NORMATIVA
Cosa cambia nella sicurezza
dei lavori sugli impianti elettrici
NORMA CEI 11-27,
TERZA EDIZIONE
Seconda parte
36
di Andrea Gulinelli
T
❚ siano fornite istruzioni sul corretto modo di
operare.
Viene, però, affermato il principio che la PEC può
operare in presenza di rischio elettrico solamente se sorvegliata.
utto il capitolo 5, così come la parte trattata nel capitolo 12 relativamente alla formazione degli addetti al lavoro sotto tensione in bassa tensione, è ripreso, pressoché integralmente, dalla abrogata Norma CEI 11-27/1
Sperimentale. Pur non essendo, quindi, presenti
novità, l’argomento merita un approfondimento,
anche perché ben poco è stato fatto sul versante
della formazione dopo che la Norma di cui sopra stabiliva in modo puntuale gli standard minimi di conoscenza in materia di sicurezza elettrica per poter operare sugli impianti elettrici(1).
■ ATTRIBUZIONE DEI PROFILI
PROFESSIONALI E REQUISITI
FORMATIVI (PP. 5.3 e 5.4)
Nella tabella 1 sono riportati i moduli formativi,
teorici e pratici, previsti dalla Norma, la cui frequentazione può costituire un valido supporto
per il DL al fine di attuare la prescritta qualificazione del proprio personale. Ciò, fermo restando
che l’attribuzione dei profili costituisce un’autonoma determinazione del DL, che la Legge gli
impedisce di delegare ad altri suoi collaboratori
trattandosi di un aspetto connesso con la valutazione dei rischi aziendali [1]. A riguardo degli
organismi che possono erogare la formazione, la
Norma si limita a raccomandare che “il soggetto formatore sia in possesso delle necessarie caratteristiche professionali”, senza meglio specificare(4). In figura 1 è schematizzato un possibile
modo di attuare i processi di attribuzione dei profili professionali PES/PAV e dell’eventuale suc-
■ PROFILI PROFESSIONALI (P. 5.2.1-2-3)(2)
Una parte importante è riservata alla descrizione
dei profili professionali (Persona esperta, PES;
Persona avvertita, PAV; Persona idonea ad operare sotto tensione, PEI) e alle attribuzioni delle
relative competenze. Rispetto alla Norma CEI EN
50110-1(3), la nuova Norma prevede la possibilità dell’utilizzazione, sia pure parziale, della persona PEC (Persona Comune) in alcuni lavori elettrici. Ciò nella pratica è ritenuto concretamente
attuabile a condizione che:
❚ il materiale utilizzato sia conforme alle relative Norme di prodotto;
Persona con
esperienza
che già opera
sugli impiantiti
elettrici
Persona senza
esperienza
che non opera
sugli impiantiti
elettrici
Conoscenze pratiche
Modulo
Durata [h]
1A
10
2A
4
1A
10
1B
X
2A
4
2B
X
(*) Persona idonea al lavoro sotto tensione in BT
X: La durata non è specificata dalla Norma
Condizione formativa
conseguibile
P E I (*)
Conoscenze teoriche
Modulo
Durata [h]
P E S / PAV
ELETTRIFICAZIONE
10/05
Tabella 1
Moduli formativi, teorici e pratici, previsti dalla Norma, la cui frequentazione
può costituire un valido supporto per il DL al fine di attuare la qualificazione del personale
■ EQUIPOTENZIALIZZAZIONE
DEL POSTO DI LAVORO
Nel contesto dei lavori fuori tensione, in modo
particolare negli impianti della distribuzione
pubblica non ricompresi all’interno di un impianto di terra globale [3], acquista importanza l’aspetto del controllo del rischio elettrico riguardante l’equipotenzializzazione del posto di lavoro, argomento di cui si era appena accennato
nella prima parte dell’articolo.
Nella figura 2 riportiamo un esempio che spiega il principale dei casi particolari di cui all’art.
11.2.6.3 della Norma. È rappresentata una postazione di lavoro dove si ipotizza l’esecuzione di
un intervento su due tronconi di cavo MT (ad
esempio, per l’esecuzione di giunti), sezionati
e messi a terra alle estremità come prescritto dalle
regole essenziali del lavoro fuori tensione. Se il
posto di lavoro è ubicato in posizione elettricamente indipendente dall’influenza dell’impianto di terra della cabina A, al verificarsi di un guasto a terra in detta cabina, si determinano dei trasferimenti di potenziale, che possono essere pericolosi per gli operatori. Essi si manifestano in
senso longitudinale, UAB, fra i due tronconi del
cavo, e trasversale, UA, fra il tronco di cavo sotteso alla cabina A e terra. I predetti trasferimenti sono dovuti ai conduttori e agli schermi dei
NORMATIVA
37
H Figura 1: Processi di attribuzione dei profili PES/PAV e di conferimento
dell’idoneità
10/05
H Figura 2: Potenziali di terra trasferiti sul posto di lavoro a seguito di guasto
ELETTRIFICAZIONE
cessivo conferimento alle stesse figure dell’idoneità ad operare sotto tensione in bassa tensione(5). In sintesi, le linee salienti da tenere presenti per la qualificazione sono:
❚ il profilo professionale di ogni operatore, al
pari dell’eventuale idoneità, deve essere oggetto di attestazione(6); anche la condizione
di PEC dovrebbe essere formalizzata, dovendo essere noto a tutta l’organizzazione quali
sono le persone che necessitano di sorveglianza(7);
❚ possono accedere alla qualifica di persona
idonea solamente i soggetti che hanno consolidato la condizione formativa di PES o PAV;
❚ va tenuto presente che, in forza degli obblighi di Legge [2](8), le persone idonee per poter operare devono comunque essere autorizzate formalmente dal proprio DL.
A margine di questo argomento, alcune considerazioni:
❚ forse era opportuno un espresso obbligo a carico dei committenti di richiedere, alle imprese (compresi i lavoratori autonomi) cui vengono affidati lavori elettrici, l’elenco delle PES,
delle PAV e delle PEI chiamate ad operare sugli impianti, con la relativa prova documentale del percorso formativo sostenuto(9);
❚ continua ad essere sufficiente, per i lavoratori autonomi e i DL, l’autocertificazione della propria condizione formativa. Ma per i DL
che operano sugli impianti con personale alle proprie dipendenze, era auspicabile che lo
status di PES/PAV fosse supportato almeno dalla provata frequentazione di un corso conforme al modulo 1A+2A.
NORMATIVA
H Figura 3: Dispositivo di continuità ed equipotenzialità per lavori
di giunzione su cavi a MT (fonte Ottotecnica-Enel)
38
cavi messi fra loro in cortocircuito e collegati a
terra attraverso la chiusura del sezionatore di terra
nel punto di sezionamento (ST chiuso). Come
noto, in assenza di provvedimenti protettivi, i
potenziali trasferiti sono da considerare pericolosi quando superano i valori indicati nella tabella C-3 della Norma CEI 11-1, per la relativa durata del guasto. Le misure di protezione previste per
il controllo di detti gradienti di potenziale sono
sostanzialmente tre, fra loro alternative se le tensioni trasferite non superano indicativamente il
valore di 1.000÷1.500 V. Diversamente, in via
cautelativa, deve essere privilegiato il provvedimento di cui al primo punto sotto descritto:
❚ dopo aver sezionato gli estremi del cavo (SL
aperti) e, come detto, inserite le terre di sezionamento (ST chiusi)(10) allo scopo di impedire eventuali richiusure, si scollegano da terra i conduttori e gli schermi del cavo sia in A,
sia in B (l’operatore, per l’esecuzione della prima di queste operazioni, deve far uso di guanti isolanti di classe 0 o 00 - CEI EN 60903). Una
volta individuato il cavo sul posto di lavoro mediante tranciatura del medesimo, non si tratta
più di lavoro con presenza di rischio elettrico
(eliminato all’origine) e, di conseguenza, gli
operatori possono procedere senza alcuna precauzione contro lo shock elettrico;
❚ un secondo metodo di lavoro può consistere
nel completo isolamento mediante teli isolanti di tutte le superfici con cui possono venire a
contatto gli operatori (fondo e pareti dello scavo sede di lavoro, masse estranee, ecc.). A tale misura va poi associata l’adozione da parte degli operatori dei guanti isolanti sotto i
guanti da lavoro, almeno per tutta la durata
delle operazioni di esecuzione del primo giunto sulla prima fase del cavo(11). Questo giunto
ripristina, infatti, la continuità del conduttore
e dello schermo del cavo anche per le altre fasi, attraverso lo stato di chiusura dei sezionatori di terra nei punti di sezionamento, e consente di procedere per gli altri giunti senza rischi di elettrocuzione;
❚ la continuità e la equipotenzialità viene frequentemente garantita, specialmente se si opera su cavi a MT ad elica visibile, ricorrendo all’impiego del dispositivo rappresentato in figura 3. L’installazione del dispositivo impone
l’utilizzo dei guanti isolanti e dei tronchetti isolanti, nonché delle altre misure descritte al punto precedente. Agendo su una delle fasi, le due
morse perforanti, fra loro collegate con un conduttore isolato, mettono in cortocircuito il conduttore del cavo con lo schermo sui due tronconi che devono essere giuntati. Naturalmente, le morse dovranno perforare le parti eccedenti dei cavi, che saranno successivamente
asportate. In queste condizioni, gli operatori
procedono fino al completamento del primo
giunto, facendo uso dei normali guanti da lavoro e dei soli tronchetti isolanti, terminato il
quale si rimuove il dispositivo. Per gli altri due
giunti, poiché invece la presenza di potenziali verso terra continua ad essere ancora possibile, è fatto obbligo agli operatori di mantenere i tronchetti isolanti (UNI EN 344 - 347)(12).
■ LAVORI IN PROSSIMITÀ
DI PARTI ATTIVE
ELETTRIFICAZIONE
10/05
H Figura 4: Lavori in prossimità di impianti conformi alla Norma CEI 11-1
L’invasione della zona prossima di parti attive in
tensione, diverse da quelle, in tensione o fuori
tensione, su cui si sta operando, con parti del
corpo o attrezzi determina il lavoro in prossimità.
I provvedimenti di sicurezza per operare in prossimità, da adottare singolarmente od in combinazione fra loro per impedire la penetrazione
nella zona di lavoro sotto tensione, sono:
❚ l’impedimento fisico (barriere, protettori, blocchi meccanici o elettrici, ecc.);
❚ l’individuazione e il mantenimento di una distanza sicura, il cui significato è già stato illustrato nella prima parte dell’articolo.
Questa seconda misura, nella Norma CEI EN
50110, è sempre associata alla supervisione (nella
prima edizione era indicata con il termine sorveglianza(13)), mentre la Norma non è tassativa
nel richiedere la presenza continuativa sul posto
∆ = Dvv - DL(Dg)
Nella lettura della tabella 2 bisogna tener conto che:
❚ l’altezza da terra dei conduttori, non protetti, di cui all’art. 278, è stata assimilata alla distanza di vincolo verticale D vv della
Norma CEI 11-1;
U = 132 kV
Dg
DL
DPR 547/55
432
-
CEI 11-1
377
CEI 11-27
-
CEI EN 50110
-
∆
-
323
280
322
109
-
268
225
267
-
152
-
-
-
-
110
-
-
-
❚ la distanza limite DL è stata assimilata alla distanza di guardia Dg;
❚ per Dg è stato assunto il valore minimo proposto dalla tabella 6-1 della Norma CEI 11-1.
Il franco da terra più critico risulta essere proprio
quello che scaturisce dall’applicazione della
Norma, atteso che il valore di 225 cm corrisponde
con l’altezza massima attribuita all’uomo con il
braccio alzato riportata al punto A. 3.01 I) in
appendice della Norma CEI 11-18. Norma abrogata, il cui contenuto è stato assorbito dalla
Norma CEI 11-1, dove permane però l’indicazione che l’altezza dei conduttori (non protetti)
deve comunque essere Dvv ≥ 225 + Dg , con un
minimo di base di 300 cm (200 cm per la distanza di vincolo orizzontale Dvo ≥ 1,25 + Dg), che
rende applicabile le suddette relazioni solamente a partire da ≈ 65 kV. Il divario si riduce per le
tensioni più basse, tanto che i diversi valori di ∆
risultano molto prossimi fra loro(16).
In figura 5 è rappresentata una situazione di possibile esecuzione di un lavoro fuori tensione e contemporaneamente in prossimità di parti attive in
tensione sull’interruttore di una delle due linee di
alimentazione di una cabina primaria 132/15 kV.
NORMATIVA
Dvv
Tabella 2
di lavoro di una PES con funzioni di controllo.
La Norma specifica che per le attività svolte su
impianti a tensione superiore a 1.000 V (punto
13.3.3), con l’impiego di semplici utensili da lavoro e operatori al suolo, costruiti in conformità
della Norma CEI 11-1 (figura 4), non è prevista la
messa in opera di particolari misure di sicurezza per il lavoro in prossimità. Al riguardo occorre fare alcune considerazioni, partendo dalla constatazione che le distanze limite DL, assunte in
sede europea e in sede nazionale, sono diverse
fra loro e non coincidenti con la distanza di guardia Dg della Norma CEI 11-1, nella quale, inoltre, la distanza di vincolo verticale Dvv(14) può
essere diversa da quella fissata per Legge(15).
Premesso che la Norma CEI 11-1 attiene esclusivamente la progettazione e la costruzione degli
impianti, è utile un raffronto con le disposizioni
regolanti le attività lavorative, per verificare in che
misura si può svolgere il lavoro in prossimità senza
violare la zona di lavoro sotto tensione nelle predette ipotesi di lavoro, specialmente per le tensioni più elevate. Nella tabella 2 viene riepilogato il quadro completo, per un impianto a 132 kV,
e messo in evidenza il franco verso terra (in centimetri) della zona sotto tensione, indicato con:
39
H Figura 5: Lavoro fuori tensione ed in prossimità di parti attive in un impianto a 132 kV
ELETTRIFICAZIONE
10/05
NORMATIVA
Q Figura 6: Lavoro di taglio piante
in vicinanza di una linea elettrica
in conduttori nudi
P Figura 7: Messa a terra
ed in cortocircuito della linea
aerea sul posto di lavoro
40
ELETTRIFICAZIONE
10/05
La condizione ricorrente prevede che tale intervento debba
essere eseguito lasciando in tensione, per esigenze legate alla
continuità del servizio, entrambe le linee di alimentazione (perché caratterizzate dalla
presenza di derivazioni rigide),
i trasformatori AT/MT e, quindi,
la sbarra. Conseguentemente, il
posto di lavoro deve essere
sezionato a monte e a valle,
ossia in corrispondenza delle
due fonti di alimentazione che
presenta l’impianto a seguito
del mutato assetto d’esercizio
(apertura dei sezionatori di linea
e di sbarra). La messa a terra ed
in cortocircuito (punti A e B)
deve essere effettuata necessariamente con dispositivi mobili (portatili) su entrambi i lati del posto
di lavoro e su tutti i conduttori che entrano nello
stesso. In sede di preparazione del lavoro, in particolare sui Piani di lavoro e d’intervento, vanno
valutate le distanze delle parti attive in tensione
situate in prossimità del posto di lavoro, in modo
che si possa stabilire, in relazione alle modalità
operative previste, alla tipologia di attrezzatura e
ai mezzi di accesso da utilizzare, se l’attività può
essere condotta attuando una protezione mediante il mantenimento di una distanza sicura associata ad una supervisione, oppure se occorra mettere in opera un impedimento fisico (protezione
per mezzo di schermi, barriere, involucri o protettori isolanti).
■ LAVORI NON ELETTRICI
Per il controllo dei rischi elettrici residui determinati dal coinvolgimento degli impianti elettrici o conseguenti la loro messa in sicurezza per
l’effettuazione di attività non elettriche, la Norma
prevede la sovrintendenza e/o la sorveglianza da
parte del Responsabile dell’impianto (RI) ovvero
di una PES da lui incaricata.
I lavori non elettrici possono essere seguiti:
❚ con l’impianto fuori tensione;
❚ in prossimità dell’impianto in tensione.
Nella figura 6 è illustrato un tipico lavoro, chiaramente non elettrico (taglio piante in vicinanza
di una linea elettrica in conduttori nudi), che però
può interferire con l’impianto elettrico. Chi dirige detti lavori non può essere una PES, in quanto non professionalmente adibito a lavori elettrici. Di conseguenza, i rischi elettrici inerenti l’attività devono essere valutati dal RI, il solo soggetto legittimato a stabilire:
❚ se sussistono le condizioni per applicare la deroga contemplata dall’art. 11 del DPR n.
164/56(17) [4];
❚ se, invece, la linea deve essere disalimentata
e posta in sicurezza.
Nel primo caso, l’adeguata protezione di cui parla
la Legge può consistere in un insieme di misure
e valutazioni quali ad esempio:
❚ applicazione di una controventatura alla pianta in modo che la sagoma di caduta non vada
ad interessare i conduttori in tensione o a provocare pericolosi avvicinamenti;
❚ apprezzamento delle condizioni ambientali;
NORMATIVA
41
10/05
ELETTRIFICAZIONE
❚ analisi del metodo di lavoro
utilizzato;
❚ valutazione dei rischi connessi con l’utilizzo dei mezzi di accesso in elevazione
per l’applicazione dei tiranti di controventatura.
Relativamente agli aspetti del
rischio elettrico, il RI, o la persona da lui incaricata, assume
il ruolo di PL (ovviamente esercitabile con una continua sorveglianza sul posto), con tutti
gli obblighi e i poteri di esigere l’applicazione delle misure
di prevenzione e protezione
preordinate, inclusa quella di
far interrompere l’attività qualora si ravvisassero comportamenti pericolosi.
Nella seconda ipotesi, il RI
deve provvedere o far provveH Figura 8: Dispositivo portatile di messa a terra ed in cortocircuito conforme
dere, sotto la sua responsabialla Norma CEI EN 61230 (fonte Enel -Ottotecnica)
lità, all’installazione di una
messa a terra ed in cortocircuito della linea sul Se, poi, i lavori di natura non elettrica rientrano
posto di lavoro (figura 7) e diffidare il Preposto ai nel campo di applicazione del D. Lgs. n. 494/96
lavori (PL) dal rimuoverla, riportando in modo [5], ovvero dell’art. 7 del D. Lgs. n. 626/94, al
esplicito tale ammonimento sul documento di RI compete anche l’attuazione dei relativi adembenestare all’inizio dei lavori.
pimenti [6].
Per quanto riguarda il dispositivo di messa a terra
ed in cortocircuito, la Norma prescrive che lo La prima parte dell’articolo è sta pubblicata sul
stesso deve essere conforme alla specifica di pro- n. 9 di Elettrificazione, settembre 2005
dotto per la costruzione dei dispositivi portatili,
Norma CEI EN 61230 (CEI 11-40). In particolare, il dispositivo deve essere in grado di sopportare, dal punto di vista delle sollecitazioni ter■ NOTE
miche e dinamiche, le più elevate correnti di cor1) Da un’indagine effettuata, è risultato che molte delle
tocircuito che si possono manifestare nel punto imprese del comparto costruzione e manutenzione
d’installazione, mantenendosi correttamente in degli impianti elettrici (circa 200.000 addetti) ignoraopera. Per la sua messa in opera, la Norma sta- no le norme essenziali della sicurezza. Dal 1998 ad
bilisce che debba essere rispettata la seguente oggi, solamente il 6% del personale ha frequentato un
corso di formazione sulla Norma CEI EN 50110, cui,
sequenza operativa(18):
fra l’altro, raramente il Datore di Lavoro (DL) ha fatto
❚ l’applicazione della morsa lato terra deve sem- seguire la certificazione della condizione formativa.
pre precedere l’applicazione della morsa lato
parte attiva per ciascuna fase;
2) I punti indicati, se non diversamente specificati, si
❚ l’applicazione del collegamento a terra delle riferiscono alla Norma CEI 11-27, terza Edizione, la
fasi dell’impianto deve sempre precedere l’ap- quale, nel seguito, viene costantemente richiamata con
plicazione del collegamento per il cortocir- il termine generico di Norma.
cuito delle fasi fra loro; operazione facilitata 3) Con riferimento all’art. 5.2.3, l’utilizzo della percon i dispositivi portatili di ultima generazio- sona comune (PEC), ad esempio per la sostituzione
ne (figura 8), costruiti in due parti separabili. di fusibili di bassa tensione, è ritenuta possibile solaNulla viene, invece, precisato in ordine al posi- mente se sono valutati insussistenti i rischi di contatti
zionamento che deve assumere l’operatore, rispet- diretti e di cortocircuito.
to ai conduttori della linea che devono essere
4) In tal senso, una possibile soluzione, in linea con
considerati in tensione, durante la messa in opera gli orientamenti in atto in materia, potrebbe essere la
del dispositivo portatile di messa a terra ed in cor- seguente: le imprese con meno di trenta dipendenti o
tocircuito. L’individuazione di una distanza sicu- non provviste di risorse interne specificatamente dedira, anche in relazione al tipo di mezzo d’acces- cate alla formazione, affidano l’erogazione dei corsi
so in elevazione, sarebbe utile, tenuto conto che 1A+2A e 1B+2B, per la qualificazione del personale
alla condizione di PES/PAV e per il rilascio dell’attel’operatore è sottoposto a sforzi dorso lombari stazione di idoneità al lavoro sotto tensione in BT, a
tanto maggiori quanto più è lungo il fioretto iso- Istituti di Formazione dotati di un Sistema di Gestione
lato con il quale viene sollevato e fissato ai con- per la Qualità, certificato da un Organismo di certifiduttori il dispositivo di messa a terra ed in corto- cazione, nel settore EA37 - Istruzione, ai sensi della
Norma ISO 9001:VISION 2000.
circuito, il cui peso non è sempre trascurabile.
NORMATIVA
42
5) L’ipotesi prospettata si pone il problema della “regolarizzazione” del personale che già opera nel settore,
prevedendo di colmare le eventuali carenze sui fondamenti della sicurezza elettrica mediante la frequenza
dei corsi di formazione di livello 1A+2A ovvero 2A.
Frequenza che dovrebbe costituire prerequisito per
poter accedere alla qualificazione. Per i soggetti che
non hanno, invece, conseguito alcuna esperienza lavorativa, si ritiene ammissibile la qualificazione solamente
partendo da una formazione di base equivalente a quella contemplata dal diploma IPSIA, integrata da una formazione pratica e da un addestramento condotti anche
in azienda, in affiancamento ad una PES/PEI.
15) L’art. 278 del DPR n. 547/55, prescrive: “Quando
i conduttori e gli elementi nudi dei circuiti ad alta tensione corrono al di sopra del pavimento o di una piattaforma di lavoro o di passaggio ad un’altezza inferiore
a m 3 più un centimetro, ogni migliaia di volt di tensione, si devono applicare al di sotto di essi i ripari di
cui all’articolo precedente, costituiti da schermi pieni
o con maglie di piccola dimensione”.
7) La formalizzazione, per non costituire un appesantimento burocratico, potrebbe consistere in semplici
elenchi da inserire nel Piano della Sicurezza aziendale, per dare evidenza documentale di aver adempiuto all’obbligo di cui all’art. 4, comma 5, lettera c),
del D. Lgs. n. 626/94, relativo alla valutazione delle
capacità dei lavoratori subordinati.
16) Ad esempio, per un impianto con U = 15 kV, essendo Dvv = H (DPR 547/55) = 315 cm, è:
- ∆ (Norma CEI 11-1) = 315 - 15 = 300 cm;
- ∆ (Norma CEI 11-27) = 315 - 20 = 295 cm
- ∆ (Norma CEI EN 50110) = 315 - 16 = 299 cm.
9) Tale obbligo, ad esempio, è da tempo introdotto
in ambito ENEL nella fase di affidamento degli appalti e costituisce un forte incentivo alla qualificazione delle imprese.
10) In questo caso, non è possibile non inserire le terre
nei punti di sezionamento; verrebbe violata la quarta
regola essenziale del lavoro fuori tensione.
11) Contro il rischio di contatti mano-mano fra i due
tronconi del cavo.
12) Durante l’esecuzione del primo giunto, i potenziali verso terra (a condizione che siano di valore ≤ 1,5 UTP
ammissibile), anche se non è molto pratico, possono
essere annullati mediante l’infissione di un picchetto di
terra, collegato ad una delle due morse perforanti, sul
fondo dello scavo. In tal caso, per l’esecuzione dei
restanti giunti, il personale deve tornare a calzare i tronchetti isolanti, non essendo più possibile mantenere in
opera la messa a terra locale.
ELETTRIFICAZIONE
14) Va detto, per altro, che la Norma CEI EN 50110,
seconda Edizione, non parla di distanze di vincolo e
che tali distanze, intese come misure di sicurezza, sono
venute a cessare con l’abrogazione della Variante V1
alla CEI EN 50110, prima Edizione.
6) Nella pratica, il DL invia al lavoratore una lettera
contenente:
- la specificazione della condizione formativa PES/PAV;
- l’eventuale idoneità ad operare sotto tensione;
- l’autorizzazione ad operare sotto tensione per una
specificata tipologia d’impianti e di interventi.
8) L’art. 344 recita, infatti: “È vietato eseguire lavori
su elementi in tensione e nelle loro immediate vicinanze, quando la tensione è superiore a 25 V verso
terra, se alternata, od a 50 V verso terra, se continua.
Può derogarsi dal suddetto divieto per tensioni non
superiori a 1.000 V, purché:
a) l’ordine di eseguire il lavoro su parti in tensione sia
dato dal capo responsabile;
b) ...”.
10/05
lavori complessi, è un’attività di controllo continuativo svolta da PES o PAV nei confronti di altre PAV, generalmente con minore esperienza delle prime, o in particolare di PEC, atta a prevenire azioni pericolose che
queste ultime potrebbero compiere ignorandone il
grado di rischio”.
13) La Norma ha introdotto le seguenti definizioni di
supervisione e sorveglianza.
Supervisione (p. 3.32): “Complesso di attività svolte da
PES, finalizzate a predisporre ambienti, misure di prevenzione e protezione, modalità d’intervento, istruzioni, organizzazione complessiva in modo tale da
minimizzare i rischi. La supervisione è un’attività svolta prima di eseguire un lavoro, durante un lavoro o
dopo l’esecuzione di un lavoro ai fini di sovrintendere a dette attività ed allo scopo di controllare che vengano rispettate, in particolare, le prescrizioni generali
di sicurezza aziendali”.
Sorveglianza (p. 3.33). “La sorveglianza oltre ad una
possibile supervisione, specialmente richiesta per i
17) È bene ricordare che questo tipo d’intervento rientra nel campo d’applicazione, in base quanto stabilito dall’art. 1, e quindi nel conseguente divieto previsto dall’art. 11 del medesimo provvedimento, che così
recita:
“Lavori in prossimità di linee elettriche - Non possono
essere eseguiti lavori in prossimità di linee elettriche
aeree a distanza minore di cinque metri della costruzione o dai ponteggi, a meno che, previa segnalazione all’esercente le linee elettriche, non si provveda da
chi dirige detti lavori per un’adeguata protezione, atta
ad evitare accidentali contatti o pericolosi avvicinamenti ai conduttori delle linee stesse”.
18) Va ricordato che la Norma CEI 11-15 definisce la
messa a terra ed in cortocircuito, effettuata con dispositivi portatili, un particolare tipo di lavoro in tensione che, pur non seguendo tutte le procedure e gli adempimenti dei lavori sotto tensione, deve essere effettuata da una PES o PAV, allo scopo adeguatamente
addestrata, osservando un’apposita procedura ed utilizzando i DPI contro il rischio elettrico.
■ BIBLIOGRAFIA
[1] D. Lgs. n. 626 del 19-09-1994: “Attuazione delle
Direttive CEE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro”.
[2] DPR n. 547 del 27 aprile 1955: “Norme per la prevenzione degli infortuni”.
[3] Norma CEI 11-1: “Impianti elettrici con tensione
superiore a 1 kV in corrente alternata”, Variante V1 ed.
2000-11, fasc. 5887. V1/Ec, fasc. 6240 - 6241.
[4] Decreto del Presidente della Repubblica n. 164 del
7 gennaio 1956: “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni”.
[5] D. Lgs. n. 494/96: “Attuazione della Direttiva 92/57
CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza
e salute nei cantieri temporanei e mobili”.
[6] Andrea Gulinelli: “Il rischio elettrico nei cantieri
rappresentato dalla presenza delle linee elettriche della
distribuzione”, Elettrificazione, maggio 2003