CHE COS’E’ LA SOCIOLOGIA ECONOMICA DOTT. GIORGIO MORGANTI [email protected] DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA Karl Polanyi: “economia come l’insieme delle attività stabilmente intraprese dai membri di una società per produrre, distribuire e scambiare beni e servizi”. L’economia riguarda il processo istituzionalizzato di interazione tra gli uomini e la natura per il soddisfacimento dei bisogni di una società. I bisogni non sono esclusivamente fisici. Ma se il soddisfacimento richiede la produzione e la distribuzione di beni e servizi materiali viene chiamata in causa l’economia. Questa definizione non è pacificamente accettata da tutti. DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA “attività che hanno a che fare con la scelta individuale di impiego di risorse scarse, che potrebbero avere usi alternativi, al fine di ottenere il massimo dai propri mezzi”. Le motivazioni dei soggetti che svolgono attività economiche sono ricondotte al perseguimento razionale degli interessi individuali, mentre le regole che condizionano l’interazione tra i soggetti sono quelle poste dal mercato, attraverso l’influenza che la domanda e l‘offerta dei beni esercitano sui prezzi. Alle scelte massimizzanti dei soggetti in un contesto di mercato vengono dunque ricondotte le modalità di produzione e distribuzione dei beni e servizi. DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA Così per esempio, si suppone che ciascun individuo sarà propenso a comprare più quantità di un bene se il prezzo è basso per effetto dei rapporti che domanda ed offerta esercitano sui prezzi, e viceversa se il prezzo è alto. Dal canto suo il produttore di quel bene tenderà a offrire una quantità maggiore se il prezzo è elevato, e viceversa. Dall’incontro tra la domanda dei consumatori e dei produttori dipenderà la quantità effettiva dei beni che saranno prodotti e il loro prezzo. Lo stesso meccanismo vale per le quote di reddito distribuite tra i vari soggetti economici. Per esempio, la remunerazione del lavoro dipenderà dal rapporto tra domanda e offerta. Se l’offerta di lavoro cresce rispetto alla domanda, il salario tende a sua volta a scendere. DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA La prima definizione di economia è più generale. Per esempio nelle società primitive, le attività economiche non sono autonome, ma si svolgono nell’ambito delle strutture familiari e parentali che regolano le modalità di produzione, distribuzione e scambio di beni. Nei grandi imperi dell’antichità lo stato assume un ruolo essenziale nella regolazione delle attività economiche. Nelle società capitalistiche, basate sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, l’economia si emancipa dai controlli sociali e politici. Il soddisfacimento dei bisogni dipende dal funzionamento di mercati autoregolati, in cui l’allocazione delle risorse e la formazione dei prezzi sono condizionati dai rapporti tra domanda e offerta. DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA L’economia emerge come scienza con l’affermarsi della società capitalistica. Gli assunti relativi al comportamento massimizzante degli individui e ai suoi effetti sull’andamento della domanda e dell’offerta nel mercato del lavoro tendono a riflettere l’autonomizzazione dell’economia dalle strutture sociali e politiche. Le due definizioni di economia non devono essere considerate come alternative. Rappresentano piuttosto due ottiche interpretative, due modi diversi di guardare all’economia da cui discendono vantaggi e limiti. DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA Se si cerca a rispondere a domande del tipo: perché alcuni paesi si sono industrializzati prima di altri? Oppure: perché alcune economie hanno reagito con più successo alla crisi degli anni 70? In tutti questi casi il contesto istituzionale gioca un ruolo rilevante nella formulazione di interpretazioni efficaci. Questa interpretazione apre maggiormente allo studio dell’interazione tra economia e società. Per questo motivo appare più adatta una prospettiva con cui la sociologia economica, ma anche l’antropologia e la storia economica guardano all’economia. Un elemento che accomuna le discipline citate e le distingue dall’economia sembra individuabile in un’ottica che guarda all’attività economica come processo istituzionalizzato. DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA Non si parte da singolo individuo isolato cui vengono imputate motivazioni utilitaristiche per poi ricostruirne gli effetti aggregati sul piano della produzione e distribuzione di beni e servizi. Il fuoco è piuttosto sulle istituzioni che regolano le attività economiche. Per istituzioni si intende un complesso di norme sociali che orientano e regolano il comportamento e si basano su sanzioni che tendono a garantire il rispetto da parte dei singoli soggetti. E’ opportuno non confondere le istituzioni con le organizzazioni. DUE DEFINIZIONI DI ECONOMIA Le organizzazioni sono collettività concrete che coordinano un insieme di risorse umane e materiali per il raggiungimento di un certo fine. ( per es.: imprese, sindacati, camere di commercio, ecc.) Mentre ad un’organizzazione possono essere imputate delle azioni, ciò non è possibile per le istituzioni. Guardare alle istituzioni equivale a gettare un ponte tra sociologia ed economia. Consente di storicizzare i fenomeni economici, collocandoli in uno spazio e in tempo determinato, e insieme di specificarne il posto nella società, guardando a come il comportamento economico e le strutture siano condizionati da un particolare contesto istituzionale, e a loro volta lo influenzino. Non si parlerà dunque di economia in generale, ma per esempio di economia capitalistica, feudale, delle società primitive o di altri tipi di sistemi economici. Il concetto di sistema economico acquisisce un rilievo cruciale in questa prospettiva; esso tende a sottolineare le diverse modalità, nello spazio e nel tempo, attraverso le quali le istituzioni orientano e regolano le attività economiche. LA SOCIOLOGIA ECONOMICA SECONDO SCHUMPETER E WEBER Joseph Shumpeter (1954) attribuisce alla sociologia economica il compito di spiegare come le persone sono giunte a comportarsi in un certo modo, specificando che le azioni devono essere messe in rapporto con le istituzioni che sono rilevanti per il comportamento economico, come lo stato, la proprietà privata e i contratti. Dall’altra parte l’interrogativo a cui dovrebbe rispondere l’economia : quali conseguenze economiche derivano dal fatto che le persone si comportano in un certo modo? Un sociologo o uno storico dell’economia che vogliono valutare lo sviluppo di un determinato paese tenderanno a considerare insieme sia variabili economiche, come ad es. disponibilità di lavoro e capitale, che variabili non economiche, come le strutture politiche e socio-culturali. D’altra parte, un economista che cerchi di fornire un’analisi aderente alla realtà empirica dovrà servirsi di riferimenti istituzionali per tarare le proprie ipotesi LA SOCIOLOGIA ECONOMICA SECONDO SCHUMPETER E WEBER La bidirezionalità dell’indagine – dalla società all’economia e dall’economia alla società - non si presenta dunque come una mera estensione del campo di analisi, ma ha una motivazione intrinseca: consente di mettere a fuoco il cambiamento delle strutture economiche. Questo messaggio emerge con chiarezza nel pensiero di Max Weber il quale ha contribuito in modo determinante alla definizione del programma scientifico della sociologia economica,. Per Weber una scienza economico-sociale è sostanzialmente una scienza che studia i rapporti di interdipendenza tra fenomeni economici e sociali. Per Weber: l’economia studia la formazione del mercato e dei prezzi nella moderna economia di scambio (1904). La sociologia dell’economia si occupa principalmente di mettere in luce i fenomeni “economicamente rilevanti” e quelli “economicamente condizionati”. LA SOCIOLOGIA ECONOMICA SECONDO SCHUMPETER E WEBER Fenomeni “economicamente rilevanti” : riguardano l’influenza esercitata da istituzioni non economiche, come per esempio quelle religiose o politiche, sul funzionamento dell’economia. Fenomeni “economicamente condizionati”: mettono in evidenza come non solo gli orientamenti politici, ma anche aspetti della vita sociale apparentemente molto lontani da quelli economici, come per esempio quelli estetici o religiosi, siano influenzati da fattori economici. Lo studio dei fenomeni economicamente rilevanti o dei fenomeni economicamente condizionati porta alla ricerca di regolarità e nessi causali che in nessun caso puo’ essere ricondotto sino alla formulazione di leggi generali. La formulazione di generalizzazioni, che Weber chiama idealtipi, ha specifiche limitazioni spazio-temporali ed è essenzialmente finalizzato al miglioramento della conoscenza storica. SOCIOLOGIA, ANTROPOLOGIA E STORIA ECONOMICA L’antropologia economica ha una tradizione consolidata nello studio delle strutture economiche delle società primitive. Osservazione partecipante. Es: reciprocità nelle società primitive. La storia economica si concentra sullo studio del passato, si serve dell’analisi documentaria. Nella sociologia economica l’oggetto d’indagine prevalente è dato dalle società contemporanee. Filone sulla modernizzazione. Analisi documentaria, indagine empirica basata su interviste (qualitative e quantitative). Si punta a produrre generalizzazioni teoriche tra fenomeni economici e non economici, per es. sulle condizioni sociali che hanno favorito lo sviluppo del capitalismo, o sui rapporti tra industrializzazione e conflitto sociale. PLURALISMO INTERPRETATIVO: SCIENZA E VALORI PLURALISMO INTERPRETATIVO (esistenza di diversi modelli: individualismo metodologico, olismo, ecc.) L’obiettivo dello studio scientifico dei fenomeni sociali consiste nel ricostruire l’interazione tra condizioni esterne degli attori e motivazione degli attori, al fine di trarne indicazioni sugli effetti aggregati che ne discendono, determinando un particolare fenomeno. Questo obiettivo è difficile da raggiungere per due motivi: COMPLESSITA’ DELL’OGGETTO: le condizioni che influenzano l’azione sono molteplici, variano nello spazio e nel tempo. E’ difficile isolarle. MARGINE DI DISCREZIONALITA’ per il ricercatore nella ricostruzione dei fenomeni sociali. Assumono uno spazio rilevanti i valori del ricercatore, che è gli stesso parte della società che studia, e a sua volta delle preferenze che lo orientano nel lavoro scientifico. PLURALISMO INTERPRETATIVO: SCIENZA E VALORI Weber pone il problema di come dipanare il conflitto tra teoria e prassi, tra conoscenza e azione politica. RELAZIONE AI VALORI: sottolinea che nella selezione del tema di ricerca e nell’individuazione di nessi causali tra fenomeni il ricercatore non può non essere guidato dai propri valori. GIUDIZI DI VALORE: si riferiscono invece alla desiderabilià di determinati fini. Essi non possono essere giustificati su base scientifica. La scienza è al servizio della chiarezza. Non è possibile fondare scientificamente i giudizi di valore, le scelte politiche relative all’organizzazione economica e sociale, non ne discende che tali giudizi siano sottratti alla discussione scientifica. PLURALISMO INTERPRETATIVO: SCIENZA E VALORI In questa prospettiva compito della sociologia economica non sarebbe per esempio di dimostrare che l’organizzazione economica del Giappone è scientificamente superiore a quella degli USA o dell’Europa, o viceversa; ma di chiarire le implicazioni e le conseguenze di un determinato modo di organizzare l’economia nella società.