LA PREGHIERA CRISTIANA E LA “NOTTE DELLA FEDE”. FATICA E PERSEVERANZA DI UN CAMMINO PROF. ISIDORA CASTENETTO Corso semestrale: 2 ore settimanali ECTS 3 1. Il corso si propone di esaminare il cammino della preghiera cristiana anche nei momenti in cui appare insignificante e difficile, “nella notte della fede”, che attraversa molti vissuti. Si cercherà di individuare le ragioni fondative del pregare cristiano, al di là di ogni ricerca di efficientismo o di immediatismo, che appaga la sensibilità, ma non esprime la preghiera attesa dall’iniziativa di Dio, a cui obbedire. 2. Nella nostra storia, segnata dalla fragilità e dall’insicurezza, la preghiera potrebbe essere ricercata senza radicamenti nella fede, ma come “luogo” di pacificazione, come spontaneità emotiva, come appagamento di una ricerca di sé, eludendo ogni forma di sofferenza. Per questo, la Parola di Dio, la lettura di alcuni vissuti, attraversati dal dolore o dalla “notte della fede”, aiuteranno a ricondurre verso la Verità del pregare cristiano, sottraendolo alla tentazione di evadere dalla realtà e dagli uomini, per orientare l’esistenza verso un “Tu” che illumina il cammino e lo sorregge nella resa incondizionata all’iniziativa di Dio. In questa prospettiva, il corso intende condurre la riflessione sull’esperienza della preghiera cristiana, chiarendone i fondamenti, superando le forme spurie del pregare cristiano, che pure può conoscere insignificanza e oscurità. Sarà rivisitata la preghiera di Gesù nelle sue varie espressioni, emblematiche per cogliere l’autentica figura della preghiera cristiana. A partire da questo irrinunciabile riferimento si indugerà sull’itinerario della preghiera e sulla “lotta”, che essa potrà richiedere dinanzi all’emergere di interrogativi, che mettono alla prova anche il credente, non sottratto alla tentazione di considerare la preghiera alienazione o evasione dalla realtà. Sta qui la fatica del pregare “nella notte della fede”, che comporta resistenza e ascesi, soprattutto resa incondizionata alla iniziativa della Grazia, che, comunque, apre alla preghiera e la sorregge, senza esimere da un impegno personale e dall’obbedienza all’unico Interlocutore, con cui intrattenere il dialogo. Sarà pure importante rileggere le pagine di alcuni personaggi biblici, di santi e di autori spirituali, che hanno vissuto, nell’oscurità della fede, un cammino di ricerca e povertà, senza la presunzione di raggiungere il possesso della preghiera come cosa propria, di cui poter disporre. Proprio questa povertà di spirito, che si apre con speranza al mistero della misericordia di Dio, renderà capaci di domandare e lodare, di ringraziare e adorare, nell’accogliere il dono dell’Alleanza e della comunione con Dio. E la preghiera sarà vissuta con fedeltà anche nel vivere la “presenza-assenza” di Dio, cioè nell’oscurità della fede, sempre interrogata e interrogante. Bibliografia: P. BEAUCHAMP, Preghiera, in Dizionario di teologia biblica, Marietti, Casale Monferrato 1965, 863-873; B. MAGGIONI, Preghiera, in Nuovo Dizionario di teologia biblica, Paoline, Cinisello Balsamo 1988, 1216-1231; G. MOIOLI, Preghiera, in Dizionario enciclopedico di teologia morale, Paoline, Roma 1973-1976, 748-754; ID., Preghiera, in Nuovo Dizionario di Teologia, Paoline, Alba 1988, 1198-1213; ID., Temi cristiani maggiori, Glossa, Milano 1999, 69-108; La qualità della preghiera cristiana, Glossa, Milano 2002.