NoVeMbRe 2004

annuncio pubblicitario
n.8 novembre 2004
mensile di intrattenimento intelligente
2
EDITORIALE bazar 11 2004
MAra Codalli
Direttore arTistico
www.bazarweb.info
Eugenia ROmanelli
Direttore responsabile
Vera RIsi
viceDirettore
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
laboratori studenti la sapienza 3
S
E
S
S
O
come lo fanno le nuove gene
razioni
Bisessualità? E’ la nuova possibilità di anon
o, apparire bisex aiuta a
mostrarsi open mind, e un corpo unisex piacimat
e
a
in qualsiasi momento.
Ecco il sesso giovane: meno etichette e più enertutti
gie di attrazione.
Giochiamo a fare sesso
Domandi al tuo compagno di banco chi ti piace e la risposta
è spesso indifferentemente Riccardo o Martina… da parte della
persona. Bisessualità: una moda? A detta degli stessi teen-ag
stessa
bombardati da immagini, spot, eventi dello star-system (come er in parte si. E’ diventato un fenomeno di costume tra i giovanissimi,
non
ricordar
e il bacio appassionato sul palco tra Madonna e Britney Spears!
che fanno dell’ambiguità sessuale una bandiera commerciale
)
Il lato interessante di questo “mostrare per attrarre” è che c’è e un cult da emulare.
maggio
re
spazio
sociale per confessare agli altri e a se stessi il proprio
desiderio di provare esperienze non vincolate da etichette conform
iste. E una più ludica ma consapevole percezione del corpo
del piacere, fenomeno del tessuto sociale giovanile che più di
e
interiorità. L’esibizione di qualunque tipo di ambiguità sembra qualunque altro sembra percorrere la strada alla scoperta della propria
una
possibi
lità nuova di anonimato. Infatti dichiararsi bisessuale per moda,
per mostrarsi open-mind e omologarsi al trend di un corpo unisex
di fatto permette davvero di vivere una sessualità trasversale senza(e per questo sempre desiderabile, da chiunque, in qualunque momento)
doversi
posizionare.
Dalle interviste che seguono si comprende come l’esibizione
sessuale non è vuota di contenuti: se l’attrazione è un fatto di
affinità emotiva è assurdo pensare di poterla ghettizzare in definizio
chimica e di
ni
culturali
come omo-etero-bi-queer-trans, etc (tra l’altro in altre culture
come quella orientale è addirittura difficile trovare termini di etichetta
mento
sessuale proprio perché l’approccio alla sessualità è universa
e meno sottoposto a categorizzazioni) perché invece tutto è regolato
da energie di attrazione e repulsione. Ascoltarle liberamente senza le
doversi recepire trasgressivi è puro riconoscersi per ciò che si
è.
(di Francesca Cardarelli, Lucia Grosso, Laura Pesciaioli, Giorgia
Petrucciani)
4 studenti la sapienza
laboratori bazar 11 2004
r 18
Unde
Voci dirette sulle identità plurisessuali, ludiche, libere e
consapevoli del nostro millennio.
(Seguono abstract di interviste effettuate nella penisola nel mese
di aprile 2004).
Riccardo, 17, Terni
La bisessualità sta diventando una moda soprattutto tra le
ragazze. Ma molto spesso chi dice di esserlo, in realtà non lo è”.
Chiara, 16, Terni
“C’è la moda di essere bisex, ma io lo sono veramente, non
come le mie amiche che dicono di esserlo ma non è vero niente”.
Stanislao, 15 anni, Bielorussia, ora vive a Terni
“Ho fatto petting a 9 anni, da noi (in Bielorussia ndr.) spesso ci
si droga, si beve e poi si fa sesso. Dopo aver fatto l’amore per
la prima volta, avevo 14 anni, sono subito andato a comprare il
Kamasutra per informarmi sulle varie posizioni. Ora faccio l’amore
quando capita, quando ne ho voglia o non abbiamo niente da
fare”.
Riccardo, 17 anni, Terni
“Farei sesso sempre ovunque ne ho voglia. in ogni minuto come
per un istinto irrefrenabile. Sono il più grande maniaco sessuale
della città!! Ma non mi sento a disagio, anzi vivo molto bene con
me stesso. Sono etero, ma aperto mentalmente senza pregiudizi
verso le diversità tanto è vero che ho amici gay e la mia ultima
ragazza è bisessuale. Di solito mi trucco gli occhi con la matita
nera, mi sento troppo bello. Quando mi guardo allo specchio
mi leccherei da solo, farei sesso con me stesso. Adoro me e
tutte le donne, andrei con tutte, basta che siano almeno un po’
carine!”.
Claudio, 17 anni, Roma
“Ho iniziato ad andare a casa sua con i miei amici e lei da subito
ha iniziato a toccarci. Poi abbiamo iniziato ad avere rapporti, [...]
ci va tutta la comitiva, spesso andiamo tutti a trovarla e lei sceglie
uno di noi a caso. Quello si diverte e gli altri guardano e ridono.
A volte li spiamo dal buco della serratura. La sfruttiamo e lei lo
sa. A volte la picchiamo per gioco e lei ride! E anche le sue
amiche sono così. Poi a volte si aggiunge qualcun altro, tanto a
lei non importa conoscerli. Usiamo il preservativo: chissà con chi
sono state quelle!”.
Noemi, 16 anni, Firenze
“Per me il sesso è fondamentale, anche più dell’amore, una vera
linfa vitale, fare sesso mi dà la carica per affrontare tutte le rotture
della vita. Ho una concezione del sesso tutta mia, lo vedo come
un’ottima valvola di sfogo soprattutto dopo certe giornate no. Le
avventure sono ancora più stimolanti. Farlo con la stessa persona
dopo un po’ mi annoia. Sento il bisogno continuo di nuove
esperienze. [...] Più avvincente è uno sconosciuto incontrato
per caso: mi eccita da pazzi scoprire come bacia, se ha
esperienze o se è ancora vergine. I ragazzi quando stanno con
me sono tutt’altro che intimoriti, anzi fin troppo disinibiti e diretti.
Quando trovano una come me vogliono dar sfogo a tutte le loro
fantasie, altro che timidi!”.
Mauro, 18 anni, Roma
“Provo disgusto per tutti gli omosessuali. Non li offenderei,
potrebbero essere miei amici, ma il pensiero di due dello stesso
sesso a letto mi urta. [...] La stessa cosa vale per i trans, ciò
però non esclude il fatto che li frequenti. Per un bel ragazzo
non è difficile trovare un travestito che ti permetta di entrare
in un locale evitando la fila, ottenendo di guardare la pista
dal tavolo migliore gratuitamente. [..] E’ opportunismo ma
non diverso dal loro. Io entro, bevo, ballo gratis e loro hanno un
bell’accompagnatore. Le proposte non si fermano al bere, ma io
non mi sono mai spinto oltre perché il sesso è piacere e con loro
per me non lo sarebbe”.
(di Salvatore Battaglia, Manuela Borseti, Francesca Caldarelli,
Antonietta D’Aquaro, Rosario De Luca, Maria Paola Paluccio,
Salvatore Pansa, Laura Pesciaioli, Giorgia Petrucciani, Michela
Ruffa, Caterina Sestito, Valentina Latini, Lucia Grosso).
Nuovepratike.uk… ho fatto
splosh!
routine vi stanno assalendo? Ecco di cosa avete
La noia e la
bisogno. La parola magica è splosh, pratica sessuale che
consiste nel cospargere il proprio corpo e quello del/dei
partner con il cibo preferito, rotolarsi tra le lenzuola e sul
pavimento per poi fare l’amore tra il sapore di cioccolato, budino
o crema che sia. Tra i più trasgressivi c’è chi sceglie di crogiolarsi
nel fango o con vernici non tossiche. Lo splosh è il piacere di
sentirsi vischiosi e umidi, come evoca la parola stessa coniata
dall’inglese Bill Shipton, fondatore anche dell’omonima rivista
(splosh.co.uk).
La tecnica è nata in Inghilterra nella scena fetish, ma ciò che
colpisce è che sia sempre più comune tra i giovanissimi italiani
reinterpretata in chiave ludica. Occhio però: se avete voglia
di lasciarvi andare alle più sfrenate fantasie state attenti ai cibi
bollenti o piccanti!
(di Manuela Borseti e Rosario De Luca)
Stanislao, 15, Bielorussia
“Una volta ho fatto splosh con nutella e aranciata”.
Riccardo, 17, Terni
“Splosh? Io non ho spalmato niente, l’ho proprio messo dentro al
vasetto della nutella, e la mia ragazza ha fatto il resto”.
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Let’s do polyamory
Negli anni ‘60 si parlava di sesso libero senza regole e senza tabù.
Nel nuovo millennio invece si
pratica la polyamory. E’ una tendenza che si sta diffondendo, tra i giovanissi
mi, soprattutto oltreoceano
ma anche in Italia comincia a fare capolino. Si tratta di una non-mono
coppia base e intorno a questa satellitano i polyamory di ciascuno gamia responsabile: esiste una
dei due. Tutto si compone in una
danza altamente codificata, ma ogni coppia è libera di scegliere i passi
che la comporranno. C’è chi
sceglie di dormire con il proprio polyamory, ma non nel letto che normalme
nte si condivide con il
partner. O di uscire con il proprio polyamory, ma solo determinati giorni
al mese. A volte si esce in
quattro e allora la cosa si fa divertente. Amore pubblico, amore condiviso
che richiede un grande
impegno di dialogo. Altro che free love!
(di Esther Venanzi)
Toothing, mon amour
Gli hobbysti del sesso inglese hanno appena inventato il toothing. E’
clandestini avvengono usando messaggi mandati tramite cellulari e sesso tra estranei i cui incontri
tecnologia wireless (senza fili), che permette a due o più apparecch palmari Bluetooth . Grazie a questa
i di comunicare tra loro a una breve
distanza, i toothers trovano i propri partner. Non serve il numero, il messaggi
o si propaga in un raggio di
circa 10 metri, e in genere per iniziare è: “toothing?”. Se c’è un’altra
parte interessata si comunica fino a
che non si concorda un luogo di incontro. Di solito un bagno pubblico.
Nel
Regno
Unito già si contano
migliaia di toothers e il luogo preferito di questi lovers occasionali e
tecnologici è la metro, anche se
seminari e conferenze hanno comunque il loro appeal.
(di Lucia Grosso ed Esther Venanzi)
o hi-tech
Sess
Tastiera, schermo e cellulare: le nuove
enti dell’erotismo.
compon
Testo rosso, sfondo nero. Un decalogo di regole. Un invito a rispettarle. Una precisazione
sulle intenzioni dei curatori e la possibilità di scegliere se entrare o meno. Si apre così la
bacheca del sesso di Sudenti.it: uno dei tanti forum in cui poter parlare di sesso nelle sue
molteplici sfaccettature presenti sul web e rivolti a un pubblico under 17. Basta un click per
entrare e un nick per partecipare al mondo del sesso virtuale, inviando o rispondendo a
messaggi.
C’è il ragazzo che cerca di sciogliere i propri dubbi sessuali chiedendo chiarificazioni, chi
utilizza il forum per conquistare l’anima gemella fornendo identikit e preferenze o chi ne
approfitta per scrivere “emozioni erotiche”.
In Girlpower.it lo scenario è simile. Anche qui la bacheca viene utilizzata per ricevere e
dispensare consigli, esprimere perplessità e fare proposte inerenti al sesso in una clima a
metà tra spregiudicatezza e ingenuità.
Se si resta nell’ambito virtuale si scopre che il sesso fra gli adolescenti si fa anche via sms.
Nio, il nostro contatto, ha 16 anni e studia in un liceo scientifico della capitale. Come la
maggior parte dei suoi coetanei utilizza le nuove tecnologie, e in particolare gli sms, alla
ricerca di nuove esperienze e avventure da poter, magari, teletrasportare nel mondo fisico.
Maliziosamente, senza inibizioni, si lascia andare a un racconto fatto di messaggi: una vera
storia di sesso vissuta cellulare alla mano e meticolosamente riportata in un diario. “E’ una
situazione nella quale non esiste l’imbarazzo – racconta Nio – non hai nessuno davanti a
te… Sono ragazze che non conosci e questo ti lascia libero di sbizzarrirti in domande che
non ti sogneresti mai di porre in nessun altro modo”.
(di Raffaella Di Claudio e Antonio Moretti)
x
Cyberse
Da Trieste a Palermo i giovani italiani lo fanno computerizzato! E’ quanto emerso dai dati
Censis, secondo i quali il 40.7% degli under 18 fruisce regolarmente di chat e forum, e da
quelli Eurispes che contano 1250 chat erotiche frequentate dal 77% degli italiani cybernauti.
Non più sguardi di fuoco e cenette romantiche, non più vetri appannati o finestrini
tappezzati dai giornali. Oggi tutto comincia da un : “dgt?”.
I nick: caldo88, focoso89, tettona87, lasciano ben poco alla fantasia. E il bello arriva
quando da diverse interviste e una simulazione di sesso virtuale ci viene chiesto: “f o m?”,
“anni?”, “da dove dgt?”, “descriviti”, “t va d fare sesso?”, fino a giungere al “cosa indossi?”,
o al “6 vogliosa?”, con uno schema che si ripete ad ogni clickata.
Il sesso in chat è molto diffuso. Per noia, curiosità o voglia di trasgredire. Al bando timori
e inibizioni. Talvolta macchinoso, talvolta interrotto da richieste di numeri di cellulare che
rispondono all’irrefrenabile voglia di avere un contatto più umano. Così i valzer cibernetici
continuano fino al raggiungimento di orgasmi evidenziati da lunghi “Ahhh”.
La maggioranza degli intervistati dichiara comunque di preferire il contatto fisico, tanto è
vero che ad un incontro galante in chat, seguono quasi sempre, richieste di incontri reali.
(di Ersilia Festa)
sesso nei diari clickabili
Blog:
Che cos’è un blog? La parola nasce da weblog ed è un sito personale ad altissimo
aggiornamento. Negli ultimi anni ne sono nati a milioni, se ne trovano riguardo a qualunque
argomento. Ciò che colpisce è la serenità con cui molti ragazzi lo usino come un autentico
diario, quello che noi più grandi tenevamo gelosamente nascosto nell’armadio, con la
differenza che è virtuale e chi lo legge può postare (pubblicare) commenti.
Thepussycat, Birbastella, Morgana sono tutti nickname (soprannomi) di blogger italiane
minorenni che usano il blog per raccontare le proprie esperienze, soprattutto sessuali.
Thepussycat racconta le sue fantasie erotiche che regolarmente trasforma in realtà. A chi
la contatta dicendole che cerca di copiare Melissa P, risponde che “quella sarà dimenticata
come una sveltina nel cesso di un anonimo pub”. Morgana (alias Livia, 17 anni). ha una
passione per le nuove tecnologie. Il 9 aprile ha festeggiato il suo primo anno da blogger.
Celandosi dietro milioni di pixel rende partecipi della sua vita i 250 contatti che giornalmente
la linkano. Con il blog racconta sé stessa, le sue emozioni, il suo essere donna. Prima di
materializzarsi nel mondo reale, spesso i suoi amanti nascono in quello virtuale. “Il sesso
– dice - è solo un modo per circoscrivere un’emozione. Può essere vissuto anche fuori dai
canoni che la società impone, con qualcuno del tuo stesso sesso e anche solo per gioco”.
Scrittura tagliente, ermetica e ben forgiata, foto che rispecchiano l’egocentrismo e la voglia
di essere sexy influenzano quel personaggio che ha creato su se stessa e del quale non
riesce a disfarsi. Il blog e la sua schiava mediatica vivono, ormai, in simbiosi virtuale. Per
staccare la spina, Morgana usa il suo diario segreto, quello analogico. “In fondo – ammette
Livia - non esiste ancora un uomo in grado di avermi”.
(di Daniele Montemale ed Esther Venanzi)
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Lo sguardo di
Vlad
imir Luxuria
Ma cosa ne
bazar 11 2004
pensa una delle icone queer del sesso oggi?
Vladimir Luxuria, art director del Mucca Assassina fino Parla
cantante, show wo-man e volontario dell’associazion al 2002,
Mieli. Ha riempito le sue variopinte esteriorità di un e Mario
percorso
alla ricerca libera dell’identità trasformando l’esibizio
fonte di emarginazione a battaglia per l’integrazionene da
delle
diversità a cultura.
L’esibizione della sessualità è un fenome
moda o denota una nuova concezione del no di
Per parlare di sesso come di qualunque fenomeno sesso?
sociale
bisogna contestualizzarlo. In passato alcune espress
ioni
della sessualità erano represse: l’eterosessualità
maschile
ostentata, la donna ritrosa, l’omosessualità nascost
a. Il
sesso era visto unicamente come peccato. Oggi la
consapevolezza permette di rendere visibile lamaggiore
propria
sessualità, vissuta come fonte di piacere. In qualunq
ue modo
la si ricerchi si è meno colpevolizzati, e ciò genera
meno
timore di esporsi. L’esibizione della sessualità è una
conquis
perché è un non nascondere la propria identità, qualunq ta
ue
essa sia. Altro è mostrarla per esigenze di mercato
business. Sono, però, due facce della stessa : lo show
medaglia.
Come pensi che la visione del sesso sia cambia
ta?
Il pianeta del sesso è strano, e di difficile definizione.
una cosa che può sembrare conservatrice (sorride Ora dirò
). Il freno
imposto dalla chiesa cattolica, soprattutto nella particola
re
realtà italiana, era uno stimolatore sessuale. Il
sesso
ha
bisogno del proibito. Oggi che la chiesa non ha più
potere
inibitore spesso si ricerca questo senso del proibito
nelle
droghe, nella virtualizzazione e nel cybersex.
E secondo te il cybersex è sesso?
Se serve a scoprire sé stessi e la propria sessualità ben
ma se lo schermo genera unicamente autoerotismo venga,
una nuova maschera, è inutile. Solo un nascondiglioe diventa
che non risolve i problemi del confronto con il mondocomodo
esterno
e con la propria identità.
(Di Lucia Grosso)
Il sesso delle istituzioni
L’educa
zione sessuale è entrata da tempo nei programmi
di studio delle scuole. L’esigenza di una specifica normati
va
riguardo la sessualità da decenni è oggetto di discuss
sociale e politica. In Italia la prima proposta di legge ione
risale
al 1975, arrivando a un testo unificato nel 1979. Nel 1998
il Ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer,
assicurava l’introduzione dell’educazione sessuale tramite
un insegnamento interdisciplinare nelle scuole, con lo
di far acquisire ai ragazzi criteri di giudizio che favoriss scopo
comportamenti rispettosi di sé e degli altri, partendo ero
un’informazione scientifica. Nonostante l’esistenza dida
questa
normativa l’educazione sessuale non è entrata ovunqu
e a far
parte dei programmi d’insegnamento.
Il Ministero della Salute, attualmente, ha dato avvio a
un
progetto per salvaguardare i ragazzi da aids e altre malattie
sessualmente trasmissibili. Il progetto prevede la diffusion
di sei opuscoli monografici, con lo scopo di accrescere e
considerazione di sé rispettando di più il proprio corpo la
adottando stili di vita utili a prevenire danni alla salute. e
(di Cristina Graniero e Eleonora Soriano)
E i ragazzi che ne pensano?
Il 92.6% dei ragazzi dichiara di volere l’educazione sessual
ea
scuola, l’84.12% preferirebbe come insegnanti docenti
medici, il 18.41% familiari, il 16.12% propone colloqui esterni
con
coetanei istruiti in materia (Anlaids 2004).
Secondo un recente sondaggio il 3% degli italiani apprezz
a
la fellatio, il 2% il cunnilingus, mentre, invece, il 95% ha
dimostrato di non capire un tubo di latino!
laboratori studenti la sapienza 5
Peer education
La Lila (Lega italiana per la lotta all’Aids) svolge un’attività permanente di informazione nei luoghi pubblici
frequentati dai ragazzi avvalendosi di giovani volontari formati sul tema, che riescono a raggiungere più
facilmente il target giovanile.
Nel 2003 ha dato avvio al progetto Aspasia, nelle scuole della provincia romana, che si basa sulla
peer education: un gruppo di ragazzi segue un percorso formativo sul sesso e poi informa i compagni
sull’argomento. Il progetto, tuttora in corso, sta dando buoni risultati in termini di aumento delle
conoscenze.
Un altro progetto ha cercato invece di rilevare l’immaginario dei giovani sull’Hiv attraverso l’analisi di
temi svolti nelle scuole superiori di Roma e provincia. E’ emerso che la conoscenza dei giovani è spesso
imprecisa: l’aids provoca la morte fisica e sociale, ed è l’emarginazione che spaventa. La percezione della
distanza del rischio personale di contrarre la malattia porta spesso a non praticare sesso sicuro.
(di Sandra Fratticci)
Proteggersi? Le cifre del sesso sicuro
Da uno studio Eurispes, sui giovani tra i 14 e i 17 anni , risulta che il 48.6% afferma di aver avuto rapporti
sessuali completi, tra questi il 42.7% dichiara di aver usato il preservativo, il 24.2% il coito interrotto, il 23.2%
nessun tipo di precauzione e l’8.2% la pillola anticoncezionale.
Ma quanto costa il sesso sicuro?
Da una ricerca effettuata nelle farmacie romane sono emersi alcuni prezzi indicativi:
Preservativi:
Ritardanti: euro 8.95
Aromatizzati e colorati: euro 8.45
Extra lubrificati: euro 7.35
Con rilievi stimolanti*: euro 9.10
Pillola anticoncezionale: euro 10.30
Pillola “del giorno dopo”: euro 13**
* confezioni da 6.
** i prezzi sono da intendersi come media tra le differenti marche.
(di Sandra Fratticci e Stefania Vignaioli)
Gabriele, 16, Roma: “Uso il preservativo, ma non sempre quando faccio sesso con la mia ragazza. Il salto
dell’anatra (coito interrotto n.d.r.), si, ma non lo considero un vero e proprio contraccettivo”.
E per riderci su…
-
L’aspirina e’ un potente anticoncezionale.
Basta tenerla stretta fra le ginocchia!
-
Ho deciso di praticare il sesso sicuro.
Per questo esco solo con ragazze che me la danno.
-
Per evitare l’AIDS mi hanno detto: “No ai rapporti occasionali”.
E allora ho deciso di farlo tutti i giorni!
Only for girl
All’interno dei consultori si cerca di capire e affrontare le paure dei ragazzi che non riescono a parlare dei
loro problemi con i genitori, e trovano difficoltà anche nel confronto con questo ente. Le paure più diffuse
sono quelle che non cambiano di generazione in generazione: per le ragazze è la prima volta, per i ragazzi
il non sentirsi adeguati alla situazione.
Molte giovani si rivolgono al consultorio per motivi relativi a gravidanze indesiderate. Questo argomento
è disciplinato dalla legge n. 194 del 1978: se la ragazza è minorenne, e se durante i primi 90 giorni di
gravidanza ci sono motivi che impediscono la consultazione dei genitori, il consultorio può rivolgersi al
giudice tutelare, il quale può autorizzare l’interruzione di gravidanza.
Ricordate che il consultorio è una struttura pubblica e gratuita per legge, nella quale ognuno può recarsi
per ricevere informazioni ed in cui l’anonimato è garantito.
(di Stefania Vignaioli)
Consulenza online
In genere di fronte al binomio sesso-internet viene naturale pensare alla pornografia. Non sempre è così,
il sesso affrontato in internet è anche informazione. Chi vuole parlare liberamente di sesso, chiarire i propri
dubbi, superare paure e ansie, può trovare le risposte presso alcuni siti che si rivolgono ai curiosi di ogni
età. Schiettezza, sincerità e uso di parole dirette sembrano essere le loro caratteristiche peculiari. Ce lo
racconta Chiara Simonelli psicologa, sessuologa e docente della facoltà di Psicologia “La Sapienza” di
Roma, impegnata nella cura del nuovo sito
e-sessuologia.it. Il portale contiene numerosi articoli sugli aspetti fisiologici, psicologici e sociali della vita
sessuale.
Altro sito di grandissimo successo è stradanove.net gestito dal comune di Modena. Qui ogni mese
si collegano 3 milioni di utenti, compresi tra quattordici e i trent’anni. I più giovani sono interessati ad
argomenti quali la prima volta, la masturbazione e la contraccezione. Altri siti di notevole interesse sono
aispa.it, andrologia.org, angelgreg.it e anche all’interno di mtv.it si può trovare una sezione dedicata
alle consulenze sessuali.
(di Ania Maslova, Antonio Pavesi, Liliana Quadrini, Doriana Raimondi, Rosaria Toscano)
6 studenti la sapienza
laboratori bazar 11 2004
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Media
sex: il sesso su carta
Libri per sessuofili
-Un romanzo di vite quotidiane, noia, adrenalina, violenza e sesso tra due adolescenti innamorati è Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia.
Diventato un cult tra i giovanissimi soprattutto romani, tanto che ne è stato fatto un film.
Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, editore Feltrinelli - € 8,00 – 319 pag.
Altri giovani interessati alla tematica: J.T.Leroy con Sarah, che lacera nella lettura per la sua straordinaria aderenza alla realtà nel descrivere
un’adolescenza problematica e intensa, con una scrittura tagliente e efficace; N. McDonell con Twelve; e A. Santojanni con Sono solo mostri.
(di Stefano Paolucci)
DA VEDERE E LEGGERE
Cattive ragazze
Sesso al femminile è quello spudorato e sfrontato che sviscerano le giovanissime scrittrici del momento.
Un diario di una adolescente sopra le righe lo scrive, invece, Marilù Manzini con Io non chiedo permesso. Una gabbia dorata dove il sesso diventa
rifugio e difesa, e a volte gioco pericoloso tra droga, festini e scambi di coppia.
Io non chiedo permesso di Marilù Manzini, editore Salani - € 12,00 – 222 pag.
Se per l’adolescente ribelle sarà una passeggiata, per il genitore che deve sapere, per chi non c’è sesso senza amore ed altri ancora, Platonic
sex potrà rappresentare qualcosa di forte. Le esperienze estreme di questa giovanissima di Tokyo, le sue riflessioni superficiali, gli occhi ingenui,
i gesti interessati costringono il lettore a pensare al significato del sesso e della vita in generale. Senza pregiudizi però. Perché se oggi è ormai da
considerare rivoluzionario chi antepone il sentimento all’atto, allora Iijima Ai non va etichettata, ma considerata come la normalità che corre incontro
alle generazioni.
Platonic sex di Iijima Ai, Edizioni Rizzoli - € 14,00 - 236 pag.
Il discusso fenomeno editoriale della passata stagione rimane Melissa P. con 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire e il suo modo di
scandalizzare/eccitare il lettore tramite il diario delle sue avventure erotiche.
100 colpi di spazzola di Melissa P., Fazi Editore - € 9.50 – 143 pag.
La Melissa P. d’oltreoceano si chiama Zoe Trope e ha scritto scusate se ho quindici anni. Diario affilatissimo di una liceale di Portland che non
risparmia nessuno, né coetanei né professori. Il tutto filtrato dalla distratta bisessualità della protagonista.
Scusate se ho quindici anni di Zoe Trope, edizioni Einaudi Stile libero - € 9.00 - 253 pag.
SEX TV
Visti
da noi
Parola d’ordine? Sesso: chiave d’accesso all’età adulta in molti
dei recenti film per e sull’adolescenza.
Da Venezia al cinema:
New Sex negli States per Spike Lee con She Hate Me. Pellicola
irriverente su un disoccupato disperato che per qualche soldo
accetta di fecondare la sua ex-ragazza, nel frattempo diventata lesbica,
e la sua nuova compagna. Ricoperto di richieste scopre questo nuovo
modo di guadagnarsi da vivere.
New families in A home at the end of the world, di Roger Michell.
Due amici si ritrovano dopo anni a New York. L’uno, eterosessuale
scansafatiche, l’altro, gay emancipato della city, si ritrovano a
condividere l’appartamento con una ragazza madre. Curiosamente il
bambino comincia a convivere con gli ambigui ruoli sessuali di madresingle, padre-surrogato e madre-padre-freegay.
Dvd:
Un tempo delle mele per la MuccinoGeneration, 3mSc film diretto
da Luca Lucini, e tratto dal libro di Federico Moccia. “Apri gli occhi
e inizia a sognare” queste le parole che uniscono le due vite
apparentemente lontane di due ragazzi romani.. Racconto di come
due estremi unendosi possano arrivare a tre metri sopra il cielo.
Thirteen di Catherine Hardwicke, adolescenza tutta al femminile
basata sul culto dell’apparire, scritto dalla giovanissima protagonista
Nikki Reed. E’ la storia della trasformazione di un’ingenua adolescente
tredicenne che emula la ragazza più cool della sua scuola tra piercing,
droga e sesso.
Y tu mamà tambièn: Julio e Tenoch due diciassettenni con una gran
voglia di crescere, grazie ad una ventottenne conosciuta ad una festa
si ritrovano alle prese con le croci e le delizie del sesso. Spaccato
divertente degli approcci al sesso dal sapore centroamericano.
Per stomaci di ferro:
Kids e Ken Park due lungometraggi di Larry Clark che sbattono
in faccia una realtà dura e scomoda. Mostrano con ragazzini non
professionisti il rifugio nel sesso come ginnastica dalla inaccettabile
quotidianità. Ragazzi alle prese con incesti, autoerotismo estremo,
prostituzione e aids. Una testimonianza cruda di ciò che può voler dire
essere Kid oggi.
E tra le pieghe più nascoste della sessualità troviamo A tua sorella,
pellicola di Catherine Breillat
(regista che ha diretto anche Rocco Siffredi). La storia perturbante di
due sorelle francesi, l’una 15enne bella l’altra 13enne con problemi di
peso, che in vacanza incontrano Fernando interessato solo a rubare
la verginità delle due. Sesso, sodomizzazione e bulimia si intrecciano
senza soluzione di continuità. Buona visione!
(di Paola Filiani e Serena Paternoster)
Zappando tra un canale e l’altro si nota che di sesso se ne parla
poco. MTV è la rete che si dedica di più all’argomento con interi
programmi. C’è n’è per tutti i gusti:
Loveline, programma di una certa autorevolezza, nel quale un sessuolog
o
risponde a dubbi sul sesso. (In onda saltuariamente)Undressed, serie leggera in cui i protagonisti mettono a nudo tradimenti
,
flirt e
delusioni, in onda ogni sera alle 23.30.
Kiss&Tell, un gioco delle coppie con prove piccanti in onda tre volte
a
settimana alle 22.30.
Se poi si da un’occhiata su Odeon tv, anch’essa tv generalista, ogni
sera c’è
una trasmissione, stile Grande Fratello ma più “spartano”, dove un
gruppo di
ragazze molto “libere” sono rinchiuse da mesi in una villa riprese senza
dalla mattina alla sera tra giochi erotici e allusioni. Chi resiste e attizza veli
vince. Non male la conduttrice in studio, che ha inventato un nuovo di più
modo di
condurre che, come dire, lascia poco spazio alla fantasia!
Una chicca dal satellite: è canale Gay Tv (ha sede a Milano) che ha
anche un
sito www.gaytv.it. Ci sono vari programmi dedicati al sesso, il tutto con
un taglio
serio e ironico allo stesso tempo. Tra i conduttori più capaci Fabio Canino,
gay dichiarato, ex Iena e ora su Italia Uno. Il pubblico televisivo, essendo
satellite, spazia da tutte le nazioni compreso il Maghreb dove l’omosess sul
è molto presente ma con tabù. Ma non si parla solo di omosessualità. ualità
parla liberamente, ci si sfoga consentendo un vero spazio di dialogo Si
sulle
problematiche legate alla sessualità.
(di Ilaria Sansone)
Piccole lettrici curiose
Cresce sempre più il numero di riviste per i giovanissimi, soprattutto
di
sesso femminile. Un recente studio condotto dall’Eurispes ha evidenziat
o
come in questi periodici siano aumentati gli spazi dedicati ad amore
sesso. Un esempio è rappresentato dalla rivista Love, quella che si e
occupa
più frequentemente di eros, dedicando al tema il 31,7% delle 60 pagine
complessive. Ad essa seguono Kiss me, Top girl, Young 18, Big, Tweens,
Debby più, Cioè, Ragazza moderna, che si rivolgono a un target compreso
tra i 14 e i 21 anni. Tali riviste contengono test psicologici, consigli sul
look,
tecniche di seduzione, racconti di esperienze e pareri di esperti. Il profilo
dei
periodici non manca d’essere accattivante in tutti i suoi articoli con
continue
allusioni e rimandi al sesso.
Il ritratto delle fruitici che viene fuori da questi magazine è quello della
adolescente: attenta a ciò che fa tendenza, al mondo dello spettacolo nuova
, alla
scoperta dell’amore, ma soprattutto a una sessualità in continua evoluzion
e.
(di Maristella D’Amico, Valerio Giangrande,Claudia Iacovella, Michela
Rosa)
Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare
con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da
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bazar 11 2004
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3-4-5-6
Studenti la Sapienza
Roma - LABORATORI
– Sesso, come lo fanno le
nuove generazioni
9-10-11
Roberto Pisoni - VISIONI
– La passione di Vera
Drake
Begani
28 –Marco
LEGGERE (FUMETTI)
– Eroe suo malgrado?
Amendola
29 –Claudio
LEGGERE
(RILEGGERE) – Un
uomo(e un cane) da
marciapiede
12 Alessandro Benvenuti
30 Nancy Brilli – LEGGERE
13
31 Marcello Amoruso
14
– VISIONI (IN PILLOLE)
- Che fine hanno fatto i
registi?
Giuseppe Mottola
– VIDEOGIOCANDO – Il
buio fa paura
Caterina Gonnelli - ONDE
– L’università fa audience
15 Giulia Baldi - SINTONIE
– Rock & news
16-17
Gabriella Serusi - SCENE
– Palcoscenici arditi
18 Gabriella Serusi - SCENE
– Corpo analogico e
corpo tecnologico
19 Enrico Lo Verso – SCENE
(SALMONI) – Attore,
vendimi l’anima
21 Fabio Murru - SUONI –
(RECENSIONI) – Passato
declinato al futuro
22 Pietro D’Ottavio – SUONI
(BRILLETTURE) – Tra
Sodoma e la signora
Miniver
– NOTTE – L-ektricità,
ecomusic & jazz mood
32 Alberto Traversi - NOTTE
– Disco-risto: e si fa
serata!
33 Andrea Lisi 34
Baustelle
24 Fabrizio Gianuario -
SUONI – Diario di suoni
26-27
Ciro Bertini - LEGGERE
– (RECENSIONI) –
Peregrinazioni raffinate
– Cool, hot, old!
50 Agnese Ananasso – HITECH – Le insidie della
telefonia
51 Oliva Muratore
– ARCHITETTURE – Le
sculture abitabili
i – PICCOLI
52 Matteo Bianchin
in pancia
– Bimbo
Cammarano –
53 Valerio
SPORT – Kendo, scherma
in japan style
NOTTE
– Anima e suono
Peyretti
54 Angelita
– SCIOCCHINA – Dove
Claudio Coccoluto –
NOTTE (NOTTETEMPO)
– Notturno interrogativo
55 Valeria Cecilia – CORSI
Chiara Spegni – GUSTI
– Pizza!
56 – FENOMENI –
Chiara Tacconi – GUSTI
– Pizza, amore e
fantasia.
57 Valeria Cecilia – NET
Eva Buiatti - GUSTI
(MANGIA COME LEGGI)
– Una pizza italoamericana!
58 Guido Dolara – NOI
Lorella Scacco - ARTI
– Bellezza e profondità
59 Franco Andreucci – LORO
andremo a finire?
– Parole ed energie
Giuliano Cangiano
Antiproibizionismo, scatti e
rinascite
38-39
42
43 Luca Beatrice – ARTI – Il
più e il meno
– Eventi cult
Amoruso 23 Marcello
SUONI – Il cantiere dei
49 Giulia Premilli – AVERE
36-37
40
– Mash up
– Trainspotting
– Ridere a voce alta, bere a
bocca piena
60
di Mento – ARTI
44 –Marzia
Spazi sorprendenti
46
SOMMARIO 7
Luca Carboni – ARTI
– (SKIZZI)
Andrea Mugnaini –
47 VIAGGI
– Dietro le quinte
del Marocco
Agnese Ananasso
48 – ESSERE – To dope or
not to dope
Cristiana Scoppa –
MIGRAZIONI – Sirena latina
sulle note del bandoneon
61
Giulia Premilli – GENDER
– Professional queer
62 Mario Morcellini – CORTEI
– Il mestiere di studente
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bazar 11 2004
visioni di roberto pisoni 9
La passione di Vera Drake
Vincendo i due premi più prestigiosi all’ultimo Festival di
Venezia, il Leone d’Oro e la Coppa Volpi per la migliore
interpretazione femminile, Il segreto di Vera Drake di Mike
ha confermato il rispettoso consenso che il cinema anglos Leigh
assone
politicamente impegnato riscuote presso le giurie festivaliere.
Lo aveva già acclarato, nel 2002, il trionfo di Magdalene di
Peter
Mullan.
Storie paradigmatiche di donne ribelli che combattono
in difesa del proprio gender e di conseguenza collidono
e vengono strangolate dal potere opprimente del patriarcato
“primitivo”. Tanto era sgraziato e dimostrativo Magdalene,
quanto è caldo e accogliente Vera Drake. Ambientato nella
Londra del secondo dopoguerra, il film di Leigh è un brillan
aggiornamento del cinema storico-sociologico di derivazionete
cinema, supportato dal virtuosismo della grande scuola teatralefree
britannica.
La diffusione del fondamentalismo religioso, anche in occide
ha effettivamente ripoliticizzato i temi dell’autonomia femminte,
e la lettura marxista di Leigh è ancora vitale, anche se solo nile
come
“opposizione” al sistema. Del resto il codice legislativo britann
si dimostra meno ragionevole di qualsivoglia superstizione ico
o
credenza tribale.
La vita è la vita per Vera Drake, l’eroina working-class del titolo
– interpretata da una misuratissima Imelda Staunton:
macchina in costante movimento, Vera pulisce casa, cucina
la famiglia, accudisce la povera mamma e, quando qualcu per
no
lo richiede, assiste una gran varietà di donne spaventate che
vogliono interrompere gravidanze impreviste – missione
per la
quale non richiede mai denaro. In Inghilterra gli anni cinqua
sono ancora un periodo di sotterfugi, povertà, mercato nero nta
e aborti illegali. Ma il grigiore dei tempi, il piombo di quei
giorni viene illuminato dalla bontà di Vera, dalla sua aura di
Buona, santa, solidale. Vera
illumina con la sua positività una
storia oscura degli anni ’50. Un film
dalla natura schizofrenica
santità e solidarietà proletaria. Leigh costruisce il film come una
giustapposizione successiva di scene brevemente delineate: Vera
e il marito che vanno al cinema, Vera che aiuta la figlia a trovarsi
un fidanzato… vignette e bozzetti che varcano la linea delle classi
sociali, movendo dagli squallidi e piccoli appartamenti alle case
sontuose che Vera pulisce.
Tutto è diviso ordinatamente in due: come di consueto in Leigh c’è
una vena manichea – i personaggi egoisti sono veramente odiosi
- ma quello che stupisce di più è il modo in cui il confortevole
dramma sociale si trasformi in un raggelante “weepie” - termine che
indica il melodramma da fazzoletto. Non appena lo spazio drammatico
si amplifica e sale la musica celeste, la nostra Vera precipita, in modo
inesorabile, nella disgrazia definitiva. La sua angosciosa solitudine,
quando viene giudicata dal mondo degli uomini del potere in
parrucca e uniforme, non la salva affatto ma evoca i patimenti della
Passione di Giovanna d’Arco di Carl Theodor Dreyer. La differenza:
Vera Drake volge la passione in compassione. Ed è proprio
procedendo verso il tragico epilogo che il film di Leigh rivela la
sua natura schizofrenica e divisa: oltraggiosamente schematico e
potentemente umanista.
10 di roberto pisoni
visioni bazar 11 2004
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Un dilemma morale
Intervista a Mike Leigh
Nato a Walwyn nel febbraio del 43, Mike Leigh è cresciuto a Salford,
nel Lancaster. Discendente da una famiglia russa di religione ebraica,
Leigh deve il suo cognome al nonno paterno, che cambiò il cognome
della famiglia da Liebermann in Leigh negli anni Quaranta, a causa
delle persecuzioni razziali. Lo stesso nonno, decoratore di foto e ritratti,
trasmette al giovane Leigh l’amore per l’illustrazione e il fumetto. Ma la
sua educazione culturale viene completata dallo zio Izzy, che lo introduce
all’anarchia e alle idee socialiste, proprio mentre Leigh, ancora sedicenne,
scopre il teatro e alla letteratura.
Verso la metà degli anni Sessanta Leigh debutta a teatro. Il suo sogno è
la recitazione, ma la realtà sono gli studi e le collaborazioni con la Royal
Shakespeare Company e il Manchester Youth Theatre, che segneranno
indelebilmente il suo metodo di lavoro da regista. Leigh impara infatti
ad approfondire i personaggi insieme agli attori, durante le prove, per
arrivare solo in secondo momento alla stesura definitiva del testo.
Nel 1971 realizza il suo primo lungometraggio, Bleak Moments, che
pur conquistando il Grand Prix e il Festival di Locarno non ottiene
un’adeguata distribuzione nelle sale cinematografiche.
Fino agli anni ottanta il regista gira molti lavori per la BBC ed è proprio
grazie alla televisione che si guadagnerà una discreta fama all’estero e i
fondi necessari per realizzare altri film. Il suo secondo lungometraggio,
Belle speranze (1988), presentato al Festival di Venezia, vince il premio della
Giuria e consolida la sua reputazione di regista naturalista e sferzante.
Nel 1990 è la volta di Naked, storia di un emarginato irriducibile in una
Londra sporca ed estenuata e Palma d’Oro a Cannes per la Miglior Regia.
Altra Palma d’Oro nel 1996 per il dramma psicologico Segreti e Bugie, film
che riscuote anche un buon successo di pubblico. Nel ‘97 esce Ragazze,
mentre nel 1999 Topsy-Turvy ottiene un Oscar per la miglior sceneggiatura,
mentre l’attore Jim Broadbent vince la Coppa Volpi. Risale al 2002 il suo
ultimo lavoro, prima del successo de Il segreto di Vera Drake a Venezia.
Tutto o niente, la storia di un lungo week end della cassiera Penny e del
tassista Phil, per le strade della Londra contemporanea.
Perché ha voluto fare un film “storico” sull’aborto? Ambientarlo
negli anni cinquanta?
L’argomento è molto delicato e difficile. E anche molto attuale: in un
mondo sovrappopolato e promiscuo, l’aborto continua a essere un
tema che divide le coscienze. Ambientando il film negli anni ’50, sono
riuscito a trattare direttamente il dilemma morale, evitando però la cruda
propaganda. Inoltre io intendo solo porre domande e non trarre facili e
superficiali conclusioni.
La famiglia continua a essere il centro “politico” dei suoi film…
La famiglia è il tema che mi sta più a cuore perché è il microcosmo che
riproduce quanto avviene in grande nella società. E’ vero però che tutti i
miei film sono politici. Certo, non tratto la politica in modo
diretto e nei miei film non ci sono discussioni politiche o
uomini politici. Il segreto di Vera Drake è una metafora, una
vicenda emblematica, universale, in cui è irrilevante descrivere
molti aspetti dell’immediato mondo dei personaggi. La maggior
parte dei miei film si sono occupati dei problemi fra genitori e
figli: averli, non averli, non volerli. In questo film che ha luogo
in un momento storico in cui in Inghilterra l’aborto era per lo
più illegale, volevo mostrare le difficoltà di chi pragmaticamente
credeva che metter fine a una gravidanza non desiderata fosse il
minore dei mali. Vera Drake è una persona positiva, che ama la
vita, eppure procura aborti. Di certo non lo fa per soldi: vuole
solo aiutare le persone che ne hanno bisogno.
Il personaggio di Vera non sembra avere consapevolezza
della responsabilità di quello che compie…
Vera non decide consciamente di diventare una abortista, la
cosa evolve nel corso degli anni. Lei stessa non si considera tale
perché il suo scopo è solo quello di aiutare le donne. Imelda
Staunton ed io ci siamo trovati d’accordo sul fatto che Vera trovi
strano nascondersi perché non pensa di fare qualcosa di male.
Centinaia di donne, all’epoca, facevano la stessa cosa. Abbiamo
svolto un’ampia ricerca sull’argomento: le donne lo facevano
perché era necessario farlo.
Che ricordo personale ha lei di quegli anni?
All’epoca avevo sei o sette anni… C’è lo spirito di quei tempi
ma non persone o eventi specifici. Non è un film nostalgico
sugli anni ’50. Il primo dopoguerra, con le sue chiusure preliberali, mi sembrava il più adatto per questa storia. Con la
mia solita squadra – Dick Pope, direttore della fotografia,
Eve Steward, scenografa, Jacqueline Durran, costumista,
abbiamo dato vita a un look sporco, scuro, funzionale e
monocromatico. Nonostante l’ottimismo e l’allegria di Vera,
il film è inevitabilmente improntato su una certa oscurità, che
coincide con il mio ricordo dell’epoca. Solo nella sequenza della
sala da ballo, in cui la gente si diverte, abbiamo usato dei colori
brillanti.
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bazar 11 2004
visioni di roberto pisoni 11
Dvd - Remixing Star Wars
Suite per Haiti e
ique
Domin
nomist di Jonathan Demme
The Agro
Chi ha avuto la fortuna di vederlo nel ghetto dei “Nuovi Territori” a
Venezia 2003, non ha avuto dubbi: The Agronomist è uno documentario
diverso. Guarda da lontano i suoi omologhi con la serenità e la bellezza
di chi sta nel giusto, di chi ha trovato la lingua per dire, una forma
all’altezza del discorso. Cinema che guarda senza preoccuparsi di
essere guardato.
Recuperando materiali girati una decina di anni fa, Demme, regista
inviso al mainstream hollywoodiano per una grammatica troppo
appassionata e “politica”, ricostruisce la biografia e le imprese di
Jean Dominique, attivista nella lotta per i diritti civili e la libertà di
Haiti. Dopo aver studiato agronomia e genetica delle piante a Parigi,
Dominique ritorna nel suo paese negli anni ’60, perché “i contadini non
devono attardarsi troppo in città”, e comincia a battersi in difesa del popolo
haitiano, afflitto da analfabetismo, povertà e il regime di “Papa Doc”
Duvalier, dittatore foraggiato dai latifondisti e protetto dalla milizia
assassina dei Tonton Macoutes. Un impegno, quello di Dominique,
rivolto prima a liberare l’immaginario, attraverso la fondazione di un
cineclub ridotto al silenzio dal governo, e che poi, con “Radio Haiti
Inter”, rilancia la sfida linguistica - le trasmissioni sono in creolo e non
in francese - per una battaglia di liberazione diretta, da combattere
per strada e nei campi. Vittima di attentati intimidatori e costretto per
due volte all’esilio, la sua popolarità era tale che al ritorno in patria, nel
1986, fu accolto all’aeroporto di Port-au-Prince da 60.000 persone.
Jonathan Demme ha incontrato Dominique e sua moglie Michèle
Montas proprio nel 1986, quando si trovava ad Haiti per realizzare
un documentario sulla presunta democratizzazione del paese,
Haiti: Dreams of Democracy. Colpito dalla passione e dall’intelligenza
dell’uomo, Demme manda al diavolo i buoni propositi e decide
di realizzare un documentario su di lui. Durante la ventina di
conversazioni che i due registrano l’anno successivo, Dominique
racconta e interpreta la storia di Haiti, quella della sua vita ed esprime
opinioni sferzanti sulla situazione politica mondiale. Il film si arena per
l’incalzare degli impegni politici, ma quando l’amico viene ucciso, il
3 Aprile del 2000, Demme comincia a raccogliere il girato e lo monta
con sequenze di film su Haiti, compreso Et moi je suis belle (1962) dello
stesso Dominique. Il risultato è una suite “per un uomo e un paese” di
straziante intensità.
Il rigore, la partecipazione e la limpidezza morale della ricostruzione
garantiscono a The Agronomist lo statuto di opera moderna, nel senso
daneyano di un’esperienza che ci aiuta a “conoscere il mondo”.
Ma non sono tanto la lezione di storia haitiana o la denuncia delle
responsabilità americane a impressionare – il governo del repubblicano
Aristide e gli sforzi dell’America clintoniana di imporre una certa
stabilità politica furono sistematicamente vanificati da una gragnola
di “golpes” ambigui e sanguinosi -quanto il valore e la necessità di
condividere il corpo, il sangue e la nervosa indignazione di un uomo
che ha fatto “arrossire il volto del diavolo”.
Una sequenza su tutte: la cremazione di Dominique e le sue ceneri
sparse nelle acque del fiume Artibonite. La morte è vita quando c’è
qualcuno pronto ad accogliere un’eredità spirituale, ad “impararla” e
diffonderla.
Con La vendetta del Sith, la cui uscita è prevista per
il maggio 2005, terzo (o sesto) capitolo della saga di
fantascienza più famosa di sempre, Guerre Stellari,
il cerchio si chiuderà (forse) per sempre. Decisamente
più atteso dai fan era però il cofanetto con i primi (o gli
ultimi) tre episodi (Una nuova speranza, L’impero colpisce
ancora e Il ritorno dello Jedi). La grande questione che,
in questi mesi, ha tormentato i fan è stata: quale versione
dei film avrà scelto Lucas per i nuovi dvd? Gli originali
usciti in sala tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli
ottanta (dei quali già esistevano diverse versioni) oppure
quelle, rivedute e imbellettate di effetti digitali, uscite
nei cinema nel 1997, per il ventennale del primo film?
Ovviamente né l’una né l’altra: Lucas è partito dalle versioni
aggiornate del ‘97, per poi modificarle nuovamente. Si
tratta comunque di aggiustamenti minimi, che decorano la
narrazione e correggono alcuni effetti che oggi sarebbero
risultati particolarmente obsoleti. Si colgono in misura
maggiore soprattutto in certi sfondi. Le strade della Tattoine
dell’episodio quattro, tanto per fare un esempio, risultano
molto più popolate di quanto non fossero nella versione
originale da creature volanti e altre poco identificabili: una
scelta necessaria visto la sovrappopolazione delle stesse
strade nell’episodio uno. Ma, in fin dei conti, a parte una
maggiore spettacolarità visiva delle esplosioni di pianeti e
navi spaziali e l’aggiunta di scorci di pianeti festanti alla fine
dell’episodio sei (nell’edizione originale non ci si allontanava
dalla luna boscosa degli Ewoks) va detto che non cambia
molto. Quello che cambia, invece, è la possibilità che offre
il digitale di modificare continuamente il testo: non esiste
più un’edizione definitiva. L’autore, potenzialmente, può
rimettere mani all’infinito sui suoi film.
Anche i fan più accaniti non potranno invece criticare
la scelta di remixare l’audio e trasformarlo in un 5.1 Ex
strepitoso, che rende giustizia alle spettacolari sequenze della
trilogia, molto limitate dalle codifiche dell’epoca. L’originale
ha un passo in più, ma l’italiano è ottimo. Il cofanetto
- proposto da 20th Century Fox a un prezzo contenuto
(circa 50 euro) - comprende quattro dischi: tre per i film e
uno dedicato ai contenuti speciali, che sfiorano le 4 ore di
durata. In più, ogni film è accompagnato da un commento
audio (con George Lucas e altri membri del cast) e dal THX
Optimizer, test per regolare alla perfezione l’impianto
audio-video.
Trilogia Guerre Stellari, Box 4 dvd, Fox Video, €47,99.
DVD
12 di alessandro benvenuti
visioni.in pillole bazar 11 2004
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Che fine hanno fatto i registi?
a pensare al
In uno stato di malinconia latente mi ritrovo
i registi, li stanno
do
inan
elim
no
cinema. E mi accorgo che stan
spolpando e disossando…
Mi sono acceso una sigaretta. Un gesto automatico. Aspiro.
Butto fuori e penso: ma io non fumo! Resto a guardare quel filo
grigio e leggero che sale in cielo. Sospeso lui, sospeso io. E’ come
se ci guardassimo negli occhi. Perché l’ho accesa? Poi dal nulla
nasce un pensiero che, tradotto in parole, più o meno suona così:
vorrei ammalarmi. Son colto alla sprovvista. Quale cliente di
questa vita vorrebbe una cosa così stupida per sé?
Spengo la sigaretta e mi ritrovo addosso un bel cappottino
imprevisto di malinconia. Perché quel vestito lì se ancora si
mangia fuori, mi chiedo. E’ per le cose del mondo? E’ questo?
E’ perché mi tocca il compitino mensile di buttar giù quattro
righe per via che ho fatto una promessa per Bazar? E’ perché le
mie figlie incontrano le prime difficoltà della vita e non tutte le
affrontano con eleganza e chiarezza? Vallo a sapere. Certo se non
dovessi partorire l’articolo mi chiuderei in bagno, riempirei la
vasca d’acqua calda, mi immergerei in quel liquido e chiudendo
gli occhi me ne andrei cercando nel buio il filo di quel malessere
sottile. Ma visto che c’è l’articolo da scrivere provo a sposare
l’utile al “dilettevole”. Io parlo di cinema (o dovrei, i patti erano
questi) e film non ne vedo. Si, qualcuno in televisione, ma è
roba dell’anno prima. Un bel problema! Allora ho chiesto a Ugo
(Chiti), che avendo del tempo libero il cinema lo segue. Lui dice
che “merita” Spiderman 2 (“Bellissimo più del primo”); e poi Le
chiavi di casa (lui dice che è “notevole…persino sorprendente”);
e Mistic River (“e dire che Eastwood somiglia a un reazionario…
eppure riesce a penetrare in modo semplice e sublime il dolore
umano”). Inoltre mi rimprovera che non ho ancora preso il DVD
de Le invasioni barbariche, che lui ci ha pianto tanto. “Adesso lo
prendo e ci investo due lacrime anch’io”, gli rispondo.
In questi giorni sono impegnato in una di queste in veste di
attore. Così, documentandomi, mi sono accorto di una cosa: non
so se l’avete notato, ma la televisione (o il sistema televisivo)
pian piano sta eliminando il ruolo (o l’importanza che esso aveva)
del regista. Lo sta, prodotto dopo prodotto, spogliando del suo
significato, deresponsabilizzando, lo sta spolpando. Così si sta
oli
formando una nuova genìa di registi disossati. Chi li divora privand
ono.
di carne, muscoli e nervi e infine di idee, sono coloro che produc
I produttori. Gli sponsor. I committenti. Sono loro che fanno i
cast, decidono il look che i personaggi devono avere a prescindere
da ciò che andranno a fare, eccetera. Nessun regista o quasi (lo
stato di avanzamento dell’epidemia è più visibile in Mediaset che
in RAI, almeno per ora) sa più come si fa a far recitare un attore.in
E questi, ormai vengono scelti solo per quello che, guardandoli
faccia, presumibilmente saranno in grado, automaticamente, di i,
dare al primo ciak. Per questo, il video è invaso da esseri recitant
bellocci secondo i canoni prescritti dai veterinari dell’immaginee
che preparano, con la solerzia del venduto alla causa, il pappon
o
vitaminico da fare ingozzare al pubblico, nel cui cervello si allargan
via via le piaghe da decubito cerebrale. Basta. Tanto non serve a
niente.
Vi racconto una barzelletta! Un anziano un giorno va dal suo medico
internista: “Dottore - gli dice preoccupato - io, quando fo’ all’amore con
la mi’ moglie, sento…come dei fischi qua, dentro alla testa”. “Ma lei, il
scusi, quanti anni ha?” gli chiede allora il dottore. “Novanta!” risponde
paziente. “E icché la vorrebbe sentire, gli applausi?”.
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bazar 11 2004
videogiocando di giuseppe mottola 13
Occhio non vede, cuore
mi duole
Quando la luce comincia a calare/
talvolta mi sento un po’strano/ un
po’ansioso quando è scuro. Gli Iron
Maiden cantano bene in Fear of the Dark
la sensazione di spaventosa impotenza
che provi da solo nel buio, il Sacro Graal
dei creatori di giochi horror. In questi
titoli siamo costretti a girare in luoghi
poco illuminati, o addirittura, come in
Doom 3, nel buio pesto. Il capolavoro
di ID è l’ultimo nome nella lista di giochi
che usano l’oscurità come arma contro
di voi: dal padre dei survival horror, non
a caso chiamato Alone in the dark (Solo
nel buio), fino ai suoi epigoni, Resident
Evil e Silent Hill, che hanno battuto vie
diverse per spaventare i giocatori.
Altri giochi della lista sono Undying, la
cui trama è stata curata dal maestro
dell’orrore Clive Barker, Alien vs
Predator e System Shock. La grandezza
di questi titoli è la loro capacità
d’ingannare il cervello, dandogli a bere
di trovarsi dinanzi a un pericolo reale.
L’effetto: battito cardiaco accelerato,
sudorazione a mille, muscoli tesi, tutto
il corpo si prepara alla fuga o alla lotta
contro un nemico che non esiste. E’il
marchio dei capolavori horror. La mente
non è mai stata così fragile.
Il buio fa paura
Il nemico più spaventoso è senza volto: la tenebra.
Da Silent Hill a Doom 3, l’arte di sopravvivere
quando la luce muore.
Sangue in sala
I fan di Resident Evil non rimarranno affatto delusi nè dalla versione cinematografica, grazie ai numerosi riferimenti alle varie edizioni,
nè dagli stessi protagonisti, molto simili a quelli del gioco. Anche gli appassionati dell’horror troveranno pane per i loro denti, non solo
nella suspance, ma soprattutto nelle creature che popolano l’Alveare (i cani sono veramente terrificanti). Gli effetti speciali sono molto
curati ed è interessante notare come la scelta di utilizzare tecniche classiche non abbia nulla da invidiare alla tanto osannata computer
graphic, peraltro molto presente in tutte le inquadrature in cui è coinvolta la “Regina Rossa”. Tutte le riprese del sistema di sicurezza
sono state effettuate inserendo delle scansioni digitali di grande impatto visivo. Con Milla Jovovich e Michelle Rodriguez, questa pellicola
merita un posto nel cuore dei fan dell’horror.
Debiti con l’Aldilà?
Sulla lapide ritratta nella copertina dell’album Live After Dead, i già citati Iron Maiden (che sull’horror letterario la sanno lunga) hanno
“inciso” una breve lirica di HP Lovecraft, il primo autore che vi suggeriamo per avvicinare l’horror su carta. Fra i suoi racconti ricordiamo
The call of Cthulhu (1926), The whisperer in darkness (1930) e At the mountains of madness (1931). Se siete tradizionalisti, vi consigliamo
di leggere qualcosa di Stephen King, magari iniziando dai suoi primi successi, Carrie (1974) e A volte ritornano (1978). Se preferite le
novità, l’ultimo scrittore di grido nel genere è Clive Barker, che con i suoi Libri di sangue è stato definito il futuro dell’horror dallo stesso
King. I videogiochi di cui parliamo questo mese hanno un debito enorme – nello stile, nella trama e nell’atmosfera – nei confronti di questi
tre giganti dell’orrore.
Teste mozze o nebbia fitta?
Orrore e terrore non sono sinonimi. La paura che provi
a un cadavere decapitato è diversa da quella che tidi fronte
mentre senti strani rumori nell’oscurità. La prima scuote
sulla repulsione, la seconda su uno stato di ansia si basa
continua
e angosciante. Sono queste le due vie che hanno battuto
gli
eredi di Alone in the Dark. La prima, cosparsa di teste
mozze,
corpi in fiamme, arti spiccati dal tronco e cadaveri sfigura
ti,
è la strada della serie Resident Evil. La seconda, persa
nebbia, oppressa da rantoli e strani rumori, brulicante di nella
mostri
visionari, è il cammino della serie Silent Hill. E nel mezzo?
Undying di Clive Barker. In questo grande titolo coesist C’è
dettagli raccapriccianti (impiccagioni, decapitazioni) ono
ed
elementi di terrore psicologico (rombi di tuono, tende
dal vento, urla lontane). Ce n’è Per tutti i gusti. scosse
Anche i
peggiori...
Marte, sola andata
Anno Domini 2145: il marine protagonista del gioco atterra
su Marte per svolgere tranquille mansioni di sorveglianza in
un laboratorio; il malcapitato non ha neanche il tempo di fare
amicizia con i commilitoni che uno scienziato impazzito decide
di aprire le porte dell’inferno nei sotterranei della base, che in
pochi istanti è invasa da demoni assetati di sangue. Indovinate a
chi toccherà risolvere la situazione? La stazione marziana è così
tetra (corridoi strettissimi, cosparsi di cadaveri e illuminati da
neon intermittenti) che la presenza di mostri è quasi superflua;
l’incredibile accuratezza grafica permette ai creatori del gioco
di usare efficacemente colpi di scena (grazie a brevi sequenze
animate) ed espedienti tipici del cinema horror per spaventare a
morte il giocatore. In Doom 3 la “ricetta” per la paura è molto
semplice, ma i milioni di appassionati del gioco dimostrano che
funziona.
14 di caterina gonnelli
onde bazar 11 2004
www.bazarweb.info
logica su ETv
tifica e tecno
o in onda sul satellite: divulgazione scienmondo
Il primo Atene
della ricerca tra aneddoti
di scienza e di tecnologia, per chi ama scoprire i retroscena del
foto www.oltremara.com
Per gli appassionati
Politecnico su E Tv, in chiaro sul canale 817 della
e curiosità, tra rigore e autorità scientifica da non perdere Mondo
re, frutto di un ambizioso progetto che non ha eguali in
settemb
21
dal
avviate
,
puntate
16
di
tratta
Si
Sky.
ma
piattafor
ico di Milano ed Etv, the Technology Channel votato alla
Italia nato dalla collaborazione tra l’Ufficio Comunicazione del Politecn settimanale e in orario serale, vede protagonisti
cadenza
a
ciascuna
un’ora
di
,
puntata
Ogni
ica.
tecnolog
azione
comunic
scientifica dell’Ateneo. Introdotte da una breve presentazione
docenti, laureati illustri e i tesori dell’archivio di cinematografia
o in quattro rubriche: La Voce, un editoriale di
sviluppan
si
ico
Politecn
Mondo
di
puntate
le
Ballio
Giulio
del Rettore
dell’Ateneo; Accade al Politecnico, riprese e testimonianze
re
professo
un
da
tenuto
puntata
della
tema
sul
dimento
approfon
Il Laureato, un’intervista biografica a un celebre laureato
da eventi tenuti al Politecnico come convegni, conferenze e mostre; onale; Cinematografia scientifica, filmati e schegge dalla
professi
za
esperien
le
persona
alla
fino
ne
formazio
sua
della
sui temi
raccolta storica dell’Ateneo.
pois rossi: torna la Pimpa
Avventura e ironia a
serie di fumetti che vede protagonista il simpatico cane
Torna sugli schermi la celebre
pezzato simbolo di genuinità, fantasia, sogno e avventura nato dalla penna del giornalista
Francesco Tullio Altan e diventato negli anni Settanta un vero e proprio mito: La Pimpa,
un nome un programma, piace a tutti, grandi e piccini, forse per la spontaneità, forse per
la vita semplice che si svolge in campagna in compagnia del fedele amico Armando, una
vita ricca di eventi, incredibili viaggi tra fantasia e guai, pasticci innocenti che rendono la
serie irresistibile. Un cane dolce che tutti noi vorremmo avere e che ha conquistato non
solo l’Italia ma il mondo intero poiché le sue avventure inizialmente disegnate sul giornale
per ragazzi Corriere dei Piccoli sono state tradotte in ben sette lingue e pubblicate in 23
Paesi. La Pimpa va in onda su Rai Sat Ragazzi ogni sabato alle ore 09.00.
l universitaà
fa audience
E arriva sul teleschermo per comunicare i temi caldi
dell’Ateneo. Succede su ETv. E intanto su qualche altro canale
si va per mare, si ride con la Pimpa e si parla di guerra e pace.
Voglia di barca? C’è Sailing
Channel, per una vita a gonfie vele
Per chi ha sognato, almeno una volta nella vita, di
possedere una bella barca. Per chi nei momenti di
giramento di scatole, ha pensato di lasciare tutto e
imbarcarsi in un giro del mondo in balia di vento, onde
e sorte, anche solo. Oppure per chi è animato da forte
spirito sportivo e ama sfidare la natura e il prossimo,
e per chi trova impossibile rinunciare all’emozione di
una regata magari in pieno inverno. Per tutti questi la
tv satellitare dedica il canale Sailing Channel , rivolto
agli appassionati di vela e nautica, che ha aggiunto
al suo palinsesto il format Fishing Boat dedicato alle
nuove imbarcazioni a motore comprese tra i 6 ed i 12
metri di lunghezza. Si tratta di una rassegna di nuove
imbarcazioni di vasto impiego valutate in base alle
prestazioni e alle soluzioni adottate dai costruttori per
rispondere alle richieste di un pubblico sempre più attento
ed esigente. Ce n’è per tutte le tasche e tutti i gusti e
per chi non riesce a fare a meno dell’avventura, in senso
sentimentale, non rimane che recuperare la vecchia e
mitica serie tv Love Boat, talvolta trasmessa da qualche
nostalgica emittente televisiva locale.
(Sailing Channel irradia in chiaro dal satellite Eutelsat Hot
Bird 6 (13° est) in formato digitale ed è ricevibile anche
dagli abbonati Sky sul canale 809).
Tra guerra e pace c’è Dfense
Tv: il canale sat dedicato a Forze
Armate e Corpi di Polizia
Guerre, battaglie, rivoluzioni, disordine, in poche
parole la violenza, sono immagini all’ordine del
giorno. Per sottolineare un impegno per la pace
ecco spuntare Defence Tv, il canale sat che
cerca di valorizzare e promuovere l’impegno
delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia italiani e
stranieri per la tutela della pace e della sicurezza
nazionale. Il canale si avvale della collaborazione
del Comando Generale della Guardia di Finanza con
il quale sta realizzando una serie di documentari
esclusivi sull’attività delle Fiamme Gialle a partire
da quest’autunno. Le nuove produzioni vedranno
protagonisti anche la polizia economico-finanziaria,
la componente Antiterrorismo, i gruppi sportivi della
Guardia di Finanza e il “comparto istruzione” delle
Fiamme Gialle. Insegnare la pace non è cosa facile
ma una sbirciatina al canale può essere un aiuto.
Per maggiori informazioni www.defencetv.com.
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
sintonie di giulia baldi 15
Rock & news
La Radio
del Mondo
24 ore al giorno di trasmis
informare circa 150 milionisioni in 43 lingue diverse, per
realtà globale e di quella di persone in tutto il mondo della
uno dei più stimati servizilocale: è il BBC World Service,
dal Governo Britannico, radio internazionali. E’ finanziato
di diffondere notizie tantoma il fine di questo servizio è quello
neutrali, tanto che in mo interessanti e approfondite quanto
considerare l’unica fontelti paesi il BBC World Service si può
di notizie non manipolate
locali. Le prime trasmission
dai governi
nel 1925 da Daventry. I pro i in onde corte furono trasmesse
gra
mm
i,
poi
,
iniz
iaro
come BBC Empire Service
no nel 1932
all’Australia. Durante la Sec, all’inizio rivolto in particolare
ond
a
Gu
erra
Mo
ndi
ale
è rivolto ad un pubblico
sempre maggiore, e ha il servizio si
posizione speciale proprio
raggiunto una
nonostante tutte le censur per il fatto di fornire notizie attendibili
bellica, all’attualità, alla pole locali. Con la fine dell’emergenza
programmi educational, itica, all’economia, si sono aggiunti i
news e gli altri programmdi costume, spettacolo e sport. Oggi le
trasmesse da radio loca i del BBC World Service sono spesso
li, per le quali il servizio rap
una fonte sicura e origina
presenta
e medie praticamente in le. Dopo aver trasmesso in onde corte
World Service ha sempretutto il mondo, dagli anni ‘90 il BBC
il proprio segnale. Nel Regpiù utilizzato il satellite per diffondere
su diverse piattaforme, tra no Unito ora il servizio è disponibile
semplice per ascoltare le cui Sky Digital. Ma il modo più
è ovviamente collegarsi news e i programmi per tutti i netsurfer
ed esplorare tra le ultimeal sito internet www.bbcworld.com
interessante il mondo del notizie e gli archivi ciò che di più
offrire. Just don’t miss it, l’informazione radiofonica globale può
at least sometimes…
I suoni underground del rock confinato
nelle cantine e l’informazione
“incensurata” di una radio che trasmette
in 43 lingue diverse per 150 milioni
di persone nel mondo. Dal globale al
locale…
Underground Garage
Per qualcuno, il garage rock ha finito di esistere anni fa. Per i più attenti, invece,
il movimento ha ancora molto da dire. Se lo stile musicale risulta effettivamente
statico, praticamente immutato dagli anni Sessanta, le band attuali trovano
comunque in energia, esuberanza e stile di vita (da vere rock star) la forza per
appassionare anche le nuove generazioni, conquistare la fama e rimanere
alla ribalta. Ma solo alcune band hanno la fortuna di incidere per delle major e
avere quindi distribuzioni e pubblicità capillari. La maggior parte viaggiano con
le indie e lasciano solo ai più attenti il privilegio della propria musica.
Little Steven è certo tra questi ultimi: il leggendario chitarrista della E Street
Band di Bruce Springsteen, produttore, autore, e ora anche attore (nella serie
“I Sopranos”), da tre anni si dedica al progetto radiofonico Underground
Garage e al relativo festival, organizzato nei pressi di New York. Vero e proprio
show radiofonico di due ore, dove è possibile ascoltare i grandi classici così
come produzioni confinate nelle cantine, Underground Garage da tre anni è
un appuntamento cult per i fan del ‘garage’ rock. Non a caso, in America viene
trasmesso da oltre duecento radio. E poi da altre decine nel mondo. In Italia,
si può ascoltare in versione originale su Radio Città Futura, ogni sabato e
domenica dalle undici all’una di notte. ‘’Sono felice dell’opportunità di portare
in Italia l’Underground Garage - ha detto Little Steven in una intervista esclusiva
a Radio Città Futura - il rock commerciale non esprime più nulla da tempo, mi
sento un guerrigliero del garage movement”. Per questo progetto Little Steven
ha sfidato la grande industria discografica e il grande sistema dei network
radiofonici che producono e mandano sempre la stessa musica, proponendo
ogni notte agli ascoltatori un percorso monografico: dalla British invasion alla
psichedelia californiana, dal punk fino ai nuovi seguaci dell’intramontabile ‘On
the Road style’ di Jack Kerouac…
non rimane che cliccare direttamente su http://www.littlestevensundergroun
dgarage.com, o sintonizzarsi Sui 97.700 di Radio Città Futura.
Intanto gustatevi un assaggio delle atmosfere e delle scelte di Underground
Garage con questa playlist degli immancabili del garage rock, stilata proprio
da Little Steven
1) I Can Only Give You Everything - Them
2) I Had Too Much To Dream Last Night The Electric Prunes
3) Talk Talk - The Music Machine
4) Friday On My Mind - The Easybeats
5) Psychotic Reaction - Count Five
6) Journey To The Center Of The Mind - The
Amboy Dukes
7) One Track Mind - The Knickerbockers
(or Lies)
8) Dirty Water - The Standells
9) Open Up Your Door - Richard & The Young
Lions (or You Can
Make It Alright)
10) We Ain’t Got Nothin’ Yet - Blues Mago
os
11) Gloria - The Shadows of Knight
12) Just Like Me - Paul Revere & The Raide
rs (or Steppin’ Out)
13) Open My Eyes - Nazz
14) Liar, Liar - The Castaways
15) Have Love, Will Travel - The Sonics
16) Hey Joe - The Leaves
17) You’re Gonna Miss Me - The Thirteenth
Floor Elevators
18) Outside Chance - The Turtles
19) Don’t Need Your Lovin’ - Chocolate Watch
band
20) Midnight to Six Man - The Pretty Thing
s (or Rosalyn)
21) Night Time - The Strangeloves
22) Pushin’ Too Hard - The Seeds
23) Out Of Our Tree - Wailers
24) Don’t Look Back - Barry & The Rema
ins (or Once Before)
25) Making Time - Creation
26) No Good Without You Baby - The Birds
27) Bad Girl - New York Dolls
28) I Can’t Control Myself - The Troggs (or
Wild Thing)
29) Louie Louie - The Kingsmen
30) My White Bicycle - Tomorrow
31) I Can Hear The Grass Grow - The Move
32) Itchycoo Park - Small Faces
33) Incense and Peppermints - Strawberry
34) Double Shot Of My Baby’s Love - SwingAlarm Clock
in’ Medallions
35) Farmer John - Premiers
36) My Baby Don’t Care - The Gants
37) Sweet Jane - Velvet Underground
38) Shakin’ Street - MC5
39) Search And Destroy - The Stooges
40) Pictures Of Matchstick Men - Status Quo
16 di gabriella serusi
scene bazar 11 2004
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Palcoscenici arditi
Teatro provocazione, teatro riflessione, teatro affabulazione,
teatro sperimentazione. Quando l’ardimento incontra
la ricerca.
Quando l’uomo principale è una donna
L’identità sessuale è un’opinione?
Jan Fabre ci ha ormai da anni abituati a un teatro provocatorio, istintuale
, umorale e raffinatissimo. Lui che è uno degli artisti più eclettici e trasversa
del panorama teatrale internazionale ha sempre scelto di leggere e interpret
li
paure, delle primarie necessità fisiologiche, delle sue discontinuità psicologi are la realtà dal punto di vista dell’essere umano, delle sue ancestrali
che.
Affondare lo sguardo nella promiscuità e nella “sporcizia” è un
modo come un altro per rivendicare alla vita la sua essenziale natura
segreti torbidi dell’essere umano in poesia visiva, elegante e controlla primordiale e immanente; ma la capacità di trasformare la materia bassa e i
ta
fino
all’ultimo
dettaglio scenico, quello no, è privilegio di pochi acutissimi
rabdomanti dell’arte. Anche questa nuova produzione, Quando l’uomo
principale è una donna, nel titolo contiene già tutta l’ironia urticante
propria dei lavori del regista e coreografo belga. Fabre opta per lo svicolam
ento
dal
banale e dall’ovvio che la trattazione di un tema abusato tanto in
letteratura quanto in teatro – quello dell’identità sessuale – può generare
Unica protagonista è Lisbeth Gruwez, figura esile e inquietante che con .
la
sua
fisicità
ambigua, corrosiva e leggera occupa la scena mettendosi in
gioco. La vediamo ora stretta in un austero completo giacca e pantalon
i e subito dopo divincolarsi e liberarsene come da un limite che la opprime
sino alle viscere. La spoliazione della donna è al tempo stesso la concreta
attuazion
e della libertà e la disgregazione simbolica di tutti i confini formali
e intellettuali tra il mascolino e il femminino. Nella visione di Fabre la
in tempo prenatale ogni uomo è necessariamente parte della donna. mascolinità diviene tutt’uno con la componente femminile, se non altro perché
All’inizio della pièce, una ventina di bottiglie d’olio lasciano cadere lentamen
te alcune gocce che si raccolgono in lucide, compatte pozzanghere.
Lisbeth è intenta a mescere una pozione, un cocktail finale in cui i liquidi
mescolati producano una bevanda equilibrata e perfetta, una sintesi
come il rapporto fra uomo e donna. E mentre la ricerca alchemica continua
magica
indicare che la vita umana è immersa nella fluidità della materia organica , l’attrice-danzatrice scivola con grazia sull’olio diffuso sulla scena a
e
nella
sua fertilità. Il corpo androgino e vibrante della straordinaria Gruwez
diventa energia pura riempiendo lo spazio scenico con una voracità
animale.
L’azione scenica culmina con il parto di un oliva, apoteosi drammatica
e
sconvolg
ente di un tempo in cui l’androgino si scinde, l’equilibrio
primordiale è incrinato, e sorge la vita. E mentre i confini del corpo della
Gruwez si sciolgono nei liquidi opachi e materici, lo spettacolo corre
felicemente cristallino verso la conclusione integrato dal commento
sonoro
delle
musiche di Maarten Van Cauwenberghe.
Quando l’uomo principale è una donna di Jan Fabre, con Lisbeth Gruwez
Musiche di Maarten Van Cauwenberghe.
Modena, 6 e 7 novembre 2004, Teatro delle Passioni, via Carlo Sigonio
382. Tel. 059301880
Giulietta
Un’Alice delle meraviglie con il
disincanto di una donna delusa
Sospesa fra sogno e realtà, Malosti presenta la sua
personalissima eroina innamorata. Giulietta come Alice. È
questo l’ardito parallelo che il sempre più bravo Valter Malosti
suggerisce fra le righe per questo spettacolo dall’emblematico
titolo Giulietta. Lo spettacolo, tratto liberamente dal racconto
dato alla stampa dallo stesso Fellini come soggetto per la
realizzazione del celebre film Giulietta Degli Spiriti, è una
parabola onirica e realissima del personaggio femminile che
più di tutti evoca nell’immaginario collettivo l’immagine della
fanciulla innamorata e tragicamente sconfitta dalla vita e
dall’amore stesso.
Impedita e imprigionata, Giulietta – alias la bravissima Michela
Cescon, ormai volto noto anche al cinema e premio Ubu
come attrice – sta interrata nella pista di un circo, per tutta la
durata della rappresentazione, tenendo fuori solo il busto e
circondata da marionette-spiriti. Si tratta evidentemente di una
favola psicanalitica, contemporanea, sull’identità frammentata,
sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile e
inquietante, una moderna Alice delle meraviglie. La dolce
e spensierata ragazza oscilla nell’interpretazione felice della
Cescon fra l’incanto tutto infantile della meravigliata Alice e il
disincanto proprio della maturità ferita di una donna sposata
e poi tradita dal marito. La musica di Nino Rota, inseparabile
compagno di tanti capolavori, aiuta la voce di Michela Cescon
a ritrovare la vera voce della Giulietta sognata da Fellini.
GIULIETTA di Valter Malosti, con Michela Cescon, marionette
di Gianni Busso, musiche originali di Giovanni D’Aquila,
musiche di Nino Rota e Fatboy Slim
30 novembre - 5 dicembre 2004, Torino, Teatro Godetti, Via
Rossini, 8. Tel. 0115169412
t
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bazar 11 2004
scene di gabriella serusi 17
La peste
Il dramma di esistere è
raccontare
Certo la
vita non può essere intesa come
snocciolarsi delle ore davanti agli occhi un’inesorabile
dell’uomo.
L’esistenza umana è qualcosa di incredibilm
complesso e impenetrabile soprattutto quanente
è costretto a confrontarsi con l’altro da sé. do il singolo
all’uomo non giunge sempre da lontano, Ma la minaccia
dentro l’anima stessa di ognuno di noi, a volte abita
malato di ogni essere vivente. La realtà in fondo al cuore
sembra raccontarci
ogni giorno più sfacciatamente che il vero
divora la psiche e il corpo dell’uomo è unatarlo che
minacciosa e virulenta di quella che trasfo patologia più
fratelli in nemici giurati. Questo il senso rma i nostri
romanzo-saggio La Peste scritto nel 1947profondo del
e considerato uno dei testi più importanti da Albert Camus
e significativi
dell’esistenzialismo filosofico.
Tutti ricorderanno le grandi personalità
– Rieux, Padre Paneloux, Tarrou, Castel dei protagonisti
– intenti a
dibattersi ciascuno a suo modo con il dram
peste abbattutasi sulla città di Orano che ma della
e concretissimo per una appassionante è luogo astratto
senso dell’esistenza. Gli innumerevoli e riflessione sul
temi della vita e la morte, del linguaggio,sempre attuali
dell’amore, dell’amicizia, dell’impegno, della scrittura,
del bene e del
male affrontati ne La Peste, ritornano anche
fedele versione teatrale di cui Claudio Longhin questa
i ha firmato la
regia. In questa pièce che colpisce per la
dei personaggi e la capacità di Longhi di coralità scenica
dell’intento affabulatorio e narrativo del riappropriarsi
legge in controluce la necessità stringentetesto di Camus, si
di far chiarezza sul senso della vita. Resist e appassionata
e politicamente è la nuova parola d’ord ere eticamente
ine, anche
quando il muro dell’incomunicabilità oscur
si profila all’orizzonte l’avvento di una nuova la mente e
ncriminabile, la peste. La città di Orano a patologia
utta la sua astratta concretezza è il luogoriproposta in
dell’educazione e della crescita umana simbolico
assume i toni paradigmatici di un testa ae lo spettacolo
testa fra uomo e
destino.
A PESTE, regia e drammaturgia di Claud
io Longhi,con
ranco Branciaroli, Warner Bentivegna, Gabr
iella
Zamparini, Bob Marchese
1- 21 novembre, Torino, Cavallerizza Reale
, via Verdi 9.
el. 0112481790
eriali ore 19.30; domenica ore 15.30, www
.teatrostabile
orino.org
Madre e assassina
Quando la follia di un gesto estremo capovolge
l’ordine delle cose
Teatrino Clande
stino ha scelto in questo nuovo lavoro
dell’animo umano per metterne in luce gli aspetti più di inabissarsi ulteriormente nelle pieghe
madre, per natura amorevole e premurosa a uccidere folli e incomprensibili. Cosa spinge una
tanto estremo quanto inammissibile razionalmente è i suoi due bambini? La follia di un gesto
lo spunto scenico per indagare la realtà al
di là delle logiche e delle consuetudini. Protagonista assolut
a della pièce è Maddalena Sacer,
una donna normale, madre di due bambini che in un
un’azione irreparabile l’ordine delle cose e del mondogiorno di ordinaria follia capovolge con
. L’amore diventa odio, e l’affetto si muta
in gesto omicida. Perché? La spiegazione non viene data
rappresentazione, non si assiste a una ricostruzione logicanel corso dello svolgimento della
dei fatti per giustificare la crudeltà
immotivata. Ogni momento è raggelato in una normal
dietro gli sconvolgimenti psichici della donna. Il tragicoità che pare esplodere puntualmente
e il sublime teatrale abitano il punto
di rottura generato fra i due estremi temporali del “prima
Assassina ci racconta in modo semplice un dramma che ” e del “dopo” il misfatto. Madre e
esplode ci ricorda, con impietoso realismo, di come il si annida in mezzo a noi, che quando
nostro potere sulla vita sia vano. La
sperimentazione corposa sull’uso dell’immagine elettron
a creare una messa in scena in forma di fantasmagoria, ica e delle proiezioni video contribuisce
di immagini proiettate è centrale per la comprensione dove l’illusione prodotta attraverso l’uso
stesso elemento di continuità della ricerca formale di dello svolgimento dei fatti ma è al tempo
Teatrino Clandestino.
Teatrino Clandestino, Madre e assassina di Fiorenza Menni
e Pietro Babina, video di Pierpaolo
Ferlaino, con Fiorenza Menni, Angela Presepi, Barbara
12 e 13 novembre 2004, Bologna, Arena del Sole, via Folchitto.
Indipendenza 44. Tel. 051.2910910
www.arenadelsole.it, www.teatrino clandestino.org
Come un cane senza padrone
foto di Simona Diacci
Tragedie consumate ai margini della realtà teatrale
In attesa di vedere arrivare sui palcoscenici italiani L’ospite, atto
conclusivo di uno studio teatrale dedicato dai riminesi Motus a
Pasolini, si approfitti assolutamente della possibilità di assistere a
questo Come un cane senza padrone, progetto scenico originato dalla
lettura del romanzo pasoliniano rimasto incompiuto “Petrolio”. Nella
trasposizione teatrale tornano gli elementi salienti del testo: la durezza
delle periferie romane, il grigiore della quotidianità, gli sguardi spenti
dei bambini ai margini delle strade, la chiusura gretta di un mondo
– quello borghese – sempre condannato e criticato dallo scrittore. Su
tutto aleggia algida e implacabile la voce di Emanuela Villagrossi che
mentre legge una dopo l’altra le parole di Pasolini ci srotola davanti
sogni frantumati dei protagonisti, i loro più nascosti desideri, le loro i
prigioni mentali. Come al cinema, le immagini scorrono e lentamente
il pubblico viene catturato dalle vicende torbide connesse all’affare
ENI, ennesimo esempio di una storia italiana inquinata e contraffatta
dai poteri e dalle ingiustizie.
La scenografia fatta di muri scrostati, carcasse automobilistiche,
anfratti metropolitani, ora echeggiati dalla voce, ora resi materia viva
del teatro, illuminano un mondo cupo e disequilibrato dove ogni cosa
è ridotta a caos puro e inorganico. Una grande prova d’attore che
riconferma i Motus come una delle compagnie italiane più lucide e
mature.
Da non perdere!
MOTUS
COME UN CANE SENZA PADRONE, di Enrico Casagrande e
Daniela Nicolò, con Dany Greggio e Franck Provvedi, voce narrante
Emanuella Villagrossi
29- 30 novembre e 1 dicembre 2004 Ex- Italsider di Bagnoli (Napoli)
nell’ambito della rassegna “Petrolio” curata da Mario Martone per
il Teatro Mercadante di Napoli (Piazza Municipio, 1 Napoli. Tel.
0815513396)
18 di gabriella serusi
scene bazar 11 2004
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Corpo analogico e corpo tecnologico
La danza si muove tra video-arte, pittura,
sperimentazione sonora. Le nuove frontiere del corpo
viste dalla direttrice di Interplay e Contrappunti
i e
Fra virtuosismi atletici e impiego di nuove tecnologie, fra vecchi formalism
continuo
promettenti intuizioni espressive, l’universo della danza contemporanea è inle difficoltà di
movimento. “La danza italiana cerca di cambiare coraggiosamente pelle, affiorano
Casorati,
trovare fondi, finanziamenti e teste illuminate che ne sostengano lo sviluppo”, dice Natalia di danza
giovane e testarda direttrice artistica di “Interplay” e “Contrappunti” (due festival
economiche
contemporanea nati e cresciuti a Torino, da poco unificati – anche per ragioni
tazione
rappresen
la
per
i
different
luoghi
di
ricerca
la
e
mo
nomadis
del
spirito
lo
- dove
parliamo
Ne
te).
consolida
ormai
ie
compagn
e
ti
emergen
gruppi
cielo
unisce sotto lo stesso
con lei:
Quando e come sono nati “Interplay” e “Contrappunti”?
ricerca che
Il Festival Interplay è nato con l’intenzione di mettere in scena la danza di acustico,
sonoro,
,
musicale
L’aspetto
vivo.
dal
musica
la
con
avesse uno stretto legame
zanti.
o paradossalmente la sua assenza, è stato da sempre uno degli elementi caratteriz
che dal ’99
Contrappunti è nato nel 1994 come rassegna di danza contemporanea
ciazione
viene presentata insieme con VIDEO.IT, manifestazione organizzata dall’Asso
giovani
di
e
video-art
di
onali
internazi
e
nazionali
ni
produzio
le
ArteGiovane, che raccoglie
presenta
artisti organizzata in collaborazione con la GAM di Torino. Quest’anno il festival , una
secondo il suo spirito originario, spettacoli in teatro con compagnie più affermate
in giro per
serata animata da un coreografo decisamente conosciuto, i Blitz metropolitani coreografi;
giovani
con
sera,
alla
sia
io
pomerigg
al
sia
”,
Nomadi
la città utilizzando “Palchi
ne di
un laboratorio organizzato sul territorio con performance finale e infine la produzio
uno spettacolo.
Con quale criterio selezioni le compagnie ospiti?
al progetto.
Ricevo materiali dalle compagnie giovani o affermate che vogliono partecipare fonte di
I festival ormai numerosi sul territorio nazionale restano però un’importante
a Rovereto
approvvigionamento. Armunia a Castiglioncello, Enzimi, Orienteoccidente tappa che
una
è
Ravenna
a
pelle,
in
Lavori
ma
oranea
contemp
danza
della
cult
luoghi
sono
nno le
non manco mai di visitare. Vi si trovano i giovani esordienti, quelli che forse diventera
ancora avuto
compagnie di domani, quelli che io chiamo “i sommersi”, perché non hanno
o.
riconoscimenti ufficiali ma sono detentori del vero potere innovativo dello spettacol
transitati
sono
ati
apprezz
e
seguiti
ente
attentam
gruppi
molti
oggi,
a
1994
Dal
per i tuoi festival, me ne ricordi almeno qualcuno?
suo valore
Per esempio gli MK, una compagnia di Roma oggi molto rispettata per il ia Artipigri,
innovativo, i Kinkaleri di Firenze, la coreografa Monica Francia della compagn
Sosta Palmizi, Nigel Charnock, Roberto Castello, e molti altri con cui continuo a lavorare. ente
La danza contemporanea si è emancipata dai vincoli del linguaggio unicam
ve come la
corporeo e si è aperta alle contaminazioni con altre forme espressi
afi alle
video-arte, la pittura, la sperimentazione sonora. Dai grandi coreogr
è secondo
Quale
e.
direzion
questa
in
i
maggior
sempre
sono
imput
gli
leve
nuove
te il valore di queste collaborazioni interdisciplinari?
una delle
Quest’anno con la definizione “Il rumore della danza” , il “SUONO” diventa
generazione
presenze dominanti degli spettacoli ospiti, denominatore comune di una
maggior
cresciuta nella musica digitale e immersa nella quotidiana “rumorosità”. Nella
a, ed
elettronic
matrice
di
più
lo
per
vivo,
dal
eseguita
sarà
musica
la
parte degli spettacoli
azioni
entrerà in stretta relazione con lo spazio. L’aspetto più interessante di queste contamin
un pubblico
espressive sta nella potenzialità offerta da due linguaggi che si rivolgono a io e che va
pomerigg
al
d’arte
mostra
una
visita
che
quello
–
ricettivo
e
duttile
più
sempre
no abbiamo
a teatro la sera – proprio perché condivide lo stesso universo visivo. Quest’andella soundprodotto uno spettacolo nato dall’incontro di un giovane esponente italiano è distinta nel
art, Paolo Piscitelli e di una giovane coreografa torinese Barbara Uccelli che si dell’arte tout
tempo per la sua ricerca nella danza. È un tentativo di ampliare gli orizzonti
court, il pubblico giudicherà i risultati.
a la
Quali sono le difficoltà con cui la danza si scontra in Italia? E come è cambiat
situazione nella città in cui lavori?
tantissimo a
In Italia le compagnie di danza – sia giovani sia più conosciute – faticano europei o a
paesi
certi
di
quelle
a
rispetto
minime
oni
sovvenzi
sopravvivere, ricevono
per andare
quelle date negli Stati Uniti. I ballerini devono inventarsi mestieri “improbabili”
Ecco perché
avanti e spazi di lavoro strappati con i denti. Questo penalizza studio e ricerca. facendo dei
i gruppi italiani appaiono a volte meno competitivi di quelli stranieri. Si stanno Cultura, il
timidi ma costruttivi passi, anche a Torino, grazie all’impegno dell’Assessore alla
anno
professor Fiorenzo Alfieri, che è un grande appassionato di danza. Forse tra qualche à.
vedremo reali cambiamenti dove adesso si individuano segnali di apertura e sensibilit
Da non perdere a Torino
Nell’ambito di VIDEO.IT, rassegna
contemporanea di video d’artista, danza,
musica (sesta edizione) il Gioco dell’assurdo
– il corpo ludico. Fino al 23 novembre,
organizzato da Arte Giovane, il lavoro in
prima nazionale è realizzato in tandem
dall’artista visivo Marcello Maloberti
e dalla coreografa Paola Bianchi. L’Ass.
Mosaico cura gli eventi di danza. Sulla
scia di intendere il video come centro di
interdisciplinarietà, l’opera è stata voluta
come collaborazione tra un video artista
e una coreografa e rappresenta un punto
di partenza nuovo per trasmettere il
patrimonio acquisito dalle edizioni passate
di VIDEO.IT.
Scritta sull’acqua
Arriva a Milano, dopo la consueta
tappa al festival di Venezia, la danza
secondo quella che è ormai considerata
da tutti una delle grandi maestre della
contemporaneità.”Scritta sull’acqua”, per
Carolyn Carlson è Venezia, una città
che, come la vita stessa di ognuno di
noi, è affascinante, evanescente, difficile
da comprendere. Con il suo nuovo
spettacolo, l’artista americana sceglie un
luogo che tanto ha significato per la sua
vita professionale. Writings on water è “un
omaggio al nostro misterioso passaggio attraverso
l’esistenza”. Una scenografia zen e la musica
di Gavin Bryars, scritta per lo spettacolo,
accompagnano la danza della Carlson. Per
scivolare sulle acque di una magica Venezia
di ieri e di oggi.
Writings on water, coreografia e
interpretazione Carolyn Carlson, musica
Gavin Bryars, costumi Alberta Ferretti,
prologo filmato Peter Knapp, immagini
video Roberto Castello.
Milano, Teatro Studio, 16 novembre 2004,
www.piccoloteatro.org
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
scene.salmoni di enrico lo verso 19
Attore, vendimi l’anima
Da un giovane attore-studente cosa può aspettarsi lo
spettatore? Non la tecnica, ancora instabil
e. Ma l’emozione
della meraviglia.
Cara Eugenia,
tempo fa ho visto al teatro Anfitrione di Roma dei saggi di
una scuola di recitazione. Quando si va a vedere
uno spettacolo ci si siede e mentalmente si rivolge una richies
STUPISCIMI. Si è lì con la buona disposizione a farsi soggiota, quasi imperiosa, al mattatore. Sempre quella:
meglio. Ma agli spettacoli delle scuole è diverso, si è più gare dal mito, che se poi ha superato i 70 è ancora
di guardare ancora di più dentro l’attore, come se in cambiocomplici, indulgenti, apparentemente. In realtà si cerca
almeno, venderci l’anima. Bisogna capire perché stia lì, cosa della tecnica che ancora non possiede appieno possa,
sta pensando, è teso o tranquillo, si sforza o prova piacere,
gigioneggia? DI GIA’ ?? Ma soprattutto: un giorno, sarà qualcu
Non si può negare, ci sono dei momenti imbarazzanti, note no?
anche dei momenti assolutamente appaganti. Dei torrenti stonate, voci strozzate, gestualità da asilo nido. Ci sono
di energia che, inaspettatamente ti si rovesciano addosso.
Non te lo aspetti. Stai già pensando che forse non era la serata
Salda, sicura e tu hai già un paletto fra i polmoni, non riesci adatta per uscire e… ti si piazza una colonna in scena.
Non voglio fare nomi. Non mi piace e tradirei lo spirito dela deglutire e ti si blocca il respiro.
sicuro che risentirò quella voce e rivedrò quella bellissima teatro e del lavoro in una scuola se lo facessi. Però sono
un aspetto tecnico in più che da un lato opera una selezio figura sulla scena. E’ vero, forse, il canto, la musica hanno
ne, anche se ampia, alla base. Chi trova il coraggio di cantare
su un palco di solito lo sa fare. Così il saggio di cui sto parland
riascoltare canzoni più o meno note con un paio di notevo o è stato sicuramente una piacevole serata passata a
lissime punte verso l’alto. I pezzi recitati mi davano l’idea
che venissero presentati giusto per far piacere a chi tra i “corsis
Recitare non è cantare, ci vuole quel qualcosa in meno che ti” volesse cimentarsi con la recitazione.
ti fa andare sul palco indifeso accettando di esserlo. Solo
così, nudo, puoi giocare e ribaltare tutto a favore dello spettac
di canto della scuola che si esibiva (un po’ fuori luogo data olo in cui ti trovi. La serata veniva chiusa dall’ insegnante
la serata), in un vero e proprio concerto avvalendosi
della coreografia acrobatica e strepitosa di 5 ballerini che avevan
sguardi, intese, complicità. Tutto ciò che mi aspetto di vedere o un gioco di squadra semplice e bellissimo, fatto di
in teatro.
Caro Enrico,
ogni volta mi stupisco delle affinità che legano i nostri due
sorprendere, e non vado in cerca di prestazioni eccellenti modi di guardare le cose. Anche a me piace lasciarmi
emotivi. Credo infatti che sia nel sentimento della meravio esibizioni riuscite ad arte, ma piuttosto di piccoli shock
glia che accada quel magico momento che è la conoscenza:
proprio attraverso l’allentarsi della morsa della veglia intellet
tuale e la conseguente sospensione del giudizio si
vive una emozione pura che per un attimo, trovandoci ignora
nti, vuoti e disposti, ci fa fare una esperienza nuova,
arricchendoci. Mi viene da dire che nel sentimento della meravi
spinge più forte del pregiudizio, cioè della paura, e ci fa vedere glia si crea una breccia, come quando la curiosità
cose inaspettate.
Mi piace che ti sporgi a guardare le anime, gli ignoranti, i
goffaggini, le acerbità. Perché è in questo sguardo benevo ragazzi. Mi piace che trovi belli anche i loro difetti, le
lo e affamato, in quelle stesse capacità premature che c’e’,
tutta la sua potenza, la possibilità di crescere.
in
E comunque sappi che noi spettatori vediamo le stesse fragilit
voi avete un’anima, un chiaroscuro, un’alternanza di qualità à anche guardando voi grandi interpreti. Perché anche
di prestazione. Come ogni essere umano.
Ciao, amico.
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
suoni.recensioni di fabio murru 21
uroato con il rivoluzionario sistema 5.1
fut
al
to
na
cli
de
ato
ss
Pa
pass
del
essi
Jean Michel Jarre ripropone i succ
.
anni ’40 con uno sguardo contemporaneo
surround sound. Gianni Coscia rivisitaseglicon
sonorità contaminate.
Battiato recupera un antico testo cine
Franco Battiato
Dieci stratagemmi
Sony Music
La sempre attenta e accurata ricerca
linguistica di Franco Battiato sfocia
stavolta in un nuovo lavoro il cui
titolo si ispira all’antico testo cinese
di tattica e strategia militare “i 36
stratagemmi”. Il cantautore continua
il suo viaggio tra musica colta,
canzone, musica etnica, sinfonica e
operistica approfondendo la ricerca
dei testi con il rinnovato sodalizio
con il filosofo Manlio Sgalambro,
che già l’aveva affiancato nell’album
Ferro Battuto del 2001. Qui Battiato
scandaglia anche nuovi scambi
artistici cantando alcuni brani con
la cantante giapponese Kumi C.
Watanabe, con Cristina Scabbia dei
Lacuna Coil e con i Krisma di Maurizio
Arcieri. Ed esplora gli impervi territori
della poesia cinese del IV secolo a.C.
e quelli sofisticati della letteratura
settecentesca attraverso il testo di un
anonimo del ‘700.
Rem
Around The Sun
Wea
lavoro
Chi spera di trovare nell’ultimo mur o
di Stipe e compagni i Rem di Mur
qualsiasi
Automatic For The People o unamente
gemito di rock rimarrà profond tempo
deluso. I Rem ormai da qualcheverso un
hanno spostato le loro sonorità erà ai
pop d’autore che forse non piac
chi invece ha
vecchi fan del gruppo ma, perper tutti i loro
apprezzato il cambiamento e
e l’album
nuovi fan, Around The Sun è forsro molto
migliore degli ultimi anni. Un lavo
ti elettronici e
curato, sonorità e arrangiamenbuon livello e
soprattutto una produzione di buona qualità,
molto ricercata. I testi sono di
una doppia
a sfondo politico ma spesso con
sempre in
chiave di lettura. Stipe li cantasua fantastica
maniera eccelsa ma anche la più, si è
voce rock sembra non esserci e di musica
trasformato in un grande cantant acità del
internazionale. La classe e la capinalterate,
gruppo di suonare sono rimaste vi Rem
eppure quello che manca ai nuoci ha fatto
è quell’emozione viscerale che c’è più.
innamorare di loro. La magia non
Jean Michel Jarre
Aero
WEA
E’ un pioniere della musica elettronica
da oltre 20 anni e il suo percorso
artistico ha ispirato intere generazioni di
musicisti e artisti. Aero è l’ultima tappa
di questo viaggio nella sperimentazione
elettronica, con il quale rivoluziona
ancora il modo di fare musica.
L’album infatti è il primo al mondo
completamente costruito, nota per nota,
in 5.1 surround sound, per la gioia dei
milioni di possessori di un sistema home
theater. L’album contiene i suoi più
grandi successi, tre brani nuovi e alcuni
interludi. Ascoltando Aero ci si sente
proiettati “dentro” la musica, come se
ci avvolgesse tra le sue note, perché
spostandosi dai due canali stereofonici
ai 5.1 di Aero, la musica assume
una nuova dimensione. Realizzato
completamente da Jarre, anche nella
parte tecnica dell’audio, il lavoro è
pubblicato sia in dvd 5.1 surround
sound sia in cd super stereo per
accontentare anche chi non possiede
ancora un home theater.
Gianni Coscia e Renato Sellani
Galleria del Corso
Giotto Music
La fisarmonica di Gianni Coscia e il piano
Sellani per un lavoro dedicato agli anni ’30di Renato
e ’40.
Gianni Coscia non ama definirsi fisarmonicis
preferisce che si dica di lui che è un “mus ta,
la fisarmonica”, perché se il fisarmonicistaicista con
strumento il fine, lui ne fa solo il mezzo. Il fa dello
suo fine
resta la musica, come quella di questo nuovo
con le note temperate di quegli anni rivisita disco,
la freschezza di uno swing tutto italo amer te con
Un cd pieno di improvvisazioni, realizzato icano.
e dedicato alle musiche di quei decenni dal vivo
in cui tutti
i musicisti e i personaggi della musica legge
gravitavano intorno alla Galleria del Corso ra
a Milano.
Ecco brani come Polvere di stelle, Non dimen
le mie parole o My funny Valentine che recup ticar
una nuova linfa vitale e ad ascoltarli torna erano
no attuali
e vividi, in un’esecuzione emozionante che,
se pur
seria e disciplinata, mostra guizzi gioiosi
e ironici.
Deep Purple
Rock Review 1969/1972
BMG
nei negozi
Dal catalogo infinito della BMG esce
volta dedicato
un nuovo prodotto in dvd questa , i Deep
a uno dei mostri sacri dell’hard rock le cui
Purple. Un dvd senz’altro molto bello
o curati.
immagini, e il suono, risultano molt
documento
Da un punto di vista storico è un
a della
importante perchè ripercorre la stori
Deep Purple
band dall’album quasi di esordio discografico
In Rock. Perché il vero debutto “Mark I Line
a nome del gruppo, il classico es Of Deep
Up”, avviene nel 1968 con Shadrock. Solo
Purple, un album di progressive gruppo
successivamente, con l’entrata nel a la
di Ian Gillan e Roger Glover si form un
mitica mark II line up. Il gruppo, dopoFor
ultimo album progressive, Concerto
verso l’hard
Group And Orchestra, si indirizza
rtante
rock per vivere la sua storia più impo del
enda
ed entrare per sempre nella legg p Purple In
rock. Ed è nel 1969 che esce Deel’evoluzione
Rock. Il dvd ci mostra fedelmente registrazioni
sonora del gruppo fino alle ultime Lord,
del mark II line up con Blackmore,
oci i Deep
Paice, Gillan, e Glover, mostrand izioni live.
Purple nelle loro straordinarie esib qualità
Un vero muro sonoro potente e di rock è
eccelsa come forse nessuna banddvd è
riuscita a ripetere. Altra chicca del
ente
un’intera sezione dedicata esclusivam
straordinari
a Ritchie Blackmore, uno dei più
chitarristi rock di tutti i tempi.
22 di pietro d,ottavio
suoni bazar 11 2004
www.bazarweb.info
Eventi cult
Nick Cave
Le melodie scarne e oblique di Nick Cave, i senti
frastagliati delle canzoni di Paolo Conte. E l’eveneri
to musicale
che riempirà Roma con nomi grossi e concerti a sorpr
esa…
Il tenebroso artista australiano è uno
che divide: c’è chi lo considera un genio della musica,
e chi pensa sia in fase di stanca. E Nick Cave divide
anche il suo ultimo lavoro in due… dischi distinti, ma
riuniti in una unica confezione: Abattoir Blues/The
Lyre of Orpheus. Persino il suo tour italiano è… diviso
in due concerti: all’Alcatraz di Milano e al Sashall di
Firenze a fine mese. Il “doppio” Nick, allo soglia dei
cinquant’anni è sempre più legato all’Inghilterra (vive a
Hove, a pochi passi da Brighton), non lavora più con
Blixa Bargeld (fondatore con Cave dei Bad Seeds,
oggi più concentrato sugli Einsturzende Nuebaten),
ha un figlio di 13 anni e dal 1988 ha chiuso con la
droga. L’interesse per la letteratura moderna e classica
è costante e si fa sentire con richiami a Nabokov,
Dylan Thomas, Saffo e Orfeo distribuiti nei due dischi.
Più che “doppio”, quindi, Nick è oggi un uomo e un
artista che ha trovato una sua armonia (non soltanto
musicale…), una dimensione in cui l’ispirazione arriva
anche se ormai le situazioni estreme sono lontane. Il
mondo di Cave quindi è ricco di suggestioni legate al
suo inconfondibile stile “maudit”, tra blues, melodie
scarne e oblique, ritmiche che ruzzolano con estrema
eleganza, ma non mancano esplorazioni per altri
territori sonori, a partire dal ricorso ai cori gospel. E
non c’è dubbio che con questi ingredienti il concerto
del grande artista saprà regalare emozioni e musica
d’autore di alta qualità.
29 MILANO, Alcatraz
30 FIRENZE, Sashall
info: 0253006501
STEVE
COLEMAN
2 ROMA, La Palma
WAYNE SHORTER
3 ROMA, Auditorium Parco della Musica; 12
PIACENZA, Teatro Comunale
RAIZ
4 PISA, Metarock; 5 TREZZO SULL’ADDA (Mi), Live
Music; 6 ANCONA, Barfly; 24 PESCARA, Floor Mega;
26 TREVISO, New Age.
FRANCESCO GUCCINI
5 ROMA, Palaeur
PROZAC +
5 VICENZA, La Gabbia – 13 REGGIO EMILIA, Tempo
Rock
FIORELLA MANNOIA
6 ROMA, Palaeur
KEITH JARRETT
7 ROMA Auditorium Parco della Musica
THE SERVANT
15 MILANO, Rolling Stone; 16 ROMA, Qube; 18
TREVISO, New Age
PGR
17 TORINO, Hiroshima; 21 ROMA, Qube
KD LANG
22 MILANO, Teatro Manzoni
DESMOND DEKKER
27 VICENZA, La Gabbia
STING
30 MILANO, Palalottomatica
Conte
Paolo
ambientati in anfiteatri,
L’avvocato di Asti quest’anno ha “distillato” pochissimi concerti, rari eventi
un intenso tour che farà
auditorium, ville storiche e teatri di pregio. Ma ora Paolo Conte riparte con ed Europa, fa tappa in
conoscere le canzoni del nuovo album “Elegia”. Il lungo viaggio, tra Italia
ospita l’attesa première. L’
scenari teatrali di grande fascino, a partire dal Verdi di Firenze, che il 23
Paolo Conte nella sua
“Uomo del Mocambo”, tra gli alter-ego dell’artista quello che più ha guidatofantasmagorica trasvolata
nuova
straordinaria esplorazione dei luoghi dell’ “altrove”, è pronto per una
Un viaggio “Sotto le stelle
a bordo di un “Aguaplano” tra verdi milonghe e scenari del “Sudamerica”. da tempo apprezzata
del jazz” e lungo i sentieri frastagliati della miglior canzone d’autore italiana,
come alla Carnegie Hall di
anche all’estero: Conte è una star da tutto esaurito all’Olimpya di Parigi
rde”… anche se il
New York. Per tutti questi motivi quello di Paolo Conte è un concerto “sempreve
Grazie a quel capolavoro
colore che ha portato fortuna al cantautore piemontese è un altro: “Azzurro”.a pensare che prima o poi
scritto più di trent’anni fa per Adriano Celentano, l’avvocato di Asti cominciò
dopo il successo anche come
avrebbe mollato arringhe e codici. Una “causa” vinta negli anni Ottanta, Conte riapre nei concerti.
interprete di “Bartali” o “Un gelato al limon”, altre gemme del forziere che
noi”, “Hemingway” o “Via con
Un forziere che fatica a contenere altre pietre miliari come “Genova per
me”… oltre alle nuovissime gemme di “Elegia”.
23,24 FIRENZE, Teatro Verdi
25,26 BOLOGNA, Teatro Medica
info: www.paoloconte.it
Euro Awards
Mtv
Uno show planetario, con i tempi della musica dal vivo che si mescolano a quelli televisivi: stanno
per arrivare gli MTV Europe Music Awards, forti di un autentico parterre de roi (Eminem, Beastie
Boys, Franz Ferdinand, Maroon 5, Nelly, Gwen Stefani e molti altri ancora). L’appuntamento e’
fissato per il 18 all’ippodromo di Tor di Valle a Roma, che per l’occasione si trasformerà in un
villaggio ultratecnologico. La superstar è senz’altro Eminem, che farà di tutto per shockare
anche il pubblico di Roma, con una performance esclusiva del suo nuovo singolo, Just Lose It,
anticipazione di Encore, il nuovo album in uscita il 15 novembre. Sul fronte dell’hip-hop bianco
anche i Beastie Boys che hanno più volte “riletto” il rap negli ultimi 23 anni. Nel loro set, carico
di energia e ironia, non mancherà Ch-Check It Out, dal loro ultimo album To the 5 Boroughs. In
primo piano anche i Franz Ferdinand, nuovi eroi del circo rock grazie soprattutto al singolo Take
Me Out. Per l’Italia le nominations sono andate ai Linea 77, gli Articolo 31, Elisa, Tiziano Ferro e
Caparezza, e ben 5 candidature vanno agli Outkast, come miglior gruppo, miglior gruppo r&b,
miglior canzone, miglior video e miglior album. Ma la cittadella sulla via del Mare non sarà l’unica
location dell’evento: per una intera settimana la capitale sarà “impollinata” da Mtv Pollination
Music Week, ovvero una serie di concerti a sorpresa (comunicati ogni giorno via sms) che
culmineranno con un evento speciale il 17.
18 ROMA, TOR DI VALLE
info: www.mtv.it
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
suoni di marcello amoruso 23
Tra musica, visioni e letture, i Baustelle
recuperano una tradizione che affonda
le radici nei ’60, ’70 e ‘80. I suoni
dell’elettronica contemporanea e due
voci da non dimenticare
Innanzitutto due voci che lasciano il segno: quella avvenente
e impetuosa di
Rachele Bastreghi e quella calda, sobria e profondamente wave
Bianconi. Dal sound traspare sempre un certo tono tra malincodi Francesco
L’ascolto dei Baustelle è un salto nel candore ovattato e sereno nico e volitivo.
Baustelle è una parola tedesca, ma sembra francese e se la leggi del passato.
potrebbe divenire un composto surreale di bau e stelle, di un in italiano
alle stelle: in realtà vuol dire “lavori in corso”, “cantiere”. Sonocane che abbaia
vengono da Montepulciano, anche se il campo di battaglia è quattro e
stato Siena,
durante gli anni universitari.
La loro musica racchiude un immaginario composito, dove i
’60, i ’70 e gli
‘80 si mostrano nelle diverse sfaccettature soniche, visuali, letterari
dei grandi consumatori di musica, di visioni, di arti in genere: nei Baustelle e. “Siamo
mondo di riferimenti”. È così che Fabrizio Massara, supporto elettronc’è tutto un
ico del
gruppo, definisce lo spiccato citazionismo della loro musica.
Citazione come
pretesto, mai come obiettivo, inserita nella narrazione degli splendid
i testi
come elemento circostanziale, elemento del quotidiano consum
letture, movimenti, attraversamenti. E continua: “Un progetto o di visioni,
continua evoluzione, ma sotteso da un’estetica costante, cioè il recupero che cambia, in
di scrittura melodica di qualche decennio fa, che può essere quella di un di una tradizione
francese, italiano o cose più contemporanee come una certa elettronica, certo cantautorato
tedesca”. Una marca che si contraddistingue con più forza nelin particolare quella
secondo album,
La moda del lento (2003), che rispetto al primo, Sussidiario
della giovinezza (2000), mostra raffinati incastri tra sonorità illustrato
elettroniche. Se il primo disco ottiene due importanti riconosc acustiche ed
disco italiano d’esordio per Musica & Dischi e Premio Fuori imenti (Miglior
dal Mucchio), il
secondo non è da meno e, in occasione del Mei 2003, i Baustell
Premio Musica Indipendente come Miglior gruppo dell’ann e ricevevano il
o.
Lo scorso luglio hanno firmato un nuovo contratto discografico
Warner Music Italy e da settembre la band è al lavoro sui pezzi con la
nuovi, che
andranno a comporre l’album in uscita per i primi mesi del 2005.
Per info:
www.baustelle.it
Il cantiere dei
Mei, il meeting della etichette
indipendenti alla sua VIII
edizione. Insostituibile vetrina del panorama
musicale emergente, a Faenza, dal 26 al 28 novembre,
convegni, workshop e l’importante Premio Italiano
della Musica Indipendente
Il Mei (dal 26 al 28 novembre) è giunto alla sua ottava
edizione, i tempi sono ormai ampiamente maturi per poter
considerare l’annuale Meeting delle etichette indipendenti
un autentico catalizzatore di opportunità a monitoraggio
della situazione del panorama musicale indipendente. Oltre
duecento adesioni, convegni, workshop, numerosi premi
costituiranno terreno fertile per l’incontro più indie d’Italia.
Ad allestire gli stand ci saranno (per citare quelle più note) la
Mescal, Materiali sonori, NuN Entertainment, Jestrai; chi ha
improntato la storia dell’indie rock come Carlo Massarini e
chi ha realizzato grandi produzioni come Mauro Pagani. Per
Giordano Sangiorgi, ideatore e organizzatore del Mei 2004
insieme a Roberta Barberini “c’è di che essere soddisfatti, significa
che in un momento di transizione come questo per il mercato musicale,
il Mei assume ancora di più un’importante valenza come momento di
incontro e confronto, oltre che di insostituibile vetrina e workshop per la
realizzazione di progetti futuri”.
Venerdì 26 Novembre al Teatro Masini, per la giornata di
anteprima, la presenza della Mei Orchestra guidata da
Roy Paci. Tra i tanti concorsi per emergenti una particolare
segnalazione la merita Coop for Music, che porterà sul palco
del Mei tutti i suoi finalisti, e il Premio Italiano della Musica
Indipendente. Tra i live in programma, al Teatro Masini,
prenderà il via il tour italiano di Polly Paulusma, a seguire la
presentazione del nuovo disco degli Skiantos e dei Velvet.
Baustelle
… e questo mese il tour di Mark Lanegan e dei
Kings of Convenience
Se il primo, americano, è un indiscusso outsider della vita, veicolo autentico dei suoni sporchi
e immediati di frontiera, gli altri sono norvegesi, ed è dal Nord che il suono dei due viene
imbevuto di folate fredde e rarefatte, con quella semplicità espressiva che caratterizza la scena
cosiddetta neo acustica. Bubblegum e Riot On An Empty Street, usciti quest’anno, verranno
presentati nelle date riportate sotto:
Mark Lanegan band
10 Novembre Roma
11 Novembre Milano
12 Novembre Roncade (Tv)
13 Novembre Rimini
Kings of Convenience
3 Novembre Roma Auditorium
4 Novembre Ferrara Teatro Nuovo
Tbc Torino Teatro della concordia
Tbc Firenze Saschall
TOUR
24 di fabrizio gianuario
suoni bazar 11 2004
www.bazarweb.info
inviata e contenente alcune sue canzoni
Era il 1982 quando Renato Carosone, in risposta a una cassetta che gli era stata
tanto blues. Quel musicista era Stefano
ascoltare
di
,
musicista
imo
giovaniss
allora
un
a
scrisse,
voce,
e
piano
per
ate
interpret
di jazz.
dischi
primi
suoi
i
comprare
per
casa
sotto
negozio
al
scendere
a
Bollani, che non tardò
trasformano la notte in giorno e
distanza,
a
visti
che,
persona;
una
di
destino
del
E’ questo uno di quegli episodi che decidono
rincorrendo il proprio
trascorsa
vita
una
di
fine
la
e
l’inizio
sé
in
no
le curiosità in passioni. Uno di quei consigli che condensa
destino.
e (edito dalla Elleu al costo di € 8) e che, come
Un fatto che Bollani svela alla fine del suo libro L’America di Renato Caroson
ha avuto nella fantasia musicale italiana degli
a
american
cultura
la
che
ruolo
il
e
raccontar
si può intuire dal titolo, si propone di
Carosone il quale, con senso dello
Renato
di
artistica
ne
produzio
anni Cinquanta. Un’influenza che ben si è espressa nella
contraddizioni che animavano gli spiriti filoquelle
musica
in
e
esprimer
saputo
ha
ea,
partenop
tutta
à
musicalit
una
e
sberleffo
Tu vuo’ fa’l’americano, venuti alla luce proprio
statunitensi di tanti giovani italiani. E questo attraverso la creazione di brani come
che per anni il fascismo aveva bollato
musicale
cultura
quella
ricana;
afro-ame
musicale
grazie alla scoperta della vasta cultura
come indegna di essere ascoltata.
porta di accesso a un mondo, quello americano,
Miti della musica, del cinema, della letteratura, che insieme hanno costruito la saputo importare una grammatica artistica che
ha
l’Italia
realtà
in
quale
dal
ma
balia,
in
essere
o
sembriam
del quale ancora oggi
.
non ha mancato poi di tradursi, dall’interno, in una precisa identità creativa nazionale
del jazz italiano, del suo jazz, senza limitarsi
Da amante e suonatore di blues Bollani è andato quindi alla scoperta delle radici
un intero universo culturale, quello di un’Italia
a ripercorrere una storia esclusivamente musicale, ma ponendosi in ascolto diespressione.
nuova
a
paese
il
portare
di
capaci
linguaggi
di
cerca
in
e
devastata dalla guerra
niblues come Stefano Bollani, racconta l’America
suo
di
rio
Dia
di
tore
suona
Un amante e
o
particolare di un musicista partenopeo che con un solo consiglio ha decis
il suo destino…
Club to club
Festival di elettronica in giro per locali
Da giovedì 4 e sabato 6 novembre si terrà a Torino la quarta edizione di Club to club, Festival Internazionale dedicato alla Musica
Elettronica Contemporanea. Una tre giorni itinerante che coinvolge diverse location della città piemontese. Location tra le quali ci si potrà
muovere durante le singole serate alla ricerca di numerosi live set, vj set e dj set tenuti da diversi artisti europei e statunitensi. Una ragnatela
di suoni che si articola tra il Teatro Juvarra, il Café Procope, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, AB+, the beach e Transistor @
Docks. Per partecipare è possibile optare per l’acquisto di biglietti singoli da pagare all’ingresso di ogni locale (obbligatorio per la serata di
giovedì), o munirsi di un biglietto unico con il quale muoversi liberamente, e con maggiore convenienza, rinunciando a ogni fissa dimora.
E questo il venerdì, perché poi il sabato l’ingresso è libero.
Tanti, tantissimi gli ospiti, e per farsi un’idea più chiara questo è il programma delle serate:
GIOVEDI’ 4
Teatro Juvarra / Café Procope: Strek vs Atzmo (Betulla Records, PiemonteGroove, Italia) live set; UVA (Massive Attack and Basement
Jaxx visual artists, Gran Bretagna) audiovisual live performance; Sergio Ricciardone (Xplosiva, Drama Society, Italia) dj set; Jennifer
Cardini (Pulp, Francia) dj set;Softly Kicking vj set.
VENERDI’ 5
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: DJ Torpez (PiemonteGroove, Italia) dj set; Peedoo (Mantra Vibes, Italia) dj set; Softly Kicking
vj set;
Teatro Juvarra / Café Procope: Accidental showcase featuring Soft Pink Truth (Matmos, USA) live set; Brooks (UK) live set & Raf
(UK) dj set; Swayzak (!K7, Gran Bretagna) live set; Santos (Mantra Vibes, Italia) dj set; DJ Rolando (Los Hermanos, Underground
Resistance, USA) dj set in collaborazione con L.E.D. ogino:knauss (Firenze) vj set;
The Beac: Magda (Minus, Canada) Final Scratch dj set; Giorgio Valletta (Xplosiva, Italia) dj set; Alter Ego (Klang, Germania) live set
; Agoria (PIAS, Francia) dj set; Rach 3 (General Elektrik,
PiemonteGroove, Italia) dj set; Pixelorchestra (Roma) vj
se;
Transistor @ Docks: Base O.M.B.R.A. (aka Andrea
Frola, PiemonteGroove, Italia) dj set; Rollers Inc. feat.
MC Victor (PiemonteGroove, Italia) dj set; Digital
(Innerground/Metalheadz/Photek Prod./Creative Source/
Timeless, Gran Bretagna) dj set.
SABATO 6
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Mannypol
(PiemonteGroove, Italia) live set; Perlon showcase
featuring Marcus Nikolai (Germania) live set &
Baby Ford (UK) dj set; Phormazero (Torino) vj set
Piazza Cesare Augusto dalle 22 Nig Nig Nig
(PiemonteGroove, Italia) live set .
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leggere.recensioni
26 di ciro bertini
bazar 11 2004
Peregrinazioni raffinate
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Sono quelle che ci inducono a fare Wislawa Szymborska con
le sue poesie impenetrabili, Duccio Tessari con i suoi
dialoghi sciolti, Antonio Gaudino con i suoi rompicapo e test
AR SEGNALA
BAZ
VISTA CON GRANELLO DI SABBIA
– Wislawa Szymborska (Adelphi. 242 pp., 18 euro)
– Wislawa Szymborska (Adelphi. 190 pp., 15
DISCORSO ALL’UFFICIO OGGETTI SMARRITI
euro)
– che devono apparire loro
Poveri studenti polacchi: costretti a imparare a memoria fin dalle elementari le sue poesie
alla realtà - rischiano da
complessi
rimandi
i
per
i
indecifrabil
tempo
stesso
allo
ma
piano,
semplici per il linguaggio
e mai serioso. Se ne
colloquiale
tono
dal
vita
di
compagna
anziché
Szymborska,
della
grandi di trovare ostica l’opera
seguente motivazione: “per
sono accorti invece i signori dell’Accademia di Svezia, conferendole il Nobel nel 1996 con la
alla luce in frammenti
la capacità poetica che con ironica precisione permette al contesto storico e ambientale di venire
vero poeta, deve ripetere
d’umana realtà”. E lei di rimando, nel discorso di investitura, ha detto: “il poeta, se è un
ha finito di scrivere
di continuo a se stesso ‘non so’. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena
del tutto insufficiente”.
già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d’una risposta provvisoria e
farlo, alternando con lo
Infatti, a ottant’anni, continua incessantemente a interrogarsi e a chiedere a noi lettori di
a quelli di natura
coppia)
di
l’amore
primis
(in
privati
temi
candido
e
perspicace
bambino
scandaglio del suo sguardo
sociale (negli ultimi anni soprattutto la guerra).
sfuggire alle devastazioni
Il suo esordio letterario era stato nel 1945 e risentiva dell’umore del tempo: l’ansia di
to, imposto da “necessità
subite attraverso l’entusiasmo offerto dagli ideali del socialismo reale. Al loro raffreddamen
così come l’esilio
storiche” mai accettate dalla Szymborska, era conseguita la definitiva rottura con il partito comunista,
di quarant’anni ce
volontario da Cracovia per appartarsi dai circoli letterari. Dei dieci volumi pubblicati nell’arco
Pietro Marchesani: “Vista
ne danno conto ora le due antologie edite da Adelphi, magistralmente curate e tradotte da
che dà invece più
smarriti”,
oggetti
all’ufficio
“Discorso
e
note
più
poesie
le
contiene
che
sabbia”,
di
con granello
sia lontani dalla
si
quanto
di
sapore
il
già
danno
titoli
I
recente.
più
produzione
alla
e
spazio alle prime raccolte
il curriculum’,
‘Scrivere
cipolla’,
‘La
pietra’,
una
con
ne
‘Conversazio
maschile’,
poesia elegiaca: ‘Concorso di bellezza
Più difficile invece
‘Un parere in merito alla pornografia’, ‘Contributo alla statistica’, ‘Incidente stradale’.
temi: c’è un inizio,
riportare stralci dei suoi versi senza snaturarne il senso, perché le sue liriche sembrano piccoli
sue poesie più recenti
lo svolgimento e il finale. Dovendo scegliere, lo facciamo riportando una strofa da una delle
ra, sotto […] Ognuno
‘Fotografia dell’11 settembre’: Sono saltati giù dai piani in fiamme/uno, due, ancora qualcuno/sop
per loro/descrivere quel
è ancora un tutto/con il proprio viso/e il sangue ben nascosto […] Solo due cose posso fare
volo/senza aggiungere l’ultima frase.
Colonna Sonora: FREDERIC CHOPIN Polacche
D FASHION
OL
TONIO KROGER
– Thomas Mann (Einaudi. 90 pp., 1.000 lire, edizione del 1967)
Ragno) e Tonio Kroger? No, non l’abitudine di portare una
Sapreste dire che cos’hanno in comune Peter Parker (alias Uomo
cognome di sei. Vediamo se possono aiutarvi un paio di
il
e
calzamaglia, né il fatto di avere il nome di cinque lettere
io ma un dono, che deve essere usato per il bene
privileg
un
è
frasi estratte dal recente Spiderman II: “L’intelligenza non
Avete capito ora? Sì, la predestinazione. Come
bilità”.
responsa
grande
una
nde
corrispo
potere
grande
un
“A
e
dell’umanità”
in sorte. A volte, spossati dal suo peso, hanno
toccata
è
gli
scelta,
l’hanno
non
che
senso
nel
o,
subiscon
dramma, perché la
semplicemente normali. Naturalmente, gli è stato impossibile
cercato di sfuggirle, tentando di essere come tutti gli altri,
senza ricevuta di ritorno da un mittente sconosciuto.
pacco
come
inviato
ma
offerto,
perché a loro il dono non è stato
al fine di ingraziarsi l’amicizia esclusiva del
sforzo
ogni
compiere
scente,
Conosciamo Tonio, scolaro in età preadole
che non dalla poesia. Visti i mezzi a disposizione
one
dall’azi
più
attratto
prestante Hans, compagno di rara bellezza fisica,
lo ritroviamo adolescente, invaghito di Lei,
dopo,
Poco
re.
capitola
- ipersensibilità e anticonformismo – Tonio non può che
scendere sul suo terreno. Ma la pista da
deve
arla
conquist
Ingeborg, la grazia in persona. Questa volta sa che se vuole
secondo fallimento. A questo punto incrociamo Tonio
li:
spiritua
esercizi
con
allena
si
chi
per
inadatto
terreno
ballo è un
per quanto consentito dalla società borghese benpensante del
giovane uomo, gradualmente affermatosi in qualità di artista –
vedere più degli altri, identificare la verità interiore,
one:
maledizi
sua
della
nze
consegue
sulle
suo tempo – arrovellarsi
quelli che saranno i loro sentimenti e successivamente
re
presenti
e
impulsi
gli
erne
le persone come sono fatte, riconosc
Infine, lo scorgiamo più maturo durante una vacanza
corso.
il
mutarne
per
niente
le loro azioni. Sapere, senza poter far
forza dirompente che ci par di avere davanti agli
di
scena
una
in
e,
in Danimarca. Seduto, osserva delle coppie danzare
diventati marito e moglie.
mente
evidente
,
occhi, si materializzano proprio loro due: Hans e Ingeborg
è, per antonomasia, il romanzo sulla vocazione artistica.
Kroger
Tonio
enne,
28
Mann
Thomas
un
da
1903,
nel
Scritto
aveva già pubblicato da un paio d’anni I Buddendrook,
Attenzione però a classificarla opera giovanile, perché il nostro
ciò che impressiona in Mann è proprio questo:
Infatti,
saggio.
molto
to
vecchiet
arzillo
un
da
scritto
un libro che sembra
come avviene in Joyce tra il Ritratto
sentire
fanno
si
non
Faustus,
Doktor
dal
separano
lo
che gli oltre 40 anni che
già grande. In tutti i sensi.
nato
fosse
e,
scrittor
di
panni
nei
Mann,
se
Come
.
dell’artista da giovane e l’Ulisse
Colonna sonora: PAUL WELLER Studio150
B
C
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G
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b
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bazar 11 2004
leggere.recensioni di ciro bertini 27
PENSARE
LEGGENDO
LA STANZA DI ALI BABA
– Valerio Pellizzari
(Sperling & Kupfer. 246 pp., 15 euro)
Valerio Pellizzari, inviato de Il Messaggero, ci racconta
l’Iraq
degli ultimi 18 mesi dal punto di vista dell’uomo della strada.
Le
immagini in sequenza del regime dittatoriale di Saddam Hussein,
dei bombardamenti americani, della guerriglia diffusa e
degli
atti di terrorismo, scrutate da un osservatorio che nessuno
ci
aveva ancora mai mostrato in tutta la sua immediata
verità:
quello dell’iracheno comune (?). Pellizzari, uomo tra gli
uomini,
ne conosce una moltitudine, condividendo con loro speranze
,
ansie, angosce, durante i precipitosi raduni in attesa dei
raid
aerei in un rifugio di Baghdad: una specie di grotta,
con un
pesante portone metallico e l’iscrizione di vernice rossa
“La
stanza di Ali Baba” tratta da Le mille e una notte. Come
tesoro
inestimabile, al posto dei gioielli, la salvezza.
Per far capire che tipo sia Pellizzari, basti dire che
quando
gli viene imposto di traslocare verso un luogo più
sicuro,
abbandonando i compagni di ventura, si sente colpevol
mente
privilegiato. Del resto, sul suo taccuino ha registrato racconti
come quello di Zaed: “quando sento cadere le bombe
non mi
preoccupo, provo come una sensazione di sollievo, vuol dire
che
hanno colpito un altro edificio, che i miei sensi reagisco
no, che
questa volta sono ancora vivo. Quando non sentirò nulla vorrà
dire
invece che la bomba è arrivata anche per me, ma in questo
caso
sarà già tutto finito.”
Esistono tanti modi teorici di guardare alla guerra (valutaz
ioni
geopolitiche, storiche, antropologiche, per citarne
solo
qualcuno), ma c’è un aspetto concreto che non dovremmo
mai
omettere di tenere in debita considerazione: quello umano.
E’ ciò
che fa il documentarista Michael Moore in Farenheit 9/11,
quando
chiede agli esponenti del Congresso americano di sottoscr
ivere
un documento con cui autorizzano l’invio dei propri figli
in
missione di guerra. Naturalmente nessuno degli uomini politici
intervistati è così scriteriatamente fanatico da firmarlo.
E ciò,
nonostante a suo tempo abbia approvato la spedizione di
giovani
connazionali nei campi di battaglia. Il punto è: mio figlio
no,
altri – altrettanto giovani, ma a me sconosciuti – sì.
E Zaed,
non potrebbe essere nostro figlio?
Colonna sonora: THE CLASH Combat rock
CTION
LLE
CO
R
ZA
BA
E
MENT
LA
CIBO PER
– Antonio Gaudino (Stampa
Alternativa. 160 pp., 12 euro)
Guardatevi attorno. Non conoscete forse qualcuno che a scuola
ore
disprezzava la letteratura e poi ne è diventato un consumat
to
dipendente? Un altro che odiava la storia e poi ne ha acquista
non
avidamente un’intera enciclopedia? Un altro ancora che
di
sopportava la geografia e poi ha sempre qualche guida
di
caso
il
invece
è
raro
che
unico
Più
mani?
le
per
viaggio
chi, trovando l’aritmetica indigesta neanche fosse un fungo
di
velenoso, si diletti, da adulto, scartabellando trattati
logica-matematica. Ben vengano allora, a scalfire quest’atavica
diffidenza, testi come Cibo per la mente. L’introduzione,
brevissima, ci ricorda che “curare il proprio corpo va di moda
che
[…] E al cervello qualcuno ci pensa? Qualcuno si ricorda
anch’esso abbisogna di adeguati stimoli e di allenamento? Questo
o,
libro aiuta a nutrirlo.” E giù, una ridda di giochi, rompicap
si,
test d’intelligenza, problemi logici con i quali cimentar
magari partendo dai più semplici, tanto per non scoraggiarsi.
di
Sì, perché ogni quesito è contrassegnato dal proprio livello
si
difficoltà (si va da 1 a 6). Ma state tranquilli: qua non
al
corre il rischio di uscirne demoralizzati. Infatti, in fondo
libro sono riportate le soluzioni e, a volte, aiutarsi dandogli
che
un’occhiata può essere salutare per affrontare le nuove prove
proprio
e
vero
questo
di
uso
i
qualsias
,
Comunque
o.
ci aspettan
dei
gioco facilmente trasportabile appare lecito: sostituto
ine
solitari cartacei, al posto di play-station o della moltitud
di “programmini ludici” che ormai invadono cellulari, palmari,
pc. Così come può animare serate in compagnia, trasformandole
da
in gare di intuito logico. Basta non farsi prendere la mano
a
un eccesso di competitività: perché se tutti hanno diritto
e
sfamare la propria mente, ognuno deve farlo seguendo ritmi
ali.
individu
porzioni
Colonna sonora: RED HOT CHILI PEPPERS Live in Hyde Park
TALENT
SCOUTING
NORDEST HOTEL
– Duccio Tessari (Robin BdV. 350
pp., 15 euro)
La quarta di copertina ne parla come di un noir,
anche se
fino a pagina 300 assomiglia di più a I dolori
del
Werther. E ciò sia inteso positivamente. Anzi, giovane
a voler
trovare qualche pecca, in quest’ottimo romanz
o d’esordio
che si legge tutto d’un fiato, è possibile
individuarla
proprio nell’artificiosità della parte
finale. Ma
procediamo per gradi.
La trama: Marco, poco più che trentenne, viene
contattato
dall’amico Alberto che gli comunica la
scomparsa da
casa della moglie Juliette, pregandolo di
aiutarlo a
rintracciarla. Solo che Juliette (“somiglia molto
Rider, e più ancora a Chiara Caselli, l’attrice”), a Wynona
prima di
lasciarlo per Alberto, era stata la ragazza di
Marco, che si
era quindi sentito doppiamente tradito. Solo
che Marco fa
l’operaio, è sfigato e intelligente, mentre Albert
o possiede
un’agenzia immobiliare, fa lo splendido e il
cinismo certo
non gli difetta. Solo che siamo a Venezia, più
precisamente
nel suo hinterland industriale, nel bel mezzo
del mitico
nordest dove arricchirsi, smodatamente e in
breve tempo,
sembra alla portata di chiunque non si lasci
frenare da
inutili scrupoli morali. Riteniamo di non svelar
e nulla se
raccontiamo che Marco, all’inizio recalcitrant
e, si metterà
sulle orme di Juliette. Scavando – non occorr
e
nemmeno poi troppo dietro la facciata di rispetgrattare
tabilità
– incapperà in ogni tipo di bassezze (corru
zione, racket
del crimine, montagne di droga, mercificazione
del
dell’anima), ma incrocerà anche barlumi di innoce corpo e
nza, vite
che possono ancora salvarsi, soccorsi inaspettati.
Due parole sulla scrittura. Molto efficaci
gli incipit
dei vari capitoli: destano un’attenzione
curiosa che,
soprattutto grazie alla scioltezza dei
dialoghi, si
mantiene sempre di livello elevato. Il
molto sesso
presente - ostentato, immaginato, vissuto
come ricordo
– è convincentemente descritto. E poi su tutto
campeggia
un’ironia dissacrante, che spesso si esprim
e attraverso
similitudini gradevolmente spiazzanti. Insomm
a, Tessari è
davvero abile, ovvio preconizzarne la riuscita
futura.
UPPER READERS
PER CAMA
MUSICA
LEONTI
– Truman Capote
(Garzanti. 242 pp., 13 euro)
Truman Capote aveva l’aspetto di un feto. Infatti, dai ritratti
giovanili che lo immortalano con una zazzera bionda, a
quelli
prematuramente senili (essendo morto a soli 56 anni,
gonfio
d’alcool e di droghe) che evidenziano una calvizie progress
iva,
risalta una testa di grandi dimensioni su di una struttur
a molto
meno sviluppata. L’impressione che se ne ricava è quella
di
un’intelligenza mobilissima costretta in un corpo poco
amato,
come conferma del resto il racconto Rigiramenti notturni
ovvero
le esperienze sessuali di due gemelli siamesi, straordi
nario
esempio di approfondita e coraggiosa autoanalisi. Contenut
o
nell’ultimo libro pubblicato in vita da Capote – Musica
per
camaleonti (1980), recentemente ristampato dall’editore
con una
nuova veste grafica – è un ottimo viatico per chi non ne
abbia
mai letto una riga. Mosso da un’inesorabile curiosità, Capote
si
fa camaleonte per entrare in contatto con le situazioni umane
più
diverse, restituendocele ognuna con la propria voce grazie
alla
sua capacità mimetica. Esemplare a questo proposito il ritratto
dialogato di Marilyn Monroe (una che “ha il cuore in mano
e parla
spinto”) o quello, eseguito all’interno di un carcere di
massima
sicurezza, di un omicida eccentrico (“la vera eminenza
grigia
della setta di Charles Manson”). Ma se l’importanza di
Capote
nel panorama letterario universale consiste nell’avere coniato
un
genere ancora oggi molto in voga, che prima di lui non esisteva
- il reportage narrativo o giornalismo romanzato che dir si
voglia
– qui, con il romanzo breve Bare intagliate a mano, ripete
e forse
supera l’esito del fortunatissimo A sangue freddo del 1966.
Colonna Sonora: NICOLA CONTE Other directions
28 di marco begani
leggere.fumetti bazar 11 2004
Eroe suo malgrado?
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Walter Chendi, Vedrò Singapore? Lizard edizioni,
2004 Roma
In tempi di uomini mediocri che si vergognano
di esserlo, e per questo travestiti da supereroi a
svolazzare tra un grattacielo e l’altro per salvarci
(senza nemmeno chiedere), vedere sugli scaffali
delle librerie questo splendido libro dona un senso di
terapeutica accettazione di sé. Materia da letteratura
scritta, si direbbe. Infatti Vedrò Singapore? porta in
vignette l’omonimo romanzo di Piero Chiana (2002,
Marco Chiara e
Maria Giovanna
Bozzetti), e lo
fa con grande
raffinatezza.
"La svogliatezza
era solo la voglia
di non aver voglia".
Con questo
incipit, che è una
dichiarazione non
passibile di fraintendimenti, i due autori si presentano
ai lettori, e presentano un protagonista insieme
pigro e passionale. Di lui non conosciamo neppure
il nome, ma soltanto un anno di vita a cavallo tra il
1932 e il 1933. E i luoghi, quasi tutti sparpagliati in
Friuli: Pontebba, Aidussina, Cividale, Udine, Trieste,
luoghi in mezzo ai quali rimbalza la sua vita, calciata
da forze superiori e incomprensibili. Si compie così,
lontano dai palchi del successo, il destino di un
giovane non brillante, non coraggioso e soprattutto
non volenteroso.
Eppure, a ficcare il naso fra queste pagine noi
possiamo vivere avventure vere e intense, perché le
vicende di quell’anno, come gli amori (non richiesti
ma sempre accessibili, come Olga, oppure implorati
ma sempre inarrivabili, ovvero la bellissima Ilde), sono
a portata di sentimento e quindi di identificazione. Per
non parlare di tutto il contorno, così noto per noi, pure
a più di settant’anni di distanza: le piccole meschinità
dei colleghi, guardate con affetto – e talvolta condivise
– dal protagonista, e le grandi meschinità dei potenti
(impersonati dall’inflessibile Alto Commissario
Mordace, invece combattute a costo dell’esistenza),
che hanno la terribile proprietà di allontanarci da ciò
che è caro.
La tecnica che trasforma temi così umani in immagini
è un linguaggio, quello di Chendi, sempre attento
alla connotazione – cioè a ciò che l’immagine indica
– più che all’immagine in sé. Il tratto è dunque
semplice, benché ogni vignetta sia ricca di particolari
e informazioni, e sostanzialmente privo di forme
di autocompiacimento. Invece, il dettaglio fornisce
direzioni preziose per la nostra immaginazione, che
ritrova nei paesaggi, negli oggetti e nelle atmosfere
il profumo di un tempo antico, dischiuso solo al
momento della narrazione. Emergono dunque
diverse tonalità di bianco e nero nel filtro seppia del
fumettista, sapientemente dosato attraverso il digitale
(utile paradosso) e usato come colore del passato.
Tutta la storia è impregnata di un’ironia amara
ma sempre leggera, perché il protagonista non è
mai superiore agli avvenimenti. Il titolo non trova
risposta fino all’ultima pagina, una risposta che a ben
guardare – come per Paperino – è il contrario della
rassegnazione.
Le avventure, colte e raffinate, di un eroe pigro e svo
gliato.
E poi maghi e magie a Rapallo, Cartoom
bria
,
e
una
retro
spettiva
parigina su Miyazaki e Moebius.
Dal 6 novembre all’8 dicembre 2004 in
scena a Rapallo maghi, streghe, fattucchiere
e misteri nei fumetti alla 32° MOSTRA
INTERNAZIONALE DEI CARTOONISTS
curata da Carlo Chendi. L’Antico Castello
sul Mare ospiterà incontri, conferenze
e dibattiti intorno al tema ‘magie e
incantesimi’. La mostra è organizzata dal
Comune di Rapallo con la collaborazione
della Walt Disney Company Italia e del
Ristorante & Museo dei Comics U Giancu
di Rapallo. Potrete vedere tavole e disegni
originali di Mandrake, Nocciola, Amelia,
Mefisto e molti altri, oppure visitare l’intero
piano dedicato all’impressionante fenomeno
editoriale Disney W.i.t.c.h., creato – fra gli
altri - da Francesco Artibani e Alessandro
Barbucci, un successo planetario che ha già
venduto quaranta milioni di copie. Il giorno
dell’inaugurazione la manifestazione sarà
presentata ai giornalisti nel teatro Auditorium
delle Clarisse. La cena, con premiazioni,
autori e fumetti sarà naturalmente da U
Giancu. Info: [email protected].
È di scena l’animazione
digitale a Perugia. Dal 3 al 6
dicembre si svolge la nona edizione
di Cartoombria, curata da Moreno
Barboni, che vi incanterà con installazioni
interattive, ambienti video, sonorizzazioni
spaziali, performance audiovisive, opere
di net art, effetti visivi digitali, computer
animation 3D, film non-narrativi ed
astratti, flash e web animation. Inoltre,
potrete partecipare a incontri a tema e
conferenze, o curiosare in progetti e trailer
di film ancora in sviluppo, anteprime
assolute italiane ed internazionali. Il sito è
www.cartoombria.it.
Il primo dicembre a
Parigi presso l’Hotel de la Monnaie (cioè
la Zecca francese) apre i battenti una
retrospettiva dedicata ai due grandi autori
Jean Giraud (in arte Moebius) e Miyazaki
(molti anni fa creatore di Lupin III e del
grande Conan – il Figlio del Futuro), che si
incontrano da sempre sulla carta, e adesso
anche fisicamente. Ci saranno più di 300
lavori in esposizione. Avete tempo sino al
13 marzo 2005. Per servizi di biglietteria e
informazioni visitate il sito www.miyazakimoebius.com.
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
leggere.rileggere di claudio amendola 29
Un uomo (e un cane)
da marciapiede
Due tipi da conoscere, da scoprire.
Ce li racconta Margaret Mazzantini
con uno stile duro e sincero.
Ricordate “Non ti muovere”? Se vi
è piaciuto quello, non esitate a
leggere questo…
del suo
Zorro, ve lo ricordate? Be’ non c’entra niente. E’ solo il nome
imo
cane, amatissimo. Il cane di chi? Del barbone protagonista dell’ult
libro di Margaret Mazzantini scritto in realtà per il teatro.
Un libro duro, com’era duro Non ti muovere.
Parla di uno che ha abbandonato tutto per vivere per strada.
Ma non immaginatevi il polpettone coi toni pietistici che spesso
to,
sono falsi, ipocriti, senza amore. C’è dolore, tanto, ma trattenu
sobrio.
E quando il dolore è contenuto è caldo.
Leggetelo!
Zorro. Un eremita sul marciapiede,
editore Mondadori, collana Piccola Biblioteca Oscar,
66 pag. € 6,50.
30 di nancy brilli
leggere.brilletture bazar 11 2004
www.bazarweb.info
Tra Sodoma e la
signora Miniver
Emozioni che affiorano dalle pagine dei
libri che leggiamo. Emozioni che ora ci
travolgono, e tirano fuori il peggio di noi, ed
ora ci confortano e ci rasserenano. A volte…
Leggendo De Sade
Oddiomio abbi pietà di me! Qui dietro c’è una che suo
babbo fa il medico, e ha appena raccontato a un ragazzetto di
più o meno dieci anni, più meno che più, con aria saputella,
una storia su Shakespeare: che si è sposato una molto più
grande di lui e ha scritto la storia di uno che era indeciso, ma
proprio molto, e diceva di essere o non essere. Una tipetta
parecchio stronza che vuol far capire al pupo che lei sa.
Futura donna colta, di nozioni rinsecchite da esibire con il
sopracciglio alzato a una platea di borghesi salottifere attorno
al tè delle cinque, ma non ci posso credere, come sarebbe,
non conosci Nietche?!? Ma vammoriammazzata fin da
adesso. Io qui sono cattiva, ho il torcicollo, una chiappa tutta
indolenzita per sonno storto e ispido di sogni da sedile rotto
intercontinentale e questa rompe con la data di nascita di chi,
adesso? Di Alessandro Magno, li mortacci suoi. Come vorrei
farti del male, ma proprio male male...
Una Nancy da turpiloquio esasperato.
Piccola cara Miniver
Certe volte bisognerebbe ricordarsi delle cose piccole, care,
comode e confortanti di tutti i giorni. Certe volte magari no,
ma certe invece si.
Una Nan sbrigativa.
Le 120 giornate di Sodoma, di Donatien Alphonse Francois de Sade
Edizioni Newton&Compton - collana Biblioteca Economica Newton pagine 384 - Prezzo € 5,00
La Signora Miniver, di Jan Struther (se lo trovate).
Edizioni Mondadori, collana I Libri del Pavone. Prezzo € 3,62
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
notte.SUD di marcello amoruso 31
L
-e
k
tr
ic
it
à
,
ecomusic & jazz mood
Puro divertimento e ricercatezza
musicale: è la filosofia del
martedì notte più l-ektrico di
Roma. E intanto l’house… compie
venti anni!La musica house
compie 20 anni. A omaggiare
l’evento per il numeroso pubblico capitolino ci pensa
ektrica, il party più electro di Roma, che anche quest’a ltorna tutti i martedì all’Akab. Electro, techno, nno
minimali e house: questa la line-up proposta insiem beat
performance di dj e produttori più interessanti della e alle
nuova
scena dance internazionale.
Giunto alla sua terza stagione, grazie all’impeccabi
le
organizzazione di Lady Mullet e Lord Z, propone un’idea
di club in stile nordeuropeo, con due chiari intenti di fondo:
“unire il puro divertimento con la ricercatezza musica
questo è sicura Lady Mullet (alias Claudia Gianvele”. Di
nuti).
Ad alternare i dj padroni di casa, Andrea Esu e Fabrice
,
il 2 novembre, l-ektrica in collaborazione con Red
Bull
Music Accademy presenta Marco Passarani (ingres
so
gratuito). Il 9, ospite speciale della serata sarà Codex
& Flexor (ingresso 10 euro con drink), mentre il
16, in
collaborazione con Mtv Music Week (per la settima
na
che precede gli Mtv Music Award 2004 che quest’a
nno si
svolgeranno a Roma), verrà ospitato Tiefshwarz (ingres
so
gratuito).
L’icona-simbolo del progetto è George, volto dall’asp
comune e dall’aria compiaciuta, con un look chiaram etto
ispirato ai Kraftwerk. Ideato da Lord Z (aka Alessa ente
ndro
Gianvenuti), il volto di George ha subito diversi restylin
g
in questi anni, alimentando una certa curiosità tra
i suoi
appassionati.
In poco tempo la sua immagine si è diffusa a
internazionale apparendo su pali e cartelli stradali livello
sparsi
in tutto il mondo, come si può vedere sul sito www.lektrica.com, nella sezione “George in the world”.
Akab, via di Monte Testaccio 69, Roma. Infoline
3397582344
Notte ecologica all’Ecoteca di Pescara.
Musica, performance, corsi, proiezioni…
e una filosofia unica: il rispetto
dell’ambiente e di chi lo vive
Forse è meglio cominciare dal giorno di riposo, perché il resto appare poco
ortodosso rispetto a un modo di concepire un locale notturno. Non passa
molto e subito appare evidente che Ecoteca va al di là di un club, ponendo
al di sopra di qualsiasi obiettivo una filosofia, un’estetica, uno stile di vita.
Si parte il martedì con corsi di vario genere tutti dedicati alla promozione
di una cultura ecologica. Quindi le proiezioni del mercoledì. Il giovedì
è dedicato alle arti elettroniche con performance di varia natura. Non
poteva mancare uno spazio per i live e si è ben pensato al venerdì, che
il 5 inaugurerà la Mostra Faces di Lucio Duca Pittura, concerto a seguire,
mentre il 12 i Bamba Quartet ripercorrono il loro raffinato repertorio latin
beat. Sabato, neanche a dirlo, la sala si trasforma in dancefloore, la notte
del dj set. Partita nel 2002, Ecoteca è stata il primo Internet Bio-Café mai
esistito, completamente basato su tecnologia Linux e con accesso gratuito
ad internet. Caffè, birra, carni e formaggi sono tutti biologici. Per fortuna non
è rimasta da sola, nel frattempo altre realtà (vedi la rubrica di giugno) hanno
colto l’opportunità di abbracciare un nuovo modo di concepire il ristoro,
l’intrattenimento, l’arte, la cultura e l’informazione. Quest’ultima, all’interno
del café, prende le sembianze di una mediateca-ecologica, costituita da sala
multimediale e libreria interna da consultare liberamente. Al resto, che non è
poco, ci pensano le postazione internet sparse per la sala, in cui è possibile
consultare documenti (spesso curati da Ecoteca) relativi alle tradizioni locali
tipiche, culturali, ambientali e gastronomiche.
Ecoteca, via Caboto 19, Pescara. Infoline 085 67 341. www.ecoteca.org
Il recupero della tradizione
jazzistica
americana parte dalla
cit
tà
pa
Around Midnight e Bourbo rtenopea.
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più rinomati jaz
Se il nome, Around Midnigh z club di Napoli
t, di per sé non basta a
rassicurarci sulla
qualità del jazz portato nel
le voci degli assidui frequenlocale, di certo saranno più convincenti
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punto di riferimento costant
e”, non discutendo sulla famsiderano “un
E se non bastasse ancora, con
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di più, qualche incursione blue
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All’interno del Bourbon Stre
et sono riprodotte fede
atmosfere degli intramontabi
li locali dove il jazz è nato. lmente le
rossi, l’ingresso, la musica, l’atm
I mattoni
direttamente a New Orleans osfera e, infine, il nome ci proiettano
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a Louisiana. Al
Bourbon Street, come in pas
nome, sono passati Billy Cob sato nella strada che al locale dà il
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ai migliori musicisti italiani.
Da non perdere assolutame on, oltre
session.
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Around Midnight, via Bonito
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Nap
oli.
Info
line
081
558283
Bourbon Street, via Bellini 52,
Napoli. Infoline 3470512211 4
32 di alberto traversi
notte.NORD bazar 11 2004
www.bazarweb.info
Si arriva per sorseggiare un aperitivo. Poi si trangugiano un po’ di snack e
assaggini. Si bivacca un po’ e si finisce per cenare lì, presi per la gola da quei a?
gustosi rustici al gorgonzola. E dopo cena? E a chi gli va di rimettersi in macchin
:
o
ist
o-r
Deisc
si fa serata!
Dorsia supercult
A cavallo tra gli anni ’80 e i ’90, lo scrittore Bret Easton Ellis, uno tra più
celebrati interpreti dell’ondata post minimalista, consacrò nei suoi romanzi la
vita leggera e disimpegnata dell’upper class californiana, costantemente alle
prese con abiti firmati, prestigiose carte di credito e supermodel dall’aria altera.
A una delle sue opere di maggior successo, “American Psycho”, e a uno dei
luoghi culto in essa celebrati, il ristobar Dorsia (via S. Vitale, 108. Seregno.
Tel. 0362 245499), si ispira l’omonimo nuovissimo ristobar di Seregno. Come
il Dorsia fantastico di Ellis, il Dorsia di Seregno è un locale elegante dove
l’arredamento minimal-high tech ben si sposa con l’esposizione di pezzi di
art design e con trovate sceniche indovinate, come le scritte sul soffitto tratte
dal libro e i puzzle di foto sulle pareti. Al Dorsia si gusta l’aperitivo ascoltando
musica lounge e elettronica, si cena e si balla, soprattutto il mercoledì nella
nottata dedicata dal dj B. B. Jones all’r’n’b e all’hip hop. Ingresso libero.
Dorsia via S. Vitale, 108. Seregno. Tel. 0362245499
Sarà per il traffico, insopportabile nelle zone calde della
notte, per la difficoltà di parcheggio o semplicemente per
la volontà dei gestori di tenere con sé il più possibile gli
avventori: sta di fatto che si tende a spostarsi sempre
meno e aumentano gli spazi in cui si fa serata. Milano,
sensibile come sempre verso le nuove tendenze, punta
molto sui disco-risto: aree multifunzionali e alla moda
in cui si celebra il rito dell’aperitivo, si cena, e si onora
il dopocena danzante con dj set e performance live.
Luoghi, insomma, in cui si entra poco dopo le 8 di sera e
da cui si esce intorno alle 2 del mattino. Uno degli ultimi
arrivati, giovane rampollo di una famiglia che comprende,
sempre a Milano, disco-risto di successo come That’s
Amore, Light, Plateau e Gioia 69, è il Rouge. Dal punto di
vista architettonico, il Rouge cerca di coniugare il colore
con le linee essenziali di un post-minimalismo che,
almeno in città, continua a trovare nuovi adepti: e così
un rosso acceso permea ogni angolo del locale. Due
le zone principali: il discobar, caratterizzato da soffitto
a specchi e bancone in “vetro cattedrale” e la zona
ristorante, impreziosita da mobili in wengè e nicchiette
in mosaico Bisazza.
Altra grande novità dell’autunno è il T.H., sigla che
sta per Town House, spazio centrale che contiene
diverse anime: quella di ristorante, specializzato in
carni argentine, quella di discobar con tanto di pista
per scatenarsi fino a tarda notte e quella di show-club,
supportata dal palcoscenico sopra il bancone che ospita
di volta in volta dj-set, spettacoli di musica e danza live
e qualche piccola rappresentazione teatrale. Ristorante,
american-bar, ma anche spa, negozio di abbigliamento
e concessionario d’automobili, il Noy in zona corso
Vercelli, propone 800 metri quadri di divertimento da
vivere sette giorni su sette a partire dalle 7.00 del mattino
fino a tarda notte. Freschissimo d’apertura, il Noy punta
molto sulla distribuzione degli spazi e sull’allestimento,
impreziosito da pietra, legno e tessuti, curato
dall’architetto Silvio Maglione in collaborazione con
Daniela Micol e Alessandro Agrati. In cucina l’esperienza
di Alfonso Montefusco, chef di livello internazionale. “H”
come “hi”, un saluto amichevole, come him and her, lui e
lei in inglese, ma soprattutto come home-hotel, un punto
di riferimento del vivere quotidiano all’intero di uno degli
alberghi più cool della città. “H” è il nuovo discoristobar
dell’hotel Diana Majestic, albergo tra i più frequentati dal
mondo del fashion business. Divani mutanti, poltrone a
forma di fiore e sedute a spirale si snodano intorno a
tavoli d’alluminio, vasi madreperlati e grandi abat-jour.
L’ambiente è raffinato ed elegante e c’è da scommettere
che questo nuovo “H” diventerà il punto d’incontro per
tutta la comunità bon chic bon genre della Milano che
conta. Tra le altre novità di stagione, in città non poteva
mancare un locale dal gusto etnico. Si chiama Siddharta
ed è l’ultima creatura di Giorgio Santambrogio, fondatore
dell’agenzia di modelle Fashion e proprietario di alcuni
locali di successo della metropoli lombarda. Tra divanetti
indiani, tavoli bassi, candele e l’inconfondibile profilo del
Buddha, non mancano accenni di chill-out, world music
e manicaretti fusion. Tre gli angoli da scoprire: il bar, il
ristorante e lo spazio “Bed”, caratterizzato da cuscinoni
e mini-letti per attimi di relax assoluto. La zona è quella
dell’Arena Civica. Ma se Milano corre, il resto d’Italia
sicuramente non si ferma. Tra le novità più interessanti
della “movida” fiorentina c’è Il Cestello restaurant
lounge-bar ideato dal designer di fama internazionale
Gaetano Pesce. L’ambiente, giocoso e informale, ricorda
una specie di trattoria toscana ambientata nel centro di
New York. Gli atout da non perdere sono, il bancone di
PVC trasparente, e una lampada lunga ben 21 metri.
Rouge via Poliziano 3. Tel. 0233100041
T.H. via De Amicis, 28. Tel. 028054140
Noy (nell’immagine) via Soresina 4
zona corso Vercelli. Tel. 0248110375
H viale Piave, 42. Tel. 0220581
Siddharta viale Elvezia, 4. Tel. 0234538549
Il Cestello piazza del Cestello, 8. Tel. 055294889
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bazar 11 2004
notte di andrea lisi 33
Anima
e suono
Le sonorità introspettive e viscerali di Two Lone Swordsmen & Co.,
i remix sentimentali di Jacques Lu Cont e qualche notte calda…
A Roma : “Electro is my life”
Two Lone Swordsmen al Brancaleone
il 27 novembre
Finalmente sono tra noi dopo anni di apparizioni
solitarie, insieme, sotto la sigla con cui firmano capolavori
ininterrottamente da una decina di anni, Two Lone
Swordsmen, Keith Tenniswood e Andrew Weatherall,
ovvero uno dei mostri sacri del sound Break-Electro
molto più electro che break, tra i migliori padrini dei,
“Bassi Tettonici”come li avrebbe definiti qualcuno una
manciata di anni fa, e il personaggio che ha letteralmente
fatto la scena dance europea più arty e trasversale dalla
fine degli ‘80 ad oggi. Ci vorrebbe un saggio di decine
di pagine per argomentare l’importanza di dischi come
The Fifth Mission, Swimming not skimming, entram
del 96, Stay down del 98, l’ultimo From the double bi
gone chapel uscito pochi mesi fa. Dischi ricercatissimi
nello studio delle ritmiche, ma anche introspettivi, a
tratti oscuri, con quei bassi a rimescolare le viscere
l’anima e le aperture di synt come squarci di luce a e
parlarci di possibilità di elevazione subito resi di nuovo
pesanti cadute di umane inquietudini. Appartengon
o alla
storia della musica elettronica le loro incursioni nel trip
pop, nel breakbeat, nella battuta dritta technogenetica
sempre filtrata da una sensibilità electro cioè l’accezione
più moderna della nostalgia infinita. “Electro is my life”
recita l’attacco vocoderizzato di una loro memorabile
dj
session di passate stagioni, e di electro sono tra i massim
specialisti in circolazione. Se qualcuno avesse ancora i
dubbi sull’assoluta compatibilità tra electro e rock postdei
new wave e non sapesse cosa è stata la musica rock
il punk, acquisti l’ultima produzione del duo e corra dopo
al
Brancaleone di Roma il prossimo 27 novembre a goders
i
uno dei live dell’anno.
Notti emergenti
Scena notturna in ebollizione alla riapertura della
stagione 2004-5, e l’offerta si fa densa. Il Cafè Procope
di via Juvarra a Torino sotto l’esperta tutela degli
a
arricchisce la sua vocazione multimediale affidanXplosiv
la
consolle a personaggi del calibro di Funkstorung, do
agf,
Tiga, Matthew Dear: www.cafeprocope.it
A Modena è in piena attività il Qasi. A ottobre ha già
ospitato 808 State e Chicks on Speed e questo mese,
10 Justin Robertson e il 24, addirittura, Primal Screamil
feat Mani: [email protected]
A Padova correranno nell’Autobahn dell’Arancia club,
dopo il grande Vitalic, gli altri paladini della sofistic
techno francese The Hacker e Oxia, il 31.www.elecata
troau
tobahn.it
A Milano: Romanticismo
cheapscape
Jacques Lu Cont al Billy
Prima che Donatella Versace lo proclamasse un
lustro fa il musicista più eccitante del momento
associando il suo sound neo anni ‘80 agli anni
d’oro della maison calabro-milanese, il minuto finto
francese Jacques Lucont era noto come produttore
di motivetti vintage electro pop sotto la sigla le
rhytmes digitales. Ne ricordiamo le apparizioni in
tutine argentate e pose da folletto tecnoretro, un vero
scandalo per i puristi della Intelligent dance music
e i seguaci delle derive psichedeliche del ballo. Poi
arrivò la fama assoluta come produttore di Madonna
e divo assoluto del remix, un’ascesa nello star system
che ricordava le celebri compromissioni tra arte e
moda dei rampanti eighties. E tra gli innumerevoli
trattamenti di pezzi altrui cominciarono ad apparire
quelli a firma Thin White Duke: da Felix da Housecat
a Starsailor, da Mirwais a The Faint, da Goldfrapp a
Madonna...Uno shock di classe e coerenza. Lucont
è tra i pochi remixer che sa trasportare il fantasma
dell’originale nella propria dimensione sentimentale.
Intro lunghi, sviluppi che metabolizzano la house
e l’electro in sinfonie autunnali imponenti, minuti
e minuti di ritmi coinvolgenti ma lontani anni luce
dal puro coinvolgimento fisico, vero controcanto
epico degli acquarelli synt pop dell’altro progetto
del duca bianco magrolino, gli Zoot Woman. E’
tra i protagonisti della sublimazione estetica della
dance in cheapscape mentali dove il ritmo da carne
si fa anima e racconto di un’anima. Auspicando
34 di claudio coccoluto
notte.nottetempo bazar 11 2004
www.bazarweb.info
Ci sono certe domande che ti fai di notte,
quando ozi sul divano alle 3 davanti a un film
che nemmeno ti piace. E all’improvviso una
scena, un’immagine… e la mente comincia a
pensare, a porsi quesiti, a indagare…
ti
Guardavo un anonimo film-tv alle tre della notte, una di quelle notti in cui
telecomando
accontenti del meno peggio che trovi tra i canali, col pollice incollato al compare
pronto a cambiare all’ennesimo insulso dialogo. Quando a un certo puntoragazzi che
John Digweed (il famoso dj inglese!) in una scena ambientata in un rave;ne. Subito
ballano, luci, fumo e ancora ballo inquadrato da ogni registica angolazioballa, ci crede
una considerazione ha destato il mio assonnato comprendonio: ma chi danza la
in quello che balla? Voglio dire, quanto può contare in una persona che tradurre note
passione e la conoscenza musicale? E’ necessario un indottrinamento nel musicale
in mosse? E quale potrebbe essere il coefficiente minino di consapevolezza
per dimenarsi inopinatamente a tempo di batteria? Credetemi, non è facile ltiane
rispondere, neanche per me che ho archiviato già tre generazioni post-Travo
di pubblico discotecaro. Ho cominciato con il dirmi che ballare è una necessità
espressiva, come un linguaggio che vede il corpo in movimento più o meno a
armonioso (a secondo delle capacità individuali), e la musica l’enfasi dell’uman
ballo coatto
necessità di comunicare. Ma poi ho ragionato che in tutta l’evoluzione del
sarà persa
(nel senso: obbligato ad un luogo preciso), di sicuro, tanta spontaneità si
cosà”,
per far posto al conformismo e all’appiattimento. “Questo si balla così, questo
de un preciso
e ancora: “hip hop,break, new wave, punk”, tutti generi a cui corrisponpena la non
modo di interpretare la musica col movimento (ma anche con un look) gente con la
omologazione al gruppo. Immagino che anche nelle balere di liscio ci siapensato, ci
spocchia che con sufficienza guarda coppie meno “sciolte”. Oppure, ho bisogno di
sono molti che finiscono in pista, trascinati dalla moda del momento o dal
Ha un
identificazione ma senza un particolare movente acustico. Appunto: la musica?
vero ruolo o è solo l’espediente?
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nottetrrogativo
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36 di chiara spegni
gusti bazar 11 2004
www.bazarweb.info
stata pubblicata addirittura sulla
La ricetta originale della pizza napoletana èstato
proposto il riconoscimento europeo.
Gazzetta Ufficiale. Perché? Ma perché ne è
da tutelare, la pizza verace va difesa
Tesoro della tradizione gastronomica nazionaleHut…
a colpi di mozzarella di bufala dop.
dalle grandi catene multinazionali come Pizza
foto www.oltremara.com
Pizza!
Di origini antichissime, la pizza
moderna nasce nel Seicento. Da cibo dei poveri, senza pomodoro,
diventa poi una delizia di re e regine. Risale al 1889 la più famosa
creazione del pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito: la leggendaria
e inimitabile “Margherita”, dal nome della regina che tanto l’aveva
apprezzata. La ricetta varca l’oceano insieme ai nostri emigranti e nel
1905 Gennaro Lombardi apre la prima pizzeria a New York. La pizzamania esplode subito dopo la II guerra mondiale e da allora non ha
mai smesso di girare il mondo, insieme a molti italiani. Ingredienti e
ricette distinguono il made in Italy, ma attenzione alla ricetta ufficiale!
Altrimenti non è vera pizza...
La ricetta ufficiale
Un tesoro della tradizione gastronomica nazionale va tutelato. Da una
parte infatti si impongono nel mondo le tre catene industriali quotate
in borsa, colossi da miliardi di dollari di fatturato (Pizza Hut, Papa
John’s International e Domino’s Pizza), dall’altra i maestri artigiani che
produrranno la pizza napoletana Stg (specialità tradizionale garantita),
i cui locali riceveranno un marchio con il profilo del golfo di Napoli e il
Vesuvio, di colore rosso. Da sapere: le pizzerie in Italia e all’estero che
utilizzeranno la vera mozzarella di bufala campana dop riceveranno
il marchio “qui pizza”, ottenuto tramite l’acquisto annuo di un certo
quantitativo di bufala da aziende certificate.
La ricetta originale della pizza napoletana è stata pubblicata nel
maggio scorso sulla Gazzetta Ufficiale, nell’ambito della proposta di
riconoscimento europeo della Stg per la “pizza napoletana”, presentata
al Ministero delle Politiche agricole e forestali dall’Associazione verace
pizza napoletana e dall’Associazione pizzaioli napoletani.
Tonda con un diametro non superiore ai 35 cm, con il bordo rialzato,
il “cornicione” spesso 1-2 cm, sulla parte centrale (spessa 0,3 cm)
mozzarella di bufala campana dop, pomodoro e basilico fresco.
1. Per ogni litro di acqua ci vogliono: 50 gr. sale, 5 gr. lievito,
1,8 kg farina. La farina si aggiunge lentamente, in non meno
di 10 minuti, l’impasto lavorato per 20 minuti fino a che non
raggiunge “il punto di pasta”, quando è grasso all’aspetto e
liscio al tatto, molto estensibile e poco elastico.
2. Lievitazione: l’impasto riposa per su un piano di marmo o in
una madia di legno per 4 ore coperto da un panno umido e poi
suddiviso in palline da 180 gr.
3. La VERA sfoglia si ottiene senza matterello, su un piano di
marmo coperto di farina fino a che lo spessore non diventa di 1
cm.
4. Condimento: un filo d’olio – da preferire extra vergine campano
dall’aroma fruttato o mandorlato – e, per una pizza margherita,
pomodoro San Marzano e mozzarella di bufala campana a
pezzetti non troppo spessi.
5. Cottura: in forno a legna con base di mattoni refrattari e una
cupola dello stesso materiale. ntrodotta con una pala di legno
a una temperatura di 450 - 480° e rigirata spesso in modo che
riceva il calore in modo uniforme.
6. Il risultato: una pizza dal bordo esterno regolare, gonfio, privo
di bolle e bruciature, di colore e dal profumo di pane. la parte
centrale morbida, arricchita da un ciuffetto di basilico fresco.
I gusti del mondo
Come reinterpretare i soliti gusti nostrani? Il sito
www.alenapoli.org ha tentato di elaborare un elenco “mondiale”.
C’è l’esotica (gorgonzola dolce e ananas), la nordica (filetto
di merluzzo, capperi, aglio e polpa di pomodoro), la tedesca
(cipolle, provola affumicata, wurstel, speck e cetriolini sottaceto),
la londinese (bacon, groviera, parmigiano e noce moscata),
la messicana (pomodoro, peperoni gialli, olive nere, capperi,
acciughe, origano e pepe), la newyorchese (impasto di semola,
patate e tuorli d’uovo fritto condita con pomodoro e basilico),
cecoslovacca (Emmental e prosciutto di Praga), cinese (germogli
di bambù o soia, filetti di pescecane e tofu), africana (pomodoro,
spezzatino di polpo e zicnick), indiana (rafano e tocchetti di
serpente arrosto). Secondo la catena Domino’s Pizza, leader
mondiale nelle consegne a domicilio, in India preferiscono
zenzero, montone e tofu; calamari, maionese, patate e bacon in
Giappone; sardine, tonno, sgombro, salmone e cipolle in Russia;
in Francia la flambée con bacon, cipolla e panna; in Pakistan il
curry; in Australia gamberetti e ananas, o salsa barbecue; in Costa
Rica il cocco; in Olanda la “double dutch” con doppia cipolla,
doppio formaggio e doppia carne; in America i peperoni; in Gran
Bretagna il pollo. La fantasia non manca, c’è anche una catena
di supermercati britannici che ha pensato di lanciare quest’anno
la “pizzagra”, a base di carciofi, asparagi, zenzero, cioccolata e
banana.
www.bazarweb.info
I record!
“L’abbiamo fatta grossa” è lo slogan scelto dall’associazione “Regina
Margherita” per l’ultimo record realizzato il 27 settembre 2004
nel corso della manifestazione “Pizzaworld” a Napoli. Le misure di
questa pizza margherita parlano chiaro: cinque metri e diciannove
centimetri di diametro per 124 kg di peso in un forno da 86 metri
quadri, costruito in 27 giorni. Otto i minuti necessari per cuocere
l’impasto fatto con 38,6 kg di farina, 32,2 kg di mozzarella di bufala e
22,5 kg di pomodoro. All’evento hanno assistito migliaia di spettatori,
che hanno poi degustato la maxipizza, realizzata secondo i criteri
dell’Stg (Specialità tradizionale garantita). Record dell’ingordigia
invece per un ragazzo di diciotto anni che è riuscito a mangiare ben
510 grammi di pizza in 120 secondi. Il giovane, e piuttosto esile,
Biagio Coppola, un tornitore di Bellizzi, ha sbaragliato gli avversari
che hanno partecipato il 6 settembre scorso al “Campionato nazionale
di mangiapizza”, a Salerno, nell’ambito della Festa della Pizza di
Pontecagnano Faiano. “La pizza è la mia passione” ha dichiarato il
vincitore, pronto a mangiarne dell’altra.
Da provare
A casa non si possono emulare i grandi artigiani napoletani, ma si
possono creare piccole godurie senza troppi sforzi. Ingredienti delle
pizzette rucola e robiola: 800 gr di pasta di pane; 200 gr. di robiola
fresca; 300 gr. di pomodorini; un mazzo di rucola selvatica; 40 gr, di
gherigli di noce; un cucchiaio di aceto balsamico; olio extravergine
di oliva; farina e sale. Con il forno a 220° dividere la pasta di almeno
4 panetti, stenderli e lasciarli riposare 15 minuti su una placca da
forno unta o con carta forno; distribuire poi i pomodorini, robiola e
sale; cuocere per 10 minuti; pulire la rucola e tritare i gherigli di noce
e aggiungerli una volta che le pizzette sono uscite dal forno, con il
tocco finale dell’aceto balsamico. Si può anche arricchire la pasta, che
spesso si trova già pronta, con olive snocciolate, pomodorini secchi,
una patata lessa, con qualche pezzetto di formaggio, cipolle, oppure
con erbe fresche, a scelta, per fragranti focaccine che accompagnano
tutti i piatti. Per un buon impasto fatto in casa si possono adoperare le
ottime miscele di farine che si trovano in commercio, meglio senza il
lievito incorporato.
Curiosità brasiliane
Se capitate in Brasile e avete voglia di visitare un posto che vi ricordi
i sapori dell’Italia, sperimentando un’altra cucina, a San Paolo viene
consigliato Speranza (Av. 13 de maio), fondato da emigranti napoletani
(altre info su www.pizzaria.com.br). I gusti più in voga adesso pare
siano quelli dolci: dal cioccolato, alla banana e ai frutti di bosco.
Qui non si incorre nel pericolo di incappare nel ketchup al posto del
pomodoro, come spesso accade a Rio de Janeiro. A Brasilia i locali
suggeriti sono “Santa Pizza” - SHCS CL 207, bloco B, Asa Sul loja
05 e “Fratello Uno” - SCLN 109, Bloco D, Asa Norte, loja 19. Anche
qui trovate svariate pizze dolci. Una specialità locale è quella alla
goiobada, dessert tipico. Nel sud del Brasile, a Curitiba, è da segnalare
la pizza California, con pompelmo e pesca.
bazar 11 2004
gusti di chiara spegni 37
Gli abc per
sbizzarrirsi
Un libro da mangiare con gli occhi è “Pizza” di Silvana Franco, trenta
ricette accompagnate dalle fotografie di William Lingwood, ed. Ryland
Peters e Small, 18.50 euro; più complete le guide “Pizze & Co per
tutte le occasioni”, ed. Food, 15 euro, e “Il libro delle pizze, focacce
e torte salate”, ed. Demetra; 9,90 euro; “pizze, focacce e calzoni”
ed. Demetra a 6,40 euro presenta ricette classiche e non; “pizza pane
focacce” di Idealibri costa 9,30 euro; invitante “Pizze, torte salate,
quiches. 365 ricette per cambiare il solito menù. Sette regole d’oro
per fare un’ottima pizza” di Giuliana Bonomo, ed. Fabbri, 12,86 euro;
più specifico “Pizza e cucina napoletana” ed. Bonechi, 16,50 euro;
supereconomico “La pizza” di Franco Salerno, ed. Newton Compton,
1 euro; nella collana della Gribaudo a 1,60 euro “In cucina con la
pizza” è molto apprezzato; due titoli da non perdere per i viaggiatori
golosi sono l’ultima guida del Touring Club Italiano “Pane e pizza”, del
maggio 2004, a 18 euro, con gli indirizzi di 321 tra panifici, focaccerie,
piadinerie e friggitorie, l’elenco di 375 specialità regionali e 315 tra le
migliori pizzerie italiane, e “Pizza, supremo sfizio. Guida alle migliori
pizzerie d’Italia” di Orietta Boncompagni Ludovisi, un vademecum
indispensabile per avere la certezza di entrare in una pizzeria doc.
Per scoprire approcci diversi dall’originale su www.amazon.com
sono migliaia i testi da annusare, almeno per il titolo accattivante.
Dall’approccio scientifico a stelle e strisce Peter Reinhart in “American
Pie: my search for the perfect pizza” all’ottimista “The best
pizza is made at home” di Donna Rathmell German; non mancano
italoamericani come Charles e Michele Scicolone “Pizza: any way
you slice it”; Dominick A. De Angelis “The art of Pizza making: trade
secrets and recipes”; “Nick Stellino’s Passione: pasta, pizza and
panini” di Nick Stellino; “The great Chicago – style Pizza cookbook” di
Pasquale Bruno jr..
Altre ricette
Ecco un dolce originale, da servire caldo, ottimo per cene in piedi.
Si può fare anche con pesche, albicocche o fichi. Ingredienti: 500 gr.
di pasta di pane, 500 gr. di uva mista, rosmarino, olio extravergine
di oliva, 3 cucchiai di zucchero di canna, pepe garofanato in grani.
Stendere la pasta su una teglia unta, modellando dei bordi piuttosto
alti. Distribuire gli acini tagliati a metà, il rosmarino e lo zucchero
sopra. Infornare per 20 minuti a 220°, spargendo alla fine il pepe
garofanato.
Parente golosa della pizza è invece la focaccia di Recco, indicata
per gli appassionati di squacquerone e consimili. Ingredienti: 400 gr.
farina bianca, 200 gr. stracchino, 25 gr. lievito di birra, 7 cucchiai olio
extravergine di oliva, sale. Amalgamare la farina con 5 cucchiai di
olio, un pizzico di sale e il lievito sciolto in acqua tiepida. Coprire con
Dove assaggiare una pizza senza eguali, magari approfittando di una fuga
romantica? “Da Gigino”, a Vico Equense, nella penisola Sorrentina. La
“pizza a metro” di Gigino Dell’Amura, brevettata negli anni ’50, è una
ghiottoneria che un vero amante della pizza non può farsi sfuggire. Il
locale ai tempi d’oro ospitava spesso divi come Sophia Loren, Eduardo e
Peppino De Filippo, Vittorio De Sica e Roberto Murolo. Oggi è meta di chi
vuole assaporare le bontà locali, includendo pesce fresco e torte di frutta,
delizie al limone e bignè sommersi nel cioccolato, esposti nel “carrello dei
dolci”. Il bello del posto è osservare la catena di montaggio dei pizzaioli
all’opera, ciascuno impegnato in una fase della preparazione. Su richiesta
dei gruppi è anche possibile assistere alla realizzazione della pizza
dall’impasto al forno. Tantissimi, dai backpackers a turisti di tutte le età,
scelgono tra i venti gusti a disposizione e i loro cm di pizza se li portano
via, in contenitori di cartone. La cosa migliore è assaporare la classica
margherita, arricchita dal parmigiano, oppure altri classici molto amati
come l’Italia Unita che richiama il tricolore, con prosciutto crudo, rucola,
scaglie di parmigiano e pomodorini; quella al bacon; con scarola, olive
nere e capperi, senza mozzarella; con salsiccia e broccoli (friarelli). Ci si
può fermare davanti a uno degli splendidi panorami che offre la penisola
sorrentina per una romantica cenetta. I prezzi da asporto sono alla portata
di tutti: si parte da 13 euro per 1 metro di margherita classica, fino ai 16/
18 per le pizze più elaborate. Aperto sempre, “Da Gigino – Pizza a metro”
o “Università della Pizza”, è in via Nicotera 10 a Vico Equense; 0818798426
o 0818798309.
38 di chiara tacconi
gusti bazar 11 2004
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Gennaro Esposito
Via Passalacqua 1G, Torino Tel. 011535905
Corso Vinzaglio 17, Torino Tel. 011531925
Chiuso sabato a pranzo e domenica
In realtà sono due i locali torinesi che portano questo nome, inventati e guidati da Valter
Picariello. Napoletano, pizzaiolo da quando aveva 14 anni, ha portato a Torino la “vera
pizza napoletana”, che poi è anche il nome di un’associazione da lui creata per difendere
e promuovere il piatto napoletano più famoso nel mondo.
Gatta Mangiona
Via Federico Ozanam 30, Roma. Tel. 065346702
Chiuso il lunedì
Non si mangia solo la pizza in questo locale di Monteverde. Ottimi
anche i primi, i dritti, la
scelta dei formaggi e i dolci della casa. Ma è per la pizza che ci si
ferma volentieri: ottenuta
con un impasto di lunghissima lievitazione, è una sorta di “compro
messo” fra la napoletana alta
e la romana sottile. Il forno a legna in bella vista e le immagini di
gatti sparse un po’ ovunque
rendono il locale molto familiare.
Antica Pizzeria Da Michele
Pizza,
amore
e
fantasia
Via Sersale 1/3, Napoli. Tel. 0815539204
Chiuso la domenica
Difficile emergere in una città come Napoli, eppure qualche
pizzeria, vuoi per la lunga tradizione, vuoi per il sapore
inconfondibile della più semplice margherita, si distingue
fra le altre. È il caso dell’Antica Pizzeria da Michele: dalla
fine dell’Ottocento punto di ritrovo per chi ama la vera pizza
napoletana. Oggi gli eredi del fondatore mantengono altissima
la qualità degli ingredienti e dell’impasto e servono solo pizze
classiche, al tavolo o da asporto. Prezzi più che onesti e ambiente
semplice ma accogliente.
I segreti della lievitazione, la
cottura perfetta, gli ingredienti di
prim’ordine: qui i migliori maestri
pizzaioli danno spettacolo.
Design
Q
Cestello Ristorante Bar
Piazza di Cestello 8, Firenze. Tel. 055294889
Aperto tutti i giorni 19-1
Tipo di cucina toscana rivisitata
Specialità del locale filetto cestello (filetto
con corona di pancetta e alloro in salsa al
pepe verde accompagnata da farfalline ai
porcini)
Spesa media 50 euro
Dolci della casa
Vino consigliato dalla carta
Piatti dietetici insalate per vegetariani
Particolarità design di Gaetano Pesce;
vestiti appesi alle pareti, interni coloratissimi,
sedie da collezione
Numero coperti 70
Carte di credito tutte
Musica jazz-lounge
Gentilezza personale ottima
Sale fumatori sì
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa
Eat&Go
Etnico
Namaste
Piazzale San Rocco 8, Como. Tel. 031261642
Tipo di cucina indiana
Specialità del locale riso al curry con verdure
Spesa media 20 euro
Dolci della casa
Vino consigliato dalla carta
Piatti dietetici vegetariani
Particolarità locale molto amato dai
vegetariani
Numero coperti 55
Carte di credito tutte più ticket
Musica etnica
Gentilezza personale ottima
Sale fumatori sì
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa
Timpani & tempura
Vico della Quercia 17, Napoli. Tel. 0815512280
Tipo di cucina friggitoria napoletana con
aggiunte esotiche
Specialità del locale i timpani (timballi) e
la tempura, incrocio tra la frittura “di strada”
napoletana e le tecniche orientali
Spesa media 15 euro
Dolci della casa
Vino consigliato nessuno
Piatti dietetici no
Particolarità piatti caldi e dolci da asporto;
selezione accurata di formaggi
Numero coperti 10 (al bancone)
Carte di credito no
Musica no
Gentilezza personale ottima
Sale fumatori no
Servizi per disabili no
Illuminazione diffusa
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gusti di chiara tacconi 39
Il Brunello con la brina (artificiale)
Le uve di Brunello raffreddate con il ghiaccio secco?
Non è l’ennesima frode
alimentare ma un esperimento della storica Fattoria dei
Seguendo l’esempio degli australiani, Stefano Cinelli Barbi di Montalcino.
progetto dell’Università di Pisa chiamato MPF (macer Colombini ha aderito al
freddo). Per noi profani si può riassumere nell’uso di azione prefermentativa a
ghiaccio secco, appunto, per
raffreddare le uve Sangiovese portandole a pochi gradi
sopra lo zero e macerarle
per qualche giorno a quella temperatura. Risultato? Ottimi
livelli di profumo,
morbidezza e persistenza del colore. Alla Fattoria dei
Barbi hanno pensato di
unire il tradizionale uso delle botti in legno all’innovazione
della MPF. “Questo tipo
di tecnologia – spiegano – consente l’estrazione dei
polifenoli e delle sostanze
aromatiche evitando l’intervento con i mezzi meccanici,
le proprietà del vitigno. L’utilizzo di anidride carbonica che può compromettere
liquida rimedia inoltre al
progressivo aumento delle temperature stagionali”. Insomm
a, una tecnologia che
potrebbe ricreare le condizioni di vendemmia di qualch
e decennio fa, quando la
raccolta di Sangiovese era a ottobre e l’uva arrivava
in cantina coperta di brina. E se
in quegli anni le vendemmie ci hanno regalato il celebe
rrimo Brunello 1955 (uno dei
vini del secolo), chissà che il ghiaccio secco non ci riservi
Fattoria dei Barbi, Montalcino (Siena), tel. 0577841111, altre piacevoli sorprese.
www.fattoriadeibarbi.it.
Olio in tutte le salse
Tradizionale
Marco Fadiga Bistrot
Via Rialto 23, Bologna. Tel. 051220118
Chiuso domenica sera e lunedì
Tipo di cucina del territorio con rivisitazioni
affidate alla fantasia dello chef
Specialità del locale timballo di parmigiano
Spesa media 45 euro
Dolci della casa
Vino consigliato suggeriti abbinamenti
Piatti dietetici no
Particolarità vendita di pasta, olio, vino, terrine
Numero coperti 35
Carte di credito tutte
Musica no
Gentilezza personale ottima
Sale fumatori no
Servizi per disabili no
Illuminazione soffusa
Enoteca
Sola Enoteca
Via Carlo Barabino 120/r, Genova. Tel.
010594513
Tipo di cucina ligure
Specialità del locale tartare di pesce agli aromi
e al lime
Spesa media 40 euro
Dolci della casa
Vino consigliato anche al bicchiere
Piatti dietetici no
Particolarità vendita di vini italiani, francesi,
spagnoli, portoghesi, tedeschi, ungheresi,
californiani, australiani, neozelandesi,
sudamericani e sudafricani
Numero coperti 40
Carte di credito tutte
Musica no
Gentilezza personale buona
Sale fumatori no
Servizi per disabili no
Illuminazione soffusa
Quando in un ristorante vi danno
il menu e la carta dei vini, chiedete
anche quella degli oli. Le guide
gastronomiche come quella di
Veronelli premiano o bacchettano i
locali anche in base all’olio proposto.
Perché in un paese in cui in ogni
collina c’è un extravergine dal sapore
diverso, è impensabile voler sfoggiare
a tavola palato fino che predilige
certe annate di certi vini e poi non
saper distinguere un olio ligure da
uno pugliese. Non sono pochi i
ristoranti e le osterie che cominciano
a educare i propri avventori con più
di una proposta di extravergine, da
abbinare nel mondo giusto ai piatti
scelti. Se volete fare un po’ di pratica,
domenica 28 novembre in tutta Italia
si terrà Pane e olio in frantoio: le
Città dell’olio, che promuovono la
manifestazione, vogliono avvicinare il
grande pubblico all’”oro verde” con
eventi di ogni tipo (degustazioni, visite
in frantoio, feste popolari). Per scoprire
la piazza più vicina in cui gustare
pane e olio novello, tel. 0577.329109,
www.cittadellolio.it.
Infine ricordiamoci che l’extravergine
è un prezioso amico della pelle, non
solo come alimento ma anche come
ingrediente dei cosmetici; lo ritroviamo
in creme per il viso e per il corpo,
gradevoli ed efficaci (Mediterranea,
Erbolario, Bottega Verde e altre).
40 di eva buiatti
gusti.mangia come leggi bazar 11 2004
Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni
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diverse
!
icana
amer
italopizza
Una
girare goffamente. “Diventa sempre
farla
a
aiutai
la
e
Lucy
di
pugni
i
sopra
“Disposi la pasta
più larga”- esclamò. “Viene bene!” “La pasta si allarga per forza centrifuga… proprio come
si fabbricava il vetro una volta. “
P. Cornwell. Postmortem. La Biblioteca di Repubblica. Le strade del giallo.
po’ di pazienza, e
Se c’è qualcosa da salvare nella cucina italo-americana, è senz’altro la pizza. Per fare in casa una buona pizza occorre un
di farina di grano
per ottenere un gusto italo-americano occorre un condimento quasi eccessivo e alquanto barocco. Mescolate mezzo chilo
morbida per circa
duro con un bicchiere di acqua tiepida in cui avete sciolto mezzo cubetto di lievito di birra. Impastate la massa piuttosto
un canovaccio e
dieci minuti, aggiungendo un po’ di farina se fosse troppo appiccicosa. Avvolgete morbidamente la palla dell’impasto con
Preparate intanto una
lasciate lievitare per 2 ore. Sembra un tempo molto lungo, ma l’impasto lievita da solo e non vi disturberà più di tanto.
pasta è quasi lievitata,
buona salsa di pomodoro possibilmente fresco, con un fondo di olio e aglio soffritto, salata al punto giusto. Quando la
tagliate in pezzetti,
e
spellate
salsicce
due
grattato,
parmigiano
di
cucchiai
tre
pezzetti,
a
fiordilatte
mozzarella
una
condimento:
preparate il
d’aglio sbucciati
spicchi
due
olio),
poco
in
soffritta
e
affettata
piccola
melanzana
una
alternativa,
in
(oppure,
un peperone tagliato finissimo
farla diventare
e tagliati a fettine. Il trucco è di sbattere sulla pizza più ingredienti possibile, mescolando i sapori e i colori in modo da
stendere la pasta ci
una specie di quadro Pop. Accendete il forno al massimo, e mentre si riscalda, reimpastate per un paio di minuti. Per
la pasta schiacciata
sono due possibilità: una è di farlo con le mani, che devono essere unte d’olio d’oliva. Stringete le mani a pugno sotto
fino a che sarà
tipo focaccia, e fatela girare cercando di darle una forma circolare e di spessore uniforme, non più di mezzo centimetro,
Ungete con olio
larga quanto la teglia da pizza. Se non vi riesce, stendetela con il matterello: non è altrettanto spettacolare ma è più facile.
che deve coprire
d’oliva il fondo e i lati della teglia, su cui adagerete la pasta. Subito aggiungete gli ingredienti, cominciando dalla salsa
e aggiungete
abbondantemente la superficie, e poi tutti gli altri secondo il vostro gusto estetico. Lasciate fuori solo la mozzarella. Salate
altri 5-7 minuti. La
ancora un filo d’olio. Infornate per 15 minuti, poi aggiungete la mozzarella, che così non brucerà, e finite la cottura per
pizza deve avere un fondo croccante e la superficie morbida, ma con tutti gli ingredienti ben cotti.
cucina in una di quelle
Deve essere gente di bocca buona, che assolutamente mai ha pensato di mettersi a dieta, e si trova intorno al tavolo di
fra questi c’è qualche
prime giornate piovose d’autunno che ti fanno desiderare qualcosa di caldo e profumato da mangiare. E’ il massimo se
tutti i sapori.
cittadino statunitense o addirittura di Broccolino, dove si fondono in un’unica, veloce sintesi tutti i tipi di italiani e quindi
l’occasione sereni,
L’idea non è male, purché odori, colori, sapori, dialetti e ricordi siano riconciliati, intorno alla tavola, da amici veri, per
lo stomaco ed i
che si fanno un’unica, profumata, morbida pizza. Vi aiuterà un vino rosso abbondante e un po’ greve, non birra che fredda
sentimenti.
meno. La possiamo
Kay Scarpetta, il personaggio di Patricia Cornwell, è di solito tristissima. In questo, che è il libro d’esordio, lo è un po’
e autonomia
leggere soprattutto se siamo donne che cercano proprio ora e proprio per sé stesse qualche ottima ragione di indipendenza
dentro e fuori l’amore, il lavoro, le pizze e la vita.
Se c’ è un libro che vi piace,
con un personaggio che
mangia con gusto, e vi siete
sempre domandati che sapore
avrebbe il suo piatto, scrivete a:
[email protected]
Troverete
prossimo
la ricetta sul
numero di Bazar!
42 di lorella scacco
arti bazar 11 2004
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e pro
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Be
Schnabel, dalla
Julian
di
opere
dalle
sse
espre
Quelle
nuova performance di Enzo Umbaca, dall’arte
calligrafica giapponese, dal progetto Globalgroove…
Dagli Usa a Napoli:
Julian Schnabel
Un’altra importante retrospettiva si apre a
Napoli sull’artista e cineasta statunitense Julian
Schnabel. Una mostra che raccoglie 50 opere
di grande formato provenienti da collezioni
pubbliche e private. Negli anni Settanta l’artista
divenne famoso per i suoi dipinti il cui supporto
era formato da vari pezzi di piatti incollati. Gli
oggetti attraverso il gesto dell’artista passavano
da una realtà esterna a una individuale, la cui
riorganizzazione donava complessità e intimità
all’opera. Come scrive il curatore Eduardo
Cicelyn “Julian Schnabel è un artista americano
a tutto tondo per come concepisce lo spazio,
grande e ‘vero’, dei suoi lavori e per l’energia
fisica che la sua pittura imprime e comunica.
Sempre gestuale, ma anche istintivamente
seriale, l’opera di Schnabel si presenta in modo
frontale e si organizza per cicli: cioè afferra
insieme sensazioni e concetti, li manipola,
li mette in circolo e li abbandona a se stessi,
perché guarda oltre, cerca nuovo spazio,
altre possibilità. La sua pittura può esplodere
d’immagini, di oggetti o semplicemente di
parole, ma non indugia nello sguardo, nel tatto,
nel pensiero”.
Mostra d’Oltremare, Padiglione America Latina,
Ingresso da Piazzale Tecchio, Napoli
Dal 21 novembre al 16 gennaio 2005
info: 0814976128 - 130, orari: 10 – 19,
ingresso gratuito.
Arte e identità: Enzo Umbaca
ing: globalgroove
Tra arte e advertis
che nasce Globalgroove, da un’idea di Michele
E’ alla fine degli anni novanta
Andreoni e Fabio Toffolo. Il loro progetto si è rivolto inizialmente al web con
il sito www.globalgroove.it , una pubblicazione on-line al limite tra arte e
advertising, per poi orientarsi ed estendersi a pittura, fotografia, collage e
progetti editoriali. In questa mostra, dal titolo “No Compassion (In The Market
Place)”, vengono presentati due lavori con i quali continua la loro prassi
operativa di campionamento e manipolazione di fonti iconografiche e testuali
mass-mediatiche. Come nell’opera pittorica “No Compassion” formata da
trenta moduli di varie dimensioni realizzati in acrilico su tela, i cui soggetti
rappresentati rimandano “al mondo del business e dialogano con icone
religiose, scene di violenza, pubblicità, opere d’arte, fumetti, in un ambiguo
sincretismo tra critica del sistema e accettazione dello status quo, glamour
pubblicitario e orrore apocalittico”.
Studio Lipoli&Lopez, Via della Penitenza 4a, Roma, tel. 066875937
Dal 9 novembre
e-mail: [email protected]
La personale di Enzo Umbaca inaugura la seconda stagione espositiva
della Galleria Sogospatty. E’ con la performance “Survival” del 1999 che
l’artista si rese noto in Italia, quando travestito da profugo in cerca di
elemosina sulle metropolitane di Roma e Milano, chiedeva ai passeggeri
del “tempo” per visitare il suo sito: http://undo.net.survival. Da sempre
interessato a esplorare il concetto di identità, soprattutto in termini
antropologici, Umbaca si rivolge ora a Tommaso Campanella, il celebre
pensatore calabrese che contribuì in modo esemplare a formare la
filosofia italiana. Per l’artista, Campanella diventa la vecchia guida dei
tempi nuovi, modello originario della maniera di stare al mondo. Così
lo spazio della galleria accoglie una imponente e suggestiva statua che
rappresenta il filosofo.
Galleria Sogospatty, Vicolo del Governo Vecchio 8, Roma, tel/fax
0668135328.
Fino al 30 novembre
[email protected], www.galleriasogospatty.com, orari: mar
– ven 15 – 20, sab 11 – 18.
Sho
inema: via alla nona edizione!
Festival Artec
internazionale di film sull’arte contemporanea, in cui sarà presentata
Si tratta del festival
ti artisti degli
una selezione di documentari, a cura di Laura Trisorio, sui più importan David Hockney,
ultimi 50 anni, tra cui Marcel Duchamp, Stuart Davis, Giuseppe Penone,
Orozco,
Tom Friedman, Yoko Ono, Roni Horn, Gerhard Richter, Richard Serra, Gabriel Mies Van
Zhu Ming, Mark Rothko, e su alcuni architetti, come Alvar Aalto, Zaha Hadid,
Tina Modotti,
der Rohe, Frank Gehry, Tadao Ando, e sui fotografi Henri Cartier-Bresson, in archivi d’arte
Ansel Adams, Rineke Dijkstra, Wolfgang Tillmans, Collier Schorr. La ricerca
visibile e amplia
e videoteche museali o il contatto diretto con registi e produttori rende
mediante
l’universo delle arti visive contemporanee e il percorso lavorativo degli artistidi incontri con
interviste, biografie filmate e montaggi narrativi. Il festival prevede una serie
registi, artisti e produttori durante le tre serate.
Teatro Politeama, Via Monte di Dio 80, Napoli,
dal 25 al 28 novembre
Trisorio,
Orario: 17 – 24. Info: tel 081414306 Organizzazione Associazione Culturale
www.artecinema.com
Lo “Sho”, cioè l’arte calligrafica giapponese, ha
circa 1500 anni di storia anni. Approdata dalla Cina
in Giappone intorno al XIV secolo ha poi assunto
delle forme espressive autoctone e tipicamente
giapponesi. In Giappone è una delle arti tradizionali
che appassiona oltre due milioni di persone attraverso
l’uso del fude (pennello) e del sumi (inchiostro cinese).
L’arte dello Sho vuole esprimere bellezza e profondità
spirituale, tradizione e contemporaneità, forma e
stile. In mostra ben 66 opere di autori contemporanei
che si sono distinti per la ricerca di nuove forme
interpretative pur nel rispetto della tradizione.
Istituto Giapponese di Cultura, via Antonio Gramsci
74, Roma, Tel 06 3224754.
Fino al 24 novembre.
Orario: lun-ven 9.00-12.30/14.00-18.30, merc fino
alle 17.30, ingresso libero, www.jfroma.it
bazar 11 2004
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Il più e il meno
Ovvero gli eccessi della (giovane) pittura
vs l’eleganza del minimalismo
tti
Nuovi talenti: Manuele Ceru
senza
Anche questo un nome su cui puntare
esitazioni. Torinese del ‘76, Manuele Cerutti è
un pittore puro che lavora su una figurazione dai
tratti molto contemporanei e incisivi. Partendo
dalla realtà quotidiana, Cerutti elabora le sue
visioni cariche di suggestioni cinematografiche
come recita l’omaggio a David Lynch fin dal
titolo della sua nuova personale Eraserhead alla
Galleria Estro di Padova, da tempo specializzata
nel lanciare nuovi talenti. E il giovane Manuele
ha ottenuto l’importante segnalazione in Present
Future, la sezione più sperimentale della fiera
torinese Artissima (4-7 novembre) che potrebbe
lanciarlo anche oltre confine.
Manuele Cerutti. Eraserehead, Galleria Estro,
via San Prosdocimo, Padova, tel. 0498725487,
www.galleriaestro.com
Fino al 27 novembre.
Orario: martedì – sabato 16-19.30, chiuso lunedì
e festivi.
Sculture di luce: Dan Flavin
Promossa dal FAI arriva in Italia la più
importante mostra dedicata a Dan Flavin
che fu padre del Minimalismo e precursore
nell’uso scultoreo della luce. Non poteva
esserci posto migliore della settecentesca
dimora che è sede della collezione Panza di
Biumo. Circa 20 installazioni sistemate nei
rustici e nelle scuderie della Villa, buona
parte opere site specific, originariamente parte
della collezione, donate da Panza nel 1992 al
Guggenheim di New York, tornano in Italia
per quest’occasione, accanto a opere storiche
come il Flavin Starbuck Judd del 1968, lungo ben
14 metri. Catalogo Skira.
Dan Flavin, Villa Panza, Varese tel. 0332283960
www.fondoambiente.it
Fino al 12 dicembre.
Orario: martedì-domenica 10-18, chiuso
lunedì, ingresso € 6,50
arti di luca beatrice 43
Postgraffitismo cattivo:
Dennis Tyfus
Viene da Anversa, una delle città più cool d’Euro
nuova meta di designer, creatori di moda e giovanpa,
i
artisti. Dennis Tyfus ha solo venticinque anni
è uno su cui puntare l’attenzione fin da subito,ma
perché il tipo è già una piccola star. A prima vista
potrebbe sembrare un post-graffitista, ma il suo
universo di segni è decisamente nero e cattivo.
Nei wall drawings di Tyfus si racchiude la passio
per l’underground, per il cinema di Larry Clark ne
Harmony Korine, per i cartoons di Robert Crumeb
e i disegni di Raymond Pettibon. Finally Lost è
la prima personale in Italia, con un lavoro site
specific che non mancherà di appassionare i cultori
dell’eccesso.
Dennis Tyfus. Finally Lost, Galleria Zonca &
Zonca, via Ciovasso 4, Milano, tel. 0272003377,
www.zoncaezonca.com www.dennistyfus.tk
Fino al 12 novembre.
Orario: martedì - sabato10.30-13; 15.30-19.30,
chiuso lunedì e festivi.
Atelier 31 e il ponte Torino-Seattle
Un tempo era una grigia città industriale, poi negli anni ’90 a Seattle
è nato il grunge, musica, moda e life style di una nuova generazione
perduta che ha avuto in Kurt Cobain la sua stella cometa. Forse da
lì è cominciato il processo di trasformazione che ha portato Seattle a
essere uno dei nuovi luoghi dell’America contemporanea, frequentata
da artisti, architetti, creativi in genere. Grazie all’iniziativa della
torinese GAS Art Gallery (che ogni anno ospita una galleria straniera)
per la prima volta in Italia possiamo scoprire chi sono i nuovi talenti
della West Coast segnalati da Atelier 31, la galleria più in vista a
Seattle. Dalla pittura al video, dall’installazione alla fotografia: nomi
per molti inediti, ma di cui si dice un gran bene, come David Pirrie,
Rebecca Raven, Cassandra Hooper.
Atelier 31. Seattle, GAS Art Gallery, corso Vittorio Emanuele 90,
Torino, tel. 01119700031 www.gasart.it, 6 novembre
4 dicembre 2004.
Orario: martedì-sabato 15-20, chiuso lunedì e festivi
i
Getulio Alvreian
ai quarant’anni
formale e serietà di ricerca, sono orm
Esempio di rigo
le neosnoda il suo percorso attraversopittu
ra
che l’opera di Getulio Alviani rien
la
e
o
Zer
ppo
Gru
il
con
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avanguardie, dalle prime espe con
Leit
te.
bien
l’am
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ttur
l’archite
monocroma fino a relazionarsi
rica
utilizzato come superficie pitto
motiv di questa ricerca è l’acciaio
o la
vers
ta
pun
che
te
ttan
agge
ra
pittu
e, contemporaneamente, una logica alla GAMeC di Bergamo, che in altre
tridimensionalità. Grande antodello svizzero John Armleder e una serie di
stanze ospita un’installazione
gouaches di Anish Kapoor.
aso 53, Bergamo tel. 035399528
Getulio Alviani, GAMeC, via San Tom
www.gamec.it.
Fino al 27 febbraio 2005.
edì 10-22, chiuso lunedì
Orario: martedì-domenica 10-19, giov
44 di marzia di mento
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Salisburgo con il
di
o
A sorprendere è il nuovo muse
ristorante hi-designed, il minimalismo del museoodi
Porto immerso in un parco dichiarato monument
nazionale, il nuovo grande museo della piccola é…
Isernia… e il Moma di NY. Ma scoprirete il perch
Porto d’arti d’arte contemporanea della città di Porto, nel nord del
Salisburgo: dalla tradizione al
contemporaneo
Nel
mese di ottobre ha avuto luogo l’inaugurazione del museo
Rupertinum di Salisburgo, progetto dell’architetto Friedrich Hoff
Zwink. Dedicato alle arti contemporanee internazionali, a partire
da Klimt, Kokoschka e Kubin, con opere di pittura, arte grafica,
scultura e fotografia. Dal 23 Ottobre esibizione “A collection’s
vision”, con una selezione della collezione permanente. Tra l’altro
è ottimo il ristorante, hi-designed con vista mozzafiato sulla città!
Museum der Moderne Salzburg Rupertinum, WienerPhilarmoniker-Gasse 9.
A – 5020 Salzburg
Tel. 0043662 842220-400
[email protected] / www.museumdermoderne.at
Ingresso: dalle 10.00 alle 18.00, il mercoledì dalle 10.00 alle 21.00;
chiuso il lunedì.
Biglietto: 8 euro, 4.5 euro da 16 a 18 anni, comitive di più di 10
persone e terza età, gratuito fino a 15 anni e scolaresche. Ogni
mercoledì alle 18.00 visite guidate.
Servizi: Ristorante e caffetteria.
Dal 2/10/2004 al 16/01/2005 la mostra di Wickenburg “Variationem
der moderne”.
Voli da Roma con Air Berlin o Austrian Airlines a 364.66 euro; da
Milano con Lufthansa a 383.75 euro
mporanea
Isernia conte
arte contemporanea d’Isernia, istituito
Il MACI, il Museo di
dall’amministrazione provinciale di Isernia, è il primo museo di
arte contemporanea del Molise. Inaugurato lo scorso 12 marzo
in concomitanza con la mostra “L’arte in testa”, si compone
di cinque sale, alcune delle quali destinate alle esposizioni
temporanee. La collezione comprende, tre le altre, opere
di Schifano, Rotella, Araky, Beecroft, Motti, Mendoza, van
Ramsweerde, Nam June Paik e Grenfield-Sanders.
Per il 13 novembre è prevista l’apertura della mostra “Gli anni ’80
Mario Schifano”, che si concluderà il 30 gennaio 2005.
MACI, Museo Arte Contemporanea Isernia, Palazzo della
Provincia, Via Berta, Isernia
Tel. 0865441473. [email protected] - www.artemaci.it
Ingresso: dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00
alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 11.00 alle 19.00; chiuso il
lunedì, il 24 e 25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio.
Biglietti: 3 euro, 2 euro per studenti, gratuito dai 65 anni in su.
Servizi: ingresso portatori di handicap
Straordinario museo
di
Portogallo. Situato a 4 km dal centro della città, a circa 500 m dalla casa
Serralves, è aperto dal 1999.
La bianchissima struttura minimalista, d’intonaco e granito, progettata
dall’architetto portoghese Alvaro Silva Vieira, è immersa in un parco di nto
oltre 18 ettari, parte integrante del museo, da poco dichiarato monume
ni
nazionale. Si compone di tre piani: al piano terra sono ospitate le esposizio
primo
temporanee, al piano inferiore si trovano bar, auditorium e biblioteca, al
piano caffetteria e servizio educativo.
Van
Nel Parco la collezione permanente, con sculture di Serra, Oldenburg,
del
Bruggen, De Sousa, Carneiro, Tropa, Nordman e Graham. Inoltre la Casa di
Tè, il piccolo lago, il roseto. Vi verranno suggeriti tre diversi percorsi di visita
durata differente (30, 45 o 90 minuti).
rsi
Al momento è in atto il restauro di parte del parco che dovrebbe conclude
alla fine del 2005.
i
Tra le varie attività del museo, interessante il servizio educativo con laborator
to,
per bambini sull’espressione artistica, attraverso la pittura o il movimen
educazione all’architettura e ambientale.
della
Piacevolissima la visita, grazie all’eleganza dell’edificio, la gradevolezza
passeggiata nel giardino e la qualità e l’accoglienza del ristorante.
a
Dal 15/10/2004 al 5/1/2005 mostra di Rego, con pitture e schizzi dal 1996
oggi.
Museu de Serralves, Rua D. Joao de Castro 210.
4150-417 Porto, Portogallo
Tel. +351226156500
[email protected] / www.serralves.pt
Ingresso: da ottobre a marzo, da martedì a giovedì dalle 10.00 alle 19.00,
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.00, domenica e festivi dalle 10.00 alleda
19.00; da aprile a settembre, martedì e mercoledì dalle 10.00 alle 19.00,
giovedì a sabato dalle 10.00 alle 22.00, domenica e festivi dalle 10.00 alle
19.00. Chiuso il lunedì.
Biglietto: Museo e parco 5 euro, solo museo o solo parco 2.50 euro, 2.50
euro per studenti, carta giovani e maggiori di 65 anni, gratuito per bambinitutti
con meno di 12 anni e Amici di Serralves. Tariffe speciali per i gruppi. Per
la domenica dalle 10.00 alle 14.00.
Servizi: Caffetteria, bookshop, ristorante
euro;
Voli da Roma con IBERIA a 299 euro, oppure TAP e Portugalia a 300.12
da Milano con Portugalia e TAP a 279.08 euro.
Controcorrente
Il 20 novembre è prevista la tanto attesa riapertura del MoMa (Museum
Modern Art) di New York. Tra le varie sorprese il prezzo: 20 euro a visita,of
un primato assoluto. Per cosa, d’ora in poi, ha intenzione di essere
famoso
il MoMa? Per la vasta collezione o per l’esorbitante biglietto d’ingress
o?
Ma soprattutto, non si stava andando nella direzione opposta, cercando
di
avvicinare al museo più fasce di pubblico possibile?
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46 di luca carboni
arti.skizzi bazar 11 2004
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bazar 11 2004
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viaggi di andrea mugnaini 47
5 cose da non perdere
1-
234-
La Medina e il quartiere dei
conciatori di Fes
Una passeggiata a cavallo nel
palmeto di Skoura
Le dune di sabbia di Merzouga
Le gole del Todra
D
ie
tr
o
le
qu
in
te
del Marocco
Entrare nei vicoli di Fès, esplorare il
rinto urbano di quei luoghi che
sono l’anima vera del Marocco. E poilabi
spaz
tra i flash cromatici delle
foreste di cedri, dell’Atlante innevato, delleiare
dun
e desertiche dell’Erg
Chebbi e delle terre rosse di Er Rachidia.
foto di andrea mugnaini
Cosa vedere
Il suk
Dall’altoparlante gracchiante e distorto, la voce del muezzin richiama
all’alba, come a mezzogiorno, come al tramonto. Le strade si svuotano i musulmani alla preghiera. Cinque volte al giorno:
, la gente si affretta, corre e la intravedi mentre si sfila le
babbucce e si dirige nel cortile della moschea verso la fontana per l’abluzio
ne, obbligatoria prima della preghiera.
Siamo in Marocco, dove la maggioranza della popolazione è musulm
della vita quotidiana. Sono poche le moschee dove a noi occidentali ana e le abitudini religiose sono una parte importante
dedicata a Hassan II a Casablanca. Ha il minareto più alto del mondoè consentito entrare. Una è quella, maestosa e moderna,
e se atterrate in questa città, la potete vedere dall’aereo,
che sorge gigante sulle rive dell’Oceano. Non c’è molto altro da vedere
a Casablanca, meglio dirigersi subito a Fes, uno dei
luoghi più belli e autentici del Marocco. La medina, protetta dall’Une
mondo, è un vero e proprio labirinto dove è facilissimo e bellissimo sco dal 1981 e una delle maggiori città medievali abitate al
perdersi. Vale la pena farci un giro la mattina all’alba prima
che sia letteralmente invasa da mercanti e commercianti che trasform
ano le sue vie in un mare di teste.
Lasciando la città e dirigendosi verso sud si attraversano paesaggi contrasta
nti e unici: il verde delle foreste di cedri, popolate
di scimmie, nei pressi di Azrou si oppone al rosso delle terre arse
dal sole nella zona di Er Rachidia. Più a sud il bianco delle
montagne innevate dell’Atlante. Infine l’arancio delle dune del deserto
dell’Erg Chebbi a Merzouga, dove è possibile passare una
notte nelle tende berbere e ammirare tramonti mozzafiato.
Paesaggi diversi, ma altrettanto spettacolari da un punto di vista naturalis
tico sono rappresentati dalle gole del Todra e quelle del
Dadès, altissime pareti scavate nella roccia.
Neanche una parola su Marrakech, la città marocchina più famosa
un’anima. Assediata dai turisti ha perso la sua autenticità diventando e visitata? Ha monumenti e palazzi bellissimi ma gli manca
un grande mercato a uso e consumo degli occidentali. Molto
più genuina e affascinante è Essaouira. Affacciata sull’Atlantico conquist
a con le sue mura fortificate, il porto di pescherecci e le
case bianche dai tetti piatti.
Libri
Come vive una donna in un paese islamico? Lo spiega e
lo racconta in modo straordinario la sociologa
marocchina Fatema Mernissi nel romanzo La terrazza proibita
(Giunti). La scrittrice da sempre si batte a
favore della libertà femminile che giudica perfettamente
compatibile con i precetti del Corano. Nel suo
ultimo libro, intitolato Karawan, descrive un Marocco miglior
in Italia è Tahar Ben Jelloun grazie ai due piccoli pamplh ato dal web e dal satellite. Molto conosciuto
et Il razzismo spiegato a mia figlia (Bompiani) e
L’Islam spiegato ai nostri figli (Bompiani). Le voci di
Marrakech di Elias Canetti (Adelphi) è una bellissima
testimonianza di un viaggio nella città marocchina
compiuto negli anni ‘50.
In una kasbah del XVII secolo all’Hotel Ben Moro di Skoura (tel.
00212 44 852116)
In un’abitazione privata piena di piante al Riad Kaiss a Marrakech
(tel. 00212 44 440141)
In un luogo d’atmosfera, con un hammam e un giardino interno,
Che cos’è il deserto? Il deserto è silenzio, vento,
Riad Louna a Fes (tel. 00212 55 741985).
dune, mille colori della sabbia, mistero. Il deserto
In un hotel che è l’ideale punto di partenza per visitare la città
è immenso, vivo, è la luce naturale della notte,
vecchia, ottima posizione, Fes Hotel Batha (tel.00212 55 741077).
è il cielo stellato. Il deserto è caldo e freddo, è
In un bellissimo hotel di lusso, base di molti viaggi organizzati,
i cammelli, i beduini e le carovane. Il deserto è
Marrakech Kenzi Farah (tel.00212 44 447400)
pieno di fascino, è inspiegabile, è altro. Il deserto
è come non lo immagini se non ci vivi. Il deserto
Su una terrazza che affaccia sulla porta della città vecchia, Kasvah
è solitudine, è resistenza, è una parte, più o meno
(tel. 00212 55 741533)
grande, di ognuno di noi. A Mhamid l’agenzia
Nel cuore della medina, mangiando tradizionale e spendendo poco,
Sahara Services organizza gite nel deserto a dorso
Zohra (tel. 00212 55 637699)
di cammello o con fuoristrada 4x4.
Nel ricercato giardino di un lussuoso hotel di Fes, con cucina fusion
Sahara Services, tel. 00212 61 776766. Uno
e cene a lume di candela Riyad Shéhérazade (tel. 212 55 741642).
degli itinerari più interessanti è quello che collega
Mhamid a Merzouga, i due luoghi più belli del
Marocco per quel che riguarda deserto e dune.
Il suk è il mercato, centro della
marocchina e luogo di scambio vita
d’incontro. E’ il posto migliore e
fare acquisti. Ogni città ha il suodove
in ogni suk i venditori sono ragg suk e
secondo le corporazioni artigianaruppati
Per acquistare tappeti dove con li.
pazienza e l’arte della contratta la
potrete strappare buoni prezzi zione
indirizzo è a Meknes (Youssefun buon
Bettani,
Souk Ennejarine 32-34, tel. 0021
531609); per gli oggetti in pelle 2 55
babbucce, calzature tipiche mar tra cui le
il quartiere dei conciatori a Fes occhine,
giusta (Chez Mohamed Robè la scelta
Lablida Chouara, tel 00212 55 io, Hay
Anche ceramiche, piatti, vasi e 740859).
splendidamente decorati li trovtazze
Fes. Per gli oggetti in legno un ate a
buon
indirizzo è l’Ensemble Artisana
Avenue Mohammed V a Marrakel in
Argento e gioielli d’antiquariat ch.
o si
trovano da La Maison Bouana
Derb ben Azahoum, Talaa Keb nia (6,
ira, tel.
00212 55 636566).
Dormire
Il deserto
Mangiare
h t t p : / / w w w. m o r o c c o travel.com
Informazioni
turistiche e itinerari in Marocco.
Molto utile e ben fatto
http://www.lamarocaine.com/
Tutto su e per la donna
marocchina
http://www.darbaroud.com
Informazioni sulla massacrante
Marathon des sables, 238 km in
7 giorni in terra marocchina
http://www.mernissi.net
Sito
web della scrittrice Fatema
Mernissi
h t t p : / / w w w. f e s t i v a l gnaoua.co.ma/ Sito del festival
musicale di Essaouira, luogo
d’incontro tra musicisti di tutto
il mondo
48 di agnese ananasso
essere bazar 11 2004
or
pe
do
To
not to dope
Classi di sostanze
proibite ed esempi
STIMOLANTI
Amfetamine, Efedrina, ecc.
NARCOTICI
Eroina, Metadone, Morfina, Pentazocina
ecc.
ANABOLIZZANTI
Clostebol, Nandrolone, Testosterone,
Stanozolo, Clenbuterolo, Fenoterolo ecc.
DIURETICI
Acetazolamide,Bumetamide, Furosemide
ecc.
ORMONI PEPTIDICI
Gonadropina corionica umana (solo negli
uomini),
ormone della crescita ecc.
METODI PROIBITI
Trasfusione di sangue o doping ematico,
sia che esso avvenga con sangue di un
donatore che con il proprio sangue
(Autoemotrasfusione)
SOSTANZE SOTTOPOSTE A
MONITORAGGIO
Caffeina ecc
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Oggi non è più solo il grande atleta
a decidere se cedere all’uso di
sostanze dopanti. Anche i ragazzi e
ragazze nelle palestre e nei circuiti
sportivi giovanili rischiano pericolose
sollecitazioni verso il doping. Eppure
gli effetti sono spesso devastanti …
Le ultime Olimpiadi sono state macchiate da episodi spiacevoli
di doping, molti atleti di valore sono stati trovati positivi ai
controlli e quindi squalificati. Lo sport si sta inquinando e le
gare internazionali presentano atleti sempre meno umani e
sempre più fenomeni che si spingono al limite delle capacità
naturali. Questo è sotto gli occhi di tutti ma esistono realtà
meno evidenti e sempre più frequenti nella vita quotidiana,
di persone che, pur svolgendo attività fisica a livello
non professionistico, fanno uso (o abuso) di sostanze
cosiddette dopanti. Sono vere e proprie droghe (dall’inglese
to dope= drogare) che vengono assunte consapevolmente o
inconsapevolmente (mascherate dietro il nome di integratori
alimentari) per aumentare la prestazione fisica e
migliorare l’aspetto estetico. Un fenomeno molto diffuso
soprattutto nelle palestre e, a livello giovanile, in quegli
sport in cui ai ragazzi sono richieste prestazioni
“precoci” per poter avere un futuro da professionista
(calcio, baseball, atletica, basket, nuoto e rugby).
Sostanze dopanti
Il confine tra “aiuto” e doping è molto sottile ma il CIO
(Comitato Olimpico Internazionale) ha coniato una
definizione, suscettibile comunque di trasformazioni per cui è
doping qualsiasi “uso o fornitura ad un atleta di certe
sostanze che potrebbero migliorare artificialmente
la condizione fisica o mentale, aumentandone il
livello di performance”. Anche la legislazione è in continua
evoluzione ma sono stati fissati dei limiti, almeno per cercare di
mettere qualche paletto, sia a livello di definizione di sostanze
proibite, sia a livello di quantità somministrate. Quella che segue
è una tabella che indica le sostanze e le pratiche dopanti con
alcuni esempi di sostanze più conosciute.
Effetti del doping
hanno evidenziato numerosi effetti collaterali, derivanti dalla tossicità della
Lasciando per un attimo da parte i dubbi sull’eticità dell’uso di sostanze dopanti, studi clinici
periodo d’uso, dalla mescolanza con varie droghe, e da malattie infettive come
del
droga e/o dalla sua purezza, dal dosaggio, dai motivi della somministrazione, dalla duratasteroidi anabolizzanti, in soggetti che non hanno ancora completato lo sviluppo,
l’epatite o l’HIV, trasmesse tramite il passaggio di aghi usati. Prendendo ad esempio gli
danneggiare gli organi interni (cuore, fegato, reni) e portare effeminatezza
l’assunzione di dosaggi non terapeutici di ormoni steroidi inibisce lo sviluppo osseo, potrebbe
spesso irreversibili e, anche a seguito di un solo ciclo d’uso, si possono
sono
li
collatera
effetti
gli
nei maschi (sviluppo dei seni e atrofia dei testicoli). Nelle donne
ento della voce, modifiche dell’apparato riproduttivo. Dal punto di vista
abbassam
avere problemi epatici, cardiovascolari e cutanei, irregolarità mestruali, irsutismo, alopecia, con comportamenti molto simili ai consumatori abituali delle altre
psicologico, la sospensione dell’assunzione può sviluppare dipendenza e depressione
droghe.
E’ successo
. Già a 15 anni nel 1981 lanciava il peso a 14 metri di distanza, due anni dopo a 20.
Heide, la campionessa europea di lancio del peso oggi si chiama Andreas 3.000 milligrammi l’anno di ormoni maschili, quando la dose massima era di
Nel 1986 conquistò il titolo europeo con un lancio di 21,10 metri ma già assumeva quasidopo il 1987: i muscoli si indurivano e atrofizzavano con dolori insopportabili e Heide
1000 milligrammi l’anno. I problemi cominciarono quasi subito, ma divennero gravi soffrendo fisicamente e mentalmente, tentando anche al suicidio. Nel 1997 si operò
rifiutava il proprio corpo di donna. Nel 1991 si ritirò dalle piste, isolandosi completamente,
per cambiare sesso ma il testosterone è ancora il compagno della sua vita.
curare?
Prevenire è meglio che
principi di lealtà e correttezza nelle
(CONI) porta avanti da molti anni una lotta contro il doping, definito “contrario ai
Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano
zione delle genuine potenzialità fisiche e delle qualità morali degli
competizioni sportive, ai valori culturali dello sport, alla sua funzione di valorizza ni e conservarle leali e giuste, ma si preoccupa anche dei rischi potenziali alla
competizio
le
proteggere
di
solo
non
cerca
atleti”. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO),
un serio problema di salute pubblica e non una pratica marginale ristretta ad
salute nel medio e lungo termine. Si rivela sempre più urgente considerare il doping come
.
situazione
la
una parte elitaria dell’universo sportivo. Rimane in ballo il problema di come affrontare
E’ giusto proibire?
non pure, di farne un uso non igienico e in dosi sbagliate. La prevenzione resta un
La proibizione alimenta il mercato nero, quindi il rischio di utilizzare sostanze
un atleta sottoposto a visita medico-sportiva è restio ad affermare di
effettuare:
da
difficili
più
sempre
diventano
tassello fondamentale, anche perché i controlli
far uso di “sostanze”.
Prima e … doping conoscano gli effetti dell’uso di certe sostanze, presentate troppo spesso come semplici “integratori naturali” che poi si rivelano essere
E’ importante che soprattutto i giovani
avanti dal 2003 una campagna di sensibilizzazione presso le scuole,
prodotti in laboratorio. La UISP (Unione Italiana Sport Popolari) ha portato it dove sono reperibili informazioni, documenti e video per avere una panoramica
aedoping.
www.prim
internet
sito
un
anche
e
chiamata “prima e doping”. E’ disponibil
su www.sportpro.it/doping, dove è anche disponibile una bibliografia specifica.
comprensibile sul fenomeno. Per una conoscenza più specifica e tecnica è invece utile cliccare
bazar 11 2004
www.bazarweb.info
avere di giulia premilli 49
Cool, hot old!
Dal bicchiere di ghiaccio per sorbire il più sensuale dei cocktail al mobile più
caro del mondo, passando per i neologismi latini coniati dal Vaticano e la crema
al peperoncino per gli addominali di lui...
ca di tutti!
Sulla boc
cio messo in produzione dalla Invent di
nte.
ndo di Icy Drink, il primo bicchiere di ghiac
elega
Stiamo parla
unto, cool, ammiccante ed estremamente di
Venezia. Un prodotto sofisticato e, per l’app
case più ricercate dei vip. Si tratta
nelle
do
ggian
furore
sta
che
drink
il
per
congelata
Un accessorio
na preparato viene servito in una coppetta
un’invenzione rivoluzionaria: il cocktail appeella ghiaccio”della Invent. Niente paura per il rossetto
“mod
dal
a
creat
ente
sitam
ttutto non
(e colorata) appo
a che Icy Drink non intacca la pelle e sopra
o per le labbra: assicurano infatti dall’aziend
- stiamo avendo
sbaffa il rossetto.
a Montanari dell’ufficio marketing Invent
“E’ un’emozione unica per i sensi - spieg o anche perché Icy Drink oltre ad essere un oggetto
moltissime richieste da bar di tutto il mond amente sensuale. Appoggiare le labbra sul ghiaccio per
curioso ha la particolarità di essere estrem !”.
gonista
poi sorbire un cocktail è un’emozione unica
Cinema di Venezia , Icy Drink è stato il prota
Talmente unica che all’ultima mostra del credere.
per
re
Prova
tivi.
aperi
degli
incontrastato
la in latino
Telenovel
in latino ma vi mancano le parole?
Lo volete dire
Provate a spippolare sul sito del Vaticanona e
(www.vaticano.va sotto il link curia romao messo
istituzioni collegate) e scoprite che hann igioso
in rete il Lexicon recentis Latinitatis, prest
dizionario di neologismi che contiene oltre a
15 mila vocaboli di cui buona parte di nuov
in latino
generazione. Esempio: come si direbbe
o.
fifty-fifty? Semplicissimo: è aequíssima partíti
e
Oppure pastasciutta: tubulati pastilli! Invecdice
pizza è placenta compressa e playboy si onna (
iúvenis voluptárius. Da non perdere minigsifica)
tinicula minima) e telenovela (fabula televi
bo a
che ha trovato posto anche qui, in grem
Santa Romana Chiesa.
olpito?
Per un fisicoespceroncino!
Ci vuoleCoilllisptar che ha creato
icca il
Lo consiglia la
speciale tra cui sp
“per lui” una linea minali perfetti”. Si tratta
do
ad
to
oe
“trattamen
peperoncino ross
di una crema al la la microcircolazione.
mo
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mentolo ch
è stato studiato
Questo prodottoper combattere gli
te
en
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esclusivam
e il rilassamento
accumuli adiposila è all’avanguardia: il
mu
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tessuti. La
e oltre al pepero
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o al pubblico:
Prezzo consigliat 200 ml
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tub
€ 25,00 il
Altro che Ikea! Arriva
l’armadio da 11 milioni di
dollari!
fate un salto a Londra
Se volete ri-arredare casa
infatti
alla casa d’aste Christie’s. Il 9 dicembre ito
sarà battuto un mobile eccezionale (defin
come il più caro del mondo): è il cosiddettoche
armadio Badminton. Con una base d’asta o
supererà gli 11 milioni di dollari, verrà mess
in vendita il mobile commissionato dal Duca
inglese Henry Somerset nel 1726 all’Officina
che
(oggi opificio delle pietre dure di Firenze),
non ha eguali in tutto il mondo.
Ci lavorarono trenta artigiani fiorentini per e
cinque anni consecutivi e venne interament
Nel
realizzato in ebano, bronzo e pietre dure.
1990 il monumentale gioiello fu acquistato
alla cifra di 11 milioni di dollari, prezzo cheche
verrà sicuramente superato nella disputa
si preannuncia già come “ immensamente
eccitante”. Insomma, un oggettino da non
perdere per il soggiorno di casa.
bre
Base d’asta: 11 milioni di dollari, 9 dicem
casa d’aste Christie’s Londra
50 di agnese ananasso
hi-tech bazar 11 2004
Le insidie della
telefonia
In principio era la SIP, Poi è venuta la Telecom. E
basta. Ora ci sono anche tutti gli altri… Eppure
il mercato delle telecomunicazioni sembra non
trovare chiarezza.
Districarsi nella giungla delle tariffe telefoniche di rete fissa
è diventata
ormai una missione da Indiana Jones, soprattutto da quando
sul mercato le concorrenti della vecchia SIP, attuale Telecomsono spuntate
Italia, che ha
perduto lo scettro di monopolista delle telecomunicazioni (TLC).
Vediamo di
far luce sulle varie offerte del mercato.
Iniziamo col precisare che Telecom non ha perso del tutto il
monopolio della
rete perché alcuni gestori, come Tele2 e Infostrada (in alcuni
comunque “appoggiarsi” alla rete Telecom per poter erogarecasi) devono
il servizio,
quindi il cliente si trova a dover pagare il canone mensile
aggiunta al conto telefonico del gestore prescelto. In certea Telecom in
e con alcuni operatori (Infostrada ad esempio) è possibile zone d’Italia
contratto Telecom grazie a quello che in gergo viene chiamat rescindere il
local loop. In pratica l’operatore ha “comprato” l’ultimo miglioo unbundling
di rete che
unisce la centrale telefonica alle zone residenziali, in cui è
quindi possibile
installare delle centraline proprie per fornire il servizio. In genere
cambia operatore si può mantenere il vecchio numero telefonic anche se si
o, sfruttando
la portabilità number. Oggi inoltre, grazie alla carrier preselec
tion, pur
scegliendo un operatore alternativo, non è più necessario
digitare i vari
1022 (Tele2) o 1088 (Wind-Infostrada) prima del numero selezion
automaticamente si viene instradati sulla rete del nuovo operato ato, perché
re alla tariffa
prescelta.
Caso Fastweb
Un discorso a parte merita Fastweb, che offre tariffe vantagg
pagare il canone Telecom, consente di navigare in internet ad iose senza dover
alta velocità (fino
a 2MB in ricezione), di avere un servizio di TV on demand e scaricar
La rete in questo caso è su fibra ottica e non di rame (la tradizio e musica.
che dovrebbe essere la rete del futuro. Non tutte le zone sono nale), quella
rete Fastweb e il servizio di assistenza è comunque ancora coperte dalla
da migliorare:
se ad esempio c’è un guasto sulla rete Telecom i tecnici di Fastweb
possono
fare poco o nulla. Quando si chiama il consulente per stipular
contratto è bene chiedere esattamente tutte le informazioni e un eventuale
reperibili su www.fastweb.it) sia sull’iter burocratico e i tempi (oltre a quelle
di attivazione,
sia sul passaggio dei nuovi cavi (si dovranno forare i
muri), eventuali
interferenze con l’impianto d’allarme, costi aggiuntivi relativi
due linee anziché una (la prima è gratuita, la seconda si paga all’impianto di
circa 90 euro e
si può attivare solo in un secondo momento).
Prima di scegliere è bene analizzare
le proprie esigenze
Se si chiama e si naviga a tutte le ore
In questo caso è meglio scegliere una tariffa flat, ossia pagare
un prezzo
forfetario bimestrale, come quella proposta da Fastweb,
che offre l’uso
illimitato di internet 24 ore su 24 più traffico urbano e interurb
ano illimitato
al prezzo mensile di € 85 iva inclusa. Poi c’è Hello Sempre
di Telecom Italia
(12,50 euro al mese per tutte le chiamate nazionali, più canone
mensile, più
5,58 euro per il servizio), Hello Forfait di Telecom Italia (39
euro al mese più
1 centesimo di euro al minuto e 12 alla risposta per i collegam
Teleconomy no stop sempre Telecom (55, 15 euro al mese con enti internet),
di traffico gratuito mensile su internet) o Canone Zero Voce incluse 20 ore
(37,95 euro al mese per tutte le chiamate nazionali, escluso di Infostrada
i cellulari, nelle
zone cablate). Per i dettagli consultare www.187.it per Telecom
Italia o il
187; www.wind.it o il 155 per Wind-Infostrada.
www.bazarweb.info
Se si hanno preferenze di fasce orarie
Quando si parla di fasce orarie è veramente scontro
aperto, anche se, come rivela la pubblicità comparativa di
Tele2 (in Italia è legale solo se vera), questa si rivela la
più vantaggiosa. Telecom offre Hello Gratis (per il dettaglio
www.187.it) con scatto alla risposta e differenziazione di
prezzo per fascia oraria e urbane-interurbane, più canone
mensile. Anche Tele2 ha scatto alla risposta, come
Telecom, di 6,19 centesimi di euro e anche il canone ma,
oltre a prezzi più bassi ha una serie di offerte periodiche,
come l’attuale opzione “dopo le 20”, con cui pagando un
costo di attivazione di 4,5 euro e un contributo fisso
mensile di 5,55 euro in più al mese, si parla gratis con tutta
Italia dalle 20 alle 8. Anche Telecom ha un’offerta del genere
con Teleconomy quando vuoi, ma qui si può scegliere la
fascia “preferita”. Anche Tiscali (www.tiscali.it) offre
prezzi vantaggiosi, simili a Tele2, sia con Tutto Tiscali Time
che con Tutto Tiscali, e anche qui si paga il canone Telecom
in aggiunta (vedi www.tiscali.it ).
Per chi chiama spesso cellulari è meglio usare la rete
mobile o scegliere operatori, come Wind-Infostrada, che
offrono pacchetti vantaggiosi di convergenza mobile-fisso.
In genere entrambe le opzioni risultano più economiche.
L’assistenza al cliente
Questo è purtroppo un tasto dolente, un po’ per tutti i
gestori di telefonia, ma soprattutto per Telecom. La maggior
parte dei clienti lamenta disfunzioni dei servizi informazioni
forniti dai numeri verdi 187 e 191. Gli operatori spesso
mostrano di non conoscere bene le tariffe, si confondono
sui prezzi in vigore e sono evasivi nei confronti di domande
più specifiche. Inoltre i tempi di attesa al telefono sono
generalmente molto lunghi, superando spesso i 3 o 4
minuti. E tutto questo nonostante la priorità assoluta della
Telecom in questi mesi sia proprio quella di “abbattere il
numero di reclami”. Un po’ più affidabile l’assistenza fornita
da Fastweb, con operatori più sensibili alla customer care e
alla fidelizzazione della clientela.
Il VoIP (Voice over Internet Protocol) arriva nelle case
Si tratta di un sistema di comunicazione già utilizzato da
tempo a livello aziendale e che sta entrando anche nelle
case. In pratica si tratta di effettuare le telefonate
nazionali e internazionali utilizzando internet, pagando
solo il costo della connessione. Questo è possibile
trasformando il traffico voce in traffico dati, come se si
trattasse di un documento. Per farlo occorre un software
(ad esempio Skype, scaricabile da www.skype.com), una
linea ADSL veloce e una cornetta da collegare al PC.
Scaricando il software si riceveranno tutte le istruzioni,
dopo aver compilato profilo utente e scelto password e
username. Si può provare a anche sul sito di Radio Deejay,
www.deejay.it , registrandosi su Deejayvoice.
Ti telefono o ti citofono?
E’ arrivata la videochiamata col telefono di casa. E’ un
servizio offerto solo da Telecom Italia che, per ora, è l’unica
ad aver messo in commercio i videotelefoni con schermo a
3,5 pollici, con cui si può guardare chi si chiama a patto che
anche questi abbia il videotelefono e che dia il suo consenso
alla funzione video. Ogni videochiamata costa 6 centesimi
di euro al minuto. Il telefono manda anche SMS e MMS.
I pericoli nascosti nella number portability
E’ uno dei servizi più pubblicizzati dai gestori di telefonia,
ovvero la possibilità di passare da un gestore all’altro
mantenendo il vecchio numero del telefonino. Eppure
nessun gestore spiega quanto sia costoso per ciascun
consumatore tale servizio.
Già perché in genere ogni contratto prevede costi
bassi per telefonate tra clienti dello stesso gestore (in
genere 10 o 12 cent al minuto) e costi molto più alti
per chiamate verso abbonati di gestori diversi dal proprio
(costi che arrivano anche a 25 centesimi al minuto). Però
con la number portability succede che oggi il prefisso non
identifica più il gestore come succedeva una volta, quando
i 340, 347 348 … indicavano Vodafone, mentre i 335,
338, 339 indicavano Tim e così via. Dunque può accadere
che crediamo di spendere poco perché chiamiamo un
numero con prefisso uguale al nostro, e invece stiamo
chiamando un numero che ha usufruito della number
portability, e dunque non appartiene più al nostro stesso
gestore. Eppure un modo per risparmiare c’è, ma i gestori
non lo pubblicizzano: basta anteporre al numero da
chiamare un codice numerico (456 per clienti Vodafone e
Wind, 4884 per clienti Tim) e si sente una voce registrata
che ci comunica a quale gestore appartiene quel numero
che stiamo chiamando, così da decidere se chiamarlo o no.
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
Arte o architettura?
Mostra Arti - Architettura 1900/2000, Palazz
o Ducale, Genova
Fino al 13 febbraio 2005
La grande mostra, inaugurata il 1° di ottobre 2004,
di numerosi esponenti del mondo dell’architettura alla presenza
contemporanea, è stata definita da molti, tra cui e dell’arte
l’arch. Gae
Aulenti, che ne ha curato l’allestimento, come
e interessante esposizione nel suo genere, in cui“la più grande
arte e architettura”. Il curatore Germano Celant si confrontano
, propone un
percorso per indagare come si e’ passati dall’ archis
avanguardie storiche ai moderni edifici trasformati cultura delle
proprie sculture abitabili, come lui le definisce: una in vere e
vetrina dove
anche la città si trasforma in un’esposizione a
installazioni nelle piazze, persino nei cortili deglicielo aperto, con
storici palazzi
della via Garibaldi, di recente restaurata, a testim
rottura dei vecchi schemi e della trasformazione onianza della
in atto della città
di Genova.
L’ evento, curato da Celant che e’ anche il superv
isor culturale
dell’intera programmazione di Genova 2004, raccog
documenta gli sconfinamenti operati dagli artist lie e
i nell’ambito
dell’architettura e quelli degli architetti che hanno
pensato
in termini di scultura, vale a dire hanno proget
tato
e creato
edifici con forte valore espressivo e plastico e si
a realizzare opere con un’alta componente visualesono impegnati
, sconfinando
anche nelle ricerche fotografiche e pittoriche. ‘’Un’av
ventura
architetture di oliva muratore 51
utopica’’ la definisce Celant, che vede artisti e architetti (da Kazimir
Malevice’ a Vladmir Tatlin, da Antonio Sant’Elia a Giuseppe Terragni,
da Ludwig Mies van der Rohe a Piet Mondrian, da Le Corbusier a
Frederick Kiesler, da Constant a Jean Dubuffet, da Frank Gehry a
Claes Oldenburg-Coosje van Bruggen) impegnati a disegnare spazi,
volumi e percorsi ideali, basati su colori e forme che non provengono
dalla funzionalità, ma dalla creatività pura, visiva e plastica, tipica
della ricerca visuale, in una comune ipotesi d’intervento sulla città.
La mostra è articolata in tre parti: la prima dedicata agli
architetti e agli artisti delle Avanguardie storiche, fino agli anni
Sessanta compresi (1900-1970); la seconda, che abbraccia più
specificatamente il periodo contemporaneo (1970-2000); la terza,
volta a realizzare nelle piazze, per le strade e negli atri e cortili
di palazzi storici di Genova, strutture effimere a firma di alcuni
dei maggiori artisti e architetti del mondo. Ma non sono solo i
porticati, gli scaloni, i cortili e i saloni di Palazzo Ducale a ospitare
la mostra: altre due sezioni trovano spazio nelle piazze della città,
nei cortili dei Palazzi Storici e persino sui muri di Genova. Come il
teatro del mondo di Aldo Rossi, ricostruito in piazza Caricamento,
o il vagone dipinto d’oro di Hans Hollein in piazza Fontane Marose,
oppure il faro, che richiama la Lanterna, che si appoggia su una
tartaruga in via Garibaldi o ancora il modello di una casa in Nuova
Caledonia, pensata da Renzo Piano e collocata nei giardini di via XII
Ottobre. E’ l’intera città di Genova che parla e si mostra intrisa di
arte e architettura.
Le
sculture abitabili
La
città si trasforma in una mostra a cielo aper Le inst
allazioni invadono piazze,
cortili, palazzi storici, giardini. E la città diventato.
arte.
What
is Fuori Biennale
Memorie costruttive: un libro
L’opera di Mario Ridolfi a Terni nel panorama
del Novecento (a cura di Maria Piccarreta). Il
volume presenta un’indagine approfondita sulla
presenza dell’architetto Mario Ridolfi a Terni,
finalizzata a impostare un’azione di tutela delle
sue architetture nel centro storico della città.
E’ il risultato del convegno organizzato a Terni nel
maggio 2003, in occasione della fase conclusiva
dei provvedimenti di tutela alle architetture che
Mario Ridolfi ha realizzato nel centro storico di
Terni, durante la ricostruzione post bellica.
Fino al 12 novembre 2004
In contemporanea con le Biennali veneziane, una
serie di 9 mostre, eventi e avvenimenti ideati e
diretti da Cristiano Seganfreddo, 31 anni, curatore di
importanti eventi e mostre di arte contemporanea.
What is Fuori Biennale è una rete tra città e idee,
designer e aziende, artisti e luoghi di produzione,
spazi espositivi pubblici e privati, vetrine e
luoghi dismessi. Non una semplice mostra ma
la volontà di costruire un sistema di produzione
del contemporaneo in modo contaminante e
trasversale; divenendo così un primo risultato della
contaminazione di questi settori con forme, funzioni e
materiali del sistema produttivo locale, integrato con
energie alternative e spesso nascoste.
Sono state scelte, all’interno del programma:
PANKDORA - La subcultura della tavola temporanea
Bacaro, San Marco Venezia, Info 041296068
In mostra design avanzato applicato al catering; in
collaborazione con Daniele Sorrentino e Cristiano
Seganfreddo, espongono artisti come Joe Velluto, L.
Nichetto, K. Komoda, T. Pozzato, A. Marri, M. Ragni,
G. Iachetti, M. Rossi Scola, F. Bortolani, A. Serafini,
A. Panto, F. Bertero.
CHANGE IS GOOD - Arredo, fashion o architettura
Laguna docks - Viale Ancona 14, Mestre (Ve)
Interessanti soluzioni trovate da artisti che si
mettono a confronto, creando nuovi scenari nel
design domestico; sono presenti lavori di Paola
Capitani, Pierre Francois Charton, Himanshu Shani,
Margarita Navarro; Luca Buttafava, Renato
Montagner, Monica Fernande
52 di matteo bianchini
piccoli bazar 11 2004
www.bazarweb.info
BIMBO IN PANCIA
Come ingannare la “dolce” attesa tra siti internet e libri.
E quando è nato? Erbe e ricette per un’alimentazione sana
www.indolceattesa.com la prima community italiana col pancione!
Le aree tematiche di Indolceattesa dedicate alla gravidanza “tappa per tappa” vogliono essere un punto di riferimento in un mare di informazioni
in cui spesso ci si sente perduti. Dal momento in cui si cerca di avere un bambino (e purtroppo a volte non ci si riesce) a quando si rimane incinta
per la prima volta. Per non parlare del parto (e se non mi accorgo di avere le doglie?), oppure i primi giorni a casa: la scelta del pediatra, le vacanze
col bebè, lo svezzamento e le prime pappe, poi la scuola, e così via… In tutte queste situazioni e tante altre, Indolceattesa diventa uno strumento
utile. Cui per altro contribuire interattivamente mettendo a disposizione degli altri la propria esperienza: ascoltando e raccontando si potrà trovare
le risposte alle domande più insolite e strane, quelle più intime e imbarazzanti, oltre che essere assistiti da esperti sempre a disposizione (medici e
avvocati). Non solo, Indolceattesa offre anche un parterre di ultime novità dal mondo della moda, il linguaggio dei fiori, i libri per mamma e bambino,
un po’ di relax dagli astri, le potenzialità curative delle piante e dei minerali, e anche passare il tempo inviando cartoline o pubblicando le proprie
foto del bebè o di quello che ci pare. Infine fiabe, filastrocche, canzoncine e idee regalo per chi sta aspettando la cicogna saranno utili a tutti gli
effetti come le ricette per tutti i palati!
Per chi ama navigare on line
www.bambinopoli.it – sito ben fatto, colorato e allegro. Nella pagina
attesa” ci sono sottorubriche molto interessanti: tu e il tuo bambino, chiamata “dolce
la dieta della futura
mamma, nausee e disturbi, benessere e ginnastica, esami e cure, viaggi
www.quimamme.it – un sito ben organizzato con la divisione dei temiin gravidanza…
per macro-aree
tematiche: preconcepimento, gravidanza e parto, genitori e neonati,
età delle scoperte.
Utile il calendario dell’ovulazione.
www.gravidanzaonline.it – di taglio medico e dalla grafica seria
e lineare. Parla di
contraccezione, farmaci, allattamento, indagine diagnostica, esami
di laboratorio,
infertilità di coppia ed altri temi caldi.
www.vitadidonna.it – è il sito di un’associazione che si occupa
salute femminile. Ha un’impostazione più medico-scientifica, e della tutela della
approfondimento su modificazioni fisiologiche, tutela della maternitàpropone spazi di
controllo nutrizione, malattie in gravidanza, segnali d’allarme, igiene, , rapporti sessuali,
aspetti psicologici
ed altro.
www.piccolissimi.it - per neo babbi e neo mamme in vena di shopping
alternativo….
Per chi ama sfogliare le pagine
Aspetto un fratellino, di Marianne Vilcoq – Babalibri 2004
“Aspetto un fratellino” di Marianne Vilcoq (Babalibri, € 11,00) è un libro
allegro,
colorato e ovviamente illustratissimo. Un dialogo tra la mamma e la
piccola primogenita
che, inizialmente irritata dalla notizia di dover presto accettare un fratellino
, finisce con
l’essere felice, persino desiderosa di avere qualcuno con cui giocare.
originale perché il dialogo avviene anche con il fratellino, “nascosto” Un’idea davvero
nella pancia della
mamma, metaforicamente rappresentata dalle pagine piegate. Alzando
di ogni pagina appare l’interno del pancione con il nascituro, allegro infatti i lembi
delle reazioni della sorellina che l’attende all’esterno. In poche pagineo triste a seconda
è illustrato il
percorso psicologico che il bambino compie nell’accettazione della novità,
linguaggio facile e il supporto delle immagini che, come sempre, regalano con un
ai piccoli più
emozioni di mille parole.
Un genitore come maestro. Come insegnare a vostro figlio senza che
se ne accorga (da 0
a 6 anni)”, di Claudia Jones - Ed. Franco Angeli
Un libro pieno di idee e consigli pratici per fare del genitore il migliore
insegnante per il
proprio bimbo. Requisito fondamentale la disponibilità a dedicare tempo
e attenzione
alla crescita globale del bambino, allo sviluppo armonico della sua personali
tà e agli
stimoli intellettuali.
Divertenti le ultime pagine dedicate a tutte le attività, presentate sottoform
a di gioco,
per trasmettere l’amore, insegnare a leggere, stimolare la creatività, sviluppar
e le abilità
fisiche… Un libro che insegna ai genitori come aiutare il bambino a
per ciò che è. Infatti una maggiore autostima è la condizione perchésentirsi apprezzato
impari più
facilmente.
In cucina, erbe e ricette cool
Per non buttarsi a capo fitto
solo su omogeneizzati e pappine
pronte…
Ricotta e finocchio (da 6 mesi)
50 gr. di ricotta mista
1 finocchio tenero da cuocere
20gr. di grana grattugiato
Olio extravergine d’oliva
Tagliare il finocchio in spicchi e cuocerlo a vapore, e intanto
schiacciare in un recipiente la ricotta con una spatola di legno
e unire il grana. Quando il finocchio sarà cotto metterlo nel
mixer per frullarlo bene, unire il finocchio frullato alla ricotta ed
amalgamare il tutto aggiungendo un filo d’olio.
La baby stracciatella (da 10 mesi)
1 tuorlo d’uovo
40 gr. di semolino
brodo di vegetale
1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva
Parmigiano grattugiato q.b.
Preparare un brodo vegetale e farlo raffreddare a temperatura
ambiente. Quando il brodo sarà freddo unire il semolino
mescolando bene con un cucchiaio di legno.
Mettere il pentolino sul fuoco e portare ad ebollizione,
continuando a mescolare. Fare cuocere per circa 8 minuti.
Aggiungere il tuorlo d’uovo e continuare a mescolare per un paio
di minuti circa, a questo punto togliere dal fuoco, aggiungere
l’olio ed il parmigiano grattugiato.
Erbe che fanno bene. L’avena
Pianta dalle origini antiche, molto usata in Cina e in Egitto.
Giunse in Italia durante l’Impero Romano. All’avena si
riconoscono numerose proprietà benefiche per la salute: è un
antisettico, un integratore di sali minerali, un antinfiammatorio e
un antidepressivo post-partum. -Per i bambini e le mamme che
allattano sono straordinari i benefici tratti dal pane con farina
d’avena e dalle zuppe a base d’avena.
IN CUCINA
bazar 11 2004
www.bazarweb.info
kendo
sport di valerio cammarano 53
scherma in japan style
Stecche di bambù e guaine di pelle. Con una spada così
i samurai imparavano le tecniche di combattimento. Poi
arrivarono gli americani. E allora qualcosa cambiò…
La scherma, per noi italiani, è quella disciplina in cui due atleti vestiti da astronauti si affrontano con spada, sciabola o fioretto e si affidano all’elettricità
(e agli arbitri) per decidere chi ha segnato il punto. Purtroppo, la maggior parte dei praticanti e degli appassionati ignora la plurisecolare storia di una
disciplina che affonda le sue radici addirittura nell’età del rame. L’agonismo ha finito per prevalere su tutto il resto, a partire dagli aspetti culturali di uno
sport che solo in epoca relativamente recente è nato dalle ceneri del duello d’onore (a tale proposito, ci permettiamo di consigliare la lettura, de “L’arte
della Spada”, brillante saggio dell’inglese Richard Cohen edito da Sperling&Kupfer).
Ma se noi italiani – e più in generale noi occidentali – siamo maestri nel seppellire il passato in nome della modernità, ci sono popoli come quello
giapponese che si sono proiettati nel futuro con i piedi ben ancorati nella tradizione. Un assunto a suffragio del quale si potrebbero portare innumerevoli
esempi. Ma, visto che in questa rubrica si parla di sport (e in questa particolare occasione di scherma), limitiamoci al kendo. È una parola composta
che significa “la via (do) della spada (ken)”. E indica una disciplina sportiva che trae origine dalle tecniche che venivano insegnate ai samurai. Per
consentire ai bushi (guerrieri) di addestrarsi al combattimento fu inventata un’arma di legno, lo shinai, composta di stecche di bambù assemblate da
guaine di pelle e da una cordicella. Con la sconfitta nella battaglia di Satsuma del 1877 (quella splendidamente ricostruita nel film “L’Ultimo Samurai”
con Tom Cruise e il fantastico attore giapponese Ken Watanabe), la casta dei bushi conobbe un rapidissimo declino e con essa l’arte del kendo. Che
ritrovò però slancio nel nuovo secolo, non già come pratica sportiva – concetto all’epoca estraneo alla cultura giapponese – ma come strumento per
inculcare nel popolo i valori della tradizione nel momento in cui il paese del Sol Levante usciva da un secolare isolamento e si affacciava con prepotenza
alla modernità.
Fu solo dopo il secondo conflitto mondiale che “la via della spada” si trasformò in disciplina agonistica. Il motivo è semplice: per gli occupanti americani,
scottati dal nazionalismo nipponico nel periodo bellico, tutto ciò che odorava di tradizione era sospetto. Perciò, per salvare il kendo, i giapponesi lo
“mascherarono” da sport. L’inganno riuscì talmente bene che questa antica arte marziale (bujutsu), pur mantenendo un solido legame con il passato,
divenne veramente uno sport. E come tale si è diffuso nel mondo, anche se i giapponesi (insieme con i coreani) rimangono gli indiscussi maestri. In
Europa viene praticato in una trentina di nazioni. In Italia gli iscritti non sono molti (poco più di mille), ma le sale dove si possono apprendere – senza
alcun pericolo per la propria incolumità fisica – le tecniche tramandate dai samurai sono 130 (l’elenco è sul sito della Confederazione Italiana Kendo,
www.kendo-cik.it).
I prossimi appuntamenti
del Kendo
30 OTTOBRE
Firenze – 6° Seminario di Kendo condotto da
Ishiyama Mutsumori (www.kenshinkan.it)
13 NOVEMBRE
Firenze – 1° Seminario di Jodo in
collaborazione con il Comitato Federale
Sviluppo Jodo
27 NOVEMBRE
Gorle (Bg) – Stage di Kendo per Over Quarto
DAN CIK diretto dalla Commissione Tecnica
Federale
28 NOVEMBRE
Gorle (Bg) – XX° Trofeo Aurora (ex Winterthur)
– Memorial Chiarolini
TIRA LA FUNE
In questa rubrica abbiamo spesso preso in considerazione discipline che molti considerano indegne di essere chiamate sport. Ma non ci
stancheremo di ripetere che ogni attività agonistica, anche il tiro del ferro di cavallo, ha una sua dignità. Anche perché, dal punto di vista pratico,
correre dietro a un pallone non ha molto più senso che fare il tiro alla fune. Ed è proprio del tiro alla fune che vogliamo parlare.
È una disciplina dalla lunga storia (su una tomba egizia risalente al 2500 a.C. se ne trova una raffigurazione), che nell’antichità veniva spesso
praticata nel corso di funzioni religiose. Gare di tiro alla fune erano previste a Olimpia, cosa di cui Pierre De Coubertin e soci si ricordarono al
momento di far rinascere le Olimpiadi: dal 1896 al 1920 tali competizioni erano nel programma dei giochi.
Come sport organizzato, il tiro alla fune nasce – more solito – alla fine del 1800 in Inghilterra. Oggi, oltre che in Irlanda e Gran Bretagna, è molto
popolare anche nei paesi scandinavi (a livello femminile la dominatrice assoluta è la Svezia), in Olanda e in Svizzera.
L’Italia non è tra la nazioni più forti, ma si difende bene, dal momento che agli ultimi Mondiali Indoor di Glasgow si è piazzata tra la nona e la
dodicesima posizione nelle varie categorie. Sì, perché il tiro alla fune, come il pugilato, è diviso per categorie di peso. Le squadre, composte
di otto tiratori, si dividono in otto categorie: dagli ultra peso piuma (fino a 480 chili) ai pesi massimi (fino a 720 chili) per terminare con le gare a
peso libero, cioè senza limite di chili.
Le regole sono di una semplicità disarmante: due squadre si affrontano tirando ognuna dalla propria parte di campo una corda lunga almeno
33,5 metri e segnata da una marcatura. In linea generale, si può dire che vince una tirata la squadra che riesce a tirare la corda alla distanza
richiesta come indicato dalle marcature.
Chi volesse cimentarsi con questo sport, magari per tornare ai tempi in cui lo praticava a scuola, può rivolgersi a una delle circa 26 società
esistenti in Italia. L’elenco completo è sul sito della Federazione Italiana Sport Tiro alla Fune (http://web.tiscali.it/tirofune).
54 di angelita peyretti
sciocchina bazar 11 2004
www.bazarweb.info
“i vicini” disegno di marco begani
Dove andremo a finire?
L’acqua sul comodino, la macchina in
garage. E’ un dilagante impigrimento
quello che ci sta contagiando o cosa?
Muoviamo il culo piuttosto, e pensiamo a
tutte le nefandezze che facciamo…
Quando il signor Dorapiede, ciabattino, intorno al 1512 a.C., si accorse che se la notte
gli veniva sete, per poter bere doveva alzarsi, prendere una brocca, andare al pozzo
fuori nel freddo, riempirla per poi versarsene un bicchiere e finalmente ritornare a
dormire, da buon pigrone che era fece una gran pensata, una pensatona, di quelle che
poi i posteri ringraziano: brocca di fianco al letto.
Noi oggi non ci facciamo caso, ma allora Dorapiede cambiò le nostre vite, sì perché
non finì lì. Una mattina infatti il figlioletto si avvicinò alla camera in cui dormivano
i genitori, e dalla porta accostata poté finalmente capire dov’era andata a finire la
brocca che tante notti aveva cercato in cucina per andare a riempirla al pozzo, colto
dalla stessa sete notturna che in casa affliggeva un po’ tutti. Fu così che cominciò a
fare il diavolo a quattro per ottenere anche lui la sua brocca privata, “No” gli diceva
il padre, “quando avrai quattordici anni potrai permettertela!” Ma il ragazzo tanto
fece che alla fine il buon padre si risolse a recarsi dal broccaro per far fabbricare una
nuova brocca.
Nella famiglia Dorapiede ora le brocche erano due, una buona quantità. Ma fu
proprio questo a creare nuovi problemi: adesso che c’erano due brocche, ciascuno,
padre e figlio, pensava che la mattina sarebbe stato l’altro a riporre la sua brocca
in cucina, e si teneva la propria stretto stretto accanto al giaciglio. Fu così che la
figlioletta, ragazzina sveglia a cui non sfuggiva nulla, notando l’assenza della brocca
dalla cucina, capì tutto l’inghippo, e a forza di ricattini morali convinse il padre a
comprarne una per lei.
“Accidenti!” commentò il broccaro, “Un’altra brocca, ma come fanno a romperle così
in fretta? Pensare che io la mia ce l’ho da trent’anni!”
A casa Dorapiede però le cose non erano ancora sistemate: il nonno volle anche lui la
sua brocca, e la moglie di Dorapiede era stufa di litigare con tutti perché almeno uno
di loro la restituisse alla cucina la mattina, e così furono ordinate al broccaro altre due
brocche. Allora il broccaro volle vederci chiaro, e si presentò a casa Dorapiede. Non
gli ci volle molto a capire che cosa stava accadendo. Rimase allibito, e tutti quelli che
lo videro passare mentre tornava a casa quel giorno lo ascoltarono rimuginare tra sé
queste parole: “Brocca in camera, ma dove andremo a finire!?”
Ecco, credo di avere capito, forse mettersi in camera una bottiglia d’acqua per la notte
per noi è un gesto innocente, ma in realtà ha un po’ lo stesso significato che avere
quattro auto in famiglia… Forse c’ha ragione il broccaro, dove andremo a finire?
La Marta, che è sempre avanti, si è comprata una di quelle bici fatte con le
lattine riciclate, Ricicletta, lei sì che ha senso civico. Quando se l’è portata
a casa per paura di rovinarla se l’è fatta imballare in tanto di quel cellofan
che se lo riciclavano ci facevano un dirigibile. Non è ancora riuscita a tirarla
fuori. E io? Che faccio io per trattenere questa frana ecologica? Per oppormi
al dilagante imbonimento e impigrimento che prima o poi ci si rivolterà
contro? Nulla! Ecco la verità! D’ora in poi niente bottiglia sul comodino, ci
si alza d’ora in poi, mia cara!
Certo la Marta c’ha dalla sua quel fidanzato tanto progressista, sempre
informato sui metodi più trendy, animalista, che produce pellicce
ecologiche, tanto onesto che non ce n’è uno solo a lavorare per lui in nero,
hanno tutti firmato un contratto, l’ho visto coi miei occhi, c’era una penale
di due mensilità se lasciavi il lavoro… “Ma allora anche lui gli pagherà una
penale se li manda via…” le ho chiesto. Ma la Marta mi ha sorriso, mi ha
detto: “Ma no sciocchina! Non può mica rovinarsi!”
In effetti… lui gli dà già il lavoro, se poi quegli ingrati se ne vanno…
succede anche questo! La Marta riesce sempre a farmi vedere le cose in una
prospettiva inedita. Sono tanto avanti quei due, chissà da quanto tempo si
erano accorti di avere troppe brocche in casa… beh, c’è da dire che in una
casa grande come la loro si rischia di perderle d’occhio le brocche, e poi è
diverso, avendo una fontana in casa forse per loro sono ammesse anche un
paio di brocche! Certo la storia delle tre macchine me la devono spiegare,
loro sono in due, chi la guida la terza mentre sono fuori? E il motorino?
Forse lo caricano su una delle macchine.
Non posso credere che fin’ora ho vissuto senza accorgermi di tutte le
nefandezze che facciamo quotidianamente. Mentre intorno a me c’era chi
lottava, dov’ero io? Non li ascoltavo quando parlavano di Ricicletta, ma
adesso sono dei loro, adesso mangerò soltanto soia e risparmierò le zanzare,
povere bestie, dovranno pur vivere, mi farò pungere, tanto la Marta mi ha
detto che nella sua erboristeria fanno certe creme calmanti…
Credo di avere capito qual è il mio compito in questo mondo, predicherò,
andrò per le strade, accederò ai luoghi di potere, per dire a tutti la verità:
signori, basta con questi sprechi, con queste comodità che ci logorano
dentro e creano fame e povertà nel mondo. Dovessi andare di casa in casa,
bisogna mettere la parola fine alla comodità della brocca in camera, muovete
i culi, la cucina è lì, piuttosto andateci in motorino!
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
corsi di valeria cecilia 55
Parole ed energie
Diventare artigiani della televisione,
arare i ritmi hip hop, cimentarsi nella
cromoterapia per guarire con l’energia.imp
Con
i corsi giusti si può persino recuperare
una crisi di coppia… E stavolta senza parole!
Comunicazione di coppia,
se la coppia è in crisi, forse
una soluzione c’è..
Il rapporto
di coppia è in fase di stress? Ci si sente
delusi e frustrati? Prima di disperarsi, si può ancora
tentare una via: quella della comunicazione non
verbale, che va al di là delle parole. Per questo
arriva un corso ad hoc, promosso dall’Istituto di
Psicologia Analogica e Ipnosi Dinamica che unisce
studi sociologici, psicologici, di linguistica e di
ipnosi. I corsi hanno sede in tutte le principali città
italiane.
Quota di partecipazione: Euro 100 + IVA
Per informazioni Numero Verde 800 33 33 77
http://www.cidcnv.org/pagine/formazione/seminari/
seminario_coppia.asp
EXPLOSION, stage internazionale di
danza hip pop
Scrivere una fiction tv, per conquistare
un pubblico difficile, a suon di parole
Sceneggiato, soap opera, situation comedy. La fiction tv è un genere
televisivo in cui il lavoro dello scrittore/sceneggiatore è particolarmente
importante. Perché la scrittura per la tv ha un pubblico molto difficile
da conquistare, dato che i tele spettatori sono “persone volubili”,
cambiano secondo l’orario di messa in onda e seconda la linea
editoriale dell’emittente. Questo è il primo monito che lancia Linda
Brunetta, docente del corso di scrittura per fiction presso la Scuola
Omero di Roma, conduttrice tv, sceneggiatrice e giornalista. Il secondo
avvertimento che si legge sulla prefazione al suo corso è che chi scrive
per tv non deve mai partire da una pura passione per lo scrivere,
perché “la scrittura televisiva è un mestiere, divertente, affascinante,
faticoso, gratificante, ma essenzialmente un mestiere artigianale.
Consiglio quindi questo corso soprattutto a coloro che aspirano a
diventare artigiani della televisione”. Il corso si divide in tre cicli. Nel
primo si lavora come buoni osservatori, analizzando il palinsesto di
una rete nazionale per individuare le varie forme di scrittura televisiva,
con particolare attenzione al genere fiction (sceneggiato, soap opera,
situation comedy, ecc.). Il secondo ciclo è fondato sull’ideazione,
scrittura e aspetti produttivi di una situation comedy. Nella terza parte i
partecipanti si cimentano nella scrittura di un copione.
Per informazioni www.omero.it/home.htm
via Tirso 90, tel 065809990 - 349.4695283
Si tiene a Ravenna la seconda edizione dell’evento dance
più atteso. Per
chi non resiste a scatenare il corpo ai ritmi dell’hip pop
appuntamento dell’anno: EXPLOSION, lo stage internasi avvicina il grande
zionale di danza,
che si svolge il 3 e 4 dicembre al Centro Studi “La Torre”.
Due giornate
di lezioni guidate dai migliori docenti italiani e interna
che metteranno il loro talento e la loro esperienza al zionali del settore
servizio degli allievi
partecipanti allo stage. Lo stage è rivolto non solo a profess
settore, ma a tutti gli appassionati che già abbiamo matura ionisti del
esperienza in scuole o palestre che lavorino sulla danza, to una qualche
ultimi due anni ha conosciuto un periodo di particolare settore che negli
Il costo d’iscrizione varia a seconda dei giorni frequen fortuna e crescita.
tati, se si sceglie la
formula “open” o i pacchetti di lezioni.
Per informazioni Studi “La Torre” – IDA, via P. Costa 2,
48100 Ravenna. Tel.
054434124
www.cslatorre.it - www.idadance.com/attivita/attivita.h
tml
Cristalloterapia a Palermo, Usare i
cristalli per guarire gli altri
I cristalli vibrano di energia. Vanno solo scoperti e compresi nella moltitudine
di risorse che contengono. Un corso di cristalloterapia itinerante, diviso in
tre livelli, prossimamente fa tappa a Palermo (20 - 21 novembre). Il corso
propone la conoscenza scientifica e di contatto con le forme di energia che
provengono dai cristalli e che possono costituire un supporto di crescita
interiore. Nella terza fase del corso si intraprende il viaggio dell’anima, di
grande interesse per chi attraverso l’esperienza diretta, vuole imparare a
comunicare a livello terapeutico con le pietre e cristalli, utilizzandoli come
trattamenti sulle altre persone. Docente è Ish Gisella Cannarsa, che ha
seguito un percorso di esperienze varie come lo Yoga, il Tai Chi Chuan, il
Pranic Healing, il PEM. Ha frequentato alcune scuole di cristalloterapia, tra
cui l’International College of Crystal Healing, e ha concluso il percorso di
formazione con la Crystal Academy, di Katrina Raphaell, di Kauai, autrice
della famosissima trilogia di libri, letti in tutto il mondo. Pubblicista per il
web, conduce un notiziario mensile, in forma di newsletter, dedicato alla
cristalloterapia, e alcune mailing list, (http://it.groups.yahoo.com/group/
comunicazione_cristallina)
Per informazioni Ish Gisella Cannarsa, [email protected] 347.4215722
http://www.floriterapia.com/cristalloterapia.htm
56 di GIULIANO CANGIANO
fenomeni bazar 11 2004
www.bazarweb.info
Antiproibizionismi, scatti e rinascite
Quando il proibire è anche un non capire quello che c’è dietro le cose.
Ma per fortuna ci pensano i ragazzi dei centri sociali.
e vino e la terra è
Si ingrigiscono i cieli. Cumuli e nembi si preparano ad accompagnarci per il resto dell’anno, si pasteggia a castagne
pronta a regalare alcune delle sue meraviglie di stagione.
come tradizione vuole da
E i ragazzi del Forte Prenestino di Roma aspettano con ansia la fatidica data del 13 novembre per celebrare,
quasi un lustro a questa parte, l’ormai fantomatica Festa del Raccolto.
di rassicurazioni e
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando e magari è convinto di aver sbagliato rubrica, qui di seguito un po’
e completa
delucidazioni. La festa del raccolto è uno dei baluardi dell’antiPro, un modo folcloristico per sostenere la liberalizzazion
della Cannabis (o
attraverso una progressiva depenalizzazione della coltivazione e dell’uso (sul quale è doveroso aprire una parentesi)
necessariamente riferimento
Marijuana). Apriamo appunto la parentesi promessa sottolineando che quando si parla di marijuana non si fa monopolio della sostanza
al suo uso “stupefacente”, bensì a quello officinale o tessile e nel contempo si sottintende una realtà di tragico
e privo di alcuna etica.
da parte di organizzazioni criminali, su piano mondiale, che ne gestiscono un mercato sconsiderato, incontrollabile
così la curiosità
La festa del raccolto (che quest’anno il Forte Prenestino pubblicizza senza rendere noto però il programma, accrescendo
criptonite - al
di aficionados e non) è uno spunto per riproporre l’opportunità dell’autoproduzione come unica alternativa - validissima
narcotraffico.
approfondire.
A prescindere da preconcetti e opinionismi in merito, lanciamo questo input come esperienza da provare o quantomeno
qualche anno fa.
Qui http://www.forteprenestino.net/comunica/raccolto20003.htm il manifesto programmatico dell’evento di
Forte Prenestino, via Federico Delpino 189 zona Centocelle - Roma
C.S.O.A. Forte Prenestino www.forteprenestino.net
Link:
al 15 novembre)
Restando in terra romana ci spostiamo al C. S. Brancaleone che ospita ancora per un paio di settimane (fino un racconto in bianco
l’affascinante reportage fotografico di Paolo Cardinali dal titolo essenziale Yemen. L’expo si presenta come
fierezza yemenita
e nero dei personaggi di questa terra austera e misteriosa. Coi suoi scatti l’artista “scavalca lo stereotipo dell’aspra
le donne, […] il sorriso
e ci permette di conoscere […] uomini apparentemente dall’aspetto bellicoso, le diverse anime che vivono tra
“insabbiato” di dolci e irriverenti bambini.”
opere. Visitando infatti il
Come si evince scavando un po’ nel web, Cardinali non è nuovo al tipo d’approccio “reportagistico” nelle sue
già ammirare delle
sito del circolo fotografico Zone d’ombra (all’interno del quale è navigabile una sua galleria personale) si possono
splendide incursioni su pellicola in India e in Marocco.
convinti che spesso “le freak
Consigliamo inoltre una bella “surfata” anche sul sito ufficiale del Brancaleone laddove non siate abbastanza
c’est chic” esiste davvero.
Brancaleone, via Levanna, 11 - Montesacro - Roma
C.S. Brancaleone www.brancaleone.it
Links:
Circolo Fotografico Zone d’ombra www.zonedombra.it
tentativi di sgombero
Avevamo parlato, il mese scorso, della situazione particolare che vive e ha vissuto il Leoncavallo di Milano, tra
e lo fanno, in
e, non ultimo, il sabotaggio del sito web. Per nulla battuti i ragazzi del centro hanno voglia di rimettersi in discussione che si pone
occasione dell’entrata nel trentesimo anno d’attività, col progetto “La città che verrà”, un interessantissimo laboratorio“È anche storia
come l’obiettivo di ricostruire la storia di Milano, in una sorta di vista d’insieme sulla metropoli e sulle sue metamorfosi.
custoditi solo nella
di movimenti di lotta e di ribellione di lavoratori, studenti, donne, della cultura. È una storia fatta di frammenti: alcuni
o richiamati nei testi letterari
memoria; altri fissati nelle immagini dei fotografi, dei registi, da pochi anni dei mediattivisti; altri ancora descritti
o giornalistici”.
audiovisivi, stampati…)
Questo laboratorio/retrospettiva si compone di una serie di sezioni tematiche (raccolte di materiale fotografico, dei conflitti e delle lotte
gravitanti attorno a una mostra fotografica permanente che ripercorre cronologicamente gli episodi più rilevanti del sapere (scuola,
a Milano dal 1968 a oggi. Tra le più interessanti Il leone a cavallo (il conflitto per/nello spazio pubblico), I conflitti
università e formazione), Una questione di genere (le donne, la città, i movimenti)…
Il tutto si è inaugurato il 30 ottobre, con un concerto dei fenomenali Elio e le storie tese.
Leoncavallo, via Watteau, 7 - Milano
C.S. Leoncavallo www.leoncavallo.org
Link:
E per finire un po’ di buona musica. Ci spostiamo
di poco, allo Spazio Pubblico di CominicAzione
Eterotopia di San Giuliano Milanese per la
Rassegna di Trii Jazz che avrà luogo ogni
ultimo venerdì del mese (giorno 26 per il mese di
novembre) fino a Giugno 2005 e che vedrà esibirsi
per la data novembrina l’Interplay Trio di Stefano
Scopece, noto per le sue rivisitazioni, attraverso
originalissimi arrangiamenti, di pezzi storici del
genere.
Eterotopia, via Risorgimento, 21 – San Giuliano
Milanese
Eterotopia www.ecn.org/eterotopia
Link:
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
net di valeria cecilia 57
mash up
Diventare un bastard popper, ovvero il musicista del
controllo di ogm nei supermercati. Spaziare tra gioc futuro, oppure ispettore di
hi d’illusionismo e perdersi
nel mercatino delle più curiose diavolerie. Succede sul
web.
Ricordibastardi.info lancia il primo album di music
a ricombinata, da
scaricare dal web. Il futuro della musica non è nuova
musica (ce n’è
troppa), ma tutta la musica esistente miscelata
diritto di autore. Una convincente interpretazioneinsieme. Libera dal
di “Yesterday” dei
Beatles viene fuori dalla sovrapposizione di 27 cover
diverse, mentre
Lucio Battisti canta “Mi ritorni in mente” e altri
brani sulla musica di
“Don’t Tell Me” di Madonna, e la voce di Patty Pravo
del 1968 irrompe nei dischi dei Nirvana. Ma cos’è, de “La bambola”
un incubo sonoro?
No. È un disco scaricabile da Internet e, a detta
dei loro curatori
(www.ricordibastardi.info), questa miscela di suoni
potrebbe essere
l’unico futuro possibile della musica.
Secondo il manifesto di “Ricordi Bastardi” infatti
digressioni, alterazioni che si possono produr tutte le trasgressioni,
re nella musica, anche
quelle più tetre di Marilin Manson, trovano orama
nel mercato, in casa di qualche brand pronto a i una comoda poltrona
ogni spirito ed etica trasgressiva dei modelli inglobare e fagocitare)
diffusi. Per farli propri,
rivenderli e guadagnarci. Quindi, secondo ricord
ibastardi.info, l’unico
modo di produrre musica libera dalle strozzature
delle logiche del
mercato, non è dare vita a una produzione
nuova e alternativa”, bensì riciclare, recuperaremusicale “ancora più
musicale esistente (troppo!) liberandolo anche e ridurre il materiale
da ogni limitazione
all’uso collettivo provocata dal diritto d’autore.
La produzione musicale (come quella dei libri) è ormai
ci sarà anche più povertà e non ci si potrà più permesatura, nel futuro
tanto materiale. La creatività quindi ritrova spazio ttere di produrre
nella ricombinazione
libera degli ingredienti esistenti. Per questo il
musicista
del futuro, il “bastard popper”, con
tutta disinvoltura infila nella
stessa sala di incisione Adriano
Celentano con la band dark “The
Cure”. Lo scopo finale di queste
operazioni di “mash up” è quello
di creare prodotti musicali
plagiando gli originali, non per
migliorarli, ma per sostituirli,
si legge sul sito del progetto.
Per chi fosse interessato
ad
assaporare
questi
esperimenti, o a praticarli,
sul sito www.ricordibastardi ci
sono tanti mp3 da scaricare
e tutte le istruzioni per
diventare un vero bastard
popper.
Greenpeace, tutto sugli ogm
Terrore ogm nel piatto? Greenpeace corre ai ripari. Sul
sito dell’organizzazione ambientalista ci sono tutte le
informazioni per difendersi da ospiti non graditi che possiamo
trovare nella nostra busta della spesa. Non mancano le
sorprese, anche buone, dato che da quando in Italia è stato
introdotto l’obbligo di certificazione dell’uso di sostanze ogm
negli alimenti, sembra che nessuna azienda di casa nostra
produca cibi utilizzando organismi geneticamente modificati.
Ma il livello di guardia rimane alto, soprattutto perché la
legge non contempla il controllo dell’uso di queste sostanze
nei mangimi degli animali. Sul sito oltre a tutte le istruzioni
per riconoscere cibi ogm ci sono anche le istruzioni per
diventare un ispettore all’interno dei supermercati.
http://ogm.greenpeace.it
Quando il web regala illusioni
Un quadrato che è anche un rettangolo, un anello di
moebius impossibile, una figura tridimensionale che è solo
un’impressione. Gli artisti dell’illusione ottica sono tanti, si
parte da grande nomi quali Salvador Dalì fino a galleristi e
illustratori di ogni tipo. Sul sito
www.illuweb.it ci sono molte gallerie in cui infilarsi, per
divertirsi e sgranare gli occhi cercando di distinguere la
realtà dall’illusione. E a volte non è facile.
www.illuweb.it/
Gli oggetti più strani del mondo..
Oggetti per il confort degli animali,
per la casa, per lo sport. Astuzie per
il relax, per il lavoro, trovate geniali
per la cucina. Su dmail.it si può
comprare, a prezzi da mercatino,
un po’ di tutto, basta che sia
strano. Qualche esempio? Per non
dimenticare mai le carte di credito
in giro, arriva un nuovo porta carte
con vibrazione. Oppure, si può usare
un coprivolante che, grazie alla sua
particolare struttura, esercita
un gentile massaggio alle mani,
stimolando le zone dei meridiani.
Per chi sta a dieta può essere utile
il maialino da tenere in frigorifero
che, ogni volta che stiamo per
infrangere la dieta, inizia a fare versi
strani. Per il gatto più pigro arriva
un’amaca felina, che si aggancia al
termosifone. Per chi non ha limiti
alla fantasia ed è sempre alla ricerca
dell’oggetto salva vita, vale la pena
visitare costantemente questo
sito, punto di incontro tra le più
incredibili cineserie e le anticipazioni
del design.
http://www.dmail.it/
elenco.php?scat=109
58 di guido dolara
noi bazar 11 2004
www.bazarweb.info
Il fascino del viaggio lento e ritmato,
con gli occhi sognanti al finestrino,
è rimasto invariato. Anche se ora la
velocità sfiora anche i 300 chilometri
orari. Viaggio lungo le rotte ferroviarie
più cool d’Europa.
Trainspotting
Romantici e fondamentalmente conservatori, noi europei amiamo
viaggio in treno. Il treno permette di guardare dal finestrino sognand il
o, di
vedere il paesaggio che cambia e la provincia che separa le grandi
città. Il
treno, rispetto all’aereo, porta dritti in centro città, senza doversi preoccup
di attese, controlli di sicurezza e fastidiosi collegamenti con gli aeroport are
Grazie agli enormi investimenti nei collegamenti ad alta velocità i.
tra le
metropoli Europee, il treno in Europa è persino veloce come l’aereo.
Il treno Eurostar collega Londra con Parigi in poco più di due ore. L’aereo
impiega mezz’ora, ma tra collegamenti e attese raramente si riesce
a
raggiungere il centro di Parigi in meno di 3 ore e mezzo.
Il treno veloce per eccellenza è il TGV francese, il cui tratto più
veloce
è a nord, vicino a Lille, dove mantiene una velocità media di circa
chilometri orari. Ancora a partecipazione francese è il Thalys, treno 260
che
collega Bruxelles a Parigi, Amsterdam, e Colonia, percorrendo la regione
più
popolosa e ricca del continente. Il viaggio tra Bruxelles e Parigi dura
solo una
ora e 25 minuti. Capita che durante il viaggio il capotreno annunci fieramen
te
ai passeggeri che si è raggiunta la velocità di 300 chilometri orari.
In Germania la linea ad alta velocità dell’Inter-City Express, tra
Francoforte e Colonia, percorre la tratta in soli 76 minuti. Grazie al
collegamento con il Thalys, si può viaggiare dalla sede della Commis
sione
Europea, a Bruxelles, a quella della Banca Centrale Europea, a Francofo
rte, in
meno di quattro ore.
Anche l’Europa meridionale ha i suoi treni veloci, oltre all’ Eurostar italiano,
gli
spagnoli hanno costruito l’Ave, abbreviazione per “Alta Velocidad”,
che significa anche “uccello”. La tratta tra Madrid e Siviglia si percorreparola
in poco
più di due ore.
I treni ad alta velocità sono diventati un brand alla moda. Aerodin
affusolati, sono variopinti e sembrano razzi piuttosto che vagoni. amici e
successo però non è privo di polemiche, per il costo della costruzioIl loro
tratte ferroviarie, per l’impatto ambientale e per il rischio di isolamen ne delle
to delle
piccole città che non giustificano la costruzione di treni veloci. In Inghilterr
per esempio, per anni il treno Eurostar per Parigi e Bruxelles ha viaggiato a,
su
vecchi binari vittoriani a velocità bassa, e solo adesso si sta costruen
velocità. Il treno passa per la bellissima campagna del Kent, dove i do l’alta
proprietari
terrieri si sono sempre opposti alla nuova tratta ferroviaria.
Stazioni in partenza
La stazione ferroviaria è una delle forme più caratteristiche dello
urbano europeo, come la chiesa, l’ufficio postale e il municipio. spazio
partenza e di arrivo, è in molti casi anche luogo di traffici, incontri e Porto di
molte città è uno spazio malfamato e malavitoso. Anzi, in tante cittàfughe. In
e cittadine
ricche dell’occidente europeo, la stazione è spesso l’ unico luogo malfama
In Inghilterra, la stazione londinese di King’s Cross è considerata sinonimoto.
di prostituzione e spaccio. Nella Repubblica Ceca, andare alla stazione
nádraží) in gergo giovanile è sinonimo di andare a prostituirsi. In Belgio,(na
androni scuri della Gare du Midi sono a detta di tutti la peggiore porta gli
di
ingresso di Bruxelles.
La cattiva reputazione delle stazioni è spesso una vera opportunità
persa.
Molti degli edifici delle stazioni sono spaziosi, eleganti e testimoni del
per le opere pubbliche dell’ 800 e ’900. Da vedere sono la splendid gusto
a
stazione decó di Eliel Saarinen a Helsinki, o lo stile vittoriano neogotic
o
della stazione di St Pancras a Londra (futura stazione di arrivo del
treno
Eurostar da Parigi, nonché sito di numerosi video musicali, non ultime
le
Spice Girls).
Negli ultimi anni, grazie anche al nuovo lustro dato al viaggio in
dalle linee ad alta velocità, alcune stazioni acquistano un nuovo treno
lustro
di modernità. Visto che sono usate da uomini d’affari, stelle del cinema
e
politici per girare l’ Europa, le stazioni si adeguano allo stile dei loro
Per esempio l’azienda italiana GrandiStazioni, nota per la rigeneraz utenti.
ione della
stazione di Roma Termini, è impegnata in Europa orientale. Tra le stazioni
che stanno rigenerando c’è la Stazione Centrale di Praga, snodo al
centro
dell’Europa sulla linea Berlino-Vienna, bellissimo edificio in stile floreale
alle
porte del centro che era diventato luogo malfamato di prostituzione
minorile.
VIVA L’ORIENTE EXPRESS!
Viaggiare in treno non deve necessariamente essere una esperienza
futuribile
tipo Quinto Elemento. Per i nostalgici di Agatha Christie e di Marlene
Dietrich sullo Shanghai Express, il mitico treno Orient Express
è ancora
funzionante. Attivo principalmente sulla tratta Londra-Parigi-Venezia,
arriva
a volte anche a Bucarest e Istanbul. Vagoni letto come salotti, ristorante
francese e piano bar mantengono lo stile dei tempi andati. I prezzi sono
alti,
ma l’ esperienza sicuramente unica (www.orient-express.com).
www.bazarweb.info
bazar 11 2004
loro di franco andreucci 59
Ridere a voce alta,
bere a bocca piena
Da dove deriva la cattiva educazione
americana? Forse dalla mancata esperienza
del Medio Evo. E forse dal fatto che la
domenica non vanno mai a trovare i nonni…
Le persone come me (intendo dire della mia età e delle mie origini
sociali: sessant’anni, piccola borghesia, centro Italia) considerano
americani abbastanza maleducati. Il loro rapporto con le buone maniere
gli
e il loro modo di gestire il corpo sembra profondamente diverso
da quello che abbiamo imparato dai nostri genitori. Mangiando,
molti
america
ni
si
succhiano le dita fino alla terza falange (guardate
Christopher Walken nel recente film Men on fire) dopo di che toccano
usano spesso, parlando, un tono di voce molto elevato; ridono rumoro perfino oggetti comuni sulla tavola (la brocca dell’acqua, ecc.);
samente, con sonorità inconcepibili e fastidiose, specialmente
locali pubblici o in riunioni sociali; bevono spesso a bocca piena,
per ammorbidire o diluire schifosamente col caffè o con la birra il nei
masticare. Tengono spesso lo stuzzicadenti fra le labbra, mentre quelli
cibo da
infine, è un modo tradizionalmente americano di esprimere camera che masticano il tabacco sputano continuamente. La pacca sulle spalle,
tismo,
paternalismo o approvazione di comportamenti, mentre da noi la
possibilità di toccare il corpo altrui era tradizionalmente condizionata
a particolari rapporti di familiarità o, addirittura, di intimità.
Naturalmente, non tutta l’America è maleducata (peggio il West
che la middle class), né a tutti l’America sembra maleducata: i piùdell’East, peggio gli ambienti rurali di quelli urbani, peggio i blue collars
maniere, che infatti sono una prerogativa degli anziani. Per di più, giovani, da noi, hanno di certo un rapporto più disinibito con le buone
fossero più rilassati nell’America della Grande depressione che ai i codici dei comportamenti sociali cambiano, ed è probabile che essi
primi del ‘900.
Ma, se anche solo una parte delle mie sensazioni fosse giusta (e probabi
lmente lo è) ci sarebbe da domandarsi perché gli americani
infliggano tante ferite ai canoni della buona educazione. E allora,
cerchiamo le risposte.
In primo luogo le regole delle buone maniere (ci ha insegnato Norber
dalla cultura nobiliare che si sviluppa attorno ad esse fino alla Rivoluzt Elias) vengono per lo più dalla tradizione medioevale delle corti e
avevano un modello: i comportamenti dei ceti superiori, l’educazione ione francese e che si chiama, infatti, tradizione cortese. I nostri genitori
dalla tradizione aristocratica. Da un certo punto di vista, la cattiva borghese fatta di toni moderati, di regole che in gran parte derivavano
evo, dell’aristocrazia, e dunque con modelli sociali diversi da quellieducazione americana ha a che fare con la mancata esperienza del Medio
In secondo luogo, le buone maniere si consolidano nelle tradizioni, europei.
e le nostre reti di parentela, le nostre famiglie, godono di una stabilità
una continuità territoriale assai maggiori che in America, e sono dunque
e
più efficienti nel tramandare codici di comportamento. In Americ
si nasce ad Atlanta, si studia a New York, ci si stabilisce in Californ
a,
ia:
per
molti
america
ni adulti, i nonni e i genitori sono spesso soltanto
parenti che si visitano raramente. E’ quindi più facile dimenticare
o
trascura
re la raccomandazione del nonno di non fare rutti rumorosi dopo
aver bevuto la Coca-cola.
Ma – e questa è ancora un’altra ragione – spesso il nonno non si
sogna neppure di dare simili suggerimenti: povero, emigrato di recente
aree periferiche del mondo, prive anch’esse, nella maggior parte dei
casi, di una cultura cortese, il nonno, e cioè una parte della tradizio da
familiare, non conosce le regole delle buone maniere.
ne
Infine, c’è forse da aggiungere che il West e la frontiera (e cioè i cow
finito con l’esercitare sul resto dell’America un fascino che ha portatoboys, gli emigranti in cerca di fortuna, i farmers senza radici) hanno
un certo primitivo machismo. Lo stesso si può dire della vittoria degli con sé anche il gusto per le maniere spicce, per una certa brutalità, per
yankees sui confederati nella Guerra civile.
E’ vero, anche l’America ha avuto la sua aristocrazia: soprattutto
dopo
la Guerra civile le famiglie dei grandi miliardari hanno coltivato i
canoni europei dell’educazione. Il bon ton di sapore francese, come
Europa di cui leggiamo nei romanzi di Henry James. Ma probabi la moderazione vittoriana, erano i modelli dei viaggiatori americani in
lmente le violente ondate dell’immigrazione, la grande crisi del 1929,
guerre hanno a loro volta cancellato anche il ricordo delle buone maniere
le
: i nuovi ricchi come Donald Trump o Ted Turner hanno poco in
comune con i Vanderbilt e i Carnegie.
Al solito, c’è del buono anche nella maleducazione: si accompagna
a dinamiche sociali rapide, a cambiamenti profondi, a rivoluzioni
finiscono col ridurre le differenze esteriori. Il nonno, però, resta manzon
che
iano: Adelante Pedro, con juicio! Non sarebbe male fare le rivoluzi
e conservare le buone maniere.
oni
60 di cristiana scoppa
migrazioni bazar 11 2004
www.bazarweb.info
Sirena latina sulle note del bandoneon
È’ la musica dei migranti. Nasce dentro la migrazione, dentro le emozioni
di chi lascia un luogo con il presentimento che non vi farà più ritorno: perché
sta andando dall’altra parte del mondo, mesi a bordo di una nave, stagioni al
contrario, l’immensa distesa d’acqua dell’Oceano dietro le spalle. Lungo il
Rio della Plata, quando intorno al 1860 l’estremo lembo dell’America che poi
si sarebbe chiamata Latina vide duplicare la sua popolazione con il massiccio
arrivo di italiani, e non solo. Insieme a “neri, anche se per tanto tempo lo si è negato,
e gauchos disarcionados, gente semplice, ma anche musicisti di conservatorio”. Da questo
mix scaturisce il tango, in uno spazio e un tempo storico e musicale unico e
irripetibile, “lo stesso che dà vita, un po’ più a nord e con altri protagonisti, ma nello stessa
clima emotivo, al jazz”.
Del tango Meri Lao ha portato in Italia “il significato profondo. Fatto di una grande
nostalgia, del dolore di lasciare un luogo, il luogo della nascita, lo stesso dolore che accomuna
l’emigrante italiano di metà ottocento e l’esiliato di oggi”. E poi, “il vagheggiamento di
una felicità perduta, di un tempo senza macchia: un’operazione filosofica altissima”, per
rendere accettabile il ricordo di un passato impietoso che ha costretto a lasciare
tutti e tutto in cambio di un ignoto solo poco e male immaginato.
In ultimo, “il senso dell’irreversibilità del tempo, come è nella grande letteratura: la
consapevolezza che io non sono più quella che ero ieri, che le ore che passano non tornano
più. Il tango non lascia spazio alla speranza, è lapidario, assoluto, e anche quando canta
l’amore è sempre un amore tormentato, amanti costretti a lasciarsi perché la passione è troppo
grande”.
Tutto questo lo ritroviamo nel suo nuovo libro, Todo tango. Cronache di
una lunga convivenza, edito da Bompiani, “il sesto su questo argomento”,
appena uscito in libreria, e vorrebbe che fosse l’ultimo: da non perdere, agile,
documentatissimo e (auto)ironico a volte. Meri Lao vi distilla il frutto della sua
esperienza diretta, costruita passo dopo passo seguendo le proprie intuizioni:
“A un certo punto ho lasciato i miei vecchi maestri, che pure un tempo avevo citato e seguito
con rispetto, perché ho capito che erano in fondo degli improvvisati, e con molti pregiudizi
razzisti”. Ha studiato le piantine di Buenos Aires dell’epoca, osservato gli
appartamenti del centro, che certo non erano case da ricchi, ascoltato, suonato,
cantato molto tango. Poi ha scritto.
Meri Lao sfata molti miti, primo fra tutti quello del tango come musica nata nei
bordelli, fatta della seduzione che necessariamente accompagna il negozio del
sesso, colonna sonora dell’esibizione sfrontata di chi ha varcato la soglia della
rispettabilità e può andare al cuore delle passioni umane. “Ho guardato al tango i
con un’ottica femminile: ci sono pochi studi fatti da donne, ma quei pochi sono approfondittre
e liberi, così oggi mi colloco da maestra femminile, perché ho visto e posso testimoniare per
generazioni: quella di mia madre, la mia, quella che mi ha seguito”.
Per fare tango, che è molto di più del ballo (“il ballo è solo un momento, e nemmeno
il più significativo, prima c’è la musica, il canto”), insiste l’autrice, “non ci vogliono
calze a rete con una rosa infilata dentro”. Meri Lao trae dall’ombra straordinarie
figure femminili, come “Eloisa D’Herville, allieva di Listz, che alle sonate e ai concerti
rigorosamente classici – nel senso di Beethoven – che eseguiva nelle corti di fine ottocento
in giro per l’Europa aggiungeva le proprie composizioni di tango, senza pregiudizi”.
I pregiudizi “erano negli ascoltatori, sempre pronti a dire che le donne di servizio erano
tutte puttane, gli operai tutti fannulloni”, e perciò passavano il tempo nelle milonga,
le balere, strette le une agli altri in questo ballo che è “unico e diversissimo da tutti
gli altri”. E ancora, che “il tango era suonato a orecchio da gente che non conosceva la
musica…”, e il viso le si scompone in una smorfia. Di questi “strafalcioni, compresi
i miei”, e sorride, Meri Lao ha riempito un intero capitolo per il quale ha
inventato un titolo bellissimo: “Con beneficio di inventango”.
Perché il tango è ancora attuale? Anche se Meri Lao insiste “nel tango il ballo non
è fondamentale, è una conseguenza ininfluente, tango è musica, letteratura, atteggiamento
verso la vita, modalità di esistere, chi si trova fuori è già in atteggiamento tango,chi pensa al
ritorno è in atteggiamento tango”, alla fine però lo riconosce: il successo del tango
oggi sta “nella moda ballabile”. Nella possibilità di dire con i corpi allacciati, i
passi scattanti, i muscoli tesi, lo sguardo lanciato oltre il futuro, quello per cui
anche oggi non bastano – per fortuna – le parole.
la copertina del libro
Chi suona, canta, balla il tango in
Italia, secondo Meri Lao.
Trentasei artisti con scheda
informativa, indirizzi ed eventuale
link all’indirizzo web http:
//www.sirenalatina.com/tangolao/
tangolao.htm
Esce in libreria TODO TANGO Cronache di una lunga convivenza.
Un libro che sfata vecchi miti sul tango
ed esplora quel mondo sulle rive del
Rio della Plata con uno sguardo scevro
da pregiudizi, sguardo di donna. Per
scoprire che per fare tango non servono
calze a rete e rose rosse…
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bazar 11 2004
Professional queer
Quando la libertà di esprimere la propria identità
sfocia nel mondo lavorativo e nella professionalità.
Incontri, eventi, corsi, riflessioni e…una festa
speciale
Imprenditori a convegno
Si danno appuntamento a Milano i GayP
14 novembre in quella che si preannuncia rofessional di tutta Europa. Accade dal 12 al
anche in Italia si muove il settore imprenditla convention più “avanti” dell’anno. Finalmente
come sappiamo è un business. Quindi benvoriale per stimolare il tessuto produttivo gay, che
Associazioni di Gay Professionals enuto al Primo meeting Europeo delle
il primo summit delle più importanti assoc“Milano 2004”. La manifestazione presenta
dell’evento è intessere uno scambio di “espeiazioni di Gay Professionals d’Europa. Scopo
ha iniziato a esporre il proprio peso sociale rienze, azioni, risultati da parte di chi prima di noi
in quanto gay e in quanto uomo o donna
professionalmente in una attività”. Tre giorn
impegnati
i intensi e pieni di stimoli e curiosità.
Il programma:
Venerdì 12 Novembre: arrivo dei Partecipan
ti dalle 19,30 Registrazione & Welc
Sabato 13 Novembre: 11,00 workshop
“Diversità e Professioni”; 13,30 pranzo ome Drink.
15,00 giro turistico della città visita del quad
a buffet;
Privé - Hotel “Principe di Savoia” Guest rilatero della moda; 20,30 serata di gala Club
Spea
ker, Michael Wilke, Direttore “Commerc
Closet” Buffet - Private Bar La serata sarà
ial
Domenica 14 Novembre: 11,00 Programmaccompagnata da Musica e Intrattenimento.
a
Cultu
rale;
13,0
0 Brunch; 15,00 Programma
Culturale; Partenza degli Ospiti
Per iscriversi: www.primo-net.org/FormExpr
ess-display_form-form_id-3.html
Quindici candeline per il Gay Counsel
ing
Si festeggiano il 20 novembre (al Ripa Hote
n. 3 dalle ore 10) i 20 anni di vita del Gay l di Roma in via degli Orti di Trastevere
riflessioni, percorsi e metodi della psicologiaCounseling di Roma. Con una giornata di
sarà l’occasione di conoscere tanti profession e del Counseling orientati all’omosessualità, ci
questi il dr. Maurizio Palomba, responsab isti che lavorano nel settore omosessualità. Tra
onorario Arcigay, il dr. Claudia Montanarile dell’istituto, l’On. Franco Grillini, presidente
Monte, consigliere Ordine Psicologi Lazi i, direttrice della scuola ASPIC e il dr. Catia del
dell’Università La Sapienza di Roma. o e della cattedra di Psicologia della Comunità
Per informazioni:
Istituto Gay Counseling, A.S.P.I.C. Coun
Psicologico dell’Individuo e della Comunitàseling & Cultura, Associazione per lo Sviluppo
Counselling). Roma Tel 067029037 fax (membro E.A.C. European Association for
06233200903 www.aiutogay.it
Sulla sessualità ... per capire e star bene
Dall’11 novembre al 26 maggio 2005 riparte il Seminario di
psicodinamica (Sede DGP via Giulio Rocco, 59), terzo ciclo curato
dalla dottoressa Maria Rosa Ciccopiedi psicologa e psicoterapeuta.
Scopo degli incontri quello di comprendere i processi relazionali legati
alla sessualità. Sarà possibile quindi capire come l’identità sessuale
e l’oggetto del desiderio siano in buona parte un effetto indotto dalla
valenza sociale.
Gli incontri avranno luogo a Roma nella sede di D.G.P. Onlus, via
Giulio Rocco 59, il giovedì ore 21-23 seguendo il calendario di seguito
specificato:
11 nov. Il ciclo della vita
25 nov. Coscienza del proprio corpo
02 dic. L’identità sessuale
16 dic. L’incontro
12 gen. Il dialogo a gesti
27 gen. Contatto visivo
10 feb. A fior di pelle
24 feb. Il respiro
10 mar. Muoviti a occhi chiusi e vieni con me
24 mar. La stanza dell’olfatto
14 apr. La mano dell’amore
28 apr. Attivo - passivo
12 mag. La mappa dei rapporti
26 mag. I miei desideri
La partecipazione al seminario è gratuita ma subordinata all’iscrizione
a Di Gay Project Onlus.
Info: [email protected]
gender di giulia premilli 61
Femministe a scuola!
Per il secondo anno consecutivo la cooperativa Generi e
Generazioni offre una scuola di studi femministi “per far
vivere il sapere, accumulato nel mondo da quelle donne che si
autodefiniscono femministe”.
Ecco i temi proposti:
“Donne del Sud – Donne del Nord”: 5 incontri
sulle politiche di cooperazione nel mondo globale. Una
riproposizione completa e attualizzata. Docente: Bianca
Pomeranzi.
Obiettivo degli incontri è presentare una lettura del ruolo
critico svolto dalle donne nelle pratiche di cooperazione allo
sviluppo e delle relazioni internazionali nella prima fase della
globalizzazione, all’indomani della caduta del sistema bipolare.
“Il corpo vivente” della narrazione e la parola femminile.
Laboratorio coordinato da Maria Rosa Cutrufelli per 4
incontri. Il laboratorio si propone di analizzare, discutere,
approfondire il rapporto tra creazione artistica (e in particolare
creazione letteraria, narrazione) e soggettività femminile.
“La differenza politica” autocoscienza e pensiero differente.
Per una critica alle declinazioni contenutistiche e prescrittive
della differenza. Laboratorio coordinato da Maria Luisa Boccia
e Isabella Peretti in 8 incontri.
Gli incontri si svolgeranno una volta settimana dalle ore 18.00
alle ore 20.00 presso la Casa Internazionale delle Donne in
via della Lungara 19 Roma. All’inizio di ogni corso verranno
distribuiti tutti i testi di studio e bibliografici.
Per informazioni e iscrizioni:
www.generiegenerazioni.net e-mail: [email protected]; [email protected]
Stefania Vulterini 3478419378, 0668193001. Libreria della
Casa Internazionale delle Donne.
62 di mario morcellini
cortei bazar 11 2004
Il mestiere di studente è cosa tutt’altro che da poco. Intanto,iali
giovani sono i primi e i più diretti protagonisti, fruitori e testimon
dell’idea stessa della formazione: uno spirito dell’Università che
oggi più che mai va rinsaldato e promosso nella nostra cultura.
In contrasto con le culture dominanti oggi (spesso anche traei che
tam-tam giovanili), rifletto sui motivi per cui si può affermar to
“l’Università vale la pena”, prendendo atto del suo contribu
decisivo nel mondo moderno e nella socializzazione dei giovani.
Siamo di fronte a un rapporto con lo studente tradizionalmente
deficitario, talvolta ai limiti della marginalizzazione e
questi
dell’esclusione; uno stile di rapporto con i suoi utenti a cui enza,
ultimi, del resto, hanno regolarmente risposto con l’indiffer
l’ostilità o la logica del rivendicazionismo. La moderna
più
prospettiva della formazione continua costituisce una dellene.
Ma
importanti chiavi di volta di un nuovo modello di interazio nuovi
c’è di più: bisognerebbe cominciare a pensare agli studenti e da
e passati come a una comunità che travalica le generazioni
cui dipende gran parte della reputazione dell’istituzione, la sua
stessa continuità nel mondo degli adulti di oggi e di domani. di
Del resto, anche i nuovi e più frenetici ritmi formativi rischiano
sottrarre durata e profondità al contatto con gli studenti, finendo
sorta
troppo spesso per schiacciare l’esperienza formativa su unapo’
di corsa all’acquisizione di crediti in cui ci si destreggia un dei
come dentro i quadri di un videogame. La moltiplicazione della
corsi rischia di aumentare la confusione nel momento stesso
scelta della facoltà e dell’iscrizione: una difficoltà che spinge e il
soprattutto i più giovani a ripiegare verso l’influenza familiare
passaparola con i coetanei, piuttosto che a vivere attivamente lai.
scelta dell’Università come una risposta alle vocazioni personal
E’ quanto risulta anche dall’indagine recentemente realizzata
dalla rivista “Campus” su oltre 800 matricole: nella scelta za
dell’Università, per circa 7 giovani su 10 è decisiva l’influen più
degli amici, e per 6 su 10 quella della famiglia; d’altra parte,
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della metà delle matricole è pronta ad ammettere che
o
poi potrebbe pentirsi della scelta fatta. E’ l’indizio di unprima
profondo, di cui molte responsabilità spettano alla scuoladisagio
e alle
culture degli adulti.
Il tempo della tesi ha finora garantito a ciascuno la possibilità di
valorizzare i personali interessi, rappresentando per molti il reale
momento di percezione del valore degli studi grazie soprattu
a
un rapporto meno anonimo con l’istituzione. Queste opportutto
nità
non devono andar perdute: al contrario, bisogna sostener
e gli
sforzi degli studenti, incoraggiando il loro sincero desiderio
di
inoltrarsi nel cuore delle cose, di misurare la propria intellige
– specie in periodi storici difficili come quello attuale – con i nza
grandi temi della vita collettiva.
Va preparato il terreno affinché giovani e meno giovani sappiano
riconoscere nell’alta formazione una straordinaria chance
per accedere a opportunità professionali e prospettive di vita
potenzialmente migliori rispetto a quelle di partenza. Del resto,
la funzione dell’Università è tanto più vitale in una fase
come quella attuale, dominata dal relativismo dei valori,storica
precarizzazione generalizzata delle prospettive lavorativedalla
e di vita,
dal costante “rischio” dello sviluppo collettivo. Mai come oggi,
le
società moderne hanno bisogno di un luogo in cui riprodur
re il
futuro: le sue prospettive concrete, ma anche la sua stessa “idea”
in un mondo in cui tutti, ma soprattutto i giovani, meriterebbero
migliori certezze. Io penso che questo posto si chiama Univers
Chiudo allora con due consigli di lettura, che possono andar ità.
bene a chi voglia avvicinarsi a queste tematiche attravers
o
testimonianze di personaggi assai noti: l’appassionato libello
su
L’università senza condizione, scritto da Jacques Derrida
e Pier
Aldo Rovatti (Raffaello Cortina, 2002) e quello di Edgar Morin
La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma
pensiero (Raffaello Cortina, 2000). “Provocazioni” il cuidel
valore
è, di fatto, anche quello di rilanciare ulteriori percorsi critici
e
di ricontestualizzazione rispetto ai numerosi cambiamenti
più
recenti.
Il mestiere di studente
Idee e messaggi per chi
sceglie l’Università
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bazar 11 2004
gerenza 63
HANNO COLLABORATO
IN QUESTO NUMERO DI
BAZAR:
BAZAR
Via Bradano 30, 00199 Roma
[email protected]
DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli [[email protected]]
VICEDIRETTORE - Vera Risi [[email protected]]
DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli [[email protected]]
Claudio Amendola
Marcello Amoruso
Agnese Ananasso
Franco Andreucci
Giulia Baldi
Luca Beatrice
Marco Begani
Alessandro Benvenuti
Ciro Bertini
Matteo Bianchini
Nancy Brilli
Eva Buiatti
Valerio Cammarano
Giuliano Cangiano
Luca Carboni
Valeria Cecilia
Claudio Coccoluto
Marzia Di Mento
Guido Dolora
Pietro D’Ottavio
Fabrizio Gianuario
Caterina Gonnelli
Andrea Lisi
Enrico Lo Verso
Mario Morcellini
Andrea Mugnaini
Oliva Muratore
Fabio Murru
Angelita Peyretti
Roberto Pisoni
Giulia Premilli
Lorella Scacco
Cristiana Scoppa
Gabriella Serusi
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Studenti La Sapienza
Chiara Tacconi
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