scarica il programma di sala - Amici della Musica di Sondalo

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20162017
ª
STAGIONE
LUNEDÌ
19 DICEMBRE
2016
ore 20,45
Teatro Sociale,
Sondrio
3
Concerto operistico con la partecipazione straordinaria del soprano
LUCIANA SERRA
ORCHESTRA
ANTONIO VIVALDI
CORO DEL TEATRO
MUNICIPALE
DI PIACENZA
Maestro del coro: CORRADO CASATI
MARIA FRANCESCA MAZZARA, soprano
ISABEL DE PAOLI, mezzosoprano
AZER ZADA, tenore
VINCENZO PETRUCCI, baritono
LORENZO PASSERINI, direttore
La 54ª stagione 2016-2017 è realizzata con il sostegno di:
PROVINCIA DI SONDRIO
COMUNE DI SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
con il contributo di
B.I.M. BACINO IMBRIFERO MONTANO DELL’ADDA
FONDAZIONE PRO VALTELLINA ONLUS
FONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE
con la collaborazione di:
ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO SOCIALE DI SONDRIO
PROGRAMMA
GIOCHINO ROSSINI (1792-1868)
L’italiana in Algeri
Ouverture
Per lui che adoro (mezzosoprano)
GIUSEPPE VERDI (1813-1901)
La forza del destino
Ouverture
La vergine degli angeli (soprano e coro)
RUGGERO LEONCAVALLO (1857-1919)
Pagliacci
Vesti la giubba (tenore)
COMITATO NAZIONALE ITALIANO MUSICA
GIACOMO PUCCINI (1858-1924)
Madama Butterfly Coro a bocca chiusa
GIOACHINO ROSSINI
Le siège de Corinthe (L’assedio di Corinto)
Juste ciel
(soprano Luciana Serra)
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
Orchestra in residenza
✽
GIOACHINO ROSSINI
Il Turco in Italia
Ouverture
Per piacere la signora (soprano e baritono)
GIUSEPPE VERDI
Nabucco
AMICI DELLA MUSICA
SONDALO
Periodico di cultura
musicale e spettacolo
Direttore Responsabile:
IRENE TUCCI
Editore:
AMICI DELLA
MUSICA, Sondalo
Autorizzazione Tribunale
di Sondrio nr. 214
Registro Stampa del
2.10.1990
Stampa:
Lito Polaris - Sondrio
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA, SONDALO
Via Vanoni, 32 - 23035 Sondalo (SO)
Tel. 348 3256939 - Fax 0342 803082
www.amicidellamusica.org
[email protected]
Cod. Fisc.: 83002220149 - P. IVA 00553720145
CID - CIRCOLO MUSICALE DI SONDRIO
Via Perego, 1 - 23100 Sondrio
www.circolomusicale.it
[email protected]
Cod. Fisc.: 80005090149 - P. IVA 00781500145
Ouverture
Gli arredi festivi (coro)
GIACOMO PUCCINI
Turandot
Nessun dorma (tenore e coro)
GIUSEPPE VERDI
Rigoletto
Un di’, se ben rammentomi
Bella figlia dell’amore
(soprano, mezzosoprano, tenore, baritono)
Aida
- Gloria all’Egitto, Marcia, Vieni o guerriero vindice
(coro)
L’incantesimo
della voce
M
usica italiana nell’Ottocento uguale melodramma. L’equivalenza, nella coscienza collettiva, è ben radicata.
È vero, l’asserzione è un po’ troppo perentoria e per fortuna tutto un
indirizzo musicologico fiorentissimo si dà da fare per documentare
e studiare l’attività musicale in Italia nell’Ottocento in campo non
operistico, in particolare cameristico: i salotti musicali, la nascita delle
prime Società del Quartetto e così via. Ma, sia pur vero che nell’Ottocento non si faceva solo opera, questa resta comunque il cuore
pulsante di un mondo musicale; e il suo radicarsi in una coscienza
di massa è un fenomeno estremamente logico e ricco di implicazioni.
L’opera di Giuseppe Verdi, com’è noto, venne anche letta in stretto
legame con le vicissitudini storiche del Risorgimento. La scritta «Viva
Verdi» che all’epoca si poteva leggere sui muri di Milano e Venezia
aveva due significati: da un lato omaggiava il famoso compositore,
dall’altra era un acronimo con un preciso significato politico antiaustriaco – Viva V.E.R.D.I. stava per Viva Vittorio Emanuele Re
D’Italia.
Oggi vastissime platee di spettatori sanno perfettamente dell’esistenza
di tutta una serie di brani celebri; e la marcia trionfale da Aida e il
coro del Nabucco li sanno accennare fischiettando o mormorando a
mezza voce un po’ tutti.
Presso gruppi un po’ più ristretti (ma non così ristretti!) di appassionati, il culto dell’opera diventa culto della voce e delle grandi voci del
passato e presente. E allora: meglio la Callas o la Tebaldi? E giudizi
su interpretazioni di ieri e di oggi vengono dati con tutto un lessico
specialistico e una conoscenza dettagliata dei singoli casi, che in bocca
a semplici appassionati fa arrossire di imbarazzo e di ignoranza il
musicista non melomane che si trovi a passare di lì.
La Callas, ci ricorda qualcuno, «in gioventù spesso “intubava” i suoni,
e li “ingolava” quando scendeva (ricordi la Gioconda del ’50?)»; «i
sovracuti erano troppo schiariti, perciò poi li perse (nel ‘56 già non
riusciva più ad emettere il mi bemolle, che un paio d’anni prima
faceva con facilità!)». L’altra metà del mondo invece, con vocabolario altrettanto consapevole, argomenta sull’unicità immortale della
grande cantante.
Ci si confronta e talvolta scontra su stili e autori; per esempio, nel
caso del verismo musicale. Per tanti, l’opera italiana si ferma a Verdi:
ciò che accade dopo, con quei libretti in cui ai giri aulici di Francesco
Maria Piave e dintorni si sostituiscono brutalmente espressioni come
«hanno ammazzato compare Turiddu», e con una musica che analogamente non teme di cambiare registro, sarebbe turpe decadenza.
Per altri, invece, le nuove vie dell’opera da Cavalleria rusticana in poi
non sono che la logica e straordinaria conseguenza della vocazione
del melodramma all’espressione. In questo programma si ascolta la
celebre aria Vesti la giubba dai Pagliacci di Leoncavallo, immagine
del “clown tragico”, che si appresta a impersonare la sua parte comica, nella quale non potrà lasciar trasparire il dramma che porta
dentro (la consapevolezza di un tradimento), e che sta per esplodere
tragicamente.
Il fascino del canto ha probabilmente la sua espressione più pura
nell’aria solistica. È il momento in cui l’azione si ferma (in tanti stili
operistici, il recitativo che ha preceduto l’aria ha portato avanti gli
eventi, ha permesso ai personaggi di dirsi cose, fare cose, tramare cose;
con l’aria tutto questo si blocca) e viene in primo piano un’emozione, da sviscerare in musica. Quanto la voce può dare in termini di
intensità e plasticità, ma anche (a seconda del compositore e del tipo
di emozione impersonata) agilità, brio e virtuosismo, è racchiuso in
quel microcosmo.
L’aria Juste ciel da Le siège de Corinthe di Rossini è l’estrema preghiera
della protagonista Pamyra prima della distruzione della città: emblema di bel canto e di lirismo intenso.
Ma l’emozione può anche non essere univoca: i personaggi hanno,
evidentemente le loro sfaccettature. Nell’aria Per lui che adoro da
L’italiana in Algeri di Rossini si comincia con un cantabile intenso,
reso ancor più lirico dalla complicità del flauto, che prima anticipa
l’intera melodia della voce e poi si unisce ad essa. «Per lui che adoro,
ch’è il mio tesoro, più bella rendimi, madre d’amor». Dopo di che,
sorpresa: Isabella, che canta, non è solo una donna innamorata, ma
anche e soprattutto una donna che sta tramando qualcosa per poter
vivere il suo amore. Ecco perciò cambiare radicalmente il clima
musicale: improvvisamente vivace e ammiccante, fremente di marchingegni teatrali e musicali.
Avventuroso è anche il percorso del duetto Per piacere alla signora
da Il turco in Italia, sempre di Rossini. Quel bel tipino che è Fiorilla
rintuzza il marito geloso Geronio, prima con vivace schermaglia, poi
professando il suo amore coniugale (e qui la musica si ammorbidisce
liricamente) e infine minacciando vendetta per la gelosia di lui – «Per
punirvi aver vogl’io / mille amanti ognor d’intorno, / far la pazza
notte e giorno, / divertirmi in libertà. / (Con marito di tal fatta / ecco
qui come si fa)»: e a quel punto Rossini tira fuori dal cappello quelle
invenzioni musicali (primo fra tutti qui un certo uso dello staccato)
che fanno l’inimitabile comicità di tante sue pagine.
Le emozioni dei personaggi possono sommarsi l’una all’altra in contrasti anche stridenti. Questo avviene in quella pagina straordinaria
che è il quartetto da Rigoletto di Verdi. Dopo il momento preliminare
(Un dì, se ben rammentomi) in cui il Duca corteggia Maddalena,
visto da Gilda e dal padre di lei Rigoletto, esplodono finalmente
(Bella figlia dell’amore) tutte e quattro le emozioni, diversissime: la
superficiale concupiscenza del Duca, la vivace ritrosia di Maddalena,
l’indignazione appassionata di Gilda (che si scopre tradita dal Duca),
l’afflato paterno di Rigoletto.
Un numero ancora maggiore di voci fuse insieme dà luogo al fascino
particolarissimo del coro: spesso espressione in Verdi, dell’anima
popolare anche nei suoi caratteri di musicale semplicità e immediatezza. E proprio voce di un popolo e della sua emozione è il coro
Gli arredi festivi all’inizio di Nabucco, con una moltitudine di voci
che dall’interno del Tempio di Gerusalemme denuncia e lamenta la
sorte degli Ebrei, sconfitti da Nabucodonosor, re di Babilonia, ora
alle porte della città. «Gli arredi festivi / giù cadano infranti, / il popol
di Giuda / di lutto s’ammanti!»
Il coro può farsi espressione anche di giubilo e splendore esteriore,
naturalmente. Gloria all’Egitto da Aida è il momento dell’ingresso
in scena dell’esercito egiziano vincitore, guidato da Radames. È il
momento delle grandi masse di cantanti e comparse, delle scenografie
sfarzose, delle statue, degli elefanti (veri), ove e quando possibile.
Allo sfarzo del coro fa seguito la celebre Marcia trionfale, quindi la
scena danzata e infine la ripresa del coro (Vieni, o guerriero vindice).
Il coro può anche interagire nelle maniere più diverse con una voce
solista, per amplificarne l’emozione o invece contrastarla. Ne La
vergine degli angeli da La forza del destino, al coro si aggiunge la voce
solista di Leonora, nell’inno religioso congiunto che chiude il finale
del secondo atto ambientato nella chiesa della Madonna degli Angeli.
Nella celeberrima aria Nessun dorma da Turandot di Puccini, il coro
entra poco prima della fine a deviare in qualche modo il crescendo
emotivo, propiziando l’attesa del ritorno della voce solista, che finalmente esploderà nel colossale acuto conclusivo.
Anche ben dopo Verdi, il coro resta per molti autori un momento
auspicato di rotondità e sensualità sonora. Nel coro a bocca chiusa
da Madama Butterfly di Puccini, «voci misteriose a bocca chiusa»
scriveva il compositore in una lettera al librettista, la sconcertante
semplicità di una canzone popolare si mescola al delicato esotismo
della strumentazione: è l’immagine dell’illusione della protagonista
Cio Cio San, sposata e poi abbandonata da Pinkerton. Fra i primi
fan di Butterfly vi fu anche il poeta Giovanni Pascoli, che dopo il
fiasco della prima scrisse a Puccini la sua convinzione che la «piccola
farfalla» dallo «stridire di sogno» avrebbe certamente preso a volare.
E le ouvertures, poi: quel momento in cui vengono anticipati i temi
dell’opera a venire, a volte collocandoli già nelle loro opposizioni
dialettiche, altre volte più semplicemente col gusto di porgere in
apertura un oggetto musicale di grande bellezza, che poi sarà ascoltato
compiutamente. Sono i temi più noti, quelli che più sono entrati
nella memoria collettiva. La «mossa», la chiamavano al tempo di
Verdi: cioè la capacità di attaccare una pagina musicale in maniera
del tutto singolare, riconoscibile, catturando da subito l’ascoltatore
e spettatore, che quel tema si spera non lo scorderà più.
Emozione, brillantezza sonora, radici nazionali e talvolta popolari,
avventure, esotismi, colpi di scena, vertigini: l’opera italiana è un
fenomeno musicale (e non) di sconvolgente portata, che forse attende
ancora di essere capito del tutto. È il luogo dove si incontrano il dentro e il fuori, il bisogno di indagare ciò che giace segreto e il bisogno
altrettanto forte di darne rappresentazione visiva, finanche plateale.
Rappresentazione imperfetta? Forse (forse per necessità); ma ancora
ci sconcerta e ci ammalia.
Alfonso Alberti
L
uciana Serra, soprano di coloratura apprezzata in tutto il mondo, ha
raggiunto il pieno successo negli Anni Settanta, quando si è esibita in
Lucia di Lammermoor di Donizetti e ne La sonnambula di Bellini, ruoli
con i quali ha in breve tempo conquistato i palcoscenici dei principali
teatri di tutto il mondo.
Al Teatro Verdi di Trieste: nel 1979 è Lakmé; nel 1981 Amina ne La
sonnambula e nel 1983 Dinorah.
Al Teatro alla Scala di Milano: nel 1983 è Miss Lucia in Lucia di
Lammermoor nella prima rappresentazione con Luciano
Pavarotti; nel 1985 Alcina con
Bernadette Manca di Nissa e
Norina nella prima di Don Pasquale con Sesto Bruscantini ed
Alfredo Kraus; nel 1986 Amina
ne La sonnambula con Bonaldo Giaiotti e Gloria Banditelli diretta da Gianandrea Gavazzeni e La regina della notte
nella prima di Die Zauberflöte
con Hermann Prey; nel 1988
Teti nella prima di Fetonte di
Niccolò Jommelli con Luciana
D’ Intino e Sumi Jo e Berenice
nella prima di L’ occasione fa
il ladro con William Matteuzzi; nel 1992 Zerlina nella prima
di Fra Diavolo e nel 1994 tiene
un recital.
All’Opera di Chicago: nel 1983
è Lakmé e nel 1986 Queen of the
Night in Die Zauberflöte diretta da Leonard Slatkin. Al San
Francisco Opera: nel 1984 è
Gilda in Rigoletto e nel 1987 The Queen of the Night in Die Zauberflöte.
Ancora a Trieste nel 1985 è Miss Lucia in Lucia di Lammermoor, nel
1987 Marie ne La figlia del reggimento e nel 1988 Anna Glavari ne La
vedova allegra.
Nel 1985 è Adina ne L’elisir d’ amore al Teatro dell’ Opera di Roma.
In particolare sono rimaste nella memoria le performance del 1987 e del
1988 al Teatro Regio di Torino rispettivamente nel Barbiere di Siviglia
di Rossini e nel Don Pasquale di Donizetti, di cui la casa discografica
Nuova Era ha pubblicato su CD le registrazioni dal vivo. Altrettanto
notevole, sempre durante gli anni ottanta, l’ interpretazione della Regina
della notte nel Flauto magico di Mozart, prima alla Royal Opera House
di Londra e in seguito alla Staatsoper di Vienna.
Nel 1987 è La Reine de la Nuit in Die Zauberflöte con Barbara Bonney
al Grand Théâtre di Ginevra.
Per il Teatro La Fenice di Venezia: nel 1988 è Amina ne La sonnambula;
nel 1992 tiene un recital; nel 1993 è Margherita in Faust con Chris
Merritt e Samuel Ramey ed Anaide in Moïse et Pharaon con Ruggero
Raimondi; nel 1997 Lucia di Lammermmor al PalaFenice al Tronchetto
e nel 2000 tiene un recital di romanze da camera di Bellini nella Scuola
Grande di San Giovanni Evangelista.
Nel 1988 è Königin der Nacht in Die Zauberflöte diretta da Nikolaus
Harnoncourt al Wiener Staatsoper e la principessa di Navarra nella prima
rappresentazione nel Teatro Donizetti di Bergamo di “Gianni di Parigi“.
A Bilbao nel 1989 canta ne I puritani e nel 1990 ne La sonnambula. Al
Metropolitan Opera House di New York diretta da James Levine nel
1991 è Regina della notte ne ll flauto magico con Kathleen Battle e nel
1994 Elettra in Idomeneo con Plácido Domingo e Dawn Upshaw.Al
Festival di Salisburgo con i Wiener Philharmoniker diretta da Sir Georg
Solti nel 1991 è Regina della notte ne ll flauto magico e nel 1993 Mrs.
Alice Ford in Falstaff con Josè van Dam e Susan Graham. All’ Opéra
National de Paris: nel 1991 è Regina della Notte ne Il flauto magico e nel
1993 Olympia in Les contes d’ Hoffmann.
Nel 1995 è Gilda in Rigoletto con Ramón Vargas all’ Arena di Verona e
Violetta ne La traviata allo Sferisterio di Macerata.
Tiene attualmente “master class” in tutto il mondo ed è docente di
tecnica vocale all’ Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Tra i vari
riconoscimenti ricevuti: il 7 dicembre 2013 a Napoli, nella splendida
cornice del Maschio Angioino, viene insignita del Wilde Vip European Award (Premio Wilde), onorificenza di respiro Europeo avallato e
patrocinato dall’ Osservatorio Parlamentare Europeo e del Consiglio
d’Europa.
MARIA FRANCESCA MAZZARA, soprano
AZER ZADA, tenore
Nata a Palermo, dopo aver studiato danza classica, si diploma in canto lirico con il massimo
dei voti al Conservatorio Vincenzo Bellini di
Palermo. Successivamente si perfeziona nell’arte
del belcanto con Luciana Serra; in precedenza
aveva curato l’interpretazione e la tecnica vocale
con Margaret Baker, Anita Cerquetti, Silvano
Carroli. Artista poliedrica, ha interpretato ruoli
brillanti in commedie ed è stata figurante speciale nel film La Croiciére di Pascale Pouzadoux.
Molto attiva in campo concertistico, il suo repertorio spazia dalla musica barocca alla musica
contemporanea. In campo operistico, nel 2016
Maria Francesca Mazzara è Hanna Glawari ne
La vedova allegra di Lehár in tournée in Friuli
Venezia Giulia e Slovenia, Musetta ne in La Bohème di Puccini e Gilda in
Rigoletto di Verdi al Teatro Politeama Greco di Lecce, Giovanni in Babbelish
ovvero i fratelli gabbati di Pasquale Corrado al Teatro Massimo di Palermo.
Si diploma in canto nel 2010 presso il Conservatorio di Baku, in Azerbaijan, suo paese di
nascita. Trasferitosi in Italia, frequenta l’Accademia d’Arte Lirica di Osimo. In seguito frequenta
numerose masterclasses , fra cui quelle con Raina
Kabaivanska, Magda Olivero, Leo Nucci, Renato Bruson e Renata Scotto. Nel 2012 vince il
Concorso Lirico Internazionale “Magda Olivero” a Milano e intraprende una serie di concerti
in Italia, Francia, Austria, Slovacchia, Russia,
Inghilterra, Emirati Arabi Uniti e Turchia.
Nel 2014 è ammesso all’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla
Scala e viene scelto per i ruoli di di Principe di
Persia in Turandot diretto da Riccardo Chailly,
Borsa in Rigoletto diretto da Nicola Luisotti e Fante ne I due Foscari sotto
la direzione di Michele Mariotti . Prossimamente sarà Cavaradossi in Tosca
per i giovani al Teatro Petruzzelli di Bari e Macduff in Macbeth al Teatro
Verdi di Salerno sotto la bacchetta di Daniel Oren.
ISABEL DE PAOLI, mezzosoprano
Considerata uno dei giovani mezzosoprani italiani più promettenti, intraprende giovanissima studio del canto lirico privatamente sotto la guida di
Gabriella Rossi Van Ellinkhuizen; successivamente consegue il diploma
in canto lirico e la laurea di II livello presso l’Istituto di Studi Musicali
F.Vittadini di Pavia.
Partecipa a diversi concorsi internazionali,
frequenta masterclasses di tecnica vocale con
Claudio Desderi, Bernadette Manca di Nissa,
Rockwell Blake e Luciana Serra. Intraprende
da subito un’intensa attività concertistica ed
operistica in Italia e all’estero: nel 2008 debutta
in Rigoletto nel ruolo di Maddalena al Teatro
Comunale di Cagli. Nel 2009 è tra i protagonisti
del festival lirico “Mario Filippeschi” di Pisa,
dove interpreta il ruolo di Azucena (in forma
di concerto), cui seguirà il debutto nel ruolo di
Preziosilla ne La forza del destino. Nel 2012 inizia
la collaborazione con il Ravenna Festival, che prosegue l’anno dopo con il
suo debutto nel ruolo di Quickly nel Falstaff di Verdi. Ha appena debuttato
il ruolo di Marcellina ne Le nozze di Figaro al Teatro dell’Opera di Roma,
riscuotendo un personale successo di pubblico e di critica.
VINCENZO PETRUCCI, baritono
Diplomato in canto con il massimo dei voti
e la lode con il soprano Maria Francavilla, si
perfeziona con il soprano Rita Orlandi Malaspina. Parallelamente, si dedica allo studio
della Direzione corale maturando una significativa esperienza in qualità di direttore di corali
polifoniche. Nel 2007 consegue il diploma in
Didattica della musica presso il Conservatorio
di Reggio Calabria. Tiene stabilmente, in Italia
ed all’estero, concerti che spaziano dal repertorio
operistico, ai Lieder e all’operetta in duo con il
pianista G.P. Locatelli. Nel 2010 ha partecipato
alla produzione “Lupus in fabula” di Raffaele
Sargenti, un progetto di OperaDomani-Aslico nei principali teatri italiani.
Nel luglio 2011 ha ricoperto il ruolo di Germano de “La scala di seta” di
Gioachino Rossini al festival “ Ticino Musica” esibendosi a Sorengo, Ascona,
Biasca ed, infine, al Palazzo dei Congressi di Lugano.
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
Le prime notizie sul Coro del Teatro Municipale di Piacenza risalgono al
1804, anno di inaugurazione del nuovo teatro.
L’impegno prioritario è sempre stato quello di partecipare alle diverse stagioni operistiche del Teatro Municipale, oltre a svolgere un’intensa attività
concertistica a favore della città e della provincia.
Gli ultimi anni hanno visto intensificarsi notevolmente l’attività del Coro,
a seguito delle collaborazioni con la Fondazione Arturo Toscanini e con il
Ravenna Festival, acquisendo così una dimensione non soltanto locale, bensì
nazionale ed internazionale, sotto la direzione di Corrado Casati.
Tra le più prestigiose esibizioni si ricordano il Requiem di Verdi diretto
da Rostropovich, e Nabucco diretto da Daniel Oren , Don Pasquale e Il
matrimonio inaspettato di Paisiello diretti da Riccardo Muti e, neI 2011, il
concerto ”Le Vie dell’Amicizia” con la direzione di Riccardo Muti a Ravenna
e a Nairobi (Kenia).
Ha partecipato al Festival della Valle d’Itria nella realizzazione di Zaira
di Bellini, alle produzioni de Le nozze di Figaro dei Teatri di Piacenza e
Modena, alla trilogia verdiana con la regia di Cristina Mazzavillani, con
rappresentazioni in vari teatri italiani e trasferte in Oman e Bahrein. È stato
in tournée con le produzioni Luisa Miller, Macbeth, Otello e Falstaff di
Verdi con l’Orchestra Cherubini. Ha eseguito la IX Sinfonia di Beethoven
con la Filarmonica ArturoToscanini diretta dal Kazushi Ono, Simon Boccanegra di Verdi con Leo Nucci. Recentemente ha preso parte all’esecuzione
in forma di concerto di I due Foscari , con Leo Nucci e a Falstaff diretto da
Riccardo Muti nell’ambito del Ravenna Festival. Ha al suo attivo numerosi
concerti sinfonici e molteplici registrazioni audio e video, tra cui il nuovo cd
di Arie Verdiane di Jonas Kaufmann, registrato nel 2013 a Parma per la Sony.
CORRADO CASATI, maestro del coro
Diplomato in pianoforte al Conservatorio
“Giuseppe Nicolini” di Piacenza, nel 1986
ha cominciato la sua carriera in teatro
come Maestro collaboratore; dal 1992 è
Maestro del coro in vari teatri italiani , tra
i quali Comunale di Piacenza, Regio di
Parma, Comunale di Modena, Grande di
Brescia, Ponchielli di Cremona, Fraschini
di Pavia, Donizetti di Bergamo, Comunale
di Ferrara, Alighieri di Ravenna, a fianco
di importanti direttori d’orchestra quali Riccardo Muti, Daniel Oren, Mstislav
Rostropovich, Günter Neuhold, Alberto
Zedda. Con il Coro del Teatro Municipale
ha partecipato alla produzione di diverse opere di Verdi e di altri compositori
quali Puccini, Mascagni, Cilea, Leoncavallo, Rossini, Donizetti, Strauss ,
Gounod. Al Teatro Regio di Parma ha diretto il coro nell’ultima produzione
in italiano del Lohengrin di Wagner.
Come direttore del Coro del Teatro Municipale di Piacenza ha all’attivo
alcune registrazioni video tra cui Aroldo e Nabucco di Verdi e Le convenienze
ed inconvenienze teatrali di Donizetti, Don Pasquale di Donizetti diretto da
Riccardo Muti, La traviata di Verdi e la sopracitata raccolta di Arie Verdiane
di Jonas Kaufmann.
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
Nasce nel dicembre 2011 e in poco tempo diviene una realtà stabile nel
panorama musicale regionale, vantando collaborazioni con importanti
Stagioni concertistiche, Teatri e Festival. I suoi componenti sono selezionati
tra giovani musicisti, alcuni dei quali valtellinesi, accomunati dal desiderio
di dare vita ad una realtà artistica giovane e nuova. L’Orchestra Vivaldi
ha all’attivo più di cento concerti sinfonici, tenutisi, fra gli altri, alla Sala
Verdi del Conservatorio di Milano, all’Auditorium de La Gran Guardia
di Verona, al Teatro Sociale di Como, al Teatro Comunale di Vicenza. La
tournèe intrapresa in Spagna nel 2014 sancisce il debutto dell’Orchestra
sulla scena europea.
Nel 2015, la “Antonio Vivaldi” diviene orchestra residente della stagione
concertistica “Serate Musicali” di Milano, guadagnandosi così un ruolo di
primo piano all’interno di un cartellone condiviso dai più grandi artisti del
panorama mondiale. Sempre nel 2015 l’Orchestra ha inoltre inaugurato
il rinato Teatro Sociale di Sondrio con l’esecuzione della Nona Sinfonia di
Beethoven, riscuotendo un grandissimo successo di pubblico e critica. A
partire dalla stagione 2016/2017 l’Orchestra sarà inoltre in residenza presso
lo stesso Teatro, con tre appuntamenti sinfonici e l’esecuzione di un’opera
che sarà presentata in prima mondiale.
Il repertorio dell’Orchestra Vivaldi si spinge sino ad abbracciare la musica
contemporanea attraverso continue collaborazioni con alcuni tra i più
importanti compositori della scena nazionale quali Silvia Colasanti, Fabio
Vacchi, Giorgio Battistelli, Piergiorgio Ratti, Antonio Eros Negri, Andrea
Portera.
L’Orchestra vanta inoltre collaborazioni con direttori d’orchestra e solisti di
fama, quali Andrea Battistoni, Luciana Serra, José Luis Gomez, Francesco
Manara, Giampaolo Pretto, Giuliano Sommerhalder, Francesco Tamiati,
Stefan Schulz, Michel Becquet.
La giovanissima direzione artistica è composta da Lorenzo Passerini (direttore musicale), Piergiorgio Ratti (compositore residente) e Olga Introzzi
(direttore della produzione).
L’attività dell’Orchestra Vivaldi è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo e dalla Regione Lombardia. LORENZO PASSERINI, direttore
INGRESSI
Nato a Morbegno nel 1991, si diploma a pieni voti in trombone al Conservatorio di Como nell’anno 2009. Consegue nel 2014 il Diploma Accademico
di II Livello presso il Conservatorio di Aosta con il massimo dei voti e lode.
Come trombonista ha intrapreso tournèes internazionali sotto la direzione di
maestri quali John Axelrod, Andrey Boreyko, Fabio Luisi e Riccardo Muti.
Parallelamente alla professione da strumentista, nel 2010 inizia lo studio
della direzione d’orchestra con il maestro Ennio Nicotra. Ha frequentato
lezioni con John Axelrod, Massimiliano Caldi, Gilberto Serembe e Antonio Eros Negri. Attualmente studia con Pietro Mianiti e Oleg Caetani; di
quest’ultimo è anche assistente.
Fondatore dell’Orchestra Antonio Vivaldi,
inizia la sua carriera come direttore d’orchestra debuttando nel dicembre 2011. Da allora
si è esibito in oltre cento concerti sinfonici,
collaborando con musicisti di fama internazionale quali Francesco Manara, Giampaolo
Pretto, Leonora Armellini, Giuliano Sommerhalder, Maxim Rysanov, Vincenzo Balzani, Francesco Nicolosi, Roberto Cappello,
Michel Becquet e Francesco Tamiati.
E’ dedicatario di brani in prima esecuzione
assoluta di Piergiorgio Ratti, Antonio Eros
Negri e Andrea Battistoni. E’ attivo anche
nel campo dell’opera lirica. Ha diretto Don
Pasquale nel 2013, L’elisir d’amore nel 2014,
La traviata nel 2015, Il barbiere di Siviglia e
La serva padrona nel 2016. Future produzioni
lo vedranno impegnato ne La cenerentola e
Tosca. Assistente dal 2015 del maestro Nicola Luisotti in produzioni operistiche
nei maggiori teatri europei, nell’autunno 2018 sarà al suo fianco nella produzione di Turandot di Puccini, in scena al Teatro Real di Madrid.
Nel 2016 ha debuttato come direttore ospite dell’Orchestra ICO della
Magna Grecia e l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta (in occasione del
XXVIII concorso lirico internazionale “Iris Adami Corradetti”). Nel 2017
dirigerà l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, l’Orchestra della
Fondazione Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica di Grosseto, l’Orchestra
Sinfonica di San Remo, l’Orchestra Malipiero di Mantova, l’Orchestra
CamerataVienna.
SOCI: ingresso con abbonamento 54ª Stagione
NON SOCI: biglietto posto numerato - € 25 - € 20 - € 15 (ridotto € 15 - € 12 - € 8) in vendita presso:
Comune di Sondrio, Ufficio Relazioni con il Pubblico - tel. 0342 526312
Biglietteria del Teatro dalle ore 19 del giorno del concerto, anche tramite POS
I biglietti si possono acquistare online sul sito www.teatrosocialesondrio.it e www.vivaticket.it
(non sono acquistabili online i biglietti che godono di riduzioni),
oppure, presso i seguenti Punti vendita Vivaticket:
SONDRIO
La Pianola - Via Battisti, 66 - tel.0342 219515
MORBEGNO VanRadio - Via Vanoni, 44 - tel. 0342 612788
TIRANO
Il Mosaico - Viale Italia, 29 - tel. 0342 719785
PROGETTO “-25”
Agli studenti delle Scuole primarie e secondarie, agli universitari e agli allievi delle Scuole di Musica
della provincia di Sondrio di età non superiore a 25 anni, sono riservati ingressi di particolare favore
per tutti i concerti in abbonamento della Stagione.
Studente: euro 5, ingresso singolo concerto - Accompagnatore adulto del minorenne: euro 10.
E’ richiesta la prenotazione da effettuarsi dal decimo giorno precedente la data del concerto, fino
ad esaurimento dei posti disponibili, presso la Civica Scuola di Musica, Danza e Teatro di Sondrio,
Via Sauro 66, Sondrio (tel.0342 213136).
SERVIZIO GRATUITO BUS NAVETTA (gratuito per i Soci)
POSCHIAVO, stazione
19,30
Li Curt, stazione
19,35
Le Prese
19,40
Brusio (La Pergola)
19,48
Campascio19,50
Campocologno, stazione
19,55
Madonna, P.le via Elvezia
20,00
SONDRIO, TEATRO20,30
MORBEGNO, stazione
Talamona, stazione Ardenno, bivio centro
S.Pietro, bivio
Castione, bivio centro
Sondrio, rotonda v.le Milano
SONDRIO, TEATRO (Via Alessi)
20,00
20,05
20,10
20,15
20,20
20,25
20,30
SEMOGO18,45
Isolaccia18,52
Piandelvino/Fiordalpe 18,55
Premadio, bivio
19,00
BORMIO, Perego
19,10
Santa Lucia, ponte
19,13
Grailè19,25
SONDALO, v.le Libertà
19,33
Grosio19,38
Grosotto19,41
Mazzo/Tovo/Lovero19,44
Sernio, Valchiosa
19,50
TIRANO, p.za Marinoni
19,55
Madonna, Via Elvezia
20,00
Villa di Tirano,stazione
20,03
Bianzone, stazione
20,06
Tresenda, stazione
20.09
S.Giacomo, stazione
20,12
Chiuro/Ponte, stazione
20,16
Montagna piano, Trippi
20,20
Sondrio, p.le Bertacchi
20,25
SONDRIO, TEATRO (via Alessi)
20,30
PARCHEGGIO AUTO Parcheggio interrato P.za Garibaldi, aperto 24 ore, dopo le ore 19:
€ 0,50/ora (entrata da Via Alessi)
PROVINCIA DI SONDRIO
COMUNE DI
PROVINCIA
DISONDRIO
SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
Associazione Amici del Teatro Sociale
di Sondrio
N. 10 - 2014
SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
“AMICI DELLA
MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Sondrio
N. 10 - 2014
SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO
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“AMICI DELLA
MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Sondrio
N. 9 - 2016
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Sondrio