Flusso IV Il Prigioniere che Vuol Rimanere in Carcere Il Prigioniero che Vuole Rimanere in Carcere Il Flusso di Coscienza nell’Impasse Dal Prof. Jerome Liss, M.D. Un paradosso dell’Impasse, durante il Flusso di Coscienza, è che c’è una tendenza a cercarla, rimanere dentro e non uscirne, anche se da fuori il modo di liberarsi sembra facile ed evidente. E’ come una calamita che attrae l’attenzione. Da fuori, questa tendenza può essere eticchettata come un tipo di auto-compiacenza. Ma questo è il punto di vista esterno. Da dentro, il ritorno all’Impasse – un senso di peso, sconfitta, inutilità, rassegnazione -- è involontario, automatico ed, in fatti, difficile da modificare. Spesso è più facile vedere il problema dentro un altro che dentro noi stessi. Imaginiamo che hai un’amica, Elena, che è molto depressa, negativa ed apatica. Tu sai che Lei ha la tendenza a isolarsi, e questo rinforza il suo stato di depressione. Inoltre, hai conosciuto Elena in un tempo precedente in cui Lei è stata più attiva, energetica e di un umore migliore. Quindi è evidente che la sua tendenza a isolarsi rinforza il suo stato cupo. Solamente ogni volta che leproponi un’uscita, un contatto con altre persone, un attività fuori casa, Lei rifiuta. “Non mi va.” Come amica, la situazione diventa molto frustrante. ST Ora, vediamo come Elena viva la situazione da dentro. “Sono Elena. Mi sento molto giù, un peso alle gambe, vuoto nello stomaco, una pressione al petto, la mente stanca. La sola frase che viene, ‘Non voglio.’ Non voglio che cosa? ‘Niente.’ Ecco come mi sento ogni momento. (Il Flusso di Coscienza si ripete.) “E quando la mia amica, Teresa, suggerisce qualcosa da fare, di uscire, di andare al cinema, so che Lei mi vuol bene. Ma è meglio che non insiste. Perché non voglio. “So che alcuni anni fa non ero così. Ma ora è così. Forse erano questi delusioni – di amore, di lavoro, di speranza e di ambizione – non so, ma ora, non mi sento bene. Giro e giro intorno. Ma niente cambia. Allo stesso momento non ho nessun voglio di parlare con gli altri. In fatti, sola l’idea degli altri mi da fastidio. Chi sono? Cosa ho con loro? Niente! Meglio 1 rimanere qui. Loro dicono che sono in un cercolo vizioso, chiuso. Allora? Solamente voglio essere lasciata in pace.” Ecco un esempio del cerchio chiuso, del Flusso di Coscienza quando è intrappolato dentro l’Impasse. Se Elena approfondisce il suo stato, può diventare cosciente su come agisce la calamita della depressione. “Cosa succede quando la mia amica Teresa suggerisce un’uscita insieme. Quando immagino il mondo fuori – altre persone, strade, palazzi – mi sento una tensione. E come qualcosa di aliena, strana, esigente, entra dentro il mio corpo. Ho bisogno che il mio stato negativa si scioglie. Ma ogni possibilità che viene da fuori vivo come un pugno, non un invito.” Ecco come l’isolamento, che è un fattore che aumenta la depressione, è vissuto come un rifugio. “E Teresa dice che devo parlare con qualcuno. Ma con chi? E per dire che cosa? E chi è questo Altro? E perché se ne frega? Anche se è un’amica, o un professionista, perché mi ascolta? Per carità? Per curiosità? In ogni caso, questa idea non mi va!” Nel deserto della depressione, la relazione Se-Altro non merita la fiducia. Non c’è la possibilità di confidarsi ad un Altro perché l’Altro è troppo estraneo a te. Il pacchetto di tensione, contrazione, paura, alienazione, rimane dentro. Ma la persona vuol rimanere dentro il suo guscio. Se il problema non è depressione ma, piuttosto, ansia, confusione, frustrazione o rabbia, il guscio può essere meno chiuso dall’esterna. Nonostante, la tendenza di chiudersi rimane. La nostra analisi dice, “Deve aprire ad un Altro questo pacchetto di tensione e di infelicità.” Ma solamente l’idea di condividere con un Altro l’esperienza del mondo interno, che è sentita come delicata, preziosa, intima, vulnerabile, privata, può far penetrarsi come se fosse un’altra scheggia messa nella ferita. E la persona, per rimanere coerente con se stesso, rifiuta le opportunità. Una persona ha detto, “Se dico di si, di andare fuori, mi sento che tradisco me stesso, è un passo falso, artificiale.” Ecco il prigioniero che rimane nel carcere. 2