Titolo della conferenza Low-impact control of fungal diseases of the

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Low-impact control of fungal diseases of the grapevine
Controllo a basso impatto dei parassiti fungini della vite
Emilio Celotti1*, Marco Zancani, Enrico Braidot, Paolo Ermacora, Stefano Borselli, Alberto Loschi, Elisa Petrussa,
Carlo Peresson, Moreno Greatti e Sabrina Cantoni
1
Department of Agricultural, Food, Environmental and Animal Sciences, University of Udine, Italy
Abstract. Environmental sustainability, linked to fungicide treatments, leads to a quest for innovative
answers, which are closer to the environmental ones. In this context we included our experimental activity,
developed in the harvests of 2013, 2014 and 2015, which is looking for innovative defense solutions in
viticulture. The work was based on the study of a new low-impact product, which contains peroxides, for the
defense against fungi pathogens in grapevine, especially downy mildew (Plasmopara viticola) and powdery
mildew (Uncinula necator, syn. Erysiphe necator). Some tests were done at the experimental farm at the
University of Udine “ A. Servadei”, while others were carried out in vineyard in some farms of Northern Italy.
In general, the preliminary results confirmed the possibility of total protection against fungal diseases in
vineyards with the new product at low impact for some varieties under certain climatic conditions; however,
we should consider the possibility of managing certain situations with an integrated strategy. The opportunity
of using the new product offers new perspectives for the management of viticulture. The treatments should be
applied in a rational way, taking into account weather conditions and the physiological responses of the
cultivars. Given the absence of product residues and non-interference in winemaking of any residual peroxides,
it can be assumed an application also in the final stages of the phytoiatric defense season According to the
results, further trials are needed to respond to situations of risk by optimizing the control strategies in each
specific condition.
Sintesi. La sostenibilità ambientale dei trattamenti antiparassitari è un filo conduttore che indirizza la ricerca
verso soluzioni innovative e sempre più rispettose dell’ambiente. In questo ambito si inserisce l’attività
sperimentale che è stata realizzata nelle stagioni 2013, 2014 e 2015 per individuare soluzioni innovative per la
difesa in viticoltura. Il lavoro ha previsto l’applicazione di un nuovo prodotto a basso impatto ambientale, a
base di perossidi, per la difesa nei confronti dei parassiti fungini della vite, in particolare Peronospora e Oidio.
Le prove sono state eseguite presso l’azienda sperimentale A. Servadei dell’Università di Udine, mentre altre
esperienze sono state realizzate in pieno campo su alcune aziende del Nord-Italia. I risultati ottenuti in queste
esperienze hanno confermato la possibilità di gestire la protezione contro alcuni parassiti fungini anche con il
nuovo prodotto a basso impatto a base di perossidi, tuttavia vanno considerate le condizioni climatiche e le
cultivar e non va esclusa la possibilità di gestire situazioni a rischio, mediante una strategia di difesa integrata.
La possibilità di utilizzo del nuovo prodotto offre nuove prospettive di difesa in viticoltura, tuttavia i
trattamenti dovranno essere gestiti in modo ragionato considerando le condizioni climatiche e le risposte
fisiologiche della pianta. Vista l’assenza di residui del prodotto e la non interferenza con la vinificazione di
eventuali residui di perossidi, se ne può ipotizzare un impiego anche nelle fasi finali della stagione di difesa
fitoiatrica Anche se i risultati sono incoraggianti, sono necessari approfondimenti per rispondere alle criticità
osservate ottimizzando le condizioni di trattamento per ogni specifica situazione.
Introduzione
Da gennaio 2014 è in vigore l’obbligo di attuare la
Difesa Integrata, a seguito del recepimento da parte
dell’Italia, delle Direttive Comunitarie (128/2009) [1]
attraverso il PAN, Piano di Azione Nazionale. Si entra in
un sistema di sostenibilità ambientale che deve però
considerare anche gli aspetti economici della produzione
enologica. A seguito di queste direttive sempre più
stringenti in ambito della difesa in viticoltura diverse
strategie possono essere utilizzate per ottimizzare la
difesa dai patogeni in vigneto. In particolare per quanto
riguarda le malattie fungine Peronospora e Oidio le
tecniche utilizzabili e in fase di studio presso diversi enti
di ricerca riguardano le tecniche di induzione alla difesa
[2, 3, 4], lo sviluppo di nuovi prodotti a basso impatto [5,
6], impiego di nuove varietà resistenti ad alcune malattie
fungine [7], impiego di acqua ozonizzata ed elettrolizzata
[8, 9], lotta biologica, tecniche biodinamiche, strategie
integrate con la tecnica tradizionale. Tali studi sono volti
a trovare a breve soluzioni alternative alle tecniche
tradizionali in quanto le normative saranno sempre più
restrittive e la gamma dei prodotti chimici utilizzabili sarà
sempre più limitata. In questo scenario bisogna anche
considerare che alcune strategie di difesa biologica
stanno comportando rischi legati all’eccessivo impiego di
rame con conseguenti problemi di accumulo nel terreno
ed eventuali problemi enologici per alcune varietà.
Obiettivo della presente ricerca è valutare l’impiego di un
prodotto a base di perossidi per la difesa della vite nei
confronti dei principali parassiti fungini, con valutazioni
che riguardano diversi aspetti, le risposte della
vegetazione, gli aspetti enologici e studi sulla sensibilità
del prodotto applicato a dischi fogliari in condizioni di
inoculo controllato dei funghi. La ricerca è mirata a
studiare soluzioni sostenibili per una moderna strategia di
difesa della vite [10].
Metodi
Le attività hanno riguardato esperienze di campo e di
laboratorio nelle stagioni 2013, 2014 e 2015. Altre
esperienze sono in corso nella stagione 2016 su Glera
(Prosecco) in zona DOCG Conegliano-Valdobbiadene.
Le attività in campo sono state svolte presso l’azienda
Servadei dell’Università di Udine e presso alcune aziende
esterne. Le varietà testate sono state Chardonnay,
Refosco dal Peduncolo Rosso, Glera (Prosecco),
Ortrugo, Malvasia e Pinot grigio.
Ove possibile sono state effettuate repliche
sperimentali, mentre in alcune situazioni di aziende
esterne ciò non è stato possibile. Sono stati effettuati
trattamenti con il prodotto a base di perossidi (nel testo
denominato PEROX) in confronto con i trattamenti
convenzionali previsti dalla normale gestione dei vigneti
aziendali. Il prodotto utilizzato in via sperimentale
(fornito dall’azienda GastecVesta-Italy) al pari di altri
prodotti a base di perossidi, risulta già applicato con
successo in colture orticole contro alcune malattie
fungine [11].
A titolo di esempio si riportano in tabella 1 le
concentrazioni del prodotto utilizzato in una prova di
campo e la data dell’intervento:
Tabella 1. Esempio di progmanna di interventi con il
prodotto a base di perossidi
DATA
29 aprile
11 maggio
25 maggio
4 giugno
17 giugno
26 giugno
6 luglio
15 luglio
31 luglio
18 agosto
% in acqua
prodotto PEROX
1
1
1
1
1
1,5
1,5
1,5
1,5
1
Sono state valutate alcune varianti di trattamento, in
alcuni casi è stato applicato esclusivamente il prodotto a
base di perossidi, mentre in altre situazioni si è proceduto
con una strategia integrata con i trattamenti
convenzionali. In certe situazioni la pianta mette in atto
meccanismi di senescenza anticipata delle foglie che
trovano spiegazione nei meccanismi biochimici che
regolano la clorofilla e i ROS [12, 13]. A seguito di
alcune criticità riscontrate nei primi anni di esperienze
sono stati pianificati studi sull’apparato fogliare in
particolare per cercare di spiegare fenomeni di
senescenza anticipata osservati in alcune situazioni. I
rilievi hanno riguardato gli aspetti fisiologici della pianta,
sono state realizzate prove di efficacia su dischetti
fogliari e su barbatelle in vaso, infine sono stati realizzati
i controlli sulla maturazione dell’uva e sulla qualità dei
vini ottenuti.
Valutazioni sull’apparato fogliare
Sono state analizzate le risposte fisiologiche di alcune
varietà di vite trattate con PEROX, in alternativa ai
prodotti convenzionali. L’analisi ha riguardato le
modificazioni visibili indotte nella pianta a livello della
chioma. Inoltre è stata effettuata la determinazione della
concentrazione delle clorofille a e b e delle specie attivate
dell’ossigeno (ROS) quali indicatori dello stato
metabolico delle piante.
Per la sperimentazione del prodotto a base di
perossidi presso l’Azienda Servadei sono stati utilizzati,
per ognuna delle due varietà, 3 filari. Ogni filare è stato
suddiviso in due parcelle, comprendenti ognuna 15 piante
della stessa varietà in analisi. Le tesi allo studio erano
trattate una in maniera convenzionale e l’altra con
PEROX. Lo schema sperimentale prevedeva un numero
totale di 4 tesi (Chardonnay Controllo; Chardonnay
PEROX; Refosco Controllo; Refosco PEROX) ognuna
delle quali comprendeva 3 repliche sperimentali, per un
totale di 12 parcelle.
Per analizzare i parametri biochimici, quali la
concentrazione dei pigmenti fotosintetici e la quantità di
ROS nella foglia, si è adottato un metodo di
campionamento tale da garantire la piena riproducibilità
durante i vari stadi fenologici delle piante. Si è così
deciso di prelevare, a ogni campionamento, la prima
foglia basale dei germogli prodotti nella stagione
vegetativa 2015. Per ognuna delle parcelle, le foglie sono
state elaborate immediatamente dopo il prelievo, nel più
breve tempo possibile, in modo da limitare la
degradazione e garantire dei risultati quanto più
attendibili.
Nei diversi campioni prelevati è stata determinata,
tramite tecniche spettrofotometriche, la concentrazione,
espressa in µg mm-2 della superficie fogliare di due tra i
principali pigmenti fotosintetici, la clorofilla a e la
clorofilla b. Le concentrazioni sono poi state convertite
in µg per mm-2 di area fogliare.
Per la determinazione della quantità delle ROS
presenti
nelle
foglie
è
stato
utilizzato
il
2’,7’diclorofluoresceina diacetato (DCFDA), una
molecola sonda che misura la concentrazione di ROS
nella cellula tramite fluorescenza con eccitazione ed
emissione massime a 495 nm e 529 nm, rispettivamente.
Dalle foglie campionate sono stati ottenuti dischetti del
diametro di 6 mm che, inseriti in piastre standard da 96
pozzetti, erano immediatamente inoculati con 10 µM di
DCFDA e incubati per un’ora. Dopo un doppio lavaggio
con 200 µl di acqua distillata e l’aggiunta finale di 50 µl
di acqua distillata per ogni pozzetto è stata effettuata la
determinazione della fluorescenza.
39th OIV Congress, Brazil 2016
Prove di sensibilità in vitro e su barbatelle in
vaso
La sperimentazione si è svolta su barbatelle
mantenute in ambiente controllato (serra) presso
l’Università di Udine e anche su dischetto fogliare in
vitro. Tutte le prove sono state condotte sulla varietà
Pinot grigio, le barbatelle erano allevate dal
germogliamento in serra, senza bagnatura fogliare a
scongiurare infezioni naturali di Peronospora che
potessero inficiare i risultati sperimentali.
Fig. 1 Esempio di prova di efficacia su dischetto fogliare.
Nessun trattamento fungicida si è reso necessario per
contenere altre fitopatie, per cui al momento dell’inoculo
con Peronospora le foglie risultavano prive di alcun
residuo fungicida. Per ottenere l’inoculo, sia per le prove
in pianta che in vitro, è stato prelevato materiale da
diverse località della Regione FVG, allo scopo di avere
una popolazione ampia (wild) del patogeno. Il materiale
raccolto è servito per infezioni artificiali in serra
effettuate in ambiente confinato da quello in cui si
coltivavano le barbatelle che sarebbero servite alla provaallo scopo di ottenere elevate quantità di spore del
patogeno. La prova di efficacia in vitro su dischetto
fogliare per cercare e valutare l’efficacia di fitofarmaci è
tecnica consolidata e presenta il vantaggio di escludere il
più possibile le interferenze ambientali e di operare con
materiale estremamente omogeneo, permettendo un
numero elevato di saggi [14].
Per la prova sono state prelevate foglie giovani ma già
ben distese di viti allevate in serra, sottoposte a lavaggio
con acqua deionizzata, dalle quali sono stati ottenuti
dischetti fogliari del diametro di circa 1 cm (Figura 1).
Per ciascuna delle tesi in prova sono state effettuate 15
ripetizioni. Le prove di efficacia di PEROX nei confronti
di peronospora sono state fatte effettuando trattamenti
preventivi (trattamento 24 ore prima dell’infezione) e
curativi (trattamento 24 ore dopo l’infezione). Sia per le
prove di trattamento preventivo sia curativo con PEROX,
le concentrazioni del prodotto saggiate sono state 1,5% e
3%, mentre come standard di riferimento, oltre al
controllo non trattato si è utilizzato un prodotto a base di
idrossido di rame alle dosi medie raccomandate in
etichetta. L’infezione è stata effettuata deponendo sui
dischetti goccioline di una sospensione contenente 4x10 5
conidi del patogeno per millilitro di acqua distillata
sterile. I dischetti fogliari sono stati quindi incubati in
piastre Petri sterili in camera di crescita con fotoperiodo
che alternava 16 ore di luce e 22°C e 8 ore di buio a
20°C. La lettura, è stata effettuata con l’ausilio di uno
stereomicroscopio a basso ingrandimento dopo 8 giorni
dall’infezione.
Per la prova in vivo, effettuata su barbatelle di Pinot
grigio, sono state inoculate
6 foglie per pianta
escludendo quelle troppo giovani e le più adulte, meno
recettive all’infezione. Per ciascuna tesi sono state
utilizzate tre piante. Sia per le prove di trattamento
preventivo che curativo con PEROX, le concentrazioni
del prodotto saggiate sono state 1,5% e 3%, mentre come
standard di riferimento, oltre al controllo non trattato si è
utilizzato un prodotto a base di idrossido di rame alle dosi
di etichetta. L’inoculo, sempre alla concentrazione di
4x105 conidi/ml, è stato spruzzato sulla pagina inferiore
delle foglie ed immediatamente dopo i tralci sono stati
chiusi in sacchetti di plastica per 24 ore, allo scopo di
mantenere le condizioni di umidità ideali per l’avvio
dell’infezione. La serra è stata mantenuta in condizioni di
fotoperiodo 16/8 ore di luce/buio, con temperature
massime durante il giorno di 24 °C e minime di 18°C
durante la notte. I rilievi sul grado di infezione sono stati
fatti ad 8 giorni dall’inizio della prova e vengono di
seguito riportati.
Rilievi sull’uva e sui vini
Per le uve sono stati effettuate le curve di maturazione
con la valutazione di: grado zuccherino, pH, acidità
titolabile, polifenoli e maturità cellulare riferita ai
polifenoli, residui di perossidi mediante titolazione con
permanganato di potassio, acido gluconico per via
enzimatica. Per alcune tesi sono state realizzate le
microvinificazioni mantenendo esattamente le stesse
condizioni di vinificazione tra il testimone e la tesi
trattata con perossidi, in modo da avere come unica
variabile la strategia di difesa in vigneto. Sui vini ottenuti
sono
stati
analizzati
i
principali
parametri
macrocompositivi, in aggiunta sono stati controllati i
valori di stabilità dei vini, con l’impiego di alcuni indici
di ossidabilità dei vini bianchi e rossi [15]. Sui vini
elaborati sono stati valutati i caratteri sensoriali con
l’utilizzo di un panel addestrato.
Risultati
Rilievi sull’apparato fogliare
Un’analisi meramente visiva sull’aspetto della chioma
durante la stagione vegetativa ha evidenziato un anticipo
di sviluppo nelle prime fasi a carico delle viti di varietà
Chardonnay e Refosco trattate con PEROX rispetto a
quelle trattate con prodotti convenzionali. Tale anticipo è
culminato,
in
corrispondenza
della
fase
di
invaiatura/maturazione, con una perdita massiccia della
copertura fogliare in tutte e due le cultivar allo studio
presso l’Azienda Servadei. Analoghe prove effettuate sul
Prosecco (Glera) presso le due aziende venete non hanno
evidenziato invece una precoce perdita delle foglie.
Dalle analisi effettuate sui campioni fogliari, l’effetto
del trattamento sui pigmenti fotosintetici non modificava
la concentrazione della clorofilla a, la quale risulta
invariata tra la tesi convenzionale e la tesi trattata durante
tutta la stagione considerata. Al contrario la clorofilla b
(Figura 2) mostrava un profilo diverso nelle tesi a
confronto, ma solo nel caso della cultivar a bacca bianca
Chardonnay.
Figura 2. Determinazione della concentrazione di clorofilla b
nelle foglie delle varietà Refosco e Chardonnay, coltivate presso
l’azienda Servadei
Nelle foglie di viti trattate con PEROX la
concentrazione del pigmento è sempre rimasta su valori
contenuti. Il fenomeno è particolarmente evidente in
corrispondenza del 3° e 4° prelievo, quando il pigmento
ha mostrato un picco di concentrazione nella tesi trattata
in modo convenzionale. Lo stesso fenomeno è stato
registrato anche nella cultivar Glera delle due aziende
Venete, sebbene il numero di campionamenti sia stato
inferiore (dati non presentati). Purtroppo questo
indicatore scelto quale marcatore della senescenza
fogliare non spiega completamente la caduta delle foglie
anticipata in quanto nella cultivar Refosco a bacca rossa
non si sono registrate differenti concentrazioni, pur in
presenza del fenomeno della filloptosi anticipata.
Similmente, a conferma che il calo nella clorofilla b non
possa rappresentare adeguatamente la senescenza
fogliare, nella varietà Prosecco un calo significativo di
tale pigmento nelle viti trattate con Ox-Virin, rispetto a
quelle con trattamento convenzionale, non è stato infatti
accompagnato da una manifestazione di filloptosi
anticipata.
La determinazione del contenuto di ROS ha rivelato
differenze tra le viti trattate con PEROX e i rispettivi
controlli, che mediamente hanno mostrato valori più
elevati. Anche in questo caso l’effetto è ascrivibile solo
alle due cultivar a bacca bianca Chardonnay e Glera,
mentre nelle viti Refosco il fenomeno è meno
apprezzabile (Figura 3).
Figura 3. Determinazione della concentrazione di ROS nelle
foglie delle varietà Refosco e Chardonnay, coltivate presso
l’azienda Servadei
Una possibile spiegazione potrebbe risiedere
nell’incremento dell’attività antiossidante indotta dai
perossidi, che ha stimolato la sintesi di metaboliti ed
enzimi “scavenger” contro le ROS.
In conclusione, dai dati raccolti emerge che l’impiego
esclusivo del PEROX su varietà quali il Refosco e lo
Chardonnay
nelle
condizioni
pedoclimatiche
dell’Azienda Servadei di Udine è da sconsigliare, in
quanto produce una perdita anticipata delle foglie e
soprattutto non è stato in grado di controllare i
fitopatogeni che hanno attaccato le piante durante la
stagione 2015. Inoltre a carico delle cultivar a bacca
bianca si sono manifestati due fenomeni quali la bassa
concentrazione della clorofilla b e un calo delle ROS a
seguito del trattamento. Questi indicatori potrebbero
essere sintomi di un’alterazione metabolica e in
particolare di un aggravio energetico a carico di queste
piante, per contrastare l’ambiente ossidante creatosi sulla
superficie della chioma a seguito del trattamento. D’altra
parte, la cultivar Glera, pur manifestando tali alterazioni,
non ha subito filloptosi e ciò probabilmente in virtù della
sua nota vigoria, che ha consentito di supportare
adeguatamente l’apparato fotosintetico per tutto il ciclo.
Inoltre si è registrata una buona copertura contro gli
attacchi fungini che hanno comportato una minima
perdita di produzione. Per questa cultivar il trattamento
con perossidi potrebbe rappresentare una valida
alternativa ai trattamenti convenzionali.
Per le altre cultivar è invece ipotizzabile un utilizzo
del prodotto limitatamente alle fasi terminali della
stagione, quando il tempo di carenza e la necessità di non
avere residui sulle bacche impongono l’impiego di
formulati a basso impatto ambientale.
I risultati promettenti ottenuti sulla cultivar Glera
suggeriscono di approfondire e indirizzare meglio la
sperimentazione. A tale proposito il campionamento per
l’analisi di parametri fogliari dovrebbe essere più
opportunamente distribuito su tutta la chioma, in quanto
l’effetto anticipatorio della senescenza è probabilmente
più cruciale sui tralci sviluppati nell’anno. In aggiunta
potrebbe essere valutato l’effetto del prodotto PEROX
sull’intero ciclo di sviluppo della cultivar Glera,
verificando se si conferma l’anticipo delle varie fasi
fenologiche già evidenziata nelle cultivar allevate presso
l’Azienda Servadei. In tale contesto sarebbe utile
misurare anche la modulazione dell’H2O2 nei confronti
degli ormoni e dei processi fisiologici da questi regolati.
L’assenza della precoce filloptosi potrebbe derivare
da una maggiore vigoria e dunque da una maggiore
capacità di convertire parte dei fotosintetati in molecole
con azione antiossidante, senza sbilanciare il
metabolismo globale della pianta. Inoltre è auspicabile
una valutazione puntuale sull’alterazione della
fotosintesi, in termini di accumulo delle riserve di
carboidrati nei tessuti parenchimatici delle viti, fattore
indispensabile per garantire un’efficiente e rapida ripresa
vegetativa nella stagione successiva.
Prove in vitro e su piante in vaso
Nella tabella 2 sono riportati i risultati sulle prove di
efficacia effettuate. La prova su dischetto fogliare ha
evidenziato una discreta riduzione della superficie
39th OIV Congress, Brazil 2016
sporulata in seguito al trattamento con PEROX postinfezione, questa azione, non confermata dall’analoga
prova in vivo, potrebbe essere attribuibile alla capacità
del prodotto di penetrare tramite le ferite originatesi nella
creazione del dischetto, ed andare quindi a bloccare
l’infezione in corso. Il trattamento preventivo su dischetto
fogliare ha mostrato una discreta capacità di controllo
dell’infezione con PEROX a dosi crescenti, ma l’effetto
migliore nella prova è stato quello con idrossido di rame.
convenzionali senza riduzioni eccessive della produzione
e senza conseguenze sulla qualità dell’uva Glera.
I rilievi durante la stagione vegetativa non hanno
evidenziato sintomi di senescenza, anche dopo la raccolta
la vegetazione delle tesi trattate era comparabile alle tesi
trattate con prodotti convenzionali (Figura 4).
Tabella 2. Risultati ottenuti su dischetti fogliari (*necrosi sulla
parte esterna del dischetto.
Questo trend, seppur amplificato nella risposta, è stato
mantenuto anche nella prova in pianta, in questo caso la
protezione fornita dal rame è stata totale, al confronto
della sia pure significativa riduzione dell’infezione con
PEROX rispetto al non trattato. Alla dose del 3% in
pianta il prodotto ha dato qualche leggera fitotossicità
(piccole necrosi puntiformi) che suggeriscono di non
aumentare le dosi. Si può concludere che la
sperimentazione effettuata, nelle condizioni descritte, pur
evidenziando una certa attività dei perossidi, evidenzia i
migliori risultati ottenuti con gli standard commerciali a
base di rame e quindi nel caso si ritenesse utile proseguire
la sperimentazione sarebbe ipotizzabile mirarla
all’inserimento del prodotto in calendari misti di difesa
e/o in contesti particolari (viticoltura biologica, fasce di
rispetto ecc.).
Controlli della pressione fungina, analisi dell’uva
e dei vini
Nel caso della varietà Glera, nella vendemmia 2015,
in zona di pianura Lison-Pramaggiore fino ad agosto
anche nella tesi non trattata non si sono verificate
infezioni, pertanto potevano essere evitati per lo meno
alcuni trattamenti iniziali svolti con prodotti
convenzionali. Alla luce dei risultati ottenuti si potrebbe
ipotizzare un’implementazione del modello previsionale
con utilizzo anche di rilievi diretti dell’infezione e non
solo dei dati climatici. La valutazione della composizione
dei mosti alla raccolta non evidenzia differenze
significative sui principali parametri macro-compositivi,
a conferma di quanto osservato nelle vendemmie
precedenti su altre varietà.
A seguito della leggera infezione di peronospora ad
agosto, sono da evidenziare cali di produzione del 10 e 20
% rispettivamente per le tesi trattate al 50% e 100 % con
prodotto a base di perossidi. La perdita di produzione si è
evidenziata con il disseccamento degli acini colpiti, senza
alcun danno per la rimanente parte del grappolo. Per
quanto riguarda la vegetazione non si sono osservati
sintomi di infezioni fungine e non si sono osservati i
problemi di senescenza anticipata riscontrati in altre
esperienze. Dal punto di vista generale si può affermare
che i risultati sono più che soddisfacenti considerando
che è stato possibile eliminare fino al 100 % i trattamenti
Figura 4. Situazione vegetativa di uva Glera trattata
integralmente con prodotto a base perossidi (18 interventi),
appena prima della vendemmia
Nella situazione della Glera in alta collina, a fronte di
13 trattamenti con prodotti convenzionali, la parcella in
prova ha subito 18 trattamenti con PEROX, un numero
consistente ma assolutamente privo di controindicazioni
vista l’assenza di residui prodotti in pianta e sul suolo.
Considerando la composizione dei mosti alla raccolta
non si evidenziano problemi imputabili al trattamento con
acqua ossigenata, solo un incremento in catechine,
fenomeno già osservato nelle precedenti esperienze,
assolutamente gestibile in vinificazione. La valutazione
dell’ossidabilità dei vini ottenuti, mediante POM test, ha
addirittura evidenziato una migliore stabilità fenolica del
vino ottenuto da uve trattate con perossidi. La produzione
di uva non è risultata modificata dal trattamento, a
conferma della possibilità di sostituire integralmente i
prodotti convenzionali, nel rispetto dell’ambiente, senza
modificare la quantità e la qualità della produzione.
I residui di perossidi valutati sull’uva confermano
l’assenza di problemi eventualmente legati a perossidi nel
mosto. Nella figura 5 si evidenzia addirittura un più basso
valore nelle tesi di Glera trattate.
Figura 5. residui di perossidi sull’uva Glera
A differenza di quanto osservato nella zona di LisonPramaggiore, in questa applicazione i trattamenti sono
stati eseguiti sempre a scopo curativo monitorando
costantemente la situazione meteo, questo ha comportato
un numero elevato di trattamenti, ma se consideriamo il
rispetto dell’ambiente senza modificare quantità e qualità
della produzione, questa strategia va assolutamente
considerata per il futuro.
Analogamente quanto osservato nella Glera in zona
Lison-Pramaggiore, non si sono osservati sintomi di
senescenza, inoltre in questo caso non sono mai stati
rilevati sintomi di Peronospora o altre malattie fungine né
su foglie né su grappoli.
Diversi sono stati i risultati su Chardonnay e Refosco
coltivati presso l’azienda Servadei dell’Università di
Udine. I risultati non sono stati positivi in quanto a fine
giugno si sono verificati significativi attacchi di Oidio
con conseguente danno alla produzione. Il dato più
significativo è stata la riduzione di produzione, con valori
che hanno raggiunto minimi del 27 % nel caso dello
Chardonnay. Oltre alla perdita di prodotto, il vino
elaborato ha presentato problemi organolettici,
particolarmente nel caso dello Chardonnay. Dai riscontri
analitici sullo Chardonnay si evidenzia un incremento
dei polifenoli (catechine) analogamente a quanto
osservato nel vino Prosecco e nelle esperienze degli anni
precedenti. Nel Refosco i dati sono comparabili tra le
tesi, tuttavia la parte aromatica dei vini ha subito un
danno significativo a seguito dell’infezione fungina
sull’uva. La struttura fenolica del Refosco tuttavia è
risultata migliorata come confermato dall’incremento
della percentuale di polimerizzazione tannini-antociani.
A livello di vegetazione sono stati osservati evidenti
fenomeni di senescenza, anche se più limitati rispetto alle
prove del 2013 e 2014. Tale fenomeno sulla vegetazione
è probabilmente imputabile ad una combinazione di
fattori, varietà e condizioni pedo-climatiche. Le
valutazioni sensoriali, in particolare su Prosecco della
vendemmia 2015 hanno confermato che non ci sono
controindicazioni dal punto di vista enologico, i vini
elaborati con uve trattate con perossidi sono risultati
comparabili in termini di stabilità e con lo stesso profilo
aromatico.
Nella figura 6, relativa alle esperienze su varietà
Ortrugo si conferma che il profilo organolettico
complessivo del vino non risulta influenzato dal
trattamento con perossidi in vigneto.
Figura 6. analisi sensoriale di vino Ortrugo
Conclusioni
I risultati operativi del trattamento con perossidi, in
alternativa ai fungicidi tradizionali, hanno consentito di
verificare una risposta differenziata in funzione della
varietà e dell’areale viticolo.
Su Glera i risultati sono stati ottimi in un sito e più
che soddisfacenti in un secondo sito produttivo, mentre
nel caso di Refosco e Chardonnay sono emerse delle
difficoltà nella gestione di Peronospora e Oidio.
Alcune verifiche di laboratorio hanno consentito di
approfondire alcuni aspetti legati alla senescenza delle
foglie e alla risposta dei funghi al perossido in diverse
fasi dello sviluppo.
La determinazione delle ROS ha evidenziato
andamenti simili tra le diverse varietà, anche se la
risposta vegetativa è risultata differenziata a seconda
della cultivar considerata.
Per quanto riguarda la concentrazione del principio
attivo, sono stati verificati interessanti effetti preventivi,
senza fitotossicità fino alle concentrazioni dell’1,5%.
I risultati produttivi hanno confermato la possibilità di
gestire al 100 % la difesa con il nuovo prodotto a basso
impatto per la varietà Glera in determinate condizioni
microclimatiche, tuttavia rimangono alcune situazioni da
valutare eventualmente con una strategia di lotta integrata
che affianchi al prodotto a base di perossidi altri prodotti
specialmente nelle fasi fenologiche di massima
suscettibilità alla peronospora.
La gestione del prodotto a base di perossidi apre
nuove prospettive per la difesa in viticoltura, i trattamenti
dovranno essere gestiti in modo ragionato sicuramente in
funzione delle condizioni climatiche e delle risposte
fisiologiche della pianta.
Considerata l’assenza di residui del prodotto e la non
interferenza con la vinificazione di eventuali residui di
perossidi, se ne può ipotizzare un utilizzo anche nelle fasi
finali della stagione di difesa fitoiatrica.
Dal punto di vista enologico non sono stati verificati
problemi, l’aumento del contenuto in polifenoli è risultato
gestibile e in alcune situazioni favorevole nel caso di uve
rosse.
Nessun problema di vinificazione legato a eventuali
perossidi residui, inoltre i caratteri sensoriali dei vini
sono equivalenti ai prodotti elaborati da vigneti gestiti
con difesa convenzionale.
Rimangono da approfondire e alcuni aspetti sulla
tecnica di intervento per controllare situazioni di
infezione legate alla varietà e alle condizioni climatiche.
Il prodotto a base di perossidi potrà essere gestito al 100
% o in associazione ad altre tecniche solo con un’attenta
valutazione e interpretazione delle condizioni ambientali
e della sensibilità varietale alle infezioni fungine.
Le esperienze in corso nella vendemmia 2016 su
Glera in zona DOCG-Prosecco hanno confermato
l’assenza di fenomeni di senescenza anticipata, tuttavia la
situazione meteo tra fine maggio e inizio giugno 2016 ha
comportato alcuni problemi di Peronospora. Risulta
confermata pertanto la variabilità di risposta del prodotto
a base di perossidi in funzione della cultivar e delle
condizioni microclimatiche e quindi sarà da considerare e
sviluppare l’ipotesi di una difesa integrata dove saranno
da trovare le condizioni ottimali di impiego di prodotti
alternativi a basso impatto.
Ringraziamenti
Si ringrazia l’azienda Gastec Vesta per la
collaborazione, in particolare l’ing. Sergio De Sanctis e il
dott. Alessandro Bacci.
39th OIV Congress, Brazil 2016
Si ringraziano gli studenti che hanno collaborato
durante la realizzazione della prove nell’ambito della tesi
di laurea: Ugo Olivieri, Giulia Vicentini, Cristina Lukic,
Stefano Faggioni, Andrea Gasparroni, Damjan Klanjšček
Riferimenti
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