ARCO DEL SOLE Nell’antico Egitto lo SHOA era l’Arco del Sole, in inglese Royal Ark o semplicemente SOAR. AWS Stark SOA Stare Ark S S Dark S door D Ork Cyclotron Vortex Royal Arks Stalk Door-K Orcus 69 6 sex 9 xes/xse 8 Dark S dock G Piramide Rossa o KhemaD r GOD DOG 88 + - - + N h Il Sole è Star K cioè è la Stella (ἀστηρ) sulla Piramide K, che compie l’arco (ark) dall’Oriente (door) fino all’Occidente (dock). E’ Star E (Elio) o la Stella dello Stare (nel senso di to stare, to gaze)1. 1 Il verbo to gaze deriva da gas E o gas H, espressione che significa gas elio (in realtà gas idrogeno o più genericamente gas solare). Da gase deriva casa E o H, Casa del Sole, cioè Piramide o G-Isa, che nella lingua araba è diventata Gisa, Giza, Gizeh, ma non per un semplice motivo fonetico bensì per il fatto che le Piramidi (anche quelle situate al di fuori dell’Egitto) erano le Case delle geese, plurale di goose, i luoghi cioè del gozo delle oche (in italiano sgozzo). Da tale circostanza è derivato il titolo del Duce egizio-musulmano, in seguito adottato dai Romani, Cazar o Caisar o Kaisar (abbreviato anche in Zar), che sarebbe colui che caza (caccia) le geese (oche) per giungere allo Zero Kan[i]didi. E’ S- Tor-K cioè sia S Toro K (T-Oro-K), torre eburnea-elefantiaca, sia S-Door K, stella che indora o illumina. Alla parola inglese Star K si può sostituire S Dark, per esprimere l’arco compiuto dall’astro fino al tramonto: dark. Da S Dark deriva il verbo inglese to dare2 (S dare K) equivalente al verbo italiano osare od ausare, cioè alzare (levata del Sole contro le tenebre). Una variante linguistica di alzare è altare, ma anche il verbo scaldare ha lo stesso remoto etimo3. L’acrostico S-TAR si rinviene nel verbo greco 4, da cui ἵστημι e στάσις, nonché all’origine del verbo latino exsto, exstas, exstiti, exstāre, della parola aestas (estate) e del termine della lingua italiana èstasi. Si ritrova nel termine inglese stark (il Sole forte, libero ed assoluto così come le Tetragoni). Nella variante S-TOR è all’origine del verbo latino torqueo, torques, torsi, tortum, torquēre e dell’ aggettivo correlato torridus, nonché del verbo [t]horreo e dell’aggettivo correlato horridus. E’ poi all’origine del termine inglese stork, cicogna, il volatile che tradizionalmente è portatore di vita (per gli Egizi ed i Musulmani): nell’allegoria porta l’Uovo sulla Piramide. Nella variante S-TUR è all’origine del latino turris (torre) e di turan5, crittogramma ebraico omnicomprensivo del concetto di Ur/Or e dei popoli ad esso legati (turchi, ungheresi, iraniani etc.). Nella variante S-TYR è all’origine del verbo inglese to stir6 e del nome geografico Styria che analogamente a Tyro nel Libano rispetto alle Piramidi d’Egitto - segnala la presenza lungo il versante balcanico di Piramidi del Sole (stessa cosa può dirsi dei toponimi Carinzia e Corinzio). Egli è, sotto altro profilo, il Casearius, cioè il Re della K[r]hema, e il Lacerator, cioè il Lacertum o Cobra, colui che macella le Geese o i Jesus, insieme alla Laceratrix (Regina), facendone lacerti. I Jesus sono i πολ, ratti rispetto al rettile Sauro (S-Oro) o al Khan (nel senso di to can), zoomorfizzati in χήν, χηνό, cioè oche (sono gli echini o ebrei chini), ovini, bovini e becchi, capri-maiali (aphrica) etc.: tutti oxen cioè nexi del Νάξος. 2 Prima ancora del verbo to dare il crittogramma star ha dato origine al verbo latino do, das, dedi, datum, dare, in quanto la Stella dà la luce e la vita. In relazione alla tratta schiavistica “dare” era consegnare i cattivi (captivi) o i pesci (jobs) al Faraone-Pescatore. (in epoca romana sono detti anche dediti o dediticii). 3 In latino il verbo era caleo, affine ad alere (ălo, ălis, alui, altum, ălĕre), da cui l’aggettivo calidus. Preponendo il simbolo S si ha scala, simbolo della Piramide, e dell’arco del Sole, che scala e cala, A. Si ha inoltre squallido e squallore: le tenebre e la carbonizzazione dell’olocausto. 4 Greek grammar di Philipp Karl Buttmann, Boston, 1822, su Google Libri. 5 Turan e Laran sono divinità etrusche; sono Thor(a) e Ares tra teucri ed i marsi, cioè tra i turchi ed gli islam (marsi). Nell’estremo Oriente Laran è conosciuta come Lasa (Tibet).. Tuttavia LARA o LASA sono in primo luogo l’Energia Laser, cioè l’energia che lacera, brucia e distrugge e, in quanto tale, l’Enegia Divina o il Raggio di Dio (Raytheon). All’epoca dell’antico Egitto erano appannaggio dell’Islam, di cui facevano parte anche i Leocapri, cioè i Leoni Africani, detti anche Afro-Diti o Venerei (perché erano venuti in Europa, di qui anche l’etnonimo Veneti). Il Leocapro, comunemente noto come Grifo, è effigiato nello stemma della Styria austriaca. 6 Illuminante è a tal proposito lo stemma della Styria o Steiermark, in cui il Leocapra o Grifone sputa fuoco sembrerebbe attestare l’esistenza di sei Piramidi nel versante dei Balcani e di una Piramide Regia in Francia (non solo ma anche al di là dell’Atlantico). Nella variante S-TER è il Sole στηρ, cioè il Sole sull’A τρεῖς o sulla τρεῖς7, il Tripode , che, per dirla in spagnolo, estrella o estalla o, per usare l’italiano, sterra, cioè produce energia esplosiva. Nell’onomastica Dario, latino Darius, greco Δαρειος, è il Sole8. Daria è l'area, ara o altar D, cioè l’Altare Di-als9 o del Sole dove si verifica l'Estasi Sumera (sugli ebrei). Dario, da questo punto di vista, è l'air-man o hair-man della -ara, cioè la vittima preferita dei musulmani. Da D area o D ara è derivato il nome del copricapo papale: Tiara. Come si può rilevare dallo schema, l’energia elettrica era prodotta mediante lo Zed, un’enorme batteria ad elementi solidi, attivata dall’ingente energia termica accumulata dalla copertura in oro della Piramide. L’energia elettrica era utilizzata per più di uno scopo. 7 Tre, latino tres, sanscrito tràyah. Nella lingua persiana è Dārayavahush (nome tradizionale della dinastia dei re Achemenidi), composto dagli elementi dâraya (possedere) o dher (tenere, mantenere) e vahu (bene). Può quindi significare "che possiede il bene", "che mantiene il bene”, vale a dire il Sole. Da dher è derivato il termine inglese deer, cervo, metafora delle Piramidi che, immaginate unite, danno forma ad un albero con i suoi rami, cui va correlato il termine herd (gregge o branco). 9 Nell’antica Roma è l’altare Dialis, Flaminius, Fetialis, Vestalis, Arvalis, cioè dei sacra collegia del (neo) Pontifex Maximus o Rex Sacrificus. 8 Per azionare un ciclotrone, costituito dagli obelischi placcati in oro e collegati in serie mediante cavi metallici, capace di cagionare modificazioni atmosferiche, anche di tipo alluvionale, a lunga distanza (il biblico Diluvio Universale è un racconto allegorico dei vari diluvi provocati dai Faraoni). Per il bombardamento di un proto-reattore nucleare, alimentato con l’uranio che il Faraone otteneva dalla grande regione del Niger in cambio di schiavi ebrei10. Per l’illuminazione di Eliopoli e del Faro di Alessandria e per l’azionamento dei “cannoni laser”. Per il “sacrificio elettrico” degli schiavi e dei prigionieri condotti in Egitto dai Messia o Missi Pontificii, cioè dai Filistei (in senso lato), al ritorno dalle spedizioni nelle regioni del bacino del Mediterraneo e dell’Europa del Nord. Lo Zed fu chiamato Fiore di Loto o Yoshua Tree, cioè Albero dello Shoa, in quanto era la componente primaria del sistema tecnologico piramidale che consentiva di provocare catastrofi ambientali e distruzioni. Nel mondo greco veniva ricordato sotto forma di colonna dorica, ionica e corinzia: - dorica perché capace di produrre energia in grado di bruciare gli obiettivi; - ionica perché capace di produrre potenti vortici ionizzanti; - corinzia perché in grado di modificare il clima. Nella colonna corinzia, in particolare, l’acanto rappresenta il Germoglio o Fiore Meteorologico della Piramide-Spina Il termine corinzio, κορίνθος, fu assunto come toponimo dell’omonima città greca di Corinto. Il bronzo corinzio o aes corinthius era, secondo la tradizione greco-romana, una lega di argento, oro e rame per la metallurgia. Nell’antico Egitto la lega aes, aeris era l’equivalente della lega agus o augur, cioè la lega composta da oro (au), argento (ag) e rame (cu), necessaria per lo sfruttamento dell’energia di Elio, 10 L’uranio del reattore, detto anche yellow cake, era inserito, come nei moderni reattori, in un water boiler o vessel, cioè un enorme silos, raffreddato con l’acqua drenata dal Nilo mediante canali sotterranei che alimentavano le vasche sotto le Piramidi. L’acqua all’interno del boiler veniva surriscaldata e trasformata in vapore pressurizzato, idoneo ad azionare, attraverso un sistema di tubi, una turbina ed una dinamo per produrre energia elettrica. Il materiale fissile era bombardato utilizzando l’energia elettrica ottenuta grazie all’energia solare ed all’enorme PilaZed della Piramide. soprannominato anche lui Aes, Aeris o Aer, Aeris, allo stessa modo dei suoi adoratori soprannominati A-Erinni (A-Ερινύες). Il κορίνθος era il ἐντός o ἐντός11, cioè la κάρα interna, il καρδία o cor(e)12 della Piramide, in cui si generava la ροή, la corrente. οή, corrente, anche nella forma ρεῦμα, è sostantivo derivato del verbo ρέω, corro, scorro. L’etimo cor è presente in χορός (coro), χορευτής (coreuta), κορυφαῖος (corifeo), κορύϐαντες (coribanti), elementi coreografici del rituale dei Filadelfi Egizi, in seguito mutuati nel culto dionisiaco greco e nei baccanalia romani. Nel contesto greco-romano, però, la ροή è il flusso di sangue che sgorga dalle vittime sacrificate, mentre il cor-intus (corinthus) è il cuore da esse estratto durante il rito misterico. Il cuore della Piramide è il o ovvero il kore hard o kardìa. All’interno della struttura il ciclotrone, il Kore, personificato in Proserpina, curva o gira (Egira). Le Piramidi sono ubicate nella χώρα del kore dove regna il Faraone chiamato ύριος, Curio o Cyrus13, Kuruš, Kurush o Koresh. Egli ed i suoi Curites14 formano la Curia che si prende cura degli schiavi. Durante il rito sacrificale le vittime rivolgendosi al carnefice dicono <<Κύριε ἐλέησον>>, latinizzato in Kyrie eleison, cioè <<Lord, have mercy>>. Nel mondo romano è identificato con Quirus o Quirinus, circondato dai suoi Quirites (Curites). L’origine dei termini latini curis, lancia, e secur (securis) va ricondotta agli strali o saette che venivano lanciati dalle Piramidi, sia come singoli raggi laser sia come flussi energetici ionizzanti, capaci di generare perturbazioni climatiche (lanciare, secare ed oscurare)15. Il tema cur del nome Quirus o Quirinus deriva da Q uro e Q oro. Il Cu Oro è la copertura d’oro della Piramide o Kappa (K-oro): Cobra d’Oro16. 11 Personificato in Caronte, Χάρων, traghettatore dei dannati nell’Ade. <<A nuclear reactor core is the portion of a nuclear reactor containing the nuclear fuel components where the nuclear reactions take place>>. Wikipedia, voce Nuclear reactor core. 13 Il nome ύριος deriva da γῦρος, circolo, cerchio e υρτός, rotondo. Sarebbe il Cuore della Piramide collegato allo Zed. Analogo significato ha il nome Cyprus o Cuprum: è la città infernale di Afrodite, cioè del Faraone Afro Dis Pater. E’ anche la Città di ίκη, cioè dove vengono giustiziati gli ebrei. Dis Pater o Dite è una divinità romana. Veniva considerato dio degli inferi, l'equivalente di Ade nella mitologia greca. Nella Divina Commedia è chiamata Città di Dite. 14 I nomi Cures, Curites, Curia, hanno la stessa origine etimologica del nome geografico Κρήτη. Sono nomi risalenti alla Roma arcaica ereditati dalla civiltà egizia, dove si riferivano al Faraone e ai suoi funzionari. I Curites erano detti anche Diòscuri. 15 Vedi i diòscuri gemelli Castore e Polluce: sono divinità che “oscurano”, cioè tolgono la vita agli umani o addirittura la luce solare, provocando tempeste e nubifragi. 16 Il copper ed il cobre, da cui il titolo di Serpente Cobre (Coluber) attribuito al Faraone, erano la copertura in oro della Piramide e la corrente elettrica prodotta. L’etimo di corrente è cur-, lo stesso di cura, curis, curitis, quirinus, cyrus. 12 Il K-oro o K-uro è munito della qoppa o parabola laser: La sigla QURO (CURO) va completata con la parola greca , corrente, per aversi QURO-E o CURO-E. Il Cu Oro, cioè la Piramide d’Oro (Cuspide d’Oro), è anche il Cu ρος, il Cu ρως ed il Cu Άρης, cioè il Cu Aer (ἀήρ, ἀέρος). Come Cupido Eros-Ares la Piramide è l’Arco del Dio dell’Amore e della Guerra che lancia saette, davanti ed indietro (Giano Bifronte), a destra e a sinistra (Giano Quadrifronte) ovverosia a 360 gradi o ad angolo giro (Ciro)17. Inoltre, essendo Cupido-Eros18, la Piramide è Cu Amor, Cu Roma e Cu-Ramo, cioè è il tronco di un potente albero che lancia rami (roma = ramo), espressione figurata in cui M è l’onda e rai sono i microraggi o nanoraggi dell’onda elettromagnetica (radii, rays o rayos). Il vocabolo è sinonimo di , entrambi dal verbo . Anche questo vocabolo è in realtà un crittogramma di origine egizia, che sintetizza le potenzialità del sistema tecnologico delle Piramidi: - τρε sta per τρεῖς, τρία, rappresenta il triangolo e la Piramide - ρε o ρα sta per ραῦμα, τραῦματος λύω, λύειν ρώμη, ρώμης, significa forza, potenza. - sta per ὕδωρ, ὕδατος, acqua, ὐγρός, liquido, umor, umoris (digamma --) Si tratta dell’Idra di Lerna o di Larnaca o di Cyro provoca incendi, alluvioni oppure terremoti. La Piramide riguardata come Casa dei Terremoti, in spagnolo temblores, venne chiamata Templum e Templari furono chiamati coloro che gestirono le Piramidi per millenni. La centrale energetica della Piramide era chiamata καρδία, parola da cui sono derivati i termini inglesi heart e herd19. 17 La stessa funzione viene assolta dagli obelischi ricoperti d’oro e collegati in serie, in una specie di filare di vigna, alimentato dalla potente energia elettrica prodotta dalle Piramidi. 18 Il Cupidus-Eros è il Cuero, parola che in spagnolo significa Cuoio. Rispetto alla Piramide il cuoio è la pelle, cioè la copertura d’oro della stessa, in sigla cuoro. E’ anche il cu ojo o il cu otto o cu oco, cioè l’Occhio di Oro. Vedi la voce cuoio su www.etimo.it 19 Gli ebrei tenuti schiavi presso le Piramidi erano il k-herd, cioè l’herd, l’heart, il καρδία in Kappa. Un altro appellativo per l’ebreo schiavo, relazionabile al concetto di cuore, era κόρη e χορό per il fatto che spesso le libagioni cruente prevedevano l’estrazione del cuore, in latino cor, dal petto della vittima. La parte del tempio greco sovrastante le colonne, detta trabeazione, rappresentava la Piramide egizia. La colonna Zed o Djed va immaginata all’interno della trabeazione, cioè della Piramide, e non sotto. Il Sole è Iperione, parola greca dalla quale è derivati l’inglese viper e l’italiano vipera: S E’ Iperione perché percorre il cielo, cioè iper-euns, ed iper-elettrone (Elettra) nonché iper-ione (Ionizzatore). E’ anche Urano o Iper Urano perché dall’alto brucia la superficie terrestre (uror). Con l’energia elettrica prodotta attraverso l’energia di Uror, Ureo o Uleo (Julius) è possibile bombardare l’uranio del reattore nucleare ed è possibile, inoltre, procedere alla khema, cioè alla quemadura o carbonizzazione degli ebrei (sacrificio elettrico). Il Sole è Sirio, nome che venne attribuito dagli astronomi anche alla stella della costellazione di per esservi in tale costellazione un astro simile al Sole. Il nome deriva da S uror e da S oro (Horus). Dato che il simbolo S di Sole può essere equiparato da un punto di vista grafico al numero 5, si può dire che il Sole è anche una Stella Pentalfa o Fiore Pentalfa Dal concetto di Fiore è nato il nome Florentia, italianizzato in Firenze, e la parola Violenza. Il Pentalfa o Pentacolo si ottiene dallo schema che segue: S S Z Z Z Σίβυλλα Serpente S S S S S N S BAPHOMET N baptw baptizw Y ZED bas ometto bath ometto SION DAVID ZION bat ometto MORGHEN M orge S Sion (Sole) sibilante N.S. N.Z. ZiOn SiOn SVASTICA D S Vast S devasta Ouranos (cielo) U ragno URANIO V ragnatela (core) OTTONE OTTONARIO N Dall’acrostico Sirius, derivante dal simbolo del sole $ e da Oro, si possono estrapolare gli ulteriori acrostici S auro, il Faraone visto come rettile o serpente (Saul o Saur o Sol), Si Orion e --, formule che esprimono l’idea del “Sole che nasce e percorre il cielo”20. Il Sole che percorre il cielo è “il Sole che ride”. Il verbo ridere ed il suo derivato sorridere hanno una genesi alquanto singolare e complessa che può essere ricondotta ai riti dell’orrore dell’antico Egitto o riti delle Erinni. Il verbo ridere deriva dal latino rideo, risi, risum, ridere, mentre sorridere è composto dalla preposizione sub e dal verbo ridere, poiché sorridere è meno (sub) di ridere. L’etimo di ridere si può far risalire alla radice rod-, da cui deriva il verbo latino rodo, rosi, rosum, rodere, il sostantivo italiano roditore e quello inglese rod. Infatti, il roditore quando rode un ramo o un virgulto (rod) mostra i denti incisivi e sembra che ride. Nel caso del sorriso umano i denti non vengono mostrati in quanto esso viene rivelato dalla contrazione dei muscoli mandibolari. Tuttavia, dato che i roditori, nel senso denigratorio di topi infestanti, erano nell’antichità, a partire dall’antico Egitto, animali equiparati agli ebrei, il binomio ridere-sorridere possedeva originariamente un significato ermetico ben diverso. Il riso da una parte era l’espressione facciale con i denti digrignati delle vittime sottoposte al “sacrificio elettrico”, dall’altra era il riso sardonico dei carnefici (sardonico deriva da Sardi). Il sorriso era il “sub risum” vale a dire il collare o garrota che stringeva il collo delle vittime al di sotto della bocca, cioè “sotto il riso”. Il collare era la rota e la rod(a) era lo spiedo (elettrificato) per le sevizie. La conseguenza delle feroci sevizie del rito era che le vittime rodevano. In molti casi era prevista l’evirazione della vittima di sesso maschile, cosa che faceva ulteriormente “rodere” la vittima nell’attesa di diventare “rosa” (rodo, rosi, rosum, rodere), quindi rossa e poi nera (carbonizzata) al termine dell’interminabili sevizie. Il verbo inglese to ride, rode, ridden, che apparentemente non presenta una connessione semantica con quanto detto ma solo morfo-fonologica, si inserisce nel contesto in relazione all’onda elettrica impiegata durante il rito (Egizio o di Memphis o Misraim). Il participio passato del verbo to ride ossia ridden rivela che nell’area delle piramidi egizie, da Giza a Meroe, si affollava periodicamente una moltitudine di prigionieri che si aggiungeva agli innumerevoli schiavi a disposizione del Faraone. 20 Da Sonreo deriva il toponimo Son(d)rio, variante di Andrìa con l’aggiunta di Sion. La Andrìa (ἀνήρ, ἀνδρός) era una Covirìa o Curia del Sole, cioè una fratellanza di adepti al culto nazista del Sole. L’aggettivo nazista, però, va inteso rettamente non come sinonimo di ariano o bianco ma come sinonimo di egiziomusulmano. La ridda, infatti, o la ressa è un assembramento di tante persone che può diventare rissa. Nel caso di specie la rissa era il rito sadico che attendeva le vittime (ridda di putti), come lascia intuire il verbo inglese to rid, ridded, rid (che ha l’etimo in comune con stridere, stridulo, stritolare, tritare). Il presente ed il passato remoto ride e rode sono da mettere in relazione con la simbologia dell’onda elettromagnetica e delle Piramidi, viste entrambe come onde Dato che to ride significa cavalcare la sua origine etimologica può farsi risalire allo stilema dell’onda, che sembra essere un susseguirsi di cavalli o, come si dice, oggigiorno di cavalloni Le onde erano le Piramidi ed il cavallo era la figura che si ottiene congiungendole a tre a tre (congiungendo invece tutta la rete di Piramidi si ottiene un drago). La Piramide, per la sua forma geometrica ad angoli, era definita anche ρίς, ρίνος, che significa naso Da tale crittogramma nacque il vocabolo ἔρις (eris) ed il verbo ἐρίζω (erizo), che nella lessicografia greca esprimono il concetto di contesa, lotta, combattimento, ma nell’antico Egitto significavano odio furioso e foia vendicativa, che si traducevano in uccisioni brutali21. Ridere, cioè The Rider, è il Sole che ruota o roda. Dato che sorridere può significare “ridere sotto i baffi”, il verbo, in una prospettiva crittografica (ad esempio il sorriso della Monna Lisa di Leonardo), va interpretato nel senso che il Rider (il Sole) era sub i baffi (sub rider, sorridere), cioè sotto le Piramidi22. 21 Le Erinni (Ερινύες) erano dette in latino Furiae. Le Erinni archetipiche furono proprio i Faraoni ed i loro ierofanti. Le Erinni potevano diventare Eumènidi, cioè dopo i riti violenti, le orge, tornavano a placarsi (dovrebbe riallacciarsi a tale pausa transitoria oppure ad una pausa storica la gènesi della cerimonia annuale che si teneva nella Roma arcaica chiamata regifugium, durante la quale il rex sacrorum o rex sacrificus o pontifex maximus fuggiva simbolicamente dalla Curia). I termini latini furia, fur, furtus, fugio, spagnolo huyo, nonché foia derivano dal greco φεύγω allo stesso modo di fuego e fuoco ed esprimono il concetto di movimento esagitato e violento delle Erinni o Mènadi, che sconfinava nel dissezionamento delle loro vittime o nella loro bruciatura (olocausto). 22 Le Piramidi sono anche Nasi e quindi si può anche dire che gli antichi Egizi “ridevano” (sub ridevano) sotto i Nasi (per questo erano sadici Nazi). In altri termini le onde dell’energia solare finivano sotto le Piramidi dove galoppavano23 sotto forma di cavalloni (potente energia elettromagnetica) ed utilizzate come energia elettrica per far funzionare il cavalletto, cioè il tavolo per le sevizie24. drago onda G onda G cavallo Il Cavallo, cioè la Piramide, è Equus in latino e Isos in greco, di conseguenza le potenti onde di energia che da essa promanano sono: - A-equus-olas cioè Aequorea (aequor è il mare di onde elettromagnetiche). - A- equus-olas, cioè Acus-olas (acus e olae sono le onde elettromagnetiche distruttive). - A-equus-olas, cioè Aquilas (aquilae hanno lo stesso valore metaforico). Da aequora fu tratta la parola pequora, cioè pecora, in latino pecus, pecoris. Nell’antico Egitto la pecus ed il peculium sono rispettivamente l’ebreo schiavo ed il suo gregge: il peculium è la stessa cosa del grex ed è moneta per il pagamento. L’aggettivo latino aequoreus, derivante da aqua, ha assunto nella lingua italiana un significato opposto rispetto a quello originario: si dice di superficie piana, senza increspature. La parola latina aqua, -ae, dalla quale è derivata la parola italiana acqua e quella spagnola agua, deriva da acus (ago), all’origine anche di lacus (lago). La radice etimologica ac- a sua volta deriva da AK, la sigla che simboleggia sia la Piramide sia le onde elettromagnetiche ad altissima frequenza. Il verbo galoppare, inglese to gallop, deriva dal latino gallus e dal greco ἄγγελος, Angelo, allegoria del Sole, con l’aggiunta del suffisso ὑπέρ (up). Come nunzio di luce il Sole è Lucifero, portatore di Luce. Il Gallo però è anche il gaol o jail, cioè la Camera della Morte, poiché è qui che si usano le “creste” (crest), cioè la corrente elettrica Tuttavia, gallop può essere interpretato anche come Gallo K[e]op[e], cioè Gallo Kop(per), il cui significato è che la Piramide-Jail dei je[llo]wish era coperta d’oro jellow[ish] e funzionava con la luce del Sole. L’inglese copper qui va interpretato non come rame (CU) ma come copertura d’oro (CAU o K AU). Cop nella lingua inglese è diventato sinonimo di poliziotto ma nel senso di sbirro o piedipiatti. Nel greco antico il Gallo è λέκτωρ. Vedi la voce gallo su www.etimo.it 24 I cavalletti evidentemente erano numerosi e dislocati anche in edifici costruiti al di fuori delle Piramidi. Erano camere della morte ed è forse dall’esistenza di tali cameroni che trae origine il nome geografico Cameroon come pure la parola spagnola camaron, che significa gambero: un modo coperto per riferirsi all’arrostimento degli ebrei. 23 La sigla può essere scritta anche come AV, cioè au, simbolo chimico dell’oro ma anche del Sole (Orus). L’origine del verbo inglese to laugh va ricondotta proprio al dittongo au, con l’aggiunta di L e G, e rappresenta un riferimento crittato alle risate sadiche dei musulmani (per tali si intendono sia gli antichi Egizi sia i loro epigoni), che perpetravano sevizie ed esecuzioni capitali (carbonizzazioni) con la corrente elettrica. Dalla sigla AV traducibile figurativamente nella cosiddetta Nave o Barca o Arca VAV Nave Barca Arka L’onda può essere rappresentata anche come un susseguirsi di gobbe Come tale è il famoso Monte Camel o Monte Carmelo delle Piramidi egizie, assunto simbolicamente dagli arabi come toponimo dei monti della Galilea e di Nazareth, detto Monte Gamala (Gamla). Da Sirio inteso originariamente come sinonimo di Sole, fonte di energia e di potenza25, sono derivati una serie di nomi e vocaboli, dei quali si fornisce un elenco non esaustivo con il correlativo significato. 1) Sira è l’abbreviazione di S Iran da cui derivano, previa sostituzione della S con la T, i nomi geografici T Iran, Tyrana (Tyr o Tur), Turan (Toran), Tur-ankara, il cui anagramma Turkanara 25 Il significato autentico della parola Potenza, latino Potentia, è quello reso manifesto dal termine inglese powder, polvere, analogo allo spagnolo poder. La polvere o The Powder sarebbe l’effetto dell’impiego di energie distruttive che disgregano la materia su piccola o su larga scala. Gli antichi Egizi (Nuova Atlantide) e la civiltà che li precedette (Atlantide) avevano come arma di distruzione polverizzante la Piramide: era il pod, cioè il podio (podium) o piede (pes, pedis) dell’Aquila di Zeus, deificazione della folgore e dell’energia solare. è stato contratto in Turk, da cui Torqueo, Torcia, Torchio etc., termini tutti che riassumono il significato della Torah ebraica26, che era quello di Ur27. 2) Sirena, è il Sole medesimo visto come un moderno lampeggiante , in quanto il Sole si accende al mattino e si spegne la sera oppure visto come un gallo , che canta all’alba e si addormenta al calar della notte. Tuttavia, il lampeggiante e la sirena nell’antico Egitto erano la carbonizzazione e le urla delle vittime ad essa sottoposte28. 3) Serio, aggettivo che in origine possedeva una connotazione semantica negativa, essendo sinonimo di sirio e di morte siria (morte sicura o morte sìcula), alla stesso modo dell’aggettivo inglese sure, sicuro, certo, che significava determinato e spietato, sicuro di sé, nonché armato di secur, securis (scure)29. 4) Sero, serui, sertum, serere, verbo latino, che esprime l’azione dell’ordinare successivamente, mettere in serie, unire, legare insieme, cristallizzata nei sostantivi series e sertum. Il primo, series, era l’uccisione in serie o lo sterminio di massa in Siria (Egitto), il secondo era la corona di spine, metafora del collare al collo delle vittime e dell’elettrificazione delle loro teste. 5) Sero, sevi, satum, serere, altro verbo latino, che significa seminare, spargere, da cui sator, il Sole seminatore (Sa T orus o Sa Turos), satus e sata, gli esseri generati o procreati, ma anche SATOR nel senso di Piramide e SATA nel senso di piantagioni di obelischi (l’evangelica Vigna del Signore). Il SATOR è poi il Faraone Sadico o Satiro (Satyr) o Sardo, nel senso di absurdus, cioè sordo e spietato (munito di spitum). 6) Sera, origina dal verbo sero, sertum, serere da cui l’italiano serrare, ed è il Sole che serra, che chiude al tramonto. Esprime lo stesso concetto di serratura ed era nella crittografia ebrea la sera o il serraglio dei giudei, cioè la loro progettata chiusura definitiva (Siria dei Giudei). Sostituzione possibile perché la lettera greca tau (toro) è formata da una tilde che rappresenta il rotacismo della S (sigma) e da un’asticina che rappresenta il raggio di S (il Sole). Il rotacismo è il segreto della scrittura greco-latina e degli alfabeti derivati rispetto alle scritture cuneiformi e lineari Dal rotacismo della S si ottiene anche il simbolo cinese dello Yin e dello Yen. 27 Da Ur derivò il verbo latino uror, bruciare. UR è l’equivalente di URO e di ORO nonché di AURO (aurum), da cui laurus (alloro), pianta simbolo della fulgida gloria che segue ad un’impresa elitaria degna di laus (lode o riconoscimento della luminosità dell’impresa) 28 Da Sirene è derivato Sir N, Si Re N, cioè Si Re EN RI o INRI, acrostico da cui si desume che il cosiddetto Gesù di Nazareth era Sirio. Ma, a parte ciò, Siren può essere scritto come SI Rehèn, acrostico che contiene in sé la codificazione del seguente messaggio: <<il Serpente $ cioè “Re Henri” ovvero “Re INRI” è tenuto rehèn, cioè è tenuto ostaggio (vivente)>>. Rehèn significa ostaggio in spagnolo mentre hen significa gallina in inglese, ma nel presente contesto hen assume il significato spregiativo di comare, donna. Vedi quanto scritto diffusamente altrove su Gesù di Nazareth “ostaggio vivente” dei criptoebrei dell’Altopiano delle Rocche. 29 La sura (pl. suwar) è il nome di ciascuno dei capitoli in cui è diviso il Corano. 26 7) Zero o cero, numero che esprimeva il concetto di azzeramento e di chiusura o estinzione degli ebrei per mezzo delle Piramidi, viste come serre nel senso del latino serra, denti di sega. 8) Siero, in latino è serum, come l’avverbio serum, serale, tardo. Anche in questo caso è il seme del Sole seminatore (Sator), cioè i suoi raggi che inseminano la Terra, ma è anche l’ebreo che volge al tramonto (serum). 9) Soriano, una forma aggettivale medievale derivante da siriano30. 10) Serico, aggettivo sinteticamente definito da Giacomo Devoto: <<proprio dei Seri, che è dal greco seres, popolo dell’Asia centrale, famoso per la lavorazione della seta o seda>> . La seta o seda è la Piramide con lo Zed e la trama dei suoi fili, nonché le vittime paragonate a bachi da seta involti nelle spire del Serpente. 11) Sorgo, dal latino syricum o suricum granum, grano di Siria, analogo a Grano Turco o grano del Grande Turco. Il grano era il nome collettivo con il quale ci si riferiva agli schiavi di pelle bianca e di capigliatura chiara, beffardamente definiti Soli Orienti (dal verbo latino surgo, surrexi, surrectum, surgere, forma sincopata di subrigo e surrigo) e beffardamente sacrificati al Sole d’Oriente. 12) Serafino, dall’ebraico seraphim, I serafini erano le vittime arrostite prima di diventare carbonizzate. 13) Soror termine latino che significa sorella, ma derivante da sorex, soricis, sorcio o ratto, divenuto sòrice o sòrrice nell’italiano volgare. Anche qui il riferimento è al sorcio ebreo sacrificato al Sole Orione (S Oro Oro), previa evirazione e trasformazione in sorella, sora o sura moslem, cioè a dire in šaria o sharìa (per sharìa). 14) Giro e girone seguendo il passaggio Siro Ziro Giro. 30 Guido Cavalcanti nel sonetto “Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira” mette in risalto la natura rabbiosa, impulsiva e micidiale dell’uomo soriano definendolo allegoricamente <<arcier presto soriano acconcio sol per uccider altrui>>.