www.giornal.it Nell`ambito del Progetto Olimpo Premiata la struttura

Azienda Ospedaliera Nazionale
SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo
Alessandria
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25 01 2011
Via Venezia, 16 – 15100 ALESSANDRIA
Tel . 0131 206111 – www.ospedale.al.it
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Salute
Nell'ambito del Progetto Olimpo
Premiata la struttura di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria
La struttura di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, diretta da
Daniela Dolcino, ha conseguito la certificazione per la Terapia della Degenerazione Maculare legata all’età:
un riconoscimento ottenuto in virtù della scelta di sottoporsi ad un protocollo di accreditamento di un ente di
certificazione indipendente, nell’ambito del progetto OLIMPO, programma che garantisce al paziente un
percorso di cura definito attraverso la definizione di standard organizzativi tesi all’eccellenza.
Commenta il Direttore Generale Nicola Giorgione: “Si tratta di un risultato che pone la struttura tra i pochi
centri in Italia (due in Piemonte) nell’eccellenza di una terapia difficile e per una patologia, la
degenerazione maculare, che purtroppo coinvolge un numero sempre maggiore di persone. Questo
riconoscimento, come tutti i percorsi di qualità, offre ai nostri pazienti la massima sicurezza e affidabilità
nelle cure, elementi fondamentali nella gestione del percorso terapeutico. I professionisti della nostra
Oculistica sono stati coinvolti nella definizione di modalità organizzative che garantiscono la migliore
gestione del paziente, l’appropriatezza e l’impiego efficace delle risorse”.
L’Oculistica di Alessandria da anni è impegnata nella terapia della degenerazione maculare, come spiega
Daniela Dolcino: “Si tratta di una emergenza sociosanitaria, prima causa di cecità nei paesi industrializzati.
In Italia sono più di un milione le persone colpite, di cui oltre 250.000 con la forma più rapida e devastante.
Questa patologia colpisce il centro della retina, la macula, compromettendo la visione distinta e la capacità
di lettura; fino alla fine degli anni 90 è stata incurabile, la tecnologia e la ricerca ci hanno permesso di
individuare una rapida soluzione nella diagnostica e nella terapia. La nostra struttura ha introdotto via via
le terapie più innovative, tra cui il laser, la terapia fotodinamica e la terapia con farmaci antiangiogenici
iniettati nel bulbo oculare. Questa ultima è stata la prima terapia capace di arrestare la malattia e
determinare un lieve miglioramento visivo: la certificazione ha la finalità migliorare l’accesso alla terapia
da parte del paziente e definire un percorso diagnostico terapeutico di massima affidabilità”.
Accanto a ciò, la struttura di Oculistica ha attuato un percorso di stimolazione visiva, realizzata presso il
CERV (Centro di Riabilitazione Visiva), attivo da qualche anno con attività svolte anche in collaborazione
con l’Unione Italiana Ciechi, con il preciso obiettivo di offrire un percorso riabilitativo per i pazienti ormai
stabilizzati. Illustra la responsabile del Centro, dr.ssa Dolcino: “Il Centro fa parte della Rete Regionale
piemontese dei centri per la Prevenzione della Cecità e per la Riabilitazione Visiva; i nostri professionisti da
tempo aiutano a migliorare l’autonomia della persona attraverso ausili ottici, informatici ed elettronici.
L’acquisizione di un modernissimo microperimetro e di un’apparecchiatura per elettrofisiologia oculare
permette oggi di stimolare e di educare il paziente all’utilizzo delle aree retiniche residue. Proprio
recentemente, il Centro è stato chiamato a portare la propria esperienza nell’ambito di un convegno
internazionale di Ipovisione e Riabilitazione Visiva, soprattutto per la multidisciplinarità nell’ipovisione
pediatrica”.
In questo ambito, infatti, l’Oculistica rappresenta un punto di riferimento, con l’ambulatorio di Oftalmologia
pediatrica che ha eseguito nel 2010 oltre duemila visite, solo per diagnosi non routinarie. Inoltre, la dr.ssa
Dolcino fa parte del Gruppo di Studio nazionale per la Retonipatia del pretermine, che ha come obiettivo la
diagnosi precoce ed il trattamento di una malattia della retina che, lasciata alla sua naturale evoluzione, porta
alla cecità naturale, nei piccoli nati gravemente prematuri sotto i settecentocinquanta grammi o i nati prima
della venticinquesima settimana di gravidanza.
Mod. URP002-00/06 “Dicono di Noi”