CLE E TERRITORIO Un progetto di ricerca-form

Bozza: 14-01-14
http://campuscittadinanze.eu
CLE E TERRITORIO
Un progetto di ricerca-form-azione e una proposta di Osservatorio
Premessa1
Il Campus Luigi Einaudi è una struttura che assume una duplice valenza all’interno di una
profonda trasformazione urbana che sta vivendo la città di Torino. Da una parte prende le mosse
dalla volontà di riqualificare i terreni dismessi dalla Società Italiana del Gas nel tentativo di
costruire una nuova immagine di Torino lontana da quella più tradizionale di città industriale.
Dall’altra, va a comporre l’ultimo tassello di un più ampio quadro strategico dell’università volto
a strutturare un Campus Urbano in costante relazione con il territorio circostante (Fassino, 2010).
Questo attribuisce al Campus Luigi Einaudi un ruolo di particolare rilievo nel tessuto urbano che
inizia a definirsi a partire dal periodo della sua realizzazione.
L’inaugurazione ufficiale dell’edificio è stata pensata come un momento di presentazione e di
“apertura” del Campus alla città, accompagnata da un clima di forte entusiasmo istituzionale; in
tale occasione le dichiarazioni da parte delle Autorità presenti, riportate dai giornali, hanno
costruito una rappresentazione del CLE quale espressione del rinnovamento che sta vivendo da
anni la città di Torino. Tuttavia, dal momento in cui la popolazione universitaria ha iniziato a
vivere gli spazi del campus ha preso forma una diversa rappresentazione dell'opera, fortemente in
contrasto con la prima, ovvero quale occasione mancata di un effettivo rinnovamento.
Da questo quadro scaturisce una proposta di ricerca-form-azione che individui percorsi volti a
trasformare il CLE da un semplice spazio, ancora da riempire, in un luogo concepito,
immaginato, progettato e vissuto come spazio fisico denso di relazioni sociali e “connotato da
aspetti identitari, percettivi ed emozionali” (Giorda, 2011) assumendo la prospettiva di un
costante rapporto dialogico con il territorio. Tale scelta comporta il superamento di un approccio
legato esclusivamente all’analisi degli effetti/impatti dell’edificio, bensì è volta a tener conto
1
Questo documento è a cura di Egidio Dansero e Alessia Calafiore, con contributi di Giovanni Semi e Magda
Bolzoni. Raccoglie stimoli e contributi di diversi colleghi, studenti, referenti di Comune e Circoscrizione 7, esperti
dell’Urban Center Metropolitano ed è soprattutto aperto al contributo di tutti gli interessati, singoli e organizzazioni.
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delle potenzialità positive dell’opera in termini di occasioni e di possibili sinergie offerte dalla
progettualità collettiva (Dematteis, 2001).
Attivando un processo di educazione al territorio, intesa come costruzione partecipata e
intenzionale di una risposta nella gestione delle risorse ambientali, culturali e sociali legate al
Campus, si darebbe vita all’idea di educazione del territorio (Giorda, 2011). Con essa si intende
la capacità di generare momenti di cittadinanza attiva nella realtà territoriale dell’istituzione
universitaria che andrebbero a costituire la base per affrontare in modo complesso questioni
legate alla sostenibilità della società nella sua interezza. Il CLE potrebbe dunque configurarsi
come un laboratorio vivente di cittadinanza e sostenibilità, in grado di propagare i suoi effetti
non solo al suo interno, ma anche verso l’esterno, attraverso momenti di apertura spontanei e
volontari.
Tale ricerca dovrebbe quindi configurarsi nel passaggio da una territorializzazione che oggi
appare essenzialmente funzionale (con la conseguente possibilità, peraltro già evidenziata in
alcuni casi, di destrutturazione del sistema territoriale locale in cui è inserito) ad una
territorializzazione che, attraverso la costituzione di interconnessioni tra i soggetti che agiscono
nel sistema locale, raggiunga un livello di complessità tale per cui il Campus divenga
componente attiva del milieu locale e contribuisca a costruire nuove forme di territorialità
(Governa, 2001).
In questo percorso si evidenzia dunque il ruolo potenziale dell’università quale punto di raccordo
nelle reti dei soggetti locali, ovvero la sua effettiva capacità di agire come attore territoriale
all’interno di processi di eco-ristrutturazione. Per raggiungere tale obbiettivo l’università deve
porsi come centro nevralgico di tutte le energie in grado di partecipare alla progettazione di uno
sviluppo che abbia l’ambizione di raggiungere l’auto-sostenibilità (Magnaghi, 2010).
Un precedente significativo
Un importante precedente è rappresentato da un’iniziativa avviata dal Senato degli studenti
nel 2007-2008 con il supporto di alcuni docenti (Angela Calvo, Elena Camino, Egidio Dansero)
e direttamente del Magnifico Rettore Prof. Ezio Pellizzetti volta a immaginare un percorso di
Agenda XXI dell’Università di Torino. L’iniziativa si è svolta attraverso alcuni eventi rivolti alla
popolazione studentesca e al territorio, con la partecipazione di esperti e di rappresentanti di
università italiane e straniere.
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Il tema al centro dell’attenzione è stato il rapporto tra Università e sostenibilità (considerata in
termini multidimensionali, ambientale, sociale, culturale, politica, territoriale oltre che
economica), considerando l’Università nella triplice dimensione di formazione, ricerca e di
attore territoriale. Per quanto riguarda la ricerca le questioni affrontate si sono focalizzate sul
come l’Università fa avanzare le conoscenze sui percorsi di sostenibilità possibili e sulle
insostenibilità attuali. Per quanto riguarda la formazione si è cercato di capire chi e come
insegna la sostenibilità, e soprattutto, relativamente al suo ruolo di attore territoriale, come
l’Università può essere un soggetto credibile del cambiamento, stimolando e sperimentando essa
stessa un processo di eco-ristrutturazione verso una maggiore sostenibilità.
Dunque un'iniziativa nata dalla commissione sostenibilità, istituita all'interno del senato
accademico degli studenti, che ha prodotto un cambiamento reale, coinvolgendo anche lo stesso
comune di Grugliasco in un GAL per promuovere forme di mobilità sostenibile.
In parte legate al progetto Agenda XXI d’Ateneo, in questi anni sono state svolte diverse tesi
svolte da studenti dell'Università e del Politecnico di Torino legate alla sostenibilità
nell'università:

Noce M., I criteri ambientali per una proposta di Agenda 21 all’Università di Torino,
Facoltà di agraria, 2007;

Rosso M., Verso il piano regolatore energetico degli edifici dell'università di Torino,
Facoltà di Ingegneria, laurea specialistica in Ingegneria energetica e nucleare, 2012;

Larecchiuta L., Sostenibilità e Università – Una prospettiva di integrazione fra ricerca,
educazione, azione attraverso misure del carico ambientale del Dipartimento di Biologia
Animale e dell’Uomo, Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali, Laurea in
Scienze Naturali, 2010.

Pellandrino B., Diagnosi e riqualificazione energetici di patrimoni edilizi. Il caso
dell’Università di Torino, 2013.

Pavarino A., Identificazione e attaccamento al luogo: analisi dell’evoluzione del rapporto
con il territorio in studenti residenti in collegi universitari, Facoltà di Psicologia,
Università degli Studi di Torino, 2009-2010.
Un percorso aperto di ricerca-azione
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La proposta progettuale si declina assumendo un approccio multi scalare, multidimensionale e
multidisciplinare con uno sguardo verso esperienze internazionali e nazionali di greening dei
Campus e facendo riferimento ai diversi strumenti-guida offerti da organizzazioni sovranazionali.
In particolare, l’obiettivo è di lavorare su diverse scale:

Temporale: priorità di breve, medio e lungo periodo;

Spaziale:
o Architettonica: spazi interni del campus;
o Quartiere: rapporto con i quartieri di cui il campus costituisce uno snodo di
relazioni (in particolare Aurora, Vanchiglia e Borgo rossini; rapporto con l’area di
Palazzo Nuovo e asse di via Verdi/Rettorato; rapporto con Parco Colletta,
infrastrutture ludico-sportive, loisir);
o Urbano-metropolitana: considerando quindi l’opera nel più ampio progetto di
trasformazione della città di Torino e del sistema degli insediamenti universitari
(in collegamento con la visione di Torino Strategica: “Torino Città
Universitaria”);
o Nazionale/internazionale (nel confronto con altri Atenei e singoli campus
universitari, vedi tabella successiva).
Occorrerà tenere conto dei seguenti ambiti (e di altri da individuare) (vedi proposta di Swot
allegata):

Funzionalità e accessibilità : mobilità

Vivibilità e fruibilità : comfort indoor e outdoor

Eco-compatibilità : efficienza energetica, gestione dei rifiuti, GPP

Rappresentazioni e identità
Si tratterà altresì di stimolare la convergenza di ricerche provenienti da differenti settori
disciplinari per costruire una nuova visione strategica del rapporto tra il CLE e il territorio,
tenendo conto delle diverse prospettive di chi il Campus lo vive quotidianamente.
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Tale progetto si sta definendo attraverso la ricerca di un contatto con esperienze in grado di
contribuire ad una effettiva e partecipata trasformazione della nuova sede universitaria. Di
seguito verranno dunque elencati i soggetti con i quali è possibile stabilire relazioni significative
nella costruzione di tale percorso ancora aperto ed in via di definizione.
Alcuni esempi di iniziative internazionali e nazionali (vedi doc. allegato, Università e
sostenibilità)
Ente/organizzazione
Iniziativa
UNEP
Global Universities Partnership for Guida per le università che vogliono
environment and sustainability
attivare processi di greening
International
Network
Sustainable
Campus Rete internazionale
sostenibili
Attività
di
università Consulenza, sostegno e condivisione
dei percorsi verso una maggiore
sostenibilità negli atenei
Upper Midwest Association for Campus Rete regionale di università sostenibili
Sustainability (UMACS)
Conferenze,
strumento
per
la
condivisione di risorse e informazioni
UI Green Metric
Sistema di ranking delle università più Raccolta dei dati forniti dalle università e
sostenibili
rielaborazione degli stessi attraverso
uno specifico sistema metrico
Politecnico e Statale di Milano
Città Studi Campus Sostenibile
Attivo su 5 ambiti:
people,
energy,
accessibility, city
environment,
Collegamenti con altre iniziative dell'università
•
Progetto Cittadinanze, che coinvolge trasversalmente i tre dipartimenti di Cultura,
Politica e Società, Economia e Statistica e Giurisprudenza e può essere un’importante
occasione per dare al Campus un ruolo attivo nella costruzione di un rapporto dialogico
con il territorio che potrà anche configurarsi come punto di partenza nella costituzione di
un archivio dei cambiamenti urbani all’interno dell’università stessa, utile strumento nella
predisposizione delle politiche territoriali;
•
Hackathon che si svolgerà nel Maggio 2014 ed è una piattaforma per valorizzare il
rapporto tra università e territorio, raccogliendo idee, prodotti e servizi in grado di
cambiare la realtà in cui si opera;
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•
Le attività della Cattedra Unesco su “Sviluppo sostenibile e gestione del territorio”, a cui
fa riferimento questa iniziativa;
•
Laboratorio Tran-City (Dipartimento Culture Politica Società)
•
Proposta di piano di risparmio energetico di Ateneo (sottoposta al Rettore)
•
Varie altre iniziative degli uffici centrali (rifiuti, energia, pulizia);
Collegamenti ad iniziative esterne ma legate al Campus
•
Progetto Torino Strategica (III piano strategico di Torino): il tema “Torino Città
Universitaria” è uno dei tre tavoli di visione in avvio;
•
Arpa Piemonte che al suo interno ha portato avanti una ristrutturazione complessiva nei
termini di una maggiore sostenibilità ambientale;
•
Circoscrizione 7, con cui sarà a breve attivato un tirocinio attraverso il quale verranno
mappati gli attori sociali rilevanti nel rapporto tra CLE e territorio;
•
Laboratorio Città Sostenibile, istituito dall'ITER, che sta iniziando ad operare nelle scuole
del quartiere per sensibilizzare verso una mobilità più sostenibile;
•
Officine del Gaz, un progetto di documentazione delle trasformazioni che ha vissuto
Torino, in particolare Vanchiglia, legate alla presenza di Italgas;
•
Libreria “Il ponte sulla Dora”, che ha in progetto un lavoro con le scuole che raccontino il
quartiere;
•
Comune, Settore Arredo e Verde;
•
Officine Corsare, che da tempo lavorano sul territorio svolgendo diverse attività di
interesse sociale;
•
Caffè Basaglia, un centro di animazione sociale e culturale delle comunità che si affaccia
sul versante della Dora opposto al campus.
Contatti con docenti interessati al tema (in aggiornamento)
Sono stati informati e coinvolti nell’iniziativa il Rettore, i Direttori di Dipartimento e della
Scuola del CLE.
Di seguito si trova un elenco di colleghi che sono già stati variamente coinvolti nell’iniziativa,
aperta al contributo di tutta la comunità universitaria del CLE (docenti e ricercatori strutturati e
non di varie discipline, personale tecnico-amministrativo, studenti, personale di enti esterni che
lavorano al CLE).
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Dipartimento
Docente
Attività svolta affine
Cattedra Unesco “Sviluppo
sostenibile gestione del territorio”
Sergio Scamuzzi, Dario Padovan,
Gabriela Cavaglià
Vari progetti sulla sostenibilità
CPS
Bignante Elisa
Ricerca visuale su spazi ricreativi del
campus
CPS
Semi Giovanni
Bolzoni Magda
Trasformazioni immobiliari e
gentrification
CPS
Buttino Marco
Progetto cittadinanze
Psicologia
De Piccoli Norma
Rollero Chiara
Ricerche sull'attaccamento al luogo
CPS
Bobbio Luigi,
Ravazzi Stefania
Processi partecipativi e politiche
pubbliche
CPS
Laboratorio Tran-city
Docenti di varie discipline interessati agli
studi urbani
Economia e statistica
Scagni Andrea
Indagine mobilità Campus
Promozione mobilità sostenibile
Economia e statistica
Lo Presti Anna
Questionario sul grado di soddisfazione
del Campus
Economia e statistica
Bertacchini Enrico
Città creativa
Giurisprudenza
Docenti da coinvolgere
Proposta di Osservatorio
Da questo breve quadro iniziale e assolutamente in divenire, emerge l'importanza di coordinare e
far convergere le attività che potrebbero efficacemente valorizzare il rapporto tra la nuova sede
universitaria e il territorio, agendo da stimolo per lavori analoghi sulle altre sedi universitarie,
attraverso la costituzione di un Osservatorio permanente sulle trasformazioni connesse al
rapporto Cle e territorio, attivando e coordinando inizialmente tesi di laurea, laboratori ed
esercitazioni di studenti per poter poi costruire ricerche più strutturate e sistematiche.
Sezione 1: trasformazioni patrimonio abitativo e residenziale e del tessuto economicocommerciale (a cura di Giovanni Semi e Magda Bolzoni)
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Questa sezione dell'Osservatorio si propone di investigare l'impatto del nuovo campus
universitario sul territorio circostante approfondendo le trasformazioni del patrimonio abitativo
residenziale, del tessuto economico e commerciale e dell’uso degli spazi pubblici.
Un cambio in destinazione d’uso di tale portata, infatti, non può che avere un notevole impatto
sul territorio circostante in termini di valore aggiunto e di costruzione sociale: nuovi usi e
significati prendono forma in tessuti urbani già densi e vanno potenzialmente a modificarne le
caratteristiche demografiche, socio-culturali, abitative ed economiche. Gli aspetti che di queste
trasformazioni possono essere indagati sono molteplici.
Un primo focus sarà sul patrimonio abitativo, di cui verranno monitorati gli interventi concreti di
costruzione/ristrutturazione, i cambiamenti a livello di valori e le eventuali forme di ricambio di
popolazione.
Un secondo punto di interesse riguarda il tessuto economico-produttivo del quartiere, di cui
verranno osservate le caratteristiche e le trasformazioni nelle destinazioni d’uso.
Infine si indagheranno le nuove forme di socialità che emergeranno in seguito all’arrivo di
popolazioni differenti che usano e vivono gli spazi pubblici del quartiere, modellandone i
significati sociali, e, in particolare, l’impatto dell’arrivo di studenti e personale universitario sulle
pratiche d’uso degli spazi urbani.
Proposta per un’energia efficiente al CLE ( sintesi dei contenuti del prof. Padovan [allegato])
Il Campus Luigi Einaudi è un sistema di edifici che richiede una grande quantità di energia e per
raggiungere una gestione efficiente della stessa appare fondamentale agire attraverso uno sforzo
trans-, multi-, inter- disciplinare.
Al fine di soddisfare il fabbisogno energetico della struttura rientrando nei limiti della
sostenibilità ambientale ed economica, e di migliorare la vivibilità degli spazi interni al campus
occorre l’elaborazione di un programma sistematico di riduzione del consumo di energia agendo
su più piani (tecnologico, sociale, individuale, ambientale) tra loro interrelati che vanno a
comporre un sistema socio-tecnico.
In primo luogo è possibile sostenere che i problemi energetici del campus siano legati alla
mancanza di un sistema remoto efficiente di controllo del consumo energetico degli edifici, a
comportamenti individuali scarsamente consapevoli e all’assenza di interazione tra final user e
sistema dell’edificio.
Inoltre, per quel che riguarda il comfort indoor sarebbe necessaria una prima rilevazione degli
standard di comfort termico condivisi dagli occupanti (tenendo conto non solo delle percezioni
fisiche ma anche degli aspetti psico-sociali legati al comfort termico) e successivamente decidere
ed implementare strategie di riduzione delle temperature indoor.
A seguito di tali analisi sarà poi fondamentale definire la migliore strategia di governance da
applicare al sistema CLE.
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Bibliografia minima di riferimento
Dematteis, G. (2001). Introduzione. Tema, articolazione e risultati della ricerca. In G. Dematteis, & F. (.
Governa, Contesti locali e grandi infrastrutture. Politiche e progetti in Italia e in Europa. . Milano:
Franco Angeli.
Fassino, G. (2010). L'edilizia universitaria. In O. r. studio, & U. C. metropolitano, I numeri del sistema
universitario in piemonte: azioni risultati e prospettive. Regione Piemonte.
Giorda, C. (2011). Conoscenza geografica e cittadinanza. Un progetto per il territorio. In C. Giorda, & M.
Puttilli, Educare al territorio, educare il territorio. Roma: Carocci editore.
Governa, F. (2001). Ripensare il rapporto infrastrutture/territorio. Il valore aggiunto territoriale delle
infrastrutture di trasporto. In G. Dematteis, & F. (. Governa, Contesti locali e grandi infrastrutture.
Politiche e progetti in Italia e in Europa. Milano: Franco Angeli.
Magnaghi, A. (2010). Il progetto locale. Torino: Bollati Boringhieri.
UNEP. (2013). Greening Universities toolkit.
Sitografia
1
http://www.campus-sostenibile.polimi.it
http://www.hackunito.it/
http://www.comune.torino.it/iter/servizi/laboratorio_citta_sostenibile/index.shtml
http://greenmetric.ui.ac.id
Allegati
-
Campus Luigi Einaudi e territorio, bozza di analisi SWOT (a cura di Urban
Center Metropolitano)
-
Documento “Università e sostenibilità: iniziative nazionali e internazionali” (a
cura di Alessia Calafiore, laureanda)
-
Ipotesi di progetto di Crowdmapping del CLE (a cura di Elisabetta Demartis,
laureanda).
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Campus Luigi Einaudi e territorio
Urban Center Metropolitano, novembre 2013
L’Urban Center Metropolitano è stato coinvolto dal Rettore in questo percorso di riflessione e ricerca-azione sul
rapporto Cle e territorio. In particolare ha partecipato alla stesura di questo documento, all’elaborazione di un’analisi
Swot e sta predisponendo un’analisi cartografica alle scale metropolitana e di quartiere sui rapporti con il territorio.
Durante la fase di realizzazione l’Urban Center Metropolitano è intervenuto in diverse occasioni per contribuire
all’analisi del rapporto tra l’edificio e il suo contesto, in particolare sono state condotte le seguenti iniziative:

Nel 2010 viene pubblicato “I numeri del sistema universitario in Piemonte: azioni, risultati, prospettive” in cui
l’Urban Center cura la sezione dedicata all’edilizia universitaria dove ampia parte è dedicata al CLE
considerato uno dei progetti chiave per lo sviluppo del sistema campus urbano. Tale sistema “partendo
dalla storica sede del Rettorato in via Po, assume via Verdi come asse portante e realizza la riqualificazione
della vecchia “zona culturale” strutturando un percorso che si articola fino a Palazzo Nuovo ed estende le
sue propaggini nel quartiere Vanchiglia, fino a toccare le sponde della Dora” (Fassino, 2010)

Nell’ambito del ciclo di visite ai cantieri “Imprese, cantieri, architetture” che ogni anno Urban Center propone
ai cittadini, nel Maggio 2011, viene condotta una visita al cantiere del CLE con i responsabili dell’Università
e i progettisti.

In occasione dell’inaugurazione del CLE, nel Settembre 2012, Urban Center presenta ai cittadini il nuovo
edificio in un dibattito pubblico nel ciclo “Racconti Urbani”.
Questioni oggetto di riflessione – SWOT
1.
2.
3.
Collocazione in area di riconversione a breve distanza
dal centro e da altre sedi Unito, con nuova permeabilità e
funzione di snodo/collegamento (attraversamento Dora)
Edificio di recente apertura e importante immagine
(archistar, rilevanza mediatica…)
Primi segnali di impatto positivo sul quartiere (attività
commerciali, servizi, mercato immobiliare)
4.
5.
6.
7.
8.
S
O
9.
10.
11.
12.
Rafforzamento del ruolo territoriale del CLE e apertura
ad attività esterne, anche in momenti non convenzionali
per un’università (sera, fine settimana) e in
collaborazione con attori dell’area (Circoscrizione,
associazioni)
Integrazione nel Campus Urbano e con altre sedi
dell’alta formazione (Manifattura Tabacchi, Iaad, Holden)
e relativo rafforzamento di relazioni e servizi (residenze
universitarie, spazi per sport)
Integrazione con grandi progettualità prossime all’area:
V200, linea 2 Metro
Sviluppo degli impatti positivi e rafforzamento del relativo
effetto volano
Funzionalità e fruibilità (oscuramenti, distribuzione
interna, dimensioni aule…)
Accessibilità con mezzi pubblici (poche linee, fermate
scomode…)
Accessibilità pedonale e ciclabile (rastrelliere, percorsi…)
Accessibilità veicolare (parcheggi, zona blu…) e relative
esternalità negative
Percorsi interni e verde
W
T
13. Mancata risposta alle problematiche emerse attraverso
un adeguato coordinamento
14. Mancata realizzazione di opere previste (corso Farini,
linea 2 Metro)
Azioni da mettere in campo in risposta alle debolezze – breve termine
Azioni da mettere in campo in risposta alle opportunità – medio-lungo termine
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Sostenibilità e Università2
La fenomenologia del “greening campus” a livello internazionale e nazionale
Il fenomeno del “campus greening” nasce negli Stati Uniti durante gli anni ’90 e si è recentemente concretizzato su
scala internazionale con la costituzione di diverse reti di università sostenibili. In particolare, le reti più rilevanti sono
l’International Sustainable Campus Network (ISCN)3 e il Global Universities Partnership on Environment and
Sustainability (GUPES)4. Tali networks raccolgono informazioni e pubblicano guidelines utili a quelle università che
vogliono attivare processi di “greening”. La pubblicazione più recente è il Greening Universities Toolkit (GUPESUNEP, 2013) che, applicando il concetto di sostenibilità alle università, delinea un percorso per fasi sintetizzabili nei
seguenti punti:
1. Definizione di “Visions, Mission and Values” da perseguire;
2. Stabilire una strategia di governance e amministrazione della politica di sostenibilità;
3. Scegliere indicatori, obiettivi e targets e svolgere, dunque, un’indagine preliminare sulla condizione di
partenza;
4. Sviluppare e implementare piani di azione declinati su diversi assi (Energia, Rifiuti, Acqua ecc.).
Sulla base di tali guidelines si sono mosse alcune università italiane che hanno presentato la loro esperienza in un
incontro svolto durante Ecomondo a Rimini. Si sono succeduti gli interventi dell’Università di Bologna, che ha
costituito una specifica sezione sostenibilità all’interno degli uffici amministrativi, attiva prevalentemente rispetto il
tema della mobilità sostenibile e in operazioni volte a rendere più eco-efficienti le strutture universitarie; del
Politecnico di Milano, che sta attuando da circa due anni il progetto campus sostenibile declinato su sei tavoli di
lavoro (Energy, Environment, City, People, Accessibility, Healt and Food); dell’Università ‘Ca Foscari di Venezia,
che ha dieci assi strategici e pubblica annualmente un piano strategico sulla sostenibilità e un report volto a
monitorare gli avanzamenti dell’università in tal senso. Erano presenti anche il Politecnico di Bari che ha presentato
un discorso più ampio legato al rapporto tra università e territorio e il politecnico di Torino che ha trattato del progetto
UNI-metrics. Al termine dell’incontro i vari relatori hanno discusso della possibilità di attivare una rete nazionale dei
campus sostenibili sul modello di altre reti esistenti a livello nazionale ad esempio nei paesi scandinavi e in Australia.
Inoltre è di recente diffusione la ricerca di indicatori mirati a creare un ranking delle università più “green”. Ad oggi il
sistema più utilizzato è l’UI GREEN METRICS 5 che attribuisce un punteggio alle istituzioni universitarie che vi
partecipano; tuttavia emergono diverse criticità rispetto a tale metodo come:
 scarsa considerazione di fattori di contesto;
 arbitrarietà dovuta all’auto-attribuzione del punteggio fatta dalle singole università.
Bibliografia e sitografia
UNEP,2013, Greening Universities toolkit; HYPERLINK
"http://www.unep.org/training/publications/Rio+20/Greening_unis_toolkit%20120326.pdf"
http://www.unep.org/training/publications/Rio+20/Greening_unis_toolkit%20120326.pdf
HYPERLINK "http://international-sustainable-campus-network.org/" http://international-sustainable-campusnetwork.org/
HYPERLINK "http://www.gupes.org/index.php?classid=3234" http://www.gupes.org/index.php?classid=3234
HYPERLINK "http://greenmetric.ui.ac.id/id/page/ranking-2012/0" http://greenmetric.ui.ac.id/id/page/ranking-2012/0
HYPERLINK "http://www.campus-sostenibile.polimi.it/web/guest" http://www.campussostenibile.polimi.it/web/guest
HYPERLINK "http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=134214"
http://www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=134214
2
A cura di Alessia Calafiore.
http://international-sustainable-campus-network.org/
4
http://www.gupes.org/index.php?classid=3234
5
http://greenmetric.ui.ac.id/id/page/ranking-2012/0
3
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IPOTESI DI PROGETTO DI CROWDMAPPING DEL CAMPUS LUIGI
EINAUDI6
1. COSA È LA CROWDMAP?
La crowdmap (mappa partecipata), una piattaforma open source finalizzata alla raccolta collettiva di
informazioni ideata da Ushahidi, un’organizzazione no profit di Nairobi. Ushahidi, che in Swahili significa
‘testimonianza’, è stata sviluppata in Kenya per mappare, nel 2008, i casi di violenza nel periodo postelettorale ed è stata utilizzata in seguito per mappare eventi di crisi come disastri ambientali, crisi
umanitarie e politiche, elezioni e violenze di genere a livello globale.
Il software offre degli strumenti che permettono alle persone di inviare informazioni, usando i loro
telefoni cellulari o internet, creando un archivio temporale e geospaziale degli eventi e trasformare
successivamente le informazioni raccolte in punti nella mappa.
2. PERCHÉ UNA CROWDMAP?
Se si sceglie una crowdmap, si sceglie uno strumento innovativo e open source che permette di mettere
in risalto una problematica di un determinato territorio. In generale, questo tipo di mappa viene pensata
per:
 Mettere in risalto un problema che affligge una comunità, altrimenti invisibile o difficilmente
percepibile, sfruttando il potere dei visual data
 Smantellare degli stereotipi di un determinato posto (per esempio, nel caso del CLE, può essere
la struttura stessa che è nuova, immensa ma poco fruibile dagli studenti, e quindi non
partecipativa, come la maggior parte delle strutture universitarie)
 Dare fiducia alle persone, a cui viene riconosciuta importanza e dignità, necessarie per farle
sentire parte del progetto e accrescere il senso di appartenenza con la struttura e ambiente
6
A cura di Elisabetta De Martis.
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
Trasmettere alle persone che abitano il Campus che la loro partecipazione come “studenti
attivi” è fondamentale per risolvere delle problematiche inerenti la stessa zona
3.
CAPIRE IL CONTESTO
Perché si vuole creare una crowdmap? Cosa si vuole mettere in risalto? Quali sono le problematiche,
vincoli o barriere che affliggono il campus?
Prima di pensare alla crowdmap, è necessario saper rispondere a questi quesiti iniziali e, solo dopo aver
trovato delle valide riposte, è possibile procedere ad analizzare gli aspetti che riguardano la parte più
coinvolgente e attiva del progetto.
Alcune domande a cui bisognerebbe rispondere prima di iniziare la creazione della mappa sono:



Qual è lo scopo principale della mappa? Che obbiettivo si vuole raggiungere? (Per esempio, si
vogliono mettere in evidenza delle barriere architettoniche e fisiche o anche sociali e
interazionali? Si vogliono solo raccogliere delle segnalazioni o si decide di creare una categoria
che raccolga anche le proposte delle persone?)
A chi è rivolto questo progetto? (Agli studenti o a tutto il personale universitario? O anche ai
cittadini?)
Quali sono le strategie che garantiscano una partecipazione attiva delle persone in questo
progetto? (Come si ha intenzione di dare visibilità a questa iniziativa e coinvolgere le persone a
inviarci le segnalazioni?)
A seconda delle risposte si procede con la definizione della strategia. Per esempio, se si tratta di una
progetto con alti rischi di pericolosità come nel caso di Map Kibera, si agirà diversamente rispetto ad un
progetto che ha come obbiettivo quello di individuare delle categorie che rappresentino ostacoli fisici e
sociali per un studente o personale del Campus.
4. PERCHÉ È INNOVATIVO?
La crowdmap segue un procedimento che smantella i processi comuni di mappatura e affronta un novo
tipo di approccio partecipativo. Non più un azione top down, imposta quindi dall'alto come mero
processo di studio statistico di un territorio, ma un approccio che cerca qualcosa in più che l’aspetto
territoriale in sé. Le persone (crowd), nella crowdmap, non solo risultano fondamentali, ma ne diventano
l’elemento essenziale per la sua creazione.
Questo tipo di mappa è open source e quindi a disposizione di tutti gratuitamente e il punto forte di
questo software è che può essere adattato a qualsiasi contesto e non solo a situazioni di crisi e di
emergenza umanitaria (vedi progetto Crowdmapping Mirafiori Sud
http://areeweb.polito.it/mapmirafiorisud/).