AVVISO DI ASTA PUBBLICA PER L’ALIENAZIONE, MEDIANTE CESSIONE DEL RAMO D’AZIENDA, DEL COMPLESSO DI BENI ORGANIZZATI PER L’ESERCIZIO DI UNA RESIDENZA ALLEGATO 6 SANITARIA ASSISTENZIALE NUOVA RSA - RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI Legnano, Luglio 2011 INDICE 1. 1.1. 1.2. 1.3. 1.3.1. 1.3.2. 1.3.3. 1.3.4. ENTITA' DEL LAVORO ..................................................................................... 4 GENERALITÀ ......................................................................................................... 4 LIMITI DI FORNITURA: .......................................................................................... 4 DESTINAZIONI D’USO E CARATTERISTICHE DELL’EDIFICIO ..................................... 4 ZONA SERVITA:..................................................................................................... 4 PIANO TERRA ....................................................................................................... 4 PIANO PRIMO ....................................................................................................... 5 PIANO SOTTOTETTO ............................................................................................. 5 2. 2.1. 2.2. 2.3. OSSERVANZA DELLE NORME VIGENTI ........................................................... 6 PRINCIPALI DISPOSIZIONI LEGISLATIVE ................................................................ 6 PRINCIPALI NORME DI RIFERIMENTO .................................................................... 7 PRESCRIZIONI ...................................................................................................... 8 3. PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE E QUALITÀ DEI MATERIALI ........................... 9 4. 4.1. 4.1.1. 4.1.2. 4.1.3. 4.1.4. 4.1.5. 4.1.6. 4.1.7. 4.1.8. 4.1.9. 4.1.10. DATI DI PROGETTO ...................................................................................... 10 DATI DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI ............................................................. 10 ALIMENTAZIONE ................................................................................................. 10 VALORI DI TENSIONE .......................................................................................... 10 TEMPERATURE DI PROGETTO .............................................................................. 10 CADUTE DI TENSIONE AMMESSE.......................................................................... 10 SISTEMA DI PROTEZIONE .................................................................................... 10 COORDINAMENTO TRA I DIVERSI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE........................... 12 GRADI DI PROTEZIONE MINIMI DEGLI INVOLUCRI SECONDO NORMA CEI 70-1 ...... 13 POTENZE PREVISTE............................................................................................. 13 CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI ..................................................................... 14 ILLUMINAMENTI MEDI DEGLI AMBIENTI E DELLE AREE ESTERNE........................... 15 5. 5.1. 5.2. 5.3. 5.4. 5.5. 5.6. 5.7. 5.8. 5.9. 5.10. 5.11. 5.11.1. 5.11.2. 5.12. 5.13. DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI ................................................ 16 CABINA ELETTRICA DI RICEVIMENTO E CABINA DI TRASFORMAZIONE .................. 16 IMPIANTI ELETTRICI CABINA DI TRASFORMAZIONE .............................................. 17 GRUPPO ELETTROGENO ...................................................................................... 18 GRUPPO DI CONTINUITÀ PER SERVIZI DI SICUREZZA ........................................... 20 GRUPPO DI CONTINUITÀ PER SERVIZI PREFERENZIALI (CONTINUITA’) .................. 20 QUADRO ELETTRICO GENERALE DI BASSA TENSIONE (NORMALE) ......................... 21 QUADRI GENERALI GRUPPI DI CONTINUITA’ ........................................................ 21 QUADRI ELETTRICI SECONDARI DI BASSA TENSIONE ........................................... 21 IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE PRINCIPALE E SECONDARIA ................................... 22 IMPIANTO ELETTRICO DI FORZA MOTRICE ........................................................... 22 IMPIANTO ELETTRICO DI ILLUMINAZIONE............................................................ 23 IMPIANTO ILLUMINAZIONE ORDINARIA ............................................................... 23 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA ............................................................................ 24 IMPIANTO DI TERRA E PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE ................. 24 SISTEMA TESTA LETTO........................................................................................ 25 6. 6.1. 6.2. 6.3. 6.4. DESCRIZIONE IMPIANTI SPECIALI ............................................................. 26 SISTEMA DI SEGNALAZIONE ................................................................................ 26 IMPIANTO RILEVAZIONE FUMI E ALLARMI EVACUAZIONE ...................................... 27 IMPIANTO ANTINTRUSIONE E VIDEOSORVEGLIANZA ............................................ 28 IMPIANTO CONTROLLO ACCESSI.......................................................................... 29 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 2 di 31 6.5. 6.6. 6.7. IMPIANTO CABLAGGIO STRUTTURATO ................................................................. 29 IMPIANTO TV ...................................................................................................... 30 IMPIANTO CITOFONICO/VIDEOCITOFONICO......................................................... 31 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 3 di 31 RELAZIONE TECNICA E SPECIFICHE TECNICHE IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI 1. ENTITA' DEL LAVORO 1.1. GENERALITÀ La presente relazione descrive gli impianti elettrici e speciali che dovranno essere realizzati per l'esecuzione della nuova Residenza Sanitaria Assistita che sorgerà nel Comune di Legnano, eseguita con la migliore tecnica impiantistica e realizzata a regola d'arte. 1.2. LIMITI DI FORNITURA: Fanno parte della fornitura tutte le opere espressamente indicate e citate all’interno della documentazione ed in particolare: • Impianti elettrici, dal punto di consegna dell’energia elettrica fornita in Media tensione dall’Ente Erogatore fino all'allacciamento di tutte le utenze interne • Impianti speciali, dalle centrali in campo fino all'allacciamento di tutte le utenze interne Il limite di batteria rispetto all’impiantista meccanico è rappresentato da: • rispetto alla regolazione il morsetto di potenza • rispetto alla potenza sono a carico dell’impiantista elettrico le protezioni e la linea di distribuzione dal quadro fornito dall’impiantista elettrico stesso sino alla morsettiera dell’utilizzatore in campo Sono esplicitamente esclusi: • quadri bordo macchina degli impianti meccanici; • componenti dell’impianto di regolazione degli impianti meccanici. 1.3. DESTINAZIONI D’USO E CARATTERISTICHE DELL’EDIFICIO 1.3.1. ZONA SERVITA: L'Edificio è costituito da un corpo di fabbrica di forma quadrata con un prolungamento dove si trova situato il nucleo delle demenze senili. L’edificio è composto da: 1.3.2. PIANO TERRA Al pianto terra trovano sede: • Ingresso • Front Office • Uffici 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 4 di 31 • • • • • • • • • • 1.3.3. Cucina e locali annessi Spogliatoi Servizi di nucleo Morgue Sala fumatori Nucleo degenze (camere) Nucleo demenze gravi (camere) Pranzo e soggiorno per ciascun nucleo Aree esterne Percorsi e collegamenti orizzontali PIANO PRIMO Al pianto primo trovano sede: • • • • • • • • • • • • 1.3.4. Percorsi e collegamenti orizzontali Ambulatori Spogliatoi Sala personale Spazio polifunzionale + luogo di culto Palestra Terapia occupazionale Sala fumatori Servizi di nucleo Nucleo degenze (camere) Pranzo e soggiorno di nucleo Parrucchiera PIANO SOTTOTETTO Al pianto sottotetto trovano sede: • Percorsi e collegamenti orizzontali • Depositi • Locali impianti Il corpo dell’intero edificio è servito da n°2 impianti elevatori/montalettighe. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 5 di 31 2. OSSERVANZA DELLE NORME VIGENTI Le installazioni sono previste che siano eseguite in osservanza alle norme vigenti. Gli impianti dovranno essere eseguiti in osservanza a tutte le Disposizioni Legislative e Normative vigenti alla data di assegnazione dei lavori, comprese eventuali varianti, completamenti o integrazioni alle Norme stesse. 2.1. PRINCIPALI DISPOSIZIONI LEGISLATIVE Le principali disposizioni legislative alle quali sono soggetti gli impianti da realizzare ed in generale gli edifici oggetto del presente progetto sono a seguito elencate. • DPR 27/04/55 n. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”; • DM 16/02/82 “Elenco delle attività soggette al controllo dei vigili del fuoco”; • DM 08/03/85 “Direttive sulle misure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendi ai fini del rilascio del nullaosta provvisorio di cui alla legge 7 dicembre 1984, n. 818”; • Legge 05/03/90 n. 46 “Norme per la sicurezza degli impianti" • DPR 06/12/91 n. 447 “Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990 n. 46 in materia di sicurezza degli impianti”; • D.Lgs. 19/09/94 n. 626 “Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo del lavoro”; • D.Lgs. 19/03/96 n. 242 “Modificazioni ed integrazioni al decreto legislativo 19/09/94 n. 626 recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo del lavoro”; • D.Lgs. 12/11/96 n. 615 “Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 03/05/89 in materia di riavvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica, modificata ed integrata dalla direttiva 92/31/CEE del Consiglio del 22/07/93 e dalla direttiva del Consiglio del 29/10/93”; • D.Lgs. 25/11/96 n. 626 “ Attuazione della direttiva 93/68/CEE in materia di marcatura CE del materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro taluni limiti di tensione”; • D.Lgs. 31/07/97 n. 277 “Modificazione al decreto legislativo 25 novembre 1996 n. 626, recante attuazione della direttiva 93/68/CEE in materia di marcatura CE del materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro taluni limiti di tensione”; • Deliberazione G.R. del 29 Giugno 1992 n° 38-16335. Deliberazione attuativa relativa ai presidi socio assistenziali. L.R. 37/90 • Legge 186 del 01-03-1968 "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazione ed impianti elettrici ed elettronici." • Legge 791 del 18-10-1977 "Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità europee (n.73 / 23 / CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che devono possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione." 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 6 di 31 2.2. PRINCIPALI NORME DI RIFERIMENTO Le principali norme e guide alle quali sono soggette gli edifici oggetto della progettazione sono le seguenti: • le vigenti norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) ed in particolare si rammentano: − Guida CEI 0-2: Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici; − Guida CEI 0-3: Legge 46/90 Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati; − Norma CEI 11-1: “Impianti elettrici con tensione superiore a 1kV in corrente alternata”. − Norma CEI 11-17: “Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica – Linee cavo”; − Norma CEI 17/13-1: Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) – Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS); − Norma CEI 17/13-2: Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri elettrici per bassa tensione) – Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti sbarre; − Norma CEI 17/13-3: Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) – Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato avrà acceso al loro uso – Quadri di distribuzione (ASD); − Norma CEI 17/13-4: Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) – Parte 4: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC); − CEI EN 62305-1: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali" Marzo 2006; − CEI EN 62305-2: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 2: Gestione del rischio" Marzo 2006; − CEI EN 62305-3: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 3: Danno fisico e pericolo di vita" Marzo 2006; − CEI EN 62305-4: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici interni alle strutture" Marzo 2006; − CEI 81-3: "Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per kilometro quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico." Maggio 1999; − Norma CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua − Guida CEI 64-12: Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario; − Guida CEI 64-14: Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori; − Guida CEI 23-51: Prescrizione per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare; − Norma CEI 34-21: Apparecchi di illuminazione – Parte 1: Prescrizioni generali e prove. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 7 di 31 − Norma CEI 34-22: Apparecchi di illuminazione – Parte 2: Prescrizioni particolari. Apparecchi di emergenza. a) Norme UNI Per gli impianti di illuminazione si fa riferimento a: Norma UNI 12464 Norma UNI 10819 Norma UNI 10439 Legge Regionale Regione Piemonte n° 31 del 24/03/2000 contro l’inquinamento luminoso Norma UNI EN 1838 Norma UNI EN 40 • le norme e tabelle UNI e UNEL per i materiali già unificati, gli impianti ed i loro componenti, i criteri di progetto, le modalità di esecuzione e collaudo; • le prescrizioni dell'Istituto Italiano per il Marchio di Qualità (IMQ) per i materiali e le apparecchiature ammesse all'ottenimento del Marchio. • ogni altra prescrizione, regolamentazione e raccomandazione emanate da eventuali Enti ed applicabili agli impianti elettrici ed alle loro parti componenti. • altre normative, aventi valore di legge, relative ai singoli componenti degli impianti anche se non espressamente richiamate, devono essere rigorosamente applicate. 2.3. PRESCRIZIONI Gli impianti elettrici ed i loro componenti dovranno essere conformi, in generale: • • • • • Alle Alle Alle Alle Alle prescrizioni dei Vigili del fuoco; prescrizioni ed indicazioni del Distributore dell’energia elettrica; prescrizioni ed indicazioni del Distributore del servizio telefonico; norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro; norme e raccomandazioni dell’Ispettorato del Lavoro e dell’ISPESL; Alle prescrizioni fornite dal Committente. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 8 di 31 3. PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE E QUALITÀ DEI MATERIALI Tutti i componenti degli impianti dovranno essere eseguiti con gli accorgimenti più perfezionati ed i sistemi costruttivi più aggiornati. Essi dovranno essere conformi ai materiali e componenti indicati nella descrizione generale dell'impianto. I manufatti lavorati dovranno essere protetti sia per il trasporto, sia per il periodo di immagazzinamento, sia a posa avvenuta fino alla consegna degli impianti. La protezione dovrà dare una garanzia assoluta contro gli agenti atmosferici ed in special modo contro gli spruzzi di malte, vernici, calce, ecc. Tutte le opere saranno eseguite con materiali delle migliori qualità esistenti in commercio. Le opere eseguite con le relative apparecchiature, dovranno rispondere perfettamente alle prescrizioni del presente capitolato, alle caratteristiche indicate nella descrizione generale, ed essere esattamente conformi ed equivalenti ai campioni approvati dal Direttore dei Lavori. Tutti i materiali dovranno essere nuovi di fabbrica, marchiati CE e conformi alle norme UNI/CEI in vigore od ad equivalenti europee. Per i materiali per i quali è prevista la certificazione IMQ, la stessa sarà titolo preferenziale. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 9 di 31 4. DATI DI PROGETTO 4.1. DATI DI PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI 4.1.1. ALIMENTAZIONE Per gli impianti elettrici e speciali si considerano i seguenti parametri ambientali: • altitudine: < 1000 • temperatura media : -8°C +30 • umidità (a 30°C): 60 4.1.2. m s.l.m. °C % VALORI DI TENSIONE I valori previsti per l'alimentazione elettrica dell’intera area sono: Valori di consegna M.T. Società distributrice (*): • tensione nominale di consegna (Vn): • tensione di riferimento per l’isolamento (Vmx): • corrente simmetrica permanente di c.to c.to trifase • (valore efficace Ia): • corrente di guasto a terra (If) (*): • tempo di eliminazione del guasto (To) (*): 15 24 kV kV 16 kA 150 A ≤ 0,5 s (*) Dati da verificate in fase costruttiva sulla scorta delle indicazioni della società distributrice di energia. Valori di distribuzione in bassa tensione: • tensione circuiti trifasi (concatenata fase-fase): • tensione circuiti monofasi (fase-neutro) : • frequenza : • sistema distributivo : 4.1.3. Motori elettrici : Quadri elettrici : Cavi aerei : Cavi interrati : Altre apparecchiature e materiali 40 40 30 20 40 °C °C °C °C °C : 1.5-2 2-2,5 4 10 % Vn % Vin % Vn % Vn CADUTE DI TENSIONE AMMESSE • • • • 4.1.5. V V Hz TN-S TEMPERATURE DI PROGETTO • • • • • 4.1.4. 400 230 50 C. di tensione su circuiti primari C. di tensione circuiti secondari Massima caduta di tensione : C. di tensione avviamento motori : : : SISTEMA DI PROTEZIONE La protezione dalle sovracorrenti è realizzata attraverso l'utilizzazione di interruttori automatici magnetotermici. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 10 di 31 Nella scelta di tali dispositivi e delle condutture dovrà essere verificato che per ogni circuito risultino rispettate le seguenti relazioni: • Ib < In < Iz protezione dal sovraccarico • (I2dt) < K2S2 protezione dal cortocircuito • P.I. > Icc protezione dal cortocircuito dove Ib = corrente d'impiego delle condutture ln = corrente nominale del dispositivo di protezione Iz = portata del cavo (I2dt) = energia specifica passante durante il corto circuito K = coefficiente funzione dell’isolamento dei cavi S = sezione del cavo in mm2 P.I. = potere di interruzione del dispositivo di protezione Icc = I di corto circuito presunta nel punto di installazione La protezione contro i contatti diretti verrà garantita facendo in modo che tutte le parti attive siano adeguatamente isolate oppure protette mediante involucri o barriere aventi un grado di protezione minimo IPXXB; mentre i componenti installati su piani orizzontali superiori accessibili dovranno avere un grado di protezione non inferiore ad IPXXD. Tutti i coperchi, gli sportelli ed i ripari, dovranno essere asportabili solo mediante l'uso di chiavi od attrezzi qualora diano accesso ad un luogo con parti in tensione avente grado di protezione inferiore ad IPXXB. La protezione contro i contatti indiretti verrà garantita mediante l'interruzione automatica dell'alimentazione collegando tutte le masse e le masse estranee all'impianto di terra dell'edificio attraverso conduttori di protezione (PE). Nella distribuzione secondaria si prevede inoltre di utilizzare interruttori con protezioni differenziali nei quadri elettrici secondari. In alcune parti di impianto é prevista la protezione contro i contatti indiretti mediante l'utilizzo di componenti elettrici di classe II come da norma CEI 64-8/4 sez. 413.2. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 11 di 31 4.1.6. COORDINAMENTO TRA I DIVERSI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE La selettività al sovraccarico e al cortocircuito, con riferimento all’art. 536.1 della norma CEI 64/8, saranno realizzate secondo i criteri e le modalità a seguito definite, in particolare, in relazione alle caratteristiche dell’edificio e della tipologia di servizio (affidabilità, continuità di servizio, ecc.) saranno adottati i seguenti criteri di selettività e coordinamento delle protezioni. Struttura dell’impianto L’impianto è stato strutturato su tre livelli distributivi I livello - distribuzioni principali Costituito dalle distribuzioni derivate dal quadro generale (cabina di trasformazione QGBT) fino al quadro generale di edificio (Q.GEN-N posto al piano sottotetto nel locale quadro elettrico) e da quest’ultimo ai quadri di piano, di zona, delle centrali tecnologiche. Le condutture partenti dal quadro QGBT saranno protette con interruttori magnetotermici, completi di sganciatore elettronico, con: • protezione al sovraccarico regolabile da 0,4 a 1 In con ritardo a tempo lungo inverso • protezione al corto circuito / regolabile da 2 – 10 In con ritardo a tempo breve indipendente • protezione al corto circuito con intervento istantaneo regolabile II livello - distribuzioni secondarie Costituito dalle distribuzioni derivate dal quadro di edificio fino ai quadri di piano o zona Le condutture partenti dai quadri di piano saranno protette • per circuiti con portata superiore a 63A con interruttori magnetotermici di tipo “scatolato” completi di protezione al sovraccarico regolabile da 0,4 – 1 In e protezione al corto circuito regolabile 2 – 10 In ad intervento istantaneo • per circuito con portata uguale o inferiore a 63 A con interruttori magnetotermici di tipo modulare con sganciatore completo di protezione al sovraccarico e corto circuito di tipo fisso in curva C (intervento termico 1,45 In e magnetico 10 In) III livello - distribuzioni terminali Costituito dalle distribuzioni dai quadri di piano/zona alle utenze Le condutture di alimentazione ai circuiti terminali, in partenza dai quadri di distribuzione, saranno protette (salvo diversa specifica indicazione - vedere schemi quadri elettrici) con interruttori magnetotermici di tipo modulare con protezione differenziale, completi di • protezione al sovraccarico e corto circuito di tipo fisso in curva C (intervento termico 1,45 In e magnetico 10 In) • protezione differenziale ad alta sensibilità (limite di intervento30 mA) di tipo A per le distribuzioni di forza motrice e di tipo AC per le distribuzioni di illuminazione Selettività tra i dispositivi di protezione 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 12 di 31 I criteri progettuali adottati e le tipologia di protezione identificate negli schemi dovranno garantire le selettività, tra i diversi dispositivi di protezione collocati in serie, con le logiche funzionali a seguito definite a) la selettività per la protezione contro il sovraccarico dovrà essere completa, per ogni livello distributivo b) la selettività per la protezione contro il corto circuito dovrà essere la seguente • la selettività al corto circuito dovrà essere totale per guasti sui circuiti terminali - III livello di distribuzione (almeno in riferimento ai guasti verso terra mediante l’adozione di protezioni differenziali) • la selettività al corto circuito per il II livello distributivo (condutture secondarie), può non essere sempre assicurata (per valori di corto circuito superiori a 1 - 2 kA). • la selettività al corto circuito dovrà essere totale per il I livello (utilizzando la funzione di ritardo in tempo prevista sugli interruttori del quadro generale QGBT). Conclusioni La scelta dei diversi gradi di selettività e della tipologia distributiva è il risultato di considerazioni di carattere tecnico – economico e di qualità di servizio. Nel presente progetto si è assunto come elemento di riferimento la constatazione che non esistono, per le attività svolte nell’edificio, situazioni d’esercizio particolarmente critiche e che le probabilità di guasto, sulle condutture secondarie (II livello distributivo), sono da considerare rare ed improbabili. I guasti, le disfunzioni e relativi disservizi sono, nella quasi totalità dei casi, attribuibili alle utenze o alle distribuzioni terminali (III livello di distribuzione). Assicurare una selettività completa, anche per il livello intermedio, comporta l’adozione di soluzioni tecniche complesse e costose. Il maggior costo della soluzione progettuale non è ritenuto giustificato dal modesto incremento di affidabilità che il sistema elettrico potrebbe acquisire. 4.1.7. GRADI DI PROTEZIONE MINIMI DEGLI INVOLUCRI SECONDO NORMA CEI 70-1 I gradi di protezione minimi degli involucri secondo norma CEI 70-1 da utilizzare per la apparecchiature e gli impianti elettrici sono, in funzione delle aree i seguenti: • • • • • Apparecchiature e impianti centrali tecniche : Quadri centrali tecniche : Aree depositi materiali: Aree esterne : Ambienti ordinari: IP54 IP54 IP54 IP54 IPXXB Dovranno comunque essere rispettati gradi di protezione superiori ed esecuzioni specifiche in ambienti particolari o classificati secondo la normativa CEI applicabile. 4.1.8. POTENZE PREVISTE Per la definizione delle potenze previste si rimanda alla documentazione di progetto denominata “raccolta calcoli della rete”. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 13 di 31 Considerate le potenze installate e le contemporaneità di servizio, si prescrive l’installazione di due trasformatori della taglia di 630 kVA. La potenzialità definita per le macchine garantisce una adeguata riserva per eventuali ampliamenti futuri e per consentire di non caricare i trasformatori al 100% anche in caso di futuro ampliamento. E’ prevista l’installazione di due trasformatori con funzionamento distinto. Il parallelo sarà evitato da un congiunture, installato sulla barratura in bassa tensione del power center, interbloccato con gli interruttori di macchina. 4.1.9. CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI Ambienti ad uso medico I locali adibiti ad ambulatorio, in relazione alle funzionalità previste e alla tipologia di utilizzo, saranno classificati “Locali ad uso medico nei quali non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate” e pertanto di gruppo 0 secondo la norma 64/8 sezione 710. Anche le camere di degenza ad uso residenziale possono, per analogia alla classificazione della Norma CEI 64.8/7, essere classificate di gruppo 0 in quanto non è previsto l’impiego di apparecchiature elettromedicali. Negli ambienti classificati secondo la 64/8 sez. 710 di gruppo 0 gli impianti elettrici possono essere realizzati in conformità alle regole generali della norma CEI 64/8. Ambienti con presenza di gas in grado di originare atmosfere esplosive Per gli impianti elettrici da realizzare nelle aree a seguito citate, sia pure in presenza di sorgenti di emissione potenzialmente in grado di generare atmosfere esplosive, non sono prescritti e necessari impianti elettrici a sicurezza; vengono però adottate misure di protezione determinate dalle specifiche caratteristiche ambientali (impianti elettrici in esecuzione stagna con grado di protezione almeno IP55). Le soluzioni costruttive e di sicurezza prescritte nel progetto risultano adeguate e congruenti in riferimento alle specifiche prescrizioni normative, secondo le definizioni a seguito illustrate. • Cucina (con elemento di rischio rappresentato dalla presenza di gas metano utilizzato per l’alimentazione dei fuochi di cottura e dei forni); l’ambiente non è da considerare classificato a rischio di esplosione (ai sensi della norma CEI 3130) poiché viene impedita la formazione di atmosfere esplosive mediante il funzionamento della ventilazione forzata che garantisce la sicura diluizione ed espulsione delle possibili emissioni pericolose. • Centrale termica (alimentata a gas metano); l’ambiente non è da considerare classificato a rischio di esplosione essendo correttamente applicate le misure di sicurezza citate dalla guida CEI 31-35 appendice GE-2 “Centrali termiche alimentate a gas naturale”; l’areazione naturale garantita dalle aperture presenti nel locale assicura la sicura diluizione delle eventuali emissioni pericolose. Per entrambi gli ambienti è comunque prevista l’’installazione di impianti di rilevazione di concentrazioni pericolose di gas metano a cui saranno asservite le 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 14 di 31 elettrovalvole di sicurezza installate sulla tubazione di adduzione del gas montate all’esterno dell’ambiente. Per la deambulazione di ospiti disabili e per la movimentazione degli ospiti con difficoltà motorie, dal letto alle sedie a rotelle e viceversa, saranno presumibilmente utilizzati sistemi dotati di motori elettrici azionati da batterie di accumulatori. La fase di carica di tali sistemi, con possibile sviluppo di gas potenzialmente esplosivi (gas idrogeno), si può ragionevolmente considerare un elemento di pericolo non particolarmente sensibile. Infatti tutti gli ambienti del complesso, ed in particolare le camere residenziali, sono adeguatamente ventilati con ricambi di aria più che sufficienti ad impedire la formazione di atmosfere potenzialmente pericolose. Ambienti a maggior rischio in caso di incendio I locali adibiti a deposito, in relazione ai rilevanti carichi di incendio saranno classificati “Ambienti a particolare rischio di incendio” secondo la norma CEI 64/8 sez. 751. In particolare saranno classificatia amaggior rischio di incendio i locali • Deposito alimentari al piano terra – T A 3 • Depositi ubicati al piano sottotetto Gli impianti elettrici da installare saranno realizzati in conformità alle prescrizioni della norma citata, ed in particolare: • le condutture saranno realizzate utilizzando cavi multipolari o conduttori unipolari isolati in materiale non propagante l’incendio, inseriti in tubi portaconduttori incassati in strutture con combustibile o, se posati a vista, in esecuzione con grado di protezione ≥ IP4X; • le protezioni delle condutture contro i sovraccarichi e cortocircuiti saranno realizzate con dispositivi magnetotermici dotati inoltre di protezione differenziale con soglia di taratura di 0,03A. Per gli ambienti dove viene utilizzato o dove siano posizionate le apparecchiature per la distribuzione centralizzata dell’ossigeno, con particolare riferimento alla pericolosità del gas in presenza di incendio, saranno adottati criteri esecutivi degli impianti elettrici in analogia a quanto prescritto per gli ambienti a particolare rischio di incendio. Ambienti con presenza di vasche o docce Per i locali adibiti a servizi igienici, con la presenza di vasche o docce, in relazione alla qualificazione di zona pericolosa secondo le Norme CEI 64-8 sezione 701 “locali contenenti bagni o docce”, saranno adottati i seguenti criteri di sicurezza: - nelle zone 0,1 e 2 non saranno previste installazioni elettriche; - nella zona 3 le prese, interruttori ed altri apparecchi elettrici saranno alimentati con linee protette mediante interruzione automatica con differenziale non superiore a 30 mA. In ogni caso le apparecchiature elettriche presenti (prese ed interruttori) saranno inserite in custodie con grado di protezione ≥ IP44. 4.1.10. ILLUMINAMENTI MEDI DEGLI AMBIENTI E DELLE AREE ESTERNE Per i livelli di illuminamento interno alla struttura RSA si fa riferimento alla norma UNI EN 12464-1/2004. Per i livelli di illuminamento delle aree esterne si fa riferimento alle norme UNI 10819 e UNI 10439 nonché alla Legge regione Lombardia n. 17 del 27/03/2000 e successivi aggiornamenti. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 15 di 31 5. DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI 5.1. CABINA ELETTRICA DI RICEVIMENTO E CABINA DI TRASFORMAZIONE Il punto di consegna (cabina di ricevimento) dell’impianto è ubicato in un apposito locale inserito nell’edificio centrali tecnologiche. Nel medesimo edificio saranno inseriti i locali di arrivo delle linee dell’Ente Erogatore e di misura. È prevista un’alimentazione derivata dalla rete di distribuzione pubblica dell’Ente Erogatore (ENEL), alla tensione di 15 kV. All'interno della cabina di trasformazione i collegamenti fra i quadri di media tensione ed i trasformatori sono realizzati con l'impiego di cunicoli a pavimento (mantenendo la separazione fra i conduttori di media tensione e di bassa tensione appartenenti ad impianti di categoria differente). La cabina di trasformazione è indicativamente strutturata con quadro di media tensione composto da: • una unità risalita cavi per collegamento da cunicolo o cavidotto da locale ricevimento; • una unità di protezione generale con interruttore a esafluoruro di zolfo SF6 e protezione indiretta (50, 51, 51N), bobina di apertura, comando e segnalazione a distanza, blocchi a chiave, derivatori capacitivi, luce interna; • due unità di protezione trasformatore, complete di interruttore a esafluoruro di zolfo SF6 e protezione indiretta (50, 51); • nr 2 trasformatore 15/0,4kV da 630kVA; • linee di collegamento MT; • linee di collegamento BT per esecuzione interblocchi. Il quadro è previsto che sia formato da unità di tipo normalizzato affiancate, ognuna costituita da celle componibili e standardizzate. Il grado di protezione dell’involucro esterno è previsto che sia IP30 (IP2XC norme IEC). Le unità saranno dotate di tutti gli interblocchi necessari per prevenire errate manovre che potrebbero compromettere oltre che l’efficienza e l’affidabilità delle apparecchiature, la sicurezza del personale addetto all’esercizio dell’impianto. E’ previsto che sia realizzato un impianto di sgancio di emergenza con pulsante sottovetro a frangere secondo prescrizioni V.V.F. Tutta la struttura metallica delle unità, salvo le parti in lamiera zincate a caldo è prevista che sia opportunamente trattata e verniciata in modo da offrire una ottima resistenza alla usura. Il ciclo di verniciatura deve essere completo di fosfosgrassatura, passivazione cromica, verniciatura industriale a forno con ciclo a polvere su lamiere elettrozincate. Il quadro è previsto che sia completo di tutti gli apparecchi di comando e segnalazione necessari per renderlo pronto al funzionamento. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 16 di 31 Sul fronte di ciascuna unità devono essere presenti i seguenti cartelli: targa indicante il nome del costruttore, il tipo dell’unità, l’anno di fabbricazione, la tensione nominale, la corrente nominale e la corrente di breve durata nominale; • schema sinottico; • indicazioni del senso delle manovre; • targa monitoria. Lo schema di impianto non prevede la possibilità di funzionamento in parallelo dei trasformatori ma la possibilità di impiegare l’uno in riserva all’altro in caso di guasto tramite l’impiego di un congiuntore sul lato bassa tensione. Per ogni trasformatore è previsto un rifasamento fisso in grado di rifasare la corrente assorbita a vuoto dal trasformatore. Sul montante di terra dei trasformatori è prevista l'installazione di un relè di terra con doppia soglia di intervento e allarme. 5.2. IMPIANTI ELETTRICI CABINA DI TRASFORMAZIONE Impianti di distribuzione Nel locale cabina di ricezione/trasformazione è previsto un impianto di illuminazione a plafone con esecuzione a vista ed impiego di corpi illuminanti del tipo IP65 per lampade fluorescenti tubolari. Alcuni dei corpi illuminanti (Guida CEI 11.35 punto 5.2.10) sono del tipo con gruppo inverter per garantire il funzionamento anche in caso di emergenza. I corpi illuminanti facenti funzione di emergenza sono stati scelti con componentistica idonea al collegamento ad un sistema centralizzato di monitoraggio ed autotest dell’impianto (per effettuare le prove e redigere i registri previsti dalla Legge 626). Il grado minimo di protezione meccanica dell’impianto di illuminazione deve essere IP44 All’interno del locale cabina sono predisposte delle prese di servizio. Le prese sono del tipo CEE in centralini precablati o con proprio involucro in materiale isolante non propagante l’incendio. Le prese sono dotate di interblocco e protezione a fusibili. L’impianto di distribuzione è completo di scatole di derivazione, raccordi, pezzi speciali, pressatubi, pressaguaine, ecc.; il grado minimo di protezione meccanica è pari a IP44. La distribuzione secondaria degli impianti è eseguita a vista con tubazioni e conduttori unipolari e/o con canalina/passerella metallica con conduttori in cavo multipolare. Prescrizioni di sicurezza secondo la guida CEI 11-35 Sono da rispettare le prescrizioni date dalla Guida CEI 11-35 per la realizzazione della cabina di trasformazione, ovvero per esempio: 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 17 di 31 "La cabina deve essere dotata di dispositivi che permettano di eseguire la manutenzione e l'esercizio in condizioni di sicurezza; mezzi di estinzione adeguati; avvisi, targhe, cartelli ammonitori." "In ciascun locale dove possono essere effettuate manovre sull'impianto di II categoria, devono essere disponibili le dotazioni di sicurezza necessarie nel rispetto della legge vigente (D. Lgs n° 626/94)". La cabina deve essere dotata di targhe, avvisi e cartelli segnalatori di pericolo come segue: • all'esterno della cabina e su ciascuna porta d'accesso: un cartello segnalatore di pericolo e di divieto d'accesso. Questo cartello deve contenere l'identificazione della cabina; • sulla porta d'accesso, all'interno ed all'esterno della cabina: una targa con le istruzioni di primo soccorso alle vittime di incidenti elettrici. La targa con le istruzioni di primo soccorso alle vittime di incidenti elettrici deve essere conforme al modello (allo studio); • all'interno della cabina deve essere riportato lo schema elettrico dell'impianto come da Art. 6.1.045 della Norma CEI 11-1. Un cartello segnalatore di pericolo triangolare deve essere disposto: • per le cabine a giorno: sulle pareti esterne dei muri o tramezze contigui ai locali di uso generale; • per le cabine equipaggiate con apparecchiature di II categoria con involucro metallico: su tutti i pannelli smontabili mediante utensili che danno accesso a parti in tensione. Le cabine devono essere munite dello schema degli interblocchi realizzati fra le diverse celle. Oltre a quanto sopra sono previsti i seguenti equipaggiamenti per ciascuna delle cabine: • • • • confezione di guanti dielettrici 24 KV pedana isolante 24 KV collegamenti ed interblocchi fra ricevimento e trasformazione estintore a polveri da 6 Kg, appeso a parete con apposita staffa di sostegno Relativamente agli interblocchi si precisa che essendo state previste cabine con "apparecchiature pre-fabbricate" gli stessi sono già previsti sulle apparecchiature, in conformità alle relative Norme di prodotto. 5.3. GRUPPO ELETTROGENO Oltre alla energia dalla rete dell’Ente Erogatore (normale) è stata prevista la fornitura di un gruppo elettrogeno per la parte di energia preferenziale per l’alimentazione di utenze che debbano funzionare in caso di mancanza tensione fra i quali si citano: • Montalettighe; • Alimentazione gruppi soccorritori per il sistema di illuminazione di emergenza; • Impianto condizionamento Morgue 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 18 di 31 • Alimentazione distribuzione gas medicali • Gruppo di continuità per servizi preferenziali (impianti controllo accessi, antintrusione , TVCC, ecc.) Il gruppo elettrogeno è previsto anch’esso all’interno del corpo di fabbrica tecnologico posto sul confine di proprietà del complesso edilizio. E' previsto che il suddetto locale sia trattato dal punto di vista e della ventilazione e della parte relativa all’espulsione dell’aria e dei fumi del gruppo elettrogeno. La potenza nominale del gruppo elettrogeno è stimata in 100 kVA. Sull’ingresso del locale all’interno essere posizionato il pulsante di gruppo stesso. Analogo pulsante di personale e/o in luogo ove è incendio. del quale è installato il gruppo elettrogeno, dovrà sgancio sotto vetro frangibile per l’inibizione del è installato in posizione centrale con permanenza previsto l'ingresso dei Vigili del Fuoco in caso di La logica di inserzione dell’eventuale gruppo elettrogeno di sicurezza e dell'impianto elettrico in generale è la seguente: il gruppo elettrogeno, rilevata la mancanza di tensione inizia la procedura di inserzione raggiungendo il pieno regime entro 15 secondi. Il tempo di inserzione del gruppo elettrogeno per i servizi che deve garantire è classificato ai fini antincendio “medio” ovvero inferiore a 15 secondi. • con l'inserzione del gruppo elettrogeno si effettua la commutazione rete gruppo sulla sezione preferenziale del quadro elettrico generale di bassa tensione; • al ritorno della tensione dopo un lasso di tempo determinato avviene lo stacco del gruppo elettrogeno; Il locale gruppo elettrogeno avrà caratteristiche edili idonee per il rispetto delle disposizioni dei Vigili del Fuoco. Devono essere garantite tutte le sicurezza necessarie ad evitare l'inserzione del gruppo elettrogeno in contemporanea all'Ente Erogatore al fine di evitare ritorni di corrente sulla rete dell'Ente. Le linee di alimentazione da gruppo elettrogeno delle utenze che avranno funzione di emergenza sono compartimentate e garantiranno il funzionamento dell'impianto anche in caso di incendio sino a 3 ore (utilizzo di conduttori tipo FTG10OM1 0,6/1 kv o equivalente approvato certificato CEI 20-45). Il locale è previsto con apposite aperture di ventilazione per l'approvvigionamento aria fresca e l'espulsione dell'aria calda. Sulla copertura del locale dovrà altresì essere realizzata adeguata forometria per il camino di espulsione dei fumi della combustione del gruppo stesso. Il serbatoio del gasolio è del tipo interrato e dimensionato per garantire una autonomia al sistema di almeno 48 h con funzionalità a piena potenza. Il serbatoio è del tipo a doppia camera e rispetta tutte le Leggi vigenti in materia in termini di sicurezza. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 19 di 31 L'impianto di distribuzione gasolio deve essere completo di pompe e di valvole di sicurezza (di ritenuta) al fine di evitare allagamenti di combustibile in caso di rottura delle tubazioni stesse. I fumi della combustione sono espulsi verso l'esterno attraverso apposito camino. Il gruppo è dotato di apposita cofanatura per l'isolamento acustico. 5.4. GRUPPO DI CONTINUITÀ PER SERVIZI DI SICUREZZA All’interno della struttura, al piano sottotetto nel locale del quadro elettrico generale, sarà collocato il gruppo di continuità facente funzione di soccorritore per i servizi di emergenza. Sommariamente le utenze servite da gruppo di continuità saranno: • illuminazione di emergenza • centrali impianti di sicurezza antincendio (diffusione sonora) • sistemi di segnaletica per richiesta soccorso per gli ospiti della struttura. Il gruppo di continuità sarà completo di sistema di autonomia per un tempo non inferiore a 60 minuti. La potenza nominale calcolata è pari a 30kVA. Le batterie saranno del tipo ermetico al piombo ermetico idonee per installazione in ambienti ordinari. A valle del gruppo di continuità sarà collocato un quadro elettrico generale dei servizi in sicurezza. Il locale sarà opportunamente trattato e ventilato per garantire adeguate condizioni microclimatiche di funzionamento. Tutte le linee derivata dal gruppo soccorritore e dal relativo quadro di distribuzione saranno in cavo resistente al fuoco (Norme CEI 20-45) con isolamento in elastomerico reticolato di qualità G10 e guaina termoplastica speciale di qualità M1, non propagante l’incendio (Norme CEI 20-22 III), non propaganti la fiamma (Norme CEI 20-35), con ridottissima emissione di fumi opachi e gas tossici e con assenza di gas corrosivi (Norme CEI 20-37, 20-38). 5.5. GRUPPO DI CONTINUITÀ PER SERVIZI PREFERENZIALI (CONTINUITA’) Nel medesimo locale in cui è collocato il gruppo soccorritore di posizionato un gruppo di continuità per i servizi preferenziali. sicurezza è Saranno alimentati dal sistema di continuità gli impianti: • • • • Impianti antintrusione e controllo accessi Impianti TVCC Apparecchiature di gestione della rete fonia-dati Impianti di comunicazione e di chiamata del personale Il gruppo di continuità sarà completo di sistema di autonomia per un tempo non inferiore a 30 minuti. La potenza nominale calcolata è pari a 10kVA. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 20 di 31 5.6. QUADRO ELETTRICO GENERALE DI BASSA TENSIONE (NORMALE) Nel locale di trasformazione si colloca il quadro elettrico generale di bassa tensione come da indicazione della planimetria progettuale. Il quadro elettrico generale sarà costituito da più sezioni fra loro distinte aventi fonti di energia differenti ovvero: • sezione da energia normale alimentata da trasformatore ovvero da Ente Erogatore • sezione da energia preferenziale ovvero da gruppo elettrogeno Nel quadro sono montati tutti gli interruttori generali ai quali si attesteranno i cavi di alimentazione dei quadri secondari di zona, e le utenze dirette come ad esempio gruppi frigoriferi e ascensori. Nel quadro sono montate e cablate tutte le protezioni dalle sovracorrenti e per i contatti diretti e indiretti. Per la composizione del quadro elettrico si rimanda allo schema unifilare allegato alla documentazione di progetto. 5.7. QUADRI GENERALI GRUPPI DI CONTINUITA’ Sono previsti quadri di distribuzione generale dalle sezioni UPS di sicurezza e continuità. I quadri saranno realizzati con carpenteria in metallo di tipo componibile modulare completi di tutti gli accessori necessari. Nel quadro sono montati tutti gli interruttori generali ai quali si attesteranno i cavi di alimentazione dei quadri secondari di zona, e le utenze dirette. All’interno del quadro è realizzato il by-pass che consentirà l’alimentazione delle utenze da rete normale in caso di rimozione per avaria del gruppo UPS. Gli interruttori preposti all’esecuzione del sistema di BY-PASS sono interbloccati meccanicamente al fine di evitare manovre scorrette; inoltre è previsto un sezionamento contro il ritorno tensione dalle batterie. Nel quadro sono montate e cablate tutte le protezioni dalle sovracorrenti e per i contatti diretti e indiretti. 5.8. QUADRI ELETTRICI SECONDARI DI BASSA TENSIONE Per la distribuzione della potenza necessaria alle varie zone si prevede la realizzazione di una serie di quadri secondari secondo quanto indicato sullo schema generale a blocchi di impianto, documento facente parte della documentazione del progetto definito. Dalla lettura del documento è possibile determinare per ogni quadro: 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 21 di 31 • l’ubicazione nel fabbricato • il numero di sezioni di alimentazione che lo compongono I quadri elettrici previsti sono del tipo metallico ad armadio autoportante con portella esterna trasparente dotata di serratura a chiave e grado di protezione meccanica non inferiore ad IP43 e IP20 a portelle aperte. Il quadro è di tipo componibile modulare, segregato in forma 2. Nei quadri sono montati tutti gli interruttori generali ai quali si attesteranno i cavi di alimentazione provenienti dai quadri generali di bassa tensione. All’interno di ogni quadro, in posizione facilmente accessibile, è posta una sbarra in rame, questa costituisce l’equipotenziale di sicurezza. 5.9. IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE PRINCIPALE E SECONDARIA Le distribuzioni principali e secondaria è da realizzare con passerelle in acciaio zincato a fuoco asolato, posato a vista in tutte le zone tecniche e nelle zone occultate da controsoffitto. Per le zone prive di controsoffitti la distribuzione principale deve essere realizzata con cassette da incasso e tubazioni sottotraccia. Per le distribuzioni principali sono da utilizzare cavi unipolari o multipolari del tipo FG7(O)M1 0,6/1 kV o FTG10(O)M1 0,6/1 kV a bassa emissione di fumi e gas tossici. Per le zone dei locali tecnici, ed in generale per le distribuzioni all’esterno dell’edificio principale, potranno invece essere usati cavi unipolari o multipolari del tipo FG7(O)R 0,6/1 kV. Per la parte distribuzione principale realizzata sottotraccia si useranno cavi unipolari del tipo N07G9-K a bassa emissione di fumi e gas tossici. In generale le distribuzioni secondarie in derivazione da quella principale possono essere realizzati con tubazioni in PVC flessibile o rigide, posate a vista in tutte le zone tecniche e nelle zone occultate da controsoffitto o incassati a parete. Per le zone prive di controsoffitti la distribuzione secondaria deve essere realizzata con cassette da incasso e tubazioni sottotraccia. Per la distribuzione secondaria in derivazione da quella principale sono da utilizzare cavi unipolari o multipolari del tipo FG7(O)M1 0,6/1 kV o FTG10(O)M1 0,6/1 kV a bassa emissione di fumi e gas tossici. Per la parte distribuzione secondaria realizzata sottotraccia si useranno cavi unipolari del tipo N07G9-K a bassa emissione di fumi e gas tossici. 5.10. IMPIANTO ELETTRICO DI FORZA MOTRICE L’impianto elettrico di forza motrice è realizzato ad uso di: impianti di alimentazione delle utenze meccaniche sia in campo sia all’interno delle rispettive centrali tecniche; • impianti di alimentazione delle prese di servizio; 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 22 di 31 • impianti di alimentazione prese IEC; • impianti di alimentazione per le centrali impianti speciali; • impianti di alimentazione prese postazioni di lavoro per le aree uffici o assimilabili; • impianti di alimentazione delle prese all’interno delle camere di residenza; • impianti di alimentazione degli impianti elevatori. In generale gli impianti sono realizzati con tubazioni in PVC flessibile o rigide, posate a vista in tutte le zone tecniche e nelle zone occultate da controsoffitto. Per le zone prive di controsoffitti gli impianti sono realizzati con cassette da incasso e tubazioni sottotraccia. Per i locali tecnologici è prevista la posa con tubazioni in PVC rigido pesante a vista. Gli impianti di alimentazione di forza motrice avranno origine dai quadri di zona. 5.11. IMPIANTO ELETTRICO DI ILLUMINAZIONE 5.11.1. IMPIANTO ILLUMINAZIONE ORDINARIA È previsto un impianto di illuminazione ordinario, differente per ogni tipologia di locale: passaggi, corridoi, camere di degenza, reception, giardini, magazzini, ecc. La scelta degli apparecchi illuminanti è effettuata in conformità alle normative vigenti tenendo in considerazione la zona di installazione, il relativo impatto estetico e il budget a disposizione. La quantità e la disposizione degli apparecchi illuminanti è tale da consentire il raggiungimento dei valori di illuminamento prescritti dalle norme e riassunte nel capitolo precedente. La tipologia degli apparecchi illuminanti è riportata nelle planimetrie di progetto. Le accensioni per le luci avvengono: • con comando automatico per le aree comuni (orologi e/o crepuscolari); • con relè passo-passo; • con comandi locali (interruttori, deviatori o invertitori a seconda del numero di punti di accensione). In generale gli impianti sono realizzati con tubazioni in PVC flessibile o rigide, posate a vista in tutte le zone tecniche e nelle zone occultate da controsoffitto. Per le zone prive di controsoffitti gli impianti sono realizzati con cassette da incasso e tubazioni sottotraccia. Per i locali tecnologici è prevista la posa con tubazioni in PVC rigido pesante a vista. Gli impianti di illuminazione ordinaria avranno origine dai quadri di zona. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 23 di 31 5.11.2. ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA L’illuminazione di sicurezza è realizzata lungo le vie di esodo ed ove vengono svolte attività per le quali la sospensione delle stessa richiede la visione della attività in corso. Allo scopo è previsto l’impiego di: • apparecchi illuminanti del tipo autoalimentato con o senza pittogramma con le indicazioni della via di fuga; • apparecchi illuminanti dotati al proprio interno di alimentatori tamponi ed accumulatori (in generale collocati nei locali tecnici) • apparecchi illuminanti alimentati direttamente da gruppo soccorritore La quantità e la disposizione degli apparecchi illuminanti è tale da consentire il raggiungimento dei valori di illuminamento prescritti dalle norme e riassunte nel capitolo precedente. L’autonomia minima prevista delle lampade autoalimentate è pari a 60 minuti; viceversa per gli apparecchi illuminanti alimentati da circuito soccorritore l’autonomia si può considerare estesa sino alle 2 ore (per analogia alle disposizioni dei VVF per gli ospedali) in considerazione della presenza a monte del sistema del gruppo elettrogeno. 5.12. IMPIANTO DI TERRA E PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE Al fine di garantire un’adeguata messa a terra degli impianti elettrici sarà prevista la realizzazione di un unico impianto generale di messa a terra esteso a tutta la zona interessata dagli impianti. L’impianto di terra previsto, dovrà assicurare un valore di resistenza adeguato alle caratteristiche della rete di media tensione tale da garantire, in caso di guasto a terra nel punto di consegna, una tensione di passo e contatto di valore inferiore a quello ammesso dalla normativa vigente. A tale scopo è previsto di realizzare un impianto di dispersione costituito da un dispersore orizzontale in corda nuda di sezione 95 mm² interrato ad una profondità di 50÷70 cm lungo il perimetro dell’edificio integrato da spandenti a picchetto, provvisti ognuno di pozzetto ispezionabile, e da collegamenti agli elementi di armatura della struttura di fondazione. All’impianto di terra saranno collegate: - tutte le masse metalliche dell’edificio suscettibili di introdurre il potenziale di terra; - tutte le masse metalliche dell’impianto elettrico; - tutti i conduttori di protezione provenienti dall’impianto, dalle parti metalliche di apparecchiature elettriche e i poli di terra delle prese; - tutti i collegamenti equipotenziali e supplementari ai tubi di adduzione metallici dell’acqua calda e fredda dei rispettivi tubi di scarico delle vasche, delle docce, dei lavabi; 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 24 di 31 Dal calcolo della probabilità di fulminazione (vedi documento di progetto) l’edificio in relazione alle caratteristiche geometriche e alle modalità di utilizzo risulta auto protetto. Non si riscontra pertanto la necessità di realizzare impianti di protezione esterni (LPS) per la captazione delle scariche atmosferiche. 5.13. SISTEMA TESTA LETTO In accordo con le ultime disposizioni regionali per la realizzazione di RSA sarà prevista la fornitura in opera di un sistema testa letto completo di: • • • • • • illuminazione generale indiretta; illuminazione per visita medica; illuminazione di lettura; illuminazione notturna; modulo chiamata di soccorso; modulo predisposizione erogazione gas medicali. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 25 di 31 6. DESCRIZIONE IMPIANTI SPECIALI Saranno realizzati i seguenti impianti speciali e/o specialistici per le attività svolte all’interno della struttura: 6.1. SISTEMA DI SEGNALAZIONE E’ previsto che per le camere da letto, i servizi igienici e gli altri locali frequentati dagli ospiti dovranno essere previsti particolari attrezzature di comunicazione (citofoni, campanelli, pannelli telematici con comando a distanza) idonee a segnalare agli operatori o a chiunque sia addetto al controllo degli utenti le richieste di aiuto e di assistenza. Il sistema previsto consente di realizzare, in ambito ricettivo assistenziale ospedaliero, impianti di gestione e supervisione delle chiamate e la comunicazione da parte dei pazienti e/o del personale medico e paramedico verso i locali di presidio, verso altre camere o reparti, e verso ambienti esterni alla struttura ospedaliera. Tutte le informazioni (ad esempio, tipo di chiamata, numero di camera, numero di letto, memoria eventi), le procedure e le anomalie vengono rilevate, monitorate e visualizzate dal sistema. I dispositivi del sistema, sviluppati su tecnologia bus, offrono soluzioni che consentono il massimo livello d’efficienza, rispondendo perfettamente ad ogni esigenza installativa e ai vincoli imposti dalle diverse strutture. I dispositivi consentono due distinte modalità di funzionamento: • Off-line nel quale vengono utilizzati solamente i dispositivi di camera (moduli display) per il controllo e la gestione delle chiamate (segnalazioni acusticoluminose); • On-line dove è presente il personal computer che centralizza tutte le informazioni visualizzate sui display (moduli e terminali) allo scopo di supervisionare tutto il sistema, memorizzare gli eventi (chiamate, numeri di letto, ecc.), gestire le priorità di chiamata e la comunicazione vocale tra camere, tra reparti e verso apparati esterni (telefoni fissi o cordless, cercapersone, ecc), gestione chiamate di tipo diagnostico (mediante contatto pulito da apparecchi elettromedicali ai moduli display o terminali di comunicazione). I moduli display abbinati a dispositivi denominati moduli fonici, costituiscono i terminali di comunicazione; oltre alla visualizzazione del tipo e delle caratteristiche delle chiamate quindi, il terminale consente non solo la comunicazione bidirezionale in vivavoce con un altro terminale ma anche la trasmissione di un canale musicale connesso ad una sorgente esterna e, se è presente l’accoppiatore telefonico, anche l’interfacciamento con apparecchi cercapersone, centralini telefonici, ecc., allo scopo di diffondere annunci e/o interloquire utilizzando il normale telefono. La chiamata da parte del paziente è effettuata attraverso un’apposita “perella” o attraverso un tirante bagno; a questo scopo il sistema integra nella propria gamma 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 26 di 31 quattro pulsanti dotati di spia di segnalazione e coordinati esteticamente con la serie civile che consentono di avere un’interfaccia utente adatta, ergonomica, non invasiva sulla parete e soprattutto coordinata con tutti gli altri componenti del tradizionale impianto elettrico. Lo standard di comunicazione utilizza un protocollo differenziale e si serve, come mezzo fisico trasmissivo, di un cavo bus alimentato a bassissima tensione di sicurezza; la filosofia usata è quella di un sistema ad intelligenza distribuita. La struttura è ad anello aperto e prevede che ciascun componente posto sulla linea dialoghi direttamente con gli altri dispositivi presenti. La struttura del sistema è pensata per gestire un massimo di 128 linee, ciascuna delle quali è in grado di controllare 128 dispositivi attivi (per un totale di oltre 16.000 dispositivi totali). Estremamente ridotto nel numero dei componenti, il sistema si avvale del solo dispositivo di camera (display e/o terminale di comunicazione) per controllare e gestire tutti gli input/output presenti all’interno della stanza, che risultano essere nella configurazione di default: • • • • 2 1 1 1 letti tirante bagno annullo tirante bagno lampada di segnalazione fuori porta Il collegamento dei dispositivi effettuato secondo una filosofia seriale permette al sistema in caso di malfunzionamento di uno dei componenti di non creare disservizi e non pregiudicare il corretto funzionamento degli altri dispositivi. 6.2. IMPIANTO RILEVAZIONE FUMI E ALLARMI EVACUAZIONE Sarà installato un impianto di rilevamento fumi a copertura di tutti i locali del complesso edilizio. I sistemi di rilevazione saranno installati in tutti i locali del complesso edilizio. Nei locali adibiti a residenza, in relazione alla particolare criticità, sono previsti almeno n. 2 rilevatori di fumo di tipo ottico. L’impianto sarà completo di pulsanti antincendio e pannelli ottico-acustici d’allarme incendio. L’azionamento dei pulsanti attiva la procedura di evacuazione secondo il piano redatto dal Gestore dell’Edificio. La segnalazione di allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati determinerà una segnalazione ottica ed acustica di allarme incendio presso il centro di gestione delle emergenze. L’impianto consentirà l’azionamento automatico dei dispositivi di allarme posti nell’attività entro: - un primo intervallo di tempo dall’emissione della segnalazione di allarme proveniente da due o più rivelatori o dall’azionamento di un qualsiasi pulsante manuale di segnalazione di incendio; - un secondo intervallo di tempo dall’emissione di una segnalazione di allarme proveniente da un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la centrale di controllo e segnalazione non sia tacitata dal personale preposto. I predetti 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 27 di 31 intervalli di tempo devono essere definiti in considerazione della tipologia dell’attività e dei rischi in essa esistenti nonché di quanto previsto nel piano di emergenza; - l’impianto di rivelazione consentirà l’attivazione automatica di una o più delle seguenti azioni: chiusura automatica di eventuali porte tagliafuoco, normalmente mantenute aperte, appartenenti al compartimento antincendio da cui è pervenuta la segnalazione, tramite l’attivazione e/o condizionamento, chiusura di eventuali serrande tagliafuoco esistenti poste nelle canalizzazioni degli impianti di ventilazione e/o condizionamento riferite al compartimento da cui proviene la segnalazione, eventuale trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme in posti predeterminati in un piano operativo interno di emergenza La gestione di sirene, allarmi ottici ecc. sarà in accordo alle disposizioni del Comando locale dei Vigili del Fuoco ed in accordo al documento “piano d’evacuazione dell’Edificio”. La centrale sarà prevista completa di gruppo batterie per garantire una autonomia di 72 h in stand by del sistema e 30 minuti in condizione di allarme. L’impianto dovrà essere realizzato in conformità alla Norma UNI9795 ed i componenti dovranno essere conformi alle Norme UNI EN 54 di prodotto secondo i rispettivi campi di applicazione. 6.3. IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA E’ previsto un impianto di videosorveglianza con telecamere a circuito chiuso a copertura di tutte le aree di accesso. L’impianto TVCC non sarà realizzato a copertura delle zone lavorative e nei nuclei delle degenze. La centrale sarà ubicata in luogo costantemente presidiato e le immagini sono gestite da personale autorizzato. Le centrali saranno complete di gruppi batterie per garantire una autonomia di 72 h in stand by del sistema. Le esatte ubicazioni delle telecamere si ricavano sugli elaborati di progetto, cui si rimanda per il maggiore grado di dettaglio. I segnali video, di alimentazione e di sincronismo provenienti dalle telecamere sono portati mediante cavo precomposto alla unità di commutazione video. La resistenza anticondensa della telecamera termostatata è invece alimentata dal quadro elettrico di zona. E’ prevista l’installazione di un multiplexer video, collegato alle telecamere e ai monitor, e del videoregistratore. Le immagini sono presentate in area reception dove sono collocati i monitor di servizio in bianco e nero. Questi ultimi sono ad alta definizione, e sono dotati di ingressi video passanti commutabili. Il sistema interagisce con l’impianto antintrusione attraverso contatti di allarme posti sul multiplexer video ed il videoregistratore. Tali contatti consentono: • l’aumento della velocità di registrazione in caso di allarme; • la forzatura sulla zona servita dalla telecamera in prossimità della quale si verifica l’evento di allarme. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 28 di 31 La rete di interconnessione è' costituita da cavi precomposti per TVCC, che consentono l’alimentazione, il riporto dei segnali video ed il sincronismo. Il cavo è del tipo non propagante l'incendio ed a bassa emissione di fumi e gas tossici, a Norme CEI 20-22 II e III, CEI 20-35/37/38. 6.4. IMPIANTO CONTROLLO ACCESSI Sarà installato un impianto di controllo accessi per la limitazione delle aree riservate al personale di servizio piuttosto che accessibili agli ospiti della struttura. Il sistema sarà costituito da una centrale su postazione PC per la registrazione degli eventi di accesso autorizzato o i tentativi di accesso non autorizzato nonché per la preparazione dei badge del personale con diversi livelli di abilitazione. Gli accessi saranno controllati tramite la gestione della serratura elettrica della porta attraverso lettore badge di prossimità. L'impianto in oggetto ha lo scopo di controllare gli accessi alle aree dell’edificio riservate al personale senza peraltro attribuire ai transiti valenza amministrativa. L’impianto è composto di: • • • • • • • _ _ _ _ _ _ _ workstation di gestione; lettori di badge, del tipo di prossimità; concentratori; pulsanti di sblocco; controlli di stato porta; tessere; linee di collegamento. L’impianto ha origine in reception dove è collocata la workstation di gestione dell’impianto completa di programma base e relativa licenza d’uso. Dalla workstation si dirama la linea seriale (RS485) che collega tra loro i vari concentratori previsti in campo. L’installazione dei concentratori è prevista all’interno dei quadri elettrici di zona. Dai concentratori partono, con topologia stellare, le linee di collegamento verso i lettori di badge, i pulsanti di sblocco e i controlli di stato dei varchi. I concentratori sono in grado di gestire ciascuno almeno 4 varchi. In caso di interruzione della linea seriale di collegamento tra i concentratori e la workstation centrale, questi continuano a funzionare in maniera “stand-alone” senza interrompere le normali funzioni del sistema. 6.5. IMPIANTO CABLAGGIO STRUTTURATO Sarà installato un sistema di cablaggio strutturato per la totalità dell’Edificio. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 29 di 31 Il cablaggio strutturato sarà a supporto dei servizi di fonia e dati e può essere impiegato anche per la trasmissione di segnali digitali provenienti da sottostazioni di gestione impianti vari funzionanti stand alone e gestibili a livello superiore da software di supervisione. Il sistema sarà realizzato con struttura a stella, unità centrale in zona presidiata costituente il centro stella dell’impianto. L’architettura distributiva prevede un nodo centrale, coincidente con il sistema di ingresso/permutazione delle linee telefoniche urbane, collegato alle prese remote con cavi in rame. Nell’armadio centro stella (all’interno del quale saranno inseriti gli apparati attivi di gestione della rete strutturata, i pannelli di connessione, i permutatori per linee di fonia,ecc. ), partiranno le distribuzioni secondarie realizzate con cavi in rame a 4 coppie (tipo UTP). Le distribuzioni orizzontali terminali saranno indifferentemente utilizzate per le distribuzioni di dati o fonia. Le postazioni di lavoro, previste in tutti gli ambienti, saranno attrezzate con almeno due prese RJ45 utilizzabili sia per la connessione di terminali per dati (PC) che per la connessione di terminali di fonia (apparecchi telefonici); la selezione funzionale sarà effettuata sull’armadio “permutatore di piano” collegando la terminazione secondaria al “permutatore dati” o al “permutatore per fonia” con opportune bretelle di connessione. La distribuzione terminale sarà in rame con cavi cat. 6 o superiore. Il punto presa utente è composto da frutti RJ45 alloggiate entro cassetta a parete. I punti terminali a presa devono essere realizzati con terminali autospellanti. Ogni presa è corredata di etichetta identificatrice non rimovibile accidentalmente, che consenta di individuare il corrispondente terminale presso l'armadio di piano. Ogni presa utente sarà attestata ad un cavo UTP di categoria 5E a 4 coppie, 4x2x0,258 proveniente dall'armadio di centro stella. La rete di cablaggio orizzontale è prevista con cavi in rame a 4 coppie categoria 6, UTP 23AWG del tipo LSZH. 6.6. IMPIANTO TV L’intero Edificio sarà dotato di impianto TV per distribuzione segnale terrestre e segnale satellitare. Il sistema sarà costituito da: • • • • centrale televisiva del tipo miscelato modulare; rete distributiva in cavo coassiale a basse perdite; partitori di segnale; prese televisive terrestri e satellitari (previste nelle sole sale comuni). L’impianto è composto come segue: • _ gruppo antenne per TV terrestri; • _ antenna parabolica diametro 100 cm, dual feed; • _ centrale di testa ad elementi modulari; 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 30 di 31 • • • • • 6.7. _ _ _ _ _ multiswitch di distribuzione passanti e terminali; derivatori; cavo coassiale per segnali satellitari; complesso di prese e doppi frutti TV – SAT; scatole portafrutto per montaggio in vista con punti di alimentazione. IMPIANTO CITOFONICO/VIDEOCITOFONICO Sarà installato un impianto citofonico/videocitofonico per accedere alla struttura. L’impianto sarà costituito da: • piastre citofonica/videocitofoniche esterne; • piastra citofonica/videocitofonica interna; • conduttori di collegamento. 4AH00RCa.docRCa.doc Rev. a del 15/03/2008 Pagina 31 di 31