5 giovani su 10 hanno problemi con la schiena, il parere

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5 giovani su 10 hanno
problemi con la schiena,
il parere dell’esperto:
Alessandro Zeri
Sempre più giovani soffrono di mal di schiena: 5 su 10,
secondo la Società italiana di ortopedia e
traumatologia. Le cause? I ragazzi si muovono poco e
stanno troppo tempo chinati davanti al computer. I più a
rischio lombalgia sono gli “under 30” che passano fino a
10 ore al giorno a navigare sul web, spesso con una
postura scorretta.
“Ad oggi le patologie della colonna vertebrale, molto
diffuse e causa anche di disagio sociale, non sono più
appannaggio soltanto della terza età. Anzi”, sottolinea
Marcello Bartolo, responsabile dell’Unità di
Neuroradiologia diagnostica e terapeutica dell’Irccs
Neuromed di Pozzilli (Isernia).
“Molti giovani, anche praticanti attività sportive –
spiega lo specialista – sono soggetti a ernie del disco
o sindromi dolorose lombari. Da noi sempre più spesso
giungono pazienti giovani con patologie della colonna
vertebrale. Hanno tra i 20 e i 30 anni, in particolare
ragazze, conducono una vita sedentaria e molte volte
sono obesi. Per prevenire queste condizioni morbose
della colonna vertebrale è necessaria una giusta e
moderata attività sportiva per la correzione soprattutto
delle posture sbagliate”, raccomanda.
Nel Dipartimento di Neuroradiologia diagnostica e
terapeutica di Neuromed, nel 2016, sono stati eseguiti
oltre 80 mila prestazioni.
“Nell’Unità diagnostica e terapeutica che io dirigo –
prosegue Bartolo – vengono eseguiti esami di varie
tipologie, da quelli radiografici diretti del cranio e
della colonna, allo studio in Tac o Rm di tutte le
patologie del sistema nervoso centrale. Non solo dal
punto di vista diagnostico, ma anche dal punto di vista
terapeutico”.
La diagnostica per immagini tratta tumori, traumi e
malformazioni vascolari. Qual è il suo impiego per le
patologie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson?
“La Diagnostica Neuroradiologica non vuol dire soltanto
lo studio delle patologie più frequenti come i tumori
cerebrali o le lesioni ischemiche cerebrali. Ma tratta
anche le malattie degenerative. Ce ne sono alcune rare
ma alcune anche molto frequenti, quali l’Alzheimer. In
questi settori siamo particolarmente impegnati con una
diagnostica strumentale che a volte è integrata. Nel
senso che utilizza sia gli studi di Risonanza magnetica
sia gli studi con la medicina nucleare. Con la possibile
fusione delle immagini che otteniamo dalle diverse
apparecchiature riusciamo ad avere informazioni sulla
diagnosi precoce di queste patologie”.
Quali sono le possibilità offerte dalla neuroradiologia
interventistica?
“Oggi esiste una sottobranca della Neuroradiologia, che
si chiama Neuroradiologia interventistica che si occupa
di fare dei veri e propri interventi sul paziente di
tipo mini invasivo sia su patologie vascolari (aneorismi
cerebrali) sia su tutte le patologie vertebrali, in
particolare fratture vertebrali da osteoporosi”.
Quali sono gli sviluppi che ci possiamo attendere nei
prossimi anni dalla neuroradiologia?
“La Neuroradiologia dal 2000 ad oggi ha avuto uno
sviluppo incredibile, se pensiamo che 20 anni fa non era
presente la Risonanza magnetica che ha permesso di avere
una visualizzazione in vivo del tessuto cerebrale e del
cervello umano. Ad oggi gli studi con apparecchi di
risonanza ad alto campo magnetico permettono di eseguire
uno studio particolareggiato della corteccia cerebrale e
di tutte le strutture endocraniche”.
In Italia ci sono due apparecchi Eos. Uno si trova in
dotazione all’Irccs Neuromed di Pozzilli. A cosa serve?
“Eos è un esame a basso irraggiamento per ragazzi
giovani che devono ripeterlo spesso, più volte in un
anno, perché affetti da scoliosi. Punto di forza di
questo apparecchio è l’irraggiamento del paziente
ridotto al minimo rispetto a quello con radiografia
convenzionale”.
Fonte: Adnkronos
Il parere dell’esperto
“In effetti sempre più frequentemente si riscontrano
sindromi lombalgiche nei giovani intendendo come tali
ragazzi fino a 20/25 anni.
Nella maggioranza dei casi si tratta di dolore lombare
circoscritto privo di irradiazioni periferiche agli arti
inferiori
accompagnato da rigidità
del busto che
impedisce nelle fasi acute le normali attività
quotidiane , lo sport fino ad interrrompere il riposo
notturno.
Nella maggioranza dei casi
rigidità muscolare per
tale sindrome è causata da
malposizioni assunte durante lo
studio o per l’abuso nell’ utilizzo del computer
smartphone o cellulari.
L’abbigliamento inappropriato può ricoprire un ruolo
sulla comparsa della sindrome ma sempre se associato ad
una mal gestione della postura.
Sono
sempre raccomandati esercizi di stretching o
discipline che prevedano l ‘elemento di allungamentto
muscolare come il nuoto, pilates, yoga. Può essere
talvolata associata fisioterapia antalgica.
Raramente si riscontrano forme lombosciatalgiche per le
quali si rende necessario un trattamento chirurgico.
Resta scontato che ogni caso e diverso dall’altro e che
necessita sempre di un inquadramento sia clinico che
strumentale appropriato.”
Dott. A. Zeri
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