Centro Specialistico Provinciale contro gli abusi all’infanzia Dipartimento Attività SocioSanitarie Scheda Tecnica Quando nasce Il Centro Specialistico è nato nel 2002 da una apposita Convenzione a scadenza triennale (il rinnovo sarà concertato con gli Enti a fine anno in corso) tra la Provincia e il Comune di Bologna, le Aziende Sanitarie dell’Area Metropolitana: AUSL di Bologna, AUSL di Imola Policlinico S. Orsola-Malpighi, l’Azienda Servizi alla Persona del Circondario Imolese, il Centro di Giustizia Minorile, i Comuni di Vergato, S. Lazzaro di Savena, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi, San Giovanni in Persiceto, San Pietro in Casale, l’ASP Seneca. Perché Il Faro si propone l’obiettivo di fornire una risposta qualificata multidisciplinare ai servizi sociosanitari, alla scuola, all’associazionismo e alla autorità giudiziaria al problema del precoce riconoscimento, della diagnosi e della cura delle forme di violenza all’infanzia, assicurando le seguenti attività: Cosa fa Partecipazione progetti/Tavoli interistituzionali Attività clinica: psicologica, neuropsichiatria, medica Consulenza multidisciplinare ai servizi, alla scuola, alle comunità di accoglienza “Faro” Gestione Banca dati sul fenomeno in provincia per la prevenzione e il monitoraggio Spazio attrezzato per l’ascolto giudiziario del minore e suo accompagnamento Formazione agli operatori dei servizi, della scuola Supervisione congiunta dei casi più complessi con agli operatori dei servizi 1 Dati di attività 1. Consulenze multidisciplinari (al 31. 12. 2008) : 564 2008 2006 2004 0 50 100 150 200 250 La richiesta di consulenza origina dal bisogno di confronto metodologico per leggere precocemente e con appropriatezza i segnali di disagio del bambino, verificare la correttezza del proprio agire professionale, valutare l’entità del danno evolutivo, segnalare all’Autorità Giudiziaria. I bambini portati in consulenza sono prevalentemente in età prescolare (0-6 anni:43,2%), seguiti dalla fascia di età 7-9 anni (15,8%), di sesso femminile (62,6% contro il 34% dei maschi), di nazionalità italiana (67,4%) e provengono, per lo più, da nuclei familiari conviventi (36,8%) seguiti dai nuclei familiari separati e bigenitoriali:18,3%). Tabella 1 - Forme di violenza in relazione alla differenza di genere Femmine Maschi Violenza sess. intrafam. sospetta 31,5% 17,2% multiforme1 19,8% 23,0% 20,4% 18,4% Violenza Violenza sess. extrafam. sospetta Violenza sess. generica2 13,5% 8% Violenza sess. parentale sospetta sospetta 6,2% 6,9% Violenza fisica 6,2% 11,5% Violenza psicologica 1,2% 4,7% Violenza assistita 1,2% 3,4% Incuria 0% 3,4% Ipercura 0% 3,4% Grafico 1 - Tipologia di violenza 23,6% 20,2% 18,5% 11,8% 5,7% 8,4% 2,7% 2,7% 2,7% 1,1% 1,8% 0,4% 0,4% So s So s p vi ol en za p se vi ss ol in e nz ... So as sp es vi se ol en x. .. za So se sp s vi sg ol e.. en . za in tra fa V m io . le V n za io le fis nz ic ap a sic ol og V ic io a le nz aa ss ist . In cu ria V Ip io er le cu nz ra am V io ul le t i nz fo as rm es V e io s in le nz tra as fa m es V io se le x nz tra as fa m es sp ar en ta le 0% 1 Forme di violenza sospette e accertate 2 Casi in cui non è possibile orientare il sospetto verso una dimensione intra o extra familiare 2 La maggioranza dei casi esaminati rientra nell’ambito generico della sospetta violenza sessuale3. E’, infatti, la gestione del dubbio e della multiformità delle forme di violenza, che coinvolgono prevalentemente bambine piccole non ancora in grado di comunicare chiaramente i segni del disagio, che pone ai nostri colleghi le difficoltà più rilevanti e li orienta verso la richiesta di consulenza. Dai dati rilevati emerge, come per altro segnalato in letteratura, la prevalenza: dei casi di sospetta violenza sessuale intrafamiliare nelle diverse fasce di età; della violenza multiforme4 in tutte le classi di età, a testimonianza del fatto che un bambino è più frequentemente vittima di una costellazione maltrattante; della violenza fisica e della patologia delle cure nei maschi entro i 12 anni di età. Richiedenti consulenza 2002-2008 Servizi richiedenti la consulenza Scuole S.Soc.Pianura Ovest 96 S.Soc.Pianura Est 4 S.Soc.Casalec. 29 20 S.Soc.S.Lazzaro 12 S.Soc. Porretta 5 S.Soc.Giust.Minori 1 S.Soc.Imola 18 S.San.Terr.Bo 52 122 0 20 40 60 80 100 120 S.Soc.Bologna 140 Il richiedente principale delle consulenze è il servizio sociale (37,4%) -in particolare bolognese- in quanto servizio destinatario delle segnalazioni di disagio infantile, interlocutore privilegiato dell’autorità giudiziaria e, al contempo, “attivatore” degli interventi specialistici sul caso. Segue la scuola (19,4%), impegnata prevalentemente sul versante della precoce individuazione del disagio e dell’attivazione della rete dei servizi. In questo caso il centro specialistico è inteso come risorsa per confrontare gli elementi di osservazione e gli è attribuita una funzione di raccordo. I servizi sanitari, ed in particolare il consultorio familiare e la neuropsichiatria infantile (15,6%) esprimono, oltre a un fabbisogno prettamente clinico (approfondimento diagnostico), anche la necessità di confrontarsi su dubbi di natura giuridica che insorgono in fase diagnostica, per rivelazioni di violenza dirette o riferite (de relato). La pediatria di base (7,3%), che ricopre l’importante funzione di “sensore” della salute in età evolutiva assieme alla scuola, al pari degli ospedali (dipartimenti di pediatria e pronto soccorso pediatrico-6,6%) privilegia la modalità telefonica per ottenere una veloce consulenza di natura giuridica per l’eventuale referto medico da inviare all’Autorità Giudiziaria, di natura medica sulle modalità più idonee per condurre la visita, esprimendo, al contempo, un forte bisogno di raccordo con altri servizi. 3 Assenza di chiare evidenze cliniche, procedimenti penali/accertamenti giudiziari ancora in corso, mancanza di rivelazione circostanziata da parte della presunta vittima 4 Costellazione abusante in cui sono compresenti almeno due forme di violenza distinte 3 2. Attività clinica (diagnosi e terapia minore e famiglia) Totale casi in carico al 31.12.2008 : 203 2004 2005 2006 3 2007 2008 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Tipologia del problema presentato in diagnosi e terapia: bambino ed adolescente Abuso sessuale extrafamiliare 4 Sospetto abuso sessuale extrafamiliare 37 Abuso sessuale intrafamiliare 4 Sospetto Abuso sessuale intrafamiliare 41 Abuso sessuale parentale 0 Sospetto abuso sessuale parentale 7 Abuso generico 7 Abuso multiforme 20 Abuso fisico 6 Abuso psicologico 3 Patologia delle cure 5 Violenza assistita 9 Tipologia dei Servizi richiedenti attività clinica 80 70 60 50 40 30 20 10 0 S. Soc.Bologna 73 s. san. Terr. Bo Ospedali Bo 54 Scuole T.M s. soc. esterno s. soc. dip. giustizia 22 20 12 4 3 1 8 4 ASP di Imola 15 10 distre ovest distre casalec. distret s.lazz distret est Anche in questo ambito di attività la richiesta maggiore proviene dal servizio sociale di Bologna, impegnato nella valutazione del danno evolutivo e delle competenze genitoriali richieste dalla A.G. 4 3. Formazione erogata negli anni: 42 interventi complessivi, 1.876 partecipanti tra personale sanitario, sociale (del territorio e dell’ospedale), scolastico, del volontariato 4.Spazio offerto alla Autorità Giudiziaria: totale (esclusi spazi neutri) 244 In ottemperanza a quanto disposto dalla L. 269/98 che ha introdotto e disciplinato l’utilizzo di luoghi per audizioni protette di minori e all’obiettivo fissato dalla Regione Emilia-Romagna (DELIBERA ASS. LEG.VA N. 91 DEL 23/11/2006 E DELIBERA GIUNTA REG.LE N. 1791 DEL 11/12/2006) che prefigura la disposizione in ogni territorio provinciale (presso sedi pubbliche e comunque preferibilmente esterne alle strutture giudiziarie), di ambienti ed attrezzature idonei per le audizioni, il Faro ha attrezzato e realizzato tali spazi assicurando un adeguato standard di accoglienza e la necessaria tutela della privacy del minore. 2004 2005 2006 2007 2008 2009 al 19 giugno Audizioni Protette 13 21 16 Spazio neutro(1) 0 0 17 53 72 53 23 23 26 Incidenti probatori 0 0 3 13 11 16 Sommaria Testimoniale 22 Raccolta (1) la flessione è determinata dal fatto che il Faro ha realizzato il progetto “Allestimento spazi neutri nel territorio provinciale” che ha previsto la dotazione di apposite attrezzature per la gestione degli spazi neutri nei servizi sociali territoriali, dopo un percorso formativo ah hoc rivolto agli operatori (Educatori Professionali, Assistenti Sociali). 5. Progetti Tra i progetti avviati e conclusi dal Centro, cofinanziati con fondi RER e Provincia citiamo: - Indagine conoscitiva “Minorenni abusanti”. Svolta in collaborazione con il Servizio Sociale del Dipartimento di Giustizia Minorile, Ente convenzionato con Il Faro, questa indagine è volta ad approfondire la conoscenza su un fenomeno che non sembra sufficientemente studiato: il minore di età autore di reati a sfondo sessuale. Gli obiettivi sono stati pertanto quelli di: - sviluppare un’appropriata conoscenza del fenomeno nel territorio regionale, individuare azioni preventive e di presa in carico della casistica - aggiornare la letteratura sull’argomento, diffondere i risultati del lavoro svolto, anche in previsione dell’avvio del progetto “Valutazione e cura di gruppo dei minorenni abusanti”. Il 13 novembre prossimo la ricerca sarà presentata in un apposito seminario patrocinato dalla RER. - Indagine conoscitiva “Le risorse per l’accoglienza dei bambini e degli adolescenti nella Provincia di Bologna “ che ha previsto la mappatura di tutte le risorse preposte all’accoglienza attive nel territorio provinciale e che si è posta i seguenti obiettivi: - conoscere in modo approfondito le risorse presenti sul territorio - individuare in modo sinergico azioni tutelanti tra Servizi invianti e risorse per l’accoglienza al fine di rafforzare la comune progettualità L’indagine è stata condivisa in tutte le fasi con i Responsabili dei Servizi Sociali, la Provincia, e il Coordinamento Provinciale delle Strutture di Accoglienza. I risultati sono stati illustrati in un apposito seminario e divulgati in forma cartacea. - Realizzazione del video “Il nutrimento affettivo come base sicura: proteggere il bambino e sostenere i suoi genitori” in collaborazione con il Programma Salute Donna, Infanzia e Adolescenza 5 della AUSL di Bologna. Il progetto, co-finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, ha come obiettivo la sensibilizzazione e la prevenzione primaria per il sostegno delle relazioni primarie, attraverso la divulgazione dello strumento in tutte le sedi opportune ed in particolare negli Spazi rivolti ai neo genitori. L'O.M.S. (2006) sottolinea con forza la necessità di divulgare i principali concetti sullo sviluppo del bambino, con particolare riguardo alle relazioni di cura affettive e supportive, offrendo chiavi di lettura sui comportamenti precoci da soddisfare e rispettare da parte dei "datori di cure". La necessità di predisporre adeguati strumenti di divulgazione nei Servizi Sanitari e Sociali (Consultori, Pediatrie di Comunità e di Base, Ospedali: Maternità, Pediatria e Medicina Generale, ecc.) ha una duplice funzione: rispondere alla crescente esigenza di informare /educare alla relazione di cura espressa da molti genitori e favorire un efficace orientamento dei nuclei familiari nel variegato panorama dei Servizi. - “Linee Guida per la tutela del minore nel procedimento giudiziario” Questo progetto, frutto di un lavoro interdisciplinare che ha visto il coinvolgimento di alcuni interlocutori dei Servizi Sociali, della magistratura e di esperti, rappresenta il risultato di un obiettivo perseguito dal Centro Specialistico sin dalla sua nascita: predisporsi come risorsa multidisciplinare per garantire ai bambini/adolescenti le necessarie azioni di tutela nei vari ambiti in cui sono coinvolti come vittime (o presunte tali) di abuso. Il documento è stato diffuso presso tutti i servizi del territorio provinciale. - “Raccomandazioni pediatriche sulla semeiotica dell’abuso fisico” (fratture, traumi cranici, shaken baby syndrome, lesioni cutanee) nei bambini 0-2 anni in collaborazione con la Clinica pediatrica Gozzadini del S. Orsola. L’ obiettivo di questo progetto, rivolto all’ambiente medico, è affrontare i complessi temi relativi alla diagnosi differenziale e al precoce riconoscimento dei segni fisici di abuso attraverso la formulazione di raccomandazioni condivise sulla diagnosi differenziale. Nell’anno 2004 si è costituito un gruppo provinciale formato da 10 pediatri ospedalieri e territoriali che hanno effettuato una prima stesura delle raccomandazioni relative alle fratture riscontrate nei bambini al di sotto dei 2 anni (bozze su frattura metafisiaria, costale e dei piccoli segmenti) per poi integrare con le raccomandazioni riguardanti il trauma cranico e la shaken baby syndrome. Si è successivamente giunti al: -completamento delle raccomandazioni e alla revisione delle stesse da parte di un gruppo di clinici esperti; -seguirà la diffusione delle raccomandazioni in ambito provinciale e regionale attraverso l’organizzazione di incontri di formazione-aggiornamento in collaborazione con la Clinica Pediatrica e a livello nazionale tramite il Sito del Faro (compresa la letteratura aggiornata sull’argomento). - “Allestimento spazi neutri nel territorio provinciale” Tale iniziativa, scaturita da un percorso formativo organizzato da Il Faro, è stata intrapresa allo scopo di qualificare e potenziare gli interventi di recupero delle relazioni familiari, dotando i servizi di sedi idonee all’osservazione delle relazione intrafamiliare. - Protocollo con Ospedali e Servizi territoriali. Il documento, in corso di ultimazione, è frutto del lavoro di un gruppo interistituzionale (Policlinico S. Orsola-Malpighi e Azienda USL di Bologna) e multidisciplinare ed è ispirato alle Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in tema di prevenzione del maltrattamento (Preventing child maltreatment: a guide to talking action and generative evidence, W.H.O, 2006) che evidenziano la necessità, per i servizi, di: - migliorare l’evidenza scientifica attraverso lo sviluppo di interventi appropriati e modelli sperimentati, facendo corrispondere la capacità organizzativa agli obiettivi di cura e tutela del minore e della sua famiglia; - identificare la violenza affinando tecniche volte al precoce riconoscimento di segni fisici e comportamentali attraverso protocolli per la corretta segnalazione dei casi, tramite valutazioni sanitarie e forensi integrate attivando il necessario supporto psicosociale. In particolare il documento si prefigge di definire: 6 - il percorso sanitario più appropriato per i bambini vittime di e con sospetto di abuso sessuale a livello intraospedaliero e tra l’ospedale e i servizi territoriali, anche attraverso l’individuazione di punti di eccellenza per la visita; - le modalità di segnalazione ai servizi sociali e sanitari del territorio e dell’ospedale per la presa in carico del caso; - le prassi più appropriate per la segnalazione alla A.G. competente (Procura Minori e Procura Ordinaria) e la collaborazione volta alla tempestiva azione di protezione nel rispetto delle specifiche finalità; - il raccordo con il Centro Specialistico provinciale contro i maltrattamenti all’Infanzia “Il Faro” per l’avvio del progetto ripartivo e il monitoraggio dei dati sul fenomeno in ambito provinciale - Centro di Documentazione Gli obiettivi del sistema informativo relativo al fenomeno dell’abuso all’infanzia sul territorio provinciale, complementare al Sistema SISAM regionale, possono essere così sintetizzati: - descrivere il fenomeno dell’abuso in una determinata realtà territoriale, stimandone, in particolare, incidenza e prevalenza, individuando l’associazione con specifici fattori di rischio o di protezione, valutando l’appropriatezza e l’efficacia degli interventi; - fornire agli operatori dei servizi utili strumenti per conoscere in modo più approfondito le caratteristiche peculiari oltre che quantitative del fenomeno e il suo impatto con il sistema dei servizi. A tal scopo è stato individuato uno strumento epidemiologico grazie alla collaborazione del CEVEAS (Centro per la Valutazione dell’Efficacia dell’Assistenza Sanitaria di Modena), resa possibile anche grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Lo strumento è stato presentato e condiviso con i Responsabili dei Servizi Sociali della Provincia. Composizione dell’equipe de “Il Faro” Mariagnese Cheli (Azienda USL di Bologna) psicologa psicoterapeuta familiare a tempo pieno, con funzioni di coordinamento clinico e organizzativo. Cosimo Ricciutello (Azienda USL di Imola) neuropsichiatra e psicoterapeuta infantile (dal 1 settembre in organico all’Azienda USL di Imola) per 7 ore settimanali di cui 4 dedicate all’attività di consulenza e 3 a quella clinica sulla casistica in carico al Faro e alla formazione. Maria Elena Montenegro psicologa e psicoterapeuta (Azienda USL di Bologna) prima a 5 e poi a 10 ore settimanali grazie ai fondi dei piani provinciali, suddivise in consulenze, attività clinica e formazione a seconda del bisogno prevalente. Maria Pia Mancini psicologa e psicoterapeuta (in regime di collaborazione libero-professionale con Il Faro, con fondi dei Piani provinciali) per 5 ore settimanali dedicate all’attività clinica e consulenziale. Cristina Caravita (Azienda USL di Bologna) consulente giuridico per 6 ore settimanali suddivise in attività di consulenza, partecipazione a progetti e formazione. Luciana Nicoli (Azienda USL di Bologna) pediatra a 5 ore settimanali dedicate alla visita medica, alla consulenza, alla ricerca e alla formazione. Valeria Arbizzani e Sabrina Iarlori (Azienda USL di Bologna) ginecologhe ospedaliere. Le specialiste sono coinvolte principalmente nella visita e nella consulenza medica, nei progetti. Entrambe hanno contribuito, assieme alla pediatra e alla consulente giuridica, alla stesura del protocollo tra Faro e Ospedali in corso di realizzazione. Luca De Giorgis Educatore Professionale (Azienda USL di Bologna) e Giudice Onorario presso il T.M di Bologna, esperto in devianza minorile, impegnato nell’attività di gruppo con sex offenders minorenni e con le loro famiglie, nella formazione e nella consulenza. Per l’equipe de Il Faro Dott.ssa Mariagnese Cheli 7