n.8 novembre 2004 mensile di intrattenimento intelligente 2 EDITORIALE bazar 11 2004 MAra Codalli Direttore arTistico www.bazarweb.info Eugenia ROmanelli Direttore responsabile Vera RIsi viceDirettore www.bazarweb.info bazar 11 2004 laboratori studenti la sapienza 3 S E S S O come lo fanno le nuove gene razioni Bisessualità? E’ la nuova possibilità di anon o, apparire bisex aiuta a mostrarsi open mind, e un corpo unisex piacimat e a in qualsiasi momento. Ecco il sesso giovane: meno etichette e più enertutti gie di attrazione. Giochiamo a fare sesso Domandi al tuo compagno di banco chi ti piace e la risposta è spesso indifferentemente Riccardo o Martina… da parte della persona. Bisessualità: una moda? A detta degli stessi teen-ag stessa bombardati da immagini, spot, eventi dello star-system (come er in parte si. E’ diventato un fenomeno di costume tra i giovanissimi, non ricordar e il bacio appassionato sul palco tra Madonna e Britney Spears! che fanno dell’ambiguità sessuale una bandiera commerciale ) Il lato interessante di questo “mostrare per attrarre” è che c’è e un cult da emulare. maggio re spazio sociale per confessare agli altri e a se stessi il proprio desiderio di provare esperienze non vincolate da etichette conform iste. E una più ludica ma consapevole percezione del corpo del piacere, fenomeno del tessuto sociale giovanile che più di e interiorità. L’esibizione di qualunque tipo di ambiguità sembra qualunque altro sembra percorrere la strada alla scoperta della propria una possibi lità nuova di anonimato. Infatti dichiararsi bisessuale per moda, per mostrarsi open-mind e omologarsi al trend di un corpo unisex di fatto permette davvero di vivere una sessualità trasversale senza(e per questo sempre desiderabile, da chiunque, in qualunque momento) doversi posizionare. Dalle interviste che seguono si comprende come l’esibizione sessuale non è vuota di contenuti: se l’attrazione è un fatto di affinità emotiva è assurdo pensare di poterla ghettizzare in definizio chimica e di ni culturali come omo-etero-bi-queer-trans, etc (tra l’altro in altre culture come quella orientale è addirittura difficile trovare termini di etichetta mento sessuale proprio perché l’approccio alla sessualità è universa e meno sottoposto a categorizzazioni) perché invece tutto è regolato da energie di attrazione e repulsione. Ascoltarle liberamente senza le doversi recepire trasgressivi è puro riconoscersi per ciò che si è. (di Francesca Cardarelli, Lucia Grosso, Laura Pesciaioli, Giorgia Petrucciani) 4 studenti la sapienza laboratori bazar 11 2004 r 18 Unde Voci dirette sulle identità plurisessuali, ludiche, libere e consapevoli del nostro millennio. (Seguono abstract di interviste effettuate nella penisola nel mese di aprile 2004). Riccardo, 17, Terni La bisessualità sta diventando una moda soprattutto tra le ragazze. Ma molto spesso chi dice di esserlo, in realtà non lo è”. Chiara, 16, Terni “C’è la moda di essere bisex, ma io lo sono veramente, non come le mie amiche che dicono di esserlo ma non è vero niente”. Stanislao, 15 anni, Bielorussia, ora vive a Terni “Ho fatto petting a 9 anni, da noi (in Bielorussia ndr.) spesso ci si droga, si beve e poi si fa sesso. Dopo aver fatto l’amore per la prima volta, avevo 14 anni, sono subito andato a comprare il Kamasutra per informarmi sulle varie posizioni. Ora faccio l’amore quando capita, quando ne ho voglia o non abbiamo niente da fare”. Riccardo, 17 anni, Terni “Farei sesso sempre ovunque ne ho voglia. in ogni minuto come per un istinto irrefrenabile. Sono il più grande maniaco sessuale della città!! Ma non mi sento a disagio, anzi vivo molto bene con me stesso. Sono etero, ma aperto mentalmente senza pregiudizi verso le diversità tanto è vero che ho amici gay e la mia ultima ragazza è bisessuale. Di solito mi trucco gli occhi con la matita nera, mi sento troppo bello. Quando mi guardo allo specchio mi leccherei da solo, farei sesso con me stesso. Adoro me e tutte le donne, andrei con tutte, basta che siano almeno un po’ carine!”. Claudio, 17 anni, Roma “Ho iniziato ad andare a casa sua con i miei amici e lei da subito ha iniziato a toccarci. Poi abbiamo iniziato ad avere rapporti, [...] ci va tutta la comitiva, spesso andiamo tutti a trovarla e lei sceglie uno di noi a caso. Quello si diverte e gli altri guardano e ridono. A volte li spiamo dal buco della serratura. La sfruttiamo e lei lo sa. A volte la picchiamo per gioco e lei ride! E anche le sue amiche sono così. Poi a volte si aggiunge qualcun altro, tanto a lei non importa conoscerli. Usiamo il preservativo: chissà con chi sono state quelle!”. Noemi, 16 anni, Firenze “Per me il sesso è fondamentale, anche più dell’amore, una vera linfa vitale, fare sesso mi dà la carica per affrontare tutte le rotture della vita. Ho una concezione del sesso tutta mia, lo vedo come un’ottima valvola di sfogo soprattutto dopo certe giornate no. Le avventure sono ancora più stimolanti. Farlo con la stessa persona dopo un po’ mi annoia. Sento il bisogno continuo di nuove esperienze. [...] Più avvincente è uno sconosciuto incontrato per caso: mi eccita da pazzi scoprire come bacia, se ha esperienze o se è ancora vergine. I ragazzi quando stanno con me sono tutt’altro che intimoriti, anzi fin troppo disinibiti e diretti. Quando trovano una come me vogliono dar sfogo a tutte le loro fantasie, altro che timidi!”. Mauro, 18 anni, Roma “Provo disgusto per tutti gli omosessuali. Non li offenderei, potrebbero essere miei amici, ma il pensiero di due dello stesso sesso a letto mi urta. [...] La stessa cosa vale per i trans, ciò però non esclude il fatto che li frequenti. Per un bel ragazzo non è difficile trovare un travestito che ti permetta di entrare in un locale evitando la fila, ottenendo di guardare la pista dal tavolo migliore gratuitamente. [..] E’ opportunismo ma non diverso dal loro. Io entro, bevo, ballo gratis e loro hanno un bell’accompagnatore. Le proposte non si fermano al bere, ma io non mi sono mai spinto oltre perché il sesso è piacere e con loro per me non lo sarebbe”. (di Salvatore Battaglia, Manuela Borseti, Francesca Caldarelli, Antonietta D’Aquaro, Rosario De Luca, Maria Paola Paluccio, Salvatore Pansa, Laura Pesciaioli, Giorgia Petrucciani, Michela Ruffa, Caterina Sestito, Valentina Latini, Lucia Grosso). Nuovepratike.uk… ho fatto splosh! routine vi stanno assalendo? Ecco di cosa avete La noia e la bisogno. La parola magica è splosh, pratica sessuale che consiste nel cospargere il proprio corpo e quello del/dei partner con il cibo preferito, rotolarsi tra le lenzuola e sul pavimento per poi fare l’amore tra il sapore di cioccolato, budino o crema che sia. Tra i più trasgressivi c’è chi sceglie di crogiolarsi nel fango o con vernici non tossiche. Lo splosh è il piacere di sentirsi vischiosi e umidi, come evoca la parola stessa coniata dall’inglese Bill Shipton, fondatore anche dell’omonima rivista (splosh.co.uk). La tecnica è nata in Inghilterra nella scena fetish, ma ciò che colpisce è che sia sempre più comune tra i giovanissimi italiani reinterpretata in chiave ludica. Occhio però: se avete voglia di lasciarvi andare alle più sfrenate fantasie state attenti ai cibi bollenti o piccanti! (di Manuela Borseti e Rosario De Luca) Stanislao, 15, Bielorussia “Una volta ho fatto splosh con nutella e aranciata”. Riccardo, 17, Terni “Splosh? Io non ho spalmato niente, l’ho proprio messo dentro al vasetto della nutella, e la mia ragazza ha fatto il resto”. www.bazarweb.info Let’s do polyamory Negli anni ‘60 si parlava di sesso libero senza regole e senza tabù. Nel nuovo millennio invece si pratica la polyamory. E’ una tendenza che si sta diffondendo, tra i giovanissi mi, soprattutto oltreoceano ma anche in Italia comincia a fare capolino. Si tratta di una non-mono coppia base e intorno a questa satellitano i polyamory di ciascuno gamia responsabile: esiste una dei due. Tutto si compone in una danza altamente codificata, ma ogni coppia è libera di scegliere i passi che la comporranno. C’è chi sceglie di dormire con il proprio polyamory, ma non nel letto che normalme nte si condivide con il partner. O di uscire con il proprio polyamory, ma solo determinati giorni al mese. A volte si esce in quattro e allora la cosa si fa divertente. Amore pubblico, amore condiviso che richiede un grande impegno di dialogo. Altro che free love! (di Esther Venanzi) Toothing, mon amour Gli hobbysti del sesso inglese hanno appena inventato il toothing. E’ clandestini avvengono usando messaggi mandati tramite cellulari e sesso tra estranei i cui incontri tecnologia wireless (senza fili), che permette a due o più apparecch palmari Bluetooth . Grazie a questa i di comunicare tra loro a una breve distanza, i toothers trovano i propri partner. Non serve il numero, il messaggi o si propaga in un raggio di circa 10 metri, e in genere per iniziare è: “toothing?”. Se c’è un’altra parte interessata si comunica fino a che non si concorda un luogo di incontro. Di solito un bagno pubblico. Nel Regno Unito già si contano migliaia di toothers e il luogo preferito di questi lovers occasionali e tecnologici è la metro, anche se seminari e conferenze hanno comunque il loro appeal. (di Lucia Grosso ed Esther Venanzi) o hi-tech Sess Tastiera, schermo e cellulare: le nuove enti dell’erotismo. compon Testo rosso, sfondo nero. Un decalogo di regole. Un invito a rispettarle. Una precisazione sulle intenzioni dei curatori e la possibilità di scegliere se entrare o meno. Si apre così la bacheca del sesso di Sudenti.it: uno dei tanti forum in cui poter parlare di sesso nelle sue molteplici sfaccettature presenti sul web e rivolti a un pubblico under 17. Basta un click per entrare e un nick per partecipare al mondo del sesso virtuale, inviando o rispondendo a messaggi. C’è il ragazzo che cerca di sciogliere i propri dubbi sessuali chiedendo chiarificazioni, chi utilizza il forum per conquistare l’anima gemella fornendo identikit e preferenze o chi ne approfitta per scrivere “emozioni erotiche”. In Girlpower.it lo scenario è simile. Anche qui la bacheca viene utilizzata per ricevere e dispensare consigli, esprimere perplessità e fare proposte inerenti al sesso in una clima a metà tra spregiudicatezza e ingenuità. Se si resta nell’ambito virtuale si scopre che il sesso fra gli adolescenti si fa anche via sms. Nio, il nostro contatto, ha 16 anni e studia in un liceo scientifico della capitale. Come la maggior parte dei suoi coetanei utilizza le nuove tecnologie, e in particolare gli sms, alla ricerca di nuove esperienze e avventure da poter, magari, teletrasportare nel mondo fisico. Maliziosamente, senza inibizioni, si lascia andare a un racconto fatto di messaggi: una vera storia di sesso vissuta cellulare alla mano e meticolosamente riportata in un diario. “E’ una situazione nella quale non esiste l’imbarazzo – racconta Nio – non hai nessuno davanti a te… Sono ragazze che non conosci e questo ti lascia libero di sbizzarrirti in domande che non ti sogneresti mai di porre in nessun altro modo”. (di Raffaella Di Claudio e Antonio Moretti) x Cyberse Da Trieste a Palermo i giovani italiani lo fanno computerizzato! E’ quanto emerso dai dati Censis, secondo i quali il 40.7% degli under 18 fruisce regolarmente di chat e forum, e da quelli Eurispes che contano 1250 chat erotiche frequentate dal 77% degli italiani cybernauti. Non più sguardi di fuoco e cenette romantiche, non più vetri appannati o finestrini tappezzati dai giornali. Oggi tutto comincia da un : “dgt?”. I nick: caldo88, focoso89, tettona87, lasciano ben poco alla fantasia. E il bello arriva quando da diverse interviste e una simulazione di sesso virtuale ci viene chiesto: “f o m?”, “anni?”, “da dove dgt?”, “descriviti”, “t va d fare sesso?”, fino a giungere al “cosa indossi?”, o al “6 vogliosa?”, con uno schema che si ripete ad ogni clickata. Il sesso in chat è molto diffuso. Per noia, curiosità o voglia di trasgredire. Al bando timori e inibizioni. Talvolta macchinoso, talvolta interrotto da richieste di numeri di cellulare che rispondono all’irrefrenabile voglia di avere un contatto più umano. Così i valzer cibernetici continuano fino al raggiungimento di orgasmi evidenziati da lunghi “Ahhh”. La maggioranza degli intervistati dichiara comunque di preferire il contatto fisico, tanto è vero che ad un incontro galante in chat, seguono quasi sempre, richieste di incontri reali. (di Ersilia Festa) sesso nei diari clickabili Blog: Che cos’è un blog? La parola nasce da weblog ed è un sito personale ad altissimo aggiornamento. Negli ultimi anni ne sono nati a milioni, se ne trovano riguardo a qualunque argomento. Ciò che colpisce è la serenità con cui molti ragazzi lo usino come un autentico diario, quello che noi più grandi tenevamo gelosamente nascosto nell’armadio, con la differenza che è virtuale e chi lo legge può postare (pubblicare) commenti. Thepussycat, Birbastella, Morgana sono tutti nickname (soprannomi) di blogger italiane minorenni che usano il blog per raccontare le proprie esperienze, soprattutto sessuali. Thepussycat racconta le sue fantasie erotiche che regolarmente trasforma in realtà. A chi la contatta dicendole che cerca di copiare Melissa P, risponde che “quella sarà dimenticata come una sveltina nel cesso di un anonimo pub”. Morgana (alias Livia, 17 anni). ha una passione per le nuove tecnologie. Il 9 aprile ha festeggiato il suo primo anno da blogger. Celandosi dietro milioni di pixel rende partecipi della sua vita i 250 contatti che giornalmente la linkano. Con il blog racconta sé stessa, le sue emozioni, il suo essere donna. Prima di materializzarsi nel mondo reale, spesso i suoi amanti nascono in quello virtuale. “Il sesso – dice - è solo un modo per circoscrivere un’emozione. Può essere vissuto anche fuori dai canoni che la società impone, con qualcuno del tuo stesso sesso e anche solo per gioco”. Scrittura tagliente, ermetica e ben forgiata, foto che rispecchiano l’egocentrismo e la voglia di essere sexy influenzano quel personaggio che ha creato su se stessa e del quale non riesce a disfarsi. Il blog e la sua schiava mediatica vivono, ormai, in simbiosi virtuale. Per staccare la spina, Morgana usa il suo diario segreto, quello analogico. “In fondo – ammette Livia - non esiste ancora un uomo in grado di avermi”. (di Daniele Montemale ed Esther Venanzi) www.bazarweb.info Lo sguardo di Vlad imir Luxuria Ma cosa ne bazar 11 2004 pensa una delle icone queer del sesso oggi? Vladimir Luxuria, art director del Mucca Assassina fino Parla cantante, show wo-man e volontario dell’associazion al 2002, Mieli. Ha riempito le sue variopinte esteriorità di un e Mario percorso alla ricerca libera dell’identità trasformando l’esibizio fonte di emarginazione a battaglia per l’integrazionene da delle diversità a cultura. L’esibizione della sessualità è un fenome moda o denota una nuova concezione del no di Per parlare di sesso come di qualunque fenomeno sesso? sociale bisogna contestualizzarlo. In passato alcune espress ioni della sessualità erano represse: l’eterosessualità maschile ostentata, la donna ritrosa, l’omosessualità nascost a. Il sesso era visto unicamente come peccato. Oggi la consapevolezza permette di rendere visibile lamaggiore propria sessualità, vissuta come fonte di piacere. In qualunq ue modo la si ricerchi si è meno colpevolizzati, e ciò genera meno timore di esporsi. L’esibizione della sessualità è una conquis perché è un non nascondere la propria identità, qualunq ta ue essa sia. Altro è mostrarla per esigenze di mercato business. Sono, però, due facce della stessa : lo show medaglia. Come pensi che la visione del sesso sia cambia ta? Il pianeta del sesso è strano, e di difficile definizione. una cosa che può sembrare conservatrice (sorride Ora dirò ). Il freno imposto dalla chiesa cattolica, soprattutto nella particola re realtà italiana, era uno stimolatore sessuale. Il sesso ha bisogno del proibito. Oggi che la chiesa non ha più potere inibitore spesso si ricerca questo senso del proibito nelle droghe, nella virtualizzazione e nel cybersex. E secondo te il cybersex è sesso? Se serve a scoprire sé stessi e la propria sessualità ben ma se lo schermo genera unicamente autoerotismo venga, una nuova maschera, è inutile. Solo un nascondiglioe diventa che non risolve i problemi del confronto con il mondocomodo esterno e con la propria identità. (Di Lucia Grosso) Il sesso delle istituzioni L’educa zione sessuale è entrata da tempo nei programmi di studio delle scuole. L’esigenza di una specifica normati va riguardo la sessualità da decenni è oggetto di discuss sociale e politica. In Italia la prima proposta di legge ione risale al 1975, arrivando a un testo unificato nel 1979. Nel 1998 il Ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, assicurava l’introduzione dell’educazione sessuale tramite un insegnamento interdisciplinare nelle scuole, con lo di far acquisire ai ragazzi criteri di giudizio che favoriss scopo comportamenti rispettosi di sé e degli altri, partendo ero un’informazione scientifica. Nonostante l’esistenza dida questa normativa l’educazione sessuale non è entrata ovunqu e a far parte dei programmi d’insegnamento. Il Ministero della Salute, attualmente, ha dato avvio a un progetto per salvaguardare i ragazzi da aids e altre malattie sessualmente trasmissibili. Il progetto prevede la diffusion di sei opuscoli monografici, con lo scopo di accrescere e considerazione di sé rispettando di più il proprio corpo la adottando stili di vita utili a prevenire danni alla salute. e (di Cristina Graniero e Eleonora Soriano) E i ragazzi che ne pensano? Il 92.6% dei ragazzi dichiara di volere l’educazione sessual ea scuola, l’84.12% preferirebbe come insegnanti docenti medici, il 18.41% familiari, il 16.12% propone colloqui esterni con coetanei istruiti in materia (Anlaids 2004). Secondo un recente sondaggio il 3% degli italiani apprezz a la fellatio, il 2% il cunnilingus, mentre, invece, il 95% ha dimostrato di non capire un tubo di latino! laboratori studenti la sapienza 5 Peer education La Lila (Lega italiana per la lotta all’Aids) svolge un’attività permanente di informazione nei luoghi pubblici frequentati dai ragazzi avvalendosi di giovani volontari formati sul tema, che riescono a raggiungere più facilmente il target giovanile. Nel 2003 ha dato avvio al progetto Aspasia, nelle scuole della provincia romana, che si basa sulla peer education: un gruppo di ragazzi segue un percorso formativo sul sesso e poi informa i compagni sull’argomento. Il progetto, tuttora in corso, sta dando buoni risultati in termini di aumento delle conoscenze. Un altro progetto ha cercato invece di rilevare l’immaginario dei giovani sull’Hiv attraverso l’analisi di temi svolti nelle scuole superiori di Roma e provincia. E’ emerso che la conoscenza dei giovani è spesso imprecisa: l’aids provoca la morte fisica e sociale, ed è l’emarginazione che spaventa. La percezione della distanza del rischio personale di contrarre la malattia porta spesso a non praticare sesso sicuro. (di Sandra Fratticci) Proteggersi? Le cifre del sesso sicuro Da uno studio Eurispes, sui giovani tra i 14 e i 17 anni , risulta che il 48.6% afferma di aver avuto rapporti sessuali completi, tra questi il 42.7% dichiara di aver usato il preservativo, il 24.2% il coito interrotto, il 23.2% nessun tipo di precauzione e l’8.2% la pillola anticoncezionale. Ma quanto costa il sesso sicuro? Da una ricerca effettuata nelle farmacie romane sono emersi alcuni prezzi indicativi: Preservativi: Ritardanti: euro 8.95 Aromatizzati e colorati: euro 8.45 Extra lubrificati: euro 7.35 Con rilievi stimolanti*: euro 9.10 Pillola anticoncezionale: euro 10.30 Pillola “del giorno dopo”: euro 13** * confezioni da 6. ** i prezzi sono da intendersi come media tra le differenti marche. (di Sandra Fratticci e Stefania Vignaioli) Gabriele, 16, Roma: “Uso il preservativo, ma non sempre quando faccio sesso con la mia ragazza. Il salto dell’anatra (coito interrotto n.d.r.), si, ma non lo considero un vero e proprio contraccettivo”. E per riderci su… - L’aspirina e’ un potente anticoncezionale. Basta tenerla stretta fra le ginocchia! - Ho deciso di praticare il sesso sicuro. Per questo esco solo con ragazze che me la danno. - Per evitare l’AIDS mi hanno detto: “No ai rapporti occasionali”. E allora ho deciso di farlo tutti i giorni! Only for girl All’interno dei consultori si cerca di capire e affrontare le paure dei ragazzi che non riescono a parlare dei loro problemi con i genitori, e trovano difficoltà anche nel confronto con questo ente. Le paure più diffuse sono quelle che non cambiano di generazione in generazione: per le ragazze è la prima volta, per i ragazzi il non sentirsi adeguati alla situazione. Molte giovani si rivolgono al consultorio per motivi relativi a gravidanze indesiderate. Questo argomento è disciplinato dalla legge n. 194 del 1978: se la ragazza è minorenne, e se durante i primi 90 giorni di gravidanza ci sono motivi che impediscono la consultazione dei genitori, il consultorio può rivolgersi al giudice tutelare, il quale può autorizzare l’interruzione di gravidanza. Ricordate che il consultorio è una struttura pubblica e gratuita per legge, nella quale ognuno può recarsi per ricevere informazioni ed in cui l’anonimato è garantito. (di Stefania Vignaioli) Consulenza online In genere di fronte al binomio sesso-internet viene naturale pensare alla pornografia. Non sempre è così, il sesso affrontato in internet è anche informazione. Chi vuole parlare liberamente di sesso, chiarire i propri dubbi, superare paure e ansie, può trovare le risposte presso alcuni siti che si rivolgono ai curiosi di ogni età. Schiettezza, sincerità e uso di parole dirette sembrano essere le loro caratteristiche peculiari. Ce lo racconta Chiara Simonelli psicologa, sessuologa e docente della facoltà di Psicologia “La Sapienza” di Roma, impegnata nella cura del nuovo sito e-sessuologia.it. Il portale contiene numerosi articoli sugli aspetti fisiologici, psicologici e sociali della vita sessuale. Altro sito di grandissimo successo è stradanove.net gestito dal comune di Modena. Qui ogni mese si collegano 3 milioni di utenti, compresi tra quattordici e i trent’anni. I più giovani sono interessati ad argomenti quali la prima volta, la masturbazione e la contraccezione. Altri siti di notevole interesse sono aispa.it, andrologia.org, angelgreg.it e anche all’interno di mtv.it si può trovare una sezione dedicata alle consulenze sessuali. (di Ania Maslova, Antonio Pavesi, Liliana Quadrini, Doriana Raimondi, Rosaria Toscano) 6 studenti la sapienza laboratori bazar 11 2004 www.bazarweb.info Media sex: il sesso su carta Libri per sessuofili -Un romanzo di vite quotidiane, noia, adrenalina, violenza e sesso tra due adolescenti innamorati è Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia. Diventato un cult tra i giovanissimi soprattutto romani, tanto che ne è stato fatto un film. Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, editore Feltrinelli - 8,00 – 319 pag. Altri giovani interessati alla tematica: J.T.Leroy con Sarah, che lacera nella lettura per la sua straordinaria aderenza alla realtà nel descrivere un’adolescenza problematica e intensa, con una scrittura tagliente e efficace; N. McDonell con Twelve; e A. Santojanni con Sono solo mostri. (di Stefano Paolucci) DA VEDERE E LEGGERE Cattive ragazze Sesso al femminile è quello spudorato e sfrontato che sviscerano le giovanissime scrittrici del momento. Un diario di una adolescente sopra le righe lo scrive, invece, Marilù Manzini con Io non chiedo permesso. Una gabbia dorata dove il sesso diventa rifugio e difesa, e a volte gioco pericoloso tra droga, festini e scambi di coppia. Io non chiedo permesso di Marilù Manzini, editore Salani - 12,00 – 222 pag. Se per l’adolescente ribelle sarà una passeggiata, per il genitore che deve sapere, per chi non c’è sesso senza amore ed altri ancora, Platonic sex potrà rappresentare qualcosa di forte. Le esperienze estreme di questa giovanissima di Tokyo, le sue riflessioni superficiali, gli occhi ingenui, i gesti interessati costringono il lettore a pensare al significato del sesso e della vita in generale. Senza pregiudizi però. Perché se oggi è ormai da considerare rivoluzionario chi antepone il sentimento all’atto, allora Iijima Ai non va etichettata, ma considerata come la normalità che corre incontro alle generazioni. Platonic sex di Iijima Ai, Edizioni Rizzoli - 14,00 - 236 pag. Il discusso fenomeno editoriale della passata stagione rimane Melissa P. con 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire e il suo modo di scandalizzare/eccitare il lettore tramite il diario delle sue avventure erotiche. 100 colpi di spazzola di Melissa P., Fazi Editore - 9.50 – 143 pag. La Melissa P. d’oltreoceano si chiama Zoe Trope e ha scritto scusate se ho quindici anni. Diario affilatissimo di una liceale di Portland che non risparmia nessuno, né coetanei né professori. Il tutto filtrato dalla distratta bisessualità della protagonista. Scusate se ho quindici anni di Zoe Trope, edizioni Einaudi Stile libero - 9.00 - 253 pag. SEX TV Visti da noi Parola d’ordine? Sesso: chiave d’accesso all’età adulta in molti dei recenti film per e sull’adolescenza. Da Venezia al cinema: New Sex negli States per Spike Lee con She Hate Me. Pellicola irriverente su un disoccupato disperato che per qualche soldo accetta di fecondare la sua ex-ragazza, nel frattempo diventata lesbica, e la sua nuova compagna. Ricoperto di richieste scopre questo nuovo modo di guadagnarsi da vivere. New families in A home at the end of the world, di Roger Michell. Due amici si ritrovano dopo anni a New York. L’uno, eterosessuale scansafatiche, l’altro, gay emancipato della city, si ritrovano a condividere l’appartamento con una ragazza madre. Curiosamente il bambino comincia a convivere con gli ambigui ruoli sessuali di madresingle, padre-surrogato e madre-padre-freegay. Dvd: Un tempo delle mele per la MuccinoGeneration, 3mSc film diretto da Luca Lucini, e tratto dal libro di Federico Moccia. “Apri gli occhi e inizia a sognare” queste le parole che uniscono le due vite apparentemente lontane di due ragazzi romani.. Racconto di come due estremi unendosi possano arrivare a tre metri sopra il cielo. Thirteen di Catherine Hardwicke, adolescenza tutta al femminile basata sul culto dell’apparire, scritto dalla giovanissima protagonista Nikki Reed. E’ la storia della trasformazione di un’ingenua adolescente tredicenne che emula la ragazza più cool della sua scuola tra piercing, droga e sesso. Y tu mamà tambièn: Julio e Tenoch due diciassettenni con una gran voglia di crescere, grazie ad una ventottenne conosciuta ad una festa si ritrovano alle prese con le croci e le delizie del sesso. Spaccato divertente degli approcci al sesso dal sapore centroamericano. Per stomaci di ferro: Kids e Ken Park due lungometraggi di Larry Clark che sbattono in faccia una realtà dura e scomoda. Mostrano con ragazzini non professionisti il rifugio nel sesso come ginnastica dalla inaccettabile quotidianità. Ragazzi alle prese con incesti, autoerotismo estremo, prostituzione e aids. Una testimonianza cruda di ciò che può voler dire essere Kid oggi. E tra le pieghe più nascoste della sessualità troviamo A tua sorella, pellicola di Catherine Breillat (regista che ha diretto anche Rocco Siffredi). La storia perturbante di due sorelle francesi, l’una 15enne bella l’altra 13enne con problemi di peso, che in vacanza incontrano Fernando interessato solo a rubare la verginità delle due. Sesso, sodomizzazione e bulimia si intrecciano senza soluzione di continuità. Buona visione! (di Paola Filiani e Serena Paternoster) Zappando tra un canale e l’altro si nota che di sesso se ne parla poco. MTV è la rete che si dedica di più all’argomento con interi programmi. C’è n’è per tutti i gusti: Loveline, programma di una certa autorevolezza, nel quale un sessuolog o risponde a dubbi sul sesso. (In onda saltuariamente)Undressed, serie leggera in cui i protagonisti mettono a nudo tradimenti , flirt e delusioni, in onda ogni sera alle 23.30. Kiss&Tell, un gioco delle coppie con prove piccanti in onda tre volte a settimana alle 22.30. Se poi si da un’occhiata su Odeon tv, anch’essa tv generalista, ogni sera c’è una trasmissione, stile Grande Fratello ma più “spartano”, dove un gruppo di ragazze molto “libere” sono rinchiuse da mesi in una villa riprese senza dalla mattina alla sera tra giochi erotici e allusioni. Chi resiste e attizza veli vince. Non male la conduttrice in studio, che ha inventato un nuovo di più modo di condurre che, come dire, lascia poco spazio alla fantasia! Una chicca dal satellite: è canale Gay Tv (ha sede a Milano) che ha anche un sito www.gaytv.it. Ci sono vari programmi dedicati al sesso, il tutto con un taglio serio e ironico allo stesso tempo. Tra i conduttori più capaci Fabio Canino, gay dichiarato, ex Iena e ora su Italia Uno. Il pubblico televisivo, essendo satellite, spazia da tutte le nazioni compreso il Maghreb dove l’omosess sul è molto presente ma con tabù. Ma non si parla solo di omosessualità. ualità parla liberamente, ci si sfoga consentendo un vero spazio di dialogo Si sulle problematiche legate alla sessualità. (di Ilaria Sansone) Piccole lettrici curiose Cresce sempre più il numero di riviste per i giovanissimi, soprattutto di sesso femminile. Un recente studio condotto dall’Eurispes ha evidenziat o come in questi periodici siano aumentati gli spazi dedicati ad amore sesso. Un esempio è rappresentato dalla rivista Love, quella che si e occupa più frequentemente di eros, dedicando al tema il 31,7% delle 60 pagine complessive. Ad essa seguono Kiss me, Top girl, Young 18, Big, Tweens, Debby più, Cioè, Ragazza moderna, che si rivolgono a un target compreso tra i 14 e i 21 anni. Tali riviste contengono test psicologici, consigli sul look, tecniche di seduzione, racconti di esperienze e pareri di esperti. Il profilo dei periodici non manca d’essere accattivante in tutti i suoi articoli con continue allusioni e rimandi al sesso. Il ritratto delle fruitici che viene fuori da questi magazine è quello della adolescente: attenta a ciò che fa tendenza, al mondo dello spettacolo nuova , alla scoperta dell’amore, ma soprattutto a una sessualità in continua evoluzion e. (di Maristella D’Amico, Valerio Giangrande,Claudia Iacovella, Michela Rosa) Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da segnalarci? SCRIVI A: [email protected] bazar 11 2004 www.bazarweb.info 3-4-5-6 Studenti la Sapienza Roma - LABORATORI – Sesso, come lo fanno le nuove generazioni 9-10-11 Roberto Pisoni - VISIONI – La passione di Vera Drake Begani 28 –Marco LEGGERE (FUMETTI) – Eroe suo malgrado? Amendola 29 –Claudio LEGGERE (RILEGGERE) – Un uomo(e un cane) da marciapiede 12 Alessandro Benvenuti 30 Nancy Brilli – LEGGERE 13 31 Marcello Amoruso 14 – VISIONI (IN PILLOLE) - Che fine hanno fatto i registi? Giuseppe Mottola – VIDEOGIOCANDO – Il buio fa paura Caterina Gonnelli - ONDE – L’università fa audience 15 Giulia Baldi - SINTONIE – Rock & news 16-17 Gabriella Serusi - SCENE – Palcoscenici arditi 18 Gabriella Serusi - SCENE – Corpo analogico e corpo tecnologico 19 Enrico Lo Verso – SCENE (SALMONI) – Attore, vendimi l’anima 21 Fabio Murru - SUONI – (RECENSIONI) – Passato declinato al futuro 22 Pietro D’Ottavio – SUONI (BRILLETTURE) – Tra Sodoma e la signora Miniver – NOTTE – L-ektricità, ecomusic & jazz mood 32 Alberto Traversi - NOTTE – Disco-risto: e si fa serata! 33 Andrea Lisi 34 Baustelle 24 Fabrizio Gianuario - SUONI – Diario di suoni 26-27 Ciro Bertini - LEGGERE – (RECENSIONI) – Peregrinazioni raffinate – Cool, hot, old! 50 Agnese Ananasso – HITECH – Le insidie della telefonia 51 Oliva Muratore – ARCHITETTURE – Le sculture abitabili i – PICCOLI 52 Matteo Bianchin in pancia – Bimbo Cammarano – 53 Valerio SPORT – Kendo, scherma in japan style NOTTE – Anima e suono Peyretti 54 Angelita – SCIOCCHINA – Dove Claudio Coccoluto – NOTTE (NOTTETEMPO) – Notturno interrogativo 55 Valeria Cecilia – CORSI Chiara Spegni – GUSTI – Pizza! 56 – FENOMENI – Chiara Tacconi – GUSTI – Pizza, amore e fantasia. 57 Valeria Cecilia – NET Eva Buiatti - GUSTI (MANGIA COME LEGGI) – Una pizza italoamericana! 58 Guido Dolara – NOI Lorella Scacco - ARTI – Bellezza e profondità 59 Franco Andreucci – LORO andremo a finire? – Parole ed energie Giuliano Cangiano Antiproibizionismo, scatti e rinascite 38-39 42 43 Luca Beatrice – ARTI – Il più e il meno – Eventi cult Amoruso 23 Marcello SUONI – Il cantiere dei 49 Giulia Premilli – AVERE 36-37 40 – Mash up – Trainspotting – Ridere a voce alta, bere a bocca piena 60 di Mento – ARTI 44 –Marzia Spazi sorprendenti 46 SOMMARIO 7 Luca Carboni – ARTI – (SKIZZI) Andrea Mugnaini – 47 VIAGGI – Dietro le quinte del Marocco Agnese Ananasso 48 – ESSERE – To dope or not to dope Cristiana Scoppa – MIGRAZIONI – Sirena latina sulle note del bandoneon 61 Giulia Premilli – GENDER – Professional queer 62 Mario Morcellini – CORTEI – Il mestiere di studente www.bazarweb.info bazar 11 2004 visioni di roberto pisoni 9 La passione di Vera Drake Vincendo i due premi più prestigiosi all’ultimo Festival di Venezia, il Leone d’Oro e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Il segreto di Vera Drake di Mike ha confermato il rispettoso consenso che il cinema anglos Leigh assone politicamente impegnato riscuote presso le giurie festivaliere. Lo aveva già acclarato, nel 2002, il trionfo di Magdalene di Peter Mullan. Storie paradigmatiche di donne ribelli che combattono in difesa del proprio gender e di conseguenza collidono e vengono strangolate dal potere opprimente del patriarcato “primitivo”. Tanto era sgraziato e dimostrativo Magdalene, quanto è caldo e accogliente Vera Drake. Ambientato nella Londra del secondo dopoguerra, il film di Leigh è un brillan aggiornamento del cinema storico-sociologico di derivazionete cinema, supportato dal virtuosismo della grande scuola teatralefree britannica. La diffusione del fondamentalismo religioso, anche in occide ha effettivamente ripoliticizzato i temi dell’autonomia femminte, e la lettura marxista di Leigh è ancora vitale, anche se solo nile come “opposizione” al sistema. Del resto il codice legislativo britann si dimostra meno ragionevole di qualsivoglia superstizione ico o credenza tribale. La vita è la vita per Vera Drake, l’eroina working-class del titolo – interpretata da una misuratissima Imelda Staunton: macchina in costante movimento, Vera pulisce casa, cucina la famiglia, accudisce la povera mamma e, quando qualcu per no lo richiede, assiste una gran varietà di donne spaventate che vogliono interrompere gravidanze impreviste – missione per la quale non richiede mai denaro. In Inghilterra gli anni cinqua sono ancora un periodo di sotterfugi, povertà, mercato nero nta e aborti illegali. Ma il grigiore dei tempi, il piombo di quei giorni viene illuminato dalla bontà di Vera, dalla sua aura di Buona, santa, solidale. Vera illumina con la sua positività una storia oscura degli anni ’50. Un film dalla natura schizofrenica santità e solidarietà proletaria. Leigh costruisce il film come una giustapposizione successiva di scene brevemente delineate: Vera e il marito che vanno al cinema, Vera che aiuta la figlia a trovarsi un fidanzato… vignette e bozzetti che varcano la linea delle classi sociali, movendo dagli squallidi e piccoli appartamenti alle case sontuose che Vera pulisce. Tutto è diviso ordinatamente in due: come di consueto in Leigh c’è una vena manichea – i personaggi egoisti sono veramente odiosi - ma quello che stupisce di più è il modo in cui il confortevole dramma sociale si trasformi in un raggelante “weepie” - termine che indica il melodramma da fazzoletto. Non appena lo spazio drammatico si amplifica e sale la musica celeste, la nostra Vera precipita, in modo inesorabile, nella disgrazia definitiva. La sua angosciosa solitudine, quando viene giudicata dal mondo degli uomini del potere in parrucca e uniforme, non la salva affatto ma evoca i patimenti della Passione di Giovanna d’Arco di Carl Theodor Dreyer. La differenza: Vera Drake volge la passione in compassione. Ed è proprio procedendo verso il tragico epilogo che il film di Leigh rivela la sua natura schizofrenica e divisa: oltraggiosamente schematico e potentemente umanista. 10 di roberto pisoni visioni bazar 11 2004 www.bazarweb.info Un dilemma morale Intervista a Mike Leigh Nato a Walwyn nel febbraio del 43, Mike Leigh è cresciuto a Salford, nel Lancaster. Discendente da una famiglia russa di religione ebraica, Leigh deve il suo cognome al nonno paterno, che cambiò il cognome della famiglia da Liebermann in Leigh negli anni Quaranta, a causa delle persecuzioni razziali. Lo stesso nonno, decoratore di foto e ritratti, trasmette al giovane Leigh l’amore per l’illustrazione e il fumetto. Ma la sua educazione culturale viene completata dallo zio Izzy, che lo introduce all’anarchia e alle idee socialiste, proprio mentre Leigh, ancora sedicenne, scopre il teatro e alla letteratura. Verso la metà degli anni Sessanta Leigh debutta a teatro. Il suo sogno è la recitazione, ma la realtà sono gli studi e le collaborazioni con la Royal Shakespeare Company e il Manchester Youth Theatre, che segneranno indelebilmente il suo metodo di lavoro da regista. Leigh impara infatti ad approfondire i personaggi insieme agli attori, durante le prove, per arrivare solo in secondo momento alla stesura definitiva del testo. Nel 1971 realizza il suo primo lungometraggio, Bleak Moments, che pur conquistando il Grand Prix e il Festival di Locarno non ottiene un’adeguata distribuzione nelle sale cinematografiche. Fino agli anni ottanta il regista gira molti lavori per la BBC ed è proprio grazie alla televisione che si guadagnerà una discreta fama all’estero e i fondi necessari per realizzare altri film. Il suo secondo lungometraggio, Belle speranze (1988), presentato al Festival di Venezia, vince il premio della Giuria e consolida la sua reputazione di regista naturalista e sferzante. Nel 1990 è la volta di Naked, storia di un emarginato irriducibile in una Londra sporca ed estenuata e Palma d’Oro a Cannes per la Miglior Regia. Altra Palma d’Oro nel 1996 per il dramma psicologico Segreti e Bugie, film che riscuote anche un buon successo di pubblico. Nel ‘97 esce Ragazze, mentre nel 1999 Topsy-Turvy ottiene un Oscar per la miglior sceneggiatura, mentre l’attore Jim Broadbent vince la Coppa Volpi. Risale al 2002 il suo ultimo lavoro, prima del successo de Il segreto di Vera Drake a Venezia. Tutto o niente, la storia di un lungo week end della cassiera Penny e del tassista Phil, per le strade della Londra contemporanea. Perché ha voluto fare un film “storico” sull’aborto? Ambientarlo negli anni cinquanta? L’argomento è molto delicato e difficile. E anche molto attuale: in un mondo sovrappopolato e promiscuo, l’aborto continua a essere un tema che divide le coscienze. Ambientando il film negli anni ’50, sono riuscito a trattare direttamente il dilemma morale, evitando però la cruda propaganda. Inoltre io intendo solo porre domande e non trarre facili e superficiali conclusioni. La famiglia continua a essere il centro “politico” dei suoi film… La famiglia è il tema che mi sta più a cuore perché è il microcosmo che riproduce quanto avviene in grande nella società. E’ vero però che tutti i miei film sono politici. Certo, non tratto la politica in modo diretto e nei miei film non ci sono discussioni politiche o uomini politici. Il segreto di Vera Drake è una metafora, una vicenda emblematica, universale, in cui è irrilevante descrivere molti aspetti dell’immediato mondo dei personaggi. La maggior parte dei miei film si sono occupati dei problemi fra genitori e figli: averli, non averli, non volerli. In questo film che ha luogo in un momento storico in cui in Inghilterra l’aborto era per lo più illegale, volevo mostrare le difficoltà di chi pragmaticamente credeva che metter fine a una gravidanza non desiderata fosse il minore dei mali. Vera Drake è una persona positiva, che ama la vita, eppure procura aborti. Di certo non lo fa per soldi: vuole solo aiutare le persone che ne hanno bisogno. Il personaggio di Vera non sembra avere consapevolezza della responsabilità di quello che compie… Vera non decide consciamente di diventare una abortista, la cosa evolve nel corso degli anni. Lei stessa non si considera tale perché il suo scopo è solo quello di aiutare le donne. Imelda Staunton ed io ci siamo trovati d’accordo sul fatto che Vera trovi strano nascondersi perché non pensa di fare qualcosa di male. Centinaia di donne, all’epoca, facevano la stessa cosa. Abbiamo svolto un’ampia ricerca sull’argomento: le donne lo facevano perché era necessario farlo. Che ricordo personale ha lei di quegli anni? All’epoca avevo sei o sette anni… C’è lo spirito di quei tempi ma non persone o eventi specifici. Non è un film nostalgico sugli anni ’50. Il primo dopoguerra, con le sue chiusure preliberali, mi sembrava il più adatto per questa storia. Con la mia solita squadra – Dick Pope, direttore della fotografia, Eve Steward, scenografa, Jacqueline Durran, costumista, abbiamo dato vita a un look sporco, scuro, funzionale e monocromatico. Nonostante l’ottimismo e l’allegria di Vera, il film è inevitabilmente improntato su una certa oscurità, che coincide con il mio ricordo dell’epoca. Solo nella sequenza della sala da ballo, in cui la gente si diverte, abbiamo usato dei colori brillanti. www.bazarweb.info bazar 11 2004 visioni di roberto pisoni 11 Dvd - Remixing Star Wars Suite per Haiti e ique Domin nomist di Jonathan Demme The Agro Chi ha avuto la fortuna di vederlo nel ghetto dei “Nuovi Territori” a Venezia 2003, non ha avuto dubbi: The Agronomist è uno documentario diverso. Guarda da lontano i suoi omologhi con la serenità e la bellezza di chi sta nel giusto, di chi ha trovato la lingua per dire, una forma all’altezza del discorso. Cinema che guarda senza preoccuparsi di essere guardato. Recuperando materiali girati una decina di anni fa, Demme, regista inviso al mainstream hollywoodiano per una grammatica troppo appassionata e “politica”, ricostruisce la biografia e le imprese di Jean Dominique, attivista nella lotta per i diritti civili e la libertà di Haiti. Dopo aver studiato agronomia e genetica delle piante a Parigi, Dominique ritorna nel suo paese negli anni ’60, perché “i contadini non devono attardarsi troppo in città”, e comincia a battersi in difesa del popolo haitiano, afflitto da analfabetismo, povertà e il regime di “Papa Doc” Duvalier, dittatore foraggiato dai latifondisti e protetto dalla milizia assassina dei Tonton Macoutes. Un impegno, quello di Dominique, rivolto prima a liberare l’immaginario, attraverso la fondazione di un cineclub ridotto al silenzio dal governo, e che poi, con “Radio Haiti Inter”, rilancia la sfida linguistica - le trasmissioni sono in creolo e non in francese - per una battaglia di liberazione diretta, da combattere per strada e nei campi. Vittima di attentati intimidatori e costretto per due volte all’esilio, la sua popolarità era tale che al ritorno in patria, nel 1986, fu accolto all’aeroporto di Port-au-Prince da 60.000 persone. Jonathan Demme ha incontrato Dominique e sua moglie Michèle Montas proprio nel 1986, quando si trovava ad Haiti per realizzare un documentario sulla presunta democratizzazione del paese, Haiti: Dreams of Democracy. Colpito dalla passione e dall’intelligenza dell’uomo, Demme manda al diavolo i buoni propositi e decide di realizzare un documentario su di lui. Durante la ventina di conversazioni che i due registrano l’anno successivo, Dominique racconta e interpreta la storia di Haiti, quella della sua vita ed esprime opinioni sferzanti sulla situazione politica mondiale. Il film si arena per l’incalzare degli impegni politici, ma quando l’amico viene ucciso, il 3 Aprile del 2000, Demme comincia a raccogliere il girato e lo monta con sequenze di film su Haiti, compreso Et moi je suis belle (1962) dello stesso Dominique. Il risultato è una suite “per un uomo e un paese” di straziante intensità. Il rigore, la partecipazione e la limpidezza morale della ricostruzione garantiscono a The Agronomist lo statuto di opera moderna, nel senso daneyano di un’esperienza che ci aiuta a “conoscere il mondo”. Ma non sono tanto la lezione di storia haitiana o la denuncia delle responsabilità americane a impressionare – il governo del repubblicano Aristide e gli sforzi dell’America clintoniana di imporre una certa stabilità politica furono sistematicamente vanificati da una gragnola di “golpes” ambigui e sanguinosi -quanto il valore e la necessità di condividere il corpo, il sangue e la nervosa indignazione di un uomo che ha fatto “arrossire il volto del diavolo”. Una sequenza su tutte: la cremazione di Dominique e le sue ceneri sparse nelle acque del fiume Artibonite. La morte è vita quando c’è qualcuno pronto ad accogliere un’eredità spirituale, ad “impararla” e diffonderla. Con La vendetta del Sith, la cui uscita è prevista per il maggio 2005, terzo (o sesto) capitolo della saga di fantascienza più famosa di sempre, Guerre Stellari, il cerchio si chiuderà (forse) per sempre. Decisamente più atteso dai fan era però il cofanetto con i primi (o gli ultimi) tre episodi (Una nuova speranza, L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi). La grande questione che, in questi mesi, ha tormentato i fan è stata: quale versione dei film avrà scelto Lucas per i nuovi dvd? Gli originali usciti in sala tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta (dei quali già esistevano diverse versioni) oppure quelle, rivedute e imbellettate di effetti digitali, uscite nei cinema nel 1997, per il ventennale del primo film? Ovviamente né l’una né l’altra: Lucas è partito dalle versioni aggiornate del ‘97, per poi modificarle nuovamente. Si tratta comunque di aggiustamenti minimi, che decorano la narrazione e correggono alcuni effetti che oggi sarebbero risultati particolarmente obsoleti. Si colgono in misura maggiore soprattutto in certi sfondi. Le strade della Tattoine dell’episodio quattro, tanto per fare un esempio, risultano molto più popolate di quanto non fossero nella versione originale da creature volanti e altre poco identificabili: una scelta necessaria visto la sovrappopolazione delle stesse strade nell’episodio uno. Ma, in fin dei conti, a parte una maggiore spettacolarità visiva delle esplosioni di pianeti e navi spaziali e l’aggiunta di scorci di pianeti festanti alla fine dell’episodio sei (nell’edizione originale non ci si allontanava dalla luna boscosa degli Ewoks) va detto che non cambia molto. Quello che cambia, invece, è la possibilità che offre il digitale di modificare continuamente il testo: non esiste più un’edizione definitiva. L’autore, potenzialmente, può rimettere mani all’infinito sui suoi film. Anche i fan più accaniti non potranno invece criticare la scelta di remixare l’audio e trasformarlo in un 5.1 Ex strepitoso, che rende giustizia alle spettacolari sequenze della trilogia, molto limitate dalle codifiche dell’epoca. L’originale ha un passo in più, ma l’italiano è ottimo. Il cofanetto - proposto da 20th Century Fox a un prezzo contenuto (circa 50 euro) - comprende quattro dischi: tre per i film e uno dedicato ai contenuti speciali, che sfiorano le 4 ore di durata. In più, ogni film è accompagnato da un commento audio (con George Lucas e altri membri del cast) e dal THX Optimizer, test per regolare alla perfezione l’impianto audio-video. Trilogia Guerre Stellari, Box 4 dvd, Fox Video, 47,99. DVD 12 di alessandro benvenuti visioni.in pillole bazar 11 2004 www.bazarweb.info www Che fine hanno fatto i registi? a pensare al In uno stato di malinconia latente mi ritrovo i registi, li stanno do inan elim no cinema. E mi accorgo che stan spolpando e disossando… Mi sono acceso una sigaretta. Un gesto automatico. Aspiro. Butto fuori e penso: ma io non fumo! Resto a guardare quel filo grigio e leggero che sale in cielo. Sospeso lui, sospeso io. E’ come se ci guardassimo negli occhi. Perché l’ho accesa? Poi dal nulla nasce un pensiero che, tradotto in parole, più o meno suona così: vorrei ammalarmi. Son colto alla sprovvista. Quale cliente di questa vita vorrebbe una cosa così stupida per sé? Spengo la sigaretta e mi ritrovo addosso un bel cappottino imprevisto di malinconia. Perché quel vestito lì se ancora si mangia fuori, mi chiedo. E’ per le cose del mondo? E’ questo? E’ perché mi tocca il compitino mensile di buttar giù quattro righe per via che ho fatto una promessa per Bazar? E’ perché le mie figlie incontrano le prime difficoltà della vita e non tutte le affrontano con eleganza e chiarezza? Vallo a sapere. Certo se non dovessi partorire l’articolo mi chiuderei in bagno, riempirei la vasca d’acqua calda, mi immergerei in quel liquido e chiudendo gli occhi me ne andrei cercando nel buio il filo di quel malessere sottile. Ma visto che c’è l’articolo da scrivere provo a sposare l’utile al “dilettevole”. Io parlo di cinema (o dovrei, i patti erano questi) e film non ne vedo. Si, qualcuno in televisione, ma è roba dell’anno prima. Un bel problema! Allora ho chiesto a Ugo (Chiti), che avendo del tempo libero il cinema lo segue. Lui dice che “merita” Spiderman 2 (“Bellissimo più del primo”); e poi Le chiavi di casa (lui dice che è “notevole…persino sorprendente”); e Mistic River (“e dire che Eastwood somiglia a un reazionario… eppure riesce a penetrare in modo semplice e sublime il dolore umano”). Inoltre mi rimprovera che non ho ancora preso il DVD de Le invasioni barbariche, che lui ci ha pianto tanto. “Adesso lo prendo e ci investo due lacrime anch’io”, gli rispondo. In questi giorni sono impegnato in una di queste in veste di attore. Così, documentandomi, mi sono accorto di una cosa: non so se l’avete notato, ma la televisione (o il sistema televisivo) pian piano sta eliminando il ruolo (o l’importanza che esso aveva) del regista. Lo sta, prodotto dopo prodotto, spogliando del suo significato, deresponsabilizzando, lo sta spolpando. Così si sta oli formando una nuova genìa di registi disossati. Chi li divora privand ono. di carne, muscoli e nervi e infine di idee, sono coloro che produc I produttori. Gli sponsor. I committenti. Sono loro che fanno i cast, decidono il look che i personaggi devono avere a prescindere da ciò che andranno a fare, eccetera. Nessun regista o quasi (lo stato di avanzamento dell’epidemia è più visibile in Mediaset che in RAI, almeno per ora) sa più come si fa a far recitare un attore.in E questi, ormai vengono scelti solo per quello che, guardandoli faccia, presumibilmente saranno in grado, automaticamente, di i, dare al primo ciak. Per questo, il video è invaso da esseri recitant bellocci secondo i canoni prescritti dai veterinari dell’immaginee che preparano, con la solerzia del venduto alla causa, il pappon o vitaminico da fare ingozzare al pubblico, nel cui cervello si allargan via via le piaghe da decubito cerebrale. Basta. Tanto non serve a niente. Vi racconto una barzelletta! Un anziano un giorno va dal suo medico internista: “Dottore - gli dice preoccupato - io, quando fo’ all’amore con la mi’ moglie, sento…come dei fischi qua, dentro alla testa”. “Ma lei, il scusi, quanti anni ha?” gli chiede allora il dottore. “Novanta!” risponde paziente. “E icché la vorrebbe sentire, gli applausi?”. www.bazarweb.info bazar 11 2004 videogiocando di giuseppe mottola 13 Occhio non vede, cuore mi duole Quando la luce comincia a calare/ talvolta mi sento un po’strano/ un po’ansioso quando è scuro. Gli Iron Maiden cantano bene in Fear of the Dark la sensazione di spaventosa impotenza che provi da solo nel buio, il Sacro Graal dei creatori di giochi horror. In questi titoli siamo costretti a girare in luoghi poco illuminati, o addirittura, come in Doom 3, nel buio pesto. Il capolavoro di ID è l’ultimo nome nella lista di giochi che usano l’oscurità come arma contro di voi: dal padre dei survival horror, non a caso chiamato Alone in the dark (Solo nel buio), fino ai suoi epigoni, Resident Evil e Silent Hill, che hanno battuto vie diverse per spaventare i giocatori. Altri giochi della lista sono Undying, la cui trama è stata curata dal maestro dell’orrore Clive Barker, Alien vs Predator e System Shock. La grandezza di questi titoli è la loro capacità d’ingannare il cervello, dandogli a bere di trovarsi dinanzi a un pericolo reale. L’effetto: battito cardiaco accelerato, sudorazione a mille, muscoli tesi, tutto il corpo si prepara alla fuga o alla lotta contro un nemico che non esiste. E’il marchio dei capolavori horror. La mente non è mai stata così fragile. Il buio fa paura Il nemico più spaventoso è senza volto: la tenebra. Da Silent Hill a Doom 3, l’arte di sopravvivere quando la luce muore. Sangue in sala I fan di Resident Evil non rimarranno affatto delusi nè dalla versione cinematografica, grazie ai numerosi riferimenti alle varie edizioni, nè dagli stessi protagonisti, molto simili a quelli del gioco. Anche gli appassionati dell’horror troveranno pane per i loro denti, non solo nella suspance, ma soprattutto nelle creature che popolano l’Alveare (i cani sono veramente terrificanti). Gli effetti speciali sono molto curati ed è interessante notare come la scelta di utilizzare tecniche classiche non abbia nulla da invidiare alla tanto osannata computer graphic, peraltro molto presente in tutte le inquadrature in cui è coinvolta la “Regina Rossa”. Tutte le riprese del sistema di sicurezza sono state effettuate inserendo delle scansioni digitali di grande impatto visivo. Con Milla Jovovich e Michelle Rodriguez, questa pellicola merita un posto nel cuore dei fan dell’horror. Debiti con l’Aldilà? Sulla lapide ritratta nella copertina dell’album Live After Dead, i già citati Iron Maiden (che sull’horror letterario la sanno lunga) hanno “inciso” una breve lirica di HP Lovecraft, il primo autore che vi suggeriamo per avvicinare l’horror su carta. Fra i suoi racconti ricordiamo The call of Cthulhu (1926), The whisperer in darkness (1930) e At the mountains of madness (1931). Se siete tradizionalisti, vi consigliamo di leggere qualcosa di Stephen King, magari iniziando dai suoi primi successi, Carrie (1974) e A volte ritornano (1978). Se preferite le novità, l’ultimo scrittore di grido nel genere è Clive Barker, che con i suoi Libri di sangue è stato definito il futuro dell’horror dallo stesso King. I videogiochi di cui parliamo questo mese hanno un debito enorme – nello stile, nella trama e nell’atmosfera – nei confronti di questi tre giganti dell’orrore. Teste mozze o nebbia fitta? Orrore e terrore non sono sinonimi. La paura che provi a un cadavere decapitato è diversa da quella che tidi fronte mentre senti strani rumori nell’oscurità. La prima scuote sulla repulsione, la seconda su uno stato di ansia si basa continua e angosciante. Sono queste le due vie che hanno battuto gli eredi di Alone in the Dark. La prima, cosparsa di teste mozze, corpi in fiamme, arti spiccati dal tronco e cadaveri sfigura ti, è la strada della serie Resident Evil. La seconda, persa nebbia, oppressa da rantoli e strani rumori, brulicante di nella mostri visionari, è il cammino della serie Silent Hill. E nel mezzo? Undying di Clive Barker. In questo grande titolo coesist C’è dettagli raccapriccianti (impiccagioni, decapitazioni) ono ed elementi di terrore psicologico (rombi di tuono, tende dal vento, urla lontane). Ce n’è Per tutti i gusti. scosse Anche i peggiori... Marte, sola andata Anno Domini 2145: il marine protagonista del gioco atterra su Marte per svolgere tranquille mansioni di sorveglianza in un laboratorio; il malcapitato non ha neanche il tempo di fare amicizia con i commilitoni che uno scienziato impazzito decide di aprire le porte dell’inferno nei sotterranei della base, che in pochi istanti è invasa da demoni assetati di sangue. Indovinate a chi toccherà risolvere la situazione? La stazione marziana è così tetra (corridoi strettissimi, cosparsi di cadaveri e illuminati da neon intermittenti) che la presenza di mostri è quasi superflua; l’incredibile accuratezza grafica permette ai creatori del gioco di usare efficacemente colpi di scena (grazie a brevi sequenze animate) ed espedienti tipici del cinema horror per spaventare a morte il giocatore. In Doom 3 la “ricetta” per la paura è molto semplice, ma i milioni di appassionati del gioco dimostrano che funziona. 14 di caterina gonnelli onde bazar 11 2004 www.bazarweb.info logica su ETv tifica e tecno o in onda sul satellite: divulgazione scienmondo Il primo Atene della ricerca tra aneddoti di scienza e di tecnologia, per chi ama scoprire i retroscena del foto www.oltremara.com Per gli appassionati Politecnico su E Tv, in chiaro sul canale 817 della e curiosità, tra rigore e autorità scientifica da non perdere Mondo re, frutto di un ambizioso progetto che non ha eguali in settemb 21 dal avviate , puntate 16 di tratta Si Sky. ma piattafor ico di Milano ed Etv, the Technology Channel votato alla Italia nato dalla collaborazione tra l’Ufficio Comunicazione del Politecn settimanale e in orario serale, vede protagonisti cadenza a ciascuna un’ora di , puntata Ogni ica. tecnolog azione comunic scientifica dell’Ateneo. Introdotte da una breve presentazione docenti, laureati illustri e i tesori dell’archivio di cinematografia o in quattro rubriche: La Voce, un editoriale di sviluppan si ico Politecn Mondo di puntate le Ballio Giulio del Rettore dell’Ateneo; Accade al Politecnico, riprese e testimonianze re professo un da tenuto puntata della tema sul dimento approfon Il Laureato, un’intervista biografica a un celebre laureato da eventi tenuti al Politecnico come convegni, conferenze e mostre; onale; Cinematografia scientifica, filmati e schegge dalla professi za esperien le persona alla fino ne formazio sua della sui temi raccolta storica dell’Ateneo. pois rossi: torna la Pimpa Avventura e ironia a serie di fumetti che vede protagonista il simpatico cane Torna sugli schermi la celebre pezzato simbolo di genuinità, fantasia, sogno e avventura nato dalla penna del giornalista Francesco Tullio Altan e diventato negli anni Settanta un vero e proprio mito: La Pimpa, un nome un programma, piace a tutti, grandi e piccini, forse per la spontaneità, forse per la vita semplice che si svolge in campagna in compagnia del fedele amico Armando, una vita ricca di eventi, incredibili viaggi tra fantasia e guai, pasticci innocenti che rendono la serie irresistibile. Un cane dolce che tutti noi vorremmo avere e che ha conquistato non solo l’Italia ma il mondo intero poiché le sue avventure inizialmente disegnate sul giornale per ragazzi Corriere dei Piccoli sono state tradotte in ben sette lingue e pubblicate in 23 Paesi. La Pimpa va in onda su Rai Sat Ragazzi ogni sabato alle ore 09.00. l universitaà fa audience E arriva sul teleschermo per comunicare i temi caldi dell’Ateneo. Succede su ETv. E intanto su qualche altro canale si va per mare, si ride con la Pimpa e si parla di guerra e pace. Voglia di barca? C’è Sailing Channel, per una vita a gonfie vele Per chi ha sognato, almeno una volta nella vita, di possedere una bella barca. Per chi nei momenti di giramento di scatole, ha pensato di lasciare tutto e imbarcarsi in un giro del mondo in balia di vento, onde e sorte, anche solo. Oppure per chi è animato da forte spirito sportivo e ama sfidare la natura e il prossimo, e per chi trova impossibile rinunciare all’emozione di una regata magari in pieno inverno. Per tutti questi la tv satellitare dedica il canale Sailing Channel , rivolto agli appassionati di vela e nautica, che ha aggiunto al suo palinsesto il format Fishing Boat dedicato alle nuove imbarcazioni a motore comprese tra i 6 ed i 12 metri di lunghezza. Si tratta di una rassegna di nuove imbarcazioni di vasto impiego valutate in base alle prestazioni e alle soluzioni adottate dai costruttori per rispondere alle richieste di un pubblico sempre più attento ed esigente. Ce n’è per tutte le tasche e tutti i gusti e per chi non riesce a fare a meno dell’avventura, in senso sentimentale, non rimane che recuperare la vecchia e mitica serie tv Love Boat, talvolta trasmessa da qualche nostalgica emittente televisiva locale. (Sailing Channel irradia in chiaro dal satellite Eutelsat Hot Bird 6 (13° est) in formato digitale ed è ricevibile anche dagli abbonati Sky sul canale 809). Tra guerra e pace c’è Dfense Tv: il canale sat dedicato a Forze Armate e Corpi di Polizia Guerre, battaglie, rivoluzioni, disordine, in poche parole la violenza, sono immagini all’ordine del giorno. Per sottolineare un impegno per la pace ecco spuntare Defence Tv, il canale sat che cerca di valorizzare e promuovere l’impegno delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia italiani e stranieri per la tutela della pace e della sicurezza nazionale. Il canale si avvale della collaborazione del Comando Generale della Guardia di Finanza con il quale sta realizzando una serie di documentari esclusivi sull’attività delle Fiamme Gialle a partire da quest’autunno. Le nuove produzioni vedranno protagonisti anche la polizia economico-finanziaria, la componente Antiterrorismo, i gruppi sportivi della Guardia di Finanza e il “comparto istruzione” delle Fiamme Gialle. Insegnare la pace non è cosa facile ma una sbirciatina al canale può essere un aiuto. Per maggiori informazioni www.defencetv.com. www.bazarweb.info bazar 11 2004 sintonie di giulia baldi 15 Rock & news La Radio del Mondo 24 ore al giorno di trasmis informare circa 150 milionisioni in 43 lingue diverse, per realtà globale e di quella di persone in tutto il mondo della uno dei più stimati servizilocale: è il BBC World Service, dal Governo Britannico, radio internazionali. E’ finanziato di diffondere notizie tantoma il fine di questo servizio è quello neutrali, tanto che in mo interessanti e approfondite quanto considerare l’unica fontelti paesi il BBC World Service si può di notizie non manipolate locali. Le prime trasmission dai governi nel 1925 da Daventry. I pro i in onde corte furono trasmesse gra mm i, poi , iniz iaro come BBC Empire Service no nel 1932 all’Australia. Durante la Sec, all’inizio rivolto in particolare ond a Gu erra Mo ndi ale è rivolto ad un pubblico sempre maggiore, e ha il servizio si posizione speciale proprio raggiunto una nonostante tutte le censur per il fatto di fornire notizie attendibili bellica, all’attualità, alla pole locali. Con la fine dell’emergenza programmi educational, itica, all’economia, si sono aggiunti i news e gli altri programmdi costume, spettacolo e sport. Oggi le trasmesse da radio loca i del BBC World Service sono spesso li, per le quali il servizio rap una fonte sicura e origina presenta e medie praticamente in le. Dopo aver trasmesso in onde corte World Service ha sempretutto il mondo, dagli anni ‘90 il BBC il proprio segnale. Nel Regpiù utilizzato il satellite per diffondere su diverse piattaforme, tra no Unito ora il servizio è disponibile semplice per ascoltare le cui Sky Digital. Ma il modo più è ovviamente collegarsi news e i programmi per tutti i netsurfer ed esplorare tra le ultimeal sito internet www.bbcworld.com interessante il mondo del notizie e gli archivi ciò che di più offrire. Just don’t miss it, l’informazione radiofonica globale può at least sometimes… I suoni underground del rock confinato nelle cantine e l’informazione “incensurata” di una radio che trasmette in 43 lingue diverse per 150 milioni di persone nel mondo. Dal globale al locale… Underground Garage Per qualcuno, il garage rock ha finito di esistere anni fa. Per i più attenti, invece, il movimento ha ancora molto da dire. Se lo stile musicale risulta effettivamente statico, praticamente immutato dagli anni Sessanta, le band attuali trovano comunque in energia, esuberanza e stile di vita (da vere rock star) la forza per appassionare anche le nuove generazioni, conquistare la fama e rimanere alla ribalta. Ma solo alcune band hanno la fortuna di incidere per delle major e avere quindi distribuzioni e pubblicità capillari. La maggior parte viaggiano con le indie e lasciano solo ai più attenti il privilegio della propria musica. Little Steven è certo tra questi ultimi: il leggendario chitarrista della E Street Band di Bruce Springsteen, produttore, autore, e ora anche attore (nella serie “I Sopranos”), da tre anni si dedica al progetto radiofonico Underground Garage e al relativo festival, organizzato nei pressi di New York. Vero e proprio show radiofonico di due ore, dove è possibile ascoltare i grandi classici così come produzioni confinate nelle cantine, Underground Garage da tre anni è un appuntamento cult per i fan del ‘garage’ rock. Non a caso, in America viene trasmesso da oltre duecento radio. E poi da altre decine nel mondo. In Italia, si può ascoltare in versione originale su Radio Città Futura, ogni sabato e domenica dalle undici all’una di notte. ‘’Sono felice dell’opportunità di portare in Italia l’Underground Garage - ha detto Little Steven in una intervista esclusiva a Radio Città Futura - il rock commerciale non esprime più nulla da tempo, mi sento un guerrigliero del garage movement”. Per questo progetto Little Steven ha sfidato la grande industria discografica e il grande sistema dei network radiofonici che producono e mandano sempre la stessa musica, proponendo ogni notte agli ascoltatori un percorso monografico: dalla British invasion alla psichedelia californiana, dal punk fino ai nuovi seguaci dell’intramontabile ‘On the Road style’ di Jack Kerouac… non rimane che cliccare direttamente su http://www.littlestevensundergroun dgarage.com, o sintonizzarsi Sui 97.700 di Radio Città Futura. Intanto gustatevi un assaggio delle atmosfere e delle scelte di Underground Garage con questa playlist degli immancabili del garage rock, stilata proprio da Little Steven 1) I Can Only Give You Everything - Them 2) I Had Too Much To Dream Last Night The Electric Prunes 3) Talk Talk - The Music Machine 4) Friday On My Mind - The Easybeats 5) Psychotic Reaction - Count Five 6) Journey To The Center Of The Mind - The Amboy Dukes 7) One Track Mind - The Knickerbockers (or Lies) 8) Dirty Water - The Standells 9) Open Up Your Door - Richard & The Young Lions (or You Can Make It Alright) 10) We Ain’t Got Nothin’ Yet - Blues Mago os 11) Gloria - The Shadows of Knight 12) Just Like Me - Paul Revere & The Raide rs (or Steppin’ Out) 13) Open My Eyes - Nazz 14) Liar, Liar - The Castaways 15) Have Love, Will Travel - The Sonics 16) Hey Joe - The Leaves 17) You’re Gonna Miss Me - The Thirteenth Floor Elevators 18) Outside Chance - The Turtles 19) Don’t Need Your Lovin’ - Chocolate Watch band 20) Midnight to Six Man - The Pretty Thing s (or Rosalyn) 21) Night Time - The Strangeloves 22) Pushin’ Too Hard - The Seeds 23) Out Of Our Tree - Wailers 24) Don’t Look Back - Barry & The Rema ins (or Once Before) 25) Making Time - Creation 26) No Good Without You Baby - The Birds 27) Bad Girl - New York Dolls 28) I Can’t Control Myself - The Troggs (or Wild Thing) 29) Louie Louie - The Kingsmen 30) My White Bicycle - Tomorrow 31) I Can Hear The Grass Grow - The Move 32) Itchycoo Park - Small Faces 33) Incense and Peppermints - Strawberry 34) Double Shot Of My Baby’s Love - SwingAlarm Clock in’ Medallions 35) Farmer John - Premiers 36) My Baby Don’t Care - The Gants 37) Sweet Jane - Velvet Underground 38) Shakin’ Street - MC5 39) Search And Destroy - The Stooges 40) Pictures Of Matchstick Men - Status Quo 16 di gabriella serusi scene bazar 11 2004 www.bazarweb.info Palcoscenici arditi Teatro provocazione, teatro riflessione, teatro affabulazione, teatro sperimentazione. Quando l’ardimento incontra la ricerca. Quando l’uomo principale è una donna L’identità sessuale è un’opinione? Jan Fabre ci ha ormai da anni abituati a un teatro provocatorio, istintuale , umorale e raffinatissimo. Lui che è uno degli artisti più eclettici e trasversa del panorama teatrale internazionale ha sempre scelto di leggere e interpret li paure, delle primarie necessità fisiologiche, delle sue discontinuità psicologi are la realtà dal punto di vista dell’essere umano, delle sue ancestrali che. Affondare lo sguardo nella promiscuità e nella “sporcizia” è un modo come un altro per rivendicare alla vita la sua essenziale natura segreti torbidi dell’essere umano in poesia visiva, elegante e controlla primordiale e immanente; ma la capacità di trasformare la materia bassa e i ta fino all’ultimo dettaglio scenico, quello no, è privilegio di pochi acutissimi rabdomanti dell’arte. Anche questa nuova produzione, Quando l’uomo principale è una donna, nel titolo contiene già tutta l’ironia urticante propria dei lavori del regista e coreografo belga. Fabre opta per lo svicolam ento dal banale e dall’ovvio che la trattazione di un tema abusato tanto in letteratura quanto in teatro – quello dell’identità sessuale – può generare Unica protagonista è Lisbeth Gruwez, figura esile e inquietante che con . la sua fisicità ambigua, corrosiva e leggera occupa la scena mettendosi in gioco. La vediamo ora stretta in un austero completo giacca e pantalon i e subito dopo divincolarsi e liberarsene come da un limite che la opprime sino alle viscere. La spoliazione della donna è al tempo stesso la concreta attuazion e della libertà e la disgregazione simbolica di tutti i confini formali e intellettuali tra il mascolino e il femminino. Nella visione di Fabre la in tempo prenatale ogni uomo è necessariamente parte della donna. mascolinità diviene tutt’uno con la componente femminile, se non altro perché All’inizio della pièce, una ventina di bottiglie d’olio lasciano cadere lentamen te alcune gocce che si raccolgono in lucide, compatte pozzanghere. Lisbeth è intenta a mescere una pozione, un cocktail finale in cui i liquidi mescolati producano una bevanda equilibrata e perfetta, una sintesi come il rapporto fra uomo e donna. E mentre la ricerca alchemica continua magica indicare che la vita umana è immersa nella fluidità della materia organica , l’attrice-danzatrice scivola con grazia sull’olio diffuso sulla scena a e nella sua fertilità. Il corpo androgino e vibrante della straordinaria Gruwez diventa energia pura riempiendo lo spazio scenico con una voracità animale. L’azione scenica culmina con il parto di un oliva, apoteosi drammatica e sconvolg ente di un tempo in cui l’androgino si scinde, l’equilibrio primordiale è incrinato, e sorge la vita. E mentre i confini del corpo della Gruwez si sciolgono nei liquidi opachi e materici, lo spettacolo corre felicemente cristallino verso la conclusione integrato dal commento sonoro delle musiche di Maarten Van Cauwenberghe. Quando l’uomo principale è una donna di Jan Fabre, con Lisbeth Gruwez Musiche di Maarten Van Cauwenberghe. Modena, 6 e 7 novembre 2004, Teatro delle Passioni, via Carlo Sigonio 382. Tel. 059301880 Giulietta Un’Alice delle meraviglie con il disincanto di una donna delusa Sospesa fra sogno e realtà, Malosti presenta la sua personalissima eroina innamorata. Giulietta come Alice. È questo l’ardito parallelo che il sempre più bravo Valter Malosti suggerisce fra le righe per questo spettacolo dall’emblematico titolo Giulietta. Lo spettacolo, tratto liberamente dal racconto dato alla stampa dallo stesso Fellini come soggetto per la realizzazione del celebre film Giulietta Degli Spiriti, è una parabola onirica e realissima del personaggio femminile che più di tutti evoca nell’immaginario collettivo l’immagine della fanciulla innamorata e tragicamente sconfitta dalla vita e dall’amore stesso. Impedita e imprigionata, Giulietta – alias la bravissima Michela Cescon, ormai volto noto anche al cinema e premio Ubu come attrice – sta interrata nella pista di un circo, per tutta la durata della rappresentazione, tenendo fuori solo il busto e circondata da marionette-spiriti. Si tratta evidentemente di una favola psicanalitica, contemporanea, sull’identità frammentata, sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile e inquietante, una moderna Alice delle meraviglie. La dolce e spensierata ragazza oscilla nell’interpretazione felice della Cescon fra l’incanto tutto infantile della meravigliata Alice e il disincanto proprio della maturità ferita di una donna sposata e poi tradita dal marito. La musica di Nino Rota, inseparabile compagno di tanti capolavori, aiuta la voce di Michela Cescon a ritrovare la vera voce della Giulietta sognata da Fellini. GIULIETTA di Valter Malosti, con Michela Cescon, marionette di Gianni Busso, musiche originali di Giovanni D’Aquila, musiche di Nino Rota e Fatboy Slim 30 novembre - 5 dicembre 2004, Torino, Teatro Godetti, Via Rossini, 8. Tel. 0115169412 t d m f r d d l d e q s in tu d a d LA Fr Z 11 Te Fe to www.bazarweb.info bazar 11 2004 scene di gabriella serusi 17 La peste Il dramma di esistere è raccontare Certo la vita non può essere intesa come snocciolarsi delle ore davanti agli occhi un’inesorabile dell’uomo. L’esistenza umana è qualcosa di incredibilm complesso e impenetrabile soprattutto quanente è costretto a confrontarsi con l’altro da sé. do il singolo all’uomo non giunge sempre da lontano, Ma la minaccia dentro l’anima stessa di ognuno di noi, a volte abita malato di ogni essere vivente. La realtà in fondo al cuore sembra raccontarci ogni giorno più sfacciatamente che il vero divora la psiche e il corpo dell’uomo è unatarlo che minacciosa e virulenta di quella che trasfo patologia più fratelli in nemici giurati. Questo il senso rma i nostri romanzo-saggio La Peste scritto nel 1947profondo del e considerato uno dei testi più importanti da Albert Camus e significativi dell’esistenzialismo filosofico. Tutti ricorderanno le grandi personalità – Rieux, Padre Paneloux, Tarrou, Castel dei protagonisti – intenti a dibattersi ciascuno a suo modo con il dram peste abbattutasi sulla città di Orano che ma della e concretissimo per una appassionante è luogo astratto senso dell’esistenza. Gli innumerevoli e riflessione sul temi della vita e la morte, del linguaggio,sempre attuali dell’amore, dell’amicizia, dell’impegno, della scrittura, del bene e del male affrontati ne La Peste, ritornano anche fedele versione teatrale di cui Claudio Longhin questa i ha firmato la regia. In questa pièce che colpisce per la dei personaggi e la capacità di Longhi di coralità scenica dell’intento affabulatorio e narrativo del riappropriarsi legge in controluce la necessità stringentetesto di Camus, si di far chiarezza sul senso della vita. Resist e appassionata e politicamente è la nuova parola d’ord ere eticamente ine, anche quando il muro dell’incomunicabilità oscur si profila all’orizzonte l’avvento di una nuova la mente e ncriminabile, la peste. La città di Orano a patologia utta la sua astratta concretezza è il luogoriproposta in dell’educazione e della crescita umana simbolico assume i toni paradigmatici di un testa ae lo spettacolo testa fra uomo e destino. A PESTE, regia e drammaturgia di Claud io Longhi,con ranco Branciaroli, Warner Bentivegna, Gabr iella Zamparini, Bob Marchese 1- 21 novembre, Torino, Cavallerizza Reale , via Verdi 9. el. 0112481790 eriali ore 19.30; domenica ore 15.30, www .teatrostabile orino.org Madre e assassina Quando la follia di un gesto estremo capovolge l’ordine delle cose Teatrino Clande stino ha scelto in questo nuovo lavoro dell’animo umano per metterne in luce gli aspetti più di inabissarsi ulteriormente nelle pieghe madre, per natura amorevole e premurosa a uccidere folli e incomprensibili. Cosa spinge una tanto estremo quanto inammissibile razionalmente è i suoi due bambini? La follia di un gesto lo spunto scenico per indagare la realtà al di là delle logiche e delle consuetudini. Protagonista assolut a della pièce è Maddalena Sacer, una donna normale, madre di due bambini che in un un’azione irreparabile l’ordine delle cose e del mondogiorno di ordinaria follia capovolge con . L’amore diventa odio, e l’affetto si muta in gesto omicida. Perché? La spiegazione non viene data rappresentazione, non si assiste a una ricostruzione logicanel corso dello svolgimento della dei fatti per giustificare la crudeltà immotivata. Ogni momento è raggelato in una normal dietro gli sconvolgimenti psichici della donna. Il tragicoità che pare esplodere puntualmente e il sublime teatrale abitano il punto di rottura generato fra i due estremi temporali del “prima Assassina ci racconta in modo semplice un dramma che ” e del “dopo” il misfatto. Madre e esplode ci ricorda, con impietoso realismo, di come il si annida in mezzo a noi, che quando nostro potere sulla vita sia vano. La sperimentazione corposa sull’uso dell’immagine elettron a creare una messa in scena in forma di fantasmagoria, ica e delle proiezioni video contribuisce di immagini proiettate è centrale per la comprensione dove l’illusione prodotta attraverso l’uso stesso elemento di continuità della ricerca formale di dello svolgimento dei fatti ma è al tempo Teatrino Clandestino. Teatrino Clandestino, Madre e assassina di Fiorenza Menni e Pietro Babina, video di Pierpaolo Ferlaino, con Fiorenza Menni, Angela Presepi, Barbara 12 e 13 novembre 2004, Bologna, Arena del Sole, via Folchitto. Indipendenza 44. Tel. 051.2910910 www.arenadelsole.it, www.teatrino clandestino.org Come un cane senza padrone foto di Simona Diacci Tragedie consumate ai margini della realtà teatrale In attesa di vedere arrivare sui palcoscenici italiani L’ospite, atto conclusivo di uno studio teatrale dedicato dai riminesi Motus a Pasolini, si approfitti assolutamente della possibilità di assistere a questo Come un cane senza padrone, progetto scenico originato dalla lettura del romanzo pasoliniano rimasto incompiuto “Petrolio”. Nella trasposizione teatrale tornano gli elementi salienti del testo: la durezza delle periferie romane, il grigiore della quotidianità, gli sguardi spenti dei bambini ai margini delle strade, la chiusura gretta di un mondo – quello borghese – sempre condannato e criticato dallo scrittore. Su tutto aleggia algida e implacabile la voce di Emanuela Villagrossi che mentre legge una dopo l’altra le parole di Pasolini ci srotola davanti sogni frantumati dei protagonisti, i loro più nascosti desideri, le loro i prigioni mentali. Come al cinema, le immagini scorrono e lentamente il pubblico viene catturato dalle vicende torbide connesse all’affare ENI, ennesimo esempio di una storia italiana inquinata e contraffatta dai poteri e dalle ingiustizie. La scenografia fatta di muri scrostati, carcasse automobilistiche, anfratti metropolitani, ora echeggiati dalla voce, ora resi materia viva del teatro, illuminano un mondo cupo e disequilibrato dove ogni cosa è ridotta a caos puro e inorganico. Una grande prova d’attore che riconferma i Motus come una delle compagnie italiane più lucide e mature. Da non perdere! MOTUS COME UN CANE SENZA PADRONE, di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, con Dany Greggio e Franck Provvedi, voce narrante Emanuella Villagrossi 29- 30 novembre e 1 dicembre 2004 Ex- Italsider di Bagnoli (Napoli) nell’ambito della rassegna “Petrolio” curata da Mario Martone per il Teatro Mercadante di Napoli (Piazza Municipio, 1 Napoli. Tel. 0815513396) 18 di gabriella serusi scene bazar 11 2004 www.bazarweb.info Corpo analogico e corpo tecnologico La danza si muove tra video-arte, pittura, sperimentazione sonora. Le nuove frontiere del corpo viste dalla direttrice di Interplay e Contrappunti i e Fra virtuosismi atletici e impiego di nuove tecnologie, fra vecchi formalism continuo promettenti intuizioni espressive, l’universo della danza contemporanea è inle difficoltà di movimento. “La danza italiana cerca di cambiare coraggiosamente pelle, affiorano Casorati, trovare fondi, finanziamenti e teste illuminate che ne sostengano lo sviluppo”, dice Natalia di danza giovane e testarda direttrice artistica di “Interplay” e “Contrappunti” (due festival economiche contemporanea nati e cresciuti a Torino, da poco unificati – anche per ragioni tazione rappresen la per i different luoghi di ricerca la e mo nomadis del spirito lo - dove parliamo Ne te). consolida ormai ie compagn e ti emergen gruppi cielo unisce sotto lo stesso con lei: Quando e come sono nati “Interplay” e “Contrappunti”? ricerca che Il Festival Interplay è nato con l’intenzione di mettere in scena la danza di acustico, sonoro, , musicale L’aspetto vivo. dal musica la con avesse uno stretto legame zanti. o paradossalmente la sua assenza, è stato da sempre uno degli elementi caratteriz che dal ’99 Contrappunti è nato nel 1994 come rassegna di danza contemporanea ciazione viene presentata insieme con VIDEO.IT, manifestazione organizzata dall’Asso giovani di e video-art di onali internazi e nazionali ni produzio le ArteGiovane, che raccoglie presenta artisti organizzata in collaborazione con la GAM di Torino. Quest’anno il festival , una secondo il suo spirito originario, spettacoli in teatro con compagnie più affermate in giro per serata animata da un coreografo decisamente conosciuto, i Blitz metropolitani coreografi; giovani con sera, alla sia io pomerigg al sia ”, Nomadi la città utilizzando “Palchi ne di un laboratorio organizzato sul territorio con performance finale e infine la produzio uno spettacolo. Con quale criterio selezioni le compagnie ospiti? al progetto. Ricevo materiali dalle compagnie giovani o affermate che vogliono partecipare fonte di I festival ormai numerosi sul territorio nazionale restano però un’importante a Rovereto approvvigionamento. Armunia a Castiglioncello, Enzimi, Orienteoccidente tappa che una è Ravenna a pelle, in Lavori ma oranea contemp danza della cult luoghi sono nno le non manco mai di visitare. Vi si trovano i giovani esordienti, quelli che forse diventera ancora avuto compagnie di domani, quelli che io chiamo “i sommersi”, perché non hanno o. riconoscimenti ufficiali ma sono detentori del vero potere innovativo dello spettacol transitati sono ati apprezz e seguiti ente attentam gruppi molti oggi, a 1994 Dal per i tuoi festival, me ne ricordi almeno qualcuno? suo valore Per esempio gli MK, una compagnia di Roma oggi molto rispettata per il ia Artipigri, innovativo, i Kinkaleri di Firenze, la coreografa Monica Francia della compagn Sosta Palmizi, Nigel Charnock, Roberto Castello, e molti altri con cui continuo a lavorare. ente La danza contemporanea si è emancipata dai vincoli del linguaggio unicam ve come la corporeo e si è aperta alle contaminazioni con altre forme espressi afi alle video-arte, la pittura, la sperimentazione sonora. Dai grandi coreogr è secondo Quale e. direzion questa in i maggior sempre sono imput gli leve nuove te il valore di queste collaborazioni interdisciplinari? una delle Quest’anno con la definizione “Il rumore della danza” , il “SUONO” diventa generazione presenze dominanti degli spettacoli ospiti, denominatore comune di una maggior cresciuta nella musica digitale e immersa nella quotidiana “rumorosità”. Nella a, ed elettronic matrice di più lo per vivo, dal eseguita sarà musica la parte degli spettacoli azioni entrerà in stretta relazione con lo spazio. L’aspetto più interessante di queste contamin un pubblico espressive sta nella potenzialità offerta da due linguaggi che si rivolgono a io e che va pomerigg al d’arte mostra una visita che quello – ricettivo e duttile più sempre no abbiamo a teatro la sera – proprio perché condivide lo stesso universo visivo. Quest’andella soundprodotto uno spettacolo nato dall’incontro di un giovane esponente italiano è distinta nel art, Paolo Piscitelli e di una giovane coreografa torinese Barbara Uccelli che si dell’arte tout tempo per la sua ricerca nella danza. È un tentativo di ampliare gli orizzonti court, il pubblico giudicherà i risultati. a la Quali sono le difficoltà con cui la danza si scontra in Italia? E come è cambiat situazione nella città in cui lavori? tantissimo a In Italia le compagnie di danza – sia giovani sia più conosciute – faticano europei o a paesi certi di quelle a rispetto minime oni sovvenzi sopravvivere, ricevono per andare quelle date negli Stati Uniti. I ballerini devono inventarsi mestieri “improbabili” Ecco perché avanti e spazi di lavoro strappati con i denti. Questo penalizza studio e ricerca. facendo dei i gruppi italiani appaiono a volte meno competitivi di quelli stranieri. Si stanno Cultura, il timidi ma costruttivi passi, anche a Torino, grazie all’impegno dell’Assessore alla anno professor Fiorenzo Alfieri, che è un grande appassionato di danza. Forse tra qualche à. vedremo reali cambiamenti dove adesso si individuano segnali di apertura e sensibilit Da non perdere a Torino Nell’ambito di VIDEO.IT, rassegna contemporanea di video d’artista, danza, musica (sesta edizione) il Gioco dell’assurdo – il corpo ludico. Fino al 23 novembre, organizzato da Arte Giovane, il lavoro in prima nazionale è realizzato in tandem dall’artista visivo Marcello Maloberti e dalla coreografa Paola Bianchi. L’Ass. Mosaico cura gli eventi di danza. Sulla scia di intendere il video come centro di interdisciplinarietà, l’opera è stata voluta come collaborazione tra un video artista e una coreografa e rappresenta un punto di partenza nuovo per trasmettere il patrimonio acquisito dalle edizioni passate di VIDEO.IT. Scritta sull’acqua Arriva a Milano, dopo la consueta tappa al festival di Venezia, la danza secondo quella che è ormai considerata da tutti una delle grandi maestre della contemporaneità.”Scritta sull’acqua”, per Carolyn Carlson è Venezia, una città che, come la vita stessa di ognuno di noi, è affascinante, evanescente, difficile da comprendere. Con il suo nuovo spettacolo, l’artista americana sceglie un luogo che tanto ha significato per la sua vita professionale. Writings on water è “un omaggio al nostro misterioso passaggio attraverso l’esistenza”. Una scenografia zen e la musica di Gavin Bryars, scritta per lo spettacolo, accompagnano la danza della Carlson. Per scivolare sulle acque di una magica Venezia di ieri e di oggi. Writings on water, coreografia e interpretazione Carolyn Carlson, musica Gavin Bryars, costumi Alberta Ferretti, prologo filmato Peter Knapp, immagini video Roberto Castello. Milano, Teatro Studio, 16 novembre 2004, www.piccoloteatro.org www.bazarweb.info bazar 11 2004 scene.salmoni di enrico lo verso 19 Attore, vendimi l’anima Da un giovane attore-studente cosa può aspettarsi lo spettatore? Non la tecnica, ancora instabil e. Ma l’emozione della meraviglia. Cara Eugenia, tempo fa ho visto al teatro Anfitrione di Roma dei saggi di una scuola di recitazione. Quando si va a vedere uno spettacolo ci si siede e mentalmente si rivolge una richies STUPISCIMI. Si è lì con la buona disposizione a farsi soggiota, quasi imperiosa, al mattatore. Sempre quella: meglio. Ma agli spettacoli delle scuole è diverso, si è più gare dal mito, che se poi ha superato i 70 è ancora di guardare ancora di più dentro l’attore, come se in cambiocomplici, indulgenti, apparentemente. In realtà si cerca almeno, venderci l’anima. Bisogna capire perché stia lì, cosa della tecnica che ancora non possiede appieno possa, sta pensando, è teso o tranquillo, si sforza o prova piacere, gigioneggia? DI GIA’ ?? Ma soprattutto: un giorno, sarà qualcu Non si può negare, ci sono dei momenti imbarazzanti, note no? anche dei momenti assolutamente appaganti. Dei torrenti stonate, voci strozzate, gestualità da asilo nido. Ci sono di energia che, inaspettatamente ti si rovesciano addosso. Non te lo aspetti. Stai già pensando che forse non era la serata Salda, sicura e tu hai già un paletto fra i polmoni, non riesci adatta per uscire e… ti si piazza una colonna in scena. Non voglio fare nomi. Non mi piace e tradirei lo spirito dela deglutire e ti si blocca il respiro. sicuro che risentirò quella voce e rivedrò quella bellissima teatro e del lavoro in una scuola se lo facessi. Però sono un aspetto tecnico in più che da un lato opera una selezio figura sulla scena. E’ vero, forse, il canto, la musica hanno ne, anche se ampia, alla base. Chi trova il coraggio di cantare su un palco di solito lo sa fare. Così il saggio di cui sto parland riascoltare canzoni più o meno note con un paio di notevo o è stato sicuramente una piacevole serata passata a lissime punte verso l’alto. I pezzi recitati mi davano l’idea che venissero presentati giusto per far piacere a chi tra i “corsis Recitare non è cantare, ci vuole quel qualcosa in meno che ti” volesse cimentarsi con la recitazione. ti fa andare sul palco indifeso accettando di esserlo. Solo così, nudo, puoi giocare e ribaltare tutto a favore dello spettac di canto della scuola che si esibiva (un po’ fuori luogo data olo in cui ti trovi. La serata veniva chiusa dall’ insegnante la serata), in un vero e proprio concerto avvalendosi della coreografia acrobatica e strepitosa di 5 ballerini che avevan sguardi, intese, complicità. Tutto ciò che mi aspetto di vedere o un gioco di squadra semplice e bellissimo, fatto di in teatro. Caro Enrico, ogni volta mi stupisco delle affinità che legano i nostri due sorprendere, e non vado in cerca di prestazioni eccellenti modi di guardare le cose. Anche a me piace lasciarmi emotivi. Credo infatti che sia nel sentimento della meravio esibizioni riuscite ad arte, ma piuttosto di piccoli shock glia che accada quel magico momento che è la conoscenza: proprio attraverso l’allentarsi della morsa della veglia intellet tuale e la conseguente sospensione del giudizio si vive una emozione pura che per un attimo, trovandoci ignora nti, vuoti e disposti, ci fa fare una esperienza nuova, arricchendoci. Mi viene da dire che nel sentimento della meravi spinge più forte del pregiudizio, cioè della paura, e ci fa vedere glia si crea una breccia, come quando la curiosità cose inaspettate. Mi piace che ti sporgi a guardare le anime, gli ignoranti, i goffaggini, le acerbità. Perché è in questo sguardo benevo ragazzi. Mi piace che trovi belli anche i loro difetti, le lo e affamato, in quelle stesse capacità premature che c’e’, tutta la sua potenza, la possibilità di crescere. in E comunque sappi che noi spettatori vediamo le stesse fragilit voi avete un’anima, un chiaroscuro, un’alternanza di qualità à anche guardando voi grandi interpreti. Perché anche di prestazione. Come ogni essere umano. Ciao, amico. www.bazarweb.info bazar 11 2004 suoni.recensioni di fabio murru 21 uroato con il rivoluzionario sistema 5.1 fut al to na cli de ato ss Pa pass del essi Jean Michel Jarre ripropone i succ . anni ’40 con uno sguardo contemporaneo surround sound. Gianni Coscia rivisitaseglicon sonorità contaminate. Battiato recupera un antico testo cine Franco Battiato Dieci stratagemmi Sony Music La sempre attenta e accurata ricerca linguistica di Franco Battiato sfocia stavolta in un nuovo lavoro il cui titolo si ispira all’antico testo cinese di tattica e strategia militare “i 36 stratagemmi”. Il cantautore continua il suo viaggio tra musica colta, canzone, musica etnica, sinfonica e operistica approfondendo la ricerca dei testi con il rinnovato sodalizio con il filosofo Manlio Sgalambro, che già l’aveva affiancato nell’album Ferro Battuto del 2001. Qui Battiato scandaglia anche nuovi scambi artistici cantando alcuni brani con la cantante giapponese Kumi C. Watanabe, con Cristina Scabbia dei Lacuna Coil e con i Krisma di Maurizio Arcieri. Ed esplora gli impervi territori della poesia cinese del IV secolo a.C. e quelli sofisticati della letteratura settecentesca attraverso il testo di un anonimo del ‘700. Rem Around The Sun Wea lavoro Chi spera di trovare nell’ultimo mur o di Stipe e compagni i Rem di Mur qualsiasi Automatic For The People o unamente gemito di rock rimarrà profond tempo deluso. I Rem ormai da qualcheverso un hanno spostato le loro sonorità erà ai pop d’autore che forse non piac chi invece ha vecchi fan del gruppo ma, perper tutti i loro apprezzato il cambiamento e e l’album nuovi fan, Around The Sun è forsro molto migliore degli ultimi anni. Un lavo ti elettronici e curato, sonorità e arrangiamenbuon livello e soprattutto una produzione di buona qualità, molto ricercata. I testi sono di una doppia a sfondo politico ma spesso con sempre in chiave di lettura. Stipe li cantasua fantastica maniera eccelsa ma anche la più, si è voce rock sembra non esserci e di musica trasformato in un grande cantant acità del internazionale. La classe e la capinalterate, gruppo di suonare sono rimaste vi Rem eppure quello che manca ai nuoci ha fatto è quell’emozione viscerale che c’è più. innamorare di loro. La magia non Jean Michel Jarre Aero WEA E’ un pioniere della musica elettronica da oltre 20 anni e il suo percorso artistico ha ispirato intere generazioni di musicisti e artisti. Aero è l’ultima tappa di questo viaggio nella sperimentazione elettronica, con il quale rivoluziona ancora il modo di fare musica. L’album infatti è il primo al mondo completamente costruito, nota per nota, in 5.1 surround sound, per la gioia dei milioni di possessori di un sistema home theater. L’album contiene i suoi più grandi successi, tre brani nuovi e alcuni interludi. Ascoltando Aero ci si sente proiettati “dentro” la musica, come se ci avvolgesse tra le sue note, perché spostandosi dai due canali stereofonici ai 5.1 di Aero, la musica assume una nuova dimensione. Realizzato completamente da Jarre, anche nella parte tecnica dell’audio, il lavoro è pubblicato sia in dvd 5.1 surround sound sia in cd super stereo per accontentare anche chi non possiede ancora un home theater. Gianni Coscia e Renato Sellani Galleria del Corso Giotto Music La fisarmonica di Gianni Coscia e il piano Sellani per un lavoro dedicato agli anni ’30di Renato e ’40. Gianni Coscia non ama definirsi fisarmonicis preferisce che si dica di lui che è un “mus ta, la fisarmonica”, perché se il fisarmonicistaicista con strumento il fine, lui ne fa solo il mezzo. Il fa dello suo fine resta la musica, come quella di questo nuovo con le note temperate di quegli anni rivisita disco, la freschezza di uno swing tutto italo amer te con Un cd pieno di improvvisazioni, realizzato icano. e dedicato alle musiche di quei decenni dal vivo in cui tutti i musicisti e i personaggi della musica legge gravitavano intorno alla Galleria del Corso ra a Milano. Ecco brani come Polvere di stelle, Non dimen le mie parole o My funny Valentine che recup ticar una nuova linfa vitale e ad ascoltarli torna erano no attuali e vividi, in un’esecuzione emozionante che, se pur seria e disciplinata, mostra guizzi gioiosi e ironici. Deep Purple Rock Review 1969/1972 BMG nei negozi Dal catalogo infinito della BMG esce volta dedicato un nuovo prodotto in dvd questa , i Deep a uno dei mostri sacri dell’hard rock le cui Purple. Un dvd senz’altro molto bello o curati. immagini, e il suono, risultano molt documento Da un punto di vista storico è un a della importante perchè ripercorre la stori Deep Purple band dall’album quasi di esordio discografico In Rock. Perché il vero debutto “Mark I Line a nome del gruppo, il classico es Of Deep Up”, avviene nel 1968 con Shadrock. Solo Purple, un album di progressive gruppo successivamente, con l’entrata nel a la di Ian Gillan e Roger Glover si form un mitica mark II line up. Il gruppo, dopoFor ultimo album progressive, Concerto verso l’hard Group And Orchestra, si indirizza rtante rock per vivere la sua storia più impo del enda ed entrare per sempre nella legg p Purple In rock. Ed è nel 1969 che esce Deel’evoluzione Rock. Il dvd ci mostra fedelmente registrazioni sonora del gruppo fino alle ultime Lord, del mark II line up con Blackmore, oci i Deep Paice, Gillan, e Glover, mostrand izioni live. Purple nelle loro straordinarie esib qualità Un vero muro sonoro potente e di rock è eccelsa come forse nessuna banddvd è riuscita a ripetere. Altra chicca del ente un’intera sezione dedicata esclusivam straordinari a Ritchie Blackmore, uno dei più chitarristi rock di tutti i tempi. 22 di pietro d,ottavio suoni bazar 11 2004 www.bazarweb.info Eventi cult Nick Cave Le melodie scarne e oblique di Nick Cave, i senti frastagliati delle canzoni di Paolo Conte. E l’eveneri to musicale che riempirà Roma con nomi grossi e concerti a sorpr esa… Il tenebroso artista australiano è uno che divide: c’è chi lo considera un genio della musica, e chi pensa sia in fase di stanca. E Nick Cave divide anche il suo ultimo lavoro in due… dischi distinti, ma riuniti in una unica confezione: Abattoir Blues/The Lyre of Orpheus. Persino il suo tour italiano è… diviso in due concerti: all’Alcatraz di Milano e al Sashall di Firenze a fine mese. Il “doppio” Nick, allo soglia dei cinquant’anni è sempre più legato all’Inghilterra (vive a Hove, a pochi passi da Brighton), non lavora più con Blixa Bargeld (fondatore con Cave dei Bad Seeds, oggi più concentrato sugli Einsturzende Nuebaten), ha un figlio di 13 anni e dal 1988 ha chiuso con la droga. L’interesse per la letteratura moderna e classica è costante e si fa sentire con richiami a Nabokov, Dylan Thomas, Saffo e Orfeo distribuiti nei due dischi. Più che “doppio”, quindi, Nick è oggi un uomo e un artista che ha trovato una sua armonia (non soltanto musicale…), una dimensione in cui l’ispirazione arriva anche se ormai le situazioni estreme sono lontane. Il mondo di Cave quindi è ricco di suggestioni legate al suo inconfondibile stile “maudit”, tra blues, melodie scarne e oblique, ritmiche che ruzzolano con estrema eleganza, ma non mancano esplorazioni per altri territori sonori, a partire dal ricorso ai cori gospel. E non c’è dubbio che con questi ingredienti il concerto del grande artista saprà regalare emozioni e musica d’autore di alta qualità. 29 MILANO, Alcatraz 30 FIRENZE, Sashall info: 0253006501 STEVE COLEMAN 2 ROMA, La Palma WAYNE SHORTER 3 ROMA, Auditorium Parco della Musica; 12 PIACENZA, Teatro Comunale RAIZ 4 PISA, Metarock; 5 TREZZO SULL’ADDA (Mi), Live Music; 6 ANCONA, Barfly; 24 PESCARA, Floor Mega; 26 TREVISO, New Age. FRANCESCO GUCCINI 5 ROMA, Palaeur PROZAC + 5 VICENZA, La Gabbia – 13 REGGIO EMILIA, Tempo Rock FIORELLA MANNOIA 6 ROMA, Palaeur KEITH JARRETT 7 ROMA Auditorium Parco della Musica THE SERVANT 15 MILANO, Rolling Stone; 16 ROMA, Qube; 18 TREVISO, New Age PGR 17 TORINO, Hiroshima; 21 ROMA, Qube KD LANG 22 MILANO, Teatro Manzoni DESMOND DEKKER 27 VICENZA, La Gabbia STING 30 MILANO, Palalottomatica Conte Paolo ambientati in anfiteatri, L’avvocato di Asti quest’anno ha “distillato” pochissimi concerti, rari eventi un intenso tour che farà auditorium, ville storiche e teatri di pregio. Ma ora Paolo Conte riparte con ed Europa, fa tappa in conoscere le canzoni del nuovo album “Elegia”. Il lungo viaggio, tra Italia ospita l’attesa première. L’ scenari teatrali di grande fascino, a partire dal Verdi di Firenze, che il 23 Paolo Conte nella sua “Uomo del Mocambo”, tra gli alter-ego dell’artista quello che più ha guidatofantasmagorica trasvolata nuova straordinaria esplorazione dei luoghi dell’ “altrove”, è pronto per una Un viaggio “Sotto le stelle a bordo di un “Aguaplano” tra verdi milonghe e scenari del “Sudamerica”. da tempo apprezzata del jazz” e lungo i sentieri frastagliati della miglior canzone d’autore italiana, come alla Carnegie Hall di anche all’estero: Conte è una star da tutto esaurito all’Olimpya di Parigi rde”… anche se il New York. Per tutti questi motivi quello di Paolo Conte è un concerto “sempreve Grazie a quel capolavoro colore che ha portato fortuna al cantautore piemontese è un altro: “Azzurro”.a pensare che prima o poi scritto più di trent’anni fa per Adriano Celentano, l’avvocato di Asti cominciò dopo il successo anche come avrebbe mollato arringhe e codici. Una “causa” vinta negli anni Ottanta, Conte riapre nei concerti. interprete di “Bartali” o “Un gelato al limon”, altre gemme del forziere che noi”, “Hemingway” o “Via con Un forziere che fatica a contenere altre pietre miliari come “Genova per me”… oltre alle nuovissime gemme di “Elegia”. 23,24 FIRENZE, Teatro Verdi 25,26 BOLOGNA, Teatro Medica info: www.paoloconte.it Euro Awards Mtv Uno show planetario, con i tempi della musica dal vivo che si mescolano a quelli televisivi: stanno per arrivare gli MTV Europe Music Awards, forti di un autentico parterre de roi (Eminem, Beastie Boys, Franz Ferdinand, Maroon 5, Nelly, Gwen Stefani e molti altri ancora). L’appuntamento e’ fissato per il 18 all’ippodromo di Tor di Valle a Roma, che per l’occasione si trasformerà in un villaggio ultratecnologico. La superstar è senz’altro Eminem, che farà di tutto per shockare anche il pubblico di Roma, con una performance esclusiva del suo nuovo singolo, Just Lose It, anticipazione di Encore, il nuovo album in uscita il 15 novembre. Sul fronte dell’hip-hop bianco anche i Beastie Boys che hanno più volte “riletto” il rap negli ultimi 23 anni. Nel loro set, carico di energia e ironia, non mancherà Ch-Check It Out, dal loro ultimo album To the 5 Boroughs. In primo piano anche i Franz Ferdinand, nuovi eroi del circo rock grazie soprattutto al singolo Take Me Out. Per l’Italia le nominations sono andate ai Linea 77, gli Articolo 31, Elisa, Tiziano Ferro e Caparezza, e ben 5 candidature vanno agli Outkast, come miglior gruppo, miglior gruppo r&b, miglior canzone, miglior video e miglior album. Ma la cittadella sulla via del Mare non sarà l’unica location dell’evento: per una intera settimana la capitale sarà “impollinata” da Mtv Pollination Music Week, ovvero una serie di concerti a sorpresa (comunicati ogni giorno via sms) che culmineranno con un evento speciale il 17. 18 ROMA, TOR DI VALLE info: www.mtv.it www.bazarweb.info bazar 11 2004 suoni di marcello amoruso 23 Tra musica, visioni e letture, i Baustelle recuperano una tradizione che affonda le radici nei ’60, ’70 e ‘80. I suoni dell’elettronica contemporanea e due voci da non dimenticare Innanzitutto due voci che lasciano il segno: quella avvenente e impetuosa di Rachele Bastreghi e quella calda, sobria e profondamente wave Bianconi. Dal sound traspare sempre un certo tono tra malincodi Francesco L’ascolto dei Baustelle è un salto nel candore ovattato e sereno nico e volitivo. Baustelle è una parola tedesca, ma sembra francese e se la leggi del passato. potrebbe divenire un composto surreale di bau e stelle, di un in italiano alle stelle: in realtà vuol dire “lavori in corso”, “cantiere”. Sonocane che abbaia vengono da Montepulciano, anche se il campo di battaglia è quattro e stato Siena, durante gli anni universitari. La loro musica racchiude un immaginario composito, dove i ’60, i ’70 e gli ‘80 si mostrano nelle diverse sfaccettature soniche, visuali, letterari dei grandi consumatori di musica, di visioni, di arti in genere: nei Baustelle e. “Siamo mondo di riferimenti”. È così che Fabrizio Massara, supporto elettronc’è tutto un ico del gruppo, definisce lo spiccato citazionismo della loro musica. Citazione come pretesto, mai come obiettivo, inserita nella narrazione degli splendid i testi come elemento circostanziale, elemento del quotidiano consum letture, movimenti, attraversamenti. E continua: “Un progetto o di visioni, continua evoluzione, ma sotteso da un’estetica costante, cioè il recupero che cambia, in di scrittura melodica di qualche decennio fa, che può essere quella di un di una tradizione francese, italiano o cose più contemporanee come una certa elettronica, certo cantautorato tedesca”. Una marca che si contraddistingue con più forza nelin particolare quella secondo album, La moda del lento (2003), che rispetto al primo, Sussidiario della giovinezza (2000), mostra raffinati incastri tra sonorità illustrato elettroniche. Se il primo disco ottiene due importanti riconosc acustiche ed disco italiano d’esordio per Musica & Dischi e Premio Fuori imenti (Miglior dal Mucchio), il secondo non è da meno e, in occasione del Mei 2003, i Baustell Premio Musica Indipendente come Miglior gruppo dell’ann e ricevevano il o. Lo scorso luglio hanno firmato un nuovo contratto discografico Warner Music Italy e da settembre la band è al lavoro sui pezzi con la nuovi, che andranno a comporre l’album in uscita per i primi mesi del 2005. Per info: www.baustelle.it Il cantiere dei Mei, il meeting della etichette indipendenti alla sua VIII edizione. Insostituibile vetrina del panorama musicale emergente, a Faenza, dal 26 al 28 novembre, convegni, workshop e l’importante Premio Italiano della Musica Indipendente Il Mei (dal 26 al 28 novembre) è giunto alla sua ottava edizione, i tempi sono ormai ampiamente maturi per poter considerare l’annuale Meeting delle etichette indipendenti un autentico catalizzatore di opportunità a monitoraggio della situazione del panorama musicale indipendente. Oltre duecento adesioni, convegni, workshop, numerosi premi costituiranno terreno fertile per l’incontro più indie d’Italia. Ad allestire gli stand ci saranno (per citare quelle più note) la Mescal, Materiali sonori, NuN Entertainment, Jestrai; chi ha improntato la storia dell’indie rock come Carlo Massarini e chi ha realizzato grandi produzioni come Mauro Pagani. Per Giordano Sangiorgi, ideatore e organizzatore del Mei 2004 insieme a Roberta Barberini “c’è di che essere soddisfatti, significa che in un momento di transizione come questo per il mercato musicale, il Mei assume ancora di più un’importante valenza come momento di incontro e confronto, oltre che di insostituibile vetrina e workshop per la realizzazione di progetti futuri”. Venerdì 26 Novembre al Teatro Masini, per la giornata di anteprima, la presenza della Mei Orchestra guidata da Roy Paci. Tra i tanti concorsi per emergenti una particolare segnalazione la merita Coop for Music, che porterà sul palco del Mei tutti i suoi finalisti, e il Premio Italiano della Musica Indipendente. Tra i live in programma, al Teatro Masini, prenderà il via il tour italiano di Polly Paulusma, a seguire la presentazione del nuovo disco degli Skiantos e dei Velvet. Baustelle … e questo mese il tour di Mark Lanegan e dei Kings of Convenience Se il primo, americano, è un indiscusso outsider della vita, veicolo autentico dei suoni sporchi e immediati di frontiera, gli altri sono norvegesi, ed è dal Nord che il suono dei due viene imbevuto di folate fredde e rarefatte, con quella semplicità espressiva che caratterizza la scena cosiddetta neo acustica. Bubblegum e Riot On An Empty Street, usciti quest’anno, verranno presentati nelle date riportate sotto: Mark Lanegan band 10 Novembre Roma 11 Novembre Milano 12 Novembre Roncade (Tv) 13 Novembre Rimini Kings of Convenience 3 Novembre Roma Auditorium 4 Novembre Ferrara Teatro Nuovo Tbc Torino Teatro della concordia Tbc Firenze Saschall TOUR 24 di fabrizio gianuario suoni bazar 11 2004 www.bazarweb.info inviata e contenente alcune sue canzoni Era il 1982 quando Renato Carosone, in risposta a una cassetta che gli era stata tanto blues. Quel musicista era Stefano ascoltare di , musicista imo giovaniss allora un a scrisse, voce, e piano per ate interpret di jazz. dischi primi suoi i comprare per casa sotto negozio al scendere a Bollani, che non tardò trasformano la notte in giorno e distanza, a visti che, persona; una di destino del E’ questo uno di quegli episodi che decidono rincorrendo il proprio trascorsa vita una di fine la e l’inizio sé in no le curiosità in passioni. Uno di quei consigli che condensa destino. e (edito dalla Elleu al costo di 8) e che, come Un fatto che Bollani svela alla fine del suo libro L’America di Renato Caroson ha avuto nella fantasia musicale italiana degli a american cultura la che ruolo il e raccontar si può intuire dal titolo, si propone di Carosone il quale, con senso dello Renato di artistica ne produzio anni Cinquanta. Un’influenza che ben si è espressa nella contraddizioni che animavano gli spiriti filoquelle musica in e esprimer saputo ha ea, partenop tutta à musicalit una e sberleffo Tu vuo’ fa’l’americano, venuti alla luce proprio statunitensi di tanti giovani italiani. E questo attraverso la creazione di brani come che per anni il fascismo aveva bollato musicale cultura quella ricana; afro-ame musicale grazie alla scoperta della vasta cultura come indegna di essere ascoltata. porta di accesso a un mondo, quello americano, Miti della musica, del cinema, della letteratura, che insieme hanno costruito la saputo importare una grammatica artistica che ha l’Italia realtà in quale dal ma balia, in essere o sembriam del quale ancora oggi . non ha mancato poi di tradursi, dall’interno, in una precisa identità creativa nazionale del jazz italiano, del suo jazz, senza limitarsi Da amante e suonatore di blues Bollani è andato quindi alla scoperta delle radici un intero universo culturale, quello di un’Italia a ripercorrere una storia esclusivamente musicale, ma ponendosi in ascolto diespressione. nuova a paese il portare di capaci linguaggi di cerca in e devastata dalla guerra niblues come Stefano Bollani, racconta l’America suo di rio Dia di tore suona Un amante e o particolare di un musicista partenopeo che con un solo consiglio ha decis il suo destino… Club to club Festival di elettronica in giro per locali Da giovedì 4 e sabato 6 novembre si terrà a Torino la quarta edizione di Club to club, Festival Internazionale dedicato alla Musica Elettronica Contemporanea. Una tre giorni itinerante che coinvolge diverse location della città piemontese. Location tra le quali ci si potrà muovere durante le singole serate alla ricerca di numerosi live set, vj set e dj set tenuti da diversi artisti europei e statunitensi. Una ragnatela di suoni che si articola tra il Teatro Juvarra, il Café Procope, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, AB+, the beach e Transistor @ Docks. Per partecipare è possibile optare per l’acquisto di biglietti singoli da pagare all’ingresso di ogni locale (obbligatorio per la serata di giovedì), o munirsi di un biglietto unico con il quale muoversi liberamente, e con maggiore convenienza, rinunciando a ogni fissa dimora. E questo il venerdì, perché poi il sabato l’ingresso è libero. Tanti, tantissimi gli ospiti, e per farsi un’idea più chiara questo è il programma delle serate: GIOVEDI’ 4 Teatro Juvarra / Café Procope: Strek vs Atzmo (Betulla Records, PiemonteGroove, Italia) live set; UVA (Massive Attack and Basement Jaxx visual artists, Gran Bretagna) audiovisual live performance; Sergio Ricciardone (Xplosiva, Drama Society, Italia) dj set; Jennifer Cardini (Pulp, Francia) dj set;Softly Kicking vj set. VENERDI’ 5 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: DJ Torpez (PiemonteGroove, Italia) dj set; Peedoo (Mantra Vibes, Italia) dj set; Softly Kicking vj set; Teatro Juvarra / Café Procope: Accidental showcase featuring Soft Pink Truth (Matmos, USA) live set; Brooks (UK) live set & Raf (UK) dj set; Swayzak (!K7, Gran Bretagna) live set; Santos (Mantra Vibes, Italia) dj set; DJ Rolando (Los Hermanos, Underground Resistance, USA) dj set in collaborazione con L.E.D. ogino:knauss (Firenze) vj set; The Beac: Magda (Minus, Canada) Final Scratch dj set; Giorgio Valletta (Xplosiva, Italia) dj set; Alter Ego (Klang, Germania) live set ; Agoria (PIAS, Francia) dj set; Rach 3 (General Elektrik, PiemonteGroove, Italia) dj set; Pixelorchestra (Roma) vj se; Transistor @ Docks: Base O.M.B.R.A. (aka Andrea Frola, PiemonteGroove, Italia) dj set; Rollers Inc. feat. MC Victor (PiemonteGroove, Italia) dj set; Digital (Innerground/Metalheadz/Photek Prod./Creative Source/ Timeless, Gran Bretagna) dj set. SABATO 6 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Mannypol (PiemonteGroove, Italia) live set; Perlon showcase featuring Marcus Nikolai (Germania) live set & Baby Ford (UK) dj set; Phormazero (Torino) vj set Piazza Cesare Augusto dalle 22 Nig Nig Nig (PiemonteGroove, Italia) live set . www.clubtoclub.it leggere.recensioni 26 di ciro bertini bazar 11 2004 Peregrinazioni raffinate www.bazarweb.info Sono quelle che ci inducono a fare Wislawa Szymborska con le sue poesie impenetrabili, Duccio Tessari con i suoi dialoghi sciolti, Antonio Gaudino con i suoi rompicapo e test AR SEGNALA BAZ VISTA CON GRANELLO DI SABBIA – Wislawa Szymborska (Adelphi. 242 pp., 18 euro) – Wislawa Szymborska (Adelphi. 190 pp., 15 DISCORSO ALL’UFFICIO OGGETTI SMARRITI euro) – che devono apparire loro Poveri studenti polacchi: costretti a imparare a memoria fin dalle elementari le sue poesie alla realtà - rischiano da complessi rimandi i per i indecifrabil tempo stesso allo ma piano, semplici per il linguaggio e mai serioso. Se ne colloquiale tono dal vita di compagna anziché Szymborska, della grandi di trovare ostica l’opera seguente motivazione: “per sono accorti invece i signori dell’Accademia di Svezia, conferendole il Nobel nel 1996 con la alla luce in frammenti la capacità poetica che con ironica precisione permette al contesto storico e ambientale di venire vero poeta, deve ripetere d’umana realtà”. E lei di rimando, nel discorso di investitura, ha detto: “il poeta, se è un ha finito di scrivere di continuo a se stesso ‘non so’. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena del tutto insufficiente”. già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d’una risposta provvisoria e farlo, alternando con lo Infatti, a ottant’anni, continua incessantemente a interrogarsi e a chiedere a noi lettori di a quelli di natura coppia) di l’amore primis (in privati temi candido e perspicace bambino scandaglio del suo sguardo sociale (negli ultimi anni soprattutto la guerra). sfuggire alle devastazioni Il suo esordio letterario era stato nel 1945 e risentiva dell’umore del tempo: l’ansia di to, imposto da “necessità subite attraverso l’entusiasmo offerto dagli ideali del socialismo reale. Al loro raffreddamen così come l’esilio storiche” mai accettate dalla Szymborska, era conseguita la definitiva rottura con il partito comunista, di quarant’anni ce volontario da Cracovia per appartarsi dai circoli letterari. Dei dieci volumi pubblicati nell’arco Pietro Marchesani: “Vista ne danno conto ora le due antologie edite da Adelphi, magistralmente curate e tradotte da che dà invece più smarriti”, oggetti all’ufficio “Discorso e note più poesie le contiene che sabbia”, di con granello sia lontani dalla si quanto di sapore il già danno titoli I recente. più produzione alla e spazio alle prime raccolte il curriculum’, ‘Scrivere cipolla’, ‘La pietra’, una con ne ‘Conversazio maschile’, poesia elegiaca: ‘Concorso di bellezza Più difficile invece ‘Un parere in merito alla pornografia’, ‘Contributo alla statistica’, ‘Incidente stradale’. temi: c’è un inizio, riportare stralci dei suoi versi senza snaturarne il senso, perché le sue liriche sembrano piccoli sue poesie più recenti lo svolgimento e il finale. Dovendo scegliere, lo facciamo riportando una strofa da una delle ra, sotto […] Ognuno ‘Fotografia dell’11 settembre’: Sono saltati giù dai piani in fiamme/uno, due, ancora qualcuno/sop per loro/descrivere quel è ancora un tutto/con il proprio viso/e il sangue ben nascosto […] Solo due cose posso fare volo/senza aggiungere l’ultima frase. Colonna Sonora: FREDERIC CHOPIN Polacche D FASHION OL TONIO KROGER – Thomas Mann (Einaudi. 90 pp., 1.000 lire, edizione del 1967) Ragno) e Tonio Kroger? No, non l’abitudine di portare una Sapreste dire che cos’hanno in comune Peter Parker (alias Uomo cognome di sei. Vediamo se possono aiutarvi un paio di il e calzamaglia, né il fatto di avere il nome di cinque lettere io ma un dono, che deve essere usato per il bene privileg un è frasi estratte dal recente Spiderman II: “L’intelligenza non Avete capito ora? Sì, la predestinazione. Come bilità”. responsa grande una nde corrispo potere grande un “A e dell’umanità” in sorte. A volte, spossati dal suo peso, hanno toccata è gli scelta, l’hanno non che senso nel o, subiscon dramma, perché la semplicemente normali. Naturalmente, gli è stato impossibile cercato di sfuggirle, tentando di essere come tutti gli altri, senza ricevuta di ritorno da un mittente sconosciuto. pacco come inviato ma offerto, perché a loro il dono non è stato al fine di ingraziarsi l’amicizia esclusiva del sforzo ogni compiere scente, Conosciamo Tonio, scolaro in età preadole che non dalla poesia. Visti i mezzi a disposizione one dall’azi più attratto prestante Hans, compagno di rara bellezza fisica, lo ritroviamo adolescente, invaghito di Lei, dopo, Poco re. capitola - ipersensibilità e anticonformismo – Tonio non può che scendere sul suo terreno. Ma la pista da deve arla conquist Ingeborg, la grazia in persona. Questa volta sa che se vuole secondo fallimento. A questo punto incrociamo Tonio li: spiritua esercizi con allena si chi per inadatto terreno ballo è un per quanto consentito dalla società borghese benpensante del giovane uomo, gradualmente affermatosi in qualità di artista – vedere più degli altri, identificare la verità interiore, one: maledizi sua della nze consegue sulle suo tempo – arrovellarsi quelli che saranno i loro sentimenti e successivamente re presenti e impulsi gli erne le persone come sono fatte, riconosc Infine, lo scorgiamo più maturo durante una vacanza corso. il mutarne per niente le loro azioni. Sapere, senza poter far forza dirompente che ci par di avere davanti agli di scena una in e, in Danimarca. Seduto, osserva delle coppie danzare diventati marito e moglie. mente evidente , occhi, si materializzano proprio loro due: Hans e Ingeborg è, per antonomasia, il romanzo sulla vocazione artistica. Kroger Tonio enne, 28 Mann Thomas un da 1903, nel Scritto aveva già pubblicato da un paio d’anni I Buddendrook, Attenzione però a classificarla opera giovanile, perché il nostro ciò che impressiona in Mann è proprio questo: Infatti, saggio. molto to vecchiet arzillo un da scritto un libro che sembra come avviene in Joyce tra il Ritratto sentire fanno si non Faustus, Doktor dal separano lo che gli oltre 40 anni che già grande. In tutti i sensi. nato fosse e, scrittor di panni nei Mann, se Come . dell’artista da giovane e l’Ulisse Colonna sonora: PAUL WELLER Studio150 B C A G d d a s v c v l d b [ a l www.bazarweb.info bazar 11 2004 leggere.recensioni di ciro bertini 27 PENSARE LEGGENDO LA STANZA DI ALI BABA – Valerio Pellizzari (Sperling & Kupfer. 246 pp., 15 euro) Valerio Pellizzari, inviato de Il Messaggero, ci racconta l’Iraq degli ultimi 18 mesi dal punto di vista dell’uomo della strada. Le immagini in sequenza del regime dittatoriale di Saddam Hussein, dei bombardamenti americani, della guerriglia diffusa e degli atti di terrorismo, scrutate da un osservatorio che nessuno ci aveva ancora mai mostrato in tutta la sua immediata verità: quello dell’iracheno comune (?). Pellizzari, uomo tra gli uomini, ne conosce una moltitudine, condividendo con loro speranze , ansie, angosce, durante i precipitosi raduni in attesa dei raid aerei in un rifugio di Baghdad: una specie di grotta, con un pesante portone metallico e l’iscrizione di vernice rossa “La stanza di Ali Baba” tratta da Le mille e una notte. Come tesoro inestimabile, al posto dei gioielli, la salvezza. Per far capire che tipo sia Pellizzari, basti dire che quando gli viene imposto di traslocare verso un luogo più sicuro, abbandonando i compagni di ventura, si sente colpevol mente privilegiato. Del resto, sul suo taccuino ha registrato racconti come quello di Zaed: “quando sento cadere le bombe non mi preoccupo, provo come una sensazione di sollievo, vuol dire che hanno colpito un altro edificio, che i miei sensi reagisco no, che questa volta sono ancora vivo. Quando non sentirò nulla vorrà dire invece che la bomba è arrivata anche per me, ma in questo caso sarà già tutto finito.” Esistono tanti modi teorici di guardare alla guerra (valutaz ioni geopolitiche, storiche, antropologiche, per citarne solo qualcuno), ma c’è un aspetto concreto che non dovremmo mai omettere di tenere in debita considerazione: quello umano. E’ ciò che fa il documentarista Michael Moore in Farenheit 9/11, quando chiede agli esponenti del Congresso americano di sottoscr ivere un documento con cui autorizzano l’invio dei propri figli in missione di guerra. Naturalmente nessuno degli uomini politici intervistati è così scriteriatamente fanatico da firmarlo. E ciò, nonostante a suo tempo abbia approvato la spedizione di giovani connazionali nei campi di battaglia. Il punto è: mio figlio no, altri – altrettanto giovani, ma a me sconosciuti – sì. E Zaed, non potrebbe essere nostro figlio? Colonna sonora: THE CLASH Combat rock CTION LLE CO R ZA BA E MENT LA CIBO PER – Antonio Gaudino (Stampa Alternativa. 160 pp., 12 euro) Guardatevi attorno. Non conoscete forse qualcuno che a scuola ore disprezzava la letteratura e poi ne è diventato un consumat to dipendente? Un altro che odiava la storia e poi ne ha acquista non avidamente un’intera enciclopedia? Un altro ancora che di sopportava la geografia e poi ha sempre qualche guida di caso il invece è raro che unico Più mani? le per viaggio chi, trovando l’aritmetica indigesta neanche fosse un fungo di velenoso, si diletti, da adulto, scartabellando trattati logica-matematica. Ben vengano allora, a scalfire quest’atavica diffidenza, testi come Cibo per la mente. L’introduzione, brevissima, ci ricorda che “curare il proprio corpo va di moda che […] E al cervello qualcuno ci pensa? Qualcuno si ricorda anch’esso abbisogna di adeguati stimoli e di allenamento? Questo o, libro aiuta a nutrirlo.” E giù, una ridda di giochi, rompicap si, test d’intelligenza, problemi logici con i quali cimentar magari partendo dai più semplici, tanto per non scoraggiarsi. di Sì, perché ogni quesito è contrassegnato dal proprio livello si difficoltà (si va da 1 a 6). Ma state tranquilli: qua non al corre il rischio di uscirne demoralizzati. Infatti, in fondo libro sono riportate le soluzioni e, a volte, aiutarsi dandogli che un’occhiata può essere salutare per affrontare le nuove prove proprio e vero questo di uso i qualsias , Comunque o. ci aspettan dei gioco facilmente trasportabile appare lecito: sostituto ine solitari cartacei, al posto di play-station o della moltitud di “programmini ludici” che ormai invadono cellulari, palmari, pc. Così come può animare serate in compagnia, trasformandole da in gare di intuito logico. Basta non farsi prendere la mano a un eccesso di competitività: perché se tutti hanno diritto e sfamare la propria mente, ognuno deve farlo seguendo ritmi ali. individu porzioni Colonna sonora: RED HOT CHILI PEPPERS Live in Hyde Park TALENT SCOUTING NORDEST HOTEL – Duccio Tessari (Robin BdV. 350 pp., 15 euro) La quarta di copertina ne parla come di un noir, anche se fino a pagina 300 assomiglia di più a I dolori del Werther. E ciò sia inteso positivamente. Anzi, giovane a voler trovare qualche pecca, in quest’ottimo romanz o d’esordio che si legge tutto d’un fiato, è possibile individuarla proprio nell’artificiosità della parte finale. Ma procediamo per gradi. La trama: Marco, poco più che trentenne, viene contattato dall’amico Alberto che gli comunica la scomparsa da casa della moglie Juliette, pregandolo di aiutarlo a rintracciarla. Solo che Juliette (“somiglia molto Rider, e più ancora a Chiara Caselli, l’attrice”), a Wynona prima di lasciarlo per Alberto, era stata la ragazza di Marco, che si era quindi sentito doppiamente tradito. Solo che Marco fa l’operaio, è sfigato e intelligente, mentre Albert o possiede un’agenzia immobiliare, fa lo splendido e il cinismo certo non gli difetta. Solo che siamo a Venezia, più precisamente nel suo hinterland industriale, nel bel mezzo del mitico nordest dove arricchirsi, smodatamente e in breve tempo, sembra alla portata di chiunque non si lasci frenare da inutili scrupoli morali. Riteniamo di non svelar e nulla se raccontiamo che Marco, all’inizio recalcitrant e, si metterà sulle orme di Juliette. Scavando – non occorr e nemmeno poi troppo dietro la facciata di rispetgrattare tabilità – incapperà in ogni tipo di bassezze (corru zione, racket del crimine, montagne di droga, mercificazione del dell’anima), ma incrocerà anche barlumi di innoce corpo e nza, vite che possono ancora salvarsi, soccorsi inaspettati. Due parole sulla scrittura. Molto efficaci gli incipit dei vari capitoli: destano un’attenzione curiosa che, soprattutto grazie alla scioltezza dei dialoghi, si mantiene sempre di livello elevato. Il molto sesso presente - ostentato, immaginato, vissuto come ricordo – è convincentemente descritto. E poi su tutto campeggia un’ironia dissacrante, che spesso si esprim e attraverso similitudini gradevolmente spiazzanti. Insomm a, Tessari è davvero abile, ovvio preconizzarne la riuscita futura. UPPER READERS PER CAMA MUSICA LEONTI – Truman Capote (Garzanti. 242 pp., 13 euro) Truman Capote aveva l’aspetto di un feto. Infatti, dai ritratti giovanili che lo immortalano con una zazzera bionda, a quelli prematuramente senili (essendo morto a soli 56 anni, gonfio d’alcool e di droghe) che evidenziano una calvizie progress iva, risalta una testa di grandi dimensioni su di una struttur a molto meno sviluppata. L’impressione che se ne ricava è quella di un’intelligenza mobilissima costretta in un corpo poco amato, come conferma del resto il racconto Rigiramenti notturni ovvero le esperienze sessuali di due gemelli siamesi, straordi nario esempio di approfondita e coraggiosa autoanalisi. Contenut o nell’ultimo libro pubblicato in vita da Capote – Musica per camaleonti (1980), recentemente ristampato dall’editore con una nuova veste grafica – è un ottimo viatico per chi non ne abbia mai letto una riga. Mosso da un’inesorabile curiosità, Capote si fa camaleonte per entrare in contatto con le situazioni umane più diverse, restituendocele ognuna con la propria voce grazie alla sua capacità mimetica. Esemplare a questo proposito il ritratto dialogato di Marilyn Monroe (una che “ha il cuore in mano e parla spinto”) o quello, eseguito all’interno di un carcere di massima sicurezza, di un omicida eccentrico (“la vera eminenza grigia della setta di Charles Manson”). Ma se l’importanza di Capote nel panorama letterario universale consiste nell’avere coniato un genere ancora oggi molto in voga, che prima di lui non esisteva - il reportage narrativo o giornalismo romanzato che dir si voglia – qui, con il romanzo breve Bare intagliate a mano, ripete e forse supera l’esito del fortunatissimo A sangue freddo del 1966. Colonna Sonora: NICOLA CONTE Other directions 28 di marco begani leggere.fumetti bazar 11 2004 Eroe suo malgrado? www.bazarweb.info Walter Chendi, Vedrò Singapore? Lizard edizioni, 2004 Roma In tempi di uomini mediocri che si vergognano di esserlo, e per questo travestiti da supereroi a svolazzare tra un grattacielo e l’altro per salvarci (senza nemmeno chiedere), vedere sugli scaffali delle librerie questo splendido libro dona un senso di terapeutica accettazione di sé. Materia da letteratura scritta, si direbbe. Infatti Vedrò Singapore? porta in vignette l’omonimo romanzo di Piero Chiana (2002, Marco Chiara e Maria Giovanna Bozzetti), e lo fa con grande raffinatezza. "La svogliatezza era solo la voglia di non aver voglia". Con questo incipit, che è una dichiarazione non passibile di fraintendimenti, i due autori si presentano ai lettori, e presentano un protagonista insieme pigro e passionale. Di lui non conosciamo neppure il nome, ma soltanto un anno di vita a cavallo tra il 1932 e il 1933. E i luoghi, quasi tutti sparpagliati in Friuli: Pontebba, Aidussina, Cividale, Udine, Trieste, luoghi in mezzo ai quali rimbalza la sua vita, calciata da forze superiori e incomprensibili. Si compie così, lontano dai palchi del successo, il destino di un giovane non brillante, non coraggioso e soprattutto non volenteroso. Eppure, a ficcare il naso fra queste pagine noi possiamo vivere avventure vere e intense, perché le vicende di quell’anno, come gli amori (non richiesti ma sempre accessibili, come Olga, oppure implorati ma sempre inarrivabili, ovvero la bellissima Ilde), sono a portata di sentimento e quindi di identificazione. Per non parlare di tutto il contorno, così noto per noi, pure a più di settant’anni di distanza: le piccole meschinità dei colleghi, guardate con affetto – e talvolta condivise – dal protagonista, e le grandi meschinità dei potenti (impersonati dall’inflessibile Alto Commissario Mordace, invece combattute a costo dell’esistenza), che hanno la terribile proprietà di allontanarci da ciò che è caro. La tecnica che trasforma temi così umani in immagini è un linguaggio, quello di Chendi, sempre attento alla connotazione – cioè a ciò che l’immagine indica – più che all’immagine in sé. Il tratto è dunque semplice, benché ogni vignetta sia ricca di particolari e informazioni, e sostanzialmente privo di forme di autocompiacimento. Invece, il dettaglio fornisce direzioni preziose per la nostra immaginazione, che ritrova nei paesaggi, negli oggetti e nelle atmosfere il profumo di un tempo antico, dischiuso solo al momento della narrazione. Emergono dunque diverse tonalità di bianco e nero nel filtro seppia del fumettista, sapientemente dosato attraverso il digitale (utile paradosso) e usato come colore del passato. Tutta la storia è impregnata di un’ironia amara ma sempre leggera, perché il protagonista non è mai superiore agli avvenimenti. Il titolo non trova risposta fino all’ultima pagina, una risposta che a ben guardare – come per Paperino – è il contrario della rassegnazione. Le avventure, colte e raffinate, di un eroe pigro e svo gliato. E poi maghi e magie a Rapallo, Cartoom bria , e una retro spettiva parigina su Miyazaki e Moebius. Dal 6 novembre all’8 dicembre 2004 in scena a Rapallo maghi, streghe, fattucchiere e misteri nei fumetti alla 32° MOSTRA INTERNAZIONALE DEI CARTOONISTS curata da Carlo Chendi. L’Antico Castello sul Mare ospiterà incontri, conferenze e dibattiti intorno al tema ‘magie e incantesimi’. La mostra è organizzata dal Comune di Rapallo con la collaborazione della Walt Disney Company Italia e del Ristorante & Museo dei Comics U Giancu di Rapallo. Potrete vedere tavole e disegni originali di Mandrake, Nocciola, Amelia, Mefisto e molti altri, oppure visitare l’intero piano dedicato all’impressionante fenomeno editoriale Disney W.i.t.c.h., creato – fra gli altri - da Francesco Artibani e Alessandro Barbucci, un successo planetario che ha già venduto quaranta milioni di copie. Il giorno dell’inaugurazione la manifestazione sarà presentata ai giornalisti nel teatro Auditorium delle Clarisse. La cena, con premiazioni, autori e fumetti sarà naturalmente da U Giancu. Info: [email protected]. È di scena l’animazione digitale a Perugia. Dal 3 al 6 dicembre si svolge la nona edizione di Cartoombria, curata da Moreno Barboni, che vi incanterà con installazioni interattive, ambienti video, sonorizzazioni spaziali, performance audiovisive, opere di net art, effetti visivi digitali, computer animation 3D, film non-narrativi ed astratti, flash e web animation. Inoltre, potrete partecipare a incontri a tema e conferenze, o curiosare in progetti e trailer di film ancora in sviluppo, anteprime assolute italiane ed internazionali. Il sito è www.cartoombria.it. Il primo dicembre a Parigi presso l’Hotel de la Monnaie (cioè la Zecca francese) apre i battenti una retrospettiva dedicata ai due grandi autori Jean Giraud (in arte Moebius) e Miyazaki (molti anni fa creatore di Lupin III e del grande Conan – il Figlio del Futuro), che si incontrano da sempre sulla carta, e adesso anche fisicamente. Ci saranno più di 300 lavori in esposizione. Avete tempo sino al 13 marzo 2005. Per servizi di biglietteria e informazioni visitate il sito www.miyazakimoebius.com. www.bazarweb.info bazar 11 2004 leggere.rileggere di claudio amendola 29 Un uomo (e un cane) da marciapiede Due tipi da conoscere, da scoprire. Ce li racconta Margaret Mazzantini con uno stile duro e sincero. Ricordate “Non ti muovere”? Se vi è piaciuto quello, non esitate a leggere questo… del suo Zorro, ve lo ricordate? Be’ non c’entra niente. E’ solo il nome imo cane, amatissimo. Il cane di chi? Del barbone protagonista dell’ult libro di Margaret Mazzantini scritto in realtà per il teatro. Un libro duro, com’era duro Non ti muovere. Parla di uno che ha abbandonato tutto per vivere per strada. Ma non immaginatevi il polpettone coi toni pietistici che spesso to, sono falsi, ipocriti, senza amore. C’è dolore, tanto, ma trattenu sobrio. E quando il dolore è contenuto è caldo. Leggetelo! Zorro. Un eremita sul marciapiede, editore Mondadori, collana Piccola Biblioteca Oscar, 66 pag. 6,50. 30 di nancy brilli leggere.brilletture bazar 11 2004 www.bazarweb.info Tra Sodoma e la signora Miniver Emozioni che affiorano dalle pagine dei libri che leggiamo. Emozioni che ora ci travolgono, e tirano fuori il peggio di noi, ed ora ci confortano e ci rasserenano. A volte… Leggendo De Sade Oddiomio abbi pietà di me! Qui dietro c’è una che suo babbo fa il medico, e ha appena raccontato a un ragazzetto di più o meno dieci anni, più meno che più, con aria saputella, una storia su Shakespeare: che si è sposato una molto più grande di lui e ha scritto la storia di uno che era indeciso, ma proprio molto, e diceva di essere o non essere. Una tipetta parecchio stronza che vuol far capire al pupo che lei sa. Futura donna colta, di nozioni rinsecchite da esibire con il sopracciglio alzato a una platea di borghesi salottifere attorno al tè delle cinque, ma non ci posso credere, come sarebbe, non conosci Nietche?!? Ma vammoriammazzata fin da adesso. Io qui sono cattiva, ho il torcicollo, una chiappa tutta indolenzita per sonno storto e ispido di sogni da sedile rotto intercontinentale e questa rompe con la data di nascita di chi, adesso? Di Alessandro Magno, li mortacci suoi. Come vorrei farti del male, ma proprio male male... Una Nancy da turpiloquio esasperato. Piccola cara Miniver Certe volte bisognerebbe ricordarsi delle cose piccole, care, comode e confortanti di tutti i giorni. Certe volte magari no, ma certe invece si. Una Nan sbrigativa. Le 120 giornate di Sodoma, di Donatien Alphonse Francois de Sade Edizioni Newton&Compton - collana Biblioteca Economica Newton pagine 384 - Prezzo 5,00 La Signora Miniver, di Jan Struther (se lo trovate). Edizioni Mondadori, collana I Libri del Pavone. Prezzo 3,62 www.bazarweb.info bazar 11 2004 notte.SUD di marcello amoruso 31 L -e k tr ic it à , ecomusic & jazz mood Puro divertimento e ricercatezza musicale: è la filosofia del martedì notte più l-ektrico di Roma. E intanto l’house… compie venti anni!La musica house compie 20 anni. A omaggiare l’evento per il numeroso pubblico capitolino ci pensa ektrica, il party più electro di Roma, che anche quest’a ltorna tutti i martedì all’Akab. Electro, techno, nno minimali e house: questa la line-up proposta insiem beat performance di dj e produttori più interessanti della e alle nuova scena dance internazionale. Giunto alla sua terza stagione, grazie all’impeccabi le organizzazione di Lady Mullet e Lord Z, propone un’idea di club in stile nordeuropeo, con due chiari intenti di fondo: “unire il puro divertimento con la ricercatezza musica questo è sicura Lady Mullet (alias Claudia Gianvele”. Di nuti). Ad alternare i dj padroni di casa, Andrea Esu e Fabrice , il 2 novembre, l-ektrica in collaborazione con Red Bull Music Accademy presenta Marco Passarani (ingres so gratuito). Il 9, ospite speciale della serata sarà Codex & Flexor (ingresso 10 euro con drink), mentre il 16, in collaborazione con Mtv Music Week (per la settima na che precede gli Mtv Music Award 2004 che quest’a nno si svolgeranno a Roma), verrà ospitato Tiefshwarz (ingres so gratuito). L’icona-simbolo del progetto è George, volto dall’asp comune e dall’aria compiaciuta, con un look chiaram etto ispirato ai Kraftwerk. Ideato da Lord Z (aka Alessa ente ndro Gianvenuti), il volto di George ha subito diversi restylin g in questi anni, alimentando una certa curiosità tra i suoi appassionati. In poco tempo la sua immagine si è diffusa a internazionale apparendo su pali e cartelli stradali livello sparsi in tutto il mondo, come si può vedere sul sito www.lektrica.com, nella sezione “George in the world”. Akab, via di Monte Testaccio 69, Roma. Infoline 3397582344 Notte ecologica all’Ecoteca di Pescara. Musica, performance, corsi, proiezioni… e una filosofia unica: il rispetto dell’ambiente e di chi lo vive Forse è meglio cominciare dal giorno di riposo, perché il resto appare poco ortodosso rispetto a un modo di concepire un locale notturno. Non passa molto e subito appare evidente che Ecoteca va al di là di un club, ponendo al di sopra di qualsiasi obiettivo una filosofia, un’estetica, uno stile di vita. Si parte il martedì con corsi di vario genere tutti dedicati alla promozione di una cultura ecologica. Quindi le proiezioni del mercoledì. Il giovedì è dedicato alle arti elettroniche con performance di varia natura. Non poteva mancare uno spazio per i live e si è ben pensato al venerdì, che il 5 inaugurerà la Mostra Faces di Lucio Duca Pittura, concerto a seguire, mentre il 12 i Bamba Quartet ripercorrono il loro raffinato repertorio latin beat. Sabato, neanche a dirlo, la sala si trasforma in dancefloore, la notte del dj set. Partita nel 2002, Ecoteca è stata il primo Internet Bio-Café mai esistito, completamente basato su tecnologia Linux e con accesso gratuito ad internet. Caffè, birra, carni e formaggi sono tutti biologici. Per fortuna non è rimasta da sola, nel frattempo altre realtà (vedi la rubrica di giugno) hanno colto l’opportunità di abbracciare un nuovo modo di concepire il ristoro, l’intrattenimento, l’arte, la cultura e l’informazione. Quest’ultima, all’interno del café, prende le sembianze di una mediateca-ecologica, costituita da sala multimediale e libreria interna da consultare liberamente. Al resto, che non è poco, ci pensano le postazione internet sparse per la sala, in cui è possibile consultare documenti (spesso curati da Ecoteca) relativi alle tradizioni locali tipiche, culturali, ambientali e gastronomiche. Ecoteca, via Caboto 19, Pescara. Infoline 085 67 341. www.ecoteca.org Il recupero della tradizione jazzistica americana parte dalla cit tà pa Around Midnight e Bourbo rtenopea. n Street, i più rinomati jaz Se il nome, Around Midnigh z club di Napoli t, di per sé non basta a rassicurarci sulla qualità del jazz portato nel le voci degli assidui frequenlocale, di certo saranno più convincenti tato ri del loca le che lo con punto di riferimento costant e”, non discutendo sulla famsiderano “un E se non bastasse ancora, con a del locale. cert i live sei gior ni su sette. Che volete di più, qualche incursione blue s? C’è anc he que lla. All’interno del Bourbon Stre et sono riprodotte fede atmosfere degli intramontabi li locali dove il jazz è nato. lmente le rossi, l’ingresso, la musica, l’atm I mattoni direttamente a New Orleans osfera e, infine, il nome ci proiettano , nel bel mez zo dell a Louisiana. Al Bourbon Street, come in pas nome, sono passati Billy Cob sato nella strada che al locale dà il ham , Mile s Grif fith, Lyn n Jord ai migliori musicisti italiani. Da non perdere assolutame on, oltre session. nte le jam Around Midnight, via Bonito 32a , Nap oli. Info line 081 558283 Bourbon Street, via Bellini 52, Napoli. Infoline 3470512211 4 32 di alberto traversi notte.NORD bazar 11 2004 www.bazarweb.info Si arriva per sorseggiare un aperitivo. Poi si trangugiano un po’ di snack e assaggini. Si bivacca un po’ e si finisce per cenare lì, presi per la gola da quei a? gustosi rustici al gorgonzola. E dopo cena? E a chi gli va di rimettersi in macchin : o ist o-r Deisc si fa serata! Dorsia supercult A cavallo tra gli anni ’80 e i ’90, lo scrittore Bret Easton Ellis, uno tra più celebrati interpreti dell’ondata post minimalista, consacrò nei suoi romanzi la vita leggera e disimpegnata dell’upper class californiana, costantemente alle prese con abiti firmati, prestigiose carte di credito e supermodel dall’aria altera. A una delle sue opere di maggior successo, “American Psycho”, e a uno dei luoghi culto in essa celebrati, il ristobar Dorsia (via S. Vitale, 108. Seregno. Tel. 0362 245499), si ispira l’omonimo nuovissimo ristobar di Seregno. Come il Dorsia fantastico di Ellis, il Dorsia di Seregno è un locale elegante dove l’arredamento minimal-high tech ben si sposa con l’esposizione di pezzi di art design e con trovate sceniche indovinate, come le scritte sul soffitto tratte dal libro e i puzzle di foto sulle pareti. Al Dorsia si gusta l’aperitivo ascoltando musica lounge e elettronica, si cena e si balla, soprattutto il mercoledì nella nottata dedicata dal dj B. B. Jones all’r’n’b e all’hip hop. Ingresso libero. Dorsia via S. Vitale, 108. Seregno. Tel. 0362245499 Sarà per il traffico, insopportabile nelle zone calde della notte, per la difficoltà di parcheggio o semplicemente per la volontà dei gestori di tenere con sé il più possibile gli avventori: sta di fatto che si tende a spostarsi sempre meno e aumentano gli spazi in cui si fa serata. Milano, sensibile come sempre verso le nuove tendenze, punta molto sui disco-risto: aree multifunzionali e alla moda in cui si celebra il rito dell’aperitivo, si cena, e si onora il dopocena danzante con dj set e performance live. Luoghi, insomma, in cui si entra poco dopo le 8 di sera e da cui si esce intorno alle 2 del mattino. Uno degli ultimi arrivati, giovane rampollo di una famiglia che comprende, sempre a Milano, disco-risto di successo come That’s Amore, Light, Plateau e Gioia 69, è il Rouge. Dal punto di vista architettonico, il Rouge cerca di coniugare il colore con le linee essenziali di un post-minimalismo che, almeno in città, continua a trovare nuovi adepti: e così un rosso acceso permea ogni angolo del locale. Due le zone principali: il discobar, caratterizzato da soffitto a specchi e bancone in “vetro cattedrale” e la zona ristorante, impreziosita da mobili in wengè e nicchiette in mosaico Bisazza. Altra grande novità dell’autunno è il T.H., sigla che sta per Town House, spazio centrale che contiene diverse anime: quella di ristorante, specializzato in carni argentine, quella di discobar con tanto di pista per scatenarsi fino a tarda notte e quella di show-club, supportata dal palcoscenico sopra il bancone che ospita di volta in volta dj-set, spettacoli di musica e danza live e qualche piccola rappresentazione teatrale. Ristorante, american-bar, ma anche spa, negozio di abbigliamento e concessionario d’automobili, il Noy in zona corso Vercelli, propone 800 metri quadri di divertimento da vivere sette giorni su sette a partire dalle 7.00 del mattino fino a tarda notte. Freschissimo d’apertura, il Noy punta molto sulla distribuzione degli spazi e sull’allestimento, impreziosito da pietra, legno e tessuti, curato dall’architetto Silvio Maglione in collaborazione con Daniela Micol e Alessandro Agrati. In cucina l’esperienza di Alfonso Montefusco, chef di livello internazionale. “H” come “hi”, un saluto amichevole, come him and her, lui e lei in inglese, ma soprattutto come home-hotel, un punto di riferimento del vivere quotidiano all’intero di uno degli alberghi più cool della città. “H” è il nuovo discoristobar dell’hotel Diana Majestic, albergo tra i più frequentati dal mondo del fashion business. Divani mutanti, poltrone a forma di fiore e sedute a spirale si snodano intorno a tavoli d’alluminio, vasi madreperlati e grandi abat-jour. L’ambiente è raffinato ed elegante e c’è da scommettere che questo nuovo “H” diventerà il punto d’incontro per tutta la comunità bon chic bon genre della Milano che conta. Tra le altre novità di stagione, in città non poteva mancare un locale dal gusto etnico. Si chiama Siddharta ed è l’ultima creatura di Giorgio Santambrogio, fondatore dell’agenzia di modelle Fashion e proprietario di alcuni locali di successo della metropoli lombarda. Tra divanetti indiani, tavoli bassi, candele e l’inconfondibile profilo del Buddha, non mancano accenni di chill-out, world music e manicaretti fusion. Tre gli angoli da scoprire: il bar, il ristorante e lo spazio “Bed”, caratterizzato da cuscinoni e mini-letti per attimi di relax assoluto. La zona è quella dell’Arena Civica. Ma se Milano corre, il resto d’Italia sicuramente non si ferma. Tra le novità più interessanti della “movida” fiorentina c’è Il Cestello restaurant lounge-bar ideato dal designer di fama internazionale Gaetano Pesce. L’ambiente, giocoso e informale, ricorda una specie di trattoria toscana ambientata nel centro di New York. Gli atout da non perdere sono, il bancone di PVC trasparente, e una lampada lunga ben 21 metri. Rouge via Poliziano 3. Tel. 0233100041 T.H. via De Amicis, 28. Tel. 028054140 Noy (nell’immagine) via Soresina 4 zona corso Vercelli. Tel. 0248110375 H viale Piave, 42. Tel. 0220581 Siddharta viale Elvezia, 4. Tel. 0234538549 Il Cestello piazza del Cestello, 8. Tel. 055294889 www.bazarweb.info bazar 11 2004 notte di andrea lisi 33 Anima e suono Le sonorità introspettive e viscerali di Two Lone Swordsmen & Co., i remix sentimentali di Jacques Lu Cont e qualche notte calda… A Roma : “Electro is my life” Two Lone Swordsmen al Brancaleone il 27 novembre Finalmente sono tra noi dopo anni di apparizioni solitarie, insieme, sotto la sigla con cui firmano capolavori ininterrottamente da una decina di anni, Two Lone Swordsmen, Keith Tenniswood e Andrew Weatherall, ovvero uno dei mostri sacri del sound Break-Electro molto più electro che break, tra i migliori padrini dei, “Bassi Tettonici”come li avrebbe definiti qualcuno una manciata di anni fa, e il personaggio che ha letteralmente fatto la scena dance europea più arty e trasversale dalla fine degli ‘80 ad oggi. Ci vorrebbe un saggio di decine di pagine per argomentare l’importanza di dischi come The Fifth Mission, Swimming not skimming, entram del 96, Stay down del 98, l’ultimo From the double bi gone chapel uscito pochi mesi fa. Dischi ricercatissimi nello studio delle ritmiche, ma anche introspettivi, a tratti oscuri, con quei bassi a rimescolare le viscere l’anima e le aperture di synt come squarci di luce a e parlarci di possibilità di elevazione subito resi di nuovo pesanti cadute di umane inquietudini. Appartengon o alla storia della musica elettronica le loro incursioni nel trip pop, nel breakbeat, nella battuta dritta technogenetica sempre filtrata da una sensibilità electro cioè l’accezione più moderna della nostalgia infinita. “Electro is my life” recita l’attacco vocoderizzato di una loro memorabile dj session di passate stagioni, e di electro sono tra i massim specialisti in circolazione. Se qualcuno avesse ancora i dubbi sull’assoluta compatibilità tra electro e rock postdei new wave e non sapesse cosa è stata la musica rock il punk, acquisti l’ultima produzione del duo e corra dopo al Brancaleone di Roma il prossimo 27 novembre a goders i uno dei live dell’anno. Notti emergenti Scena notturna in ebollizione alla riapertura della stagione 2004-5, e l’offerta si fa densa. Il Cafè Procope di via Juvarra a Torino sotto l’esperta tutela degli a arricchisce la sua vocazione multimediale affidanXplosiv la consolle a personaggi del calibro di Funkstorung, do agf, Tiga, Matthew Dear: www.cafeprocope.it A Modena è in piena attività il Qasi. A ottobre ha già ospitato 808 State e Chicks on Speed e questo mese, 10 Justin Robertson e il 24, addirittura, Primal Screamil feat Mani: [email protected] A Padova correranno nell’Autobahn dell’Arancia club, dopo il grande Vitalic, gli altri paladini della sofistic techno francese The Hacker e Oxia, il 31.www.elecata troau tobahn.it A Milano: Romanticismo cheapscape Jacques Lu Cont al Billy Prima che Donatella Versace lo proclamasse un lustro fa il musicista più eccitante del momento associando il suo sound neo anni ‘80 agli anni d’oro della maison calabro-milanese, il minuto finto francese Jacques Lucont era noto come produttore di motivetti vintage electro pop sotto la sigla le rhytmes digitales. Ne ricordiamo le apparizioni in tutine argentate e pose da folletto tecnoretro, un vero scandalo per i puristi della Intelligent dance music e i seguaci delle derive psichedeliche del ballo. Poi arrivò la fama assoluta come produttore di Madonna e divo assoluto del remix, un’ascesa nello star system che ricordava le celebri compromissioni tra arte e moda dei rampanti eighties. E tra gli innumerevoli trattamenti di pezzi altrui cominciarono ad apparire quelli a firma Thin White Duke: da Felix da Housecat a Starsailor, da Mirwais a The Faint, da Goldfrapp a Madonna...Uno shock di classe e coerenza. Lucont è tra i pochi remixer che sa trasportare il fantasma dell’originale nella propria dimensione sentimentale. Intro lunghi, sviluppi che metabolizzano la house e l’electro in sinfonie autunnali imponenti, minuti e minuti di ritmi coinvolgenti ma lontani anni luce dal puro coinvolgimento fisico, vero controcanto epico degli acquarelli synt pop dell’altro progetto del duca bianco magrolino, gli Zoot Woman. E’ tra i protagonisti della sublimazione estetica della dance in cheapscape mentali dove il ritmo da carne si fa anima e racconto di un’anima. Auspicando 34 di claudio coccoluto notte.nottetempo bazar 11 2004 www.bazarweb.info Ci sono certe domande che ti fai di notte, quando ozi sul divano alle 3 davanti a un film che nemmeno ti piace. E all’improvviso una scena, un’immagine… e la mente comincia a pensare, a porsi quesiti, a indagare… ti Guardavo un anonimo film-tv alle tre della notte, una di quelle notti in cui telecomando accontenti del meno peggio che trovi tra i canali, col pollice incollato al compare pronto a cambiare all’ennesimo insulso dialogo. Quando a un certo puntoragazzi che John Digweed (il famoso dj inglese!) in una scena ambientata in un rave;ne. Subito ballano, luci, fumo e ancora ballo inquadrato da ogni registica angolazioballa, ci crede una considerazione ha destato il mio assonnato comprendonio: ma chi danza la in quello che balla? Voglio dire, quanto può contare in una persona che tradurre note passione e la conoscenza musicale? E’ necessario un indottrinamento nel musicale in mosse? E quale potrebbe essere il coefficiente minino di consapevolezza per dimenarsi inopinatamente a tempo di batteria? Credetemi, non è facile ltiane rispondere, neanche per me che ho archiviato già tre generazioni post-Travo di pubblico discotecaro. Ho cominciato con il dirmi che ballare è una necessità espressiva, come un linguaggio che vede il corpo in movimento più o meno a armonioso (a secondo delle capacità individuali), e la musica l’enfasi dell’uman ballo coatto necessità di comunicare. Ma poi ho ragionato che in tutta l’evoluzione del sarà persa (nel senso: obbligato ad un luogo preciso), di sicuro, tanta spontaneità si cosà”, per far posto al conformismo e all’appiattimento. “Questo si balla così, questo de un preciso e ancora: “hip hop,break, new wave, punk”, tutti generi a cui corrisponpena la non modo di interpretare la musica col movimento (ma anche con un look) gente con la omologazione al gruppo. Immagino che anche nelle balere di liscio ci siapensato, ci spocchia che con sufficienza guarda coppie meno “sciolte”. Oppure, ho bisogno di sono molti che finiscono in pista, trascinati dalla moda del momento o dal Ha un identificazione ma senza un particolare movente acustico. Appunto: la musica? vero ruolo o è solo l’espediente? o n r u nottetrrogativo in 36 di chiara spegni gusti bazar 11 2004 www.bazarweb.info stata pubblicata addirittura sulla La ricetta originale della pizza napoletana èstato proposto il riconoscimento europeo. Gazzetta Ufficiale. Perché? Ma perché ne è da tutelare, la pizza verace va difesa Tesoro della tradizione gastronomica nazionaleHut… a colpi di mozzarella di bufala dop. dalle grandi catene multinazionali come Pizza foto www.oltremara.com Pizza! Di origini antichissime, la pizza moderna nasce nel Seicento. Da cibo dei poveri, senza pomodoro, diventa poi una delizia di re e regine. Risale al 1889 la più famosa creazione del pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito: la leggendaria e inimitabile “Margherita”, dal nome della regina che tanto l’aveva apprezzata. La ricetta varca l’oceano insieme ai nostri emigranti e nel 1905 Gennaro Lombardi apre la prima pizzeria a New York. La pizzamania esplode subito dopo la II guerra mondiale e da allora non ha mai smesso di girare il mondo, insieme a molti italiani. Ingredienti e ricette distinguono il made in Italy, ma attenzione alla ricetta ufficiale! Altrimenti non è vera pizza... La ricetta ufficiale Un tesoro della tradizione gastronomica nazionale va tutelato. Da una parte infatti si impongono nel mondo le tre catene industriali quotate in borsa, colossi da miliardi di dollari di fatturato (Pizza Hut, Papa John’s International e Domino’s Pizza), dall’altra i maestri artigiani che produrranno la pizza napoletana Stg (specialità tradizionale garantita), i cui locali riceveranno un marchio con il profilo del golfo di Napoli e il Vesuvio, di colore rosso. Da sapere: le pizzerie in Italia e all’estero che utilizzeranno la vera mozzarella di bufala campana dop riceveranno il marchio “qui pizza”, ottenuto tramite l’acquisto annuo di un certo quantitativo di bufala da aziende certificate. La ricetta originale della pizza napoletana è stata pubblicata nel maggio scorso sulla Gazzetta Ufficiale, nell’ambito della proposta di riconoscimento europeo della Stg per la “pizza napoletana”, presentata al Ministero delle Politiche agricole e forestali dall’Associazione verace pizza napoletana e dall’Associazione pizzaioli napoletani. Tonda con un diametro non superiore ai 35 cm, con il bordo rialzato, il “cornicione” spesso 1-2 cm, sulla parte centrale (spessa 0,3 cm) mozzarella di bufala campana dop, pomodoro e basilico fresco. 1. Per ogni litro di acqua ci vogliono: 50 gr. sale, 5 gr. lievito, 1,8 kg farina. La farina si aggiunge lentamente, in non meno di 10 minuti, l’impasto lavorato per 20 minuti fino a che non raggiunge “il punto di pasta”, quando è grasso all’aspetto e liscio al tatto, molto estensibile e poco elastico. 2. Lievitazione: l’impasto riposa per su un piano di marmo o in una madia di legno per 4 ore coperto da un panno umido e poi suddiviso in palline da 180 gr. 3. La VERA sfoglia si ottiene senza matterello, su un piano di marmo coperto di farina fino a che lo spessore non diventa di 1 cm. 4. Condimento: un filo d’olio – da preferire extra vergine campano dall’aroma fruttato o mandorlato – e, per una pizza margherita, pomodoro San Marzano e mozzarella di bufala campana a pezzetti non troppo spessi. 5. Cottura: in forno a legna con base di mattoni refrattari e una cupola dello stesso materiale. ntrodotta con una pala di legno a una temperatura di 450 - 480° e rigirata spesso in modo che riceva il calore in modo uniforme. 6. Il risultato: una pizza dal bordo esterno regolare, gonfio, privo di bolle e bruciature, di colore e dal profumo di pane. la parte centrale morbida, arricchita da un ciuffetto di basilico fresco. I gusti del mondo Come reinterpretare i soliti gusti nostrani? Il sito www.alenapoli.org ha tentato di elaborare un elenco “mondiale”. C’è l’esotica (gorgonzola dolce e ananas), la nordica (filetto di merluzzo, capperi, aglio e polpa di pomodoro), la tedesca (cipolle, provola affumicata, wurstel, speck e cetriolini sottaceto), la londinese (bacon, groviera, parmigiano e noce moscata), la messicana (pomodoro, peperoni gialli, olive nere, capperi, acciughe, origano e pepe), la newyorchese (impasto di semola, patate e tuorli d’uovo fritto condita con pomodoro e basilico), cecoslovacca (Emmental e prosciutto di Praga), cinese (germogli di bambù o soia, filetti di pescecane e tofu), africana (pomodoro, spezzatino di polpo e zicnick), indiana (rafano e tocchetti di serpente arrosto). Secondo la catena Domino’s Pizza, leader mondiale nelle consegne a domicilio, in India preferiscono zenzero, montone e tofu; calamari, maionese, patate e bacon in Giappone; sardine, tonno, sgombro, salmone e cipolle in Russia; in Francia la flambée con bacon, cipolla e panna; in Pakistan il curry; in Australia gamberetti e ananas, o salsa barbecue; in Costa Rica il cocco; in Olanda la “double dutch” con doppia cipolla, doppio formaggio e doppia carne; in America i peperoni; in Gran Bretagna il pollo. La fantasia non manca, c’è anche una catena di supermercati britannici che ha pensato di lanciare quest’anno la “pizzagra”, a base di carciofi, asparagi, zenzero, cioccolata e banana. www.bazarweb.info I record! “L’abbiamo fatta grossa” è lo slogan scelto dall’associazione “Regina Margherita” per l’ultimo record realizzato il 27 settembre 2004 nel corso della manifestazione “Pizzaworld” a Napoli. Le misure di questa pizza margherita parlano chiaro: cinque metri e diciannove centimetri di diametro per 124 kg di peso in un forno da 86 metri quadri, costruito in 27 giorni. Otto i minuti necessari per cuocere l’impasto fatto con 38,6 kg di farina, 32,2 kg di mozzarella di bufala e 22,5 kg di pomodoro. All’evento hanno assistito migliaia di spettatori, che hanno poi degustato la maxipizza, realizzata secondo i criteri dell’Stg (Specialità tradizionale garantita). Record dell’ingordigia invece per un ragazzo di diciotto anni che è riuscito a mangiare ben 510 grammi di pizza in 120 secondi. Il giovane, e piuttosto esile, Biagio Coppola, un tornitore di Bellizzi, ha sbaragliato gli avversari che hanno partecipato il 6 settembre scorso al “Campionato nazionale di mangiapizza”, a Salerno, nell’ambito della Festa della Pizza di Pontecagnano Faiano. “La pizza è la mia passione” ha dichiarato il vincitore, pronto a mangiarne dell’altra. Da provare A casa non si possono emulare i grandi artigiani napoletani, ma si possono creare piccole godurie senza troppi sforzi. Ingredienti delle pizzette rucola e robiola: 800 gr di pasta di pane; 200 gr. di robiola fresca; 300 gr. di pomodorini; un mazzo di rucola selvatica; 40 gr, di gherigli di noce; un cucchiaio di aceto balsamico; olio extravergine di oliva; farina e sale. Con il forno a 220° dividere la pasta di almeno 4 panetti, stenderli e lasciarli riposare 15 minuti su una placca da forno unta o con carta forno; distribuire poi i pomodorini, robiola e sale; cuocere per 10 minuti; pulire la rucola e tritare i gherigli di noce e aggiungerli una volta che le pizzette sono uscite dal forno, con il tocco finale dell’aceto balsamico. Si può anche arricchire la pasta, che spesso si trova già pronta, con olive snocciolate, pomodorini secchi, una patata lessa, con qualche pezzetto di formaggio, cipolle, oppure con erbe fresche, a scelta, per fragranti focaccine che accompagnano tutti i piatti. Per un buon impasto fatto in casa si possono adoperare le ottime miscele di farine che si trovano in commercio, meglio senza il lievito incorporato. Curiosità brasiliane Se capitate in Brasile e avete voglia di visitare un posto che vi ricordi i sapori dell’Italia, sperimentando un’altra cucina, a San Paolo viene consigliato Speranza (Av. 13 de maio), fondato da emigranti napoletani (altre info su www.pizzaria.com.br). I gusti più in voga adesso pare siano quelli dolci: dal cioccolato, alla banana e ai frutti di bosco. Qui non si incorre nel pericolo di incappare nel ketchup al posto del pomodoro, come spesso accade a Rio de Janeiro. A Brasilia i locali suggeriti sono “Santa Pizza” - SHCS CL 207, bloco B, Asa Sul loja 05 e “Fratello Uno” - SCLN 109, Bloco D, Asa Norte, loja 19. Anche qui trovate svariate pizze dolci. Una specialità locale è quella alla goiobada, dessert tipico. Nel sud del Brasile, a Curitiba, è da segnalare la pizza California, con pompelmo e pesca. bazar 11 2004 gusti di chiara spegni 37 Gli abc per sbizzarrirsi Un libro da mangiare con gli occhi è “Pizza” di Silvana Franco, trenta ricette accompagnate dalle fotografie di William Lingwood, ed. Ryland Peters e Small, 18.50 euro; più complete le guide “Pizze & Co per tutte le occasioni”, ed. Food, 15 euro, e “Il libro delle pizze, focacce e torte salate”, ed. Demetra; 9,90 euro; “pizze, focacce e calzoni” ed. Demetra a 6,40 euro presenta ricette classiche e non; “pizza pane focacce” di Idealibri costa 9,30 euro; invitante “Pizze, torte salate, quiches. 365 ricette per cambiare il solito menù. Sette regole d’oro per fare un’ottima pizza” di Giuliana Bonomo, ed. Fabbri, 12,86 euro; più specifico “Pizza e cucina napoletana” ed. Bonechi, 16,50 euro; supereconomico “La pizza” di Franco Salerno, ed. Newton Compton, 1 euro; nella collana della Gribaudo a 1,60 euro “In cucina con la pizza” è molto apprezzato; due titoli da non perdere per i viaggiatori golosi sono l’ultima guida del Touring Club Italiano “Pane e pizza”, del maggio 2004, a 18 euro, con gli indirizzi di 321 tra panifici, focaccerie, piadinerie e friggitorie, l’elenco di 375 specialità regionali e 315 tra le migliori pizzerie italiane, e “Pizza, supremo sfizio. Guida alle migliori pizzerie d’Italia” di Orietta Boncompagni Ludovisi, un vademecum indispensabile per avere la certezza di entrare in una pizzeria doc. Per scoprire approcci diversi dall’originale su www.amazon.com sono migliaia i testi da annusare, almeno per il titolo accattivante. Dall’approccio scientifico a stelle e strisce Peter Reinhart in “American Pie: my search for the perfect pizza” all’ottimista “The best pizza is made at home” di Donna Rathmell German; non mancano italoamericani come Charles e Michele Scicolone “Pizza: any way you slice it”; Dominick A. De Angelis “The art of Pizza making: trade secrets and recipes”; “Nick Stellino’s Passione: pasta, pizza and panini” di Nick Stellino; “The great Chicago – style Pizza cookbook” di Pasquale Bruno jr.. Altre ricette Ecco un dolce originale, da servire caldo, ottimo per cene in piedi. Si può fare anche con pesche, albicocche o fichi. Ingredienti: 500 gr. di pasta di pane, 500 gr. di uva mista, rosmarino, olio extravergine di oliva, 3 cucchiai di zucchero di canna, pepe garofanato in grani. Stendere la pasta su una teglia unta, modellando dei bordi piuttosto alti. Distribuire gli acini tagliati a metà, il rosmarino e lo zucchero sopra. Infornare per 20 minuti a 220°, spargendo alla fine il pepe garofanato. Parente golosa della pizza è invece la focaccia di Recco, indicata per gli appassionati di squacquerone e consimili. Ingredienti: 400 gr. farina bianca, 200 gr. stracchino, 25 gr. lievito di birra, 7 cucchiai olio extravergine di oliva, sale. Amalgamare la farina con 5 cucchiai di olio, un pizzico di sale e il lievito sciolto in acqua tiepida. Coprire con Dove assaggiare una pizza senza eguali, magari approfittando di una fuga romantica? “Da Gigino”, a Vico Equense, nella penisola Sorrentina. La “pizza a metro” di Gigino Dell’Amura, brevettata negli anni ’50, è una ghiottoneria che un vero amante della pizza non può farsi sfuggire. Il locale ai tempi d’oro ospitava spesso divi come Sophia Loren, Eduardo e Peppino De Filippo, Vittorio De Sica e Roberto Murolo. Oggi è meta di chi vuole assaporare le bontà locali, includendo pesce fresco e torte di frutta, delizie al limone e bignè sommersi nel cioccolato, esposti nel “carrello dei dolci”. Il bello del posto è osservare la catena di montaggio dei pizzaioli all’opera, ciascuno impegnato in una fase della preparazione. Su richiesta dei gruppi è anche possibile assistere alla realizzazione della pizza dall’impasto al forno. Tantissimi, dai backpackers a turisti di tutte le età, scelgono tra i venti gusti a disposizione e i loro cm di pizza se li portano via, in contenitori di cartone. La cosa migliore è assaporare la classica margherita, arricchita dal parmigiano, oppure altri classici molto amati come l’Italia Unita che richiama il tricolore, con prosciutto crudo, rucola, scaglie di parmigiano e pomodorini; quella al bacon; con scarola, olive nere e capperi, senza mozzarella; con salsiccia e broccoli (friarelli). Ci si può fermare davanti a uno degli splendidi panorami che offre la penisola sorrentina per una romantica cenetta. I prezzi da asporto sono alla portata di tutti: si parte da 13 euro per 1 metro di margherita classica, fino ai 16/ 18 per le pizze più elaborate. Aperto sempre, “Da Gigino – Pizza a metro” o “Università della Pizza”, è in via Nicotera 10 a Vico Equense; 0818798426 o 0818798309. 38 di chiara tacconi gusti bazar 11 2004 www.bazarweb.info Gennaro Esposito Via Passalacqua 1G, Torino Tel. 011535905 Corso Vinzaglio 17, Torino Tel. 011531925 Chiuso sabato a pranzo e domenica In realtà sono due i locali torinesi che portano questo nome, inventati e guidati da Valter Picariello. Napoletano, pizzaiolo da quando aveva 14 anni, ha portato a Torino la “vera pizza napoletana”, che poi è anche il nome di un’associazione da lui creata per difendere e promuovere il piatto napoletano più famoso nel mondo. Gatta Mangiona Via Federico Ozanam 30, Roma. Tel. 065346702 Chiuso il lunedì Non si mangia solo la pizza in questo locale di Monteverde. Ottimi anche i primi, i dritti, la scelta dei formaggi e i dolci della casa. Ma è per la pizza che ci si ferma volentieri: ottenuta con un impasto di lunghissima lievitazione, è una sorta di “compro messo” fra la napoletana alta e la romana sottile. Il forno a legna in bella vista e le immagini di gatti sparse un po’ ovunque rendono il locale molto familiare. Antica Pizzeria Da Michele Pizza, amore e fantasia Via Sersale 1/3, Napoli. Tel. 0815539204 Chiuso la domenica Difficile emergere in una città come Napoli, eppure qualche pizzeria, vuoi per la lunga tradizione, vuoi per il sapore inconfondibile della più semplice margherita, si distingue fra le altre. È il caso dell’Antica Pizzeria da Michele: dalla fine dell’Ottocento punto di ritrovo per chi ama la vera pizza napoletana. Oggi gli eredi del fondatore mantengono altissima la qualità degli ingredienti e dell’impasto e servono solo pizze classiche, al tavolo o da asporto. Prezzi più che onesti e ambiente semplice ma accogliente. I segreti della lievitazione, la cottura perfetta, gli ingredienti di prim’ordine: qui i migliori maestri pizzaioli danno spettacolo. Design Q Cestello Ristorante Bar Piazza di Cestello 8, Firenze. Tel. 055294889 Aperto tutti i giorni 19-1 Tipo di cucina toscana rivisitata Specialità del locale filetto cestello (filetto con corona di pancetta e alloro in salsa al pepe verde accompagnata da farfalline ai porcini) Spesa media 50 euro Dolci della casa Vino consigliato dalla carta Piatti dietetici insalate per vegetariani Particolarità design di Gaetano Pesce; vestiti appesi alle pareti, interni coloratissimi, sedie da collezione Numero coperti 70 Carte di credito tutte Musica jazz-lounge Gentilezza personale ottima Sale fumatori sì Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa Eat&Go Etnico Namaste Piazzale San Rocco 8, Como. Tel. 031261642 Tipo di cucina indiana Specialità del locale riso al curry con verdure Spesa media 20 euro Dolci della casa Vino consigliato dalla carta Piatti dietetici vegetariani Particolarità locale molto amato dai vegetariani Numero coperti 55 Carte di credito tutte più ticket Musica etnica Gentilezza personale ottima Sale fumatori sì Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa Timpani & tempura Vico della Quercia 17, Napoli. Tel. 0815512280 Tipo di cucina friggitoria napoletana con aggiunte esotiche Specialità del locale i timpani (timballi) e la tempura, incrocio tra la frittura “di strada” napoletana e le tecniche orientali Spesa media 15 euro Dolci della casa Vino consigliato nessuno Piatti dietetici no Particolarità piatti caldi e dolci da asporto; selezione accurata di formaggi Numero coperti 10 (al bancone) Carte di credito no Musica no Gentilezza personale ottima Sale fumatori no Servizi per disabili no Illuminazione diffusa bazar 11 2004 www.bazarweb.info gusti di chiara tacconi 39 Il Brunello con la brina (artificiale) Le uve di Brunello raffreddate con il ghiaccio secco? Non è l’ennesima frode alimentare ma un esperimento della storica Fattoria dei Seguendo l’esempio degli australiani, Stefano Cinelli Barbi di Montalcino. progetto dell’Università di Pisa chiamato MPF (macer Colombini ha aderito al freddo). Per noi profani si può riassumere nell’uso di azione prefermentativa a ghiaccio secco, appunto, per raffreddare le uve Sangiovese portandole a pochi gradi sopra lo zero e macerarle per qualche giorno a quella temperatura. Risultato? Ottimi livelli di profumo, morbidezza e persistenza del colore. Alla Fattoria dei Barbi hanno pensato di unire il tradizionale uso delle botti in legno all’innovazione della MPF. “Questo tipo di tecnologia – spiegano – consente l’estrazione dei polifenoli e delle sostanze aromatiche evitando l’intervento con i mezzi meccanici, le proprietà del vitigno. L’utilizzo di anidride carbonica che può compromettere liquida rimedia inoltre al progressivo aumento delle temperature stagionali”. Insomm a, una tecnologia che potrebbe ricreare le condizioni di vendemmia di qualch e decennio fa, quando la raccolta di Sangiovese era a ottobre e l’uva arrivava in cantina coperta di brina. E se in quegli anni le vendemmie ci hanno regalato il celebe rrimo Brunello 1955 (uno dei vini del secolo), chissà che il ghiaccio secco non ci riservi Fattoria dei Barbi, Montalcino (Siena), tel. 0577841111, altre piacevoli sorprese. www.fattoriadeibarbi.it. Olio in tutte le salse Tradizionale Marco Fadiga Bistrot Via Rialto 23, Bologna. Tel. 051220118 Chiuso domenica sera e lunedì Tipo di cucina del territorio con rivisitazioni affidate alla fantasia dello chef Specialità del locale timballo di parmigiano Spesa media 45 euro Dolci della casa Vino consigliato suggeriti abbinamenti Piatti dietetici no Particolarità vendita di pasta, olio, vino, terrine Numero coperti 35 Carte di credito tutte Musica no Gentilezza personale ottima Sale fumatori no Servizi per disabili no Illuminazione soffusa Enoteca Sola Enoteca Via Carlo Barabino 120/r, Genova. Tel. 010594513 Tipo di cucina ligure Specialità del locale tartare di pesce agli aromi e al lime Spesa media 40 euro Dolci della casa Vino consigliato anche al bicchiere Piatti dietetici no Particolarità vendita di vini italiani, francesi, spagnoli, portoghesi, tedeschi, ungheresi, californiani, australiani, neozelandesi, sudamericani e sudafricani Numero coperti 40 Carte di credito tutte Musica no Gentilezza personale buona Sale fumatori no Servizi per disabili no Illuminazione soffusa Quando in un ristorante vi danno il menu e la carta dei vini, chiedete anche quella degli oli. Le guide gastronomiche come quella di Veronelli premiano o bacchettano i locali anche in base all’olio proposto. Perché in un paese in cui in ogni collina c’è un extravergine dal sapore diverso, è impensabile voler sfoggiare a tavola palato fino che predilige certe annate di certi vini e poi non saper distinguere un olio ligure da uno pugliese. Non sono pochi i ristoranti e le osterie che cominciano a educare i propri avventori con più di una proposta di extravergine, da abbinare nel mondo giusto ai piatti scelti. Se volete fare un po’ di pratica, domenica 28 novembre in tutta Italia si terrà Pane e olio in frantoio: le Città dell’olio, che promuovono la manifestazione, vogliono avvicinare il grande pubblico all’”oro verde” con eventi di ogni tipo (degustazioni, visite in frantoio, feste popolari). Per scoprire la piazza più vicina in cui gustare pane e olio novello, tel. 0577.329109, www.cittadellolio.it. Infine ricordiamoci che l’extravergine è un prezioso amico della pelle, non solo come alimento ma anche come ingrediente dei cosmetici; lo ritroviamo in creme per il viso e per il corpo, gradevoli ed efficaci (Mediterranea, Erbolario, Bottega Verde e altre). 40 di eva buiatti gusti.mangia come leggi bazar 11 2004 Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni www.bazarweb.info diverse ! icana amer italopizza Una girare goffamente. “Diventa sempre farla a aiutai la e Lucy di pugni i sopra “Disposi la pasta più larga”- esclamò. “Viene bene!” “La pasta si allarga per forza centrifuga… proprio come si fabbricava il vetro una volta. “ P. Cornwell. Postmortem. La Biblioteca di Repubblica. Le strade del giallo. po’ di pazienza, e Se c’è qualcosa da salvare nella cucina italo-americana, è senz’altro la pizza. Per fare in casa una buona pizza occorre un di farina di grano per ottenere un gusto italo-americano occorre un condimento quasi eccessivo e alquanto barocco. Mescolate mezzo chilo morbida per circa duro con un bicchiere di acqua tiepida in cui avete sciolto mezzo cubetto di lievito di birra. Impastate la massa piuttosto un canovaccio e dieci minuti, aggiungendo un po’ di farina se fosse troppo appiccicosa. Avvolgete morbidamente la palla dell’impasto con Preparate intanto una lasciate lievitare per 2 ore. Sembra un tempo molto lungo, ma l’impasto lievita da solo e non vi disturberà più di tanto. pasta è quasi lievitata, buona salsa di pomodoro possibilmente fresco, con un fondo di olio e aglio soffritto, salata al punto giusto. Quando la tagliate in pezzetti, e spellate salsicce due grattato, parmigiano di cucchiai tre pezzetti, a fiordilatte mozzarella una condimento: preparate il d’aglio sbucciati spicchi due olio), poco in soffritta e affettata piccola melanzana una alternativa, in (oppure, un peperone tagliato finissimo farla diventare e tagliati a fettine. Il trucco è di sbattere sulla pizza più ingredienti possibile, mescolando i sapori e i colori in modo da stendere la pasta ci una specie di quadro Pop. Accendete il forno al massimo, e mentre si riscalda, reimpastate per un paio di minuti. Per la pasta schiacciata sono due possibilità: una è di farlo con le mani, che devono essere unte d’olio d’oliva. Stringete le mani a pugno sotto fino a che sarà tipo focaccia, e fatela girare cercando di darle una forma circolare e di spessore uniforme, non più di mezzo centimetro, Ungete con olio larga quanto la teglia da pizza. Se non vi riesce, stendetela con il matterello: non è altrettanto spettacolare ma è più facile. che deve coprire d’oliva il fondo e i lati della teglia, su cui adagerete la pasta. Subito aggiungete gli ingredienti, cominciando dalla salsa e aggiungete abbondantemente la superficie, e poi tutti gli altri secondo il vostro gusto estetico. Lasciate fuori solo la mozzarella. Salate altri 5-7 minuti. La ancora un filo d’olio. Infornate per 15 minuti, poi aggiungete la mozzarella, che così non brucerà, e finite la cottura per pizza deve avere un fondo croccante e la superficie morbida, ma con tutti gli ingredienti ben cotti. cucina in una di quelle Deve essere gente di bocca buona, che assolutamente mai ha pensato di mettersi a dieta, e si trova intorno al tavolo di fra questi c’è qualche prime giornate piovose d’autunno che ti fanno desiderare qualcosa di caldo e profumato da mangiare. E’ il massimo se tutti i sapori. cittadino statunitense o addirittura di Broccolino, dove si fondono in un’unica, veloce sintesi tutti i tipi di italiani e quindi l’occasione sereni, L’idea non è male, purché odori, colori, sapori, dialetti e ricordi siano riconciliati, intorno alla tavola, da amici veri, per lo stomaco ed i che si fanno un’unica, profumata, morbida pizza. Vi aiuterà un vino rosso abbondante e un po’ greve, non birra che fredda sentimenti. meno. La possiamo Kay Scarpetta, il personaggio di Patricia Cornwell, è di solito tristissima. In questo, che è il libro d’esordio, lo è un po’ e autonomia leggere soprattutto se siamo donne che cercano proprio ora e proprio per sé stesse qualche ottima ragione di indipendenza dentro e fuori l’amore, il lavoro, le pizze e la vita. Se c’ è un libro che vi piace, con un personaggio che mangia con gusto, e vi siete sempre domandati che sapore avrebbe il suo piatto, scrivete a: [email protected] Troverete prossimo la ricetta sul numero di Bazar! 42 di lorella scacco arti bazar 11 2004 www.bazarweb.info dità fon e pro za llez Be Schnabel, dalla Julian di opere dalle sse espre Quelle nuova performance di Enzo Umbaca, dall’arte calligrafica giapponese, dal progetto Globalgroove… Dagli Usa a Napoli: Julian Schnabel Un’altra importante retrospettiva si apre a Napoli sull’artista e cineasta statunitense Julian Schnabel. Una mostra che raccoglie 50 opere di grande formato provenienti da collezioni pubbliche e private. Negli anni Settanta l’artista divenne famoso per i suoi dipinti il cui supporto era formato da vari pezzi di piatti incollati. Gli oggetti attraverso il gesto dell’artista passavano da una realtà esterna a una individuale, la cui riorganizzazione donava complessità e intimità all’opera. Come scrive il curatore Eduardo Cicelyn “Julian Schnabel è un artista americano a tutto tondo per come concepisce lo spazio, grande e ‘vero’, dei suoi lavori e per l’energia fisica che la sua pittura imprime e comunica. Sempre gestuale, ma anche istintivamente seriale, l’opera di Schnabel si presenta in modo frontale e si organizza per cicli: cioè afferra insieme sensazioni e concetti, li manipola, li mette in circolo e li abbandona a se stessi, perché guarda oltre, cerca nuovo spazio, altre possibilità. La sua pittura può esplodere d’immagini, di oggetti o semplicemente di parole, ma non indugia nello sguardo, nel tatto, nel pensiero”. Mostra d’Oltremare, Padiglione America Latina, Ingresso da Piazzale Tecchio, Napoli Dal 21 novembre al 16 gennaio 2005 info: 0814976128 - 130, orari: 10 – 19, ingresso gratuito. Arte e identità: Enzo Umbaca ing: globalgroove Tra arte e advertis che nasce Globalgroove, da un’idea di Michele E’ alla fine degli anni novanta Andreoni e Fabio Toffolo. Il loro progetto si è rivolto inizialmente al web con il sito www.globalgroove.it , una pubblicazione on-line al limite tra arte e advertising, per poi orientarsi ed estendersi a pittura, fotografia, collage e progetti editoriali. In questa mostra, dal titolo “No Compassion (In The Market Place)”, vengono presentati due lavori con i quali continua la loro prassi operativa di campionamento e manipolazione di fonti iconografiche e testuali mass-mediatiche. Come nell’opera pittorica “No Compassion” formata da trenta moduli di varie dimensioni realizzati in acrilico su tela, i cui soggetti rappresentati rimandano “al mondo del business e dialogano con icone religiose, scene di violenza, pubblicità, opere d’arte, fumetti, in un ambiguo sincretismo tra critica del sistema e accettazione dello status quo, glamour pubblicitario e orrore apocalittico”. Studio Lipoli&Lopez, Via della Penitenza 4a, Roma, tel. 066875937 Dal 9 novembre e-mail: [email protected] La personale di Enzo Umbaca inaugura la seconda stagione espositiva della Galleria Sogospatty. E’ con la performance “Survival” del 1999 che l’artista si rese noto in Italia, quando travestito da profugo in cerca di elemosina sulle metropolitane di Roma e Milano, chiedeva ai passeggeri del “tempo” per visitare il suo sito: http://undo.net.survival. Da sempre interessato a esplorare il concetto di identità, soprattutto in termini antropologici, Umbaca si rivolge ora a Tommaso Campanella, il celebre pensatore calabrese che contribuì in modo esemplare a formare la filosofia italiana. Per l’artista, Campanella diventa la vecchia guida dei tempi nuovi, modello originario della maniera di stare al mondo. Così lo spazio della galleria accoglie una imponente e suggestiva statua che rappresenta il filosofo. Galleria Sogospatty, Vicolo del Governo Vecchio 8, Roma, tel/fax 0668135328. Fino al 30 novembre [email protected], www.galleriasogospatty.com, orari: mar – ven 15 – 20, sab 11 – 18. Sho inema: via alla nona edizione! Festival Artec internazionale di film sull’arte contemporanea, in cui sarà presentata Si tratta del festival ti artisti degli una selezione di documentari, a cura di Laura Trisorio, sui più importan David Hockney, ultimi 50 anni, tra cui Marcel Duchamp, Stuart Davis, Giuseppe Penone, Orozco, Tom Friedman, Yoko Ono, Roni Horn, Gerhard Richter, Richard Serra, Gabriel Mies Van Zhu Ming, Mark Rothko, e su alcuni architetti, come Alvar Aalto, Zaha Hadid, Tina Modotti, der Rohe, Frank Gehry, Tadao Ando, e sui fotografi Henri Cartier-Bresson, in archivi d’arte Ansel Adams, Rineke Dijkstra, Wolfgang Tillmans, Collier Schorr. La ricerca visibile e amplia e videoteche museali o il contatto diretto con registi e produttori rende mediante l’universo delle arti visive contemporanee e il percorso lavorativo degli artistidi incontri con interviste, biografie filmate e montaggi narrativi. Il festival prevede una serie registi, artisti e produttori durante le tre serate. Teatro Politeama, Via Monte di Dio 80, Napoli, dal 25 al 28 novembre Trisorio, Orario: 17 – 24. Info: tel 081414306 Organizzazione Associazione Culturale www.artecinema.com Lo “Sho”, cioè l’arte calligrafica giapponese, ha circa 1500 anni di storia anni. Approdata dalla Cina in Giappone intorno al XIV secolo ha poi assunto delle forme espressive autoctone e tipicamente giapponesi. In Giappone è una delle arti tradizionali che appassiona oltre due milioni di persone attraverso l’uso del fude (pennello) e del sumi (inchiostro cinese). L’arte dello Sho vuole esprimere bellezza e profondità spirituale, tradizione e contemporaneità, forma e stile. In mostra ben 66 opere di autori contemporanei che si sono distinti per la ricerca di nuove forme interpretative pur nel rispetto della tradizione. Istituto Giapponese di Cultura, via Antonio Gramsci 74, Roma, Tel 06 3224754. Fino al 24 novembre. Orario: lun-ven 9.00-12.30/14.00-18.30, merc fino alle 17.30, ingresso libero, www.jfroma.it bazar 11 2004 www.bazarweb.info Il più e il meno Ovvero gli eccessi della (giovane) pittura vs l’eleganza del minimalismo tti Nuovi talenti: Manuele Ceru senza Anche questo un nome su cui puntare esitazioni. Torinese del ‘76, Manuele Cerutti è un pittore puro che lavora su una figurazione dai tratti molto contemporanei e incisivi. Partendo dalla realtà quotidiana, Cerutti elabora le sue visioni cariche di suggestioni cinematografiche come recita l’omaggio a David Lynch fin dal titolo della sua nuova personale Eraserhead alla Galleria Estro di Padova, da tempo specializzata nel lanciare nuovi talenti. E il giovane Manuele ha ottenuto l’importante segnalazione in Present Future, la sezione più sperimentale della fiera torinese Artissima (4-7 novembre) che potrebbe lanciarlo anche oltre confine. Manuele Cerutti. Eraserehead, Galleria Estro, via San Prosdocimo, Padova, tel. 0498725487, www.galleriaestro.com Fino al 27 novembre. Orario: martedì – sabato 16-19.30, chiuso lunedì e festivi. Sculture di luce: Dan Flavin Promossa dal FAI arriva in Italia la più importante mostra dedicata a Dan Flavin che fu padre del Minimalismo e precursore nell’uso scultoreo della luce. Non poteva esserci posto migliore della settecentesca dimora che è sede della collezione Panza di Biumo. Circa 20 installazioni sistemate nei rustici e nelle scuderie della Villa, buona parte opere site specific, originariamente parte della collezione, donate da Panza nel 1992 al Guggenheim di New York, tornano in Italia per quest’occasione, accanto a opere storiche come il Flavin Starbuck Judd del 1968, lungo ben 14 metri. Catalogo Skira. Dan Flavin, Villa Panza, Varese tel. 0332283960 www.fondoambiente.it Fino al 12 dicembre. Orario: martedì-domenica 10-18, chiuso lunedì, ingresso 6,50 arti di luca beatrice 43 Postgraffitismo cattivo: Dennis Tyfus Viene da Anversa, una delle città più cool d’Euro nuova meta di designer, creatori di moda e giovanpa, i artisti. Dennis Tyfus ha solo venticinque anni è uno su cui puntare l’attenzione fin da subito,ma perché il tipo è già una piccola star. A prima vista potrebbe sembrare un post-graffitista, ma il suo universo di segni è decisamente nero e cattivo. Nei wall drawings di Tyfus si racchiude la passio per l’underground, per il cinema di Larry Clark ne Harmony Korine, per i cartoons di Robert Crumeb e i disegni di Raymond Pettibon. Finally Lost è la prima personale in Italia, con un lavoro site specific che non mancherà di appassionare i cultori dell’eccesso. Dennis Tyfus. Finally Lost, Galleria Zonca & Zonca, via Ciovasso 4, Milano, tel. 0272003377, www.zoncaezonca.com www.dennistyfus.tk Fino al 12 novembre. Orario: martedì - sabato10.30-13; 15.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Atelier 31 e il ponte Torino-Seattle Un tempo era una grigia città industriale, poi negli anni ’90 a Seattle è nato il grunge, musica, moda e life style di una nuova generazione perduta che ha avuto in Kurt Cobain la sua stella cometa. Forse da lì è cominciato il processo di trasformazione che ha portato Seattle a essere uno dei nuovi luoghi dell’America contemporanea, frequentata da artisti, architetti, creativi in genere. Grazie all’iniziativa della torinese GAS Art Gallery (che ogni anno ospita una galleria straniera) per la prima volta in Italia possiamo scoprire chi sono i nuovi talenti della West Coast segnalati da Atelier 31, la galleria più in vista a Seattle. Dalla pittura al video, dall’installazione alla fotografia: nomi per molti inediti, ma di cui si dice un gran bene, come David Pirrie, Rebecca Raven, Cassandra Hooper. Atelier 31. Seattle, GAS Art Gallery, corso Vittorio Emanuele 90, Torino, tel. 01119700031 www.gasart.it, 6 novembre 4 dicembre 2004. Orario: martedì-sabato 15-20, chiuso lunedì e festivi i Getulio Alvreian ai quarant’anni formale e serietà di ricerca, sono orm Esempio di rigo le neosnoda il suo percorso attraversopittu ra che l’opera di Getulio Alviani rien la e o Zer ppo Gru il con ze avanguardie, dalle prime espe con Leit te. bien l’am e a ttur l’archite monocroma fino a relazionarsi rica utilizzato come superficie pitto motiv di questa ricerca è l’acciaio o la vers ta pun che te ttan agge ra pittu e, contemporaneamente, una logica alla GAMeC di Bergamo, che in altre tridimensionalità. Grande antodello svizzero John Armleder e una serie di stanze ospita un’installazione gouaches di Anish Kapoor. aso 53, Bergamo tel. 035399528 Getulio Alviani, GAMeC, via San Tom www.gamec.it. Fino al 27 febbraio 2005. edì 10-22, chiuso lunedì Orario: martedì-domenica 10-19, giov 44 di marzia di mento arti bazar 11 2004 www.bazarweb.info i ent nd pre sor azi Sp Salisburgo con il di o A sorprendere è il nuovo muse ristorante hi-designed, il minimalismo del museoodi Porto immerso in un parco dichiarato monument nazionale, il nuovo grande museo della piccola é… Isernia… e il Moma di NY. Ma scoprirete il perch Porto d’arti d’arte contemporanea della città di Porto, nel nord del Salisburgo: dalla tradizione al contemporaneo Nel mese di ottobre ha avuto luogo l’inaugurazione del museo Rupertinum di Salisburgo, progetto dell’architetto Friedrich Hoff Zwink. Dedicato alle arti contemporanee internazionali, a partire da Klimt, Kokoschka e Kubin, con opere di pittura, arte grafica, scultura e fotografia. Dal 23 Ottobre esibizione “A collection’s vision”, con una selezione della collezione permanente. Tra l’altro è ottimo il ristorante, hi-designed con vista mozzafiato sulla città! Museum der Moderne Salzburg Rupertinum, WienerPhilarmoniker-Gasse 9. A – 5020 Salzburg Tel. 0043662 842220-400 [email protected] / www.museumdermoderne.at Ingresso: dalle 10.00 alle 18.00, il mercoledì dalle 10.00 alle 21.00; chiuso il lunedì. Biglietto: 8 euro, 4.5 euro da 16 a 18 anni, comitive di più di 10 persone e terza età, gratuito fino a 15 anni e scolaresche. Ogni mercoledì alle 18.00 visite guidate. Servizi: Ristorante e caffetteria. Dal 2/10/2004 al 16/01/2005 la mostra di Wickenburg “Variationem der moderne”. Voli da Roma con Air Berlin o Austrian Airlines a 364.66 euro; da Milano con Lufthansa a 383.75 euro mporanea Isernia conte arte contemporanea d’Isernia, istituito Il MACI, il Museo di dall’amministrazione provinciale di Isernia, è il primo museo di arte contemporanea del Molise. Inaugurato lo scorso 12 marzo in concomitanza con la mostra “L’arte in testa”, si compone di cinque sale, alcune delle quali destinate alle esposizioni temporanee. La collezione comprende, tre le altre, opere di Schifano, Rotella, Araky, Beecroft, Motti, Mendoza, van Ramsweerde, Nam June Paik e Grenfield-Sanders. Per il 13 novembre è prevista l’apertura della mostra “Gli anni ’80 Mario Schifano”, che si concluderà il 30 gennaio 2005. MACI, Museo Arte Contemporanea Isernia, Palazzo della Provincia, Via Berta, Isernia Tel. 0865441473. [email protected] - www.artemaci.it Ingresso: dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 11.00 alle 19.00; chiuso il lunedì, il 24 e 25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio. Biglietti: 3 euro, 2 euro per studenti, gratuito dai 65 anni in su. Servizi: ingresso portatori di handicap Straordinario museo di Portogallo. Situato a 4 km dal centro della città, a circa 500 m dalla casa Serralves, è aperto dal 1999. La bianchissima struttura minimalista, d’intonaco e granito, progettata dall’architetto portoghese Alvaro Silva Vieira, è immersa in un parco di nto oltre 18 ettari, parte integrante del museo, da poco dichiarato monume ni nazionale. Si compone di tre piani: al piano terra sono ospitate le esposizio primo temporanee, al piano inferiore si trovano bar, auditorium e biblioteca, al piano caffetteria e servizio educativo. Van Nel Parco la collezione permanente, con sculture di Serra, Oldenburg, del Bruggen, De Sousa, Carneiro, Tropa, Nordman e Graham. Inoltre la Casa di Tè, il piccolo lago, il roseto. Vi verranno suggeriti tre diversi percorsi di visita durata differente (30, 45 o 90 minuti). rsi Al momento è in atto il restauro di parte del parco che dovrebbe conclude alla fine del 2005. i Tra le varie attività del museo, interessante il servizio educativo con laborator to, per bambini sull’espressione artistica, attraverso la pittura o il movimen educazione all’architettura e ambientale. della Piacevolissima la visita, grazie all’eleganza dell’edificio, la gradevolezza passeggiata nel giardino e la qualità e l’accoglienza del ristorante. a Dal 15/10/2004 al 5/1/2005 mostra di Rego, con pitture e schizzi dal 1996 oggi. Museu de Serralves, Rua D. Joao de Castro 210. 4150-417 Porto, Portogallo Tel. +351226156500 [email protected] / www.serralves.pt Ingresso: da ottobre a marzo, da martedì a giovedì dalle 10.00 alle 19.00, venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.00, domenica e festivi dalle 10.00 alleda 19.00; da aprile a settembre, martedì e mercoledì dalle 10.00 alle 19.00, giovedì a sabato dalle 10.00 alle 22.00, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì. Biglietto: Museo e parco 5 euro, solo museo o solo parco 2.50 euro, 2.50 euro per studenti, carta giovani e maggiori di 65 anni, gratuito per bambinitutti con meno di 12 anni e Amici di Serralves. Tariffe speciali per i gruppi. Per la domenica dalle 10.00 alle 14.00. Servizi: Caffetteria, bookshop, ristorante euro; Voli da Roma con IBERIA a 299 euro, oppure TAP e Portugalia a 300.12 da Milano con Portugalia e TAP a 279.08 euro. Controcorrente Il 20 novembre è prevista la tanto attesa riapertura del MoMa (Museum Modern Art) di New York. Tra le varie sorprese il prezzo: 20 euro a visita,of un primato assoluto. Per cosa, d’ora in poi, ha intenzione di essere famoso il MoMa? Per la vasta collezione o per l’esorbitante biglietto d’ingress o? Ma soprattutto, non si stava andando nella direzione opposta, cercando di avvicinare al museo più fasce di pubblico possibile? www.bazarweb.info 46 di luca carboni arti.skizzi bazar 11 2004 www.bazarweb.info bazar 11 2004 www.bazarweb.info viaggi di andrea mugnaini 47 5 cose da non perdere 1- 234- La Medina e il quartiere dei conciatori di Fes Una passeggiata a cavallo nel palmeto di Skoura Le dune di sabbia di Merzouga Le gole del Todra D ie tr o le qu in te del Marocco Entrare nei vicoli di Fès, esplorare il rinto urbano di quei luoghi che sono l’anima vera del Marocco. E poilabi spaz tra i flash cromatici delle foreste di cedri, dell’Atlante innevato, delleiare dun e desertiche dell’Erg Chebbi e delle terre rosse di Er Rachidia. foto di andrea mugnaini Cosa vedere Il suk Dall’altoparlante gracchiante e distorto, la voce del muezzin richiama all’alba, come a mezzogiorno, come al tramonto. Le strade si svuotano i musulmani alla preghiera. Cinque volte al giorno: , la gente si affretta, corre e la intravedi mentre si sfila le babbucce e si dirige nel cortile della moschea verso la fontana per l’abluzio ne, obbligatoria prima della preghiera. Siamo in Marocco, dove la maggioranza della popolazione è musulm della vita quotidiana. Sono poche le moschee dove a noi occidentali ana e le abitudini religiose sono una parte importante dedicata a Hassan II a Casablanca. Ha il minareto più alto del mondoè consentito entrare. Una è quella, maestosa e moderna, e se atterrate in questa città, la potete vedere dall’aereo, che sorge gigante sulle rive dell’Oceano. Non c’è molto altro da vedere a Casablanca, meglio dirigersi subito a Fes, uno dei luoghi più belli e autentici del Marocco. La medina, protetta dall’Une mondo, è un vero e proprio labirinto dove è facilissimo e bellissimo sco dal 1981 e una delle maggiori città medievali abitate al perdersi. Vale la pena farci un giro la mattina all’alba prima che sia letteralmente invasa da mercanti e commercianti che trasform ano le sue vie in un mare di teste. Lasciando la città e dirigendosi verso sud si attraversano paesaggi contrasta nti e unici: il verde delle foreste di cedri, popolate di scimmie, nei pressi di Azrou si oppone al rosso delle terre arse dal sole nella zona di Er Rachidia. Più a sud il bianco delle montagne innevate dell’Atlante. Infine l’arancio delle dune del deserto dell’Erg Chebbi a Merzouga, dove è possibile passare una notte nelle tende berbere e ammirare tramonti mozzafiato. Paesaggi diversi, ma altrettanto spettacolari da un punto di vista naturalis tico sono rappresentati dalle gole del Todra e quelle del Dadès, altissime pareti scavate nella roccia. Neanche una parola su Marrakech, la città marocchina più famosa un’anima. Assediata dai turisti ha perso la sua autenticità diventando e visitata? Ha monumenti e palazzi bellissimi ma gli manca un grande mercato a uso e consumo degli occidentali. Molto più genuina e affascinante è Essaouira. Affacciata sull’Atlantico conquist a con le sue mura fortificate, il porto di pescherecci e le case bianche dai tetti piatti. Libri Come vive una donna in un paese islamico? Lo spiega e lo racconta in modo straordinario la sociologa marocchina Fatema Mernissi nel romanzo La terrazza proibita (Giunti). La scrittrice da sempre si batte a favore della libertà femminile che giudica perfettamente compatibile con i precetti del Corano. Nel suo ultimo libro, intitolato Karawan, descrive un Marocco miglior in Italia è Tahar Ben Jelloun grazie ai due piccoli pamplh ato dal web e dal satellite. Molto conosciuto et Il razzismo spiegato a mia figlia (Bompiani) e L’Islam spiegato ai nostri figli (Bompiani). Le voci di Marrakech di Elias Canetti (Adelphi) è una bellissima testimonianza di un viaggio nella città marocchina compiuto negli anni ‘50. In una kasbah del XVII secolo all’Hotel Ben Moro di Skoura (tel. 00212 44 852116) In un’abitazione privata piena di piante al Riad Kaiss a Marrakech (tel. 00212 44 440141) In un luogo d’atmosfera, con un hammam e un giardino interno, Che cos’è il deserto? Il deserto è silenzio, vento, Riad Louna a Fes (tel. 00212 55 741985). dune, mille colori della sabbia, mistero. Il deserto In un hotel che è l’ideale punto di partenza per visitare la città è immenso, vivo, è la luce naturale della notte, vecchia, ottima posizione, Fes Hotel Batha (tel.00212 55 741077). è il cielo stellato. Il deserto è caldo e freddo, è In un bellissimo hotel di lusso, base di molti viaggi organizzati, i cammelli, i beduini e le carovane. Il deserto è Marrakech Kenzi Farah (tel.00212 44 447400) pieno di fascino, è inspiegabile, è altro. Il deserto è come non lo immagini se non ci vivi. Il deserto Su una terrazza che affaccia sulla porta della città vecchia, Kasvah è solitudine, è resistenza, è una parte, più o meno (tel. 00212 55 741533) grande, di ognuno di noi. A Mhamid l’agenzia Nel cuore della medina, mangiando tradizionale e spendendo poco, Sahara Services organizza gite nel deserto a dorso Zohra (tel. 00212 55 637699) di cammello o con fuoristrada 4x4. Nel ricercato giardino di un lussuoso hotel di Fes, con cucina fusion Sahara Services, tel. 00212 61 776766. Uno e cene a lume di candela Riyad Shéhérazade (tel. 212 55 741642). degli itinerari più interessanti è quello che collega Mhamid a Merzouga, i due luoghi più belli del Marocco per quel che riguarda deserto e dune. Il suk è il mercato, centro della marocchina e luogo di scambio vita d’incontro. E’ il posto migliore e fare acquisti. Ogni città ha il suodove in ogni suk i venditori sono ragg suk e secondo le corporazioni artigianaruppati Per acquistare tappeti dove con li. pazienza e l’arte della contratta la potrete strappare buoni prezzi zione indirizzo è a Meknes (Youssefun buon Bettani, Souk Ennejarine 32-34, tel. 0021 531609); per gli oggetti in pelle 2 55 babbucce, calzature tipiche mar tra cui le il quartiere dei conciatori a Fes occhine, giusta (Chez Mohamed Robè la scelta Lablida Chouara, tel 00212 55 io, Hay Anche ceramiche, piatti, vasi e 740859). splendidamente decorati li trovtazze Fes. Per gli oggetti in legno un ate a buon indirizzo è l’Ensemble Artisana Avenue Mohammed V a Marrakel in Argento e gioielli d’antiquariat ch. o si trovano da La Maison Bouana Derb ben Azahoum, Talaa Keb nia (6, ira, tel. 00212 55 636566). Dormire Il deserto Mangiare h t t p : / / w w w. m o r o c c o travel.com Informazioni turistiche e itinerari in Marocco. Molto utile e ben fatto http://www.lamarocaine.com/ Tutto su e per la donna marocchina http://www.darbaroud.com Informazioni sulla massacrante Marathon des sables, 238 km in 7 giorni in terra marocchina http://www.mernissi.net Sito web della scrittrice Fatema Mernissi h t t p : / / w w w. f e s t i v a l gnaoua.co.ma/ Sito del festival musicale di Essaouira, luogo d’incontro tra musicisti di tutto il mondo 48 di agnese ananasso essere bazar 11 2004 or pe do To not to dope Classi di sostanze proibite ed esempi STIMOLANTI Amfetamine, Efedrina, ecc. NARCOTICI Eroina, Metadone, Morfina, Pentazocina ecc. ANABOLIZZANTI Clostebol, Nandrolone, Testosterone, Stanozolo, Clenbuterolo, Fenoterolo ecc. DIURETICI Acetazolamide,Bumetamide, Furosemide ecc. ORMONI PEPTIDICI Gonadropina corionica umana (solo negli uomini), ormone della crescita ecc. METODI PROIBITI Trasfusione di sangue o doping ematico, sia che esso avvenga con sangue di un donatore che con il proprio sangue (Autoemotrasfusione) SOSTANZE SOTTOPOSTE A MONITORAGGIO Caffeina ecc www.bazarweb.info Oggi non è più solo il grande atleta a decidere se cedere all’uso di sostanze dopanti. Anche i ragazzi e ragazze nelle palestre e nei circuiti sportivi giovanili rischiano pericolose sollecitazioni verso il doping. Eppure gli effetti sono spesso devastanti … Le ultime Olimpiadi sono state macchiate da episodi spiacevoli di doping, molti atleti di valore sono stati trovati positivi ai controlli e quindi squalificati. Lo sport si sta inquinando e le gare internazionali presentano atleti sempre meno umani e sempre più fenomeni che si spingono al limite delle capacità naturali. Questo è sotto gli occhi di tutti ma esistono realtà meno evidenti e sempre più frequenti nella vita quotidiana, di persone che, pur svolgendo attività fisica a livello non professionistico, fanno uso (o abuso) di sostanze cosiddette dopanti. Sono vere e proprie droghe (dall’inglese to dope= drogare) che vengono assunte consapevolmente o inconsapevolmente (mascherate dietro il nome di integratori alimentari) per aumentare la prestazione fisica e migliorare l’aspetto estetico. Un fenomeno molto diffuso soprattutto nelle palestre e, a livello giovanile, in quegli sport in cui ai ragazzi sono richieste prestazioni “precoci” per poter avere un futuro da professionista (calcio, baseball, atletica, basket, nuoto e rugby). Sostanze dopanti Il confine tra “aiuto” e doping è molto sottile ma il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha coniato una definizione, suscettibile comunque di trasformazioni per cui è doping qualsiasi “uso o fornitura ad un atleta di certe sostanze che potrebbero migliorare artificialmente la condizione fisica o mentale, aumentandone il livello di performance”. Anche la legislazione è in continua evoluzione ma sono stati fissati dei limiti, almeno per cercare di mettere qualche paletto, sia a livello di definizione di sostanze proibite, sia a livello di quantità somministrate. Quella che segue è una tabella che indica le sostanze e le pratiche dopanti con alcuni esempi di sostanze più conosciute. Effetti del doping hanno evidenziato numerosi effetti collaterali, derivanti dalla tossicità della Lasciando per un attimo da parte i dubbi sull’eticità dell’uso di sostanze dopanti, studi clinici periodo d’uso, dalla mescolanza con varie droghe, e da malattie infettive come del droga e/o dalla sua purezza, dal dosaggio, dai motivi della somministrazione, dalla duratasteroidi anabolizzanti, in soggetti che non hanno ancora completato lo sviluppo, l’epatite o l’HIV, trasmesse tramite il passaggio di aghi usati. Prendendo ad esempio gli danneggiare gli organi interni (cuore, fegato, reni) e portare effeminatezza l’assunzione di dosaggi non terapeutici di ormoni steroidi inibisce lo sviluppo osseo, potrebbe spesso irreversibili e, anche a seguito di un solo ciclo d’uso, si possono sono li collatera effetti gli nei maschi (sviluppo dei seni e atrofia dei testicoli). Nelle donne ento della voce, modifiche dell’apparato riproduttivo. Dal punto di vista abbassam avere problemi epatici, cardiovascolari e cutanei, irregolarità mestruali, irsutismo, alopecia, con comportamenti molto simili ai consumatori abituali delle altre psicologico, la sospensione dell’assunzione può sviluppare dipendenza e depressione droghe. E’ successo . Già a 15 anni nel 1981 lanciava il peso a 14 metri di distanza, due anni dopo a 20. Heide, la campionessa europea di lancio del peso oggi si chiama Andreas 3.000 milligrammi l’anno di ormoni maschili, quando la dose massima era di Nel 1986 conquistò il titolo europeo con un lancio di 21,10 metri ma già assumeva quasidopo il 1987: i muscoli si indurivano e atrofizzavano con dolori insopportabili e Heide 1000 milligrammi l’anno. I problemi cominciarono quasi subito, ma divennero gravi soffrendo fisicamente e mentalmente, tentando anche al suicidio. Nel 1997 si operò rifiutava il proprio corpo di donna. Nel 1991 si ritirò dalle piste, isolandosi completamente, per cambiare sesso ma il testosterone è ancora il compagno della sua vita. curare? Prevenire è meglio che principi di lealtà e correttezza nelle (CONI) porta avanti da molti anni una lotta contro il doping, definito “contrario ai Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano zione delle genuine potenzialità fisiche e delle qualità morali degli competizioni sportive, ai valori culturali dello sport, alla sua funzione di valorizza ni e conservarle leali e giuste, ma si preoccupa anche dei rischi potenziali alla competizio le proteggere di solo non cerca atleti”. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), un serio problema di salute pubblica e non una pratica marginale ristretta ad salute nel medio e lungo termine. Si rivela sempre più urgente considerare il doping come . situazione la una parte elitaria dell’universo sportivo. Rimane in ballo il problema di come affrontare E’ giusto proibire? non pure, di farne un uso non igienico e in dosi sbagliate. La prevenzione resta un La proibizione alimenta il mercato nero, quindi il rischio di utilizzare sostanze un atleta sottoposto a visita medico-sportiva è restio ad affermare di effettuare: da difficili più sempre diventano tassello fondamentale, anche perché i controlli far uso di “sostanze”. Prima e … doping conoscano gli effetti dell’uso di certe sostanze, presentate troppo spesso come semplici “integratori naturali” che poi si rivelano essere E’ importante che soprattutto i giovani avanti dal 2003 una campagna di sensibilizzazione presso le scuole, prodotti in laboratorio. La UISP (Unione Italiana Sport Popolari) ha portato it dove sono reperibili informazioni, documenti e video per avere una panoramica aedoping. www.prim internet sito un anche e chiamata “prima e doping”. E’ disponibil su www.sportpro.it/doping, dove è anche disponibile una bibliografia specifica. comprensibile sul fenomeno. Per una conoscenza più specifica e tecnica è invece utile cliccare bazar 11 2004 www.bazarweb.info avere di giulia premilli 49 Cool, hot old! Dal bicchiere di ghiaccio per sorbire il più sensuale dei cocktail al mobile più caro del mondo, passando per i neologismi latini coniati dal Vaticano e la crema al peperoncino per gli addominali di lui... ca di tutti! Sulla boc cio messo in produzione dalla Invent di nte. ndo di Icy Drink, il primo bicchiere di ghiac elega Stiamo parla unto, cool, ammiccante ed estremamente di Venezia. Un prodotto sofisticato e, per l’app case più ricercate dei vip. Si tratta nelle do ggian furore sta che drink il per congelata Un accessorio na preparato viene servito in una coppetta un’invenzione rivoluzionaria: il cocktail appeella ghiaccio”della Invent. Niente paura per il rossetto “mod dal a creat ente sitam ttutto non (e colorata) appo a che Icy Drink non intacca la pelle e sopra o per le labbra: assicurano infatti dall’aziend - stiamo avendo sbaffa il rossetto. a Montanari dell’ufficio marketing Invent “E’ un’emozione unica per i sensi - spieg o anche perché Icy Drink oltre ad essere un oggetto moltissime richieste da bar di tutto il mond amente sensuale. Appoggiare le labbra sul ghiaccio per curioso ha la particolarità di essere estrem !”. gonista poi sorbire un cocktail è un’emozione unica Cinema di Venezia , Icy Drink è stato il prota Talmente unica che all’ultima mostra del credere. per re Prova tivi. aperi degli incontrastato la in latino Telenovel in latino ma vi mancano le parole? Lo volete dire Provate a spippolare sul sito del Vaticanona e (www.vaticano.va sotto il link curia romao messo istituzioni collegate) e scoprite che hann igioso in rete il Lexicon recentis Latinitatis, prest dizionario di neologismi che contiene oltre a 15 mila vocaboli di cui buona parte di nuov in latino generazione. Esempio: come si direbbe o. fifty-fifty? Semplicissimo: è aequíssima partíti e Oppure pastasciutta: tubulati pastilli! Invecdice pizza è placenta compressa e playboy si onna ( iúvenis voluptárius. Da non perdere minigsifica) tinicula minima) e telenovela (fabula televi bo a che ha trovato posto anche qui, in grem Santa Romana Chiesa. olpito? Per un fisicoespceroncino! Ci vuoleCoilllisptar che ha creato icca il Lo consiglia la speciale tra cui sp “per lui” una linea minali perfetti”. Si tratta do ad to oe “trattamen peperoncino ross di una crema al la la microcircolazione. mo sti e mentolo ch è stato studiato Questo prodottoper combattere gli te en dei esclusivam e il rilassamento accumuli adiposila è all’avanguardia: il mu for ncino tessuti. La e oltre al pepero preparato contienfitoestratti e alghe marine lo, nto ndo il rosso e me pidermide rende che tonificano l’e mo sconosciuto! uo un ... vostro lui o al pubblico: Prezzo consigliat 200 ml da o tub 25,00 il Altro che Ikea! Arriva l’armadio da 11 milioni di dollari! fate un salto a Londra Se volete ri-arredare casa infatti alla casa d’aste Christie’s. Il 9 dicembre ito sarà battuto un mobile eccezionale (defin come il più caro del mondo): è il cosiddettoche armadio Badminton. Con una base d’asta o supererà gli 11 milioni di dollari, verrà mess in vendita il mobile commissionato dal Duca inglese Henry Somerset nel 1726 all’Officina che (oggi opificio delle pietre dure di Firenze), non ha eguali in tutto il mondo. Ci lavorarono trenta artigiani fiorentini per e cinque anni consecutivi e venne interament Nel realizzato in ebano, bronzo e pietre dure. 1990 il monumentale gioiello fu acquistato alla cifra di 11 milioni di dollari, prezzo cheche verrà sicuramente superato nella disputa si preannuncia già come “ immensamente eccitante”. Insomma, un oggettino da non perdere per il soggiorno di casa. bre Base d’asta: 11 milioni di dollari, 9 dicem casa d’aste Christie’s Londra 50 di agnese ananasso hi-tech bazar 11 2004 Le insidie della telefonia In principio era la SIP, Poi è venuta la Telecom. E basta. Ora ci sono anche tutti gli altri… Eppure il mercato delle telecomunicazioni sembra non trovare chiarezza. Districarsi nella giungla delle tariffe telefoniche di rete fissa è diventata ormai una missione da Indiana Jones, soprattutto da quando sul mercato le concorrenti della vecchia SIP, attuale Telecomsono spuntate Italia, che ha perduto lo scettro di monopolista delle telecomunicazioni (TLC). Vediamo di far luce sulle varie offerte del mercato. Iniziamo col precisare che Telecom non ha perso del tutto il monopolio della rete perché alcuni gestori, come Tele2 e Infostrada (in alcuni comunque “appoggiarsi” alla rete Telecom per poter erogarecasi) devono il servizio, quindi il cliente si trova a dover pagare il canone mensile aggiunta al conto telefonico del gestore prescelto. In certea Telecom in e con alcuni operatori (Infostrada ad esempio) è possibile zone d’Italia contratto Telecom grazie a quello che in gergo viene chiamat rescindere il local loop. In pratica l’operatore ha “comprato” l’ultimo miglioo unbundling di rete che unisce la centrale telefonica alle zone residenziali, in cui è quindi possibile installare delle centraline proprie per fornire il servizio. In genere cambia operatore si può mantenere il vecchio numero telefonic anche se si o, sfruttando la portabilità number. Oggi inoltre, grazie alla carrier preselec tion, pur scegliendo un operatore alternativo, non è più necessario digitare i vari 1022 (Tele2) o 1088 (Wind-Infostrada) prima del numero selezion automaticamente si viene instradati sulla rete del nuovo operato ato, perché re alla tariffa prescelta. Caso Fastweb Un discorso a parte merita Fastweb, che offre tariffe vantagg pagare il canone Telecom, consente di navigare in internet ad iose senza dover alta velocità (fino a 2MB in ricezione), di avere un servizio di TV on demand e scaricar La rete in questo caso è su fibra ottica e non di rame (la tradizio e musica. che dovrebbe essere la rete del futuro. Non tutte le zone sono nale), quella rete Fastweb e il servizio di assistenza è comunque ancora coperte dalla da migliorare: se ad esempio c’è un guasto sulla rete Telecom i tecnici di Fastweb possono fare poco o nulla. Quando si chiama il consulente per stipular contratto è bene chiedere esattamente tutte le informazioni e un eventuale reperibili su www.fastweb.it) sia sull’iter burocratico e i tempi (oltre a quelle di attivazione, sia sul passaggio dei nuovi cavi (si dovranno forare i muri), eventuali interferenze con l’impianto d’allarme, costi aggiuntivi relativi due linee anziché una (la prima è gratuita, la seconda si paga all’impianto di circa 90 euro e si può attivare solo in un secondo momento). Prima di scegliere è bene analizzare le proprie esigenze Se si chiama e si naviga a tutte le ore In questo caso è meglio scegliere una tariffa flat, ossia pagare un prezzo forfetario bimestrale, come quella proposta da Fastweb, che offre l’uso illimitato di internet 24 ore su 24 più traffico urbano e interurb ano illimitato al prezzo mensile di 85 iva inclusa. Poi c’è Hello Sempre di Telecom Italia (12,50 euro al mese per tutte le chiamate nazionali, più canone mensile, più 5,58 euro per il servizio), Hello Forfait di Telecom Italia (39 euro al mese più 1 centesimo di euro al minuto e 12 alla risposta per i collegam Teleconomy no stop sempre Telecom (55, 15 euro al mese con enti internet), di traffico gratuito mensile su internet) o Canone Zero Voce incluse 20 ore (37,95 euro al mese per tutte le chiamate nazionali, escluso di Infostrada i cellulari, nelle zone cablate). Per i dettagli consultare www.187.it per Telecom Italia o il 187; www.wind.it o il 155 per Wind-Infostrada. www.bazarweb.info Se si hanno preferenze di fasce orarie Quando si parla di fasce orarie è veramente scontro aperto, anche se, come rivela la pubblicità comparativa di Tele2 (in Italia è legale solo se vera), questa si rivela la più vantaggiosa. Telecom offre Hello Gratis (per il dettaglio www.187.it) con scatto alla risposta e differenziazione di prezzo per fascia oraria e urbane-interurbane, più canone mensile. Anche Tele2 ha scatto alla risposta, come Telecom, di 6,19 centesimi di euro e anche il canone ma, oltre a prezzi più bassi ha una serie di offerte periodiche, come l’attuale opzione “dopo le 20”, con cui pagando un costo di attivazione di 4,5 euro e un contributo fisso mensile di 5,55 euro in più al mese, si parla gratis con tutta Italia dalle 20 alle 8. Anche Telecom ha un’offerta del genere con Teleconomy quando vuoi, ma qui si può scegliere la fascia “preferita”. Anche Tiscali (www.tiscali.it) offre prezzi vantaggiosi, simili a Tele2, sia con Tutto Tiscali Time che con Tutto Tiscali, e anche qui si paga il canone Telecom in aggiunta (vedi www.tiscali.it ). Per chi chiama spesso cellulari è meglio usare la rete mobile o scegliere operatori, come Wind-Infostrada, che offrono pacchetti vantaggiosi di convergenza mobile-fisso. In genere entrambe le opzioni risultano più economiche. L’assistenza al cliente Questo è purtroppo un tasto dolente, un po’ per tutti i gestori di telefonia, ma soprattutto per Telecom. La maggior parte dei clienti lamenta disfunzioni dei servizi informazioni forniti dai numeri verdi 187 e 191. Gli operatori spesso mostrano di non conoscere bene le tariffe, si confondono sui prezzi in vigore e sono evasivi nei confronti di domande più specifiche. Inoltre i tempi di attesa al telefono sono generalmente molto lunghi, superando spesso i 3 o 4 minuti. E tutto questo nonostante la priorità assoluta della Telecom in questi mesi sia proprio quella di “abbattere il numero di reclami”. Un po’ più affidabile l’assistenza fornita da Fastweb, con operatori più sensibili alla customer care e alla fidelizzazione della clientela. Il VoIP (Voice over Internet Protocol) arriva nelle case Si tratta di un sistema di comunicazione già utilizzato da tempo a livello aziendale e che sta entrando anche nelle case. In pratica si tratta di effettuare le telefonate nazionali e internazionali utilizzando internet, pagando solo il costo della connessione. Questo è possibile trasformando il traffico voce in traffico dati, come se si trattasse di un documento. Per farlo occorre un software (ad esempio Skype, scaricabile da www.skype.com), una linea ADSL veloce e una cornetta da collegare al PC. Scaricando il software si riceveranno tutte le istruzioni, dopo aver compilato profilo utente e scelto password e username. Si può provare a anche sul sito di Radio Deejay, www.deejay.it , registrandosi su Deejayvoice. Ti telefono o ti citofono? E’ arrivata la videochiamata col telefono di casa. E’ un servizio offerto solo da Telecom Italia che, per ora, è l’unica ad aver messo in commercio i videotelefoni con schermo a 3,5 pollici, con cui si può guardare chi si chiama a patto che anche questi abbia il videotelefono e che dia il suo consenso alla funzione video. Ogni videochiamata costa 6 centesimi di euro al minuto. Il telefono manda anche SMS e MMS. I pericoli nascosti nella number portability E’ uno dei servizi più pubblicizzati dai gestori di telefonia, ovvero la possibilità di passare da un gestore all’altro mantenendo il vecchio numero del telefonino. Eppure nessun gestore spiega quanto sia costoso per ciascun consumatore tale servizio. Già perché in genere ogni contratto prevede costi bassi per telefonate tra clienti dello stesso gestore (in genere 10 o 12 cent al minuto) e costi molto più alti per chiamate verso abbonati di gestori diversi dal proprio (costi che arrivano anche a 25 centesimi al minuto). Però con la number portability succede che oggi il prefisso non identifica più il gestore come succedeva una volta, quando i 340, 347 348 … indicavano Vodafone, mentre i 335, 338, 339 indicavano Tim e così via. Dunque può accadere che crediamo di spendere poco perché chiamiamo un numero con prefisso uguale al nostro, e invece stiamo chiamando un numero che ha usufruito della number portability, e dunque non appartiene più al nostro stesso gestore. Eppure un modo per risparmiare c’è, ma i gestori non lo pubblicizzano: basta anteporre al numero da chiamare un codice numerico (456 per clienti Vodafone e Wind, 4884 per clienti Tim) e si sente una voce registrata che ci comunica a quale gestore appartiene quel numero che stiamo chiamando, così da decidere se chiamarlo o no. www.bazarweb.info bazar 11 2004 Arte o architettura? Mostra Arti - Architettura 1900/2000, Palazz o Ducale, Genova Fino al 13 febbraio 2005 La grande mostra, inaugurata il 1° di ottobre 2004, di numerosi esponenti del mondo dell’architettura alla presenza contemporanea, è stata definita da molti, tra cui e dell’arte l’arch. Gae Aulenti, che ne ha curato l’allestimento, come e interessante esposizione nel suo genere, in cui“la più grande arte e architettura”. Il curatore Germano Celant si confrontano , propone un percorso per indagare come si e’ passati dall’ archis avanguardie storiche ai moderni edifici trasformati cultura delle proprie sculture abitabili, come lui le definisce: una in vere e vetrina dove anche la città si trasforma in un’esposizione a installazioni nelle piazze, persino nei cortili deglicielo aperto, con storici palazzi della via Garibaldi, di recente restaurata, a testim rottura dei vecchi schemi e della trasformazione onianza della in atto della città di Genova. L’ evento, curato da Celant che e’ anche il superv isor culturale dell’intera programmazione di Genova 2004, raccog documenta gli sconfinamenti operati dagli artist lie e i nell’ambito dell’architettura e quelli degli architetti che hanno pensato in termini di scultura, vale a dire hanno proget tato e creato edifici con forte valore espressivo e plastico e si a realizzare opere con un’alta componente visualesono impegnati , sconfinando anche nelle ricerche fotografiche e pittoriche. ‘’Un’av ventura architetture di oliva muratore 51 utopica’’ la definisce Celant, che vede artisti e architetti (da Kazimir Malevice’ a Vladmir Tatlin, da Antonio Sant’Elia a Giuseppe Terragni, da Ludwig Mies van der Rohe a Piet Mondrian, da Le Corbusier a Frederick Kiesler, da Constant a Jean Dubuffet, da Frank Gehry a Claes Oldenburg-Coosje van Bruggen) impegnati a disegnare spazi, volumi e percorsi ideali, basati su colori e forme che non provengono dalla funzionalità, ma dalla creatività pura, visiva e plastica, tipica della ricerca visuale, in una comune ipotesi d’intervento sulla città. La mostra è articolata in tre parti: la prima dedicata agli architetti e agli artisti delle Avanguardie storiche, fino agli anni Sessanta compresi (1900-1970); la seconda, che abbraccia più specificatamente il periodo contemporaneo (1970-2000); la terza, volta a realizzare nelle piazze, per le strade e negli atri e cortili di palazzi storici di Genova, strutture effimere a firma di alcuni dei maggiori artisti e architetti del mondo. Ma non sono solo i porticati, gli scaloni, i cortili e i saloni di Palazzo Ducale a ospitare la mostra: altre due sezioni trovano spazio nelle piazze della città, nei cortili dei Palazzi Storici e persino sui muri di Genova. Come il teatro del mondo di Aldo Rossi, ricostruito in piazza Caricamento, o il vagone dipinto d’oro di Hans Hollein in piazza Fontane Marose, oppure il faro, che richiama la Lanterna, che si appoggia su una tartaruga in via Garibaldi o ancora il modello di una casa in Nuova Caledonia, pensata da Renzo Piano e collocata nei giardini di via XII Ottobre. E’ l’intera città di Genova che parla e si mostra intrisa di arte e architettura. Le sculture abitabili La città si trasforma in una mostra a cielo aper Le inst allazioni invadono piazze, cortili, palazzi storici, giardini. E la città diventato. arte. What is Fuori Biennale Memorie costruttive: un libro L’opera di Mario Ridolfi a Terni nel panorama del Novecento (a cura di Maria Piccarreta). Il volume presenta un’indagine approfondita sulla presenza dell’architetto Mario Ridolfi a Terni, finalizzata a impostare un’azione di tutela delle sue architetture nel centro storico della città. E’ il risultato del convegno organizzato a Terni nel maggio 2003, in occasione della fase conclusiva dei provvedimenti di tutela alle architetture che Mario Ridolfi ha realizzato nel centro storico di Terni, durante la ricostruzione post bellica. Fino al 12 novembre 2004 In contemporanea con le Biennali veneziane, una serie di 9 mostre, eventi e avvenimenti ideati e diretti da Cristiano Seganfreddo, 31 anni, curatore di importanti eventi e mostre di arte contemporanea. What is Fuori Biennale è una rete tra città e idee, designer e aziende, artisti e luoghi di produzione, spazi espositivi pubblici e privati, vetrine e luoghi dismessi. Non una semplice mostra ma la volontà di costruire un sistema di produzione del contemporaneo in modo contaminante e trasversale; divenendo così un primo risultato della contaminazione di questi settori con forme, funzioni e materiali del sistema produttivo locale, integrato con energie alternative e spesso nascoste. Sono state scelte, all’interno del programma: PANKDORA - La subcultura della tavola temporanea Bacaro, San Marco Venezia, Info 041296068 In mostra design avanzato applicato al catering; in collaborazione con Daniele Sorrentino e Cristiano Seganfreddo, espongono artisti come Joe Velluto, L. Nichetto, K. Komoda, T. Pozzato, A. Marri, M. Ragni, G. Iachetti, M. Rossi Scola, F. Bortolani, A. Serafini, A. Panto, F. Bertero. CHANGE IS GOOD - Arredo, fashion o architettura Laguna docks - Viale Ancona 14, Mestre (Ve) Interessanti soluzioni trovate da artisti che si mettono a confronto, creando nuovi scenari nel design domestico; sono presenti lavori di Paola Capitani, Pierre Francois Charton, Himanshu Shani, Margarita Navarro; Luca Buttafava, Renato Montagner, Monica Fernande 52 di matteo bianchini piccoli bazar 11 2004 www.bazarweb.info BIMBO IN PANCIA Come ingannare la “dolce” attesa tra siti internet e libri. E quando è nato? Erbe e ricette per un’alimentazione sana www.indolceattesa.com la prima community italiana col pancione! Le aree tematiche di Indolceattesa dedicate alla gravidanza “tappa per tappa” vogliono essere un punto di riferimento in un mare di informazioni in cui spesso ci si sente perduti. Dal momento in cui si cerca di avere un bambino (e purtroppo a volte non ci si riesce) a quando si rimane incinta per la prima volta. Per non parlare del parto (e se non mi accorgo di avere le doglie?), oppure i primi giorni a casa: la scelta del pediatra, le vacanze col bebè, lo svezzamento e le prime pappe, poi la scuola, e così via… In tutte queste situazioni e tante altre, Indolceattesa diventa uno strumento utile. Cui per altro contribuire interattivamente mettendo a disposizione degli altri la propria esperienza: ascoltando e raccontando si potrà trovare le risposte alle domande più insolite e strane, quelle più intime e imbarazzanti, oltre che essere assistiti da esperti sempre a disposizione (medici e avvocati). Non solo, Indolceattesa offre anche un parterre di ultime novità dal mondo della moda, il linguaggio dei fiori, i libri per mamma e bambino, un po’ di relax dagli astri, le potenzialità curative delle piante e dei minerali, e anche passare il tempo inviando cartoline o pubblicando le proprie foto del bebè o di quello che ci pare. Infine fiabe, filastrocche, canzoncine e idee regalo per chi sta aspettando la cicogna saranno utili a tutti gli effetti come le ricette per tutti i palati! Per chi ama navigare on line www.bambinopoli.it – sito ben fatto, colorato e allegro. Nella pagina attesa” ci sono sottorubriche molto interessanti: tu e il tuo bambino, chiamata “dolce la dieta della futura mamma, nausee e disturbi, benessere e ginnastica, esami e cure, viaggi www.quimamme.it – un sito ben organizzato con la divisione dei temiin gravidanza… per macro-aree tematiche: preconcepimento, gravidanza e parto, genitori e neonati, età delle scoperte. Utile il calendario dell’ovulazione. www.gravidanzaonline.it – di taglio medico e dalla grafica seria e lineare. Parla di contraccezione, farmaci, allattamento, indagine diagnostica, esami di laboratorio, infertilità di coppia ed altri temi caldi. www.vitadidonna.it – è il sito di un’associazione che si occupa salute femminile. Ha un’impostazione più medico-scientifica, e della tutela della approfondimento su modificazioni fisiologiche, tutela della maternitàpropone spazi di controllo nutrizione, malattie in gravidanza, segnali d’allarme, igiene, , rapporti sessuali, aspetti psicologici ed altro. www.piccolissimi.it - per neo babbi e neo mamme in vena di shopping alternativo…. Per chi ama sfogliare le pagine Aspetto un fratellino, di Marianne Vilcoq – Babalibri 2004 “Aspetto un fratellino” di Marianne Vilcoq (Babalibri, 11,00) è un libro allegro, colorato e ovviamente illustratissimo. Un dialogo tra la mamma e la piccola primogenita che, inizialmente irritata dalla notizia di dover presto accettare un fratellino , finisce con l’essere felice, persino desiderosa di avere qualcuno con cui giocare. originale perché il dialogo avviene anche con il fratellino, “nascosto” Un’idea davvero nella pancia della mamma, metaforicamente rappresentata dalle pagine piegate. Alzando di ogni pagina appare l’interno del pancione con il nascituro, allegro infatti i lembi delle reazioni della sorellina che l’attende all’esterno. In poche pagineo triste a seconda è illustrato il percorso psicologico che il bambino compie nell’accettazione della novità, linguaggio facile e il supporto delle immagini che, come sempre, regalano con un ai piccoli più emozioni di mille parole. Un genitore come maestro. Come insegnare a vostro figlio senza che se ne accorga (da 0 a 6 anni)”, di Claudia Jones - Ed. Franco Angeli Un libro pieno di idee e consigli pratici per fare del genitore il migliore insegnante per il proprio bimbo. Requisito fondamentale la disponibilità a dedicare tempo e attenzione alla crescita globale del bambino, allo sviluppo armonico della sua personali tà e agli stimoli intellettuali. Divertenti le ultime pagine dedicate a tutte le attività, presentate sottoform a di gioco, per trasmettere l’amore, insegnare a leggere, stimolare la creatività, sviluppar e le abilità fisiche… Un libro che insegna ai genitori come aiutare il bambino a per ciò che è. Infatti una maggiore autostima è la condizione perchésentirsi apprezzato impari più facilmente. In cucina, erbe e ricette cool Per non buttarsi a capo fitto solo su omogeneizzati e pappine pronte… Ricotta e finocchio (da 6 mesi) 50 gr. di ricotta mista 1 finocchio tenero da cuocere 20gr. di grana grattugiato Olio extravergine d’oliva Tagliare il finocchio in spicchi e cuocerlo a vapore, e intanto schiacciare in un recipiente la ricotta con una spatola di legno e unire il grana. Quando il finocchio sarà cotto metterlo nel mixer per frullarlo bene, unire il finocchio frullato alla ricotta ed amalgamare il tutto aggiungendo un filo d’olio. La baby stracciatella (da 10 mesi) 1 tuorlo d’uovo 40 gr. di semolino brodo di vegetale 1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva Parmigiano grattugiato q.b. Preparare un brodo vegetale e farlo raffreddare a temperatura ambiente. Quando il brodo sarà freddo unire il semolino mescolando bene con un cucchiaio di legno. Mettere il pentolino sul fuoco e portare ad ebollizione, continuando a mescolare. Fare cuocere per circa 8 minuti. Aggiungere il tuorlo d’uovo e continuare a mescolare per un paio di minuti circa, a questo punto togliere dal fuoco, aggiungere l’olio ed il parmigiano grattugiato. Erbe che fanno bene. L’avena Pianta dalle origini antiche, molto usata in Cina e in Egitto. Giunse in Italia durante l’Impero Romano. All’avena si riconoscono numerose proprietà benefiche per la salute: è un antisettico, un integratore di sali minerali, un antinfiammatorio e un antidepressivo post-partum. -Per i bambini e le mamme che allattano sono straordinari i benefici tratti dal pane con farina d’avena e dalle zuppe a base d’avena. IN CUCINA bazar 11 2004 www.bazarweb.info kendo sport di valerio cammarano 53 scherma in japan style Stecche di bambù e guaine di pelle. Con una spada così i samurai imparavano le tecniche di combattimento. Poi arrivarono gli americani. E allora qualcosa cambiò… La scherma, per noi italiani, è quella disciplina in cui due atleti vestiti da astronauti si affrontano con spada, sciabola o fioretto e si affidano all’elettricità (e agli arbitri) per decidere chi ha segnato il punto. Purtroppo, la maggior parte dei praticanti e degli appassionati ignora la plurisecolare storia di una disciplina che affonda le sue radici addirittura nell’età del rame. L’agonismo ha finito per prevalere su tutto il resto, a partire dagli aspetti culturali di uno sport che solo in epoca relativamente recente è nato dalle ceneri del duello d’onore (a tale proposito, ci permettiamo di consigliare la lettura, de “L’arte della Spada”, brillante saggio dell’inglese Richard Cohen edito da Sperling&Kupfer). Ma se noi italiani – e più in generale noi occidentali – siamo maestri nel seppellire il passato in nome della modernità, ci sono popoli come quello giapponese che si sono proiettati nel futuro con i piedi ben ancorati nella tradizione. Un assunto a suffragio del quale si potrebbero portare innumerevoli esempi. Ma, visto che in questa rubrica si parla di sport (e in questa particolare occasione di scherma), limitiamoci al kendo. È una parola composta che significa “la via (do) della spada (ken)”. E indica una disciplina sportiva che trae origine dalle tecniche che venivano insegnate ai samurai. Per consentire ai bushi (guerrieri) di addestrarsi al combattimento fu inventata un’arma di legno, lo shinai, composta di stecche di bambù assemblate da guaine di pelle e da una cordicella. Con la sconfitta nella battaglia di Satsuma del 1877 (quella splendidamente ricostruita nel film “L’Ultimo Samurai” con Tom Cruise e il fantastico attore giapponese Ken Watanabe), la casta dei bushi conobbe un rapidissimo declino e con essa l’arte del kendo. Che ritrovò però slancio nel nuovo secolo, non già come pratica sportiva – concetto all’epoca estraneo alla cultura giapponese – ma come strumento per inculcare nel popolo i valori della tradizione nel momento in cui il paese del Sol Levante usciva da un secolare isolamento e si affacciava con prepotenza alla modernità. Fu solo dopo il secondo conflitto mondiale che “la via della spada” si trasformò in disciplina agonistica. Il motivo è semplice: per gli occupanti americani, scottati dal nazionalismo nipponico nel periodo bellico, tutto ciò che odorava di tradizione era sospetto. Perciò, per salvare il kendo, i giapponesi lo “mascherarono” da sport. L’inganno riuscì talmente bene che questa antica arte marziale (bujutsu), pur mantenendo un solido legame con il passato, divenne veramente uno sport. E come tale si è diffuso nel mondo, anche se i giapponesi (insieme con i coreani) rimangono gli indiscussi maestri. In Europa viene praticato in una trentina di nazioni. In Italia gli iscritti non sono molti (poco più di mille), ma le sale dove si possono apprendere – senza alcun pericolo per la propria incolumità fisica – le tecniche tramandate dai samurai sono 130 (l’elenco è sul sito della Confederazione Italiana Kendo, www.kendo-cik.it). I prossimi appuntamenti del Kendo 30 OTTOBRE Firenze – 6° Seminario di Kendo condotto da Ishiyama Mutsumori (www.kenshinkan.it) 13 NOVEMBRE Firenze – 1° Seminario di Jodo in collaborazione con il Comitato Federale Sviluppo Jodo 27 NOVEMBRE Gorle (Bg) – Stage di Kendo per Over Quarto DAN CIK diretto dalla Commissione Tecnica Federale 28 NOVEMBRE Gorle (Bg) – XX° Trofeo Aurora (ex Winterthur) – Memorial Chiarolini TIRA LA FUNE In questa rubrica abbiamo spesso preso in considerazione discipline che molti considerano indegne di essere chiamate sport. Ma non ci stancheremo di ripetere che ogni attività agonistica, anche il tiro del ferro di cavallo, ha una sua dignità. Anche perché, dal punto di vista pratico, correre dietro a un pallone non ha molto più senso che fare il tiro alla fune. Ed è proprio del tiro alla fune che vogliamo parlare. È una disciplina dalla lunga storia (su una tomba egizia risalente al 2500 a.C. se ne trova una raffigurazione), che nell’antichità veniva spesso praticata nel corso di funzioni religiose. Gare di tiro alla fune erano previste a Olimpia, cosa di cui Pierre De Coubertin e soci si ricordarono al momento di far rinascere le Olimpiadi: dal 1896 al 1920 tali competizioni erano nel programma dei giochi. Come sport organizzato, il tiro alla fune nasce – more solito – alla fine del 1800 in Inghilterra. Oggi, oltre che in Irlanda e Gran Bretagna, è molto popolare anche nei paesi scandinavi (a livello femminile la dominatrice assoluta è la Svezia), in Olanda e in Svizzera. L’Italia non è tra la nazioni più forti, ma si difende bene, dal momento che agli ultimi Mondiali Indoor di Glasgow si è piazzata tra la nona e la dodicesima posizione nelle varie categorie. Sì, perché il tiro alla fune, come il pugilato, è diviso per categorie di peso. Le squadre, composte di otto tiratori, si dividono in otto categorie: dagli ultra peso piuma (fino a 480 chili) ai pesi massimi (fino a 720 chili) per terminare con le gare a peso libero, cioè senza limite di chili. Le regole sono di una semplicità disarmante: due squadre si affrontano tirando ognuna dalla propria parte di campo una corda lunga almeno 33,5 metri e segnata da una marcatura. In linea generale, si può dire che vince una tirata la squadra che riesce a tirare la corda alla distanza richiesta come indicato dalle marcature. Chi volesse cimentarsi con questo sport, magari per tornare ai tempi in cui lo praticava a scuola, può rivolgersi a una delle circa 26 società esistenti in Italia. L’elenco completo è sul sito della Federazione Italiana Sport Tiro alla Fune (http://web.tiscali.it/tirofune). 54 di angelita peyretti sciocchina bazar 11 2004 www.bazarweb.info “i vicini” disegno di marco begani Dove andremo a finire? L’acqua sul comodino, la macchina in garage. E’ un dilagante impigrimento quello che ci sta contagiando o cosa? Muoviamo il culo piuttosto, e pensiamo a tutte le nefandezze che facciamo… Quando il signor Dorapiede, ciabattino, intorno al 1512 a.C., si accorse che se la notte gli veniva sete, per poter bere doveva alzarsi, prendere una brocca, andare al pozzo fuori nel freddo, riempirla per poi versarsene un bicchiere e finalmente ritornare a dormire, da buon pigrone che era fece una gran pensata, una pensatona, di quelle che poi i posteri ringraziano: brocca di fianco al letto. Noi oggi non ci facciamo caso, ma allora Dorapiede cambiò le nostre vite, sì perché non finì lì. Una mattina infatti il figlioletto si avvicinò alla camera in cui dormivano i genitori, e dalla porta accostata poté finalmente capire dov’era andata a finire la brocca che tante notti aveva cercato in cucina per andare a riempirla al pozzo, colto dalla stessa sete notturna che in casa affliggeva un po’ tutti. Fu così che cominciò a fare il diavolo a quattro per ottenere anche lui la sua brocca privata, “No” gli diceva il padre, “quando avrai quattordici anni potrai permettertela!” Ma il ragazzo tanto fece che alla fine il buon padre si risolse a recarsi dal broccaro per far fabbricare una nuova brocca. Nella famiglia Dorapiede ora le brocche erano due, una buona quantità. Ma fu proprio questo a creare nuovi problemi: adesso che c’erano due brocche, ciascuno, padre e figlio, pensava che la mattina sarebbe stato l’altro a riporre la sua brocca in cucina, e si teneva la propria stretto stretto accanto al giaciglio. Fu così che la figlioletta, ragazzina sveglia a cui non sfuggiva nulla, notando l’assenza della brocca dalla cucina, capì tutto l’inghippo, e a forza di ricattini morali convinse il padre a comprarne una per lei. “Accidenti!” commentò il broccaro, “Un’altra brocca, ma come fanno a romperle così in fretta? Pensare che io la mia ce l’ho da trent’anni!” A casa Dorapiede però le cose non erano ancora sistemate: il nonno volle anche lui la sua brocca, e la moglie di Dorapiede era stufa di litigare con tutti perché almeno uno di loro la restituisse alla cucina la mattina, e così furono ordinate al broccaro altre due brocche. Allora il broccaro volle vederci chiaro, e si presentò a casa Dorapiede. Non gli ci volle molto a capire che cosa stava accadendo. Rimase allibito, e tutti quelli che lo videro passare mentre tornava a casa quel giorno lo ascoltarono rimuginare tra sé queste parole: “Brocca in camera, ma dove andremo a finire!?” Ecco, credo di avere capito, forse mettersi in camera una bottiglia d’acqua per la notte per noi è un gesto innocente, ma in realtà ha un po’ lo stesso significato che avere quattro auto in famiglia… Forse c’ha ragione il broccaro, dove andremo a finire? La Marta, che è sempre avanti, si è comprata una di quelle bici fatte con le lattine riciclate, Ricicletta, lei sì che ha senso civico. Quando se l’è portata a casa per paura di rovinarla se l’è fatta imballare in tanto di quel cellofan che se lo riciclavano ci facevano un dirigibile. Non è ancora riuscita a tirarla fuori. E io? Che faccio io per trattenere questa frana ecologica? Per oppormi al dilagante imbonimento e impigrimento che prima o poi ci si rivolterà contro? Nulla! Ecco la verità! D’ora in poi niente bottiglia sul comodino, ci si alza d’ora in poi, mia cara! Certo la Marta c’ha dalla sua quel fidanzato tanto progressista, sempre informato sui metodi più trendy, animalista, che produce pellicce ecologiche, tanto onesto che non ce n’è uno solo a lavorare per lui in nero, hanno tutti firmato un contratto, l’ho visto coi miei occhi, c’era una penale di due mensilità se lasciavi il lavoro… “Ma allora anche lui gli pagherà una penale se li manda via…” le ho chiesto. Ma la Marta mi ha sorriso, mi ha detto: “Ma no sciocchina! Non può mica rovinarsi!” In effetti… lui gli dà già il lavoro, se poi quegli ingrati se ne vanno… succede anche questo! La Marta riesce sempre a farmi vedere le cose in una prospettiva inedita. Sono tanto avanti quei due, chissà da quanto tempo si erano accorti di avere troppe brocche in casa… beh, c’è da dire che in una casa grande come la loro si rischia di perderle d’occhio le brocche, e poi è diverso, avendo una fontana in casa forse per loro sono ammesse anche un paio di brocche! Certo la storia delle tre macchine me la devono spiegare, loro sono in due, chi la guida la terza mentre sono fuori? E il motorino? Forse lo caricano su una delle macchine. Non posso credere che fin’ora ho vissuto senza accorgermi di tutte le nefandezze che facciamo quotidianamente. Mentre intorno a me c’era chi lottava, dov’ero io? Non li ascoltavo quando parlavano di Ricicletta, ma adesso sono dei loro, adesso mangerò soltanto soia e risparmierò le zanzare, povere bestie, dovranno pur vivere, mi farò pungere, tanto la Marta mi ha detto che nella sua erboristeria fanno certe creme calmanti… Credo di avere capito qual è il mio compito in questo mondo, predicherò, andrò per le strade, accederò ai luoghi di potere, per dire a tutti la verità: signori, basta con questi sprechi, con queste comodità che ci logorano dentro e creano fame e povertà nel mondo. Dovessi andare di casa in casa, bisogna mettere la parola fine alla comodità della brocca in camera, muovete i culi, la cucina è lì, piuttosto andateci in motorino! www.bazarweb.info bazar 11 2004 corsi di valeria cecilia 55 Parole ed energie Diventare artigiani della televisione, arare i ritmi hip hop, cimentarsi nella cromoterapia per guarire con l’energia.imp Con i corsi giusti si può persino recuperare una crisi di coppia… E stavolta senza parole! Comunicazione di coppia, se la coppia è in crisi, forse una soluzione c’è.. Il rapporto di coppia è in fase di stress? Ci si sente delusi e frustrati? Prima di disperarsi, si può ancora tentare una via: quella della comunicazione non verbale, che va al di là delle parole. Per questo arriva un corso ad hoc, promosso dall’Istituto di Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica che unisce studi sociologici, psicologici, di linguistica e di ipnosi. I corsi hanno sede in tutte le principali città italiane. Quota di partecipazione: Euro 100 + IVA Per informazioni Numero Verde 800 33 33 77 http://www.cidcnv.org/pagine/formazione/seminari/ seminario_coppia.asp EXPLOSION, stage internazionale di danza hip pop Scrivere una fiction tv, per conquistare un pubblico difficile, a suon di parole Sceneggiato, soap opera, situation comedy. La fiction tv è un genere televisivo in cui il lavoro dello scrittore/sceneggiatore è particolarmente importante. Perché la scrittura per la tv ha un pubblico molto difficile da conquistare, dato che i tele spettatori sono “persone volubili”, cambiano secondo l’orario di messa in onda e seconda la linea editoriale dell’emittente. Questo è il primo monito che lancia Linda Brunetta, docente del corso di scrittura per fiction presso la Scuola Omero di Roma, conduttrice tv, sceneggiatrice e giornalista. Il secondo avvertimento che si legge sulla prefazione al suo corso è che chi scrive per tv non deve mai partire da una pura passione per lo scrivere, perché “la scrittura televisiva è un mestiere, divertente, affascinante, faticoso, gratificante, ma essenzialmente un mestiere artigianale. Consiglio quindi questo corso soprattutto a coloro che aspirano a diventare artigiani della televisione”. Il corso si divide in tre cicli. Nel primo si lavora come buoni osservatori, analizzando il palinsesto di una rete nazionale per individuare le varie forme di scrittura televisiva, con particolare attenzione al genere fiction (sceneggiato, soap opera, situation comedy, ecc.). Il secondo ciclo è fondato sull’ideazione, scrittura e aspetti produttivi di una situation comedy. Nella terza parte i partecipanti si cimentano nella scrittura di un copione. Per informazioni www.omero.it/home.htm via Tirso 90, tel 065809990 - 349.4695283 Si tiene a Ravenna la seconda edizione dell’evento dance più atteso. Per chi non resiste a scatenare il corpo ai ritmi dell’hip pop appuntamento dell’anno: EXPLOSION, lo stage internasi avvicina il grande zionale di danza, che si svolge il 3 e 4 dicembre al Centro Studi “La Torre”. Due giornate di lezioni guidate dai migliori docenti italiani e interna che metteranno il loro talento e la loro esperienza al zionali del settore servizio degli allievi partecipanti allo stage. Lo stage è rivolto non solo a profess settore, ma a tutti gli appassionati che già abbiamo matura ionisti del esperienza in scuole o palestre che lavorino sulla danza, to una qualche ultimi due anni ha conosciuto un periodo di particolare settore che negli Il costo d’iscrizione varia a seconda dei giorni frequen fortuna e crescita. tati, se si sceglie la formula “open” o i pacchetti di lezioni. Per informazioni Studi “La Torre” – IDA, via P. Costa 2, 48100 Ravenna. Tel. 054434124 www.cslatorre.it - www.idadance.com/attivita/attivita.h tml Cristalloterapia a Palermo, Usare i cristalli per guarire gli altri I cristalli vibrano di energia. Vanno solo scoperti e compresi nella moltitudine di risorse che contengono. Un corso di cristalloterapia itinerante, diviso in tre livelli, prossimamente fa tappa a Palermo (20 - 21 novembre). Il corso propone la conoscenza scientifica e di contatto con le forme di energia che provengono dai cristalli e che possono costituire un supporto di crescita interiore. Nella terza fase del corso si intraprende il viaggio dell’anima, di grande interesse per chi attraverso l’esperienza diretta, vuole imparare a comunicare a livello terapeutico con le pietre e cristalli, utilizzandoli come trattamenti sulle altre persone. Docente è Ish Gisella Cannarsa, che ha seguito un percorso di esperienze varie come lo Yoga, il Tai Chi Chuan, il Pranic Healing, il PEM. Ha frequentato alcune scuole di cristalloterapia, tra cui l’International College of Crystal Healing, e ha concluso il percorso di formazione con la Crystal Academy, di Katrina Raphaell, di Kauai, autrice della famosissima trilogia di libri, letti in tutto il mondo. Pubblicista per il web, conduce un notiziario mensile, in forma di newsletter, dedicato alla cristalloterapia, e alcune mailing list, (http://it.groups.yahoo.com/group/ comunicazione_cristallina) Per informazioni Ish Gisella Cannarsa, [email protected] 347.4215722 http://www.floriterapia.com/cristalloterapia.htm 56 di GIULIANO CANGIANO fenomeni bazar 11 2004 www.bazarweb.info Antiproibizionismi, scatti e rinascite Quando il proibire è anche un non capire quello che c’è dietro le cose. Ma per fortuna ci pensano i ragazzi dei centri sociali. e vino e la terra è Si ingrigiscono i cieli. Cumuli e nembi si preparano ad accompagnarci per il resto dell’anno, si pasteggia a castagne pronta a regalare alcune delle sue meraviglie di stagione. come tradizione vuole da E i ragazzi del Forte Prenestino di Roma aspettano con ansia la fatidica data del 13 novembre per celebrare, quasi un lustro a questa parte, l’ormai fantomatica Festa del Raccolto. di rassicurazioni e Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando e magari è convinto di aver sbagliato rubrica, qui di seguito un po’ e completa delucidazioni. La festa del raccolto è uno dei baluardi dell’antiPro, un modo folcloristico per sostenere la liberalizzazion della Cannabis (o attraverso una progressiva depenalizzazione della coltivazione e dell’uso (sul quale è doveroso aprire una parentesi) necessariamente riferimento Marijuana). Apriamo appunto la parentesi promessa sottolineando che quando si parla di marijuana non si fa monopolio della sostanza al suo uso “stupefacente”, bensì a quello officinale o tessile e nel contempo si sottintende una realtà di tragico e privo di alcuna etica. da parte di organizzazioni criminali, su piano mondiale, che ne gestiscono un mercato sconsiderato, incontrollabile così la curiosità La festa del raccolto (che quest’anno il Forte Prenestino pubblicizza senza rendere noto però il programma, accrescendo criptonite - al di aficionados e non) è uno spunto per riproporre l’opportunità dell’autoproduzione come unica alternativa - validissima narcotraffico. approfondire. A prescindere da preconcetti e opinionismi in merito, lanciamo questo input come esperienza da provare o quantomeno qualche anno fa. Qui http://www.forteprenestino.net/comunica/raccolto20003.htm il manifesto programmatico dell’evento di Forte Prenestino, via Federico Delpino 189 zona Centocelle - Roma C.S.O.A. Forte Prenestino www.forteprenestino.net Link: al 15 novembre) Restando in terra romana ci spostiamo al C. S. Brancaleone che ospita ancora per un paio di settimane (fino un racconto in bianco l’affascinante reportage fotografico di Paolo Cardinali dal titolo essenziale Yemen. L’expo si presenta come fierezza yemenita e nero dei personaggi di questa terra austera e misteriosa. Coi suoi scatti l’artista “scavalca lo stereotipo dell’aspra le donne, […] il sorriso e ci permette di conoscere […] uomini apparentemente dall’aspetto bellicoso, le diverse anime che vivono tra “insabbiato” di dolci e irriverenti bambini.” opere. Visitando infatti il Come si evince scavando un po’ nel web, Cardinali non è nuovo al tipo d’approccio “reportagistico” nelle sue già ammirare delle sito del circolo fotografico Zone d’ombra (all’interno del quale è navigabile una sua galleria personale) si possono splendide incursioni su pellicola in India e in Marocco. convinti che spesso “le freak Consigliamo inoltre una bella “surfata” anche sul sito ufficiale del Brancaleone laddove non siate abbastanza c’est chic” esiste davvero. Brancaleone, via Levanna, 11 - Montesacro - Roma C.S. Brancaleone www.brancaleone.it Links: Circolo Fotografico Zone d’ombra www.zonedombra.it tentativi di sgombero Avevamo parlato, il mese scorso, della situazione particolare che vive e ha vissuto il Leoncavallo di Milano, tra e lo fanno, in e, non ultimo, il sabotaggio del sito web. Per nulla battuti i ragazzi del centro hanno voglia di rimettersi in discussione che si pone occasione dell’entrata nel trentesimo anno d’attività, col progetto “La città che verrà”, un interessantissimo laboratorio“È anche storia come l’obiettivo di ricostruire la storia di Milano, in una sorta di vista d’insieme sulla metropoli e sulle sue metamorfosi. custoditi solo nella di movimenti di lotta e di ribellione di lavoratori, studenti, donne, della cultura. È una storia fatta di frammenti: alcuni o richiamati nei testi letterari memoria; altri fissati nelle immagini dei fotografi, dei registi, da pochi anni dei mediattivisti; altri ancora descritti o giornalistici”. audiovisivi, stampati…) Questo laboratorio/retrospettiva si compone di una serie di sezioni tematiche (raccolte di materiale fotografico, dei conflitti e delle lotte gravitanti attorno a una mostra fotografica permanente che ripercorre cronologicamente gli episodi più rilevanti del sapere (scuola, a Milano dal 1968 a oggi. Tra le più interessanti Il leone a cavallo (il conflitto per/nello spazio pubblico), I conflitti università e formazione), Una questione di genere (le donne, la città, i movimenti)… Il tutto si è inaugurato il 30 ottobre, con un concerto dei fenomenali Elio e le storie tese. Leoncavallo, via Watteau, 7 - Milano C.S. Leoncavallo www.leoncavallo.org Link: E per finire un po’ di buona musica. Ci spostiamo di poco, allo Spazio Pubblico di CominicAzione Eterotopia di San Giuliano Milanese per la Rassegna di Trii Jazz che avrà luogo ogni ultimo venerdì del mese (giorno 26 per il mese di novembre) fino a Giugno 2005 e che vedrà esibirsi per la data novembrina l’Interplay Trio di Stefano Scopece, noto per le sue rivisitazioni, attraverso originalissimi arrangiamenti, di pezzi storici del genere. Eterotopia, via Risorgimento, 21 – San Giuliano Milanese Eterotopia www.ecn.org/eterotopia Link: www.bazarweb.info bazar 11 2004 net di valeria cecilia 57 mash up Diventare un bastard popper, ovvero il musicista del controllo di ogm nei supermercati. Spaziare tra gioc futuro, oppure ispettore di hi d’illusionismo e perdersi nel mercatino delle più curiose diavolerie. Succede sul web. Ricordibastardi.info lancia il primo album di music a ricombinata, da scaricare dal web. Il futuro della musica non è nuova musica (ce n’è troppa), ma tutta la musica esistente miscelata diritto di autore. Una convincente interpretazioneinsieme. Libera dal di “Yesterday” dei Beatles viene fuori dalla sovrapposizione di 27 cover diverse, mentre Lucio Battisti canta “Mi ritorni in mente” e altri brani sulla musica di “Don’t Tell Me” di Madonna, e la voce di Patty Pravo del 1968 irrompe nei dischi dei Nirvana. Ma cos’è, de “La bambola” un incubo sonoro? No. È un disco scaricabile da Internet e, a detta dei loro curatori (www.ricordibastardi.info), questa miscela di suoni potrebbe essere l’unico futuro possibile della musica. Secondo il manifesto di “Ricordi Bastardi” infatti digressioni, alterazioni che si possono produr tutte le trasgressioni, re nella musica, anche quelle più tetre di Marilin Manson, trovano orama nel mercato, in casa di qualche brand pronto a i una comoda poltrona ogni spirito ed etica trasgressiva dei modelli inglobare e fagocitare) diffusi. Per farli propri, rivenderli e guadagnarci. Quindi, secondo ricord ibastardi.info, l’unico modo di produrre musica libera dalle strozzature delle logiche del mercato, non è dare vita a una produzione nuova e alternativa”, bensì riciclare, recuperaremusicale “ancora più musicale esistente (troppo!) liberandolo anche e ridurre il materiale da ogni limitazione all’uso collettivo provocata dal diritto d’autore. La produzione musicale (come quella dei libri) è ormai ci sarà anche più povertà e non ci si potrà più permesatura, nel futuro tanto materiale. La creatività quindi ritrova spazio ttere di produrre nella ricombinazione libera degli ingredienti esistenti. Per questo il musicista del futuro, il “bastard popper”, con tutta disinvoltura infila nella stessa sala di incisione Adriano Celentano con la band dark “The Cure”. Lo scopo finale di queste operazioni di “mash up” è quello di creare prodotti musicali plagiando gli originali, non per migliorarli, ma per sostituirli, si legge sul sito del progetto. Per chi fosse interessato ad assaporare questi esperimenti, o a praticarli, sul sito www.ricordibastardi ci sono tanti mp3 da scaricare e tutte le istruzioni per diventare un vero bastard popper. Greenpeace, tutto sugli ogm Terrore ogm nel piatto? Greenpeace corre ai ripari. Sul sito dell’organizzazione ambientalista ci sono tutte le informazioni per difendersi da ospiti non graditi che possiamo trovare nella nostra busta della spesa. Non mancano le sorprese, anche buone, dato che da quando in Italia è stato introdotto l’obbligo di certificazione dell’uso di sostanze ogm negli alimenti, sembra che nessuna azienda di casa nostra produca cibi utilizzando organismi geneticamente modificati. Ma il livello di guardia rimane alto, soprattutto perché la legge non contempla il controllo dell’uso di queste sostanze nei mangimi degli animali. Sul sito oltre a tutte le istruzioni per riconoscere cibi ogm ci sono anche le istruzioni per diventare un ispettore all’interno dei supermercati. http://ogm.greenpeace.it Quando il web regala illusioni Un quadrato che è anche un rettangolo, un anello di moebius impossibile, una figura tridimensionale che è solo un’impressione. Gli artisti dell’illusione ottica sono tanti, si parte da grande nomi quali Salvador Dalì fino a galleristi e illustratori di ogni tipo. Sul sito www.illuweb.it ci sono molte gallerie in cui infilarsi, per divertirsi e sgranare gli occhi cercando di distinguere la realtà dall’illusione. E a volte non è facile. www.illuweb.it/ Gli oggetti più strani del mondo.. Oggetti per il confort degli animali, per la casa, per lo sport. Astuzie per il relax, per il lavoro, trovate geniali per la cucina. Su dmail.it si può comprare, a prezzi da mercatino, un po’ di tutto, basta che sia strano. Qualche esempio? Per non dimenticare mai le carte di credito in giro, arriva un nuovo porta carte con vibrazione. Oppure, si può usare un coprivolante che, grazie alla sua particolare struttura, esercita un gentile massaggio alle mani, stimolando le zone dei meridiani. Per chi sta a dieta può essere utile il maialino da tenere in frigorifero che, ogni volta che stiamo per infrangere la dieta, inizia a fare versi strani. Per il gatto più pigro arriva un’amaca felina, che si aggancia al termosifone. Per chi non ha limiti alla fantasia ed è sempre alla ricerca dell’oggetto salva vita, vale la pena visitare costantemente questo sito, punto di incontro tra le più incredibili cineserie e le anticipazioni del design. http://www.dmail.it/ elenco.php?scat=109 58 di guido dolara noi bazar 11 2004 www.bazarweb.info Il fascino del viaggio lento e ritmato, con gli occhi sognanti al finestrino, è rimasto invariato. Anche se ora la velocità sfiora anche i 300 chilometri orari. Viaggio lungo le rotte ferroviarie più cool d’Europa. Trainspotting Romantici e fondamentalmente conservatori, noi europei amiamo viaggio in treno. Il treno permette di guardare dal finestrino sognand il o, di vedere il paesaggio che cambia e la provincia che separa le grandi città. Il treno, rispetto all’aereo, porta dritti in centro città, senza doversi preoccup di attese, controlli di sicurezza e fastidiosi collegamenti con gli aeroport are Grazie agli enormi investimenti nei collegamenti ad alta velocità i. tra le metropoli Europee, il treno in Europa è persino veloce come l’aereo. Il treno Eurostar collega Londra con Parigi in poco più di due ore. L’aereo impiega mezz’ora, ma tra collegamenti e attese raramente si riesce a raggiungere il centro di Parigi in meno di 3 ore e mezzo. Il treno veloce per eccellenza è il TGV francese, il cui tratto più veloce è a nord, vicino a Lille, dove mantiene una velocità media di circa chilometri orari. Ancora a partecipazione francese è il Thalys, treno 260 che collega Bruxelles a Parigi, Amsterdam, e Colonia, percorrendo la regione più popolosa e ricca del continente. Il viaggio tra Bruxelles e Parigi dura solo una ora e 25 minuti. Capita che durante il viaggio il capotreno annunci fieramen te ai passeggeri che si è raggiunta la velocità di 300 chilometri orari. In Germania la linea ad alta velocità dell’Inter-City Express, tra Francoforte e Colonia, percorre la tratta in soli 76 minuti. Grazie al collegamento con il Thalys, si può viaggiare dalla sede della Commis sione Europea, a Bruxelles, a quella della Banca Centrale Europea, a Francofo rte, in meno di quattro ore. Anche l’Europa meridionale ha i suoi treni veloci, oltre all’ Eurostar italiano, gli spagnoli hanno costruito l’Ave, abbreviazione per “Alta Velocidad”, che significa anche “uccello”. La tratta tra Madrid e Siviglia si percorreparola in poco più di due ore. I treni ad alta velocità sono diventati un brand alla moda. Aerodin affusolati, sono variopinti e sembrano razzi piuttosto che vagoni. amici e successo però non è privo di polemiche, per il costo della costruzioIl loro tratte ferroviarie, per l’impatto ambientale e per il rischio di isolamen ne delle to delle piccole città che non giustificano la costruzione di treni veloci. In Inghilterr per esempio, per anni il treno Eurostar per Parigi e Bruxelles ha viaggiato a, su vecchi binari vittoriani a velocità bassa, e solo adesso si sta costruen velocità. Il treno passa per la bellissima campagna del Kent, dove i do l’alta proprietari terrieri si sono sempre opposti alla nuova tratta ferroviaria. Stazioni in partenza La stazione ferroviaria è una delle forme più caratteristiche dello urbano europeo, come la chiesa, l’ufficio postale e il municipio. spazio partenza e di arrivo, è in molti casi anche luogo di traffici, incontri e Porto di molte città è uno spazio malfamato e malavitoso. Anzi, in tante cittàfughe. In e cittadine ricche dell’occidente europeo, la stazione è spesso l’ unico luogo malfama In Inghilterra, la stazione londinese di King’s Cross è considerata sinonimoto. di prostituzione e spaccio. Nella Repubblica Ceca, andare alla stazione nádraží) in gergo giovanile è sinonimo di andare a prostituirsi. In Belgio,(na androni scuri della Gare du Midi sono a detta di tutti la peggiore porta gli di ingresso di Bruxelles. La cattiva reputazione delle stazioni è spesso una vera opportunità persa. Molti degli edifici delle stazioni sono spaziosi, eleganti e testimoni del per le opere pubbliche dell’ 800 e ’900. Da vedere sono la splendid gusto a stazione decó di Eliel Saarinen a Helsinki, o lo stile vittoriano neogotic o della stazione di St Pancras a Londra (futura stazione di arrivo del treno Eurostar da Parigi, nonché sito di numerosi video musicali, non ultime le Spice Girls). Negli ultimi anni, grazie anche al nuovo lustro dato al viaggio in dalle linee ad alta velocità, alcune stazioni acquistano un nuovo treno lustro di modernità. Visto che sono usate da uomini d’affari, stelle del cinema e politici per girare l’ Europa, le stazioni si adeguano allo stile dei loro Per esempio l’azienda italiana GrandiStazioni, nota per la rigeneraz utenti. ione della stazione di Roma Termini, è impegnata in Europa orientale. Tra le stazioni che stanno rigenerando c’è la Stazione Centrale di Praga, snodo al centro dell’Europa sulla linea Berlino-Vienna, bellissimo edificio in stile floreale alle porte del centro che era diventato luogo malfamato di prostituzione minorile. VIVA L’ORIENTE EXPRESS! Viaggiare in treno non deve necessariamente essere una esperienza futuribile tipo Quinto Elemento. Per i nostalgici di Agatha Christie e di Marlene Dietrich sullo Shanghai Express, il mitico treno Orient Express è ancora funzionante. Attivo principalmente sulla tratta Londra-Parigi-Venezia, arriva a volte anche a Bucarest e Istanbul. Vagoni letto come salotti, ristorante francese e piano bar mantengono lo stile dei tempi andati. I prezzi sono alti, ma l’ esperienza sicuramente unica (www.orient-express.com). www.bazarweb.info bazar 11 2004 loro di franco andreucci 59 Ridere a voce alta, bere a bocca piena Da dove deriva la cattiva educazione americana? Forse dalla mancata esperienza del Medio Evo. E forse dal fatto che la domenica non vanno mai a trovare i nonni… Le persone come me (intendo dire della mia età e delle mie origini sociali: sessant’anni, piccola borghesia, centro Italia) considerano americani abbastanza maleducati. Il loro rapporto con le buone maniere gli e il loro modo di gestire il corpo sembra profondamente diverso da quello che abbiamo imparato dai nostri genitori. Mangiando, molti america ni si succhiano le dita fino alla terza falange (guardate Christopher Walken nel recente film Men on fire) dopo di che toccano usano spesso, parlando, un tono di voce molto elevato; ridono rumoro perfino oggetti comuni sulla tavola (la brocca dell’acqua, ecc.); samente, con sonorità inconcepibili e fastidiose, specialmente locali pubblici o in riunioni sociali; bevono spesso a bocca piena, per ammorbidire o diluire schifosamente col caffè o con la birra il nei masticare. Tengono spesso lo stuzzicadenti fra le labbra, mentre quelli cibo da infine, è un modo tradizionalmente americano di esprimere camera che masticano il tabacco sputano continuamente. La pacca sulle spalle, tismo, paternalismo o approvazione di comportamenti, mentre da noi la possibilità di toccare il corpo altrui era tradizionalmente condizionata a particolari rapporti di familiarità o, addirittura, di intimità. Naturalmente, non tutta l’America è maleducata (peggio il West che la middle class), né a tutti l’America sembra maleducata: i piùdell’East, peggio gli ambienti rurali di quelli urbani, peggio i blue collars maniere, che infatti sono una prerogativa degli anziani. Per di più, giovani, da noi, hanno di certo un rapporto più disinibito con le buone fossero più rilassati nell’America della Grande depressione che ai i codici dei comportamenti sociali cambiano, ed è probabile che essi primi del ‘900. Ma, se anche solo una parte delle mie sensazioni fosse giusta (e probabi lmente lo è) ci sarebbe da domandarsi perché gli americani infliggano tante ferite ai canoni della buona educazione. E allora, cerchiamo le risposte. In primo luogo le regole delle buone maniere (ci ha insegnato Norber dalla cultura nobiliare che si sviluppa attorno ad esse fino alla Rivoluzt Elias) vengono per lo più dalla tradizione medioevale delle corti e avevano un modello: i comportamenti dei ceti superiori, l’educazione ione francese e che si chiama, infatti, tradizione cortese. I nostri genitori dalla tradizione aristocratica. Da un certo punto di vista, la cattiva borghese fatta di toni moderati, di regole che in gran parte derivavano evo, dell’aristocrazia, e dunque con modelli sociali diversi da quellieducazione americana ha a che fare con la mancata esperienza del Medio In secondo luogo, le buone maniere si consolidano nelle tradizioni, europei. e le nostre reti di parentela, le nostre famiglie, godono di una stabilità una continuità territoriale assai maggiori che in America, e sono dunque e più efficienti nel tramandare codici di comportamento. In Americ si nasce ad Atlanta, si studia a New York, ci si stabilisce in Californ a, ia: per molti america ni adulti, i nonni e i genitori sono spesso soltanto parenti che si visitano raramente. E’ quindi più facile dimenticare o trascura re la raccomandazione del nonno di non fare rutti rumorosi dopo aver bevuto la Coca-cola. Ma – e questa è ancora un’altra ragione – spesso il nonno non si sogna neppure di dare simili suggerimenti: povero, emigrato di recente aree periferiche del mondo, prive anch’esse, nella maggior parte dei casi, di una cultura cortese, il nonno, e cioè una parte della tradizio da familiare, non conosce le regole delle buone maniere. ne Infine, c’è forse da aggiungere che il West e la frontiera (e cioè i cow finito con l’esercitare sul resto dell’America un fascino che ha portatoboys, gli emigranti in cerca di fortuna, i farmers senza radici) hanno un certo primitivo machismo. Lo stesso si può dire della vittoria degli con sé anche il gusto per le maniere spicce, per una certa brutalità, per yankees sui confederati nella Guerra civile. E’ vero, anche l’America ha avuto la sua aristocrazia: soprattutto dopo la Guerra civile le famiglie dei grandi miliardari hanno coltivato i canoni europei dell’educazione. Il bon ton di sapore francese, come Europa di cui leggiamo nei romanzi di Henry James. Ma probabi la moderazione vittoriana, erano i modelli dei viaggiatori americani in lmente le violente ondate dell’immigrazione, la grande crisi del 1929, guerre hanno a loro volta cancellato anche il ricordo delle buone maniere le : i nuovi ricchi come Donald Trump o Ted Turner hanno poco in comune con i Vanderbilt e i Carnegie. Al solito, c’è del buono anche nella maleducazione: si accompagna a dinamiche sociali rapide, a cambiamenti profondi, a rivoluzioni finiscono col ridurre le differenze esteriori. Il nonno, però, resta manzon che iano: Adelante Pedro, con juicio! Non sarebbe male fare le rivoluzi e conservare le buone maniere. oni 60 di cristiana scoppa migrazioni bazar 11 2004 www.bazarweb.info Sirena latina sulle note del bandoneon È’ la musica dei migranti. Nasce dentro la migrazione, dentro le emozioni di chi lascia un luogo con il presentimento che non vi farà più ritorno: perché sta andando dall’altra parte del mondo, mesi a bordo di una nave, stagioni al contrario, l’immensa distesa d’acqua dell’Oceano dietro le spalle. Lungo il Rio della Plata, quando intorno al 1860 l’estremo lembo dell’America che poi si sarebbe chiamata Latina vide duplicare la sua popolazione con il massiccio arrivo di italiani, e non solo. Insieme a “neri, anche se per tanto tempo lo si è negato, e gauchos disarcionados, gente semplice, ma anche musicisti di conservatorio”. Da questo mix scaturisce il tango, in uno spazio e un tempo storico e musicale unico e irripetibile, “lo stesso che dà vita, un po’ più a nord e con altri protagonisti, ma nello stessa clima emotivo, al jazz”. Del tango Meri Lao ha portato in Italia “il significato profondo. Fatto di una grande nostalgia, del dolore di lasciare un luogo, il luogo della nascita, lo stesso dolore che accomuna l’emigrante italiano di metà ottocento e l’esiliato di oggi”. E poi, “il vagheggiamento di una felicità perduta, di un tempo senza macchia: un’operazione filosofica altissima”, per rendere accettabile il ricordo di un passato impietoso che ha costretto a lasciare tutti e tutto in cambio di un ignoto solo poco e male immaginato. In ultimo, “il senso dell’irreversibilità del tempo, come è nella grande letteratura: la consapevolezza che io non sono più quella che ero ieri, che le ore che passano non tornano più. Il tango non lascia spazio alla speranza, è lapidario, assoluto, e anche quando canta l’amore è sempre un amore tormentato, amanti costretti a lasciarsi perché la passione è troppo grande”. Tutto questo lo ritroviamo nel suo nuovo libro, Todo tango. Cronache di una lunga convivenza, edito da Bompiani, “il sesto su questo argomento”, appena uscito in libreria, e vorrebbe che fosse l’ultimo: da non perdere, agile, documentatissimo e (auto)ironico a volte. Meri Lao vi distilla il frutto della sua esperienza diretta, costruita passo dopo passo seguendo le proprie intuizioni: “A un certo punto ho lasciato i miei vecchi maestri, che pure un tempo avevo citato e seguito con rispetto, perché ho capito che erano in fondo degli improvvisati, e con molti pregiudizi razzisti”. Ha studiato le piantine di Buenos Aires dell’epoca, osservato gli appartamenti del centro, che certo non erano case da ricchi, ascoltato, suonato, cantato molto tango. Poi ha scritto. Meri Lao sfata molti miti, primo fra tutti quello del tango come musica nata nei bordelli, fatta della seduzione che necessariamente accompagna il negozio del sesso, colonna sonora dell’esibizione sfrontata di chi ha varcato la soglia della rispettabilità e può andare al cuore delle passioni umane. “Ho guardato al tango i con un’ottica femminile: ci sono pochi studi fatti da donne, ma quei pochi sono approfondittre e liberi, così oggi mi colloco da maestra femminile, perché ho visto e posso testimoniare per generazioni: quella di mia madre, la mia, quella che mi ha seguito”. Per fare tango, che è molto di più del ballo (“il ballo è solo un momento, e nemmeno il più significativo, prima c’è la musica, il canto”), insiste l’autrice, “non ci vogliono calze a rete con una rosa infilata dentro”. Meri Lao trae dall’ombra straordinarie figure femminili, come “Eloisa D’Herville, allieva di Listz, che alle sonate e ai concerti rigorosamente classici – nel senso di Beethoven – che eseguiva nelle corti di fine ottocento in giro per l’Europa aggiungeva le proprie composizioni di tango, senza pregiudizi”. I pregiudizi “erano negli ascoltatori, sempre pronti a dire che le donne di servizio erano tutte puttane, gli operai tutti fannulloni”, e perciò passavano il tempo nelle milonga, le balere, strette le une agli altri in questo ballo che è “unico e diversissimo da tutti gli altri”. E ancora, che “il tango era suonato a orecchio da gente che non conosceva la musica…”, e il viso le si scompone in una smorfia. Di questi “strafalcioni, compresi i miei”, e sorride, Meri Lao ha riempito un intero capitolo per il quale ha inventato un titolo bellissimo: “Con beneficio di inventango”. Perché il tango è ancora attuale? Anche se Meri Lao insiste “nel tango il ballo non è fondamentale, è una conseguenza ininfluente, tango è musica, letteratura, atteggiamento verso la vita, modalità di esistere, chi si trova fuori è già in atteggiamento tango,chi pensa al ritorno è in atteggiamento tango”, alla fine però lo riconosce: il successo del tango oggi sta “nella moda ballabile”. Nella possibilità di dire con i corpi allacciati, i passi scattanti, i muscoli tesi, lo sguardo lanciato oltre il futuro, quello per cui anche oggi non bastano – per fortuna – le parole. la copertina del libro Chi suona, canta, balla il tango in Italia, secondo Meri Lao. Trentasei artisti con scheda informativa, indirizzi ed eventuale link all’indirizzo web http: //www.sirenalatina.com/tangolao/ tangolao.htm Esce in libreria TODO TANGO Cronache di una lunga convivenza. Un libro che sfata vecchi miti sul tango ed esplora quel mondo sulle rive del Rio della Plata con uno sguardo scevro da pregiudizi, sguardo di donna. Per scoprire che per fare tango non servono calze a rete e rose rosse… www.bazarweb.info bazar 11 2004 Professional queer Quando la libertà di esprimere la propria identità sfocia nel mondo lavorativo e nella professionalità. Incontri, eventi, corsi, riflessioni e…una festa speciale Imprenditori a convegno Si danno appuntamento a Milano i GayP 14 novembre in quella che si preannuncia rofessional di tutta Europa. Accade dal 12 al anche in Italia si muove il settore imprenditla convention più “avanti” dell’anno. Finalmente come sappiamo è un business. Quindi benvoriale per stimolare il tessuto produttivo gay, che Associazioni di Gay Professionals enuto al Primo meeting Europeo delle il primo summit delle più importanti assoc“Milano 2004”. La manifestazione presenta dell’evento è intessere uno scambio di “espeiazioni di Gay Professionals d’Europa. Scopo ha iniziato a esporre il proprio peso sociale rienze, azioni, risultati da parte di chi prima di noi in quanto gay e in quanto uomo o donna professionalmente in una attività”. Tre giorn impegnati i intensi e pieni di stimoli e curiosità. Il programma: Venerdì 12 Novembre: arrivo dei Partecipan ti dalle 19,30 Registrazione & Welc Sabato 13 Novembre: 11,00 workshop “Diversità e Professioni”; 13,30 pranzo ome Drink. 15,00 giro turistico della città visita del quad a buffet; Privé - Hotel “Principe di Savoia” Guest rilatero della moda; 20,30 serata di gala Club Spea ker, Michael Wilke, Direttore “Commerc Closet” Buffet - Private Bar La serata sarà ial Domenica 14 Novembre: 11,00 Programmaccompagnata da Musica e Intrattenimento. a Cultu rale; 13,0 0 Brunch; 15,00 Programma Culturale; Partenza degli Ospiti Per iscriversi: www.primo-net.org/FormExpr ess-display_form-form_id-3.html Quindici candeline per il Gay Counsel ing Si festeggiano il 20 novembre (al Ripa Hote n. 3 dalle ore 10) i 20 anni di vita del Gay l di Roma in via degli Orti di Trastevere riflessioni, percorsi e metodi della psicologiaCounseling di Roma. Con una giornata di sarà l’occasione di conoscere tanti profession e del Counseling orientati all’omosessualità, ci questi il dr. Maurizio Palomba, responsab isti che lavorano nel settore omosessualità. Tra onorario Arcigay, il dr. Claudia Montanarile dell’istituto, l’On. Franco Grillini, presidente Monte, consigliere Ordine Psicologi Lazi i, direttrice della scuola ASPIC e il dr. Catia del dell’Università La Sapienza di Roma. o e della cattedra di Psicologia della Comunità Per informazioni: Istituto Gay Counseling, A.S.P.I.C. Coun Psicologico dell’Individuo e della Comunitàseling & Cultura, Associazione per lo Sviluppo Counselling). Roma Tel 067029037 fax (membro E.A.C. European Association for 06233200903 www.aiutogay.it Sulla sessualità ... per capire e star bene Dall’11 novembre al 26 maggio 2005 riparte il Seminario di psicodinamica (Sede DGP via Giulio Rocco, 59), terzo ciclo curato dalla dottoressa Maria Rosa Ciccopiedi psicologa e psicoterapeuta. Scopo degli incontri quello di comprendere i processi relazionali legati alla sessualità. Sarà possibile quindi capire come l’identità sessuale e l’oggetto del desiderio siano in buona parte un effetto indotto dalla valenza sociale. Gli incontri avranno luogo a Roma nella sede di D.G.P. Onlus, via Giulio Rocco 59, il giovedì ore 21-23 seguendo il calendario di seguito specificato: 11 nov. Il ciclo della vita 25 nov. Coscienza del proprio corpo 02 dic. L’identità sessuale 16 dic. L’incontro 12 gen. Il dialogo a gesti 27 gen. Contatto visivo 10 feb. A fior di pelle 24 feb. Il respiro 10 mar. Muoviti a occhi chiusi e vieni con me 24 mar. La stanza dell’olfatto 14 apr. La mano dell’amore 28 apr. Attivo - passivo 12 mag. La mappa dei rapporti 26 mag. I miei desideri La partecipazione al seminario è gratuita ma subordinata all’iscrizione a Di Gay Project Onlus. Info: [email protected] gender di giulia premilli 61 Femministe a scuola! Per il secondo anno consecutivo la cooperativa Generi e Generazioni offre una scuola di studi femministi “per far vivere il sapere, accumulato nel mondo da quelle donne che si autodefiniscono femministe”. Ecco i temi proposti: “Donne del Sud – Donne del Nord”: 5 incontri sulle politiche di cooperazione nel mondo globale. Una riproposizione completa e attualizzata. Docente: Bianca Pomeranzi. Obiettivo degli incontri è presentare una lettura del ruolo critico svolto dalle donne nelle pratiche di cooperazione allo sviluppo e delle relazioni internazionali nella prima fase della globalizzazione, all’indomani della caduta del sistema bipolare. “Il corpo vivente” della narrazione e la parola femminile. Laboratorio coordinato da Maria Rosa Cutrufelli per 4 incontri. Il laboratorio si propone di analizzare, discutere, approfondire il rapporto tra creazione artistica (e in particolare creazione letteraria, narrazione) e soggettività femminile. “La differenza politica” autocoscienza e pensiero differente. Per una critica alle declinazioni contenutistiche e prescrittive della differenza. Laboratorio coordinato da Maria Luisa Boccia e Isabella Peretti in 8 incontri. Gli incontri si svolgeranno una volta settimana dalle ore 18.00 alle ore 20.00 presso la Casa Internazionale delle Donne in via della Lungara 19 Roma. All’inizio di ogni corso verranno distribuiti tutti i testi di studio e bibliografici. Per informazioni e iscrizioni: www.generiegenerazioni.net e-mail: [email protected]; [email protected] Stefania Vulterini 3478419378, 0668193001. Libreria della Casa Internazionale delle Donne. 62 di mario morcellini cortei bazar 11 2004 Il mestiere di studente è cosa tutt’altro che da poco. Intanto,iali giovani sono i primi e i più diretti protagonisti, fruitori e testimon dell’idea stessa della formazione: uno spirito dell’Università che oggi più che mai va rinsaldato e promosso nella nostra cultura. In contrasto con le culture dominanti oggi (spesso anche traei che tam-tam giovanili), rifletto sui motivi per cui si può affermar to “l’Università vale la pena”, prendendo atto del suo contribu decisivo nel mondo moderno e nella socializzazione dei giovani. Siamo di fronte a un rapporto con lo studente tradizionalmente deficitario, talvolta ai limiti della marginalizzazione e questi dell’esclusione; uno stile di rapporto con i suoi utenti a cui enza, ultimi, del resto, hanno regolarmente risposto con l’indiffer l’ostilità o la logica del rivendicazionismo. La moderna più prospettiva della formazione continua costituisce una dellene. Ma importanti chiavi di volta di un nuovo modello di interazio nuovi c’è di più: bisognerebbe cominciare a pensare agli studenti e da e passati come a una comunità che travalica le generazioni cui dipende gran parte della reputazione dell’istituzione, la sua stessa continuità nel mondo degli adulti di oggi e di domani. di Del resto, anche i nuovi e più frenetici ritmi formativi rischiano sottrarre durata e profondità al contatto con gli studenti, finendo sorta troppo spesso per schiacciare l’esperienza formativa su unapo’ di corsa all’acquisizione di crediti in cui ci si destreggia un dei come dentro i quadri di un videogame. La moltiplicazione della corsi rischia di aumentare la confusione nel momento stesso scelta della facoltà e dell’iscrizione: una difficoltà che spinge e il soprattutto i più giovani a ripiegare verso l’influenza familiare passaparola con i coetanei, piuttosto che a vivere attivamente lai. scelta dell’Università come una risposta alle vocazioni personal E’ quanto risulta anche dall’indagine recentemente realizzata dalla rivista “Campus” su oltre 800 matricole: nella scelta za dell’Università, per circa 7 giovani su 10 è decisiva l’influen più degli amici, e per 6 su 10 quella della famiglia; d’altra parte, www.bazarweb.info della metà delle matricole è pronta ad ammettere che o poi potrebbe pentirsi della scelta fatta. E’ l’indizio di unprima profondo, di cui molte responsabilità spettano alla scuoladisagio e alle culture degli adulti. Il tempo della tesi ha finora garantito a ciascuno la possibilità di valorizzare i personali interessi, rappresentando per molti il reale momento di percezione del valore degli studi grazie soprattu a un rapporto meno anonimo con l’istituzione. Queste opportutto nità non devono andar perdute: al contrario, bisogna sostener e gli sforzi degli studenti, incoraggiando il loro sincero desiderio di inoltrarsi nel cuore delle cose, di misurare la propria intellige – specie in periodi storici difficili come quello attuale – con i nza grandi temi della vita collettiva. Va preparato il terreno affinché giovani e meno giovani sappiano riconoscere nell’alta formazione una straordinaria chance per accedere a opportunità professionali e prospettive di vita potenzialmente migliori rispetto a quelle di partenza. Del resto, la funzione dell’Università è tanto più vitale in una fase come quella attuale, dominata dal relativismo dei valori,storica precarizzazione generalizzata delle prospettive lavorativedalla e di vita, dal costante “rischio” dello sviluppo collettivo. Mai come oggi, le società moderne hanno bisogno di un luogo in cui riprodur re il futuro: le sue prospettive concrete, ma anche la sua stessa “idea” in un mondo in cui tutti, ma soprattutto i giovani, meriterebbero migliori certezze. Io penso che questo posto si chiama Univers Chiudo allora con due consigli di lettura, che possono andar ità. bene a chi voglia avvicinarsi a queste tematiche attravers o testimonianze di personaggi assai noti: l’appassionato libello su L’università senza condizione, scritto da Jacques Derrida e Pier Aldo Rovatti (Raffaello Cortina, 2002) e quello di Edgar Morin La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma pensiero (Raffaello Cortina, 2000). “Provocazioni” il cuidel valore è, di fatto, anche quello di rilanciare ulteriori percorsi critici e di ricontestualizzazione rispetto ai numerosi cambiamenti più recenti. Il mestiere di studente Idee e messaggi per chi sceglie l’Università www.bazarweb.info bazar 11 2004 gerenza 63 HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO DI BAZAR: BAZAR Via Bradano 30, 00199 Roma [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli [[email protected]] VICEDIRETTORE - Vera Risi [[email protected]] DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli [[email protected]] Claudio Amendola Marcello Amoruso Agnese Ananasso Franco Andreucci Giulia Baldi Luca Beatrice Marco Begani Alessandro Benvenuti Ciro Bertini Matteo Bianchini Nancy Brilli Eva Buiatti Valerio Cammarano Giuliano Cangiano Luca Carboni Valeria Cecilia Claudio Coccoluto Marzia Di Mento Guido Dolora Pietro D’Ottavio Fabrizio Gianuario Caterina Gonnelli Andrea Lisi Enrico Lo Verso Mario Morcellini Andrea Mugnaini Oliva Muratore Fabio Murru Angelita Peyretti Roberto Pisoni Giulia Premilli Lorella Scacco Cristiana Scoppa Gabriella Serusi Chiara Spegni Studenti La Sapienza Chiara Tacconi Alberto Traversi www.bazarweb.info