberto Steindler Sistema Indicatore 52 26 FONOMETRO p Time RMS Pea k Hold Hold Lp Fast Slow Impulse Time 87.2 Corso del Prof. Roberto Steindler 53 PARAMETRI DEL LIVELLO SONORO p Pa T RMS = 1 x 2 (t )dt T ∫0 Time T Peak Peak – Peak Average Average = RMS 1 x dt T ∫0 p Pa Crest factor = Peak RMS Time Corso del Prof. Roberto Steindler 54 27 COSTANTE DI TEMPO p Time Lp Impulse (1.5 ) Slow (1 s) Fast (125 ms) Lp Slow (1 s) Fast (125 ms) Impulse (35 ms) Time Corso del Prof. Roberto Steindler 55 Time Weighting Fast Lp Time Lp Slow Time Corso del Prof. Roberto Steindler 56 28 Equal Loudness Contours for Pure Tones 100 130 120 110 100 80 90 80 60 70 60 120 Sound pressure level, Lp (dB re 20 μPa) 50 40 40 30 20 20 10 0 Phon 20 Hz 100 Hz 1 kHz Frequency 10 kHz Corso del Prof. Roberto Steindler 57 Frequency Weighting Curves Lp D [dB] Lin. 0 D C B+C A -20 A B -40 -60 10 20 50 100 200 500 1k 2k Corso del Prof. Roberto Steindler 5k 10 k 20 k Frequency [Hz] 58 29 The Digital Display 82.4 79.3 76.8 76.0 80.1 80.1 79.0 Lp 1 2 3 4 5 6 7 Time Corso del Prof. Roberto Steindler 59 Equivalent Level, Leq 1 T ⎛ p( t ) ⎞ = 10 log10 ∫ ⎜ ⎟ dt T 0 ⎝ p0 ⎠ 2 Leq Lp Leq Time T Corso del Prof. Roberto Steindler 60 30 Measuring Leq Lp Leq Time Corso del Prof. Roberto Steindler 61 ISO vs. OSHA Leq dB(A) 100 OSHA (q = 5) 95 90 ISO (q = 3) 5 dB 3 dB 85 1 hour 2 hours 4 hours 8 hours Time Logarithmic time axis Corso del Prof. Roberto Steindler 62 31 Daily Personal Noise Exposure, LEP,d dB(A) 100 LAeq,Te 90 80 Time 70 Work period Te Morning T0 = 8 hours Lunch Go Home Example: L EP,d = L Aeq,Te + 10log10 Te T0 LAeq,Te = 89.2 dB and Te = 4 hours L EP,d = 89.2 + 10 log10 4 = 89.2 − 3 = 86.2 dB 8 Corso del Prof. Roberto Steindler 63 Acoustic Calibration Pistonphone Acoustical Calibrator Corso del Prof. Roberto Steindler 64 32 Fonometri integratori Ieri Corso del Prof. Roberto Steindler 65 Fonometri integratori Oggi Corso del Prof. Roberto Steindler 66 33 Fonometri integratori problematiche Corso del Prof. Roberto Steindler 67 D.Lgs. 195/06 dosimetri individuali Corso del Prof. Roberto Steindler 68 34 D.Lgs. 626/94 come modificato dal D.Lgs. 195/2006 (inserimento del titolo V-bis) Obblighi del Datore di Lavoro (art. 49-quinquies) 5. Nell'applicare quanto previsto nel presente articolo, il datore di lavoro tiene conto delle imprecisioni delle misurazioni determinate secondo la prassi metrologica. 6. La valutazione di cui al comma 1 individua le misure di prevenzione e protezione necessarie ai sensi degli articoli 49-sexies, 49-septies, 49octies e 49-nonies ed è documentata in conformità all'articolo 4, comma 2. 7. La valutazione e la misurazione di cui ai commi 1 e 2 sono programmante ed effettuate con cadenza almeno quadriennale, da personale adeguatamente qualificato nell'ambito del servizio di prevenzione e protezione. In ogni caso il datore di lavoro aggiorna la valutazione dei rischi in occasione di notevoli mutamenti che potrebbero averla resa superata o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne mostrino la necessità. Corso del Prof. Roberto Steindler 69 È più importante lo strumento o il tecnico? Corso del Prof. Roberto Steindler 70 35 Corso del Prof. Roberto Steindler 71 Metodologia e strumentazione per la rilevazione del rumore all’interno del dispositivo e all’esterno Metodo del microfono miniaturizzato (UNI EN ISO 1190411904-1: 2006 Acustica – Determinazione dell’esposizione sonora dovuta a sorgenti sonore situate in prossimità dell’orecchio – Parte I: Tecnica del microfono posto nel condotto uditivo (tecnica MIRE)) Corso del Prof. Roberto Steindler 72 36 Microfono miniaturizzato per le misure Corso del Prof. Roberto Steindler 73 Metodologia e strumentazione per la rilevazione del rumore all’interno del dispositivo e all’esterno Corso del Prof. Roberto Steindler 74 37 Manichino per le misure Corso del Prof. Roberto Steindler 75 Esempio di misura con manichino Corso del Prof. Roberto Steindler 76 38 Leq stimati all’esterno dell’orecchio degli operatori Corso del Prof. Roberto Steindler 77 Riassumendo Corso del Prof. Roberto Steindler 78 39 Corso del Prof. Roberto Steindler 79 Corso del Prof. Roberto Steindler 80 40 Corso del Prof. Roberto Steindler 81 Corso del Prof. Roberto Steindler 82 41 Corso del Prof. Roberto Steindler 83 ERRORE CASUALE Corso del Prof. Roberto Steindler 84 42 cosa si intende per errore casuale, come lo si esprime e come lo si utilizza? Come noto, i valori di LAeq risultati dall’indagine fonometrica, in osservanza all’Allegato VI del D.Lgs. 277/91, devono essere accompagnati da una stima della loro incertezza. Una stima dell’incertezza associata al valore misurato o calcolato di una grandezza è un elemento che rende possibile controllare la ripetibilità di una misura e rende significativo il confronto tra i risultati di misure effettuate da diversi soggetti nelle stesse condizioni. Corso del Prof. Roberto Steindler 85 Si applicano le consolidate norme di buona tecnica (UNI 9432) che, in sintesi, danno le seguenti indicazioni: • Le misurazioni eseguite per brevi periodi sono soddisfacenti nel caso di rumori stabili o poco fluttuanti o fluttuanti ciclicamente su tempi più brevi. • Se le fluttuazioni sono estese in ampiezza o si prolungano nel tempo ovvero se il fenomeno sonoro è irregolare occorrerà rivolgersi sempre a fonometri integratori e prolungare l'osservazione strumentale fin anche a misurare il livello dell'intera giornata di lavoro (metodo di riferimento). • In situazioni estreme, qualora possa prevedersi un'oscillazione dei valori di esposizione giornaliera, occorre ripetere le misure giornaliere sino al computo del LEP,w. Corso del Prof. Roberto Steindler 86 43 In definitiva, si sottolinea che l'obiettivo è la stabilizzazione del LAeq sul fenomeno acustico rappresentativo delle condizioni di esposizione dei lavoratori e si richiama l’attenzione sull’importanza della corretta identificazione delle condizioni di misura. In dette indicazioni c’e tutta la preoccupazione di non creare intralci all’avvio della nuova impostazione di stampo europeo per la gestione della prevenzione. Corso del Prof. Roberto Steindler 87 Pur non perdendo di vista la dimensione del problema, oggi, nelle Linee Guida si indica di superare tale lettura basandosi sui criteri consigliati dallo standard ISO 9612 che, riguardando specificatamente il rumore in ambiente di lavoro, bene si adatta alla valutazione del rischio rumore secondo le prescrizioni del D.Lgs. 277/91. Corso del Prof. Roberto Steindler 88 44 Considerato infatti che è il LEP il risultato finale della misura della esposizione professionale a rumore, è ad esso che deve essere associata una incertezza: le Linee Guida suggeriscono un metodo per il calcolo dell’incertezza globale sul LEP nel caso generale in cui si effettui un campionamento dell’evento sonoro e non si disponga di informazioni precise sui tempi di esposizione. Corso del Prof. Roberto Steindler 89 Per una corretta analisi delle incertezze ne vanno quindi calcolate separatamente tre tipi: •una componente di tipo “strumentale”; •una di tipo “ambientale”, dovuta alla incompleta campionatura della distribuzione dei livelli sonori •una componente dovuta alla variabilità dei tempi di esposizione. Corso del Prof. Roberto Steindler 90 45 Nel caso particolare in cui si faccia ricorso alla determinazione del LEP basandosi sulla misurazione “diretta” della situazione ricorrente a massimo rischio, si annullano sia l’incertezza “ambientale” che quella relativa ai “tempi di esposizione”, riconducendo l’incertezza al solo valore associato alla strumentazione. Corso del Prof. Roberto Steindler 91 Quindi, nel Rapporto di Valutazione del rischio ex articolo 40 del D.Lgs.277/91 potrà essere riportato, per ogni operatore esposto, il livello di esposizione personale con associata la relativa incertezza: LEP,d ± ε (LEP,d); LEP,w ± ε (LEP,w) Corso del Prof. Roberto Steindler 92 46 Si pone infine il problema di quale significato concretamente attribuire al calcolo dell’incertezza nel classificare i livelli di esposizione del personale. A questo riguardo, si raccomanda l’adozione di criteri cautelativi nell’individuazione delle misure di prevenzione e protezione, nello spirito prevenzionistico del D.Lgs.277/91, in particolare nelle situazioni che mostrano valori del livello di esposizione personale al limite della attribuzione alla fasce di esposizione superiori di 80, 85 e 90 dB(A). Corso del Prof. Roberto Steindler 93 A titolo esemplificativo, supponiamo che per un lavoratore sia stato calcolato un LEP,d pari a 84,0 ± 1,5 dB(A). Allora due sono le possibilità: o questo lavoratore viene assegnato cautelativamente alla fascia di rischio corrispondente a 85÷90 dB(A), con tutti gli adempimenti conseguenti; oppure, si aumenta la precisione della determinazione del LEP,d tramite, ad esempio, un maggior numero di campionamenti e/o misure dirette e/o una migliore determinazione dei tempi di esposizione. In tal modo, si riducono le componenti che contribuiscono all’incertezza complessiva ε (LEP,d), e si fa rientrare l’intervallo di variabilità del livello di esposizione personale all’interno della fascia di rischio inferiore (ad es. ottenendo un nuovo LEP,d pari a: 84,0 ± 0,8 Corso del Prof. Roberto Steindler 94 47