oggetto "RISTRUTTURAZIONE STRUTTURALE ED ADEGUAMENTO FUNZIONALE A FINI TURISTICO-RICREATIVI DEL VIVAIO REGIONALE PASCUL SITO IN COMUNE DI TARCENTO" CUP D75J10000400000 - CIG 4125424793 committente via Sabbadini 31 REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA 33100 Udine Direzione centrale attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali Servizio gestione forestale e produzione legnosa tel. 0432/555111 fax 0432/555444 e-mail: [email protected] il RUP C. Fisc.80014930327 p.iva: 00526040324 progetto architettonico - coordinamento generale - sicurezza in progettazione via A.Bergamas 37 ing. Davide Rigonat 34072 Gradisca d'Isonzo GO tel./fax 0481/969634 arch. Irene La Rosa e-mail: [email protected] arch itet tu ra & urbanistica p.iva: 01094890314 progetto strutturale via C.Battisti 6 ing. Enrico Englaro 34072 Gradisca d'Isonzo GO tel. 0481/960167 - fax 0481/969237 e-mail: [email protected] p.iva: 00902850320 progetto impianti idro-termo sanitari via del Makò 33 Engineering Tools S.r.l. ing. 33084 Cordenons (PN) tel. 0434/536333 - fax 0434/542813 Stefano Bellinger e-mail: [email protected] p.iva: 01530010931 progetto acustico via Matteotti 6 ing. Francesco Terpin 33084 Cordenons (PN) tel. 328/3380112 e-mail:francesco,[email protected] p.iva: 01699200935 progetto impianti elettrici - sicurezza in esecuzione via della Piantalonga 8 per. ind. Bruno Benincà 33080 Fiume Veneto (PN) tel. 348/7494611 e-mail: [email protected] p.iva: 01306170935 titolo tav Progetto Impianti elettrici E05 relazione specialistica fase data ESECUTIVO revisione 13 / 12 / 2013 scala RELAZIONE SPECIALISTICA IMPIANTI ELETTRICI 1. PREMESSA Il presente documento illustra gli impianti elettrici previsti nell’ambito della ristrutturazione del vivaio Pascul a Tarcento (UD). I lavori riguardano i nuovi impianti a servizio del nuovo edificio a sostituzione dell’esistente, che verrà demolito. Sono esclusi rifacimenti di impianti esterni, i quali saranno solo oggetto di intercettazione e nuova rialimentazione. 2. DATI GENERALI Di seguito sono riportati i dati caratteristici assunti per il presente lavoro. DATI DI PROGETTO RELATIVI AL FABBRICATO Destinazione d’uso Locali spogliatoio, ristoro, didattica Locali contenenti vasche o piatti doccia Sono presenti Locali destinati a pubblico spettacolo Non sono presenti Locali adibiti ad uso medico Non sono presenti Ambienti MARCI L’intera struttura è considerato luogo Ma.R.C.Io. Luoghi con pericolo d’esplosione Non sono presenti DATI DI PROGETTO RELATIVI ALLE INFLUENZE ESTERNE Temperatura ambiente interna + 5°C / + 30°C Temperatura ambiente esterna - 15°C / + 40°C Media del giorno più caldo + 28°C Media del giorno più freddo - 4 °C Media annuale + 13°C Formazione di condensa È prevista la formazione di condensa nei bagni con docce Presenza di pioggia All’esterno, con inclinazione fino a 65° dalla verticale Presenza di liquidi Presenza di acqua nelle normali attività di pulizia Caratteristiche del terreno interno Gres, granito Ventilazione dei locali Naturale con impiego di serramenti ed artificiale con macchine DATI DI PROGETTO RELATIVI ALL’IMPIANTO ELETTRICO Limiti Le competenze terminano alle prese a spina ed alle alimentazioni di macchine, quadri di bordo macchina ed apparecchi utilizzatori Dati delle alimentazioni elettriche Fornitura in Bassa Tensione Sistema di neutro TT 1 Massima caduta di tensione condutture: - motori a pieno carico: 4% motori all’avviamento: 12% illuminazione: 4% prese a spina: 4% Sezioni minime ammesse Come da Norme CEI – UNEL Elenco ed ubicazione dei carichi Dettagliati nell’elaborato grafico 3. SISTEMI ELETTRICI I principali dati che caratterizzano il sistema elettrico di progetto sono: • • • • • tensione nominale: sistema elettrico: poli: frequenza: corrente c.to c.to: 400/230V TT 3P+N 50 Hz < 10 kA 4. POTENZA ASSORBITA È fatto un dimensionamento della potenza assorbita dagli impianti elettrici nell’edificio, considerando gli assorbimenti nel periodo più gravoso corrispondente a quello estivo. Descrizione Piano TERRA Illuminazione Prese energia Piano PRIMO Illuminazione Prese energia Impianti meccanici Aspirazioni Ventilconvettori Centrale termica: caldaia e pompe Condizionamento piano terra Condizionamento piano primo Esterni, serre Serre quadri QE.2 Serre quadri QE.3 Serre quadri QE.4 Pompe Pompe irrigazione Pompa laghetto Pompa irrigazione oltre strada TOTALE COMPLESSIVO Area 190 Potenza unitaria (watt/mq) Potenza (watt) 10 12 1900 2280 10 12 900 1080 90 200 200 100 2200 1400 2000 1000 1000 1000 50 1500 16810 2 La potenza assorbita stimata dell’edificio in regime ordinario risulta pari a circa: P = 17 kW 5. REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI Il nuovo edificio avrà struttura in legno pertanto è classificata come luogo a maggior rischio in caso d’incendio. I riferimenti normativi a cui attenersi sono contenuti nella sezione 751 della norma CEI 64-8. Estratto Sezione 751 “Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio”: La norma CEI 64-8/7 classifica in tre gruppi gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio. 751.03.2 Ambienti a maggior rischio d’incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso d’incendio o per l’elevato danno ad animali o cose. 751.03.3 Ambienti a maggior rischio d’incendio in quanto aventi strutture combustibili. 751.03.4 Ambienti a maggior rischio d’incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito, qualora non compresi nell’art 751.03.1. Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per i componenti elettrici escluse le condutture sono: • le condutture che attraversano (destinate ad altre aree) gli ambienti “MARCI” non devono avere connessioni lungo il percorso, oppure avere connessioni realizzate entro involucri che soddisfino la prova contro il fuoco (come definita nelle relative norme di prodotto – ad es. per le scatole CEI 23-48), • è vietato il sistema TN-C e l’uso dei conduttori PEN, • i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere installati all’origine dei circuiti, sia di quelli che attraversano gli ambienti “MARCI” sia di quelli che alimentano utenze installate negli ambienti. La sezione 751.03.3 è la principale applicabile per le installazioni negli edifici con strutture combustibili. Lla norma richiede l’adozione delle seguenti misure per gli impianti elettrici: • Le condutture che attraversano questi luoghi, ma che non sono destinate all’alimentazione elettrica al loro interno, non devono avere connessioni lungo il percorso all’interno di questi luoghi a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco (come definita nelle relative norme di prodotto), per esempio soddisfino le prescrizioni per scatole da parete in accordo con la Norma CEI EN 60670 (CEI 23-48). 3 • Qualora i suddetti involucri siano installati in vista e non esistano le relative Norme CEI di prodotto, si devono applicare i criteri di prova indicati nella Tabella riportata nel Commento alla Sezione 422 della presente norma, assumendo per la prova al filo incandescente 850 °C anziche 650 °C. All’interno di strutture combustibili (pannelli in legno sandwich con coibente) è possibile installare cavi di cui in c) di cui all’art. 751.04.2.6 della norma CEI 64-8 utilizzando tubi protettivi (comprese le guaine flessibili o pieghevoli) realizzati con materiali non propaganti la fiamma, all'interno di strutture combustibili) solo se essi rispondono alle prescrizioni della Norma riguardante i tubi protettivi (CEI EN 50086) e presentano un grado di protezione almeno IP 4X Oltre alle disposizioni specifiche sopracitate, in generale gli impianti ed i componenti devono rispondere alla regola d'arte (L. 186/1968) e le loro caratteristiche rispondere alle norme: • CEI EN 61439-1/2: • CEI 20-19: • • • • • • • • • • • • • • • • quadri elettrici. Parte 1: Regole generali. Parte 2: Quadri di potenza. cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750V. CEI 20-20: cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore a 450/750V. CEI 20-21: calcolo delle portate dei cavi elettrici. CEI 20-22: prova dei cavi non propaganti l’incendio ed a ridotta emissione di gas corrosivi. CEI 20-36: prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici. CEI 23-51: prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare. CEI 31-30 costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas: classificazione dei luoghi pericolosi. CEI 23-51: prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare. CEI 64-8: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua. CEI EN 62305: Protezione contro i fulmini. CEI UNEL 35024: portate di corrente in regime permanente per posa in aria. EN 12464-1: Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte 1: Posti di lavoro interni. UNI EN 1838: Applicazioni dell'illuminotecnica - Illuminazione di emergenza. L.791 del 18/10/77: attuazione della direttiva di consiglio delle Comunità Europee (n.73/23/CEE) relativa alle garanzia di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione. L.186 del 13/03/68: disposizioni concernenti la produzione d’apparecchiature, materiali, macchinari, installazioni d’impianti elettrici e elettronici. D.Lgs. 81/2008: testo unico sulla sicurezza. DPR 37 del 22/1/08: regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a), della Legge 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno di edifici. 4 ed a tutte le altre leggi, normative, etc. non menzionate nelle presenti Specifiche ma applicabili. 6. INTRODUZIONE DI NUOVE NORME DURANTE I LAVORI Nel caso di entrata in vigore di nuove norme a posteriori dell’emissione del progetto la Direzione Lavori e l’impresa, nell’ambito delle relative competenze che la Legge riconosce, dovranno segnalare e valutare se vi sono modifiche da apportare agli impianti. Soprattutto è da tenere in considerazione il seguente orientamento giuridico: “in caso di introduzione di nuova norma che sancisce nuovi e più elevati standard di sicurezza per gli impianti e le persone, il Committente dovrà fare il possibile per adottarle e metterle in pratica”. Ovvero, nel caso lo stato del cantiere ed il punto di arrivo degli impianti realizzati dall’impresa lo permettano, senza necessità di modificare e/o distruggere quanto già realizzato, dovrà essere segnalato e fatto il possibile per adottare ogni nuova soluzione a favore della sicurezza, compatibilmente con il limite di spesa del quadro economico. 7. PERICOLO ESPLOSIONE In relazione ai materiali in lavorazione e deposito nelle aree di intervento non è prevista la formazione di atmosfere esplosive: sono previsti impianti ordinari senza particolari protezioni contro i rischi di esplosioni. Con tale dichiarazione il “datore di lavoro” non è sollevato dall’eseguire la valutazione del rischio esplosione di cui al DM 81/2008, spettante al gestore dell’attività, che pertanto dovrà eseguire ed allegare al proprio documento generale di Valutazione dei Rischi. 8. PROTEZIONE CONTRO LE AZIONI SISMICHE A seguito dell’entrata in vigore della NTC 14/01/2008, gli aspetti antisismici sono stati resi più stringenti e particolare attenzione è stata posta anche agli elementi non strutturali. In osservanza a tali richieste, gli apparecchi luce (in particolare), e tutte le altre apparecchiature posate su controsoffitti (se presenti) saranno fissati in modo indipendente al soffitto mediante proprie pendinature per realizzare un sistema in grado di resistere alle azioni di movimento che potrebbero verificarsi durante un sisma. Le pendinature saranno provviste di controventi in conformità a quanto indicato nel D.M. 14 gennaio 2008 art. 7.2.3 ed in conformità allo standard ATC 51-2. 9. DISPOSITIVI DI EMERGENZA In relazione alla classificazione dell’edificio non è necessario un comando di emergenza per togliere tensione a tutti gli impianti. 5 10. IMPIANTO ILLUMINAZIONE EMERGENZA È prevista la realizzazione d’impianto illuminazione di sicurezza con la finalità di illuminare le aree ed i percorsi d’esodo in caso di assenza tensione. È previsto l’impiego di apparecchi luce autonomi, dotati di accumulatori capaci di un’autonomia di minimo un’ora e ricarica entro 12 ore. Gli apparecchi saranno dotati di dispositivo di autodiagnosi che verifica periodicamente il corretto funzionamento del complesso accumulatore + lampada, segnalando gli esiti con LED multicolore. L’impianto d’illuminazione di sicurezza è dimensionato affinché lungo i percorsi d’uscita fornisca livelli d’illuminamento conformi alle richieste della norma EN 1838: 2 lux ad un metro di altezza sul piano di calpestio di scale e porte d’uscita e 1 lux nei tratti orizzontali. La segnalazione delle uscite di sicurezza è fatta con segnalazioni conformi al D.M. 81/2008 ed alla Norma Europea EN 1838 in merito a leggibilità e pittografia. I livelli d’illuminamento d’emergenza e gli altri parametri sono nella tabella a seguire. AREA ILLUMINAMENTO MEDIO “Em” TEMPO INTERVENTO AUTONOMIA NOTE (1 mt pavimento, con riflessioni) Scale percorsi esodo 2 lux < 0.5 sec 1 ora SE – solo emergenza Porte d’esodo 2 lux < 0.5 sec 1 ora SE – solo emergenza Tratti orizzontali esodo 1 lux < 0.5 sec 1 ora SE – solo emergenza Segnalazione d’esodo - < 0.5 sec 1 ora SA – sempre accesa Poiché le sorgenti di sicurezza sono costituite da accumulatori interni alle lampade, esse sono alimentate da linee in cavo ordinario che ha la sola funzione di ricaricare gli accumulatori. 11. IMPIANTO ILLUMINAZIONE ORDINARIA È prevista la realizzazione dell’impianto d’illuminazione ordinaria mediante installazione di lampade fluorescenti con reattori elettronici. I corpi illuminanti scelti con ottiche a bassa luminanza negli ambienti con presenza di lavoro al videoterminale, e con ottiche diffondenti nei restanti ambienti ad uso comune. I valori di illuminamento dei nuovi impianti saranno determinati in base alle richieste della norma EN 12464-1, che per ambienti generali interni ad un edificio devono rispettare quanto riportato nella seguente tabella. AREA (1.1.1) Aree di passaggio e corridoi Em UGRL Ra 100 lux 28 40 NOTE A livello pavimento 6 (1.1.2) Scale 150 lux 25 40 (1.2.1) Mense 200 lux 22 80 (1.2.2) Bagni 100 lux 22 80 (1.3.1) Locali tecnici 200 lux 25 60 (1.4.1) Depositi 100 lux 25 60 A livello pavimento In generale sono previsti apparecchi luce di tipo fluorescente con reattore elettronico ONOFF. Il comando dell’accensione luci è ottenuto con interruttori, deviatori, pulsanti a relè passo passo-passo, pulsanti manuali in abbinamento a sensori di luminosità e presenza. Gli organi di comando sono installati ad un'altezza conforme alle disposizioni di legge con particolare riguardo all’accessibilità da parte dei disabili. I punti luce sono eseguiti con cordine 2x2.5+T mmq (dorsali) e 2x1.5+T mmq (derivazioni) di tipo N07V-K non propaganti l'incendio, posati entro sistemi di tubazioni in PVC autoestinguenti in posa sottotraccia. La protezione delle linee è garantita da interruttori automatici installati nel quadro generale e nei rispettivi quadri di zona. 12. EFFICIENZA ENERGETICA La norma EN 15232 “Prestazione energetica degli edifici – Incidenza dell’automazione, della regolazione e della gestione tecnica degli edifici” definisce quattro differenti classi “BACS” (Building Automation and Control System) di efficienza energetica per classificare i sistemi di automazione degli edifici, da D (peggiore) ad A (migliore), da non confondere con le classi di efficienza energetica dell’edificio. Le classi sono: • classe D “non energy efficient”: comprende gli impianti tecnici tradizionali e privi di automazione e controllo, non efficienti dal punto di vista energetico; • classe C “standard”: corrisponde agli impianti dotati di sistemi di automazione e controllo degli edifici tradizionali, eventualmente dotati di BUS di comunicazione, comunque a livelli prestazionali minimi rispetto alle loro reali potenzialità; • classe B “advanced”: comprende gli impianti dotati di un sistema di automazione e controllo (BACS) avanzato e dotati anche di alcune funzioni di gestione degli impianti tecnologici di edificio (TBM) specifiche per una gestione centralizzata e coordinata dei singoli impianti. In questa Classe, i dispositivi di controllo delle stanze devono essere in grado di comunicare con il sistema di automazione dell’edificio; • classe A “high energy performance”: corrisponde ai sistemi BAC e TBM ad alte prestazioni energetiche, ovvero con livelli di precisione e completezza del controllo automatico tali da garantire elevate prestazioni energetiche all’impianto. In questa Classe, i dispositivi di controllo delle stanze devono essere in grado di gestire impianti HVAC tenendo conto di diversi fattori quali valori prestabiliti basati sulla rilevazione dell’occupazione, sulla qualità dell’aria, ecc. ed includere funzioni aggiuntive integrate per le relazioni multidisciplinari tra HVAC e vari servizi dell’edificio (ad es. elettricità, illuminazione, schermatura solare, ecc.). 7 Il livello di efficienza energetica che è previsto di conseguire con gli impianti di progetto è: Classe UNI 15232 = D 13. ENERGIE RINNOVABILI – IMPIANTO FOTOVOLTAICO E’ realizzato un impianto fotovoltaico per soddisfare le leggi in vigore per il risparmio energetico. Il dimensionamento è fatto tenendo in considerazione le prescrizioni del decreto legislativo n.28 del 03.03.2011, con particolare attenzione all’Allegato 3 di cui segue estratto: Nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, la potenza elettrica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili che devono essere obbligatoriamente installati sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze, misurata in kW, è calcolata secondo la seguente formula: P=S/K Dove S è la superficie in pianta dell’edificio al livello del terreno, misurata in mq, e K è un coefficiente (m2/kW) che assume i seguenti valori: a) K = 80, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31.05.2012 al 31.12.2013; b) K = 65, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 01.01.2014 al 31.12.2016; c) K = 50, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 01.01.2017. Tutto ciò premesso, è prevista la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile mediante l’installazione in copertura di un impianto fotovoltaico dimensionato per i titoli edilizi ottenuti tra il 01/01/2014 e il 31/12/2016. Considerata una superficie al suolo dell’edificio pari a circa 220 mq, un coefficiente K=80, e che per gli edifici pubblici lo stesso decreto chiede che la quota venga maggiorata del 10%, la potenza di picco dell’impianto fotovoltaico minimo di legge è pari a: PFV = (210 / 80) + 10% = 2,89 kWp Con adozione di pannelli FV da 250Wp sono previsti 12 pannelli per una potenza complessiva pari a 3,00 kWp. In relazione alla disposizione ed all'orientamento è prevista una produzione annua di energia elettrica da fonte rinnovabile fotovoltaica pari a circa: E FV UNI 10349 = 3.600 kWh/anno L’impianto è previsto sulla copertura dell’edificio: nel ripostiglio al piano primo è prevista l’installazione del quadro elettrico ed inverter del sistema fotovoltaico. 14. PRESE DI ENERGIA 8 Sono realizzate nuove prese di energia per il corretto funzionamento delle utenze e delle apparecchiature elettriche previste nelle aree di progetto. Le prese sono di tipo Unel, bipasso, industriale IEC309. I circuiti impiegano cordine 2x4+T mmq (dorsali) e 2x2.5+T mmq (derivazioni) tipo N07V-K non propaganti l'incendio, posati entro sistemi di tubazioni in PVC ad incasso. I frutti prese, organi di comando, ecc. sono previsti con serie civile colore bianco liscio in materiale termoplastico. 15. IMPIANTO DI PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE A seguito dei calcoli effettuati ai sensi delle Norme CEI EN 62305 (cfr. allegato di calcolo) la struttura risulta autoprotetta e non è pertanto necessaria l’installazione di un LPS esterno. 16. IMPIANTO DI MESSA A TERRA È previsto un impianto di dispersione a terra per la protezione dai contatti indiretti di tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse). Per questo all’impianto di terra dovranno essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche di notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso. Tutti i collegamenti con le parti metalliche ispezionabili saranno effettuati con collari morsetti e bulloni; i collegamenti non ispezionabili saranno provvisti di protezione anticorrosione, ad esempio mediante applicazione di due mani di vaselina vegetale ed adatto nastro di fibra di vetro catramato. L’impianto di dispersione a terra sarà realizzato collegando tra loro le reti elettrosaldate delle fondazioni ed i ferri d’armatura: i collegamenti saranno fatti mediante legamenti con filo di ferro a regola d’arte edile; un corda in treccia di rame di sezione minima 25 mmq sarà portata ad un pozzetto ispezionabile, da cui sarà derivato il conduttore di terra in cavo tipo N07V-K sezione minima 16 mmq entro tubo in PVC pieghevole. Il conduttore di terra si attesterà sul collettore in rame del quadro principale, od in collettore di rame posto entro scatola indipendente; al collettore principale dell’edificio si attesteranno i conduttori di protezione, i conduttori equipotenziali principali (ingressi acqua, gas, ecc.) ed i conduttori equipotenziali supplementari. Nel collettore ciascun conduttore sarà identificato con un numero progressivo con rappresentazione della provenienza nella tavola grafica realizzata al termine dei lavori dall’impresa. Al termine dei lavori l’impresa esecutrice misurerà la resistenza di terra ottenuta col nuovo impianto, rilasciando Dichiarazione. 9 17. COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI Le tubazioni metalliche entranti dall’esterno all’interno dell’area di progetto dovranno essere tra loro collegate al collettore di terra principale, per garantire l’equipotenzialità fra l’impianto di terra e le masse estranee consentendo di ridurre la resistenza complessiva dell’impianto di terra. In particolare si devono prevedere i collegamenti equipotenziali per le tubazioni metalliche dell’acqua, del gas, del riscaldamento. I collegamenti devono essere effettuati utilizzando appositi morsetti a collare, di materiale adatto ad evitare il formarsi di coppie galvaniche che potrebbero favorire la corrosione. Le sezioni minime prescritte per tali collegamenti sono evidenziate nella tabella sottostante: Principale EQP Supplementare EQS: Conduttore di protezione principale PE Conduttore equipotenziale ≤ 10 mmq 6 mmq = 16 mmq 10 mmq = 25 mmq 16 mmq > 35 mmq 25 mmq EQS ≥ PE di sezione minore(¹) collegamento massa-massa --------------------------------------EQS ≥ ½ della sezione del corrispondente conduttore PE. Supplementare EQS: In ogni caso la sezione del conduttore EQS deve essere: collegamento massa-massa ≥2.5 mmq se protetto meccanicamente ≥4 mmq se non protetto meccanicamente (¹) E’ opportuno aumentare la sezione del conduttore EQS sulla base della corrente di guasto effettiva, quando le due masse appartengono a circuiti con sezioni dei conduttori di protezione molto diverse. Questo per evitare che sul conduttore EQS, dimensionato in base alla sezione del conduttore di protezione minore, possono circolare correnti di guasto non sopportabili dal conduttore stesso. 18. DISTRIBUZIONE La prima distribuzione è realizzata tra quadro elettrico di consegna e quadro elettrico generale interno all’edificio: è prevista una conduttura composta da cavi tipo FG7R infilati entro tubazioni in acciaio fissata a vista a parete, con interposte scatole metalliche d’infilaggio, fino al punto in cui la tubazione a vista si trasformerà in cavidotto doppia camera per continuare in modalità interrata il percorso fino al quadro elettrico generale. All’esterno le distribuzioni saranno in cavi tipo FG7(O)R 0.6/1 kV doppio isolamento con guaina in EPR infilati in cavidotti in polietilene alta densità doppia camera, resistenza allo schiacciamento non inferiore a 450N, con interposti pozzetti in calcestruzzo rompitratta. Entro i pozzetti saranno realizzate le giunzioni tra cavi esistenti e nuovi, mediante utilizzo di giunti in gel siliconico adatti all’immersione. All’interno dell’edificio le linee saranno realizzate con conduttori unipolari tipo N07V-K 450/750V infilati in tubazioni PVC pieghevole posate in modalità incassata a parete, 10 pavimento e soffitto. Per la particolare struttura in legno dell’edificio, le tubazioni e le scatole plastiche dovranno essere conformi al filo di prova incandescente 850°C (minimo). 19. QUADRI ELETTRICI Immediatamente a valle del punto di consegna, entro la stessa cassetta in calcestruzzo dotata di portella metallica con serratura, sarà installato un quadro elettrico con involucro in classe di isolamento II, portella trasparente con serratura, grado protezione IP55. Al suo interno sarà installato il dispositivo generale di linea (DGL),corrispondente all’interruttore di protezione della linea al quadro generale di distribuzione interno all’edificio. Il quadro generale interno all’edificio sarà composto da carpenteria metallica per posa a pavimento, con porta in cristallo trasparente dotata di serratura. In esso saranno installati tutti gli interruttori di protezione e comando dei circuiti del vivaio, con suddivisione tra tipologia di servizi (prese, luce, raffrescamento, ecc.), ambienti ed apparecchiature. Centralini specialistici saranno previsti al piano terra nella centrale termica, ed al piano primo per l’impianto fotovoltaico. Ogni quadro elettrico avrà, a valle dell’interruttore generale, idonea sbarra o morsettiera isolate per la distribuzione principale da cui partiranno i conduttori per l’alimentazione degli interruttori e dei dispositivi di protezione circuito previsti; da essi (uscite) i conduttori si attesteranno su idonea morsettiera numerata, cui saranno allacciati i conduttori esterni, anch’essi adeguatamente numerati. Non sono previste partenze cavo e circuiti direttamente dai morsetti dei dispositivi di comando e protezione. Ogni quadro elettrico avrà spie di presenza tensione per segnalare in modo ottico e semplice lo stato dell’impianto. Ogni quadro elettrico sarà completo di targhetta del costruttore, schema elettrico e prospetto del fronte quadro corrispondenti al come eseguito; ogni apparecchiatura sarà contrassegnata (sia sullo schema sia nel quadro) con un numero identificativo, come pure i conduttori dei cablaggi ausiliari onde facilitare futuri interventi manutentivi. Il quadro sarà dotato anche della prescritta segnaletica identificativa ed antinfortunistica. Di seguito le caratteristiche prestazionali di base per i quadri elettrici di bassa tensione, a meno di differenti indicazioni negli schemi di progetto: • Norme di riferimento: EN 61439-1/2 • Tensione nominale di isolamento 690V • Tensione nominale di esercizio fino a 690V • Numero delle fasi 3F + N • Frequenza nominale 50/60 Hz • Corrente nominale sbarre principali fino a 63A • Corrente nominale sbarre derivaz. fino a 63A • Corrente di c.to circuito simmetrico fino a 10 kA • Durata nominale del corto circuito 1" 11 • Grado di protezione sul fronte • Grado di protezione a porta aperta IP 20 • Accessibilità quadro fino a IP 55 Fronte • Forma di segregazione max 2b. Tutti gli interruttori automatici dovranno rispondere alle seguenti principali normative: • CEI EN 60898 per i quadri che saranno accessibili a persone “non elettricamente preparate”, ovvero quadri elettrici installati in impianti domestici e similari. • CEI EN 60947-1/2 per i quadri che saranno accessibili solo a persone “elettricamente preparate”; 20. CAVI Si riportano di seguito le prescrizioni delle norme vigenti che devono rispettare i cavi impiegati nella realizzazione degli impianti elettrici: • sezioni minime e cadute di tensione ammesse: le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei circuiti (affinché la caduta di tensione non superi il valore di 4% della tensione a vuoto) devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEIUNEL; per garantire un’adeguata scelta dei cavi saranno rispettate le prescrizioni delle norme di riferimento, CEI-UNEL 35024-1/2, che stabiliscono le portate dei cavi anche in presenza di più circuiti. • circuiti a tensione diversa: sono ammessi circuiti a tensione diversa entro lo stesso tubo o canale purché tutti i cavi siano isolati per la tensione maggiore; è anche accettabile che i due isolamenti siano sul cavo a tensione maggiore (classe II) mentre il cavo a tensione minore sia isolato per la propria tensione. In alternativa si possono separare i cavi per mezzo di setti separatori, tubi di protezione e cassette di derivazione distinte. • coesistenza di circuiti diversi: è consigliabile che le dorsali di distribuzione dei circuiti di segnale e di potenza siano separate tra loro. Cavi per diversi utilizzi possono comunque essere posati entro la stessa canalizzazione, purché tutti i conduttori siano isolati per la tensione nominale più elevata. Viceversa i cavi per i circuiti telefonici devono avere tubazioni, cassette e scatole separate dagli altri impianti. • cavi per posa interrata: per posa interrata s’intende la posa del cavo direttamente a contatto con il terreno od entro tubo interrato. I cavi utilizzati in tale posa devono essere muniti di guaina protettiva ed essere isolati, per citare i più comuni, in gomma G7 (FG7R). • isolamento dei cavi: i cavi isolati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale (Uo/U) non inferiori a 12 450/750V, simbolo di designazione 07; quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05. La caduta di tensione e la densità di corrente non possono superare in nessun caso i valori massimi ammessi dalla normativa. • colori distintivi dei cavi: i conduttori impiegati nell’esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI UNEL 00722 e 00712. In particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. I conduttori di fase devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto: la norma non richiede colori particolari. Ad esempio le fasi possono essere distinte dai colori nero, grigio e marrone, utilizzando colori distinti per circuiti distinti (es: nero per la F.M., grigio per la luce, etc.). • sezione del conduttore di neutro: nei circuiti monofase a due fili il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione di quello di fase, qualunque sia la sua sezione. Il conduttore di neutro può avere sezione inferiore rispetto a quella dei conduttori di fase nei circuiti trifase sostanzialmente equilibrati e comunque tutte le volte che la portata del conduttore impiegato sia maggiore della massima corrente di squilibrio. In tal caso la sezione del neutro può anche essere inferiore a metà della corrispondente sezione di fase. E’ richiesto un minimo di 16 mmq se in rame e 25 mmq se in alluminio, come richiesto dall'art.524.2 delle norme CEI 64-8. • sezione dei conduttori di protezione: la sezione minima dei conduttori di protezione (PE) non deve essere inferiore a quella indicata nella tabella che segue. In ogni caso si deve adottare la sezione unificata più vicina a quella risultante dall'applicazione della tabella. SEZIONE CONDUTTORI DI FASE DELL'IMPIANTO S (mmq) S ≤ 16 16 < S ≤35 S > 35 SEZIONE MINIMA CORRISPONDENTE CONDUTTORE DI PROTEZIONE Sp (mmq) Sp = S 16 SP = S/2 In alternativa ai criteri sopraindicati è ammesso il calcolo della sezione minima del conduttore di protezione mediante il metodo analitico indicato dalle norme CEI 64-8 art. 543.1.1, tenendo comunque conto delle indicazioni di progetto. Se il PE è comune a più circuiti dovrà essere dimensionato in base al conduttore di fase di sezione più elevata. PANORAMA NORMATIVO CAVI ELETTRICI Le norme principali che regolano la costruzione e l’installazione dei conduttori elettrici sono: • CEI UNEL 00722: colori distintivi delle anime dei cavi isolati, 13 • CEI UNEL 35011: cavi per energia e segnalamento: sigle di designazione, • CEI UNEL 35024: portate di corrente in regime permanente per posa in aria, • CEI 20-11: caratteristiche tecniche ….. delle mescole per isolanti e guaine dei cavi per energia, • CEI 20-13: cavi isolati con gomma butilica con grado d’isolamento superiore a 3, • CEI 20-14: cavi isolati con PVC di qualità R2 con grado d’isolamento superiore a 3, • CEI 20-19: cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore 450/750V, • CEI 20-20: cavi isolati con PVC con tensione nominale non superiore 450/750V, • CEI 20-21: calcolo delle portate dei cavi per posa interrata, • CEI 20-22: prova dei cavi non propaganti l’incendio, • CEI 20-27: sistema di designazione dei cavi per energia e per segnalamento, • CEI 20-29: conduttori per cavi isolati, • CEI 20-35: prove sui cavi elettrici sottoposti al fuoco, • CEI 20-36: prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici, • CEI 20-37: prove sui gas emessi durante la combustione dei cavi elettrici, • CEI 20-38: cavi in gomma non propaganti l’incendio ed a basso sviluppo di fumi tossici …, • CEI 20-45: cavi resistenti al fuoco in gomma elastomerica con tensione non superiore 0.6/1 kV. 21. PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI Per la realizzazione dell’impianto elettrico è fondamentale la scelta di cavi e protezioni; la procedura adottata per l’esecuzione di un corretto dimensionamento è stata la seguente: • calcolo delle correnti d’impiego delle condutture (IB), • dimensionamento dei cavi alla corrente di portata, in base alle modalità di posa, • verifica della caduta di tensione ammessa, • calcolo delle correnti di corto circuito, • scelta degli interruttori automatici, in base alla corrente d’impiego ed alla corrente di corto circuito nel punto d’installazione, • verifiche di compatibilità interruttore / cavo: 14 • verifica della protezione contro il corto circuito massimo (confrontando l’energia specifica passante dell’interruttore automatico (I2t) con l’energia specifica ammissibile dal cavo (K2S2); • verifica della protezione contro i corto circuiti a fondo linea; • verifica della protezione contro i contatti indiretti (confrontando le caratteristiche di intervento del dispositivo di protezione I∆n con la corrente di guasto a terra Id). La norma generale impianti richiede la protezione dei cavi contro le sovracorrenti, che si distinguono in correnti di sovraccarico (fenomeno in un circuito elettricamente sano) e correnti di corto circuito (fenomeno in un circuito elettricamente non sano). La progettazione è stata eseguita sulla base delle richieste avanzate dalla norma CEI 64-8 a proposito di tali fenomeni: • sovraccarichi: per la protezione contro i sovraccarichi si sono rispettate le condizioni “IB [ In [ IZ“ “If [ 1.45 IZ”, dove IB è la corrente d’impiego della conduttura, In la corrente nominale o di regolazione del dispositivo di protezione, IZ è la portata in regime permanente della conduttura ed If è la corrente di sicuro funzionamento del dispositivo di protezione. Per l’impianto elettrico in oggetto, la seconda delle due disuguaglianze è sempre soddisfatta impiegando interruttori automatici per usi domestici (conformi a CEI 23-3, aventi If = 1.45 In) o per uso industriale (conformi a CEI EN 60947-2, aventi If = 1.3 In). • corto circuiti: nota la Icc nel punto di consegna, la lunghezza e la sezione del cavo, è stato possibile calcolare il valore della Icc in un punto del cavo a valle. La norma richiede la protezione del cavo contro i corto circuiti sia ad inizio linea che a fine linea. I due casi si risolvono come segue: • il cavo si considera protetto contro il c.to c.to ad inizio linea se I2t [ K2S2 (dove I2t è l’energia specifica passante dell’interruttore automatico e K2S2 l’energia specifica ammissibile dal cavo), • il cavo si considera protetto contro il c.to c.to a fine linea se vi è la presenza di un dispositivo di protezione di tipo termico. Nei circuiti senza protezione termica (perché richiesto, ad es. circuiti di sicurezza) si deve verificare che sia Iccmin / Im (dove Iccmin è il valore della Icc a fondo linea e Im la corrente d’intervento della protezione magnetica). Quando non è presente la protezione termica occorre calcolare le lunghezze massime protette dei cavi in funzione dei valori di corrente di regolazione magnetica. In generale gli interruttori automatici devono avere dispositivo di sgancio per ogni polo ed il dispositivo di manovra deve essere ad apertura rapida ed interamente a scatto libero, così che i contatti non possano essere tenuti chiusi durante il cortocircuito. Il comando manuale degli interruttori deve aprire o chiudere simultaneamente tutti i poli di un interruttore multipolare. L'avvenuto intervento di un interruttore automatico deve essere 15 segnalato con la posizione di leva chiaramente su "aperto". All'inizio di ogni impianto utilizzatore deve essere installato un interruttore generale onnipolare munito di adeguati dispositivi di protezione contro le sovracorrenti. 22. PROTEZIONE DA CONTATTI INDIRETTI Le misure di protezione contro i contatti indiretti sono previste di due tipi: • senza interruzione automatica del circuito: per mezzo di componenti con isolamento doppio (classe II), separazione elettrica, locali in cui le masse siano collegate tra loro ma non con la terra, locali in cui pavimenti e pareti siano in materiale isolante. • con interruzione automatica del circuito: con tale metodo è necessario che tutte le masse estranee e tutti gli elementi conduttori accessibili siano collegati all’impianto di terra tramite un conduttore di protezione. Inoltre che i tempi d’intervento delle protezioni siano tali da garantire l’incolumità della persona che venga a contatto con una massa accidentalmente sotto tensione; il tempo massimo d’intervento è relazione del sistema di neutro, della tensione nominale tra fase e terra e delle caratteristiche dell’ambiente. Le misure da adottare con interruzione automatica del circuito, in base al tipo di sistema, sono: • sistema TT: impianto nel quale il neutro è collegato direttamente a terra e le masse sono collegate a terra mediante conduttore di protezione (separato dal conduttore di neutro). E’ obbligatorio lo sgancio al primo guasto d’isolamento, mediante dispositivo automatico differenziale a corrente residua. Si evidenzia che se le masse non sono collegate ad un impianto di dispersione a terra comune deve essere utilizzato un dispositivo differenziale su ogni partenza. In un sistema TT la protezione dai contatti indiretti deve soddisfare la relazione “IA [ UL / RA“ dove IA è la corrente che provoca l’intervento automatico del dispositivo di protezione, UL la tensione limite di contatto pari a 50V (25V in ambienti particolari quali locali medici, cantieri edili, strutture per zootecnia) ed RA la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione. I dispositivi automatici ammessi dalla norma sono il dispositivo a corrente differenziale ed il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti. L’impiego del dispositivo a corrente differenziale consente di prevedere un impianto di terra facile da realizzare ed affidabile nel tempo; inoltre il collegamento delle masse con la terra può avere un valore di resistenza elevato. Se l'impianto comprende più derivazioni protette da dispositivi con correnti di intervento diverse deve essere considerata la corrente di intervento più elevata. Per ragioni legate alla continuità di esercizio ed ai pericoli indotti da un eventuale mancanza di energia elettrica è opportuno realizzare una selettività tra due o più dispositivi differenziali posti in serie. Affinché la selettività sia reale la corrente 16 differenziale nominale del dispositivo a monte deve essere almeno il doppio di quella del dispositivo a valle ed il ritardo intenzionale imposto al dispositivo a monte deve essere superiore al tempo totale d’interruzione del dispositivo a valle. • sistema TN: impianto nel quale il neutro è collegato direttamente a terra, il conduttore di neutro e di protezione sono comuni (TN-C) o separati (TN-S) e le masse sono collegate al conduttore di protezione. Lo sgancio è obbligatorio al primo guasto d’isolamento, mediante dispositivi contro le sovracorrenti o tramite dispositivi differenziali. • sistema IT: impianto nel quale il neutro è isolato da terra o collegato a terra attraverso una impedenza di valore sufficientemente elevato e le masse sono collegate a terra. E’ obbligatoria la segnalazione al primo guasto d’isolamento ma non lo sgancio (in caso di singolo guasto a terra la corrente di guasto è fortemente limitata dalla impedenza verso terra e non richiede d’essere interrotta tempestivamente). E’ obbligatorio, invece, lo sgancio al secondo guasto d’isolamento mediante dispositivi di protezione contro le sovracorrenti o dispositivi differenziali. 17