4 5 20162017 ª STAGIONE LUNEDÌ 19 DICEMBRE 2016 ore 20,45 Teatro Sociale, Sondrio 3 Concerto operistico con la partecipazione straordinaria del soprano LUCIANA SERRA ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA Maestro del coro: CORRADO CASATI MARIA FRANCESCA MAZZARA, soprano ISABEL DE PAOLI, mezzosoprano AZER ZADA, tenore VINCENZO PETRUCCI, baritono LORENZO PASSERINI, direttore La 54ª stagione 2016-2017 è realizzata con il sostegno di: PROVINCIA DI SONDRIO COMUNE DI SONDRIO COMUNE DI SONDALO con il contributo di B.I.M. BACINO IMBRIFERO MONTANO DELL’ADDA FONDAZIONE PRO VALTELLINA ONLUS FONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE con la collaborazione di: ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO SOCIALE DI SONDRIO PROGRAMMA GIOCHINO ROSSINI (1792-1868) L’italiana in Algeri Ouverture Per lui che adoro (mezzosoprano) GIUSEPPE VERDI (1813-1901) La forza del destino Ouverture La vergine degli angeli (soprano e coro) RUGGERO LEONCAVALLO (1857-1919) Pagliacci Vesti la giubba (tenore) COMITATO NAZIONALE ITALIANO MUSICA GIACOMO PUCCINI (1858-1924) Madama Butterfly Coro a bocca chiusa GIOACHINO ROSSINI Le siège de Corinthe (L’assedio di Corinto) Juste ciel (soprano Luciana Serra) ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI Orchestra in residenza ✽ GIOACHINO ROSSINI Il Turco in Italia Ouverture Per piacere la signora (soprano e baritono) GIUSEPPE VERDI Nabucco AMICI DELLA MUSICA SONDALO Periodico di cultura musicale e spettacolo Direttore Responsabile: IRENE TUCCI Editore: AMICI DELLA MUSICA, Sondalo Autorizzazione Tribunale di Sondrio nr. 214 Registro Stampa del 2.10.1990 Stampa: Lito Polaris - Sondrio ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA, SONDALO Via Vanoni, 32 - 23035 Sondalo (SO) Tel. 348 3256939 - Fax 0342 803082 www.amicidellamusica.org [email protected] Cod. Fisc.: 83002220149 - P. IVA 00553720145 CID - CIRCOLO MUSICALE DI SONDRIO Via Perego, 1 - 23100 Sondrio www.circolomusicale.it [email protected] Cod. Fisc.: 80005090149 - P. IVA 00781500145 Ouverture Gli arredi festivi (coro) GIACOMO PUCCINI Turandot Nessun dorma (tenore e coro) GIUSEPPE VERDI Rigoletto Un di’, se ben rammentomi Bella figlia dell’amore (soprano, mezzosoprano, tenore, baritono) Aida - Gloria all’Egitto, Marcia, Vieni o guerriero vindice (coro) L’incantesimo della voce M usica italiana nell’Ottocento uguale melodramma. L’equivalenza, nella coscienza collettiva, è ben radicata. È vero, l’asserzione è un po’ troppo perentoria e per fortuna tutto un indirizzo musicologico fiorentissimo si dà da fare per documentare e studiare l’attività musicale in Italia nell’Ottocento in campo non operistico, in particolare cameristico: i salotti musicali, la nascita delle prime Società del Quartetto e così via. Ma, sia pur vero che nell’Ottocento non si faceva solo opera, questa resta comunque il cuore pulsante di un mondo musicale; e il suo radicarsi in una coscienza di massa è un fenomeno estremamente logico e ricco di implicazioni. L’opera di Giuseppe Verdi, com’è noto, venne anche letta in stretto legame con le vicissitudini storiche del Risorgimento. La scritta «Viva Verdi» che all’epoca si poteva leggere sui muri di Milano e Venezia aveva due significati: da un lato omaggiava il famoso compositore, dall’altra era un acronimo con un preciso significato politico antiaustriaco – Viva V.E.R.D.I. stava per Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia. Oggi vastissime platee di spettatori sanno perfettamente dell’esistenza di tutta una serie di brani celebri; e la marcia trionfale da Aida e il coro del Nabucco li sanno accennare fischiettando o mormorando a mezza voce un po’ tutti. Presso gruppi un po’ più ristretti (ma non così ristretti!) di appassionati, il culto dell’opera diventa culto della voce e delle grandi voci del passato e presente. E allora: meglio la Callas o la Tebaldi? E giudizi su interpretazioni di ieri e di oggi vengono dati con tutto un lessico specialistico e una conoscenza dettagliata dei singoli casi, che in bocca a semplici appassionati fa arrossire di imbarazzo e di ignoranza il musicista non melomane che si trovi a passare di lì. La Callas, ci ricorda qualcuno, «in gioventù spesso “intubava” i suoni, e li “ingolava” quando scendeva (ricordi la Gioconda del ’50?)»; «i sovracuti erano troppo schiariti, perciò poi li perse (nel ‘56 già non riusciva più ad emettere il mi bemolle, che un paio d’anni prima faceva con facilità!)». L’altra metà del mondo invece, con vocabolario altrettanto consapevole, argomenta sull’unicità immortale della grande cantante. Ci si confronta e talvolta scontra su stili e autori; per esempio, nel caso del verismo musicale. Per tanti, l’opera italiana si ferma a Verdi: ciò che accade dopo, con quei libretti in cui ai giri aulici di Francesco Maria Piave e dintorni si sostituiscono brutalmente espressioni come «hanno ammazzato compare Turiddu», e con una musica che analogamente non teme di cambiare registro, sarebbe turpe decadenza. Per altri, invece, le nuove vie dell’opera da Cavalleria rusticana in poi non sono che la logica e straordinaria conseguenza della vocazione del melodramma all’espressione. In questo programma si ascolta la celebre aria Vesti la giubba dai Pagliacci di Leoncavallo, immagine del “clown tragico”, che si appresta a impersonare la sua parte comica, nella quale non potrà lasciar trasparire il dramma che porta dentro (la consapevolezza di un tradimento), e che sta per esplodere tragicamente. Il fascino del canto ha probabilmente la sua espressione più pura nell’aria solistica. È il momento in cui l’azione si ferma (in tanti stili operistici, il recitativo che ha preceduto l’aria ha portato avanti gli eventi, ha permesso ai personaggi di dirsi cose, fare cose, tramare cose; con l’aria tutto questo si blocca) e viene in primo piano un’emozione, da sviscerare in musica. Quanto la voce può dare in termini di intensità e plasticità, ma anche (a seconda del compositore e del tipo di emozione impersonata) agilità, brio e virtuosismo, è racchiuso in quel microcosmo. L’aria Juste ciel da Le siège de Corinthe di Rossini è l’estrema preghiera della protagonista Pamyra prima della distruzione della città: emblema di bel canto e di lirismo intenso. Ma l’emozione può anche non essere univoca: i personaggi hanno, evidentemente le loro sfaccettature. Nell’aria Per lui che adoro da L’italiana in Algeri di Rossini si comincia con un cantabile intenso, reso ancor più lirico dalla complicità del flauto, che prima anticipa l’intera melodia della voce e poi si unisce ad essa. «Per lui che adoro, ch’è il mio tesoro, più bella rendimi, madre d’amor». Dopo di che, sorpresa: Isabella, che canta, non è solo una donna innamorata, ma anche e soprattutto una donna che sta tramando qualcosa per poter vivere il suo amore. Ecco perciò cambiare radicalmente il clima musicale: improvvisamente vivace e ammiccante, fremente di marchingegni teatrali e musicali. Avventuroso è anche il percorso del duetto Per piacere alla signora da Il turco in Italia, sempre di Rossini. Quel bel tipino che è Fiorilla rintuzza il marito geloso Geronio, prima con vivace schermaglia, poi professando il suo amore coniugale (e qui la musica si ammorbidisce liricamente) e infine minacciando vendetta per la gelosia di lui – «Per punirvi aver vogl’io / mille amanti ognor d’intorno, / far la pazza notte e giorno, / divertirmi in libertà. / (Con marito di tal fatta / ecco qui come si fa)»: e a quel punto Rossini tira fuori dal cappello quelle invenzioni musicali (primo fra tutti qui un certo uso dello staccato) che fanno l’inimitabile comicità di tante sue pagine. Le emozioni dei personaggi possono sommarsi l’una all’altra in contrasti anche stridenti. Questo avviene in quella pagina straordinaria che è il quartetto da Rigoletto di Verdi. Dopo il momento preliminare (Un dì, se ben rammentomi) in cui il Duca corteggia Maddalena, visto da Gilda e dal padre di lei Rigoletto, esplodono finalmente (Bella figlia dell’amore) tutte e quattro le emozioni, diversissime: la superficiale concupiscenza del Duca, la vivace ritrosia di Maddalena, l’indignazione appassionata di Gilda (che si scopre tradita dal Duca), l’afflato paterno di Rigoletto. Un numero ancora maggiore di voci fuse insieme dà luogo al fascino particolarissimo del coro: spesso espressione in Verdi, dell’anima popolare anche nei suoi caratteri di musicale semplicità e immediatezza. E proprio voce di un popolo e della sua emozione è il coro Gli arredi festivi all’inizio di Nabucco, con una moltitudine di voci che dall’interno del Tempio di Gerusalemme denuncia e lamenta la sorte degli Ebrei, sconfitti da Nabucodonosor, re di Babilonia, ora alle porte della città. «Gli arredi festivi / giù cadano infranti, / il popol di Giuda / di lutto s’ammanti!» Il coro può farsi espressione anche di giubilo e splendore esteriore, naturalmente. Gloria all’Egitto da Aida è il momento dell’ingresso in scena dell’esercito egiziano vincitore, guidato da Radames. È il momento delle grandi masse di cantanti e comparse, delle scenografie sfarzose, delle statue, degli elefanti (veri), ove e quando possibile. Allo sfarzo del coro fa seguito la celebre Marcia trionfale, quindi la scena danzata e infine la ripresa del coro (Vieni, o guerriero vindice). Il coro può anche interagire nelle maniere più diverse con una voce solista, per amplificarne l’emozione o invece contrastarla. Ne La vergine degli angeli da La forza del destino, al coro si aggiunge la voce solista di Leonora, nell’inno religioso congiunto che chiude il finale del secondo atto ambientato nella chiesa della Madonna degli Angeli. Nella celeberrima aria Nessun dorma da Turandot di Puccini, il coro entra poco prima della fine a deviare in qualche modo il crescendo emotivo, propiziando l’attesa del ritorno della voce solista, che finalmente esploderà nel colossale acuto conclusivo. Anche ben dopo Verdi, il coro resta per molti autori un momento auspicato di rotondità e sensualità sonora. Nel coro a bocca chiusa da Madama Butterfly di Puccini, «voci misteriose a bocca chiusa» scriveva il compositore in una lettera al librettista, la sconcertante semplicità di una canzone popolare si mescola al delicato esotismo della strumentazione: è l’immagine dell’illusione della protagonista Cio Cio San, sposata e poi abbandonata da Pinkerton. Fra i primi fan di Butterfly vi fu anche il poeta Giovanni Pascoli, che dopo il fiasco della prima scrisse a Puccini la sua convinzione che la «piccola farfalla» dallo «stridire di sogno» avrebbe certamente preso a volare. E le ouvertures, poi: quel momento in cui vengono anticipati i temi dell’opera a venire, a volte collocandoli già nelle loro opposizioni dialettiche, altre volte più semplicemente col gusto di porgere in apertura un oggetto musicale di grande bellezza, che poi sarà ascoltato compiutamente. Sono i temi più noti, quelli che più sono entrati nella memoria collettiva. La «mossa», la chiamavano al tempo di Verdi: cioè la capacità di attaccare una pagina musicale in maniera del tutto singolare, riconoscibile, catturando da subito l’ascoltatore e spettatore, che quel tema si spera non lo scorderà più. Emozione, brillantezza sonora, radici nazionali e talvolta popolari, avventure, esotismi, colpi di scena, vertigini: l’opera italiana è un fenomeno musicale (e non) di sconvolgente portata, che forse attende ancora di essere capito del tutto. È il luogo dove si incontrano il dentro e il fuori, il bisogno di indagare ciò che giace segreto e il bisogno altrettanto forte di darne rappresentazione visiva, finanche plateale. Rappresentazione imperfetta? Forse (forse per necessità); ma ancora ci sconcerta e ci ammalia. Alfonso Alberti L uciana Serra, soprano di coloratura apprezzata in tutto il mondo, ha raggiunto il pieno successo negli Anni Settanta, quando si è esibita in Lucia di Lammermoor di Donizetti e ne La sonnambula di Bellini, ruoli con i quali ha in breve tempo conquistato i palcoscenici dei principali teatri di tutto il mondo. Al Teatro Verdi di Trieste: nel 1979 è Lakmé; nel 1981 Amina ne La sonnambula e nel 1983 Dinorah. Al Teatro alla Scala di Milano: nel 1983 è Miss Lucia in Lucia di Lammermoor nella prima rappresentazione con Luciano Pavarotti; nel 1985 Alcina con Bernadette Manca di Nissa e Norina nella prima di Don Pasquale con Sesto Bruscantini ed Alfredo Kraus; nel 1986 Amina ne La sonnambula con Bonaldo Giaiotti e Gloria Banditelli diretta da Gianandrea Gavazzeni e La regina della notte nella prima di Die Zauberflöte con Hermann Prey; nel 1988 Teti nella prima di Fetonte di Niccolò Jommelli con Luciana D’ Intino e Sumi Jo e Berenice nella prima di L’ occasione fa il ladro con William Matteuzzi; nel 1992 Zerlina nella prima di Fra Diavolo e nel 1994 tiene un recital. All’Opera di Chicago: nel 1983 è Lakmé e nel 1986 Queen of the Night in Die Zauberflöte diretta da Leonard Slatkin. Al San Francisco Opera: nel 1984 è Gilda in Rigoletto e nel 1987 The Queen of the Night in Die Zauberflöte. Ancora a Trieste nel 1985 è Miss Lucia in Lucia di Lammermoor, nel 1987 Marie ne La figlia del reggimento e nel 1988 Anna Glavari ne La vedova allegra. Nel 1985 è Adina ne L’elisir d’ amore al Teatro dell’ Opera di Roma. In particolare sono rimaste nella memoria le performance del 1987 e del 1988 al Teatro Regio di Torino rispettivamente nel Barbiere di Siviglia di Rossini e nel Don Pasquale di Donizetti, di cui la casa discografica Nuova Era ha pubblicato su CD le registrazioni dal vivo. Altrettanto notevole, sempre durante gli anni ottanta, l’ interpretazione della Regina della notte nel Flauto magico di Mozart, prima alla Royal Opera House di Londra e in seguito alla Staatsoper di Vienna. Nel 1987 è La Reine de la Nuit in Die Zauberflöte con Barbara Bonney al Grand Théâtre di Ginevra. Per il Teatro La Fenice di Venezia: nel 1988 è Amina ne La sonnambula; nel 1992 tiene un recital; nel 1993 è Margherita in Faust con Chris Merritt e Samuel Ramey ed Anaide in Moïse et Pharaon con Ruggero Raimondi; nel 1997 Lucia di Lammermmor al PalaFenice al Tronchetto e nel 2000 tiene un recital di romanze da camera di Bellini nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. Nel 1988 è Königin der Nacht in Die Zauberflöte diretta da Nikolaus Harnoncourt al Wiener Staatsoper e la principessa di Navarra nella prima rappresentazione nel Teatro Donizetti di Bergamo di “Gianni di Parigi“. A Bilbao nel 1989 canta ne I puritani e nel 1990 ne La sonnambula. Al Metropolitan Opera House di New York diretta da James Levine nel 1991 è Regina della notte ne ll flauto magico con Kathleen Battle e nel 1994 Elettra in Idomeneo con Plácido Domingo e Dawn Upshaw.Al Festival di Salisburgo con i Wiener Philharmoniker diretta da Sir Georg Solti nel 1991 è Regina della notte ne ll flauto magico e nel 1993 Mrs. Alice Ford in Falstaff con Josè van Dam e Susan Graham. All’ Opéra National de Paris: nel 1991 è Regina della Notte ne Il flauto magico e nel 1993 Olympia in Les contes d’ Hoffmann. Nel 1995 è Gilda in Rigoletto con Ramón Vargas all’ Arena di Verona e Violetta ne La traviata allo Sferisterio di Macerata. Tiene attualmente “master class” in tutto il mondo ed è docente di tecnica vocale all’ Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Tra i vari riconoscimenti ricevuti: il 7 dicembre 2013 a Napoli, nella splendida cornice del Maschio Angioino, viene insignita del Wilde Vip European Award (Premio Wilde), onorificenza di respiro Europeo avallato e patrocinato dall’ Osservatorio Parlamentare Europeo e del Consiglio d’Europa. MARIA FRANCESCA MAZZARA, soprano AZER ZADA, tenore Nata a Palermo, dopo aver studiato danza classica, si diploma in canto lirico con il massimo dei voti al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo. Successivamente si perfeziona nell’arte del belcanto con Luciana Serra; in precedenza aveva curato l’interpretazione e la tecnica vocale con Margaret Baker, Anita Cerquetti, Silvano Carroli. Artista poliedrica, ha interpretato ruoli brillanti in commedie ed è stata figurante speciale nel film La Croiciére di Pascale Pouzadoux. Molto attiva in campo concertistico, il suo repertorio spazia dalla musica barocca alla musica contemporanea. In campo operistico, nel 2016 Maria Francesca Mazzara è Hanna Glawari ne La vedova allegra di Lehár in tournée in Friuli Venezia Giulia e Slovenia, Musetta ne in La Bohème di Puccini e Gilda in Rigoletto di Verdi al Teatro Politeama Greco di Lecce, Giovanni in Babbelish ovvero i fratelli gabbati di Pasquale Corrado al Teatro Massimo di Palermo. Si diploma in canto nel 2010 presso il Conservatorio di Baku, in Azerbaijan, suo paese di nascita. Trasferitosi in Italia, frequenta l’Accademia d’Arte Lirica di Osimo. In seguito frequenta numerose masterclasses , fra cui quelle con Raina Kabaivanska, Magda Olivero, Leo Nucci, Renato Bruson e Renata Scotto. Nel 2012 vince il Concorso Lirico Internazionale “Magda Olivero” a Milano e intraprende una serie di concerti in Italia, Francia, Austria, Slovacchia, Russia, Inghilterra, Emirati Arabi Uniti e Turchia. Nel 2014 è ammesso all’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala e viene scelto per i ruoli di di Principe di Persia in Turandot diretto da Riccardo Chailly, Borsa in Rigoletto diretto da Nicola Luisotti e Fante ne I due Foscari sotto la direzione di Michele Mariotti . Prossimamente sarà Cavaradossi in Tosca per i giovani al Teatro Petruzzelli di Bari e Macduff in Macbeth al Teatro Verdi di Salerno sotto la bacchetta di Daniel Oren. ISABEL DE PAOLI, mezzosoprano Considerata uno dei giovani mezzosoprani italiani più promettenti, intraprende giovanissima studio del canto lirico privatamente sotto la guida di Gabriella Rossi Van Ellinkhuizen; successivamente consegue il diploma in canto lirico e la laurea di II livello presso l’Istituto di Studi Musicali F.Vittadini di Pavia. Partecipa a diversi concorsi internazionali, frequenta masterclasses di tecnica vocale con Claudio Desderi, Bernadette Manca di Nissa, Rockwell Blake e Luciana Serra. Intraprende da subito un’intensa attività concertistica ed operistica in Italia e all’estero: nel 2008 debutta in Rigoletto nel ruolo di Maddalena al Teatro Comunale di Cagli. Nel 2009 è tra i protagonisti del festival lirico “Mario Filippeschi” di Pisa, dove interpreta il ruolo di Azucena (in forma di concerto), cui seguirà il debutto nel ruolo di Preziosilla ne La forza del destino. Nel 2012 inizia la collaborazione con il Ravenna Festival, che prosegue l’anno dopo con il suo debutto nel ruolo di Quickly nel Falstaff di Verdi. Ha appena debuttato il ruolo di Marcellina ne Le nozze di Figaro al Teatro dell’Opera di Roma, riscuotendo un personale successo di pubblico e di critica. VINCENZO PETRUCCI, baritono Diplomato in canto con il massimo dei voti e la lode con il soprano Maria Francavilla, si perfeziona con il soprano Rita Orlandi Malaspina. Parallelamente, si dedica allo studio della Direzione corale maturando una significativa esperienza in qualità di direttore di corali polifoniche. Nel 2007 consegue il diploma in Didattica della musica presso il Conservatorio di Reggio Calabria. Tiene stabilmente, in Italia ed all’estero, concerti che spaziano dal repertorio operistico, ai Lieder e all’operetta in duo con il pianista G.P. Locatelli. Nel 2010 ha partecipato alla produzione “Lupus in fabula” di Raffaele Sargenti, un progetto di OperaDomani-Aslico nei principali teatri italiani. Nel luglio 2011 ha ricoperto il ruolo di Germano de “La scala di seta” di Gioachino Rossini al festival “ Ticino Musica” esibendosi a Sorengo, Ascona, Biasca ed, infine, al Palazzo dei Congressi di Lugano. CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA Le prime notizie sul Coro del Teatro Municipale di Piacenza risalgono al 1804, anno di inaugurazione del nuovo teatro. L’impegno prioritario è sempre stato quello di partecipare alle diverse stagioni operistiche del Teatro Municipale, oltre a svolgere un’intensa attività concertistica a favore della città e della provincia. Gli ultimi anni hanno visto intensificarsi notevolmente l’attività del Coro, a seguito delle collaborazioni con la Fondazione Arturo Toscanini e con il Ravenna Festival, acquisendo così una dimensione non soltanto locale, bensì nazionale ed internazionale, sotto la direzione di Corrado Casati. Tra le più prestigiose esibizioni si ricordano il Requiem di Verdi diretto da Rostropovich, e Nabucco diretto da Daniel Oren , Don Pasquale e Il matrimonio inaspettato di Paisiello diretti da Riccardo Muti e, neI 2011, il concerto ”Le Vie dell’Amicizia” con la direzione di Riccardo Muti a Ravenna e a Nairobi (Kenia). Ha partecipato al Festival della Valle d’Itria nella realizzazione di Zaira di Bellini, alle produzioni de Le nozze di Figaro dei Teatri di Piacenza e Modena, alla trilogia verdiana con la regia di Cristina Mazzavillani, con rappresentazioni in vari teatri italiani e trasferte in Oman e Bahrein. È stato in tournée con le produzioni Luisa Miller, Macbeth, Otello e Falstaff di Verdi con l’Orchestra Cherubini. Ha eseguito la IX Sinfonia di Beethoven con la Filarmonica ArturoToscanini diretta dal Kazushi Ono, Simon Boccanegra di Verdi con Leo Nucci. Recentemente ha preso parte all’esecuzione in forma di concerto di I due Foscari , con Leo Nucci e a Falstaff diretto da Riccardo Muti nell’ambito del Ravenna Festival. Ha al suo attivo numerosi concerti sinfonici e molteplici registrazioni audio e video, tra cui il nuovo cd di Arie Verdiane di Jonas Kaufmann, registrato nel 2013 a Parma per la Sony. CORRADO CASATI, maestro del coro Diplomato in pianoforte al Conservatorio “Giuseppe Nicolini” di Piacenza, nel 1986 ha cominciato la sua carriera in teatro come Maestro collaboratore; dal 1992 è Maestro del coro in vari teatri italiani , tra i quali Comunale di Piacenza, Regio di Parma, Comunale di Modena, Grande di Brescia, Ponchielli di Cremona, Fraschini di Pavia, Donizetti di Bergamo, Comunale di Ferrara, Alighieri di Ravenna, a fianco di importanti direttori d’orchestra quali Riccardo Muti, Daniel Oren, Mstislav Rostropovich, Günter Neuhold, Alberto Zedda. Con il Coro del Teatro Municipale ha partecipato alla produzione di diverse opere di Verdi e di altri compositori quali Puccini, Mascagni, Cilea, Leoncavallo, Rossini, Donizetti, Strauss , Gounod. Al Teatro Regio di Parma ha diretto il coro nell’ultima produzione in italiano del Lohengrin di Wagner. Come direttore del Coro del Teatro Municipale di Piacenza ha all’attivo alcune registrazioni video tra cui Aroldo e Nabucco di Verdi e Le convenienze ed inconvenienze teatrali di Donizetti, Don Pasquale di Donizetti diretto da Riccardo Muti, La traviata di Verdi e la sopracitata raccolta di Arie Verdiane di Jonas Kaufmann. ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI Nasce nel dicembre 2011 e in poco tempo diviene una realtà stabile nel panorama musicale regionale, vantando collaborazioni con importanti Stagioni concertistiche, Teatri e Festival. I suoi componenti sono selezionati tra giovani musicisti, alcuni dei quali valtellinesi, accomunati dal desiderio di dare vita ad una realtà artistica giovane e nuova. L’Orchestra Vivaldi ha all’attivo più di cento concerti sinfonici, tenutisi, fra gli altri, alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano, all’Auditorium de La Gran Guardia di Verona, al Teatro Sociale di Como, al Teatro Comunale di Vicenza. La tournèe intrapresa in Spagna nel 2014 sancisce il debutto dell’Orchestra sulla scena europea. Nel 2015, la “Antonio Vivaldi” diviene orchestra residente della stagione concertistica “Serate Musicali” di Milano, guadagnandosi così un ruolo di primo piano all’interno di un cartellone condiviso dai più grandi artisti del panorama mondiale. Sempre nel 2015 l’Orchestra ha inoltre inaugurato il rinato Teatro Sociale di Sondrio con l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven, riscuotendo un grandissimo successo di pubblico e critica. A partire dalla stagione 2016/2017 l’Orchestra sarà inoltre in residenza presso lo stesso Teatro, con tre appuntamenti sinfonici e l’esecuzione di un’opera che sarà presentata in prima mondiale. Il repertorio dell’Orchestra Vivaldi si spinge sino ad abbracciare la musica contemporanea attraverso continue collaborazioni con alcuni tra i più importanti compositori della scena nazionale quali Silvia Colasanti, Fabio Vacchi, Giorgio Battistelli, Piergiorgio Ratti, Antonio Eros Negri, Andrea Portera. L’Orchestra vanta inoltre collaborazioni con direttori d’orchestra e solisti di fama, quali Andrea Battistoni, Luciana Serra, José Luis Gomez, Francesco Manara, Giampaolo Pretto, Giuliano Sommerhalder, Francesco Tamiati, Stefan Schulz, Michel Becquet. La giovanissima direzione artistica è composta da Lorenzo Passerini (direttore musicale), Piergiorgio Ratti (compositore residente) e Olga Introzzi (direttore della produzione). L’attività dell’Orchestra Vivaldi è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dalla Regione Lombardia. LORENZO PASSERINI, direttore INGRESSI Nato a Morbegno nel 1991, si diploma a pieni voti in trombone al Conservatorio di Como nell’anno 2009. Consegue nel 2014 il Diploma Accademico di II Livello presso il Conservatorio di Aosta con il massimo dei voti e lode. Come trombonista ha intrapreso tournèes internazionali sotto la direzione di maestri quali John Axelrod, Andrey Boreyko, Fabio Luisi e Riccardo Muti. Parallelamente alla professione da strumentista, nel 2010 inizia lo studio della direzione d’orchestra con il maestro Ennio Nicotra. Ha frequentato lezioni con John Axelrod, Massimiliano Caldi, Gilberto Serembe e Antonio Eros Negri. Attualmente studia con Pietro Mianiti e Oleg Caetani; di quest’ultimo è anche assistente. Fondatore dell’Orchestra Antonio Vivaldi, inizia la sua carriera come direttore d’orchestra debuttando nel dicembre 2011. Da allora si è esibito in oltre cento concerti sinfonici, collaborando con musicisti di fama internazionale quali Francesco Manara, Giampaolo Pretto, Leonora Armellini, Giuliano Sommerhalder, Maxim Rysanov, Vincenzo Balzani, Francesco Nicolosi, Roberto Cappello, Michel Becquet e Francesco Tamiati. E’ dedicatario di brani in prima esecuzione assoluta di Piergiorgio Ratti, Antonio Eros Negri e Andrea Battistoni. E’ attivo anche nel campo dell’opera lirica. Ha diretto Don Pasquale nel 2013, L’elisir d’amore nel 2014, La traviata nel 2015, Il barbiere di Siviglia e La serva padrona nel 2016. Future produzioni lo vedranno impegnato ne La cenerentola e Tosca. Assistente dal 2015 del maestro Nicola Luisotti in produzioni operistiche nei maggiori teatri europei, nell’autunno 2018 sarà al suo fianco nella produzione di Turandot di Puccini, in scena al Teatro Real di Madrid. Nel 2016 ha debuttato come direttore ospite dell’Orchestra ICO della Magna Grecia e l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta (in occasione del XXVIII concorso lirico internazionale “Iris Adami Corradetti”). Nel 2017 dirigerà l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica di Grosseto, l’Orchestra Sinfonica di San Remo, l’Orchestra Malipiero di Mantova, l’Orchestra CamerataVienna. SOCI: ingresso con abbonamento 54ª Stagione NON SOCI: biglietto posto numerato - € 25 - € 20 - € 15 (ridotto € 15 - € 12 - € 8) in vendita presso: Comune di Sondrio, Ufficio Relazioni con il Pubblico - tel. 0342 526312 Biglietteria del Teatro dalle ore 19 del giorno del concerto, anche tramite POS I biglietti si possono acquistare online sul sito www.teatrosocialesondrio.it e www.vivaticket.it (non sono acquistabili online i biglietti che godono di riduzioni), oppure, presso i seguenti Punti vendita Vivaticket: SONDRIO La Pianola - Via Battisti, 66 - tel.0342 219515 MORBEGNO VanRadio - Via Vanoni, 44 - tel. 0342 612788 TIRANO Il Mosaico - Viale Italia, 29 - tel. 0342 719785 PROGETTO “-25” Agli studenti delle Scuole primarie e secondarie, agli universitari e agli allievi delle Scuole di Musica della provincia di Sondrio di età non superiore a 25 anni, sono riservati ingressi di particolare favore per tutti i concerti in abbonamento della Stagione. Studente: euro 5, ingresso singolo concerto - Accompagnatore adulto del minorenne: euro 10. E’ richiesta la prenotazione da effettuarsi dal decimo giorno precedente la data del concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili, presso la Civica Scuola di Musica, Danza e Teatro di Sondrio, Via Sauro 66, Sondrio (tel.0342 213136). SERVIZIO GRATUITO BUS NAVETTA (gratuito per i Soci) POSCHIAVO, stazione 19,30 Li Curt, stazione 19,35 Le Prese 19,40 Brusio (La Pergola) 19,48 Campascio19,50 Campocologno, stazione 19,55 Madonna, P.le via Elvezia 20,00 SONDRIO, TEATRO20,30 MORBEGNO, stazione Talamona, stazione Ardenno, bivio centro S.Pietro, bivio Castione, bivio centro Sondrio, rotonda v.le Milano SONDRIO, TEATRO (Via Alessi) 20,00 20,05 20,10 20,15 20,20 20,25 20,30 SEMOGO18,45 Isolaccia18,52 Piandelvino/Fiordalpe 18,55 Premadio, bivio 19,00 BORMIO, Perego 19,10 Santa Lucia, ponte 19,13 Grailè19,25 SONDALO, v.le Libertà 19,33 Grosio19,38 Grosotto19,41 Mazzo/Tovo/Lovero19,44 Sernio, Valchiosa 19,50 TIRANO, p.za Marinoni 19,55 Madonna, Via Elvezia 20,00 Villa di Tirano,stazione 20,03 Bianzone, stazione 20,06 Tresenda, stazione 20.09 S.Giacomo, stazione 20,12 Chiuro/Ponte, stazione 20,16 Montagna piano, Trippi 20,20 Sondrio, p.le Bertacchi 20,25 SONDRIO, TEATRO (via Alessi) 20,30 PARCHEGGIO AUTO Parcheggio interrato P.za Garibaldi, aperto 24 ore, dopo le ore 19: € 0,50/ora (entrata da Via Alessi) PROVINCIA DI SONDRIO COMUNE DI PROVINCIA DISONDRIO SONDRIO COMUNE DI SONDALO SONDRIO COMUNE DI SONDALO Associazione Amici del Teatro Sociale di Sondrio N. 10 - 2014 SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale “AMICI DELLA MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014 D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Sondrio N. 10 - 2014 SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale “AMICI DELLA MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014 D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Sondrio N. 9 - 2016 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Sondrio