GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 0 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 A cura della Consulta Femminile, per la realizzazione di questo numero hanno partecipato: Arena Roberta * Cabona Michela Marchiandi Claudia * * Carbone Federica Olcese Liliana * Rossi Laura * De Barbieri Valentina * Timossi Paola SOMM ARIO a pag. 2 L.R. 30/2014 - Le modifiche apportate alla L.R. 24/2001 a pag. 6 La consulenza tecnica legale a pag. 9 Tabelle millesimali - parte 1 a pag. 17 Allaccio degli edifici residenziali alla rete fognaria pubblica - parte 1 a pag. 21 Impostazione grafica di un progetto a pag. 24 Facciamoci due risate a pag. 26 Soluzioni del cruciverba della Guida del Praticante n. 4/2014 "Attività editoriale a carattere non commerciale ai sensi previsti dall’art. 4 DPR 16/10/1972 n. 633 e successive modifiche" ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 1 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 L.R. 30/2014 – LE MODIFICHE APPORTATE ALLA L.R. 24/2001 (RECUPERO AI FINI ABITATIVI DI SOTTOTETTI ESISTENTI) Geom. Paola Timossi Nel precedente numero ci siamo occupati in maniera particolareggiata della gestione di un progetto relativo al recupero di sottotetti esistenti come riportato dalla Legge Regionale n.ro 24 del 06 Agosto 2001. Abbiamo visto insieme come gestire i rapporti con la clientela che molto spesso non risultano semplici, tenendo sempre ben presente la chiarezza e la semplicità durante i colloqui con essa; non stiamo parlando con dei tecnici, quindi molto spesso ci dovremo sforzare di spiegare i concetti in maniera molto elementare.... Per non sentirci dire: “Questo non me l'aveva detto” oppure “Non avevo capito”. Inoltre abbiamo visto insieme come gestire il progetto dal sopralluogo iniziale, dove prendiamo visione dello stato attuale dei luoghi e dove dobbiamo analizzare “su due piedi” la situazione per poter delineare una linea operativa da seguire. Abbiamo pertanto evidenziato e trattato nello specifico i punti fondamentali della normativa che ci forniscono precise informazioni per una corretta redazione del nostro elaborato progettuale. Come anticipato però nel Prefazio del numero precedente, il 12 Novembre 2014 con la Legge Regionale n.ro 30 è entrata in vigore una nuova normativa che va a modificare la precedente L.R. 24 del 06 Agosto 2001 e la L. R. 16 del 06 Giugno 2008. Andiamo quindi ad analizzare più nello specifico cosa è stato modificato, rivedendo gli articoli della Legge in questione: Art. 2 ( Modifica all'art. 1 della L.R. 24/2001) Questo articolo ci fornisce sempre la definizione di sottotetto, quale volume soprastante l'ultimo piano degli edifici residenziali o turistico-ricettivi esistenti all'entrata in vigore della legge. Viene pertanto implementata questa definizione considerando la legittimità dello stesso sotto il profilo urbanistico anche mediante la presentazione di DIA o Permesso di Costruire (fa fede la data di presentazione). ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 2 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 Questo significa che se il nostro sottotetto non agibile è legittimato (mediante DIA o Permesso di Costruire) anteriormente alla data del 12/11/2014, è possibile il recupero dello stesso ai fini abitativi. Pertanto si allungano i tempi del campo di applicazione della presente disciplina sino all'anno 2014, precedentemente la legge prevedeva il campo di applicazione limitato al 2001. La definizione ci fornisce inoltre altre informazioni in merito al volume esistente, che deve essere compreso nella sagoma della copertura, preferibilmente a falda inclinata, i cui locali devono presentare allo stato attuale una altezza interna nel “punto più elevato” non inferiore a mt. 1,40 (immagine riportata a fianco); inoltre i locali devono essere privi di agibilità e facenti parte di organismi destinati ad uso residenziale o turistico-ricettivi. Altro punto fondamentale: tali disposizioni vanno in deroga alla disciplina degli strumenti urbanistici dei Comune quali “Piano Urbanistico Comunale” o “Piano Regolatore Generale” Si precisa tuttavia che parte di questo articolo era comunque contenuto e riportato al punto 2 dell'art. 2 della precedente normativa. Art. 3 ( Sostituisce l'art. n.ro 2 della L.R. 24/2001) L'art. 3 riporta quasi interamente l'articolo originale; poniamo però attenzione al punto 3 del comma 1 dove si fa sempre riferimento alla modifica delle altezze di gronda e di colmo al fine di assicurare il parametro dell'altezza media interna prescritta dalla normativa, introducendo il concetto del rispetto delle altezze massime degli edifici previste dagli strumenti urbanistici comunali, ed in assenza di essi, nel rispetto delle altezze massime dei fabbricati ad uso abitativo di contorno. Al punto 6 abbiamo una novità invece in merito al reperimento dei parcheggi pertinenziali, in quanto viene riportato in questa sede un limite minimo di superficie di parcheggio pertinenziale pari a mq. 12,50 per ogni nuova unità immobiliare ricavata, oppure nell'obbligo di versare al Comune una somma equivalente al valore di mercato di un parcheggio pertinenziale di superficie pari a mq. 12,50. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 3 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 Precisiamo ancora che è sempre previsto il contributo concessorio, nel caso in cui non si generi una nuova unità immobiliare esso viene pagato per intero; mentre il contributo è ridotto del 50% qualora l'intervento determini la creazione di una nuova unità abitativa. E' bene rammentare sempre al cliente che per tale opera è necessario il pagamento degli oneri concessori sopra citati: stiamo andando a “toccare il portafoglio” ai nostri committenti e quindi dobbiamo essere estremamente cauti e precisi quando trattiamo tale argomento. Art. 4 (Abrogazione l'art. n.ro 4 della L.R. 24/2001) Art. 5 ( Sostituisce l'art. n.ro 7 della L.R. 24/2001) Questa nuova normativa va a riconoscere ai singoli Comuni il diritto di disciplinare in senso non solo negativo, ma anche positivo l'operatività di questa disciplina. Infatti questo articolo introduce la possibilità da parte dei Comuni di individuare, mediante delibera del Consiglio Comunale, zone o ambiti dove siano ammesse opere di recupero di sottotetti ai fini abitativi prevedendo quattro eventuali prestazioni di standard da assolvere: a) percentuale massima dell'aumento di volume pari al 20% dell'attuale; b) altezze massime consentite per l'innalzamento della linea di gronda e di colmo della copertura; c) tipologie ammesse per l'apertura di bucature a filo falda ( come la realizzazione di abbaini o terrazzi a pozzetto ecc.) al fine di consentire il rispetto del rapporto aero-illuminante pari a 1/16; d) eventuali requisiti aggiuntivi in maniera energetica. Pertanto come già rammentato nel precedente articolo, è sempre opportuno “farsi un giretto” nel Comune dove andremo ad operare, in quanto potremmo incorrere in qualche errore o incorrettezza progettuale a causa della nostra troppa sicurezza. Poniamo l'esempio di un Comune il cui strumento urbanistico prescriva un innalzamento massimo della linea di gronda e di colmo pari cm. 80. In questo caso dovremo fare molta attenzione e andare a sommare all'altezza attuale rilevata in fase di sopralluogo l'altezza massima consentita pari a cm. 80. Dovremo quindi essere in grado di verificare sia le altezze minime interne che l'altezza media prescritte dalla normativa. In caso contrario il progetto non potrà avere seguito e quindi dovremo spiegare alla clientela le motivazioni della “non fattibilità” del progetto. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 4 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 Inoltre questo articolo ci ricorda che le opere per i locali sottotetto che comportano una modifica delle altezze di gronda e di colmo non possono riguardare i seguenti immobili: 1. beni vincolati come Beni Culturali ai sensi della D.Lgs 42/2004; 2. beni ricadenti nei centri storici (fatta salva la facoltà dei Comuni di individuare zone ove permettere tali opere); 3. beni ricadenti in zone soggette a inedificabilità assoluta; 4. beni ricadenti in aree demaniali marittime; 5. beni ricadenti in zone IU, SU, NI-CE e ANI-CE in base alle indicazioni fornite dall'assetto insediativo del vigente PTCP. Ricordiamoci che non è stato abrogato l'art. 3 della precedente normativa L.R. 24/2001, pertanto rimangono invariate le predisposizioni inerenti l'abbattimento delle barriere architettoniche ed il Contenimento energetico. Quindi negli interventi di recupero di sottotetti esistenti ai fini abitativi, le norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche faranno riferimento alla Legge 13 del 09/01/1989 per la quale si applicherà il requisito dell' ADATTABILITA'. Per quanto concerne invece il contenimento energetico si prevedrà un adeguato isolamento termico, un adeguato impianto termico in tutto conforme alla norme tecniche vigenti in materia energetica. Dopo questa carrellata di nozioni dovremo sempre tenere a mente sia la nuova normativa L. R. 30/2014, sia la normativa originaria L. R. 21/2001, in quanto strettamente correlate ed essenziali per comprendere i concetti contenuti nelle stesse. Non dimentichiamo ancora gli strumenti urbanistici dei Comuni dove il nostro oggetto di intervento è ubicato poiché con la nuova normativa gli Enti Locali Comunali assumono un ruolo fondamentale in questa disciplina. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 5 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 LA CONSULENZA TECNICA LEGALE Geom. Roberta Arena Fino ad oggi, non abbiamo mai affrontato il tema della Consulenza Tecnica Legale che il Geometra esercita fra le molteplici competenze professionali, ma è doveroso ricordare che questa materia, sebbene molto delicata, vede impegnati fortunatamente con successo, molti tra i nostri Colleghi iscritti all'Albo Professionale. Ma cerchiamo di capire con quali figure in cui il Geometra può andare ad interagire nell'ambito del Tribunale. Partiamo dal ruolo principale, ossia quello del Consulente Tecnico d’Ufficio (C.T.U.), detto anche colui che svolge un ruolo di ausiliario del Giudice in un rapporto fiduciario, indipendente dalle parti coinvolte, è a lui che viene conferito il compito di fornire le conoscenze tecniche necessarie per valutare o accertare un fatto. Il C.T.U. deve attenersi strettamente ai limiti dell'incarico conferitogli, la sua attività del C.T.U. è disciplinata all'interno degli artt. 61 fino al 68 del Codice di Procedura Civile, allo stesso modo dall'art. 220 fino a 233 nel Codice di Procedura Penale, dove sono contenute le competenze che l'ausiliario designato dal Giudice deve espletare dal conferimento dell'incarico fino all'elaborato peritale. Ma come viene scelto il Consulente Tecnico d’Ufficio? Presso ogni Tribunale è istituito un Albo dei Consulenti Tecnici d'Ufficio, un registro tenuto dal Presidente del Tribunale, in cui sono inseriti i nomi delle persone fornite di particolare competenza tecnica, che dopo avere maturato un certo numero di anni di attività professionale (almeno dieci nel caso dei Geometri) o dopo aver frequentato il corso per abilitarsi nella figura di C.T.U., annualmente, che il possono Collegio essere organizza incaricati direttamente dal Giudice al fine di preparare una stima, una valutazione o molto più semplicemente una consulenza utile ai fini del giudizio. Il Giudice tramite un'ordinanza di comparizione, fissa un'udienza per ufficializzare il conferimento dell'incarico nei confronti del Consulente, al quale seguirà poi il giuramento e la formulazione del quesito. Ricordiamo che il quesito del Giudice consisterà in una o più domande espresse solitamente in maniera analitica o generica. Dal momento in cui il C.T.U. avrà ricevuto l'incarico, inizierà con il lavoro peritale, passerà alle letture degli atti giuridici contenuti nel fascicolo, quali denunce, egli dovrà svolgere indagini che gli consentano la raccolta del materiale utile e pertinente, in seguito fisserà le date per eventuali sopralluoghi e/o incontri con ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 6 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 i Consulenti Tecnici di Parte (C.T.P.), che insieme a lui lavoreranno per eseguire tutte le necessarie operazioni peritali, finalizzate alla redazione della relazione finale. Durante gli incontri, egli dovrà redigere un documento di fondamentale importanza ossia il verbale, all'interno del quale indicherà l'orario di inizio e di conclusione delle operazioni peritali, ma soprattutto verbalizzerà l'intera attività espletata nel corso dell'incontro, il tipo di attività compiuta e il tenore delle eventuali contestazioni emerse tra le parti presenti e che dovrà far controfirmare al termine della sessione/i. A questo punto abbiamo citato un'altra figura altrettanto basilare, il Consulente Tecnico di Parte (C.T.P.), che può essere nominato direttamente dalle parti, anche prima dell'inizio del processo, al fine di redigere una relazione volta a consentire al difensore del preteso danneggiato di valutare l'opportunità di agire in sede giudiziaria. Anche la contro parte potrebbe avere l'interesse di richiedere una consulenza prima del processo, al fine di stimarne gli eventuali rischi. Una volta instaurato il giudizio, e ove venga disposta una consulenza tecnica d'ufficio, il C.T.P., che come il C.T.U. sarà dotato di speciale competenza tecnica, avrà il compito di partecipare a tutte le operazioni peritali, di cui si faceva cenno prima, per conto della parte in causa che lo ha nominato, per far emergere tutti gli elementi a sostegno della posizione della stessa. Nella fase giudiziale di una controversia, il C.T.P. concorre insieme all'Avvocato a determinare la linea difensiva dell'assistito, in forza di un rapporto con la parte di natura fiduciaria. Quali sono le principali differenze tra il Consulente Tecnico d’Ufficio e il Consulente Tecnico di Parte? Innanzitutto il C.T.P. non è tenuto a prestare giuramento di fronte al Giudice, non è nemmeno tenuto a motivare l'eventuale rifiuto di un incarico, perché dovrà rispondere per il mandato solo al cliente, e il suo compenso non verrà determinato dal Giudice. Nell'ambito del suo operato, il C.T.P. in tutti i casi dovrà rispettare i principi stabiliti dal proprio codice deontologico ed i tradizionali principi di correttezza professionale, legalità e moralità. La collaborazione tra la figura del C.T.U. e quella del C.T.P. (che in genere sono più di uno) è fondamentale per ottenere dei buoni risultati finali, lavoreranno a stretto contatto per tutto il tempo ritenuto necessario, al fine di formulare tesi e disamine di documenti, ognuno per il ruolo che gli compete, ma è essenziale che al di là di tutto, vi sia sempre rispetto reciproco dei ruoli ricoperti ed osservanza delle regole di condotta. Alla conclusione delle operazioni peritali, dovrà consegnare una bozza di consulenza ai C.T.P., una relazione peritale finale, esposta in forma discorsiva, ma soprattutto con un linguaggio comprensibile a chiunque, nella quale risponderà in maniera chiara e pertinente al quesito e/o quesiti enunciati dal Giudice; i C.T.P. avranno poi un termine di tempo entro il quale dovranno formulare le loro osservazioni al C.T.U., ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 7 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 che a questo punto ne dovrà tenere conto nell’esposizione della consulenza definitiva formulando le sue controdeduzioni e quindi accogliendo o meno e sempre motivando le osservazioni dei C.T.P. . E' doveroso però che l'esperto si attenga scrupolosamente ai quesiti, in modo imparziale, senza divagare e senza esprimere pareri non richiesti o non necessari. Una volta concluso il lavoro peritale, il sistema giudiziario non prevede nessun tipo di ritorno di informazioni, dopo la consegna della relazione scritta cessa da parte del C.T.U. ogni tipo di comunicazione formale con il Giudice. Il compenso spettante al C.T.U., è disposto tramite il decreto di liquidazione direttamente dal Giudice, ed è normalmente a carico solidale fra le parti. Un altro tipo di procedimento è l' Accertamento Tecnico Preventivo (A.T.P.), disciplinato dall'art.696 del Codice di Procedura Civile, ove dispone testualmente: ”chi ha l'urgenza di far verificare, prima del giudizio, lo stato dei luoghi, la qualità o la condizione di cose, può richiedere a norma degli articoli 692 e seguenti, che sia disposto un accertamento tecnico”. In sintesi, questo tipo di valutazione è cautelativa, volta a stabilire le cause tecniche oggettive che hanno determinato il vizio, ed è previsto nel caso in cui si manifesti la necessità di eseguire interventi di ogni genere, che permettano di ripristinare e rimuovere la situazione di pregiudizio, di pericolo o di inutilizzabilità provocata dall'evento. In che modo si attiva l’ A.T.P. ? Il richiedente deve avanzare il ricorso presso il Tribunale del Territorio di competenza, avendo cura di informare (mediante notifica del ricorso) la controporte. Successivamente il Presidente del Tribunale, nominerà un C.T.U. stabilendo la data di comparizione del consulente e delle parti. Al C.T.U. verrà dato un termine per il deposito della relazione peritale, egli dovrà procedere in maniera autonoma, acquisendo la documentazione presso le parti e/o eventualmente presso terzi, andando a ricoprire un ruolo istruttorio che generalmente spetterebbe al Giudice o agli Avvocati in contraddittorio. Insieme alla perizia, il C.T.U. dovrà allegare tutti i documenti precedentemente acquisiti, specificando le modalità con cui li ha ottenuti. L'accertamento tecnico preventivo essendo fatta da un tecnico nominato dal Giudice, ha il vantaggio che consente in un tempo ragionevole di andare al “cuore” del problema, producendo un documento ufficiale che vale come prova, ovviamente però rispetto alla C.T.P. i costi sono un po' più alti e totalmente a carico della parte che attiva il procedimento. Ma come avviene l’iscrizione all’Albo dei Consulenti Tecnici del Tribunale di Genova? Avendo un anzianità di iscrizione all'Albo Professionale di almeno tre anni, occorre recarsi presso la cancelleria del Tribunale per ottenere ulteriori informazioni e ritirare la relativa documentazione. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 8 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 TABELLE MILLESIMALI - PARTE I Geom. Federica Carbone La presente trattazione intende fornire una semplice guida per la formazione delle TABELLE MILLESIMALI, per i Tecnici che, per necessità professionale, oppure perché all’inizio della loro attività si trovano in difficoltà nella compilazione delle stesse. Per rendere più agevole la consultazione il testo è stato suddiviso in sei Capitoli: CAPITOLO I: definizione-funzione delle Tabelle; CAPITOLO II: presentazione-formazione Tabelle; CAPITOLO III: compilazione della Tabelle A; CAPITOLO IV: compilazione della Tabella B; CAPITOLO V: esempio pratico di calcolo Tabelle millesimali; CAPITOLO VI: approvazione - revisione e modifica delle Tabelle. Con precisazione che i Cap. IV V e VI verranno trattati nella successiva pubblicazione della rivista. - CAPITOLO I 1.1. DEFINIZIONE Secondo l’art. 68 delle disposizioni di attuazione del Codice Civile, i millesimi (in base ai quali vengono poi ripartire le spese), possono essere definiti come la rappresentazione grafica di un rapporto di valore, intercorrente tra ciascuna proprietà esclusiva e l’intero edificio. Semplificando, le Tabelle Millesimali, si possono definire come la raccolta e la elencazione di frazioni aritmetiche nelle quali il numeratore è rappresentato dal valore della proprietà esclusiva, e il denominatore è rappresentato dal valore dell’intero edificio. Per convenzione stabilita dalla Legge all’art. 68 disp. att. Cod. civ. la frazione deve essere rapportata a 1000. ESEMPIO ESPLICATIVO: alloggio di proprietà esclusiva corrispondente alla quota millesimale di 100 millesimi, per convenzione legale, si deve intendere che il rapporto tra il suo valore e quello dell’intero edificio è rappresentato dalla frazione 100/1000. A quanto detto appare evidente che le Tabelle Millesimali non possono essere formate se non si conosce il ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 9 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 valore di ciascuna proprietà esclusiva, il quale rappresenta l’unico dato necessario per la rappresentazione di tutti i rapporti di valore (proprietà eslusiva/intero edificio) elencati nella Tabella stessa. 1.2. FUNZIONE Descritta sinteticamente la definizione di Tabelle Millesimali occorre precisare qual’è, secondo la normativa vigente, la loro funzione. L’art. 68 disp. att. Cod. civ., individua la funzione delle Tabelle Millesimali richiamando gli artt. 1123-11241126-1136, suddividendoli in due gruppi. Da una parte gli articoli inerenti alla ripartizione delle spese (artt. 1123-1124-1126 Cod. civ.) e dall’altra l’art. 1136 Cod. civ. che sovraintende al funzionamento dell’assemblea condominiale. Come si evince chiaramente, le Tabelle Millesimali, si pongono al centro della vita del condominio. In conclusione si può affermare che la quota millesimale attribuita a ciascun condomino dalle Tabelle viene utilizzato non solo per la ripartizione delle spese di gestione e per il funzionamento dell’Assemblea, ma anche per individuare la quota di comproprietà dei beni comuni. - CAPITOLO II 2.1. PRESENTAZIONE DELLE TABELLE MILLESIMALI Poiché come detto, le Tabelle Millesimali, sono il cuore del Condominio, ed apportano per lo stesso un notevole contributo alla pacifica convivenza condominiale ed alla buona amministrazione, queste debbono essere presentate con la massima chiarezza ed il maggior numero di elementi giustificativi delle operazioni effettuate. In breve ogni elaborato tecnico relativo alle Tabelle Millesimali, deve contenere: tabelle vere e proprie relative alle proprietà individuali, alle scale, all’ascensore ed all’impianto di riscaldamento centrale. Se ritenute necessarie, saranno aggiunte Tabelle secondarie, in casi particolari relazione esplicativa/illustrativa dove verranno descritte sinteticamente le caratteristiche dell’immobile; (consistenza, ubicazione, ambiente esterno che lo circonda ecc.), nonché i criteri ed i coefficienti adottati nelle operazioni estimative; planimetria d’insieme dell’immobile, generalmente in scala 1:200 o 1:500, eventualmente integrata con uno stralcio catastale; planimetrie, generalmente in scala 1:100 1:200, di ogni unità immobiliare. Su tali planimetrie verrà segnato il numero o lettera con cui ogni unità immobiliare è indicata nelle Tabelle, nonché all’interno di ogni vano, la destinazione assegnata nelle tabelle stesse ad ogni ambiente, mediante numeri o lettere in ordine progressivo; schizzo altimetrico, generalmente in scala 1:100 o 1:200 con indicate le quote dei pavimenti dei diversi piani in elevazione, rispetto al piano stradale. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 10 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 2.2. FORMAZIONE DELLE TABELLE MILLESIMALI Le Tabelle Millesimali utili per ogni Condominio, ed obbligatorie quando il numero dei Condomini è superiore a dieci, si possono suddividere in due gruppi: Tabelle principali o indispensabili; Tabelle secondarie che si rendono necessarie in casi particolari. Il primo gruppo comprende: TABELLA A, relativa al valore condominiale delle diverse proprietà individuali costituenti il condominio. Serve per la ripartizione delle spese, per il godimento delle parti comuni e le innovazioni; TABELLA B, relativa alla ripartizione delle spese di manutenzione e sostituzione delle scale e di esercizio e manutenzione dell’ascensore; TABELLA C, relativa alla ripartizione delle spese di esercizio e manutenzione dell’impianto di riscaldamento centrale. Il secondo gruppo comprende: TABELLA D, relativa alla pulizia ed illuminazione dell’androne di accesso alla scala e ascensore; TABELLA E, relativa alla ripartizione delle spese di eventuale portierato; TABELLA F, relativa alla ripartizione delle spese di manutenzione ed illuminazione di eventuali aree scoperte (giardini, cortili ecc.) 2.3. MISURE ED ACCERTAMENTI DA EFFETTUARE IN LOCO Tali accertamenti vanno eseguiti, sulla scorta delle planimetrie che verranno, se in loro possesso, fornite dai Committenti, e su cui si effettueranno i controlli per verificarne l’esattezza. In mancanza, è necessario eseguire il rilievo ex novo. 2.3.1. Accertamento delle superfici utili Le superfici dei diversi ambienti, devono essere quelle utili, al netto di muri, pilastri ed altre strutture, escludendo gli armadi a muro ed includendo le aree di eventuali incassi nelle murature. In caso di giardini annessi, si dovrà procedere al rilievo topografico planimetrico o al controllo, se tale area è già riportata sulle planimetrie. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 11 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 2.3.2. Accertamento relativo alla destinazione degli ambienti La destinazione da considerare non è quella che il proprietario dell’ambiente ha dato, ma quella che razionalmente questo deve avere per il raggiungimento della migliore funzionalità generale dell’alloggio. 2.3.3. Accertamento relativo all’altezza dei vani Si effettua misurando la distanza verticale da pavimento a pavimento dei piani sovrastanti. 2.3.4. Accertamento relativo all’orientamento Si procede alla determinazione dell’orientamento con l’ausilio della bussola, stabilendo la direzione del Nord e di conseguenza degli altri tre punti cardinali, determinando così l’esatto orientamento di ogni facciata dell’edificio. 2.3.5. Accertamento relativo alle vedute verso l’esterno Si dovrà porre particolare attenzione alle caratteristiche dell’ambiente esterno che circonda l’immobile. 2.3.6. Accertamento relativo alla luminosità degli ambienti Per la determinazione del coefficiente di luminosità per ogni ambiente, si deve calcolare il rapporto che intercorre tra superficie illuminante (finestre, balconi ecc) e superficie illuminata del vano. 2.3.7. Accertamento relativo all’impianto di riscaldamento In caso di impianto di riscaldamento autonomo non occorre nessuna ripartizione di spesa. In presenza di impianto centralizzato occorre accertare se i radiatori installati sono di tipo unico, hanno la medesima unica altezza e sono composti dallo stesso numero di colonne. Nel caso in cui i radiatori siano diversi occorre effettuare un accertamento vano per vano, prendendo nota delle caratteristiche variabili (materiale, altezza, numero di colonne, numero di elementi). - CAPITOLO III 3.1. COMPILAZIONE DELLA TABELLA A- SUI VALORI CONDOMINIALI DELLE PROPRIETA’ INDIVIDUALI 3.1.1. COEFFICIENTI RIDUTTIVI Ricavata la superficie utile delle singole unità immobiliari, che costituisce la base oggettiva dell’intero calcolo, essa viene moltiplicata per dei parametri detti “coefficienti” i quali (valutando in positivo o in negativo i vari aspetti dell’unità immobiliare) ne determinano una variazione, definendo le particolari qualità e caratteristiche che diversificano fra loro le unità immobiliari. Tali coefficienti, che trasformano le superfici reali delle singole unità immobiliari in valori virtuali (superficie convenzionale), sono applicati dal Tecnico, sulla base della sua esperienza tecnico-estimativa, e seguendo le istruzioni contenute nella Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 12480 del 26/03/1966. Si precisa tuttavia, che nulla vieta ad utilizzare criteri diversi, motivandone le diverse esigenze. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 12 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 Coefficiente di destinazione Determina il grado di utilità di ogni parte della superficie costituente l’unità immobiliare. Ad esempio un metro quadrato di soggiorno ha un grado di utilizzo maggiore di un metro quadrato di ambiente destinato a disimpegno. L’applicazione del coefficiente, è importante nella compilazione della Tabella A, esso serve a bilanciare eventuali sproporzioni di superfici essenziali dell’unità immobiliare (soggiorni, camere ecc.) e superfici accessorie (bagni, cucine, disimpegni, cantine ecc.). Particolare attenzione dovrà essere posta nella valutazione del coefficiente da adottare in presenza di terrazze a livello, giardini, aree di rispetto, influendo nella valutazione, l’entità dell’estensione di dette superfici sia rispetto alla superficie dell’alloggio, sia rispetto all’effettivo grado di godimento e utilizzo delle stesse. Coefficiente di piano Si valuta in base alla ubicazione altimetrica dell’unità immobiliare rispetto al piano strada, e varia in funzione agli aspetti negativi o positivi che derivano dall’altezza del piano da terra (luminosità, rumore, accessibilità, ecc.), ed dalla presenza o meno dell’impianto di ascensore. Coefficiente di altezza vani Serve a quantificare i vantaggi e gli svantaggi che comporta la variazione di altezza rispetto alla normalità, intendendo per normale l’altezza che, nella comune pratica edilizia si usa assegnare agli ambienti, secondo i criteri dettati dai regolamenti edilizie e legislativi vigenti in un determinato Comune. L’altezza media dei vani, è quella netta misuarata verticalmente, dal piano di pavimento fino all’intradosso del soffitto ed in caso di soffitto inclinato, essa è data dalla media aritmetica delle due altezze, la massima e la minima. Qualora, tutte le altezze delle unità immobiliari, risultino uguali, il coefficiente da adottare per tutti i vani sarebbe uguale a 1 e di conseguenza si può anche fare a meno di utilizzare detto coefficiente. Coefficiente di orientamento e di esposizione Vengono quantificati i benefici e gli svantaggi che ogni unità immobiliare riceve o subisce in funzione del suo orientamento rispetto ai punti cardinali. E’ ovvio che per un edificio abitativo, ubicato in località calda (Italia meridionale), l’orientamento a Sud è il meno gradito, mentre è preferibile l’esposizione a Nord, NordEst o Nord-Ovest, mentre per un edificio ubicato in località fredda (Italia settentrionale) l’orientamento a Sud risulta più gradito. Coefficiente di prospetto o veduta Serve a quantificare i benefici e gli svantaggi che ogni unità immobiliare riceve o subisce per effetto della sua posizione rispetto agli spazi esterni che lo circondano. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 13 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 Coefficiente di luminosità Questo coefficiente serve ad attribuire un valore al fattore relativo “illuminazione naturale” degli ambienti, in relazione alla maggiore o minore quantità di luce naturale che in essi penetra attraverso le aperture di finestre, balconi, alla loro ubicazione e alle condizioni di ambiente esterno. Si riportano di seguito le Tabelle riepilogative dei coefficienti indicati nella Circolare del Ministero dei Lavori pubblici n. 12480 del 26/03/1966. PER I COEFFICIENTI DI DESTINAZIONE SI INDICANO I SEGUENTI VALORI: - Camere……………………………………………… 1,00 - Servizi (cucina, bagno, latrina, ripostiglio)………….0,90 - Corridoi disimpegni……………………….……….. - Logge racchiuse tra pareti…………………………... 0,50÷0,35 - Cantine e soffitte (di sgombero)……………………. 0,45÷0,30 - Balconi coperti……………………………………… 0,30 - Balconi scoperti…………………………………….. 0,25 - Terrazzo a livello…………………………………… 0,22 - Giardini ed aree di rispetto…………………………. 015÷0,10 0,80 COEFFICIENTI DI PIANO: Indicando con Ps il piano scantinato, Pt il piano terra, Pr l’eventuale piano rialzato, P1 il primo piano, si indicano i piani sovrastanti con indici variabili da 2 a n. In caso di fabbricati con presenza di ascensore: - Ps…………………………0,75 - Pt………………………….0,85 - Pr …………………………0,90 - P1…………………………0,95 - da P2 a Pn-2………………1,00 - Pn-1………………………..1,00 con detrazioni con detrazioni eventuali - Pn………………………….1,00 eventuali Le detrazioni eventuali possono essere per ambienti sotto terrazzo:0,03; sotto tetto: 0,02 e per particolari servitù (lavatoi, cabine):0,02 ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 14 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 In caso di fabbricati privi di ascensore Fermi restando i valori stabiliti per Ps Pt Pr , si ritiene equo assegnare il coefficiente 1,00 a P1 mentre da P2 a Pn la riduzione deve essere proporzionale al numero dei piani fino a raggiungere il minimo di 0,90 per l’ultimo piano. COEFFICIENTI DI ORIENTAMENTO ED ESPOSIZIONE: - Quadrante Sud-Est/Sud-Ovest………………………1,00÷0,97 - Quadrante Nord/Est-Sud-Est…………….………….0,97÷0,90 - Quadrante Nord/Est-Sud-Est…………….………….0,97÷0,90 - Quadrante Nord/Ovest-SudOvest…………….……..0,97÷0,90 - Quadrante Nord/Ovest-Nord/Est..……….………….0,90÷0,80 - Per ambienti senza finestra, interni agli alloggi……..0,75 PER I COEFFICIENTI DI PROSPETTO SI INDICANO I SEGUENTI VALORI: - Su giardini vedute panoramiche strade..…………… 1,00÷0,95 - Su zone di rispetto……………………..…………… 0,90÷0,85 - Su cortili…………………………….....…………… 0,85 - Su chiostrine..……………………….....…………… 0,80 - Locali senza finestre e cantinati…….....…………… 0,75 COEFFICIENTI DI LUMINOSITA’: Per i coefficienti di luminosità si tiene conto del rapporto tra superficie illuminante e superficie illuminata: indicando con K = Sf/Sa detto rapporto: per K = 1/6 o maggiore………….. l = 1,00 per K = 1/7 o maggiore………….. l = 0,965 per K = 1/8 o maggiore………….. l = 0,940 per K = 1/9 o maggiore………….. l = 0,920 per K = 1/10 o maggiore………… l = 0,900 per spazi aperti (balconi ecc.) l=1,00 Tali coefficienti vanno valutati su basi discrezionali che soltanto il Tecnico con la visione complessiva del suo compito e con il suo bagaglio tecnico pratico, è in grado di applicare. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 15 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 Si precisa che la Circolare del Ministero dei Lavori pubblici n. 12480 del 26/03/1966, non riporta i “coefficienti relativi all’altezza dei vani”. Tali coefficienti saranno riportati nella seconda parte della presente trattazione. 3.1.2. CALCOLO DELLA TABELLA A Il procedimento da seguire è il seguente: Moltiplicare i metri quadri di ogni ambiente per i coefficienti corrispondenti su riportati ↓ Il prodotto determina la superficie virtuale (o convenzionale) di ogni unità immobiliare (S) ↓ Effettuare il calcolo per tutte le unità immobiliari costituenti l’edificio ↓ Sommare le superfici virtuali (S) di tutte le unità immobiliari dell’edificio (T) Il valore di proprietà espresso in millesimi dell’unità immobiliare si otterrà mediante l’applicazione della seguente formula: ↓ S : T = x : 1000 dove: S = superficie virtuale (o convenzionale) di ogni unità immobiliare T = somma delle superfici virtuali di tutte le unità immobiliari 1000 = somma dei valori di proprietà espressi in millesimi delle unità immobiliari. Applicando la suddetta proporzione a ciascuna superficie virtuale (o convenzionale) si ottengono i millesimi di proprietà di ciascuna unità, che saranno riportati nella TABELLA A. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 16 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 ALLACCIO DEGLI EDIFICI RESIDENZIALI ALLA RETE FOGNARIA PUBBLICA PARTE I Geom. Laura Rossi Tutti gli scarichi provenienti da immobili, sia di tipo residenziale che di tipo industriale, artigianale o commerciale hanno l’obbligo di regolarizzare i propri scarichi nel rispetto delle normative igienico-sanitarie vigenti. Le normative alle quali si fa riferimento sono il D.lgs.n.152/2006, la L.R.n.43/1995 ed il Regolamento di Utenza del Servizio Idrico Integrato approvato con provvedimento dirigenziale n.3941 del 30/09/2014 emanato dall’Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Genova, comunemente denominato “Regolamento A.T.O.”. In questo articolo faremo riferimento agli scarichi di tipo domestico, quindi provenienti da edifici residenziali. Esistono anche altri scarichi assimilabili a quelli di tipo domestico, specificati nell’art.38 del Regolamento A.T.O., più precisamente: scarichi provenienti da insediamenti dove si svolgono attività di servizio o di commercio o produttive (scarichi di cucine, bagni, lavaggio di stoviglie ed indumenti) e scarichi provenienti da insediamenti industriali limitati allo scarico civile. COSA SI INTENDE PER SCARICHI FOGNARI Ogni immobile destinato alla civile abitazione deve essere dotato di un impianto fognario di raccolta degli scarichi che si dividono in: - scarichi costituiti da rifiuti organici provenienti dagli scarti di alimentazione umana e di tipo domestico che vengono comunemente definite “acque nere”; - scarichi di raccolta di acque meteoriche (o piovane) provenienti dal tetto di copertura del fabbricato e da caditoie di raccolta, solitamente sistemante nelle aree di pertinenza del fabbricato, che vengono comunemente definite “acque bianche”. Per ognuno di questi scarichi è obbligatorio realizzare due distinte reti di raccolta (chiamate anche collettori o fognoli), più precisamente: - la rete nera, che deve essere convogliata nella rete fognaria pubblica di raccolta delle acque nere (se esistente) o deve scaricare in un rivo (o in un canale o in un impluvio naturale di raccolta delle acque meteoriche che scarica in rivo) previa realizzazione di adeguato impianto di depurazione; - la rete bianca, che deve essere convogliata nella rete fognaria pubblica di raccolta delle acque bianche (se esistente) o deve scaricare in un rivo (o in un canale o in un impluvio naturale di raccolta delle acque meteoriche che scarica in rivo). ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 17 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 OBBLIGO DI ALLACCIO ALLA PUBBLICA FOGNATURA (RETE NERA) Come già precedentemente riportato, tutti gli immobili aventi scarichi di tipo domestico o assimilabili, hanno l’obbligo di allaccio alla rete fognaria pubblica. Non vi è l’obbligo di allaccio solo nei seguenti casi (art.38 c.1 e c.10 del Regolamento A.T.O.): - quando la distanza in linea d’aria tra il confine del nuovo insediamento oggetto di allaccio e l’asse della pubblica fognatura è superiore a ml.300; - quando la quota di scorrimento della pubblica fognatura è superiore a ml.20 rispetto alla quota del punto di scarico del nuovo insediamento oggetto di allaccio; - quando la distanza in linea d’aria tra il confine dell’insediamento esistente oggetto di allaccio e l’asse della pubblica fognatura è superiore a ml.150; - quando la quota di scorrimento della pubblica fognatura è superiore a ml.10 rispetto alla quota del punto di scarico dell’insediamento esistente oggetto di allaccio; Ci sono casi in cui l’insediamento ha l’obbligo di allaccio, in quanto non ricade nei casi di esenzione suddetti, ma la realizzazione dell’intervento è impedita da rilevanti problemi tecnici (un esempio può essere l’attraversamento di un torrente) oppure quando il costo dell’opera è eccessivo (tenuto conto anche il valore dell’immobile oggetto di allaccio). Nei casi sopra citati, deve essere presentata al Comune una richiesta di esonero, opportunamente motivata; in questi casi l’Ufficio preposto ha la possibilità di esentare l’immobile dall’obbligo di allaccio. Si precisa che per le motivazioni suddette (distanza, dislivello, impedimento di tipo tecnico o economico) i proprietari degli immobili non hanno obbligo di allacciare gli stessi alla pubblica fognatura ma sono comunque tenuti a regolamentare lo smaltimento delle acque reflue (acque nere) mediante un adeguato sistema di depurazione che viene direttamente autorizzato e controllato, a seconda dei casi, dal Comune o dalla Città Metropolitana di Genova (ex Provincia). Quindi al fine di regolarizzazione gli scarichi di un immobile, la prima cosa da effettuare per poter valutare il tipo di progetto da eseguire (allaccio in pubblica fognatura o scarico in rivo) è verificare se esistono o meno le condizioni sopra menzionate. Una verifica indicativa può essere effettuata direttamente utilizzando la mappa catastale (per quanto riguarda le distanze) e la Carta Tecnica Regionale o un Piano Quotato Comunale (per quanto riguarda i dislivelli). Quando le suddette condizioni non sono verificabili mediante la consultazione delle mappe e da opportuno sopralluogo, è necessario (e comunque sempre consigliabile) recarsi presso l’Ufficio Comunale che si occupa degli allacci fognari il quale è solitamente fornito di apposita cartografia, in alcuni casi anche digitalizzata, dove sono evidenziate le fasce dei ml.300 e ml.150 di distanza dall’asse della pubblica ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 18 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 fognatura. DOMANDA DI ALLACCIO ALLA PUBBLICA FOGNATURA Per poter allacciare un insediamento abitativo alla pubblica fognatura (sia nera che bianca) occorre presentare opportuna domanda al Comune in cui si trova l’immobile. Una volta verificato che la richiesta sia corredata di tutta la documentazione, tecnica e non, necessaria al rilascio del provvedimento, l’Ufficio Allacci invia copia di tutta la pratica al gestore dell’impianto fognario. Alla domanda di Autorizzazione all’allaccio va allegata la seguente documentazione (art.39 del Regolamento A.T.O.): - versamento a favore del comune per spese di istruttoria (l’importo è stabilito del Comune di appartenenza dell’immobile); - progetto e relazione tecnica-descrittiva a firma di tecnico abilitato; - copia dell’ultima bolletta di pagamento dell’acqua, con evidenziato e riportato anche nella domanda, il Codice di Servizio relativo all’utenza idrica (questo è necessario in quanto, una volta effettuato il collaudo da parte dell’ente gestore, sulla bolletta verranno aggiunti i costi “Servizio di Fognatura” e Servizio di Depurazione” calcolati sulla base del costo “Servizio di acquedotto”). Nella domanda il proprietario deve inoltre dichiarare che “già all’interno della sua proprietà le acque bianche sono separate dalle nere”. Nel caso in cui tratti di fognatura, sia nera che bianca, dovessero passare su terreni o si dovessero allacciare a pozzetti o collettori di altra proprietà, è necessario allegare alla domanda una copia del documento scritto (con allegata fotocopia del documento di identità in corso di validità) con cui il proprietario del fondo servente o del pozzetto o del collettore, autorizza il proprietario dell’immobile oggetto di allaccio a passare con le nuove tubazioni sul suo terreno o ad allacciarsi al pozzetto o al collettore di sua proprietà. E’ comunque sempre consigliabile avere l’autorizzazione scritta da parte del proprietario che concede il passaggio dei fognoli sui propri terreni o autorizza l’allaccio ad un pozzetto o un collettore di sua proprietà. TAVOLE PROGETTUALI Prima di preparare la documentazione tecnica da allegare alla richiesta di allaccio, è necessario fare un sopralluogo in loco con il proprietario in maniera da avere ben chiara quale è la posizione delle colonne di raccolta delle acque bianche (pluviali) e le colonne di raccolta delle acque nere (scarichi provenienti da cucine, bagni, lavastoviglie e lavatrici). Una volta individuata la posizione delle colonne bisogna valutare quale è il percorso più breve o più conveniente per poter procedere alla progettazione del nuovo impianto fognario; una volta stabilito il ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 19 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 percorso bisogna effettuare un rilievo topografico al fine redigere il progetto composto dalla documentazione di seguito elencata: - estratti cartografici (Carta Tecnica Regionale e Mappa Catastale) con evidenziato il fabbricato oggetto di allaccio; - planimetria quotata schematica dove vengono evidenziati: il fabbricato oggetto di allaccio; la rete bianca costituita da: colonne di scarico (pluviali di raccolta delle acque meteoriche), pozzetti sifonati, pozzetti ispezionabili di cambio direzione o pendenza, caditoie con griglia e tratti di tubazione con indicati i relativi diametri; la rete nera costituita da: colonne di scarico (tubazioni di raccolta acque reflue), pozzetti sifonati, pozzetti ispezionabili di cambio direzione o pendenza e tratti di tubazione con indicati i relativi diametri; il tratto di fognatura comunale con relativo pozzetto ispezionabile predisposto per l’allaccio. - profilo longitudinale schematico della nuova rete nera (dalla colonna di scarico al pozzetto esistente sul collettore pubblico) dove devono essere indicati i pozzetti e le relative quote (quota del terreno e quota di scorrimento del fognolo), distanze e pendenze; - particolari costruttivi dei pozzetti ispezionabili (sifonati, di cambio pendenza e/o curvatura) e una sezione schematica della sezione di scavo; - relazione tecnica-descrittiva nella quale viene descritto l’intervento ed i materiali in esso impiegati. La tipologia di progetto da presentare può comunque variare da Comune a Comune, quindi è sempre bene confrontarsi con l’Ufficio Comunale che si occupa degli allacci fognari. PARTICOLARI COSTRUTTIVI ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 20 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 IMPOSTAZIONE GRAFICA DI UN PROGETTO Geom. Michela Cabona Con questo articolo si vogliono analizzare i contenuti grafici che compongono un progetto. L’elaborato grafico nasce con lo scopo di essere un “alfabeto” formato da simboli al fine di agevolare la comprensione a qualsiasi persona. Difatti, al pari di un libro, ha delle caratteristiche che devono essere comuni pur cambiando il disegnatore/scrittore e committente/lettore, come ad esempio: la lettura da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso. Partiamo dal presupposto che un elaborato grafico di buona qualità può essere inteso come documento principale per qualsiasi professionista e unito alla restante documentazione progettuale delinea le caratteristiche dell’opera da progettare/realizzare. Cosa è l’elaborato grafico? L’elaborato grafico è il documento con il quale si visualizzano su carta le opere riguardanti una progettazione, che può andare dalla più semplice demolizione di una tramezza interna alla più complessa costruzione di una unità immobiliare, ma deve pur sempre contenere i seguenti elementi fondamentali: cartiglio; inquadramento cartografico; planimetria generale; pianta dei vari livelli; sezioni trasversali e longitudinali; prospetti; schemi funzionali. L’elaborato grafico va creato utilizzando un software specifico (Autocad è il più diffuso) all’interno del quale va simulato il foglio di stampa (si consiglia l’utilizzo di formati standard al fine di agevolare sia il lavoro di stampa/ripiegatura nonché la lettura dello stesso da parte del committente e Ufficio tecnico competente). Cartiglio Una particolare attenzione va dedicata al cartiglio in quanto prima pagina di qualsiasi elaborato grafico e quindi segno distintivo del tecnico. Il cartiglio si compone dei seguenti dati: Nome, Cognome e Codice Fiscale del Committente e relativo spazio per apporre la firma; Nome, Cognome e Codice Fiscale e/o partita iva del Tecnico e relativo spazio per apporre la firma e timbro professionale; ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 21 GUIDA DEL PRATICANTE Numero della Tavola Progettuale il quale dovrà essere progressivo; Titolo dell’elaborato grafico; Oggetto dell’intervento; Individuazione toponomastica dell’intervento; Dati di contatto del tecnico. 1 / 2015 Inquadramento Cartografico. Solitamente si utilizza la Tavola 1 per individuare la zona oggetto di intervento mediante l’utilizzo delle cartografie le quali possono essere comunali, provinciali e regionali. Le cartografie richieste dai comuni mediante regolamento edilizio comunale si distinguono a seconda del tipo di intervento le sempre necessarie sono le seguenti: Inquadramento aereo fotogrammetrico; Piano Regolatore Generale/Piano Urbanistico Comunale; Estratto catastale; P.T.C.P. Assetto Insediativo; (vedasi Guida del Praticate n. 1/2013 – articolo Cartografia – pag. 12) ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 22 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 Componenti. Gli elaborati grafici descrivono le principali caratteristiche dell'intervento da realizzare. Essi sono redatti nelle opportune scale in relazione al tipo di opera o di lavoro da realizzare. Normalmente sono costituiti dalla seguente documentazione: Planimetria generale in scala variabile da 1:500 a 1:200, in relazione alla dimensione dell'intervento, corredato da due o più sezioni atte ad illustrare tutti i profili significativi, anche in relazione al terreno, alle strade ed agli edifici circostanti, nella quale risultino precisati la superficie coperta di tutti i corpi di fabbrica, tutte le quote altimetriche relative sia al piano di campagna originario sia alla sistemazione del terreno dopo la realizzazione dell'intervento riferite ad un caposaldo. La planimetria riporta la sistemazione degli spazi esterni indicando le recinzioni, le strade, la posizione di sagome e distacchi delle eventuali costruzioni confinanti, le alberature esistenti con la specifica delle essenze; Piante dei vari livelli, nella scala prescritta dai regolamenti edilizi o da normative specifiche e comunque non inferiore a 1:100 con l'indicazione delle destinazioni d'uso, delle quote planimetriche e altimetriche; Sezioni trasversali e longitudinali nel numero e nella scala adeguati e/o prescritti da regolamenti edilizi o da normative specifiche e comunque non inferiore alla scala di 1:100, con la misura delle altezze nette dei singoli piani, dello spessore dei solai e della altezza totale dell'edificio. In tali sezioni è altresì indicato l'andamento del terreno prima e dopo la realizzazione dell'intervento lungo le sezioni stesse, fino al confine ed alle eventuali strade limitrofe; Prospetti nella scala e nel numero adeguati e/o prescritti da normative specifiche e comunque non inferiori alla scala di 1:100 e completi di riferimento alle altezze e ai distacchi degli edifici circostanti, alle quote del terreno e alle sue eventuali modifiche. Se l'edificio è adiacente ad altri fabbricati, i disegni dei prospetti comprendono anche quelli schematici delle facciate adiacenti; Schemi funzionali e dimensionamento dei singoli impianti, sia interni che esterni, corredati di planimetrie e sezioni in scala non inferiore a 1:100 in cui siano riportati i tracciati principali delle reti impiantistiche. ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 23 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 FACCIAMOCI DUE RISATE Geom. Valentina De Barbieri ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 24 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 25 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 SOLUZIONI DEL CRUCIVERBA DELLA GUIDA DEL PRATICANTE N°4/2014 Geom. Valentina De Barbieri ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 26 GUIDA DEL PRATICANTE 1 / 2015 per informazioni o suggerimenti scrivici a [email protected] COLLEGIO GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI GENOVA - CONSIGLIO DIRETTIVO Consiglio direttivo Consiglieri rappresentanti in seno PICCINELLI Geom. Luciano - Presidente all'esecutivo del comitato regionale ligure LANERO Geom. Luigi - Segretario dei collegi dei geometri PICASSO Geom. Elio - Tesoriere DE LORENZI Geom. Paolo - Segretario PICCINELLI Geom. Luciano Consiglieri OLITA Geom. Andrea ARENA Geom. Roberta GHIGLIOTTI Geom. Paolo ARMANO Geom. Stefano ARENA Geom. Roberta DE LORENZI Geom. Paolo GHIGLIOTTI Geom. Paolo Segreteria OLITA Geom. Andrea CANALE Marina ZUPPINGER Geom. Enrico COIANA Daniela FIRPO Marina Delegati con la Cassa Geometri SILVESTRI Ornella LANERO Geom. Luigi Delegati con la Cassa Geometri rappresentante regionale ALESSIO Geom. Enrico Consulta il sito del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Genova http.//www.geometrinrete.ge.it/ L'Associazione Geometri Genova organizza eventi formativi ai quali i Geometri Praticanti possono partecipare gratuitamente. Per info e calendari consulta il sito http.//www.geometrinrete.ge.it/ ___________________________________________________________________________________________________________ CONSULTA FEMMINILE - COLLEGIO PROVINCIALE DEI GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI DI GENOVA Viale Brigate Bisagno, civ. 8 intt. 1/2 - 16129 Genova - tel.010.5700735 - www.geometrinrete.ge.it pag. 27