TRASFORMATORE Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini tutore del corso di ELETROTECNICA per Meccanici e Chimicie Biomedici A. A. 2001/ 2002 e 2002/2003 Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari (ultimo aggiornamento 16/12/2009) Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 1 Trasformatore Introduzione: definizioni, Legge di Lenz, circuiti mutuamente accoppiati Trasformatore monofase ideale:rapporto di trasformazione, relazioni e grafici Potenze e bilancio energetico Caratteristiche costruttive di un trasformatore monofase Trasformatore reale: modello circuitale Funzionamento a vuoto Funzionamento a carico Bilancio energetico e rendimento Prove di collaudo: prova a vuoto e inserzione degli strumenti Prove di collaudo: prova in corto circuito e inserzione degli strumenti Definizione del modello circuitale dai parametri ottenuti con le prove di collaudo Dati di targa di un trasformatore Caratteristiche costruttive di un trasformatore trifase Rapporto di trasformazione e rapporto spire: gruppo del trasformatore Studio dei trasformatori trifasi facendo riferimento ad una sola fase Prova a vuoto del trasformatore trifase e inserzione degli strumenti Prova in corto circuito del trasformatore trifase e inserzione degli strumenti Funzionamento dei trasformatori collegati in parallelo Autotrasformatori Trasformatori di misura Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari pag. 1 pag. 5 pag. 7 pag. 13 pag. 16 pag. 19 pag. 21 pag. 22 pag. 24 pag. 26 pag. 30 pag. 31 pag. 33 pag. 39 pag. 42 pag. 43 pag. 43 pag. 44 pag. 48 pag. 49 2 TRASFORMATORE Il mutuo accoppiamento di 2 circuiti consente ⇓ il trasferimento di energia dall’uno all’altro Si consideri il bi-porta costituito da 2 bobine poste in vicinanza una rispetto all’altra, ossia poste in maniera tale che una sia sottoposta al campo magnetico generato dall’altra: ⇓ N1: n° spire bobina 1 N2: n° spire bobina 2 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 3 I flussi concatenati con le 2 bobine: ⎧ ⎛ L1 ⋅ i1 M ⋅ i2 ⎞ ⎟⎟ = N1 (Φ11 + Φ12 ) L i M i N Φ = ⋅ + ⋅ = + 1 1 2 1⎜ ⎪ N1 ⎜ N1 ⎠ ⎪ ⎝ N1 ⎨ ⎪Φ = M ⋅ i + L ⋅ i = N ⎛⎜ M ⋅ i1 + L2 ⋅ i2 ⎞⎟ = N (Φ + Φ ) 1 2 2 2⎜ 2 21 22 ⎪⎩ N 2 N 2 ⎟⎠ ⎝ N2 I valori istantanei delle tensioni per la legge di Lenz: dΦ N 1 di1 di2 ⎧ e t = − = − L − M ( ) 1 ⎪ 1 dt dt dt ⎨ dΦ N 2 di1 di2 ⎪e2 (t ) = − = −M − L2 ⎩ dt dt dt Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 4 In regime sinusoidale le tensioni espresse con i relativi fasori: ⎧ E 1 = − jωL1 I 1 − jωM I 2 ⎨ ⎩ E 2 = − jωM I 1 − jωL2 I 2 Queste relazioni descrivono analiticamente e in modo completo il funzionamento di un accoppiamento induttivo privo di resistenze. Se l’accoppiamento tra le 2 bobine è perfetto i flussi medi di auto e mutua induzione, prodotti da ciascuna di esse, sono uguali e risulta: M 2 = L1 L2 Infatti se l’accoppiamento è perfetto: ⎧ Φ11 = Φ 21 ⎨ ⎩Φ 22 = Φ12 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 5 Essendo: ⎧ ⎪⎪ Φ11 = ⎨ ⎪Φ 21 = ⎪⎩ L1i1 N1 Mi1 N2 Mi2 ; Φ12 = N1 L2 i2 ; Φ 22 = N2 il rapporto spire: n = N1 / N2 è legato a L1, L2 e M dalle seguenti relazioni: ⎧ Φ = L1i1 = Mi1 = Φ 21 ⎪⎪ 11 N N 1 2 ⎨ Mi2 L2i2 ⎪Φ 22 = = = Φ12 ⎪⎩ N1 N2 ⇓ N 1 L1 M = = N 2 M L2 ⇒ ⇒ ⇒ N1 L1 = N2 M N1 M = N 2 L2 M 2 = L1 L2 N 1 L1 M = = N 2 M L2 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 6 Le espressioni fasoriali di E1 e E 2 potranno essere cosi scritte: L1 ⎧ ω E = − j M ( I 1 − I 2 ) ← ( in evidenza M ) ⎪ 1 M ⎨ M ω E = − j L ( I 1 − I 2 ) ← ( in evidenza L2 ) ⎪ 2 2 L2 ⎩ N 1 L1 M = = : facendo il rapporto, essendo N 2 M L2 E1 M N 1 = = =n E 2 L2 N 2 ⇒ E1 =n E2 ricavando I 1 dalla espressone di E1 ; E1 E1 M 1 I1 = − I2 = − I2 jωL1 L1 jωL1 n per ω e L grandi E1 1 << − I 2 jωL1 n I1 1 = − ⇒ I2 n Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 7 per un trasformatore ideale: E1 =n E2 I1 1 =− I2 n Per la sintesi del trasformatore ideale si utilizza un bi-porta con il seguente simbolo circuitale: L’impedenza del carico vista dai morsetti 22’ è: ⎛ il segno − è legato ⎞ E2 & ⎟⎟ Z ′′ = − ← ⎜⎜ I2 ⎝ alle convenzioni fatte ⎠ L’impedenza del carico vista dai morsetti 11’ è: E1 n E2 E2 ⎞ 2⎛ & Z′ = = = n ⎜⎜ − ⎟⎟ = n 2 Z& ′′ I2 I1 ⎝ I2 ⎠ − n Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 8 Il trasformatore ideale è trasparente alla potenze. Infatti se si considera il trasformatore come una doppia porta, la potenza totale assorbita da esso in ciascun istante é: p(t)= p1(t)+ p2(t)=e1(t) i1(t)+e2(t) i2(t) ma per un trasformatore ideale: p(t)= e1(t) i1(t) - n e1(t) i1(t)/n=0 Ciò vuol dire che in esso non ha luogo alcun assorbimento di energia e tutta l’energia fornita alla prima porta (ai morsetti primari 1 1’) si ritrova alla seconda porta (ai morsetti secondari 22’) Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 9 Per un trasformatore ideale: E =n E I 1 =− n I Z& ′ = n Z& ′′ 1 & & ′ ′ Z = Z′ n 1 2 2 1 2 2 p (t )= p (t ) 1 2 Quindi con un trasformatore senza dispersione di energia (privo di resistenze e conseguenti dissipazioni di potenza per effetto Joule) è possibile senza alcun dispendio di energia: Modificare la tensione e la corrente nel rapporto n; Adattare un’impedenza nel rapporto n2. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 10 Un trasformatore ideale è caratterizzato da una struttura fisica del tipo: µ fe A I1 I2 E1 T E2 Φ . Z l0 dove si ipotizza: Il nucleo di materiale ferromagnetico ha µfe = ∞ affinché i flussi dispersi siano nulli; La caratteristica lineare per la curva di isteresi (Pi = 0 ← perdite per isteresi); Resistività del ferro ρ fe = ∞ (Pcp = 0 ← perdite per correnti parassite); Accoppiamento perfetto delle bobine L1L2 = M2; Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 11 Resistività del materiale elettrico delle bobine ρ = 0 (PJ = 0 ← perdite per effetto Joule); Se si alimenta l’avvolgimento primario con una tensione sinusoidale: π⎞ ⎛ u ( t ) = U sin⎜ ωt + ⎟ 2⎠ ⎝ 1 1M Si genera un flusso Φ nel nucleo ferromagnetico che si concatena con entrambi gli avvolgimenti sfasato in quadratura in ritardo rispetto a U = U ∠90° : U 1 1 Φ ( t ) = Φ sin( ωt ) 90° Φ M Risolvendo il circuito magnetico del trasformatore, dove: l0 & ℜ = [H-1] è la riluttanza del & Φ = N 1 I1 + N 2 I 2 ← ℜ µ fe A N 1 I1 + N 2 I 2 Φ= & ℜ circuito magnetico, con: l0 lunghezza direttrice [m] A sezione del nucleo [m2] µfe permeabilità del ferro [H/m] Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 12 I flussi concatenati con l’avvolgimento primario e secondario sono: ⎧ Φ1 (t ) = N 1 ⋅ Φ(t ) ⎨ ⎩Φ 2 (t ) = N 2 ⋅ Φ(t ) essi danno luogo alle f.e.m. indotte che per la legge di Lenz: dΦ1 (t) dΦΦ(t ⎧ e1 (t) = − = − N1 = − N1 ⋅ e(t) ⎪ dt dt ⎪⎪ dΦ 2 (t) dΦΦ(t ⎨ e 2 (t) = − dt = − N 2 dt = − N 2 ⋅ e(t) ⎪ ⎪con e(t) = dΦΦ(t f.e.m. indotta nella singola spira ⎪⎩ dt con notazione fasoriale: ⎧ E = − jωN Φ = −U ⎨ ⎩ E = − jω N Φ = U 1 1 1 2 2 2 f.e.m. indotte tensioni ai morsetti primari e secondari Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 13 Assumendo Φ come fasore di riferimento. ⎧ U 1 = − E 1 = j ωN 1 Φ ⎨ ⎩U 2 = E 2 = − jωN 2 Φ - U1 - E1 = - - I 1= - I2 - RI2 - 1 /n - I2 - Φ ϕ - E2 = - U2 - jx I 2 - E1 Se si alimenta Z& (interruttore T chiuso): U 2 = Z& I 2 = ( R + jX ) I 2 ⎧Z = R 2 + X 2 ⎪ ⎨ X ⎪ϕ = arctg ⎩ R Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 14 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 15 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DI UN TRASFORMATORE MONOFASE Gioghi orizzontali TRASF. CON NUCLEO “A COLONNE” Colonne verticali TRASF. CON NUCLEO “CORAZZATO” Si noti come gli avvolgimenti sono realizzati sulla stessa colonna per migliorare il concatenamento dei flussi SEZ. DEL NUCLEO “A GRADINI” GIUNTO INTERCALATO Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 16 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DI UN TRASFORMATORE MONOFASE Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 17 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 18 In un trasformatore reale la permeabilità del materiale ferromagnetico µfe ≠ ∞ , ciò comporta la presenza di flussi dispersi poiché µ0 non è nulla: . U1 linee di flusso disperso Gli avvolgimenti delle bobine elettriche presentano una resistività ≠ 0 ; La caratteristica di magnetizzazione non è lineare → si è in presenza di perdite per isteresi Pi = α fB m1 ,6 ⎡W ⎤ ⎢ kg ⎥ ; ⎣ ⎦ Il materiale ferromagnetico ha una ρ fe ≠ ∞ , per cui si hanno correnti parassite per quanto attenuate con la laminazione ⎡W ⎤ Pcp = βf 2 Bm2 ∆2 ⎢ ⎥ . ⎣ kg ⎦ Pfe= Pi+Pcp sono le perdite nel ferro specifiche o cifra di perdita. - α e β sono coefficienti caratteristici del materiale ferromagnetico e - ∆ lo spessore dei lamierini Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 19 Il circuito che simula il comportamento di un trasformatore reale è il seguente: T R1 e R2 : Resistenze degli avvolgimenti primario e secondario (ρ ≠ 0); Xd1 e Xd1 : Reattanze degli avvolgimenti primario e secondario che tengono conto della presenza dei flussi dispersi in aria chiamate reattanze di dispersione; G : Conduttanza trasversale che simula l’assorbimento di potenza dissipata per isteresi e correnti parassite; B : Suscettanza trasversale che tiene conto dell’assorbimento di energia magnetizzante richiesta per creare il flusso principale. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 20 La corrente I 0 assorbita dalla impedenza trasversale Y& = G − jB [S ] è definita corrente assorbita a vuoto. I 0 equivale alla corrente che circolando da sola nella bobina primaria da origine alla stessa f.m.m. (forza magnetomotrice) provocata dalle correnti I 1 e I 2 , circolanti nei rispettivi avvolgimenti di N1 e N2 spire. &Φ N 1 I 0 = N 1 I1 + N 2 I 2 = ℜ ′ N2 I 0 = I1 + I 2 = I1 + I 2 N1 con: N2 I0 = I2 N1 & = ℜ R + jℜ I : inoltre essendo ℜ ℜR ℜI N 1 I 0 = (ℜ R + jℜ I )Φ ⇒ I 0 = Φ+ j Φ N1 N1 I 0 = I m + jI a I m è la corrente magnetizzante (in fase con il flusso) I a in quadratura con il flusso Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 21 FUNZIONAMENTO A VUOTO (T aperto) I2’ = 0 T I2 = 0 V20 ≡ E2 E1 = − jω ΦN 1 E 2 = − jω ΦN 2 jXd1 I0 U1 R 1 I0 U 1 = R1 I 0 + jXd 1 I 0 − E1 -E 1 I0 V20 = E 2 Ia ′ 1 I2 = 0 ; I2 = − I2 = 0 n Im Φ E 2 =U20 E1 I1 = I 0 = I a + jI m = I m + I a Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 22 FUNZIONAMENTO A CARICO (T chiuso) T jX d 1 I 1 Z& = R + jX = Z∠ϕ R 1I1 U 2 = Z& I 2 U1 -E 1 E 2 = U 2 + R2 I 2 + jXd 2 I 2 I2’ ′ 1 E1 = n E 2 ; I 2 = − I 2 n E1 = − jω ΦN 1 E2 = − jω ΦN 2 U 1 = R1 I 1 + jXd 1 I 1 − E1 I0 Ia Im I2 U2 R 2I2 I1 Φ E2 jX d 2 I 2 E1 I0 = Ia + Im ′ I1 = I 0 + I 2 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 23 BILANCIO ENERGETICO Applicando il teorema di Boucherot: ⎧ P1 = Pfe + PJ 1 + PJ 2 + P2 ⎧potenze attiva P1 e reattiva Q1 ⇐ ⎨ ⎨ Q Q Q Q Q = + + + ⎩richieste all' alimentazione 2 m d1 d2 ⎩ 1 Pj1 Qd1 Pj2 Qd2 1 2 P2 P1 Q1 Qm Pfe Q2 2’ 1’ 2 ⎧ potenze assorbite ⎧ P2 = U 2 I 2 cos ϕ = RI 2 ⇐⎨ ⎨ 2 ⎩Q 2 = U 2 I 2 senϕ = XI 2 ⎩ dal carico 2 ← perdite per effetto Joule al primario P R I = ⎧ j1 1 1 ⎨ 2 Q X I = ⎩ d1 d 1 1 ← potenza magnetizzante legata ai flussi dispersi al primario 2 ⎧ Pj 2 = R 2 I 2 ⎨ 2 = Q X I ⎩ d2 d2 2 ← idem per il secondario Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 24 ⎧ Pfe = GE 1 ⎪ ⎨ ⎪⎩Q m = BE 12 2 perdite nel ferro per isteresi e correnti parassite ← ← potenza magnetizzante richiesta per creare il flusso principale ~ o ~ RENDIMENTO η = dove: ∑ PP L’espressione: P2 P − ∑ PP ∑ PP = 1 = 1− P1 P1 P1 è la somma delle potenze perse η = 1− ∑ PP P1 si chiama rendimento convenzionale Tale espressione consente di ottenere un valore più prossimo a quello vero ( meno approssimato), infatti il rapporto ∑ PP e P1, che hanno ordini di grandezza diversi, é più preciso del rapporto tra P1 e P2 , che hanno ordini di grandezza uguali. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 25 PROVA A VUOTO E IN CORTOCIRCUITO (PROVE DI COLLAUDO) U 1 = U 1n PROVA A VUOTO: I2’ = 0 I2 = 0 T ′ I 1 = I 0 essendo I 2 = 0 U 1 = ( R1 + jXd 1 ) I 0 − E1 poiché I0 è piccola ( I 0 ≈ 5 ÷ 10% I 1n ) ⇒ U 1 ≈ − E1 ⎧ P0 = R1 I 02 + GE12 ≈ GE12 ≈ GU12 ⎨ 2 2 2 2 Q X I BE BE BU = + ≈ ≈ ⎩ 0 1 0 1 1 1 da cui: G = P U 2 ; B = Q U 2 0 1 0 1 ⎧ P0 = U 1 I 0 cos ϕ 0 ⎨ ⎩ Q0 = U 1 I 0 senϕ 0 = P0 tgϕ 0 [ϕ 0 = arctg ( P0 U 1 I 0 )] Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 26 INSERZIONE DEGLI STRUMENTI PER LA PROVA A VUOTO Il VARIAC è un trasformatore a rapporto variabile che permette di ottenere sul secondario una tensione variabile (0 ÷ UM); Con il Variac si alimenta il trasformatore aumentando la tensione sino a quando U = U1n (tale condizione va verificata con il voltmetro). f → f = 50 Hz se si alimenta con la rete V → U1n A → I0 ≈ 5 ÷ 10 % I1n W → P0 ≈ 0,25 % P1n Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 27 Dalle misure della prova a vuoto: f ⎫ U 1n ⎪⎪ ⎬ I0 ⎪ P0 ⎪⎭ Y= ⇒ I0 U 1n ⇒ B = Y 2 − G2 P0 G= 2 U 1n ~ o ~ PROVA IN CORTOCIRCUITO: I 1 = I 1 n e I 2 = I 2n (Circuito con tutti i parametri riportati al primario) I 0 << I 1n ⇒ I1 ≈ I 2 ′ ; I0 ≈ 5 ÷ 10 % I1n Si può derivare l’ammettenza Y& a monte di R1 e Xd1 senza modificare sostanzialmente le condizioni di funzionamento del circuito. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 28 . . . Z2’ = n2 Z2 Z1 I1n I2n’ I2 n Io . U1 Y=G+jB . Zeq’ I1 n I2n’ I2 n Io . U1 I0 ≈ 5 ÷ 10 % I1n U1cc ≈ 5 ÷ 8 % U1n Y Req′ = R1 + R2′ = R1 + n 2 R2 X eq′ = X d 1 + X d′ 2 = X d 1 + n 2 X d 2 I1 ≈ I 2 ′ e U 1cc ≈ 5 ÷ 8%U 1n ⎧ Pcc = GU 12 + Req′ I 2′ 2 ≈ Req′ I1′n2 ⇒ Req′ = Pcc I1′n2 ⎨ 2 2 2 2 ′ ′ ′ ′ ′ ′ Q BU X I X I X Q I = + ≈ ⇒ = 1 eq 2 eq 1n eq cc 1n ⎩ cc Pcc cos ϕ cc = U 1cc I1n Pcc ⇒ ϕ cc = ar cos ϕ cc U 1cc I1n Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 29 INSERZIONE DEGLI STRUMENTI PER LA PROVA IN CORTOCIRCUITO Con il Variac si alimenta il trasformatore aumentando la tensione sino a quando I1 = I1n (tale condizione va verificata con l’amperometro) f → f V → U1cc = 5÷8% U1n A → I1 = I1n W → Pcc Dalle misure della prova in c.to c.to: U 1cc P1cc Z eq′ = ; Req′ = 2 ; I 1n I 1n X eq′ = Z eq′ − Req′ 2 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 2 30 Riassumendo: . Zeq’ I1 I2 Io U1 . Y U2 (Circuito equivalente con i parametri Y& e Z& eq′ riportati a primario) Y& = G + jB ′ = ( R1 + R2′ ) + j ( X d 1 + X d′ 2 ) ′ = Req ′ + jX eq Z& eq R2′ = n 2 R2 X d′ 2 = n 2 X d 2 dalle misure della prova a vuoto si ottengono i parametri: I0 ⎧ f ⎫ = Y ⎪ U 1n ⎪ U 1n ⎪ ⎪ ⎬ si ottengono : ⎨ I0 ⎪ ⎪ P0 = G ⎪ P0 ⎪⎭ U 12n ⎩ ⇒ ⎧B = Y 2 − G 2 ⎪ ⎪ ⎪ ϕ = arctg B ⎨ 0 G ⎪ ⎪ Y ⎪ B ϕ ⎩ 0 G dalle misure della prova a vuoto si ottengono i parametri: ⎧ ′ U 1cc f ⎫ ⎪Z eq = I ⎪ 1n U 1cc ⎪ ⎪ ⎬ si ottengono : ⎨ I 1n ⎪ ⎪ Pcc ′ R = ⎪ eq I 2 Pcc ⎪⎭ 1n ⎩ ⇒ ⎧ X eq′ = Z eq′ 2 − Req′ 2 ⎪ ⎪ ⎪ X eq′ arctg ϕ = ⎨ cc Req′ ⎪ ⎪ Z′ ⎪ X′ ϕ ⎩ eq cc eq Req′ Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 31 È possibile utilizzare un circuito equivalente del trasformatore, con Zeq tutti i parametri I riportati al -E E Y & & secondario: Y ′′e Z eq′′ ’’ 0 1 ’’ ’’ 2 Y& ′′ = n 2Y& = n 2G + jn 2 B I ′′ nI I infatti: Y& ′′ = 0 = 0 = n 2 0 = n 2Y& E2 E1 n E1 X R ′′ = R& eq ′′ + jX& eq ′′ = ( 21 + R2 ) + j ( d21 + X d 2 ) Z& eq n n I 0′′ I 0′′ ⎧ ′′ Y = = ⎪ U 20 E2 ⎪ ⎨ ⎪ P0 P0 ′ ′ G = = ⎪ U 202 E 22 ⎩ PROVA A VUOTO ⇒ ⎧ B ′′ = Y ′′ 2 − G ′′ 2 ⎪ ⎪ ⎪ ϕ = arctg B ′′ 0 ⎨ G ′′ ⎪ ⎪ Y ’’ B ’’ ⎪ ϕ ⎩ 0 G ’’ U 2 cc ⎧ ′′ Z = ⎪ eq I 2n ⎪ ⎨ ⎪ P cc ′ ′ R = eq ⎪ I 22 n ⎩ PROVA IN CORTOCIRCUITO ⇒ 2 2 ⎧ X eq′ ′ = Z eq′ ′ − R eq′ ′ ⎪ ⎪ ⎪ X eq′ ′ arctg ϕ = ⎨ cc R eq′ ′ ⎪ ⎪ Z ′′ ⎪ X ′′ ϕ ⎩ eq cc eq Req′′ Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 32 DATI DI TARGA DI UN TRASFORMATORE Essi consentono di definire i parametri del circuito equivalente e di studiare ogni possibile condizione di funzionamento. [VA] S = U 1n I 1n = U 20 I 2 n [V ] U 1n K = U 1n U 20 Pcc % = Pcc ⋅ 100 S ⇒ Pcc = Pcc % ⋅ S 100 [W ] cos ϕ cc P0 % = P0 ⋅ 100 S ⇒ cos ϕ 0 I I I 0 % = 01 ⋅ 100 = 02 ⋅ 100 I 1n I 2n V V v cc % = 1cc ⋅ 100 = 2 cc ⋅ 100 V1n V20 P0 = P0 % ⋅ S 100 [W ] I 0 % ⋅ I 1n ⎧ I = ⎪ 01 100 ⇒ ⎨ I % ⋅ I 2n ⎪ I 02 = 0 ⎩ 100 v cc % ⋅ V1n ⎧ V = ⎪ 1cc 100 ⇒⎨ v % ⋅ V20 ⎪V2 cc = cc ⎩ 100 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari [ A] [A] [V ] [V ] 33 PRECISAZIONE Poiché i moduli delle correnti e le tensioni al primario del trasformatore sono legate a quelle del secondario dalle seguenti relazioni di validità generale: I1 1 = I2 n U1 =n U2 I0 % = I 01 I n I ⋅ 100 = 02 ⋅ 100 = 02 ⋅ 100 I 1n I 2n n I 2n v cc % = V1cc nV2 cc V ⋅ 100 = ⋅ 100 = 2 cc ⋅ 100 V1n nV20 V20 Inoltre i parametri del trasformatore si possono esprimere anche con le formule generali: vcc% U vcc% U 2 ⎧ ⎪ Z eq = 100 I = 100 S ⎨ 2 P % S P % U cc cc ⎪R = = eq 2 ⎩ 100 I 100 S I0% I I0% S ⎧ = Y ⎪ 0 100 U = 100 U 2 ⎨ P% S ⎪ G0 = 0 ⎩ 100 U 2 ⎧⎪ X = Z 2 − R 2 eq eq ⇒ ⎨ eq ⎪⎩ Z& eq = Req + jX eq ⎧B = Y 2 − G 2 0 0 ⇒⎨ 0 ⎩ Y&0 = G0 − jB0 Le tensioni e le correnti saranno del primario o secondario ′ o Z& eq′′ , Y& o in base ai parametri che si intende ottenere Z& eq Y& ′′. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 34 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 35 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 36 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 37 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 38 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 39 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 40 Il tipo di connessione adottato per ciascun gruppo di avvolgimenti comporta che: a) Il rapporto tra tensioni primarie e secondarie è proporzionale al rapporto spire attraverso un fattore che può essere diverso da 1: U1 K t = rapporto di trasformazione: K t = U2 N1 N = rapporto spire: N = N2 K t = a ⋅ N con a ≠ o = 1 b) Le corrispondenti tensioni secondarie possono essere sfasate rispetto alle primarie di un angolo pari a: γ = gruppo del trasformatore · 30° gruppo del trasformatore : è la cifra che si ottiene dividendo per 30° l’angolo di sfasamento in ritardo della terna delle tensioni stellate secondarie rispetto a quella primaria. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 41 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 42 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 43 I trasformatori trifasi possono essere studiati facendo riferimento ad una sola fase, perché, come accade nella maggior parte dei casi, i carichi sono equilibrati. I dati di targa sono analoghi a quelli riportati nella targa di un trasformatore monofase, ma: S = 3 U 1n I 1n n = U 1n U 20 ⎧⎪tipo di collegamento = 3 U 20 I 2 n , ⎨ ⎪⎩ gruppo di appartenenza v cc %, Pcc %, I 0 %, P0 %, cos ϕ 0 , cos ϕ cc I parametri del circuito equivalente vcc % U vcc % U 2 ⎧ ⎪Z eq = 100 I 3 = 100 S ⎨ 2 P P % % S U cc ⎪ Req = cc = ⎩ 100 3I 2 100 S I0 % I 3 I0 % S ⎧ Y = ⎪ 0 100 U = 100 U 2 ⎨ P% S ⎪G0 = 0 ⎩ 100 3U 2 ⇒ ⇒ X eq = Z eq − Req 2 B0 = Y0 − G0 2 Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 2 44 2 INSERZIONE PER LA PROVA A VUOTO (II° a vuoto) ⎧ P0 = Wa + Wb ⎪ Wa − Wb + 2Wc ⎨ ⎪⎩Q0 = 3 A vuoto il trasf. è un carico squilibrato. Per la dissimmetria del circuito magnetico le correnti magnetizzanti richieste sono diverse....………………… ~ o ~ INSERZIONE PER LA PROVA IN C.TO C.TO (II° in cortocircuito) ⎧⎪P = W + W a b ⎨ cc ⎪⎩ Qcc = 3(Wb − Wa ) inserzione Aron In c.to c.to il trasf. è un carico equilibrato in quanto le correnti che circolano nelle bobine sono prevalenti e queste costituiscono un carico equilibrato (le bobine sono uguali). Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 45 TRASFORMATORI IN PARALLELO TA TB Y&B′′ Y&A′′ E 2′′A E 2′′B ′′ Z& eqA I A′′ ′′ Z& eqB I B′′ I C′′ Z& C U 20 Applicando il teorema di Millman si determina la tensione a vuoto U 20′ : IC E 2′′A + E 2′′B + U 20 I0 ′′ Z& eqA U 20 Z& C ′′ Z& eqB E A′′Y&eA + E B′′Y&eB = Y&eA + Y&eB . E2′′A − E2′′B I0 = ′′ + Z& eqB ′′ Z& eqA 1 ⎧& Y = ⎪⎪ eA Z& ′′ La corrente a vuoto è nulla solo eqA ⎨ 1 se : E2′′A = E2′′B ⎪Y&eB = ′′ Z& eqB ⎪⎩ Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA 46 per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari CONDIZIONI DI PARALLELO PERFETTO 1) Affinché non si verifichi una inutile dissipazione di energia quando i carichi sono slacciati deve essere I 0 = 0 altrimenti si dissipa potenza PJ AB = ( Req′′ A + Req′′ B ) I 02 Perché I 0 = 0 ⇒ EA′′ = EB′′ ossia n′ = n′′ e se i trasformatori sono trifasi, affinché non si abbia sfasamento tra le tensioni, essi devono appartenere allo stesso gruppo. 2) La corrente richiesta dal carico si deve ripartire tra i due trasformatori in modo che le correnti siano direttamente proporzionali alle potenze nominali dei trasformatori: I C = I A′′ + I B′′ I A′′ S n′ = si vuole che I B′′ S n′′ ′′ ′′ U 2 I nA ′′ Z eqB S n′ U 2 I nA = = ⋅ = ′′ ′′ I nB ′′ U 2 Z eqA S n′′ U 2 I nB da cui: ′′ ′′ Z eqB I nA ′′ I nA ′′ = Z eqB ′′ I nB ′′ ⇒ U CC ′′ A = U CC ′′ B = ⇒ Z eqA ′′ Z eqA ′′ I nB Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 47 3) Si ottiene la stessa I C , minimizzando I A′′ e I B′′ , quando esse risultano in fase: cioé quando sono uguali le fasi delle 2 impedenze di cortocircuito, infatti: cos ϕ CC A = cos ϕ CC B I B′′ Φ I A′′ cosϕCCA = cosϕCCB I C′′ U2 ′′ = ReqA ′′ + jX eqA ′′ Z& eqA ′′ = ReqB ′′ + jX eqB ′′ Z& eqB EA′′ = EB′′ ⇒ ϕ CCA ′′ X eqA = arctg ′′ ReqA ⇒ ϕ CCB ′′ X eqB = arctg ′′ ReqB Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 48 AUTOTRASFORMATORI Un autotrasformatore è un trasformatore dotato di un solo avvolgimento, una parte della quale è comune all’avvolgimento primario e secondario. U 1 N1 = =n U 2 N1 I1 U1 ⎧ ⎪ N1 ⎨ ⎪ IC ⎩ ⎫ N −N 2 ⎬ 1 ⎭ ⎫ ⎬ ⎭ N I2 2 I1 = I 2 − I C U2 I C : corrente circolante nel ramo comune ( N1 − N 2 ) I1 = N 2 I C 14 4 42444 3 ⇓ ( N1 − N 2 ) I1 = N 2 ( I 2 − I1 ) N1 I1 − N 2 I1 = N 2 I 2 − N 2 I1 ⇒ I1 N 2 = I 2 N1 L’autotrasformatore è utilizzato per bassi valori del rapporto di trasformazione ⇒ N1 ≈ N2 , per non correre il rischio di sottoporre, in caso di guasto , il lato BT alla tensione del lato AT. Sono utilizzati come Variac: sul secondario la tensione può variare da 0 a U1n. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 49 AUTOTRASFORMATORI Un autotrasformatore è un trasformatore dotato di un solo avvolgimento, una parte della quale è comune all’avvolgimento primario e secondario. U 1 N1 = =n U 2 N1 I1 U1 ⎧ ⎪ N1 ⎨ ⎪ IC ⎩ ⎫ N −N 2 ⎬ 1 ⎭ ⎫ ⎬ ⎭ N I2 2 I1 = I 2 − I C U2 I C : corrente circolante nel ramo comune ( N1 − N 2 ) I1 = N 2 I C 14 4 42444 3 ⇓ ( N1 − N 2 ) I1 = N 2 ( I 2 − I1 ) N1 I1 − N 2 I1 = N 2 I 2 − N 2 I1 ⇒ I1 N 2 = I 2 N1 L’autotrasformatore è utilizzato per bassi valori del rapporto di trasformazione ⇒ N1 ≈ N2 , per non correre il rischio di sottoporre, in caso di guasto , il lato BT alla tensione del lato AT. Sono utilizzati come Variac: sul secondario la tensione può variare da 0 a U1n. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 50 TRASFORMATORI DI MISURA Essi sono utilizzati per poter inserire gli strumenti di misura TA Riduttori di corrente ai valori relativi alle portate degli amperometri. TV Riduttori di tensione ai valori relativi alle portate dei voltmetri. DATI DI TARGA DEI TA E TV • Rapporto di trasformazione nominale n; • Frequenza di esercizio f; • classe di precisione C%; • prestazione relativa S (o Z per TA, Y per TV ); Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 51 per i TA: trasformatori di corrente Z& 2 Z& 1 Z& n S = U 2 I 2 = Z& I 22 la prestazione può essere data in [VA] → S [Ω] → Z per i TA: trasformatori di tensione Y&1 Y&2 Y&n S = U 2 I 2 = Y& U 22 la prestazione può essere data in [VA] → S [S] → Y CLASSE DI PRECISIONE : Indica l’entità dell’errore di misura che il TA o TV introduce. PRESTAZIONE : Consente di stabilire il numero di strumenti che possono essere collegati al secondario se sono note le impedenze delle bobine amperometriche o delle bobine voltmetriche. Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 52 TA TA A PINZA Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 53 TV Appunti a cura dell’Ing. Alessandro Serafini, tutore del corso di ELETTROTECNICA per meccanici, chimici e biomedici Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Cagliari 54