As Sociologia dell’Islam 1. La figura del profeta Un essere umano, con il quale Dio, l’unico Dio, ha deciso di intrattenere una relazione specialissima, elevandolo a suo messaggero. (biografia Muahammad Sira IX, redatta da Ibn Hisham. Hdith, detti e fatti del profeta). Muhammand appartiene al clan hascemita dei Quraysh, gruppo influente a mecca. Orfano di entrambi i genitori, allevato dallo zio, diviene un mercante, marito di Khadija. Le tribù, a quel tempo avevano idoli diversi e questi erano spesso oggetto di scambio e contesa fra tribù, in quanto questi fungevano da emblema sociale, (Durkheim). Presenti sul territorio anche ebraismo e cristianesimo. La religiosità islamica, è la ricerca di una vita ascetica che consenta di entrare in contatto con Dio. L’esperienza del Radicalmente Alto, attraverso una condizione estatica, in termini psicosociologici, la persona compie su di se un lavoro spirituale di mobilitazione di energie normalmente non utilizzate, per raggiungere uno stato di iniziale illuminazione interiore. (rivelazione del corano da parte dell’angelo Jibril). Muhammad s’investe del compito di annunciare l’esistenza di Dio, e il suo disegno sull’umanità, chi non crede, permane nella miscredenza e nell’ignoranza, perché non segue la via rivelata da Dio a Muahammad. Muhammand appare come un non conformista che si permette di contestare la religione dei padri, e per far legittimare le sue credenze evoca nelle sue predicazioni anche le figure di Mosè, Abramo e Gesù, per dare una spiegazione di come egli intendesse definire la propria funzione religiosa e sociale agli altri credenti. Nell’ambiente meccano egli incontrò grandi difficoltà e diffidenze. Siamo in presenza di un movimento religioso che trova nelle parole del suo leader carismatico il principio di esistenza e di legittimazione, che si trova a dover inventare un nuovo modo d’interpretare la realtà, costruendo un nuovo sistema di credenza. Come ogni movimento che pretende di conoscere la verità, nel momento in cui questa è respinta dalla maggioranza il gruppo assume i tratti della setta e compie un atto di separazione nei confronti della tradizione religiosa tagliando i rapporti con i valori dominanti. Da qui la decisione di Muhammad di uscire da Mecca e andare verso l’Abissina, in cui c’erano prevalentemente cristiani. Ricerca dunque di un ambiente più religiosamente recettivo. Il sistema di credenza nasce con il tempo, è un tipo di agire comunicativo che ha per oggetto la definizione di un complesso di simboli ai quali si è chiamati a credere e a partire dal trarre tutte le conseguenze sul piano della vita concreta. Con il racconto del viaggio da Mecca a Gerusalemme, su un cavallo alato, il profeta che incontra altri profeti ed è deposto sulla roccia del sacrificio d’Abramo, vuole costruire ex novo una linea di credenza che rivendichi un grado di autorità maggiore rispetto alle credenze pre esistenti. Egli rappresenta il profeta finale del messaggio di Dio tramandato già dai profeti precedenti, perciò egli è definito come il sigillo delle profezia, con lui dio avrebbe definitivamente svelato il piano di redenzione e la verità ultima. Muhammad si muove con il criterio dell’inclusione – esclusione: include la nuova visione del mondo nel più ampio mondo delle religioni possibili semitiche, lungo la linea del monoteismo, allo stesso tempo marcandone le differenze della nuova religione dei “fratelli maggiori”. L’islam completa una rivelazione che Dio ha fatto a suo tempo con ebrei e cristiani, l’islam si riconosce come ultima religione arrivata, ma anche la prima per la completezza della rivelazione.versetto 7. islam: il sentiero di coloro che tu ha favorito, ebraismo quelli contro cui ti sei adirato, cristianesimo quelli che errano. Nel 622 higra (primo anno del calendario religioso, regolato sulle fasi lunari) Muhammad emigra a Yathrib, Medina, qui egli sperimenta un nuovo ruolo: di leader politico, legislatore e capo militare, dispensatore di giustizia. Dalla rivelazione religiosa di passa ai principi costituzionali di un ordine sociale e politico che rispecchi la legge di dio, religione e politica tendono ad unirsi. L’avvenimento ha più significati socio- religiosi: 1. proposta di una visione etica universale vs principio di identificazione etnica 2. costruzione di una città esemplare: subordinazione funzionale del progetto religioso 3. legittimazione religiosa di un’etica militare 4. instaurazione della comunità dei credenti 5. città – comunità dei credenti Umma: concezione contrattualistica del potere temporale 6. superamento del legame di sangue che determina il codice normativo delle tribù per realizzare il meccanismo di fondazione nasce il patto di fedeltà tra il profeta e la comunità dei credenti: creazione di un sistema di credenza che pretende di essere universale dal punto di vista etico – religioso. L’ordine etico – religioso è fondato sulla Legge divina (shari’a): chi la viola offende l’onore della propria tribù e rompe il patto con dio. Difendere dai nemici l’ordine: Jihad: sacrificio della vita come prova suprema di fronte a dio, ma non ci deve essere la costrizione religiosa (sura della vacca). L’Ideal tipo weberiano si manifesta nell’esigenza di organizzare la vita della comunità, conferendo ad essa una stabilità istituzionale: economicità: calcolo razionale mezzifini, far funzionare tutte le istituzioni della vita sociale in vista del raggiungimento di un fine spirituale: spiritualizzazione e ritualizzazione dell’azione sociale. Chi detiene il potere non è le gibus solutus non soggetto alla legge di Dio > no modello teocratico, la comunità di medina diventa un prototipo a cui tendere (Al Farabi, la città virtuosa vs città negative: ignorante, mutata, deviante malvagia)deriva politica sotto il regno degli Abbasidi. (Riassunto pag. 52). 2. la successione del carisma alla morte del profeta, si verifica una stratificazione di rango tra i fedeli: 1 compagni della prima ora, 2 muhajirum, convertiti dopo l’hegira di medina, 3 ansar, gli ausiliari, convertiti a medina. Si instaura una linea orizzontale sulle posizioni dei divesi gruppi in relazione alla vicinanza spirituale con il profeta. La mentalità tribale si ripresenta e si passa dalla fase carismatica a quella della routinizzazione del carisma, nella quale l’islam deve convertire l’energia sociale del profeta in stabili istituzioni per il governo della città, la trasmissione della memoria: ideale linea di continuità, tra annuncio originario delle nuova fede e la fedeltà. La grande discordia scontro fra diverse ermeneutiche religiose, alimentate da conflitti sociali e di potere. Prima fase: i califfi ben guidati il compromesso, la comunità sceglie delle figure autorevoli in grado di guidare la comunità e aventi una discendenza o una vicinanza con il profeta secondo la linea vicino lontano. Il potere è nelle mani del califfo: il carisma del profeta viene istituzionalizzato, egli è un semplice vicario, con la funzione di garantire la continuità della linea di credenza, egli ha poteri di tutela, è garante. Il secondo califfo, definisce i confini del sistema di credenza, fissando in una scrittura sacra le parole di Mahammad: funzione di garanzia della memoria. Il corano diventa anche una costituzione di dio per tutti gli uomini, per rispondere al problema di come tenere coeso un impero composto da tante razze e culture e fissare la legittimità del potere del califfoche diviene anche detentore di poteri politici. Il Corano si pone gli obiettivi della ricostruzione sociale della realtà del profeta, la vita e le parole del profeta vengono fatte oggetto di un investimento simbolico; e le condizioni sociali di fissazione del canone: fissazione dell’interpretazione diffusa e ritenuta la sola valida. Il Corano si compone di 114 capitoli, sure, i primi riflettono la condizione estatica del profeta, i secondi hanno più forma di articoli, di codice giuridico. Questo processo di contaminazione tra sapere cranico e scienze umane diventa più marcato quando le grandi dinastie (Omayyadi e Abbasidi) per legittimare il loro potere devono appoggiarsi su una grande ideologia: 1. trasformazione del discorso cranico in un apparato di norme hadith > legge cranica Shari’a 2. la immissione di categorie filosofiche greco-ellenistiche> costruzione di una scienza razionale della religione > fase di razionalizzazione della religione. L’evento drammatico è l’eliminazione fisica del 3° califfo e l’avvento del quarto Ali’> processo di secolarizzazione che stava per convertire l’impero della fede in una monarchia. Moore. Ali battaglie armate contro il 3° califfo. Seconda fase: al fitna al kubra. Ali si conferma come un nuovo leader carismatico che mette in discussione l’identità religiosa dei credenti e l’esclusione politica dei gruppi sociali. Si vengono a creare due teologie concorrenti (sanniti e sciiti). Sciiti: sostengono la linea di sangue che si deve mantenere tra Mahummad e l’imam, il leader religioso per eccellenza nella comunità. Per 12 imam, riescono a mantenere la fede, ma il dodicesimo muore e lascia il compito al figlio di 8 anni, questo cade in pozzo e sparisce: nasce la teoria dell’imam occulto, per risolvere il problema della trasmissione e non cedere alla teologia sviluppata dal sunnismo. In contraddizione anche con la vera credenza della fede islamica, la setta sciita, perché clandestina, crede che un giorno l’imam nascosto tornerà come salvatore giudice dell’umanità tutta, il Madhi. Teoria teodicea, la sociologia si sviluppa sulla coppia nascostomanifesto (esoterico – essoterico) esistono due livelli funzionali: il nascosto, che legittima un ceto di specialisti capaci d’interpretare i segni escatologici. Ayatollah, possessori di un sapere religioso, e il livello manifesto-visibile che tutti possono avere, quello della realtà.a questo proposito si forma una gerarchia religiosa “clero”. (Schema pag.73). Le distinzioni tra sanniti e sciiti si riassumo nel modo differente di: 1. considerare la legittimazione politica del capo della comunità 2. di considerare i rapporti sociali fra la guida e il popolo dei credenti 3. di costruzione del principio di autorità della linea di credenza 4. di considerare la legge cranica. Si viene così a creare un processo di scissioni: nella difficoltà a definire il fondamento della legittimità del potere legale all’interno dell’organizzazione politica. Lo scontro è avvenuto tra i poteri: carismatico, razionale e tradizionale, in conflitto sulle dimensioni: religiosa, politica, dottrinaria, sociale e geopolitica (pag.79). 3 l’esperienza religiosa Nell’analisi sociologica del fenomeno religioso, va distinto l’aspetto istituzionale da quelle della religiosità (rimmel). L’islam si rappresenta come una religione laica, fondata sul principio della conversione interiore alla fede e alla responsabilità della coscienza individuale davanti a Dio, ma ha anche codificato un insieme di regole definite come i principi guida (durkheim: credenze obbligatorie e credenze facoltative). Le prime tracciano un percorso predefinito nell’espressione della religiosità, sono una tipicizzazione dei comportamenti religiosi. Queste, sono definite i pilastri della fede (arkan) pofessione di fede, la preghiera 5 volte al giorno, l’elemosina rituale, il digiuno durante il mese sacro del ramadan e il pellegrinaggio alla Mecca una volta nella vita. In prospettiva sociologica, questa è una complessa e potente organizzazione della religiosità, una disciplina di massa a cui il credente si sottopone, convinto di compiere gli atti sacri in piacere a dio. Nell’islam, fatto unico, non esiste un vero sistema di controllo socio – religioso istituzionale: islam religione senza chiesa, senza clero. Le pratiche religiose comunque subirono un processo di giuridicizzazione: furono sottoposte a una precisa regolamentazione di carattere giuridico. (Fiqh) > l’impostazione giuridica prese il sopravvento su quella religiosa e prevalse nei suoi aspetti formali e esterni, tralasciando le motivazioni esteriori. Il credente è chiamato singolarmente a rispondere solo a dio, ma ha assunto dei comportamenti religiosi – sociali. Nell’islam sono presenti 4 scuole giurico – religiose, questo testimonia che grazie al pluralismo l’islam si adatta e si inculturi alle e nelle diverse realtà in cui si espande, ma si pone anche il problema di rimandare le manifestazioni della pratica religiosa entro schemi formali. C’è una solidarietà organica nella comunità islamica che fa si che il rispetto della pratica religiosa non richieda non richieda nessun tipo di intervento costruttivo esterno, c’è solo un controllo sociale reciproco. > uno sforzo di disciplinamento della vita individuale alla luce di regole sacre, ogni credente è in teoria un monaco che autonomamente è chiamato a rispettare gli arkan. Le pratiche dei credenti non vengono quindi lasciate alla loro spontaneità, ma disciplinate attraverso una silenziosa macchina di consenso sociale, la forma non uccide la sostanza il formalismo rituale non estingue la vitalità del vissuto religioso individuale e collettivo. 5dimensioni della religiosità esperienza: indica il rapporto che si stabilisce fra un individuo e la sfera del sacro o del radicalmente altro e le caratteristiche di questo rapporto,dimensione soggettiva del pregare che è vissuta in termini di esperienza profonda dell’indicibile o di abbandono a dio (esperienza misitica sufi). La pratica fa riferimento all’insieme delle pratiche rituali o culturali, che costituiscono la parte sociologicamente osservabile, essa misura più la coesione della comunità religiosa che non l’adesione dei singoli al sistema islamico(unico giorno pubblico è il venenrdi) l’unica autorità sociale è la società stessa. Appartenenza: sono le forme di partecipazione effettiva di un credente alla vita della sua comunità religiosa, credenza: misura il grado di convincimento di un credente circa i dogmi o i principi cardini della fede di appartenenza, riconduciamo questo principio alla dicotomia puro – impuro: questo criterio ispira il gesto della preghiera e prima di essa le abluzioni. La conoscenza è il livello di approfondimento intellettuale della propria fede, frutto di letture che ampliano la propria esperienza religiosa. L’islam è un ortoprassi ovvero chiede ai suoi fedeli di aderire ad un insieme di precetti pratici e a un insieme di regole divinamente fondate che devono essere seguite giorno per giorno. Spirito e ordine. (sura dell’Ape) dio è concepito come creatore e instauratore dell’ordine del cosmo e insieme dispensatore di forza spirituale (figura degli angeli che volano.tab. pag.98). il mese del ramadan : obbligatorio dall’alba al tramonto, per tutti i musulmani adulti, per le donne se non nel periodo mestruale, deve esserci una dichiarazione di retta intenzione, astensione di qualsiasi sostanza e rapporti sessuali, può essere interrotto, per cause giuste, ma i giorni persi vanno ricuperati. Il pellegrinaggio Hajj: dirigersi verso, il luogo ritenuto teofanico, ovvero dove si manifesta la potenza divina. La Mecca dove si conserva il santuario della pietra nera, Ka’ ba, da li a 5 km, è ritenuto territorio sacro > spazio riservato esclusivamente ai musulmani. Attorno al cubo (costruito da Abramo e tempietto ) avviene il giro rituale tawaf, . 1- cerimonia di vestizione con l’Ihram: eccomi o dio sono pronto al tuo servizio 2- prima notte a 8 km da Mecca dove si fermo Muhammand, Mina, da dove inizia al mattino un cammino di 15km per raggiungere il monte Arafat : recitazione della preghiera di mezzogiorno 3- la fuga camminare o correre verso la Mecca si raggiungono delle collinette e preghiera del tramonto, raccolta dei sassi 4- II fuga ritorno a Mina verso un luogo dove sono rizzati dei pilastri contro i quali si gettano i 7 sassi, lapidazione simbolica del demonio 5- Sacrificio del montone e tosatura del capo degli uomini, le donne solo una ciocca 6- Cirumambulazione per 7 volte delle Ka’ba La vitalità religiosa individuale è canalizzata anche fisicamente entro un precorso che prefigura tempi e simboli, gesti. L’individualità viene diluita nel collettivo e esso è fonte di norme. 4 la tipologia organizzativa la setta nasce per separazione da una tradizione religiosa consolidata, interrompendo la continuità del principio di autorità su cui una tradizione si regge e creando un nuovo sistema di credenza. Il sistema di credenza è un lavoro collettivo compiuto dalla comunità che interpreta e fa memoria, che sistemizza e definisce i contenuti del credere. Esso si costituisce e si costruisce come attività riflessiva di una comunità di credenti formatasi attorno a un leader religioso, l’attività ha per oggetto il passato del fondatore e il presente la definizione della propria fede in relazione a quella del fondatore. Questa è anche la forza di una religione: cercare di adeguarsi al cambiamento senza compromettere il nucleo di verità che essa ritiene di dover conservare a tutti i costi. (ex velo). Interpretare le scritture in questo senso significa dare continuità a una linea di credenza autorevole, che si traduce nell’affermazione di regole di disciplina di massa. Secondo il pensiero islamico , il diritto viene da dio, è contenuto dalla stessa rivelazione, ma in realtà la stesura del diritto coranico, fu affidata, prima dagli Omayyadi e poi dagli Abbasidi a degli specialisti del diritto religioso, aventi il compito di costruire le impalcature amministrative del potere imperiale. L’ortodossia religiosa si rafforza vedendosi tutelata in sede giuridica e legittimata dallo stato. Concetto di chiesa Weber – Durkheim: in termini sociologici, è la forma sociale che aasume un’idea religiosa o un’esperienza religiosa che non si rivolge a pochi eletti, ma anzi mira a diventare universale fonte di senso ultimo e di orientamento completo all’agire umano. È una societas perfecta che pretende di estendere a tutte le sfere della vita individuale e sociale le norme ritenute rivelate da dio a un suo inviato. (Islam>Umma + califfo carisma di funzione). All’inizio della sua predicazione Muhammad si configura come capo di una setta in contrasto con le credenze tradizionali, poi come capo di una comunità che deve essere organizzata e istituzionalizzata >nuova credenza religiosa. Il principio settario corrisponde all’idea della radicalità delle scelte religiose contro ogni forma di compromesso con il mondo che caratterizza una religione del tipo chiesa. (sciismo imam nascosto > concezione millenaristica per compensare il senso di smarrimento di fronte alla disfatta e rafforzare l’idea di essere nel giusto> dissimulazione della propria fede a scopo difensivo). La rottura dell’unanimità all’interno della comunità consolida il processo di istituzionalizzazione da un lato e dall’altro stimola l’emergere di formazioni settarie. Rispetto al sunnismo la teologia sciita si rivela essere una costruzione intellettuale possente, che spiega perché la setta sia riuscita a vivere così a lungo. (Elencopag.126) Da setta a chiesa. Tendenza a consolidare gli aspetti dottrinari e organizzativi, dando vita a una struttura gerarchizzata che somiglia appunto sempre più al tipo chiesa. Lo schema di trasformazione: è un percorso segnato dalla riuscita sociale di un gruppo religioso del tipo setta che trova un compromesso con il mondo, anche se la radicalità delle scelte professate verrà gelosamente conservata nella memoria collettiva e ciclicamente riaffiorerà. La via mistica Sufi nasce come un interstizio tra l’islam dell’ordine e le forme di devozione e pietà popolare a volte mal tollerate da questo. Esso si presenta come una fraternità che segue un leader carismatico, nella quale è possibile sperimentare in gruppo un contatto mistico con dio. La conoscenza di dio deriva dalle devozione e non dall’istruzione> distacco dal mondo. Esse hanno un codice interno molto rigido e utilizzano delle pratiche e tecniche ascetiche funzionali al raggiungimento dell’annullamento interiore, premessa del contatto con dio o del sacro. Dall’arte di coltivare lo spirito all’ordine sociale e non viceversa come accade nel islam ufficiale. Rapporto tra spiritualità e modelli organizzativi > modi diversi di interpretare e vivere una religione. Si sviluppa nel XI sec. Il sufismo come via spirituale sviluppatasi sulla la relazione tra maestro e discepoli. Il sufismo si è mantenuto e si mantiene in due staffe: la sua tensione elevata verso la ricerca spirituale più rigorosa e l’elaborazione di etiche economiche e sociali non indifferenti al mondo della vita quotidiana. Dall’area irachena il sufismo si espanderà verso l’Iran, il Khorassan, la Sira, l’Egitto e il Maghreb. Gli elementi sono: la conversione di un discepolo che si lascia guidare da un maestro, il cammino di iniziazione che culmina nella piena capacità dell’iniziato, riconosciuta da parte del maestro, di fare esperienza del divino o della sfera sacra. Esistono tanti gruppi di sufi, quanti sono i maestri iniziatori della catena di santità che da essi si diparte nel tempo e si diffonde nello spazio. Ogni gruppo tende a distinguersi per qualche particolarità. Il maestro per lo più insegna al discepolo come ricordarsi di dio, lui deve limitarsi a seguirlo docilmente nella preghiera. Nella fraternità Tariqa non ci si iscrive, si entra dopo aver posto la richiesta, nel momento dell’accordo tra maestro e discepolo, si crea un patto, di sottomissione. L’autorità non è solo un direttore spirituale, ma un portatore effettivo di carisma personale, che indica la retta via segnata da dio. (schema pag.137) 5 l’etica economica dell’Islam islam e capitalismo: Weber: l’islam del primo periodo è una religione di guerrieri volti alla conquista del mondo, combattenti per la fede - l’etica economica è dominata dall’ideale del combattente, scarsamente compatibile con lo spirito capitalista. Anche se il ruolo della Profezia che si configura come etica e missionaria > proposta etico religiosa che fa appello all’impegno attivo, fa si che i fedeli si sentano strumenti del disegno divino > il modello sociologico non è quello del mistico, ma quello dell’asceta > persona chiamata a cambiare il mondo che lo circonda. Lo strato sociale emergente che si impadronirà di questo messaggio sarà quello che Weber definisce “signorie fondiarie” i ceti sociali religiosi si sentono superiori a quelli popolari > l’etica di redenzione coincide con quella del premio che va garantito a chi combatte per la fede. Nell’islam prende piede il predeterminiamo: dio nella sua infinita potenza conosce come si svolgeranno le cose di questo mondo (predestinazione > incertezza sul destino della salvezza umana). Nell’islam si sviluppa un etica economica che trasforma il messaggio etico religioso in una serie di regole sociali e politiche funzionali per la costruzione di ordine sociale stabile. Principio ascetico – avrebbe potuto favorire il capitalismo se non che la società islamica si è di tipo corporativo fondato sulla segmentazione delle attività economiche fra corporazioni e famiglie che si spartiscono mutamente il mercato e la produzione > limitare la competizione, lo stato funge da garante del compromesso. Il ruolo dello stato nell’economia i diritti di una persona sono riconosciuti solo nel rispetto dei doveri collettivi e per quanto riguarda il diritto di proprietà: - l’essere umano non può rivendicare in modo assoluto una proprietà > perché tutto ciò che esiste è di dio, l’uomo non è che il depositario la proprietà non è un fine in se ma un mezzo per il raggiungimento del bene comune - per cui la società può stabilire di limitarla o di volgerne i frutti ai più bisognosi. Sul piano economico tutti gli esseri umani sono uguali di fronte a dio > i beni sono per il godimento di tutti. Per la Legge, l’accantonamento o il godimento passivo equivale alla sottrazione di beni per la comunità > lo stato deve garantire le pari opportunità d’accesso alla sussistenza a tutti i cittadini e attuare politiche redistributive modello del welfare community. Proibizione del ribà – prestito a interesse, ovvero anche dell’usura. Attenzione! Chi conferisce un bene ad una persona e da questa riceve in cambio del denaro non commette peccato > principio con il quale operano le banche islamiche. La prima è stata fondata a Yedda nel ‘75con il nome di banca per lo sviluppo islamico. 1. banche pan islamiche per lo sviluppo: specie di fondo monetario islamico 2. banche islamiche nazionali del Golfo 3. banche islamiche che operano nei paesi più poveri con capitali misti 4. banche islamiche volute dall’A.B. in stretto rapporto con le banche occidentali e usa. Rodinson vs Weber: rodinson mette in evidenza come il rifiuto del capitalismo derivi anche all’opposizione tra intellettuali di fede musulmana e la cultura intellettuale laica. Studio del rapporto tra l’etica economica dell’islam e lo spirito del capitalismo. Si sono opposte alla cultura capitalista si sono opposte le classi dirigenti che hanno cercato di mantenere gli equilibri del sistema vigenti impedendo la modernizzazione sociale e delle nuove forme di impresa e mercato. (islam Alto /basso Gellner) > frattura di tipo socio economico > città – campagna. > costituisce un passaggio d’epoca che porta ad una significativa rottura dell’equilibrio verso la fine dell’’800 fino al ’50. le società islamiche soffrono della sindrome della grande densità urbana > dovuto ai grandi spostamenti, flussi migratori verso l’Europa. Storicamente l’islam s’impianta nella città dove potere politico e religioso sono presenti insieme al mercato.> limite : subordinazione delle organizzazioni economiche alle esigenze del potere politico. Oggi il conflitto sociale vive nelle dinamiche urbane dove: una parte di coloro che si trasferiscono in città seguono il legame dei famigliari che li mantiene uniti alla terra d’origine > nuovo impasto sociale caratterizzato da stili di vita cittadini e rurali, mentalità moderna urbana e quella tradizionale del villaggio. Processo di cambiamento sociale: che caratterizza tutte le nuove generazioni (frattura fra generazioni) non tendono a riconoscersi nella società dei loro padri, contestandone l’autorità e abbracciando la protesta politica a partire dalla riscoperta di un islam puro.(donne più emancipate Frattura di Genere). La città è vissuta dai giovani come un luogo di transito o luogo di concentrazione di tutte le contraddizioni sociali. L’islam di fronte a tutti questi cambiamenti oppone il linguaggio di un’identità culturale e religiosa. La legge economica nella cultura musulmana si è venuta sottraendo alla Legge, così come quella politica. Etica ed economia: pag159 6 dalla decadenza alla rinascita le ragioni del declino: dal 660 ai primi del XI sec.inizia il lento processo di disgregazione del regno degli abbasidi e l’emergere di nuove etnie non arabe dal nord Africa e Medio Oriente, insieme ai grandi imperi:ottomano, safavide in Iran e quello Moghul. La religione musulmana in modo duttile si salde con i costumi e usi, distanti dall’aspirazione iniziale della predicazione, legati alle società che incontra e in cui si radica. Nell’800, i rapporti con l’Europa si fanno conflittuali, a causa della colonizzazione e per il fatto che questa si rivela più competente nella scienza e nella tecnologia. Lo shock nelle diverse società islamiche è forte: le spedizioni di Napoleone in Egitto rivela alle popolazioni musulmane che la forza rivoluzionaria di civilizzazione islamica è entrata in crisi. Si forma così il mito dell’età dell’oro dell’islam, delle origini che contiene il segreto della societas perfecta. Questo mito collettivo (dispositivo della memoria) rappresenta la fonte d’ispirazione del pensiero sociale e religioso che sta alla base dei movimenti di rinascita islamica. Un mito è una forza ideale capace di mobilitare socialmente le persone che riescono così a conferire un senso al loro agire. L’islam ha saputo fare questo perché non si è opposto alla contaminazione con altre culture che incontrava man mano che si espandeva. > forza di aprirsi alle culture per strapparne il segreto e renderle compatibili con il modo di pensare dell’islam. Il risveglio: il a proclamare la necessità del ritorno all’islam delle origini, fu Al Wahhab, ritornare ai valori autentici della fede nella dilagante corruzione politica. Ovvero purificare la fede. Egli da vita ad un movimento socio religioso puritano in Arabia S. in contrasto con il regime dei Saud. Con questi ci sarà un patto per il quale egli potrà continuare a predicare, riconoscendo però la loro autorità politica. Caratteristiche: 1 emergere di un leader carismatico e la mobilitazione socio religiosa sulla base di un 2 etica guerriera jihad, il riformismo (riaprire la porta dell’interpretazione) fine 800 e inizio 900. i movimenti riformisti nascono nella mente di alcuni intellettuali prima di configurarsi > dunque hanno una riflessione pacata e non impulso creativo di tipo carismatico. Più che movimenti sono delle correnti di pensiero che generano delle associazioni religiose o gruppi politici. Approccio (al Afgani): 1. necessità di riformare l’itero islam per reggere il confronto culturale con l’Europa e occ. 2. riscoprire le potenze razionali incoraggiate dalla rivelazione religiosa 3. riaprire la porta dell’interpretazione, superare la rigidità della scienza giuridica restituire purezza all’islam 4. ridare slancio all’azione sociale e alla missionarietà religiosa fondata sulla solidarietà islamica per tutto ciò occorre un lavoro lungo, un processo profondo e graduale. Convinzione, che solo nell’islam i popoli di fede musulmani possono trovare la strada per rinnovare la scienza e l’economia e la politica e la morale. Il musulmano può trovare una modernità islamica che nulla deve alla modernità europea. (ex ataturk in turchia 177). Riformismo, protofondamentalismo Al Banna: (fratelli musulamani) unire il lavoro di base di rislamizzazione dal basso della società e la mobilitazione politica al fine di far corrispondere le strutture dello stato alla nuovo identità musulmana. Piegare la logica del potere politico alla Legge.o accessione al potere del movimento per imporre così un modello di stato aspirato alla Legge con potere popolare. Riconoscimento del nemico e suo combattimento. (Egitto, protettorato britannico) cercando di attuare una modernità autonoma e islamica, non c’è intesa tra eredità islamica e occidentale Nascita del movimento tra i ceti popolari, si diffonde in quelli medio alti e si organizza come sistema policentrico e modulare. >rete di tante piccole cellule, organizzare le persone in modo flessibile per adattare meglio il messaggio ideologico > forte radicamento sociale. Ricreare dalle fondamenta una società islamica in una società più vasta, secolarizzata e corrotta dallo straniero. 1939 aumento dell’azione della fratellanza. Nel ‘41al Banna è arrestato e i F.M. messi al bando dal regime ed entra nella clandestinità. Nle ’44 al Banna si candida e riesce a farsi eleggere, organizzando una dura opposizione contro i governo e gli inglesi. Nel ’48 viene assassinato il primo ministro e il regime fa ricadere la colpa sul movimento (non vera) fino a quando nel ’49 due sicari dei servizi segreti uccidono al Banna. L’associazione sopravvive anche senza il suo leader, e si riorganizza politicamente alleandosi al movimento degli “ufficiali liberi” (tra cui Nasser e Faruk e Sadat che uccideranno dopo camp david ‘81) la svolta radicale: sale al potere Nasser che delude il movimento costruendo uno stato laico fondato sul nazionalismo e sul panarabismo. Nuovo leader diventa Qutb: principio della guida suprema e della consultazione : leader carismatico insieme al consiglio Shura > organismi dello stato islamico. Inizia una lotta clandestina attraverso la quale forgiare monaci guerrieri > radicalismo sannita. Qutb è impiccato nel ’66 dopo il carcere > vittima sacrificale del regime nasseriano. Radicalismo islamico e deriva militare: i movimenti sono attori collettivi che inventano forme di aggregazione , sperimentano strategie per il raggiungimento dei loro fini > azione collettiva: 1. propensione strutturale > condizioni sociali favorevoli allo sviluppo dei movimenti (nell’islam non esistono autorità religiose che possano disciplinare i comportamenti collettivi) 2. tensione strutturale che produce le premesse per il manifestarsi di contraddizioni economiche, sociali e culturali. 3. credenze generalizzate universo di simboli che danno forza e senso alle azioni concrete ( letture radicali dell’islam. L’islam diventa la voce per gridare i motivi della delusione e della protesta dell’opposizione politica ai regimi > anche dimensione armata dagli anni ’80, giustificata religiosamente prendendo avvio con la jihad islamica egiziana (faraj) > uccide Sadat > insegnamento qutbiano: uccidere il nemico interno come obbligo di fede. In questo contesto, l’interpretazione sconfina in un’arbitraria manipolazione di testi e tradizioni. > EX TALEBAN: salgono al potere nel ’94, (ufficialmente nel ’96) a Kandahar raggruppando le generazioni pashtun, che avevano combattuto il regime comunista nel ’79, reclutati nei campi profughi pakistani. Il leader del movimento è il mullah Omar , impone la caratteristica puritana e un nuovo ordine islamico politico religioso, uno stato delle virtù islamiche da imporre con la forza. Principio della Hisba: combattere moralmente il male e promuovere il bene > governo tribale e arcaico. Nel ’98 si trasferisce in Afghanistan bin Laden e convince il leader taleban ad appoggiare al causa del suo movimento Al Qai’da (la base – rete) fronte islamico mondiale per la lotta contro i crociati e i sionisti. L’Afghanistan diventa la base centrale di Al Qai’da dove far affluire i militanti di tutto il mondo. Il movimento sarà poi formalmente combattuto dagli usa dopo l’attacco alle torri del 2001, ma il radicalismo resta ben radicato sotto le macerie.