GRANDEZZE FISICHE E UNITÀ DI MISURA GRANDEZZA: proprietà di un corpo che può essere misurata SISTEMA INTERNAZIONALE (SI): insieme di regole che stabiliscono le grandezze fondamentali, il loro simbolo e la loro unità di misura. GRANDEZZE FONDAMENTALI: sono 7, da esse si ricavano, attraverso operazioni di moltiplicazione e divisione, le GRANDEZZE DERIVATE. Grandezza (simbolo) Unità di misura (simbolo) lunghezza (l) metro (m) massa (m) kilogrammo (kg) tempo (t) secondo (s) intensità di corrente elettrica (i) Ampere (A) temperatura (T) Kelvin (K) intensità luminosa (I) candela (cd) quantità di sostanza (n) mole (mol) PREFISSI MULTIPLI E SOTTOMULTIPLI DEL SI NOME SIMBOLO FATTORE MOLTIPLICAZIONE Tera T 1012 Giga G 109 Mega M 106 kilo k 103 etto h 102 deca da 101 unità base 100 deci d 10-1 centi c 10-2 milli m 10-3 micro µ 10-6 nano n 10-9 pico p 10-12 I PREFISSI DEI MULTIPLI E DEI SOTTOMULTIPLI SI UTILIZZANO PER ESPRIMERE LE GRANDEZZE IN MODO COMPATTO. È IMPORTANTE SAPER RISOLVERE LE EQUIVALENZE CIOÈ PASSARE DA UN PREFISSO AD UN ALTRO. PER RISOLVERE LE EQUIVALENZE BISOGNA SAPERE: 3 posti T G M k h da // d c m µ n p 1 posto Esempi: 350000 µg = 3,5 dg (5 posti a sx) 0,000091 Mm = 91 m (6 posti a dx) NB: quando compare una sola lettera siamo in corrispondenza di // (cioè l’unità base) 52000 cm2 = 5,2 m2 (2x2=4 posti) se c’è l’esponente 2 i passi vanno moltiplicati per 2. 0,000048 dm3 = 48 mm3 (2x3=6 posti) se c’è l’esponente 3 i passi vanno moltiplicati per 3. • GRANDEZZA SCALARE: per esprimerla è sufficiente un numero seguito dell’unità di misura (lunghezza, tempo, temperatura, massa, area, volume, densità…….) • GRANDEZZA VETTORIALE: per esprimerla serve un VETTORE caratterizzato da: – Direzione: retta sulla quale giace il vettore – Verso: è dato dalla punta della freccia – Modulo o intensità: quanto vale il vettore verso direzione modulo Esempi di grandezze vettoriali: spostamento, velocità, accelerazione, forza. OPERAZIONI CON I VETTORI SOMMA DI VETTORI METODO PUNTA-CODA METODO DEL PARALLELOGRAMMA π π π π+π π+π π MOLTIPLICAZIONE DI UN VETTORE PER UN NUMERO La moltiplicazione di un vettore per un numero modifica la lunghezza del vettore (lo allunga o lo accorcia) oppure ne cambia il verso (se il numero è negativo). PRODOTTO SCALARE Si chiama prodotto scalare π β π tra due vettori π e π il numero che si ottiene moltiplicando il modulo del primo per l’intensità del vettore componente del secondo lungo il primo. Se si conosce l’angolo α formato dai vettori π e π, il prodotto scalare è uguale a π β π = π π cos πΌ. PRODOTTO VETTORIALE Dati due vettori π e π, il loro prodotto vettoriale π = π × π è un vettore π che ha: • • direzione perpendicolare al piano che contiene i vettori π e π; verso dato dalla regola della mano destra (si pone il pollice della mano destra nel verso di π e la altre dita nel verso di π, il vettore π = π × π è uscente dal palmo della mano); • modulo uguale all’area del parallelogramma generato dai vettori π e π, modulo π = π π β sin πΌ. VELOCITÀ • • • • PUNTO MATERIALE: se l’oggetto studiato è piccolo rispetto alla distanza che percorre può essere considerato come punto materiale. SISTEMA DI RIFERIMENTO: è costituito da un piano cartesiano per registrare le varie posizioni assunte dal corpo e da un orologio. MOTO: un corpo è in moto se la sua posizione cambia nello spazio al variare del tempo; è un concetto relativo. VELOCITÀ v: grandezza vettoriale che esprime la distanza percorsa in un dato intervallo di tempo. π= βπ βπ (m/s) per convertire la velocità si usano le seguenti relazioni π£ • π π = π£ ππ β : 3,6 π£(ππ/π) = π£(π/π )π₯3,6 Un corpo soggetto a due movimenti simultanei, il primo con velocità ππ e il secondo con velocità ππ, ha una velocità complessiva pari a π = ππ + ππ MOTO RETTILINEO UNIFORME Un corpo si muove di moto rettilineo uniforme (MRU) se si muove lungo una linea retta con velocità costante. π = π 0 + π£ · π‘ GRAFICI: s s v s A s0 O t MRU v >0 s0= 0 O t MRU v >0 s0≠ 0 O v0 B C t MRU, OA v >0; AB corpo fermo BC v <0 (torna indietro) O t MRU, v= cost ACCELERAZIONE ACCELERAZIONE a: grandezza vettoriale che esprime il rapporto tra la variazione di velocità e l’intervallo di tempo in cui essa avviene. π= βπ βπ (m/s2) L’accelerazione può essere negativa nel caso in cui il corpo rallenti. MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO Un corpo si muove di moto rettilineo uniformemente accelerato (MRUA) se si muove lungo una linea retta con accelerazione costante. π£ = π£0 + π · π‘ 1 π = π 0 + π£0 β π‘ + π β π‘2 2 CADUTA DEI GRAVI Un oggetto in caduta libera si muove con un’accelerazione costante e uguale per tutti i corpi pari all’accelerazione di gravità π. L’accelerazione di gravità è un vettore diretto verticalmente verso il basso di modulo pari a 9,81 m/s2. Un corpo in caduta libero che parte da fermo (ad esempio un vaso che cade dal davanzale di una finestra) si muove di moto rettilineo uniformemente accelerato e le relazioni per la risoluzione del problema sono: 1 π = π β π‘2 2 π£ =π·π‘ La forza di attrito si oppone ed ostacola il moto rallentandolo. Se si trascura l’attrito dell’aria, due corpi di massa differente, lasciati cadere dalla stessa altezza, raggiungono terra nello stesso istante e con la stessa velocità. In presenza di attrito, se si lasciano cadere due corpi di massa differente dalla stessa altezza, arriva a terra per primo e con maggiore velocità il corpo di massa maggiore. MOTO DEI PROIETTILI – MOTO PARABOLICO • VELOCITÀ INIZIALE VERSO L’ALTO un oggetto lanciato verso l’alto raggiunge un punto di altezza massima nel quale la velocità è zero e poi inizia a scendere; nel tratto verso l’alto il moto è rettilineo uniformemente decelerato (g) mentre in quello verso il basso il moto è rettilineo uniformemente accelerato (g) • VELOCITÀ INIZIALE ORIZZONTALE Il moto è la sovrapposizione di due moti: - un moto rettilineo uniforme lungo l’asse delle x (orizzontale) - un moto rettilineo uniformemente accelerato lungo l’asse delle y (verticale) π₯ = π£0 β π‘ 1 π¦ = − 2 π β π‘2 • VELOCITÀ INIZIALE OBLIQUA (angolo α con l’orizzonte) Il moto è la sovrapposizione di due moti: - un moto rettilineo uniforme lungo l’asse delle x (orizzontale) - un moto rettilineo uniformemente accelerato lungo l’asse delle y (verticale) con velocità iniziale diversa da zero. È necessario calcolare le componenti della velocità. π₯ = π£0π₯ β π‘ 1 π¦ = π£ππ¦ − 2 π β π‘2 La traiettoria è una parabola. MOTO CIRCOLARE UNIFORME In un moto circolare uniforme la traiettoria è una circonferenza e il modulo del vettore velocità rimane costante. PERIODO T: tempo necessario per compiere un giro, (si misura in secondi). 1 FREQUENZA π : numero di giri compiuti in un secondo; π = π (si misura in s-1 = hertz = Hz) VELOCITÀ TANGENZIALE π£: π£ = 2βπβπ π = 2 β π β π (si misura in m/s) VELOCITÀ ANGOLARE ω: è il rapporto tra l’angolo al centro Δα e il tempo 2βπ π£ impiegato π = π = 2 β π β π = π (si misura in rad/s) ACCELERAZIONE CENTRIPETA ππ : è presente l’accelerazione poiché cambia la direzione del vettore velocità; il vettore accelerazione centripeta è rivolto verso il centro della traiettoria. ππ = π£2 π = π€ 2 β π (si misura in m/s2) MOTO ARMONICO Il moto di un’altalena o di una molla appesa al soffitto è un esempio di moto oscillatorio, in cui l’oggetto ripercorre, avanti e indietro, lo stesso tragitto. MOTO ARMONICO: movimento che si ottiene proiettando su un diametro le posizioni di un punto materiale che si muove di moto circolare uniforme. (moto di oscillazione di una molla). AMPIEZZA: distanza che separa il valore massimo dell’oscillazione da quello centrale. PERIODO T: tempo necessario per compiere un’oscillazione completa (avanti e indietro). FREQUENZA π : numero di oscillazioni complete effettuate in un secondo; 1 π=π IL PENDOLO Per oscillazioni di piccola ampiezza il pendolo si muove di moto armonico di periodo T che dipende da lunghezza del filo (l) ed è indipendente dalla massa oscillante e dall’ampiezza delle oscillazioni. π π =2βπβ π LA FORZA La forza è una grandezza vettoriale π che si misura in Newton (N = kg·m/s2), lo strumento che si usa per misurare le forze è il dinamometro. MODI D’AZIONE: • per contatto: la forza deve toccare il corpo (forza d’attrito) • a distanza: la forza agisce senza toccare il corpo (forza di gravità, forza elettrica e forza magnetica) EFFETTI: • statico: il corpo è vincolato (non può muoversi) e la forza produce una deformazione del corpo che può essere temporanea (l’effetto cessa quando la forza smette di agire) o permanente (l’effetto permane anche quando la forza non agisce più) • dinamico: la forza modifica la velocità del corpo. DINAMICA E SUOI PRINCIPI La cinematica è la parte della fisica che studia il moto dei corpi senza occuparsi della cause che lo producono. La dinamica è la parte della fisica che descrive le relazioni fra il moto dei corpi e le forze che agiscono su di essi. PRIMO PRINCIPIO o PRINCIPIO D’INERZIA: se la risultante delle forze applicate ad un corpo è nulla, allora esso rimane fermo oppure, se in movimento, continua a muoversi di moto rettilineo uniforme; viceversa se un corpo è fermo o si muove di moto rettilineo uniforme la risultante delle forze ad esso applicate è nulla. SECONDO PRINCIPIO: la forza totale che agisce su un corpo è uguale al prodotto della sua massa per l’accelerazione a cui è sottoposto. πΉ = π β π. TERZO PRINCIPIO o PRINCIPIO DI AZIONE E REAZIONE: quando un oggetto A esercita una forza su un oggetto B, anche B esercita una forza su A uguale in direzione e modulo ma opposta come verso. Sistema di riferimento inerziale: sistema di riferimento in cui è valido il principio d’inerzia (la Terra). Inerzia: proprietà di un corpo di conservare, se indisturbato, la sua velocità. FORZE DI ATTRITO Le forze di attrito (grandezze vettoriali) si oppongono al moto e possono essere di tre tipi: • radente: può essere statico quando rappresenta l’ostacolo a mettere in moto un oggetto fermo (πΉπ = ππ β πΉ⊥ con πΉπ forza al distacco, ππ coefficiente di attrito statico, πΉ⊥ forza premente); oppure dinamico quando indica la forza necessaria per mantenere un corpo in moto (πΉπ = ππ β πΉ⊥ con πΉπ forza di attrito radente dinamico, ππ coefficiente di attrito dinamico, πΉ⊥ forza premente). ππ < ππ i valori dei coefficienti di attrito sono numeri puri e dipendono dai materiali delle superfici a contatto. • volvente compare quando un corpo rotola su una superficie • viscoso: compare quando un corpo si muove in un fluido. QUANTITÀ DI MOTO La quantità di moto π è un vettore che ha la stessa direzione e lo stesso verso del vettore velocità. π=πβπ£ (kg·m/s) CONSERVAZIONE DELLA QUANTITÀ DI MOTO Se un sistema è isolato (non agiscono forze esterne) si conserva la quantità di moto totale del sistema. URTI Un urto è elastico (i corpi rimbalzano perfettamente) quando in esso si conserva, oltre alla quantità di moto totale, anche l’energia cinetica totale dei corpi che interagiscono. Un urto è anelastico quando i due corpi che si urtano rimangono uniti e si conserva la quantità di moto totale ma non l’energia cinetica. IMPULSO L’impulso (πΌ ) è un vettore (stessa direzione e stesso verso del vettore forza) che rappresenta il prodotto della forza per l’intervallo di tempo durante il quale essa agisce. πΌ = πΉ β βπ‘ (kg·m/s) TEOREMA DELL’IMPULSO La variazione della quantità di moto totale è uguale all’impulso della forza che agisce su un corpo. βπ = πΉ β βπ‘ = πΌ LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE La forza di attrazione gravitazionale che si esercita tra due corpi è direttamente proporzionale al prodotto delle masse dei due corpi e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. πΉ=πΊβ π1 βπ2 π2 con G = 6,67x10-11 Nm2/kg2 costante di gravitazione universale. FORZA PESO La forza peso πΉπ è la forza di gravità con cui la Terra attrae un corpo che si trova sulla sua superficie. πΉπ = π β π (g = 9,81 m/s2) NB: la forza peso dipende da dove (anche quale pianeta) si trova il corpo; LA MASSA RIMANE SEMPRE COSTANTE. Un corpo è in CADUTA LIBERA quando su di esso agisce solo la forza peso. FORZA CENTRIPETA La forza centripeta è quella forza che fa muovere un oggetto di moto circolare uniforme, è diretta verso il centro della traiettoria circolare. π£2 πΉπ = π β π LEGGI DI KEPLERO PRIMA: le orbite descritte dai pianeti introno al Sole sono ellissi di cui il Sole occupa uno dei due fuochi. SECONDA: il raggio vettore che va da dal Sole ad un pianeta spazza aree uguali in intervalli di tempo uguali. TERZA: il rapporto tra il cubo del semiasse maggiore (a) dell’orbita e il quadrato del periodo di rivoluzione (T) è lo stesso per tutti i pianeti π3 π2 =πΎ La posizione in cui un pianeta è più vicino al Sole si chiama perielio; quella di massimo allontanamento si chiama afelio. Il pianeta è più veloce al perielio e più lento all’afelio. FORZE APPLICATE AD UN CORPO RIGIDO CORPO RIGIDO: oggetto esteso che non subisce alcuna deformazione qualunque siano le forze che gli vengono applicate. Se si hanno due forze applicate ad un corpo rigido possono verificarsi i seguenti casi: 1. forze applicate sulla stessa retta: le due forze si sommano vettorialmente. 2. forze concorrenti (le rette d’azione si intersecano): si portano le code nello stesso punto e si sommano vettorialmente (metodo del parallelogramma). 3. forze parallele concordi: la forza risultante è intermedia tra le due forze di partenza. π1 P π2 πΉ1 πΉ2 πΉπ 4. forze parallele discordi: la forza risultante è esterna alle due forze di partenza e posizionata dalla parte della maggiore. π2 π πΉπ π1 πΉ2 πΉ1 La somma delle forze è applicata in un punto P individuato dalla proporzione π1 : π2 = πΉ2 : πΉ1 MOMENTO DI UNA FORZA Una forza applicata ad un corpo rigido può farlo ruotare; l’effetto di rotazione è espresso dal momento M. Il momento M di una forza πΉ rispetto ad un punto O è uguale al prodotto dell’intensità della forza per il braccio b (distanza tra O la retta che contiene πΉ ). π =πΉβπ Il momento si misura in N·m. Il momento ha segno positivo se la forza produce una rotazione in senso antiorario; ha segno negativo se la rotazione avviene in senso orario. Coppia di forze: due forze uguali e opposte applicate in punti diversi di un corpo rigido ma con rette d’azione parallele. π = πΉ β π con d distanza tra le due rette d’azione Il momento angolare ( πΏ = π β π β π£) di un sistema di corpi si conserva nel tempo se è nullo il momento totale delle forze esterne che agiscono su di esso. LEVE Le leve sono costituite da un’asta rigida che può ruotare attorno ad un punto fisso chiamato fulcro. Leve di primo genere: il fulcro è posto tra le due forze (forbici) Leve di secondo genere: la forza resistente è tra il fulcro e la forza motrice (schiaccianoci) Leve di terzo genere: la forza motrice è tra il fulcro e la forza resistente. (pinzette) πΉπ ππ f πΉπ ππ f πΉπ ππ ππ πΉπ ππ f πΉπ ππ πΉπ LAVORO Il lavoro (L) è una grandezza scalare data dal prodotto della componente della forza nella direzione dello spostamento per lo spostamento stesso. πΏ = πΉ · π (si misura in Joule J = N·m) • Se forza e spostamento hanno la stessa direzione e lo stesso verso πΏ = πΉ · π e si parla di lavoro motore. • Se forza e spostamento hanno la stessa direzione e verso opposto πΏ = − πΉ · π e si parla di lavoro resistente. • Se la forza ha inclinazione α rispetto allo spostamento πΏ = πΉ · cosπΌ · π • Se la forza è perpendicolare allo spostamento L= 0 Lavoro compiuto dalla forza di gravità per spostare in verticale un corpo di massa m ad un’altezza h ο πΏ = π · π · π Lavoro compiuto per comprimere una molla di costante elastica k di un tratto s 1 πΏ = β π β π 2 2 POTENZA La potenza (P) è il lavoro svolto in un dato intervallo di tempo π = πΏ/Δπ‘ (Watt W=J/s) ENERGIA L’energia è la capacità di un sistema fisico di compiere lavoro. Il lavoro misura quanta energia passa da una forma ad un’altra. ENERGIA CINETICA L’energia cinetica Ec è legata alla velocità v di un corpo di massa m. 1 πΈπ = β π β π£ 2 2 TEOREMA DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA CINETICA Il lavoro fatto per far variare la velocità di un corpo di massa m è pari alla variazione della sua energia cinetica. 1 1 πΏ = πΈπ2 − πΈπ1 = β π β π£2 2 − β π β π£1 2 2 2 ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE L’energia potenziale gravitazionale U è il lavoro compiuto dalla forza peso quando un corpo si sposta in verticale di un’altezza h. π = π·π·π ENERGIA POTENZIALE ELASTICA L’energia potenziale elastica Ue di una molla deformata è il lavoro compiuto dalla forza elastica per far ritornare la molla nella posizione di riposo. 1 ππ = β π β π 2 2 TEOREMA DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA MECCANICA In presenza di sole forze conservative (il lavoro compiuto non dipende dal percorso ma solo dalla posizione iniziale e finale), l’energia meccanica totale (energia potenziale + energia cinetica) di un sistema si conserva, cioè rimane sempre uguale. L’attrito è una forza non conservativa infatti il lavoro compiuto dipende dal cammino percorso. STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA SOLIDO: volume e forma propri LIQUIDO: volume proprio ma assume la forma del recipiente che lo contiene AERIFORME: assume volume e forma del recipiente che lo contiene. PRESSIONE La pressione (p) è una grandezza scalare definita come rapporto tra la forza perpendicolare alla superficie e l’area (S) della superficie stessa. π= πΉ π (Pascal Pa = N/m2) Altre unità di misura della pressione: • bar: 1 bar = 105 Pa • atmosfera: 1 atm = 1,01x105 Pa • baria: 1 baria = 10-1 Pa • torr: 1 torr = 1 mmHg = 133,3 Pa PRESSIONE NEI LIQUIDI LEGGE DI PASCAL: la pressione esercitata su una superficie qualsiasi di un liquido si trasmette inalterata su ogni altra superficie a contatto con il liquido. Il torchio idraulico sfrutta la legge di Pascal per sollevare un grande peso. LEGGE DI STEVINO La pressione (p) dovuta al peso di un liquido (gas) è direttamente proporzionale sia alla densità (d) del liquido (gas) sia alla profondità (h) del liquido e non dipende dalla forma del recipiente che lo contiene. π= π·π·π Se si tiene conto della pressione esterna p0 la pressione ad una certa profondità h è data da: π = π0 + π · π · π PRESSIONE ATMOSFERICA È dovuta al peso della colonna d’aria che ci sovrasta; si misura con il barometro. Il valore della pressione atmosferica diminuisce all’aumentare dell’altitudine. Al livello del mare la pressione atmosferica è uguale a quella generata da una colonna di mercurio alta 76 cm; è pari a 1,01x105 Pa. Esperienza di Torricelli LEGGE DI ARCHIMEDE Un corpo immerso in un fluido subisce una spinta (FA) diretta verso l’alto di intensità uguale al peso del fluido spostato. πΉπ΄ = π · π · π con d = densità del fluido, V = volume del corpo immerso GALLEGGIAMENTO: (P = peso del corpo) • se P<FA, cioè dc<df il corpo galleggia • se P=FA, cioè dc=df il corpo rimane in equilibrio • se P>FA, cioè dc>df il corpo affonda TEMPERATURA La temperatura è la grandezza fondamentale che si misura con il termometro. SCALA CELSIUS o CENTIGRADA: si definisce 0°C la temperatura del ghiaccio fondente e 100°C la temperatura dell’acqua che bolle; l’intervallo viene diviso in 100 parti uguali. SCALA KELVIN o DELLA TEMPERATURA ASSOLUTA: la variazione di 1 K corrisponde alla variazione di 1°C. La temperatura di 0 K è detta zero assoluto. La scala Kelvin non ha valori negativi. T = 0 K = -273,15 °C Per passare da una scala all’altra T (K) = t (°C) + 273 t (°C) = T (K) - 273 DILATAZIONE LINEARE DEI SOLIDI I corpi solidi si dilatano o si contraggono al variare della temperatura. βπ = π − π0 = π0 β λ β βπ‘ con l0 = lunghezza iniziale, λ = coefficiente di dilatazione lineare, Δt = variazione di temperatura DILATAZIONE VOLUMICA DEI SOLIDI E DEI LIQUIDI I corpi solidi aumentano o diminuiscono il volume al variare della temperatura. βπ = π − π0 = π0 β πΌ β βπ‘ con V0 = lunghezza iniziale, α = coefficiente di dilatazione volumica, Δt = variazione di temperatura Il coefficiente di dilatazione volumica α è uguale al triplo del coefficiente di dilatazione lineare per la stessa sostanza α = 3 λ CALORE Il calore Q è energia in transito e compare ogni volta che c’è una differenza di temperatura. Si misura in joule J. Il calore passa naturalmente da un corpo a temperatura più alta a uno a temperatura più bassa. La caloria è la quantità di energia necessaria per alzare la temperatura di 1 g d’acqua distillata da 14,5 °C a 15,5°C alla pressione atmosferica normale. 1 cal = 4,186 J TRASMISSIONE DEL CALORE CONDUZIONE: meccanismo di propagazione del calore nei solidi con trasporto di energia senza spostamento di materia. π βπ =λβπβ βπ‘ π con Q=calore trasferito (J); βπ‘=intervallo di tempo (s); λ=coefficiente di conducibilità termica (W/m·K); S=area (m2); βπ=differenza di temperatura (K); d=spessore (m) CONVEZIONE: meccanismo di propagazione del calore nei fluidi (liquidi e gas) con trasferimento di energia e trasporto di materia. IRRAGGIAMENTO: meccanismo di trasmissione del calore nel vuoto o attraverso corpi trasparenti. Legge di Stefan-Boltzmann βπΈ βπ‘ = π β π§ β π β π4 con βπΈ =energia emessa (J), βπ‘=intervallo di tempo (s); z= costante di StefanBoltzmann, S=area (m2), T=temperatura (K), e=coefficiente compreso tra 0 e 1 (1 per il corpo nero). CAPACITÀ TERMICA La capacità termica (C) di un corpo è uguale alla quantità di calore necessaria per aumentare di 1 K la sua temperatura. βπ πΆ= =πβπ βπ Con C=capacità termica (J/K); βπ=quantità di calore (J); βπ=variazione di temperatura (K); c= calore specifico (J/kg·K); m=massa (kg) βπ = π β π β βπ = πΆ β βπ CALORIMETRO Strumento utilizzato per misurare scambi di calore tra le varie sostanze. PASSAGGI DI STATO EVAPORAZIONE: il vapore si forma solo sulla superficie del liquido EBOLLIZIONE: si formano bolle di vapore in tutto il liquido La tensione di vapore di un liquido è la pressione che esercita un vapore in equilibrio con il proprio liquido puro. La temperatura di ebollizione di un liquido è la temperatura a cui la sua tensione di vapore uguaglia la pressione esterna. FUSIONE La fusione è il passaggio di un corpo dallo stato solido allo stato liquido. Il calore (Q) necessario per fondere completamente una massa (m) è il prodotto della massa per il calore latente di fusione (Lf in J/kg) π = πΏπ β π Durante la fusione, la temperatura del corpo si mantiene costante e il calore fornito serve per trasformare tutta la sostanza, poi la temperatura ricomincia a salire. EVAPORAZIONE ED EBOLLIZIONE La quantità di calore (Q) necessaria per far avvenire l’ebollizione è il prodotto della massa (m) per il calore latente di vaporizzazione (Lv in J/kg) π = πΏπ£ β π Durante l’ebollizione, la temperatura del corpo si mantiene costante e il calore fornito serve per trasformare tutta la sostanza, poi la temperatura ricomincia a salire. Le temperature di fusione e di ebollizione sono le stesse anche nel processo inverso di raffreddamento. LEGGI DEI GAS Per descrivere lo stato di un gas servono massa, volume, temperatura e pressione. TRASFORMAZIONE ISOBARA: pressione costante TRASFORMAZIONE ISOCORA: volume costante TRASFORMAZIONE ISOTERMA: temperatura costante Temperatura critica: valore di temperatura al di sopra del quale non è possibile ottenere il passaggio di stato aeriforme-liquido. Gas: aeriforme al di sopra della sua temperatura critica Vapore: aeriforme al di sotto della sua temperatura critica LEGGE DI BOYLE: se la temperatura rimane costante π β π = π PRIMA LEGGE DI GAY-LUSSAC: a pressione costante π = π0 β 1 + πΌ β π‘ SECONDA LEGGE DI GAY-LUSSAC: a volume costante π = π0 β 1 + πΌ β π‘ con V= volume a temperatura t (m3); V0=volume a 0°C (m3), p= pressione a temperatura t (Pa); p0=pressione a 0°C (Pa), α=1/273°C coefficiente di dilatazione volumica (°C-1); t=temperatura (°C) Gas perfetto: gas rarefatto a temperatura molto maggiore di quella di liquefazione, gas ideale che obbedisce alla legge di Boyle e alle due leggi di Gay-Lussac. EQUAZIONE DI STATO DEI GAS PERFETTI πβπ = π0 βπ0 π0 βπ =πβπ βπ =πβπβπ R=8,31 J/(mol·K) Il volume di una mole di gas alla temperatura di 0°C e alla pressione di 1 atm vale 22,4 l. TERMODINAMICA La termodinamica studia le leggi con cui i sistemi scambiano energia con l’ambiente sotto forma di calore e lavoro. Energia cinetica media (Ecmedia) di una molecola di gas dovuta al moto di traslazione è: 3 πΈππππππ = β ππ΅ β π 2 con ππ΅ = 1,381 β 10−23 π½ πΎ costante di Boltzmann L’energia potenziale di un corpo è uguale al lavoro compiuto dalle forze di attrazione molecolare quando una forza esterna disgrega il sistema, portando tutte le molecole a grande distanza l’una dall’altra. Energia potenziale gas reale è < 0 Energia potenziale gas perfetto = 0 L’energia interna (U) di un corpo è l’energia complessiva di tutte le sue componenti microscopiche. Per un gas reale U=Epot + Ec Per un gas perfetto U=Ec PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA βπ = π − πΏ con βπ= variazione dell’energia interna; π=calore (se π>0 il sistema assorbe calore, se π<0 il sistema cede calore); πΏ= lavoro (se πΏ>0 il sistema compie lavoro ο espansione; se πΏ<0 il sistema riceve lavoro ο compressione). Applicazioni del primo principio • • • Trasformazione isobara (p=cost) πΏ = π β βπ ο βπ + π β βπ = π Trasformazione isocora (V=cost) πΏ = 0 ο βπ = π Trasformazione adiabatica (senza scambi di calore) π = 0 ο βπ = −πΏ MACCHINA TERMICA: dispositivo capace di trasformare calore in lavoro attraverso una serie di trasformazioni cicliche. Trasformazione ciclica: lo stato iniziale coincide con quello finale, la variazione di energia interna è zero (Δπ = 0) e il calore totale assorbito è uguale al lavoro totale compiuto (ππ‘ππ‘ = πΏπ‘ππ‘ ) SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA ENUNCIATO DI KELVIN: non è possibile realizzare una trasformazione ciclica che trasformi in lavoro tutto il calore prelevato da una sola sorgente. ENUNCIATO DI CLAUSIUS: è impossibile una trasformazione ciclica il cui unico risultato sia quello di far passare calore da un corpo più freddo a uno più caldo. Rendimento (r) di una macchina termica rapporto tra lavoro compiuto e calore πΏ assorbito. π = π 0≤π<1 ENUNCIATO DEL RENDIMENTO: è impossibile progettare una macchina termica che abbia rendimento uguale a 1. TRASFORMAZIONE REVERSIBILE: è possibile portare sia il sistema sia l’ambiente esterno, nello stato iniziale, ripercorrendo la trasformazione a ritroso. TRASFORMAZIONE IRREVERSIBILE: non è possibile riportare il sistema e l’ambiente allo stato iniziale. TEOREMA DI CARNOT: Il rendimento di una macchina termica reversibile è sempre maggiore o uguale al rendimento di una macchina qualunque che lavora tra le stesse due temperature. CICLO DI CARNOT: è costituito da quattro fasi consecutive e caratterizza il funzionamento di una macchina reversibile che funziona con due sole sorgenti di calore. (π = 1 − π1 π2 con T1<T2). Corpo elettrizzato: corpo che ha acquisito la capacità di attrarre oggetti leggeri. L’elettrizzazione può avvenire per strofinio o per contatto. Esistono due tipi di carica elettrica: Positiva (protoni) e Negativa (elettroni) CARICHE DI SEGNO OPPOSTO SI ATTRAGGONO CARICHE DELLO STESSO SEGNO SI RESPINGONO Isolanti: sostanze che si caricano sempre per strofinio, le cariche non possono spostarsi (plastica, ceramica, vetro…) Conduttori: sostanze che non si caricano per strofinio, le cariche sono libere di muoversi (ferro, metalli….) Elettroscopio: strumento utilizzato per misurare se un oggetto è carico (le foglie si divaricano) Carica dell’elettrone e= 1,6021x10-19 C C= coulomb unità di misura della carica elettrica LEGGE DI COULOMB Il valore della forza elettrica (F in N) tra due cariche puntiformi (q1 e q2 in C) è direttamente proporzionale a ciascuna carica e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza (r in m). π1 β π2 πΉ = π0 π2 k0 = 8,99x109Nm2/C2 nel vuoto La forza di Coulomb è positiva (repulsiva) se le cariche hanno lo stesso segno; è negativa (attrattiva) se le cariche hanno segno opposto. Principio di sovrapposizione: la forza totale che agisce su una carica elettrica è uguale alla somma vettoriale delle singole forze che agirebbero su di essa se ciascuna delle altre cariche fosse presente da sola. Costante dielettrica assoluta nel vuoto ε0=8,854x10-12 C2/N·m2 1 1 π1 β π2 π0 = πΉ= 4 β π β π0 4 β π β π0 π 2 In un mezzo diverso dal vuoto si ha la costante dielettrica relativa del mezzo εr πΉ ππ = πΉπ Costante dielettrica assoluta del mezzo ε è il prodotto della costante dielettrica assoluta del vuoto ε0 per la costante dielettrica relativa εr del mezzo considerato. π = π0 β ππ INDUZIONE ELETTROSTATICA: ridistribuzione di carica in un conduttore neutro causata dalla vicinanza di un corpo carico. POLARIZZAZIONE: ridistribuzione di carica in un isolante neutro causata dalla vicinanza di un corpo carico. CAMPO ELETTRICO Una carica elettrica modifica le proprietà dello spazio che la circonda perché genera un campo elettrico (E=N/C). Una carica (q+) di prova subisce l’azione di una forza elettrica (F) e si muove secondo le proprietà dello spazio modificato dalla prima carica.. πΉ Il vettore campo elettrico è πΈ = π+ ; la direzione e il verso del campo elettrico coincidono con quelli della forza elettrica che agisce sulla carica di prova. CAMPO ELETTRICO GENERATO DA UNA CARICA PUNTIFORME Q π πΈ = π0 β 2 π Le linee di campo sono semirette uscenti dalle cariche positive ed entranti verso le cariche negative. Vale il principio di sovrapposizione. Il flusso del vettore campo elettrico (Φ) è il prodotto scalare fra il campo elettrico e la superficie orientata sulla quale il campo elettrico è costante. È massimo quando il campo elettrico e il vettore superficie sono paralleli, è zero quando sono perpendicolari. TEOREMA DI GAUSS PER L’ELETTROSTATICA Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa è direttamente proporzionale alla carica totale contenuta all’interno della superficie. ππ‘ππ‘ ΦΩ πΈ = π L’ENERGIA POTENZIALE ELETTRICA è uguale al lavoro compiuto dalla forza elettrica quando la carica si sposta dalla posizione A a quella di riferimento (livello di zero). πΏ =πβπΈβπ La differenza di potenziale ππ΄ − ππ = πΏπ΄−π΅ π+ tra i punti A e B è uguale al lavoro che la forza del campo compie quando la carica di prova positiva si sposta da A a B, diviso per questa carica q+. La differenza di potenziale è chiamata anche tensione o voltaggio e si misura in Volt (V=J/C) Il potenziale elettrico in un punto A è uguale alla differenza di potenziale tra A e il punto R di riferimento. Le cariche positive si spostano da punti a potenziale più alto a punti a potenziale più basso; quelle negative da punti a potenziale più basso verso punti a potenziale maggiore. CORRENTE ELETTRICA CORRENTE ELETTRICA: moto ordinato di cariche elettriche INTENSITÀ DI CORRENTE ELETTRICA (i in A = Ampere; A=C/s): grandezza pari al rapporto tra la quantità di carica che attraversa una sezione del conduttore e l’intervallo di tempo impiegato. βπ π= βπ‘ Il verso della corrente è quello in cui si muovono le cariche positive, cioè da punti a potenziale elettrico più alto a punti a potenziale più basso. Gli elettroni si muovono dal polo negativo al polo positivo in verso opposto alla corrente. Una corrente si dice continua se la sua intensità non cambia nel tempo. GENERATORE DI TENSIONE CONTINUA: dispositivo capace di mantenere ai suoi capi una differenza di potenziale costante. (pila, dinamo della bicicletta, centrale elettrica). CIRCUITO ELETTRICO: insieme di conduttori collegati in modo continuo e collegati ad un generatore. Simboli elettrici Se l’interruttore è chiuso nel circuito fluisce corrente; se il circuito è aperto non fluisce corrente LEGGI DI OHM Prima legge di Ohm: nei conduttori metallici l’intensità di corrente è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale applicata ai loro capi. π= βπ π Con π=intensità di corrente elettrica (A); βπ=differenza di potenziale (V); R=resistenza (Ω=Ohm) Seconda legge di Ohm: la resistenza R di un filo conduttore è direttamente proporzionale alla sua lunghezza l e inversamente alla sua area trasversale A π π =πβ π΄ La resistività π è una proprietà che dipende dal materiale con cui è fatto il filo, si misura in Ω·m. I buoni conduttori hanno bassa resistività, gli isolanti hanno alta resistività, i semiconduttori hanno valori intermedi. Voltmetro: strumento con il quale si misura la differenza di potenziale, va collegato in parallelo al conduttore. Amperometro: strumento con il quale si misura l’intensità di corrente elettrica, va collegato in serie al conduttore. FORZA ELETTROMOTRICE fem (V) di un generatore è il rapporto tra il lavoro L che il generatore compie per spostare una carica q al suo interno e la carica q stessa. πΏ πππ = π La forza elettromotrice di un generatore è uguale alla tensione tra i poli quando è spento; quando il generatore funziona è necessario tenere conto della resistenza interna e la differenza di potenziale ai suoi poli è βπ = πππ − π β π LEGGI DI KIRCHHOFF: servono per risolvere circuiti elettrici Prima legge (legge dei nodi): la somma delle intensità di corrente entranti in un nodo (punto in cui convergono tre o più conduttori) è uguale alla somma di quelle uscenti. π1 + π2 +…..+ππ = π π=1 ππ = 0 Seconda legge (legge delle maglie): la somma algebrica delle differenze di potenziale che si incontrano percorrendo una maglia (percorso chiuso che parte da un nodo e torna allo stesso nodo senza percorrere lo stesso ramo più volte) è uguale a zero. βπ1 + βπ2 +…..+βππ = π π=1 βππ =0 L’effetto Joule è la trasformazione dell’energia interna che si manifesta come aumento della temperatura del filo percorso dalla corrente: è sfruttato nei ferri da stiro e negli asciugacapelli. Potenza dissipata (P in W) dal resistore è la rapidità con cui l’energia elettrica è trasformata in calore. 2 βπ π = π β π2 = = βπ β π π kilowattora (kWh) è l’energia assorbita in un’ora da un dispositivo che dissipa la potenza di 1000W. 1 kWh=3,6x106J Soluzione elettrolitica è una soluzione in cui sono disciolti dei sali o degli acidi ed è in grado di condurre l’elettricità; in questo caso gli ioni positivi vanno verso il polo negativo e quelli negativi verso il polo positivo. RESISTENZE IN SERIE Due o più resistenze sono collegate in serie se sono poste in successione tra loro e in esse passa la stessa corrente. In un circuito con due resistenze in serie l’intensità della corrente che scorre è la stessa che scorre in un circuito che ha una sola resistenza pari alla somma delle due. Nel caso di più resistenze poste in serie la resistenza equivalente è pari alla somma delle singole resistenze. π π ππππ = π 1 + π 2 + π 3 +…. RESISTENZE IN PARALLELO Due o più resistenze sono collegate in parallelo se hanno le prime estremità connesse e anche i secondi estremi connessi tra loro; esse sono sottoposte alla stessa differenza di potenziale. Nel caso di più resistenze poste in parallelo l’inverso della resistenza equivalente è pari alla somma degli inversi delle singole resistenze. 1 π πππππππππ = 1 1 1 + + + β―…….. π 1 π 2 π 3 CONDENSATORI PIANI Un condensatore piano è formato da due lastre metalliche parallele, dette armature, elettrizzate con cariche uguali e opposte, sistemate ad una distanza piccola rispetto alla loro estensione. Al suo interno il campo elettrico è uniforme e perpendicolare alle armature. La capacità (C) di un condensatore dipende dalla geometria del condensatore e dal mezzo materiale che si trova tra le armature. πΆ= π βπ e si misura in Farad (F=C/V) π΄ Nel vuoto πΆ = 4ππ 0π π΄ In presenza di un dielettrico (costante dielettrica ε) πΆ = π0 β ππβ β π CONDENSATORI IN SERIE Due o più condensatori collegati in serie hanno sulle armature la stessa carica e l’inverso della capacità equivalente è la somma degli inversi delle singole capacità. 1 πΆπ ππππ = 1 1 1 + + ………. πΆ1 πΆ2 πΆ3 CONDENSATORI IN PARALLELO Due o più condensatori collegati in parallelo hanno ai loro estremi la stessa differenza di potenziale e la capacità equivalente è la somma delle singole capacità. πΆπππππππππ = πΆ1 + πΆ2 + πΆ3 + β― MAGNETISMO Sostanze ferromagnetiche: sostanze che possono essere magnetizzate (attirano piccoli pezzetti di ferro). Il polo nord è l’estremo del magnete che punta verso il polo nord terrestre. Il polo sud è l’estremo del magnete che punta verso il polo sud terrestre. Due poli nord o due poli sud, affacciati, si respingono. Un polo nord e un polo sud, vicini, si attraggono. Non è possibile suddividere un magnete in modo da ottenere un polo nord isolato o un polo sud isolato. ο Campo elettrico e campo magnetico agiscono a distanza e possono generare forze sia attrattive che repulsive. ο Nell’elettrizzazione per contatto parte della carica elettrica del primo corpo passa al secondo mentre nella magnetizzazione non si ha alcun passaggio di poli magnetici. ο Esistono oggetti carichi positivamente o negativamente mentre una calamita ha sempre entrambi i poli (non è possibile separare polo nord da polo sud). LINEE DEL CAMPO MAGNETICO ESPERIMENTO DI OERSTED: un filo percorso da corrente genera un campo magnetico (che fa ruotare un ago magnetico). ESPERIMENTO DI FARADAY: un filo percorso da corrente, posto in un campo magnetico, subisce una forza magnetica. Per stabilire il verso della forza magnetica su un filo rettilineo percorso da corrente si utilizza la regola della mano destra. Si pone: • Il pollice della mano destra nel verso della corrente • Le altre dita nel verso delle linee • di campo magnetico (π΅) Il verso della forza magnetica è quello che esce dal palmo della mano. Se campo magnetico e filo sono paralleli la forza è nulla. ESISTE UNA RELAZIONE FRA CORRENTE ELETTRICA E CAMPO MAGNETICO. (una corrente elettrica genera un campo magnetico e subisce una forza magnetica). LEGGE DI AMPERE: due fili rettilinei e paralleli si attraggono se attraversati da correnti nello stesso verso, si respingono se le correnti hanno versi opposti. πΉ = ππ β π1 β π2 βπ π con F= forza (N); i1,2=correnti (A), l=lunghezza del filo (m); d= distanza (m) ππ =2x10-7 N/A2 costante di proporzionalità nel vuoto. La forza magnetica πΉ su un filo percorso da corrente π e perpendicolare alle linee di campo π΅ è direttamente proporzionale alla lunghezza π del filo e all’intensità di corrente che lo attraversa. πΉ =π΅βπβπ L’unità di misura del campo magnetico è il tesla (T=N/A·m) FORZA DI LORENTZ: forza Fq esercitata da un campo magnetico su una carica q in moto con velocità π£. πΉπ = π β π£ × π΅ Forza di Lorentz e spostamento della carica sono perpendicolari ο la forza cambia solo la direzione della carica e non la sua velocità. CAMPO MAGNETICO DI UN FILO Un filo percorso da corrente genera un campo magnetico. In un punto a distanza d dal filo in cui circola una corrente i, il valore del campo è: π π΅ = ππ β π LEGGE DI FARADAY-NEUMANN: la forza elettromotrice indotta media è direttamente proporzionale alla rapidità con cui varia il flusso di campo magnetico. βΦ π΅ πππ = − βπ‘ LEGGE DI LENZ: il verso della corrente indotta è sempre tale da opporsi alla variazione di flusso che la genera. Un alternatore è un dispositivo che trasforma energia cinetica in energia elettrica. È formato da una spira che viene fatta ruotare con velocità angolare costante all’interno di un campo magnetico; il flusso magnetico varia continuamente, generando una corrente indotta. Più rapidamente si muove la spira, maggiore è la forza elettromotrice, maggiore è anche la corrente indotta nella spira. πππ π‘ = π0 π ππ π β π‘ πππ π‘ forza elettromotrice indotta; π0 ampiezza della forza elettromotrice; π velocità angolare della spira; π‘ tempo. La corrente alternata scorre con intensità variabile e cambia di verso ogni metà periodo. π π‘ = π0 π ππ π β π‘ Il valore efficace della corrente alternata rappresenta l’intensità di una corrente continua che eroga la stessa potenza fornita dalla corrente alternata. π0 ππππ = 2 π0= valore massimo corrente Il valore efficace della forza elettromotrice alternata è: π0 ππππ = 2 π0= ampiezza forza elettromotrice Potenza media dissipata π = ππππ β ππππ Il trasformatore è un dispositivo capace di modificare il valore della tensione e della corrente alternata. È composto da un nucleo di ferro attorno a cui sono avvolte due bobine con numero N1 e N2 di spire. Il circuito primario genera un campo magnetico che varia con la corrente alternata. Nel circuito secondario si genera una corrente indotta. π2πππ π2 = π1πππ π1 Con π2πππ tensione efficace in uscita (V2) π1πππ tensione efficace in ingresso (V1) N1 numero di spire del primario N2 numero di spire del secondario LE ONDE L’onda non trasporta materia, si ha un movimento oscillatorio. Oscillazione: movimento dell’oscillatore da una posizione estrema all’altra e ritorno. Lunghezza d’onda: distanza tra due creste successive. Periodo: tempo necessario per compiere un’oscillazione completa. Frequenza: numero di oscillazioni nell’unità di tempo (Hz=Hertz=s-1) IL SUONO Il suono è prodotto da un oggetto che vibra; è un’onda longitudinale. Il suono fa vibrare il timpano. Il suono non si propaga nel vuoto, può propagarsi soltanto in un mezzo materiale. (velocità del suono nell’aria ≈ 340 m/s) L’altezza di un suono indica se è acuto o grave; l’intensità indica quanto forte lo avvertiamo. Maggiore è la frequenza in un oscillatore più acuto è il suono; minore è la frequenza più grave è il suono. I suoni udibili dall’uomo hanno una frequenza compresa tra 20-20000 Hz. Al di sotto di 20 Hz si parla di infrasuoni, al di sopra di ultrasuoni. L’intensità del suono si misura in decibel (dB); la soglia dell’udibile è 20 decibel, la soglia del dolore è circa 120-130 decibel. Il rumore è un suono troppo intenso e fastidioso. Sorgenti luminose: tutti i corpi che hanno una temperatura sufficientemente alta. (fuoco, sole, lampadina) Corpi illuminati: corpi che non sono sorgenti luminose (luna, specchio, libro) Corpi opachi: non emettono luce propria ma riflettono e assorbono la luce. Corpi trasparenti: si lasciano attraversare dalla luce. La luce si propaga in linea retta. Dietro un corpo opaco si forma un’ombra perché la luce, che procede in linea retta, non raggiunge la zona dietro il corpo. La luce bianca è formata da lunghezze d’onda diverse e quando si separano distinguiamo i diversi colori. Quando un fascio di luce bianca attraversa un prisma si scompone nei diversi colori dello spettro. (rifrazione della luce) Per colore di un oggetto si intende il colore con il quale l’oggetto ci appare quando è illuminato da luce bianca. Un oggetto bianco riflette le lunghezze d’onda di tutti i colori. Un oggetto nero assorbe tutti i colori. RIFLESSIONE: nella riflessione della luce, l’angolo di riflessione è uguale all’angolo di incidenza. RIFRAZIONE: quando la luce cambia la direzione al passaggio tra materiali diversi. L’angolo di incidenza e quello di rifrazione sono diversi. SPECCHI SPECCHI PIANI: la superficie riflettente è dritta. Raggi luminosi paralleli rimangono paralleli dopo la riflessione. ο l’immagine ha la stesse dimensioni dell’oggetto ma sono scambiate destra e sinistra. SPECCHI CONCAVI: la superficie riflettente è quella interna, raggi incidenti paralleli tra loro convergono in un punto detto fuoco. L’immagine può essere ingrandita o rimpicciolita (specchi dei dentisti, per il trucco).. Uno specchio concavo ingrandisce oggetti vicini. Nella pila la lampadina è posta nel fuoco di uno specchio concavo e si ottiene un fascio di raggi paralleli. SPECCHI CONVESSI: la superficie riflettente è quella esterna; fanno divergere la luce. Se un fascio di raggi paralleli colpisce uno specchio convesso vengono riflessi in direzioni diverse su un’ampia zona. Nello specchio convesso i prolungamenti dei raggi riflessi si incontrano in un fuoco virtuale. Per mezzo di uno specchio convesso una zona ampia si vede rimpicciolita. (specchi retrovisori, occhiali a specchio) LE LENTI Le lenti sono oggetti solidi trasparenti di plastica o di vetro usati per far convergere o divergere un fascio di luce. LENTE CONVESSA: lente più spessa al centro che ai bordi che fa convergere la luce. Per costruire l’immagine di una lente convessa è necessario utilizzare l’ottica geometrica. Nella situazione in figura si ottiene un’immagine REALE, CAPOVOLTA, RIMPICCIOLITA LENTE CONCAVA: lente più sottile al centro che ai bordi che fa divergere la luce. Per costruire l’immagine di una lente concava è necessario utilizzare l’ottica geometrica. Nella situazione in figura si ottiene un’immagine VIRTUALE, DRITTA, RIMPICCIOLITA OCCHIO UMANO E DIFETTI VISIVI MIOPIA: la persona miope mette a fuoco da vicino e vede male da lontano poiché l’immagine si forma prima della retina; per correggere la miopia servono lenti concave che fanno divergere la luce. Le lenti per miopi hanno diottrie con il segno negativo. PRESBIOPIA: la persona presbite mette a fuoco oggetti lontani e vede male da vicino poiché l’immagine si forma dopo la retina; per correggere la presbiopia servono lenti convesse che fanno convergere la luce. Le lenti per presbiti hanno diottrie con il segno positivo. DIOTTRIA: è il potere di rifrazione della lente ed è l’inverso della distanza 1 focale della lente espressa in metri. π = π