STORIA DELLA VITA E DELLA MORTE DI UN CACCIATORE PALEOLITICO. Studio antropologico dei resti umani rinvenuti nella Grotta del Chiostraccio (Monteriggioni – Siena) attraverso le metodologie tradizionali e l’impiego di nuove tecnologie Fulcro del progetto è lo studio antropologico tradizionale dell'individuo epigravettiano rinvenuto nella Grotta del Chiostraccio (Monteriggioni - SI), integrato con l' analisi della struttura interna delle ossa, effettuata attraverso la tomografia tridimensionale computerizzata (3D CT), con successiva creazione di una banca dati digitale. La suddetta metodologia consente infatti di esaminare la struttura interna dei reperti scheletrici salvaguardandone l’integrità, e di condurre, quindi, un genere di indagine fino ad oggi limitato da problemi legati alla loro conservazione. Si prevede inoltre di effettuare la ricostruzione fisiognomica dell'individuo con l'impiego delle metodologie in uso nell'antropologia forense. I resti umani del Chiostraccio furono scoperti nel 1962 all’interno della Grotta omonima dall'Associazione Speleologica Senese. All'epoca non fu possibile datare questi reperti in modo certo poiché lo scheletro era privo di contesto e giaceva in superficie sul pavimento della grotta. Dopo un esame antropologico effettuato presso l’Università di Pisa, lo scheletro venne restituito all’Istituto di Paleontologia Umana dell’Università di Siena nei cui magazzini giacque dimenticato fino al 2010, anno in cui nuove ricerche effettuate dai geologi dell’Università di Siena alla Grotta del Chiostraccio hanno riportato l’interesse anche sui reperti umani. In particolare le ricerche recenti hanno posto l’accento sulla probabile elevata antichità del reperto; è stato pertanto deciso di intraprendere una serie di datazioni radiometriche (in tutto 6) onde verificare quest’ipotesi. Tali datazioni, effettuate in laboratori diversi, pongono la cronologia dell’individuo del Chiostraccio in un arco di tempo compreso tra 13710 e 11415 cal BC, ossia nel pieno dell’Epigravettiano finale (Martini et al., in stampa). Lo scheletro del Chiostraccio risulta essere ben conservato e completo di tutte le regioni anatomiche. Dallo studio antropologico preliminare è emerso che i resti scheletrici appartengono ad un individuo di sesso maschile con un età compresa tra i 25 e i 30 anni e una statura di 163,9 cm. Probabilmente il suo peso si aggirava intorno ai 65,5 Kg (Martini et al., in stampa). La specificità dell’Uomo del Chiostraccio risiede in alcune caratteristiche che lo rendono un unicum nel panorama del Paleolitico superiore italiano e non solo: a) sebbene completo di quasi tutto lo scheletro, comprese le ossa più piccole, l’individuo del Chiostraccio può essere considerato una vera eccezione in quanto non appartiene a un contesto sepolcrale; l’uomo trovò la morte nella grotta probabilmente in seguito alla caduta nel pozzo di accesso profondo quasi 20 m; ne è prova il terribile trauma costituito da una frattura che attraversa sagittalmente il cranio e buona parte della faccia. Risulta pertanto essere il primo e attualmente unico caso di trauma cranico letale che il Paleolitico superiore ci abbia restituito (Martini et al., in stampa) b) l’eccezionale stato di conservazione nel quale per motivi tafonomici (assenza di sedimento, microclima stabile in una cavità ipogea quasi completamente chiusa) si trova lo scheletro anche dal punto di vista molecolare (comunicazione durante il XX Congresso dell’A.A.I.- “Variabilità Umana tra Passato e Presente”- Ferrara, 11-13 Settembre 2013, da parte di Posth et al.) c) infine ma non ultime le caratteristiche morfologiche del cranio e della faccia, che almeno ad un primo esame, risulterebbero discostarsi in parte da quelle tipiche dei contemporanei italiani finora noti; questi aspetti saranno oggetto d’indagine approfondita poiché potrebbero adombrare la presenza di una variabilità etnica in seno alla popolazione del Paleolitico superiore italiano, non ancora emersa dall’evidenza antropologica conosciuta. Il progetto proposto prevede quindi di affrontare lo studio da diversi punti di vista, attraverso metodologie classiche e moderne. Verrà inoltre indagato l’aspetto di questo individuo attraverso la sua ricostruzione fisiognomica sia manuale che virtuale, quest’ultima grazie a i dati ricavati dalla 3D CT e tramite l’utilizzo di specifico softwer. I due tipi di ricostruzione verranno poi confrontati per capire le differenze apportate al volto da l’utilizzo di metodologie differenti. La ricostruzione manuale sarà effettuata a partire dal calco del cranio, adottando l’approccio tradizionale utilizzato anche in antropologia forense, detto “protocollo di Manchester”, descritto da Prag e Neave (1997), e rivisitato e raffinato da Wilkinson (2004). Le tabelle degli spessori nate dall’intuizione di Welker (1883) e mai abbandonate fin ad oggi, saranno sostituite in questo lavoro dagli spessori ricavati a partire da TAC effettuate dall’ U.O.C. Neuroimmagini e Neurointerventistica dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (Siena) su 80 individui umani attuali tra i 20 e 30 anni. In fase conclusiva i risultati ottenuti andranno ad integrarsi con quelli relativi agli studi paleonutrizionali eseguiti tramite l’analisi isotopica (indagini ancora in corso presso il Max Plank Institute for Evolutionary Anthropology, Department of Human Evolution) e agli studi genetici in corso presso il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica dell’Università di Firenze. BIBLIOGRAFIA Martini I., Boscato P., Coltorti M., Fabbri P.F.,Gabbrielli M., Higham T., Monti L., Moroni A., Nalawade-Chavan S., Sandrelli F., Ricci S., 2013. First evidence of lethal cranial trauma in a late Upper Palaeolithic skeleton from the Chiostraccio Cave (Siena, Italy). Journal of Human Evolution. In corso di stampa. Prag J., Neave R., 1997. Making Faces: Using Forensic and Archeological Evidence. College Station, TX. Texas A&M University Press. Welker R. H., 1883. Schiller’s schadel und todtenmaske, nebst mittheilungen uber schadel und todtenmaske kant’s. Fr. Vieweg und Sohn. Germany: 1-160. Wilkinson C., 2004. Forensic Facial Reconstruction. Cambridge University Press.