IL QUADRO NORMATIVO:
IL PERCORSO DELLA CONOSCENZA
Un caso di studio: la chiesa di Santa
Maria della Carità di Ascoli Piceno
ing. Francesco Monni
Le norme che attualmente regolano gli interventi su costruzioni esistenti di
carattere storico e monumentale:
- D.M. 14 gennaio 2008 - Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 08);
- Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14
gennaio 2008) del 26 febbraio 2009;
- Circolare Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 5 giugno 2007 - “Linee
Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale
con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni”;
Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del
patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le
costruzioni (Circ. Min. Beni e Attività Culturali del 05.06.2007)
Cap. 4.1.1. “La conoscenza della costruzione storica in muratura è un
presupposto fondamentale sia ai fini di una attendibile valutazione
della sicurezza sismica attuale sia per la scelta di un efficace
intervento di miglioramento. Le problematiche sono quelle comuni a
tutti gli edifici esistenti, anche se nel caso del patrimonio culturale
tutelato, data la sua rilevanza, è ancora più critica l’impossibilità di
conoscere i dati caratterizzanti originariamente la fabbrica, le
modifiche intercorse nel tempo dovute ai fenomeni di
danneggiamento derivanti dalle trasformazioni antropiche,
all’invecchiamento dei materiali e dagli eventi calamitosi; inoltre,
l’esecuzione di una completa campagna di indagini può risultare troppo
invasiva sulla fabbrica stessa. Si ha pertanto la necessità di affinare
tecniche di analisi ed interpretazione dei manufatti storici mediante fasi
conoscitive dal diverso grado di attendibilità, anche in relazione al loro
impatto. La conoscenza può infatti essere conseguita con diversi livelli di
approfondimento, in funzione dell’accuratezza delle operazioni di
rilievo, delle ricerche storiche, e delle indagini sperimentali. Tali
operazioni saranno funzione degli obiettivi preposti ed andranno ad
interessare tutto o in parte l’edificio, a seconda della tipologia
dell’intervento previsto. Lo studio delle caratteristiche della fabbrica è
teso alla definizione di un modello interpretativo che consenta, nelle
diverse fasi della sua calibrazione, sia un’interpretazione qualitativa
del funzionamento strutturale, sia l’analisi strutturale per una
valutazione quantitativa. Il grado di attendibilità del modello sarà
strettamente legato al livello di approfondimento ed ai dati disponibili. Da
questo punto di vista vengono introdotti diversi livelli di conoscenza, ad
approfondimento crescente, al quale saranno legati fattori di confidenza
da utilizzare nell’analisi finalizzata sia alla valutazione dello stato attuale
sia a seguito degli eventuali interventi.
D.M. 14/01/2008 - Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 08)
Cap. 8.5 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E LA
REDAZIONE DEI PROGETTI
Nelle costruzioni esistenti le situazioni concretamente riscontrabili sono le più
diverse ed è quindi impossibile prevedere regole specifiche per tutti i casi.
Di conseguenza, il modello per la valutazione della sicurezza dovrà essere
definito e giustificato dal Progettista, caso per caso, in relazione al
comportamento strutturale attendibile della costruzione, tenendo conto
delle indicazioni generali di seguito esposte.
8.5.1 ANALISI STORICO-CRITICA
Ai fini di una corretta individuazione del sistema strutturale esistente e del suo
stato di sollecitazione è importante ricostruire il processo di realizzazione e
le successive modificazioni subite nel tempo dal manufatto, nonché gli
eventi che lo hanno interessato.
8.5.2 RILIEVO
Il rilievo geometrico-strutturale dovrà essere riferito sia alla geometria
complessiva dell’organismo che a quella degli elementi costruttivi,
comprendendo i rapporti con le eventuali strutture in aderenza. Nel rilievo
dovranno essere rappresentate le modificazioni intervenute nel tempo, come
desunte dall’analisi storico-critica. Il rilievo deve individuare l’organismo
resistente della costruzione, tenendo anche presente la qualità e lo stato di
conservazione dei materiali e degli elementi costitutivi. Dovranno altresì
essere rilevati i dissesti, in atto o stabilizzati, ponendo particolare
attenzione all’individuazione dei quadri fessurativi e dei meccanismi di
danno.
8.5.3 CARATTERIZZAZIONE MECCANICA DEI MATERIALI
Per conseguire un’adeguata conoscenza delle caratteristiche dei materiali e del
loro degrado, ci si baserà su documentazione già disponibile, su verifiche
visive in situ e su indagini sperimentali. Le indagini dovranno essere
motivate, per tipo e quantità, dal loro effettivo uso nelle verifiche; nel caso di
beni culturali e nel recupero di centri storici, dovrà esserne considerato l’impatto
in termini di conservazione del bene. I valori delle resistenze meccaniche dei
materiali vengono valutati sulla base delle prove effettuate sulla struttura e
prescindono dalle classi discretizzate previste nelle norme per le nuove
costruzioni.
8.5.4 LIVELLI DI CONOSCENZA E FATTORI DI CONFIDENZA
Sulla base degli approfondimenti effettuati nelle fasi conoscitive sopra
riportate, saranno individuati i “livelli di conoscenza” dei diversi parametri
coinvolti nel modello (geometria, dettagli costruttivi e materiali), e definiti i
correlati fattori di confidenza, da utilizzare come ulteriori coefficienti parziali di
sicurezza che tengono conto delle carenze nella conoscenza dei parametri del
modello.
Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche per le
Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008) del 26 febbraio 2009
C8.5 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E LA
REDAZIONE DEI PROGETTI
C8.5.1 ANALISI STORICO-CRITICA
Generalmente, quando si trattano costruzioni esistenti, può essere
difficile disporre dei disegni originali di progetto necessari a ricostruirne la
storia progettuale e costruttiva. Per le costruzioni, e in particolare per gli
edifici a valenza culturale, storico-architettonica, è talvolta possibile,
attraverso una ricerca archivistica, raccogliere una documentazione
sufficientemente completa sulla loro storia edificatoria per
ricostruire ed interpretare le diverse fasi edilizie. In ogni caso,
soprattutto nel caso di edifici in muratura, sia in assenza sia in presenza
di documentazione parziale, prima di procedere alle indispensabili
operazioni di rilevo geometrico, è opportuno svolgere delle
considerazioni sullo sviluppo storico del quartiere in cui l’edificio è
situato (a meno che si tratti di edifici isolati), basandosi su testi
specialistici, cercando di acquisire informazioni sugli aspetti urbanistici e
storici che ne hanno condizionato e guidato lo sviluppo, con particolare
riferimento agli aspetti di interesse per l’edificio in esame. La
ricostruzione della storia edificatoria dell’edificio, o della costruzione più
in generale, consentirà anche di verificare quanti e quali terremoti
esso abbia subìto in passato. Questo sorta di valutazione sperimentale
della vulnerabilità sismica dell’edificio rispetto ai terremoti passati è di
notevole utilità, perché consente di valutarne il funzionamento, a patto
che la sua configurazione strutturale e le caratteristiche dei materiali
costruttivi non siano stati, nel frattempo, modificati in maniera
significativa. Sulla base dei dati raccolti nella fase di ricerca storica, si
possono trarre conclusioni di tipo operativo per la modellazione
meccanica globale dell’edificio.
C8.5.2 RILIEVO
Un passo fondamentale nell’acquisizione dei dati necessari a
mettere a punto un modello di calcolo accurato di un edificio
esistente è costituito dalle operazioni di rilievo della geometria strutturale.
Il rilievo si compone di un insieme di procedure relazionate e mirate alla
conoscenza della geometria esterna delle strutture e dei dettagli
costruttivi […] Si noti che, mentre per gli altri due aspetti che determinano
il livello di conoscenza (dettagli costruttivi e proprietà dei materiali) si
accettano crescenti livelli di approfondimento dell’indagine, per la
geometria esterna, si richiede che il rilievo sia compiuto in maniera
quanto più completa e dettagliata possibile, ai fini della definizione
del modello strutturale necessario alla valutazione della sicurezza
per le azioni prese in esame. La rappresentazione dei risultati del
rilievo dovrà essere effettuata attraverso piante, prospetti e sezioni, oltre
che con particolari costruttivi di dettaglio.
C8.5.3 CARATTERIZZAZIONE MECCANICA DEI MATERIALI
Il piano delle indagini fa comunque parte sia della fase diagnostica che
del progetto vero e proprio, e dovrà essere predisposto nell’ambito di un
quadro generale volto a mostrare le motivazioni e gli obiettivi delle
indagini stesse. Nel caso in cui vengano effettuate prove sulla
struttura, attendibili ed in numero statisticamente significativo, i
valori delle resistenze meccaniche dei materiali vengono desunti da
queste e prescindono dalle classi discretizzate previste nelle NTC (come
ad esempio quelle del calcestruzzo di cui al § 4.1 delle NTC). Per quanto
riguarda le costruzioni in muratura, le Regioni possono definire, ad
integrazione della Tabella C8B.1 in Appendice C8B, tabelle specifiche
per le tipologie murarie ricorrenti sul territorio regionale. Un aiuto, non
esaustivo, ai fini della definizione delle resistenze dei materiali può
ricavarsi dalle norme dell’epoca della costruzione.
C8.5.4 LIVELLI DI CONOSCENZA E FATTORI DI CONFIDENZA
Il problema della conoscenza della struttura e dell’introduzione dei fattori
di confidenza è stato discusso in C8.2. Una guida alla stima dei fattori di
confidenza da utilizzare, in relazione ai livelli di conoscenza raggiunti, è
riportata in Appendice C8A. Per le costruzioni di valenza storicoartistica potranno essere adottati i fattori di confidenza contenuti
nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12
ottobre 2007, utilizzandoli come in essa illustrato.
La chiesa di Santa Maria della Carità di Ascoli Piceno
1: Analisi della bibliografia specifica
− Giuffrè: La meccanica nell'architettura (1986), Monumenti e terremoti (1989),
Letture sulla meccanica delle murature storiche (1990), Sicurezza e
conservazione dei centri storici in area sismica. Il caso di Ortigia (1993), Il
codice di pratica per gli interventi strutturali nei Sassi di Matera (1997).
− F. Doglioni, A. Moretti, V. Petrini: “Le chiese e il terremoto” (1994).
− Regione Marche: “Codice di pratica per gli interventi di miglioramento
sismico nel restauro del patrimonio architettonico” (1999).
- Le COSTRUZIONI STORICHE IN MURATURA NON MANIFESTANO DI
FRONTE AL SISMA UN CHIARO COMPORTAMENTO D’INSIEME.
- Reagiscono alle sollecitazioni come un INSIEME DI SOTTOSISTEMI
(meccanismi locali).
- La verifica su un modello globale non ha rispondenza rispetto alle effettive
prestazioni in caso di sisma
- La tipologia costruttiva della chiesa è una tra quelle che meglio si prestano
per il tipo di analisi sopra descritta
- il comportamento in caso di sisma può essere interpretato attraverso la
scomposizione in porzioni (denominate MACROELEMENTI), caratterizzate
da una risposta strutturale autonoma rispetto alla chiesa nel suo complesso.
- i diversi MACROELEMENTI DIVENTANO L’UNITÀ DI RIFERIMENTO PER
LA VERIFICA STRUTTURALE.
Cap. 5.4.3 “Chiese, luoghi di culto ed altre strutture con grandi aule,
senza orizzontamenti intermedi” ed il relativo “Allegato C – Modello per la
valutazione della vulnerabilità sismica delle chiese” della Circolare del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 5 giugno 2007: “Linee Guida
per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale
con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni”
ABACO DEI MECCANISMI
2: Analisi storico-critica
Utilizzo di tutte le fonti utili per tentare di ricostruire:
• il processo di realizzazione e le successive modificazioni subite nel
tempo dal manufatto
• gli eventi traumatici che lo hanno interessato
Fonti:
• Pubblicazioni
• Documentazione conservata negli archivi storici
• Fonti iconografiche (foto, dipinti, disegni, ecc.)
• Elaborati catastali
NB: L’analisi del tessuto urbano e della sua evoluzione attraverso le
trasformazioni riscontrabili negli elaborati catastali, può indicare possibili
modifiche di rapporto con edifici adiacenti che hanno potenzialmente
modificato l’esposizione ad un sisma.
“Archivio della Confraternita di Santa Maria della Carità di Ascoli Piceno”
Vedute della Città di Ascoli Piceno
Immagine della chiesa del 1790 e fotografia del 1865
Pianta apocrifa disegnata sulla base del catasto descrittivo del 1381, in rosso è
evidenziato l’ingombro della chiesa, a confronto con quello attuale (in giallo). Si
ritrova la presenza di un vano di forma quadrangolare, forse riconducibile ad un
campanile, sul lato Nord dell’abside (in posizione opposta rispetto all’attuale).
Carta del Mortier del 1704 con la veduta degli impianti architettonici “a volo
d’uccello”, tipica per l’epoca (si può notare la presenza di un campanile sul lato
Nord e l’edificio a forma di “C”dell’ospedale che, sorgendo in adiacenza alla
chiesa, andava a creare un patio sul lato Nord di questa) e via Ottaviano Ianella.
Catasto gregoriano del 1819 e Catasto gregoriano del 1820
Catasto gregoriano del 1849 e Catasto gregoriano del 1873
Catasto gregoriano del 1879 e catasto gregoriano del 1886
Catasto gregoriano del 1895 e Catasto gregoriano del 1905
Nuovo catasto del 1930 e nuovo catasto del 1932
Schema 1: 1306 - 1540 (probabile posizione del primo campanile)
Schema 2: 1541 - 1569 (costruzione della tribuna)
Schema 3: 1570 - 1578 (costruzione del timpano)
Schema 4: 1579 - 1585 (costruzione delle tre porte di ingresso)
Schema 5: 1585 - 1700 (costruzione della volta a vela dell’aula)
Schema 6: 1600 - 2010 (costruzione del campanile come lo vediamo
oggi a seguito della demolizione del precedente)
3: Rilievo geometrico-architettonico
4: Rilievo del quadro fessurativo e deformativo
Viene riportato l’insieme delle varie forme di degrado strutturale che
l’edificio ha subito nel tempo (effetti di dissesti statici, esauriti o in atto,
danni connessi a dissesti di origine dinamica causati da terremoti). E’
stato impostato con lo scopo di raccogliere e disporre tutte le
informazioni che possono consentire e facilitare la diagnosi. Sono state
prese in considerazione sia lesioni fisiche legate al degrado strutturale,
sia modificazioni della geometria originaria.
5: Rilievo materico e tecnologico-costruttivo
È il rilievo della tipologia e tessitura delle murature, tipologia ed orditura
dei solai, struttura e riempimento delle volte, etc. e dei dettagli costruttivi
come ammorsamenti murari, entità e tipologia di appoggio degli
orizzontamenti, dispositivi di contenimento delle spinte, degrado dei
materiali etc. eseguito visivamente ed effettuando dove possibile dei
saggi. Ha il compito di accertare le diverse tipologie costruttive presenti,
la loro localizzazione e ripetitività, con particolare attenzione a tutti gli
aspetti che possono influenzare l’innesco di meccanismi di collasso
locale.
Stratigrafia della carota estratta dalla
dalla base di un piedritto
Suddivisione in MACROELEMENTI
Facciata principale
Volta dell’aula - Pareti laterali
Arco trionfale
Timpano/lunetta del presbiterio
Volta del presbiterio
Torre campanaria (campanile)
LA FACCIATA PRINCIPALE
- ELEVATA SNELLEZZA (spessore esiguo rispetto all’altezza, il rapporto
Base/Altezza è di circa di 0,06)
- presenza di una VARIAZIONE DI SPESSORE della facciata, combinata ad
una DISCONTINUITÀ COSTRUTTIVA NEL TEMPO della stessa
documentata dalle fonti storiche
- la differenza di tessitura della muratura tra facciata e pareti di spina
evidenzia la POSSIBILITÀ DI UN NON EFFICACE COLLEGAMENTO CON
LE PARETI ORTOGONALI (situazione aggravata dalla presenza di nicchie
in prossimità dello spigolo dell’edificio che riducono notevolmente l’angolo
che identifica il cuneo laterale che si potrebbe opporre al ribaltamento)
- presenza di APERTURE DI RILEVANTE AMPIEZZA nella parte superiore
della facciata
- presenza di ELEMENTI DECORATIVI (PINNACOLI) POSTI SULLA
SOMMITÀ DELLA FACCIATA DI ELEVATA SNELLEZZA (altezza di circa
280 cm, base di appoggio quadrata di lato 50 cm) e di una croce in pietra di
ingente peso ed esile ancoraggio
- ASSENZA DI VINCOLO IN SOMMITÀ
- ASSENZA DI VINCOLO CON GLI ORIZZONTAMENTI (volta);
- la presenza di presidi puntuali (elementi metallici) disposti parallelamente
alla facciata ed interni allo spessore dello stesso muro di facciata, dei quali
non è nota l’efficacia né l’estensione.
MECCANISMI ATTIVABILI:
- RIBALTAMENTO GLOBALE DELLA FACCIATA PRINCIPALE (con
formazione di cerniera cilindrica alla base)
- RIBALTAMENTO DELLA PORZIONE SUPERIORE DELLA FACCIATA
(porzione al di sopra della quota di variazione di spessore della stessa)
- RIBALTAMENTO DEL PINNACOLO (elemento decorativo posto sulla
sommità della facciata)
- SFONDAMENTO DELLA PARETE DEL TIMPANO (a seguito di formazione
di cerniere cilindriche oblique)
RIBALTAMENTO GLOBALE DELLA FACCIATA PRINCIPALE
XE
H
YE
YF
YG
Ø
XG
XF
RIBALTAMENTO DELLA PORZIONE SUPERIORE DELLA FACCIATA
XE
RIBALTAMENTO DEL PINNACOLO
SFONDAMENTO DELLA PARETE DEL TIMPANO
LA VOLTA DELL’AULA
- VOLTA DI ESIGUO SPESSORE (una testa, circa 12 cm), che si estende su
una luce di 13 m
- PIEDRITTI DI NOTEVOLE SNELLEZZA (spessore
all’altezza, il rapporto Base/Altezza è di circa 0,13)
esiguo
rispetto
- struttura lignea della COPERTURA CHE ESERCITA UNA SPINTA sui
piedritti (cavalletti)
- abbassamento della volta e LESIONI PASSANTI IN CHIAVE (porzione
limitrofa all’arco trionfale) che sono indici della tendenza alla
cernierizzazione plastica della volta in quella zona.
Vista la MODULARITÀ DELLA VOLTA che copre l’aula della chiesa, si è potuta
operare la semplificazione di STUDIARE UNA “FASCIA” DELLA VOLTA
14.88
60
117
117
PIAZZA ROMA
30
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60
60
117
223
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92
10.95
60
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117
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60
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30
60
117
223
185
185
CAMPANILE
223
30
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60
185
185
17
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10.95
14.88
88
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3.29
1.80
1.80
6.59
0.50
30°
14.50
14.50
13.84
11.04
2.10
Primo modello
6.47
2.10
Secondo modello
6.47
Riproduzione parziale in scala 1:5 della zona della volta dell’aula
in cui si verifica il raccordo tra la costolatura secondaria che limita superiormente
la lunetta ed il costolone principale che irrigidisce la volta
Il piedritto della volta dell’aula: possibili modelli
Interazioni con gli edifici adiacenti
MECCANISMI ATTIVABILI:
- ROTAZIONE BILATERA DISCORDE DEI PIEDRITTI DELLA VOLTA
DELL’AULA (con formazione di cerniere in chiave, alle imposte della volta
ed alla base dei piedritti)
- ROTAZIONE MONOLATERA DI UN SOLO PIEDRITTO DELLA VOLTA
DELL’AULA (con formazione di cerniere in chiave, alle imposte della volta
ed alla base del piedritto)
- ROTAZIONE BILATERA CONCORDE DEI PIEDRITTI DELLA VOLTA
DELL’AULA (con formazione di cerniere alle imposte della volta e alla base
dei piedritti)
- RIBALTAMENTO DELLA PORZIONE SUPERIORE DEL PIEDRITTO
- ROTAZIONE MONOLATERA DI UN SOLO PIEDRITTO DELLA VOLTA
DELL’AULA - CONFINAMENTO LATERALE (con formazione di cerniere in
chiave, alle reni della volta ed alla quota di +5m sul piedritto sud)
- ROTAZIONE BILATERA CONCORDE DEI PIEDRITTI DELLA VOLTA
DELL’AULA - CONFINAMENTO LATERALE (con formazione di cerniere
alle reni della volta, alla base del piedritto nord ed alla quota di +5m sul
piedritto sud)
SEZ. A “T” - ROTAZIONE BILATERA DISCORDE
DEI PIEDRITTI DELLA VOLTA DELL’AULA
SEZ. A “T” - ROTAZIONE MONOLATERA DI
UN SOLO PIEDRITTO DELLA VOLTA DELL’AULA
SEZ. A “T” - ROTAZIONE BILATERA CONCORDE
DEI PIEDRITTI DELLA VOLTA DELL’AULA
SEZ. A “T” - RIBALTAMENTO DELLA PORZIONE
SUPERIORE DEL PIEDRITTO
SEZ. A “T” - ROTAZIONE MONOLATERA DI UN SOLO PIEDRITTO
DELLA VOLTA DELL’AULA - CONFINAMENTO LATERALE
SEZ. A “T” - ROTAZIONE BILATERA CONCORDE DEI PIEDRITTI
DELLA VOLTA DELL’AULA - CONFINAMENTO LATERALE
SEZ. RETTANGOLARE - ROTAZIONE BILATERA DISCORDE
DEI PIEDRITTI DELLA VOLTA DELL’AULA
SEZ. RETTANGOLARE - ROTAZIONE MONOLATERA DI UN SOLO
PIEDRITTO DELLA VOLTA DELL’AULA
SEZ. RETTANGOLARE - ROTAZIONE BILATERA CONCORDE DEI
PIEDRITTI DELLA VOLTA DELL’AULA
SEZ. RETTANGOLARE - RIBALTAMENTO DELLA
PORZIONE SUPERIORE DEL PIEDRITTO
SEZ. RETTANGOLARE - ROTAZIONE MONOLATERA DI UN SOLO
PIEDRITTO DELLA VOLTA DELL’AULA - CONFINAMENTO LATERALE
SEZ. RETTANGOLARE - ROTAZIONE BILATERA CONCORDE DEI
PIEDRITTI DELLA VOLTA DELL’AULA - CONFINAMENTO LATERALE
SEZ. RETTANGOLARE - RIBALTAMENTO DELLA PORZIONE DI
MURATURA TRA I PIEDRITTI DELLA VOLTA DELL’AULA
IL TIMPANO/LUNETTA DEL PRESBITERIO
- MURATURA COSTITUITA DA PIETRAME DI VARIA PEZZATURA per
tutto lo spessore con scarsa coesione
- muratura di ESIGUO SPESSORE (circa 80 cm)
- mancanza di CONFINAMENTO
timpano/lunetta
NELLA
PARTE
SUPERIORE
del
MECCANISMO ATTIVABILE: RIBALTAMENTO DEL
TIMPANO/LUNETTA DEL PRESBITERIO
LA VOLTA DEL PRESBITERIO
- volta di ESIGUO SPESSORE (una testa, circa 12 cm), che si estende su
una luce di 6,75 m
- FESSURAZIONE IN CHIAVE del profilo interno della volta continua per tutta
la sua lunghezza, sebbene di modesta entità
- setti murari di controvento offrono un efficace contrasto al ribaltamento
laterale sul fianco nord della struttura voltata mentre sul fianco sud, oltre il
corpo del campanile, analoghe strutture di controvento si ritrovano solo fino
alla quota di imposta della volta.
MECCANISMO ATTIVABILE: ROTAZIONE MONOLATERA
DI UNA SPALLA DELLA VOLTA DEL PRESBITERIO
L’ARCO TRIONFALE
LA CONOSCENZA DELLA STORIA DELL’EVOLUZIONE DEL CORPO DI
FABBRICA, UNITAMENTE AD UNA LETTURA CRITICA DELLO STATO
DEFORMATIVO, CONSENTE UNA CORRETTA INTERPRETAZIONE DEL
MECCANISMO DI DANNO.
- LESIONI NELL’ARCO e nella parete che lo sovrasta
- DISTACCO TRA I CONCI IN PIETRA
- dissesti COMPATIBILI CON UN CEDIMENTO DEL TERRENO DI
FONDAZIONE su cui si insedia il piedritto sinistro dell’arco (ipotesi
confortata anche dall’analisi storica che mostrerebbe come la torre
campanaria la cui costruzione si può far risalire tra la fine del 1600 ed i primi
anni del 1700) sia stata edificata successivamente all’apertura dell’arco (che
viene fatta risalire attorno al 1541), con un conseguente notevole
incremento della pressione agente sul terreno
- valutazione, approssimata, l’entità del PRESUNTO CEDIMENTO
- ANALISI CINEMATICA DEL MECCANISMO ATTIVABILE a causa di
questo cedimento fondale, supponendo il sistema composto da CORPI
RIGIDI DI DIMENSIONI E FORMA SUGGERITI DALL’ANDAMENTO
DELLE LESIONI riscontrabili sul paramento murario che sormonta l’arco
trionfale
- In particolare, assegnato un valore di cedimento pari a quello presunto, sono
stati ricavati i valori dell’allontanamento relativo tra i conci costituenti il bordo
inferiore della finestra della parete che sovrasta l’arco trionfale e dello
spostamento orizzontale della lesione visibile sulla parte in alto a destra
della parete che sovrasta
- confronto dei risultati ottenuti dal calcolo del presunto cedimento con quelli
ottenuti dall’analisi cinematica.
LIVELLI DI CONOSCENZA
E FATTORI DI CONFIDENZA
Istruzioni per l’applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni
(D.M. 14 gennaio 2008) del 26 febbraio 2009
C8.5.4 LIVELLI DI CONOSCENZA E FATTORI DI CONFIDENZA
Il problema della conoscenza della struttura e dell’introduzione dei fattori di
confidenza è stato discusso in C8.2. Una guida alla stima dei fattori di
confidenza da utilizzare, in relazione ai livelli di conoscenza raggiunti, è riportata
in Appendice C8A. Per le costruzioni di valenza storico-artistica potranno
essere adottati i fattori di confidenza contenuti nella Direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 ottobre 2007, utilizzandoli
come in essa illustrato.
Appendice C8A.1.A.4 Costruzioni in muratura: livelli di conoscenza
Con riferimento al livello di conoscenza acquisito, si possono definire i valori
medi dei parametri meccanici ed i fattori di confidenza secondo quanto segue:
- il livello di conoscenza LC3 si intende raggiunto quando siano stati effettuati
il rilievo geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi,
indagini in situ esaustive sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di
confidenza è FC=1;
- il livello di conoscenza LC2 si intende raggiunto quando siano stati effettuati
il rilievo geometrico, verifiche in situ estese ed esaustive sui dettagli costruttivi
ed indagini in situ estese sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di
confidenza è FC=1.2;
- il livello di conoscenza LC1 si intende raggiunto quando siano stati effettuati
il rilievo geometrico, verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in
situ limitate sulle proprietà dei materiali; il corrispondente fattore di confidenza è
FC=1.35.
Per i diversi livelli di conoscenza, per ogni tipologia muraria, i valori medi dei
parametri meccanici possono essere definiti come segue:
- LC1
• Resistenze: i minimi degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1 per la
tipologia muraria in considerazione
• Moduli elastici: i valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta
- LC2
• Resistenze: medie degli intervalli riportati in Tabella C8A.2.1 per la tipologia
muraria in considerazione
• Moduli elastici: valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta
- LC3
caso a), nel caso siano disponibili tre o più valori sperimentali di resistenza
• Resistenze: media dei risultati delle prove
• Moduli elastici: media delle prove o valori medi degli intervalli riportati nella
Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in considerazione
caso b), nel caso siano disponibili due valori sperimentali di resistenza
• Resistenze: se il valore medio delle resistenze è compreso nell'
intervallo
riportato nella Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in considerazione si
assumerà il valore medio dell'
intervallo, se è maggiore dell’estremo
superiore dell’intervallo si assume quest’ultimo come resistenza, se è
inferiore al minimo dell'
intervallo, si utilizza come valore medio il valore
medio sperimentale
• Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3 – caso a).
caso c), nel caso sia disponibile un valore sperimentale di resistenza
• Resistenze: se il valore di resistenza è compreso nell'
intervallo riportato
nella Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in considerazione, oppure
superiore, si assume il valore medio dell'
intervallo, se il valore di resistenza
è inferiore al minimo dell'
intervallo, si utilizza comevalore medio il valore
sperimentale
• Moduli elastici: vale quanto indicato per il caso LC3 – caso a).
La relazione tra livelli di conoscenza e fattori di confidenza è sintetizzata nella
Tabella C8A.1.1.
Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del
patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le
costruzioni (Circ. Min. Beni e Attività Culturali del 05.06.2007)
Le figure e le tabelle utilizzate in questa presentazione sono state tratte da:
- D.M. 14 Gennaio 2008 - “Norme tecniche per le costruzioni”
- Circolare C.S.L.P. del 26 febbraio 2009 - “Istruzioni per l’applicazione delle “Norme Tecniche per le
Costruzioni” di cui D.M. 14 gennaio 2008”
- Circolare Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 5 giugno 2007 - “Linee Guida per la valutazione e
riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni”;
- E. Quagliarini - S. Lenci INCARICO PER LA CONSULENZA SCIENTIFICA INERENTE LA VALUTAZIONE
DELLA VULNERABILITA’ SISMICA DELLA CHIESA DI S. MARIA DELLA CARITA’ DI ASCOLI PICENO
“Verifiche della vulnerabilità sismica mediante analisi dei meccanismi locali di collasso dei seguenti
macroelementi interessati dai dissesti: facciata principale, timpano/lunetta del presbiterio, arco trionfale, volta
dell’aula principale, volta del presbiterio”.
Questa presentazione è stata redatta esclusivamente ad uso didattico