Documenti - Relazione - RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

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COMUNE DI CAORSO
PROVINCIA DI PIACENZA
Progetto di trasformazione ex Cinema Fox
in Centro Culturale Comunale
CENTRO CIVICO “CINE FOX”
PROGETTO DEFINITIVO
RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA
RELAZIONE DI VERIFICA STRUTTURALE
RELAZIONE IMPATTO ACUSTICO
RELAZIONE AUSL-ARPA
RELAZIONE VIGILI DEL FUOCO
RELAZIONE SOPRINTENDENZA
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
QUADRO ECONOMICO
Committente:
COMUNE DI CAORSO
Piazza Rocca, 1 - 29012 - CAORSO (PC)
Responsabile del Procedimento:
Arch. Fanco Cavalli
Piazza Rocca, 1 - 29012 - CAORSO (PC)
tel 0523-814726 cell 348-8509650 mail [email protected]
Progettista e coordinatore:
Arch. Patrizio Losi
Via Sant'Eufemia, 34 (Pc)
tel 0523-388092 - cell 335-8380726 - mail [email protected]
Progettista strutture e impianti:
Ing. Sergio Foppiani
Via Anguissola, 7 - Roveleto di Cadeo (Pc)
tel 0523-507158 cell 335-7025540 - mail [email protected]
Tecnico competente in acustica:
Ing. Luigi Montanari
Via Panini 24/A (Pc)
tel 0523-618315 - cell 335-440824 mail [email protected]
Collaboratori:
Arch. Sabrina Brianti
tel 347-4892594 - mail [email protected]
Ing. Lucrezia Scoccimarro
tel 340-2983480 - mail [email protected]
Contenuti della Relazione Illustrativa
1 - Premesse
Il progetto prevede il mantenimento ed il recupero del fabbricato denominato “Ex Cinema
Fox” di Caorso tramite l’attuazione di un intervento edilizio sull’immobile, un tempo
destinato a sala cinematografica, al fine di una riqualificazione urbana dell’area. Il
fabbricato, attualmente in disuso, sarà recuperato per poter essere utilizzato dalla
cittadinanza come sala polivalente per spettacoli, riunioni ed attività sociali, culturali e
ricreative attraverso la realizzazione di un Centro Civico Comunale. Tale progetto è
funzionale alla volontà dell’Amministrazione Comunale di Caorso di rendere pubblico lo
spazio dell’Ex Cinema Fox in seguito alla sua acquisizione da privati.
Tale acquisizione può essere sintetizzata nelle seguenti fasi amministrative:
- Deliberazione n°4 del 07/01/2008 della Giunta Comunale che esprime la propria volontà
di provvedere all’acquisizione ed al recupero del fabbricato del Cinema Fox
- Deliberazione n°20 del 26/06/2008 del Consiglio Comunale per l’approvazione
dell’accordo preliminare di acquisto del fabbricato dell’Ex Cinema Fox e di una porzione
dell’area cortilizia in adiacenza al fabbricato
- Atto notarile di rogito per l’acquisto dell’immobile Ex Cinema Fox in data 30 giugno 2008
presso il notaio Manfredo Ferrerio di Piacenza
2 – Ubicazione
L’immobile oggetto dell’intervento risulta di proprietà del Comune di Caorso ed è
identificato presso il Catasto Fabbricati del Comune di Caorso al Foglio n°31 particella
n°747.
L’area è localizzata nel cuore funzionale dell’abitato di Caorso, sul margine esterno del
perimetro indicato dal PRG per il Centro Storico. La facciata principale del fabbricato e
quella ad est, si affacciano direttamente sulla Piazza della Rocca, in cui si trova il
Municipio, il lato ovest costeggia la Strada Comunale dei Sanguinelli, dove si trova la Casa
di Riposo per anziani, mentre annessa alla facciata posteriore, è presente l’Arena del
Cinema estivo anch’essa in disuso da anni.
3 – Variante al PRG vigente
L’area su cui sorge il Cinema Fox e la sua Arena, sono classificati dal vigente PRG
(adottato con DCC n°36 in data 6 giugno 1994 e approvato dalla DRG n°275 in data 12
novembre 1996)come”Comparto Unitario CU. 1” e sono normati dall’art. 64 delle NTA.
La procedura per la Variante Urbanistica, attivata dal Comune di Caorso, propone la
riclassificazione dell’attuale comparto CU. 1. Ciò permetterà di rendere pubblico lo spazio
del cinema per la creazione del Centro Civico Comunale e di stralciare dal Comparto
Unitario l’Arena che resterà di proprietà privata e manterrà gli indici previsti nell’originario
CU. 1 e i diritti edificatori con destinazione a prevalente funzione residenziale. In
particolare, la variante prevede di rinominare l’area dell’Ex Arena come “Zona B di
completamento”, specificandola come “B3 ex CU. 1” e di trasferire i diritti edificatori relativi
al Cinema Fox su tale aria. Mentre la zona del cinema resterà in CU. 1 con
denominazione Centro Civico Comunale.
La procedura sopra descritta è stata attivata mediante le seguenti fasi amministrative:
- Apposita Variante Urbanistica, stipulata in data 9 giugno 2008 (ex art. 15 punto 4 comma
a della L.R. n°47/80), al Comparto CU.1 del PRG vigente nella previsione della L.R.
n°20/2000
- Deliberazione n°27 del 30/07/2008 del Consiglio Comunale “Variante al comparto CU.1
del PRG vigente. Adozione”
Gli indici urbanistici previsti nel Comparto Unitario CU. 1 originario (soprattutto relativi alle
dotazioni di parcheggi), saranno rispettati tenendo conto della sistemazione futura prevista
nella Piazza della Rocca e nelle zone limitrofe oggetto di un successivo progetto
dell’Amministrazione Comunale.
4– Cenni storici
Il Cinema Fox fu costruito per volere del Signor Ettore Fochi nel 1949 su progetto
dell’architetto Pietro Berzolla come il primo locale della Provincia appositamente
progettato come sala cinematografica. Sebbene già dal 1938 e per dieci anni era presente
nel Paese, grazie al Signor Giuseppe Baldini, un locale attrezzato “alla buona” per le
proiezioni. Si trattava di un ex magazzino di vini nel quale erano state collocate qualche
centinaio di sedie ed era stato montato uno schermo. Il cinema divenne ben presto l’unico
punto di ritrovo, di incontro, di socializzazione, prima ancora che di divertimento, per
l’intera cittadinanza. Purtroppo negli anni Settanta, con il largo diffondersi della televisione,
si è avuta una fase calante dell’utenza cinematografica, fino a che (la gestione era
cambiata nel 1964 e poi nel 1975) il locale cessò ogni attività nel 1980.
Agli atti sono presenti i seguenti documenti:
- Richiesta del Signor Ettore Fochi per l’autorizzazione a costruire un muretto di cinta alto
0.50 mt da terra in calcestruzzo di cemento, sormontato da rete metallica in lamiera stirata
alta 1.00 mt, sorretta da paletti in ferro murati. Costruzione atta a chiudere la proprietà del
richiedente in confine con il piazzale della Rocca di proprietà del Comune. Domanda
presentata al Sindaco di Caorso in data 11 marzo 1947 con concessione rilasciata in data
18 marzo 1947.
- Nullaosta da parte del Ministero, su conforme parere della Commissione prevista dalla
Legge 30/11/1939 n°2110, alla costruzione di una sala cinematografica, della capacità di
620 posti, da adibire anche a spettacoli misti, in Caorso – Piazza della Rocca. In data 9
settembre 1948.
- Richiesta del Signor Ettore Fochi per l’autorizzazione a costruire un fabbricato ad uso
cinematografico sul fondo di sua proprietà posto in Piazza Rocca inoltrata al Sindaco di
Caorso in data 23 settembre 1948.
- Richiesta del Signor Ettore Fochi per l’autorizzazione a costruire una scala esterna al
fabbricato destinato a cinema lungo la strada comunale di Zerbio. Concessione rilasciata
dal Sindaco di Caorso in data 24 marzo 1949 n° 1183.
- Verbale di collaudo in data 4 aprile 1949 da parte della Commissione Provinciale di
Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo con parere favorevole. In tale circostanza la
Commissione ha classificato il cinema alla 5° categoria, tenuto conto che detto cinema era
situato nel capoluogo di un Comune con appena 2400 abitanti ed in zona rurale.
- Parere favorevole in data 29 maggio 1950 della competente Commissione Ministeriale
all’apertura di un cinema estivo della capacità di 768 posti, annesso alla sala
cinematografica permanente durante il periodo di chiusura della sala stessa. Rilascio del
nulla osta con comunicazione alla Prefettura di Piacenza.
- Richiesta del Signor Ettore Fochi per l’autorizzazione a costruire due accessi pedonali
colleganti la sua proprietà con la strada comunale Sanguinelli per consentire l’accesso e lo
sfollamento all’arena del cinema estivo posta a nord del fabbricato adibito a Cinema Fox.
Domanda presentata al Sindaco di Caorso in data 6 settembre 1950.
5 – Biografia di Pietro Berzolla architetto progettista del Cinema Fox
- Nasce a Pontenure (PC) il 5 febbraio 1898
- Primi studi d’arte presso l’Istituto Gazzola di Piacenza con insegnanti Guidotti e Ghittoni
- Nel 1913 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Parma con insegnante Giuseppe Mancini
- Dal 1915 al 1918 Campagna di guerra sul Carso - Genio Collegamenti dove si guadagna
la Croce di Guerra al Merito. Mette a frutto le sue capacità di veloce disegnatore
effettuando schizzi e rilievi delle zone di prima linea, segnalando le caratteristiche del
terreno e le postazioni militari delle trincee e linee di fuoco nemiche
- Nel 1920 licenza all’Accademia di Belle Arti di Parma
- Dal 1921 al 1923 fonda e dirige gratuitamente una scuola d’arte per operai ed artigiani di
Pontenure
- Dal 1921 al 1958 insegna architettura e prospettiva presso l’Istituto d’Arte di Parma
- Dal 1923 al 1927 compie una serie di viaggi di aggiornamento e studio in Olanda,
Germania, Austria
- Nel 1929 si iscrive all’Albo degli Architetti di Bologna
- Fino al 1972 svolge un’intensa attività professionale prevalentemente a Piacenza e nel
territorio provinciale progettando e restaurando una serie di chiese, scuole e case private.
In particolare, progetta il quartiere Regina Margherita, la ferrovia Piacenza – Bettola con
tutte le sue stazioni e il ponte in curva a Ponte Dell’Olio, piano regolatore di Piacenza e
sistemazione urbanistica di Piazzale Roma, complesso AGIP a Cortemaggiore. Esegue il
progetto del Cinema di Caorso, quello di Cortemaggiore, di Pianello e di Gropparello
- Membro di numerose commissioni edilizie, urbanistiche e di tutela dei monumenti,
collabora con riviste d’arte e quotidiani
- Muore a Piacenza il 29 dicembre 1984
6 – Descrizione della struttura (stato di fatto)
Si tratta di un fabbricato con struttura mista in cemento armato e muratura in laterizio
costruito alla fine degli anni quaranta, costituito da un ampio volume interno della sala
cinema – teatro e del palcoscenico e comprensivo di galleria. Mediante una porta della
luce pari a 2,20 mt circa, si accede nell’atrio di ingresso principale dotato altresì di una
porta di accesso laterale di dimensioni pari a 1,20 mt. Qui è situata la biglietteria.
Attraverso due porte di luce pari a 1,5 mt, si accede alla sala che misura 26,87 X 13,70 mt
ed è in lieve pendenza (circa 1%) per facilitare la visibilità al palco da parte degli spettatori.
Questo ambiente è provvisto di n°5 porte di uscita di sicurezza della luce di 1,50 mt. Due
di queste si aprono su Via Sanguinelli e tre nel cortile antistante la Rocca. In questo
ambiente si affacciano i locali per i servizi igienici distinti per uomini e donne e provvisti
entrambi di antibagno. Una scaletta permette di accedere al palco con pavimento in legno
avente pendenza di circa 7%. I posti a sedere previsti in questa sala erano n°600.
Dall’atrio di ingresso, mediante una scala della luce di 1,50 mt, si accede alla galleria che
ospitava n°250 posti a sedere. Qui è presente una scala che dà all’esterno, su Via
Sanguinelli di larghezza pari a 1,50 mt. Nella galleria, costituita da una gradinata in c.a.,
sono presenti sedie in legno saldamente fissate al suolo, aventi sedili del tipo a
ribaltamento per gravità in discreto stato di conservazione. Dall’atrio di ingresso del
cinema si accede anche alla cabina di proiezione mediante una scaletta a rampe in
muratura. Sul suo pianerottolo di accesso è presente una porta di dimensioni 0,70 mt che
si apre sulla strada. La cabina, stessa, misura 3,50 X 3,00 mt ed è aerata verso l’esterno
tramite due grandi finestre che si affacciano lungo il prospetto principale. Nel sottopalco
sono presenti n°4 camerini ed una serie di depositi e laboratori a servizio del teatro
collegati da un corridoio di disimpegno dal quale è possibile accedere direttamente al
palco tramite una scala in legno. Il sottopalco è dotato di proprie uscite dirette verso
l’esterno. Dal palco si accede anche alla cabina di proiezione a servizio dell’Arena
anch’essa aerata verso l’esterno e dotata di anticabina.
Il Cinema Fox era provvisto di bar, locale caldaia, servizi igienici, impianto di illuminazione
sussidiaria, scritte luminose indicanti le uscite di sicurezza, altoparlanti, griglie a pavimento
per il riscaldamento e speciali aspiratori che assicuravano un sufficiente ricambio d’aria.
Il piano di copertura dell’immobile è rivestito con manto di tegole marsigliesi in cotto e
solaio di copertura in latero cemento curvo con catene di contrasto in ferro, inoltre è
presente un controsoffitto in fibre di legno e listarelle sostenute da tiranti in ferro.
Le numerose aperture, garantiscono un’ampia quota di accessibilità e ventilazione del
fabbricato e un’ottima base per la predisposizione di un sistema organizzato di vie di fuga
in caso di incendio.
7 – Descrizione dell’intervento (progetto)
7.1 – Premessa
Tutte le scelte progettuali di seguito elencare e descritte sono state mirate alla
preservazione dell’esistente stato di fatto, da conservare in quanto testimonianza delle
tecniche costruttive adottate nella metà del secolo scorso, epoca in cui è stato costruito il
complesso edilizio in esame.
In particolare, la ristrutturazione dell’edificio mira a trovare un compromesso tra il rispetto
delle caratteristiche dell’involucro esistente e la necessità di recuperare l’edificio per un
suo impiego contemporaneo. I lavori saranno rivolti sia ad un recupero filologico
dell’edificio che ad un restauro e consolidamento in armonia con la vigente normativa sulla
sicurezza e con le esigenze di adattamento alle condizioni di funzionalità e fruibilità. Le
scelte progettuali sono state influenzate dalla necessità di creare vie d’esodo, camerini,
attrezzature di scena, blocchi dei servizi igienici per gli attori e per i fruitori del bene con
particolare attenzione alle persone con ridotte capacità motorie e nel rispetto della
Normativa sulla prevenzione incendi nei locali di pubblico spettacolo.
Il progetto d’intervento sulla struttura edilizia prevede il mantenimento dell’involucro
murario esterno esistente e pochissime demolizioni delle strutture interne ed esterne. In
particolare, si manterranno i paramenti murari esterni esistenti che verranno sottoposti a
semplice intervento manutentivo per il rifacimento di intonaci e tinteggiature ed il
consolidamento delle parti a vista.
La conservazione del contenitore esistente non andrà dunque ad alterare i rapporti
dell’edificio con i vicini fabbricati anche di valore monumentale. Infatti, sull’area dell’Ex
Cinema Fox vige il vincolo indiretto dato dalla vicinanza con la Rocca posta a poche
decine di metri in direzione nord-est. La Rocca è vincolata ai sensi della Legge 364/1909
con Decreto del 15 gennaio 1915.
Nel progetto si terrà anche conto della vicinanza di una casa di cura per anziani come
elemento di vulnerabilità per i lavori del cantiere e le attività del Centro Civico Comunale
per ciò che concerne il rumore. A tal fine è stata predisposta una Relazione di Impatto
Acustico.
Ai sensi degli articoli 10 – 15 del Decreto Legislativo 42/2004, è stata fatta richiesta di
rilascio di Certificazione circa l’esistenza di un formale riconoscimento dell’interesse
culturale, architettonico, artistico e storico dell’edificio in questione da parte della
Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Parma e
Piacenza . La verifica d’interesse è stata espressa positivamente in data 03/12/2008 con
Prot. n. 7648.
Il Parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Province di
Parma e Piacenza risulta in attesa di acquisizione.
In data 25 novembre 2008 è stata inoltrata presso l’ARPA (Distretto Territoriale di
Fiorenzuola D’Arda) la Richiesta di Parere Preventivo con Parere favorevole rilasciato il
09.12.2008 prot. 13524.
Nella stessa data è stata fatta richiesta di Parere Igienico Sanitario presso la AUSL di
Piacenza (Dipartimento U.O. Igiene Pubblica) con Parere favorevole rilasciato il
09.01.2009 prot. 1103.
In data 18 dicembre 2008 è stata inoltrata Richiesta di Parere di Conformità presso il
Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Piacenza (Pratica 30708) con Parere
favorevole rilasciato il 23.12.2008 prot. 12130 prat. 30708.
E’ stata infine inoltrata, in data 19 novembre 2008, la Richiesta di Convocazione per il
rilascio di parere preventivo di fattibilità sul progetto presso la Prefettura - Ufficio
Territoriale del Governo di Piacenza - con richiesta di parere da parte della Commissione
Provinciale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo di Piacenza e Parere favorevole
rilasciato il 26.02.2009 prot. 1927
7.2 – Riferimenti Normativi
Riferimenti normativi principali sono:
- Decreto Ministeriale 19 agosto 1996 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione
incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di
pubblico spettacolo”
- Decreto Ministeriale 14 giugno 1989 n° 236 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire
l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale
pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle
barriere architettoniche”
7.3 – Il progetto in generale
L’ingresso sarà riorganizzato mediante un’ unico spazio d’accesso e raccolta del pubblico
e l’ inserimento di un ripostiglio e di un servizio munito di antibagno. Qui verrà posizionato
l’accesso al blocco dei servizi per la sala principale comprensivo di un bagno per uomini
ed uno misto per donne e persone con ridotte capacità motorie. La platea sarà percepita
come un volume unitario e potrà ospitare 354 persone mediante l’impiego temporaneo di
sedie in metallo collegate rigidamente tra loro. La galleria invece conterrà 140 persone e
saranno utilizzate sedie in legno (verranno recuperate, previa verifica della consistenza del
materiale, quelle esistenti) saldamente fissate al suolo con sedile di tipo a ribaltamento per
gravità. Tale ambiente sarà chiuso rispetto alla platea tramite una parete in cartongesso
fonoassorbente in modo da creare un Auditorium indipendente dal resto della sala
sottostante e sarà dotato di un blocco servizi comprensivo di guardaroba, ufficio e due
bagni con antibagno. La sala potrà essere utilizzata per lo svolgimento di iniziative aventi
finalità ricreativo -culturali come conferenze, convegni, congressi, incontri riunioni, dibattiti,
assemblee di associazioni, consorzi, enti e sindacati. Nella zona del guardaroba sarà
inserita una scala in ferro per accedere al solaio in laterocemento sovrastante la zona
uffici dove saranno posizionate le macchine per gli impianti.
La zona camerini sarà completamente ridistribuita per far fronte alle esigenze di sicurezza
ed accessibilità degli ambienti. Verranno creati tre camerini, un corridoio di disimpegno ed
un blocco servizi comprensivo di antibagno e due bagni di cui uno per diversamente abili.
Verrà inserita una rampa per l’accessibilità da parte dei diversamente abili agli ambienti
dei camerini come da richiesta dell’AUSL. Al posto della preesistente cabina di proiezione
del cinema estivo, che verrà completamente demolita e ricostruita, verrà creato un
magazzino di servizio in cui verrà inserita una porta esterna munita di scaletta retrattile per
agevolare le manovre di carico e scarico dei materiali di scena. Sul tetto posto in
corrispondenza del palco saranno inseriti dei pannelli fotovoltaici con un impianto di
potenza nominale pari a 1 kWp.
Gli allacci alla fognatura, acqua e gas Comunale verranno eseguiti lungo la Strada dei
Sanguinelli (attuale Via Fermi).
7.4 – Descrizione degli interventi di ripristino e restauro
Dall’osservazione diretta, effettuata in fase di rilievo, si è evidenziata la presenza di
numerosi fenomeni di degrado in atto e pregressi sia riguardanti le murature interne che
quelle esterne con presenza di diffuse macchie di umidità, degrado e scollamento degli
intonaci e lesioni superficiali sulle murature. Ciò è il risultato di anni di abbandono e
mancati interventi manutentivi ordinari e straordinari da parte della proprietà.
In particolare, si è evidenziato un marcato degrado delle superfici edilizie esterne con
distacco dell’intonaco e presenza di umidità dovuta a risalite capillari, un’alterazione dei
materiali lapidei in prossimità della facciata principale dell’edificio, l’esistenza di
fessurrazioni e lesioni diffuse sulle murature esterne soprattutto lungo il prospetto
posteriore, un forte degrado delle porte esterne in legno e degli infissi dovuta
all’esposizione agli agenti atmosferici, la presenza di fessure e lesioni diffuse sul
marciapiede antistante l’ingresso con completo degrado dei restanti marciapiedi,
accentuati processi di degrado delle murature interne dovuti in gran parte alle infiltrazioni
delle acque piovane provenienti dalla sovrastante copertura in tegole marsigliesi piuttosto
dissestata, stato di completo abbandono delle reti di raccolta delle acque meteorico
pluviali. Per tali ragioni, in progetto si prevede per la parte esterna il rifacimento
dell’intonaco a calce con tinteggiatura al quarzo, il ripristino del basamento in pietra della
facciata principale mediante pulitura con acqua nebulizzata e prodotti idonei, il restauro
della pensilina posta in prossimità dell’ingresso principale con l’inserimento di una
copertina in lamiera di rame, il recupero dell’insegna ed il riposizionamento dei neon posti
in prossimità delle bacheche e della porta d’ingresso, il ripristino delle cornici in cemento a
coronamento della facciata principale, la ripassatura ed il rifacimento parziale della
copertura in tegole marsigliesi, la sostituzione totale della lattoneria in rame, la
sostituzione delle porte laterali d’ingresso con uscite di sicurezza dotate di maniglione
antipanico e rivestimento esterno in doghe di legno, la sostituzione della soglia di ingresso
con una in marmo gres lavagna verde con dorso smussato a becco di civetta, inserimento
all’ingresso principale di una porta in vetro antisfondamento ed in alluminio con serranda
metallica automatizzata.
Per la parte interna dell’edificio, è previsto l’inserimento di una controparete a tutta altezza
in cartongesso dello spessore di 1 cm con isolamento in polistirene dello spessore di 3 cm
e tinteggiatura lavabile il tutto coronato da una veletta in cartogesso per il passaggio degli
impianti di illuminazione e ventilazione, il ripristino dello scalone in marmo rivestito di
tesserine di mosaico presente nell’ingresso principale, il ripristino del bancone originario
della biglietteria e del rivestimento in tesserine di mosaico delle pareti dell’ambiente, la
sostituzione dell’attuale pavimento con una battuta di cemento colorato e spolvero al
quarzo, la sostituzione dell’attuale controsoffitto con uno fonoassorbente REI 60 (come da
richiesta dei Vigili del Fuoco), la completa rimozione del palco in doghe di legno ed il suo
rimpiazzo con uno dello stesso materiale.
7.5 – Descrizione degli interventi per l’adeguamento alle Normative vigenti
Le scelte progettuali hanno dovuto soddisfare le due principali normative di riferimento:
1) Decreto Ministeriale 14 giugno 1989 n° 236 “Prescrizioni tecniche necessarie a
garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia
residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e
dell'eliminazione delle barriere architettoniche”
2) Decreto Ministeriale 19 agosto 1996 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione
incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di
pubblico spettacolo”
Per il rispetto del D.M. 14 giugno 1989 sia nella zona della platea che in quella della
galleria si sono creati spazi riservati e servizi igienici accessibili e si è garantita anche la
fruibilità dei camerini e del palco mediante l’inserimento di passerelle e di un servoscala.
L’ingresso lungo la facciata principale risulta facilmente individuabile ed accessibile a tutti,
in quanto la soglia sarà sostituita con una nuova dotata di smusso a becco di civetta. Si è
volutamente evitato che le persone con disabilità usassero l’ingresso laterale come
ingresso alternativo accessibile. Le sale saranno entrambe raggiungibili in modo agevole,
la platea tramite un percorso continuo in piano e la galleria tramite l’inserimento lungo il
prospetto ovest di un elevatore esterno in struttura muratura di dimensioni interne pari a
144X114 cm utilizzabile anche da persone anziane, donne in stato di gravidanza e
bambini. In particolare, nella galleria è stato previsto l’inserimento di un luogo sicuro
statico in corrispondenza di una delle due scale di emergenza per consentire la
permanenza di persone con ridotte capacità motorie in attesa di soccorso nel caso di
incendio (concordemente a quanto fissato nel DM 236/89, articolo 5.2). E’ stata consentita
l’accessibilità ai camerini tramite una rampa di pendenza minore dell’ 8% posta lungo il
prospetto posteriore. Tutti i servizi saranno dotati di antibagno, presenteranno rivestimenti
delle pareti in piastrelle di ceramica per un’altezza pari a 2 mt, saranno dotati di
aspirazione forzata di potenza 8 Vol/h e dimensionati in maniera tale da tener conto delle
esigenze degli utenti con particolare riguardo per le persone su sedia a rotelle. Occorre
precisare che i bagni posti in galleria non sono accessibili a persone con ridotte capacità
motorie per la presenza della gradinata. Tuttavia l’elevatore permetterà un rapido accesso
al bagno del piano terra predisposto per essere accessibile a persone con tale disabilità.
Per il rispetto del D.M. del 19 agosto 1996, l’atrio d’ingresso dovrà essere dotato di due
porte REI 120 per compartimentare la zona; per cui le due porte esistenti di accesso alla
platea dovranno essere sostituite con porte taglia fuoco REI(come da richiesta dei Vigili
del Fuoco). A servizio della galleria saranno presenti due scale utilizzate come vie
d’esodo, saranno larghe 1,50 mt con pianerottoli di pari lunghezza, saranno dotate di
gradini rettangolari di pedata 0,30 mt ed alzata 0,17 mt, ogni rampa avrà numero di gradini
inferiore a 15. La scala di sicurezza che darà sul prospetto est sarà in ferro zincato a
sbalzo con pedate in grigliato antitacco e parapetto in vetro. Invece, la scala che si
affaccia sul prospetto ovest è già esistente, è in muratura e sarà rimodellata per
permettere il rispetto della Normativa vigente. Le pareti esterne dell’edificio su cui sono
collocate le scale avranno requisiti di resistenza al fuoco pari a REI 60. Per consentire il
raggiungimento di tali standard, saranno tamponate in muratura tutte le finestre presenti al
secondo livello dei prospetti. La scena sarà dotata di un sistema di evacuazione fumi e
calore, realizzato con un camino in diretto contatto con l’esterno e privo di griglia.
All’interno dell’edificio saranno predisposte delle luci cablate in emergenza, tutti i locali
saranno dotati di estintori portatili con appositi cartelli segnalatori per facilitarne
l’individuazione anche a distanza e sarà predisposto un piano di cartellonistica indicante le
uscite di sicurezza, i percorsi per raggiungere luogo sicuro, l’ubicazione dei mezzi di
estinzione incendi. In particolare, sulle porte delle uscite di sicurezza sarà installata una
segnaletica di tipo luminosa, mantenuta sempre accesa durante l’esercizio delle attività ed
alimentata in emergenza.
Infine, occorre precisare che il cortile di pertinenza lungo il prospetto est sarà chiuso
tramite un cancello (di larghezza 2,40 mt ed altezza 1,80 m) accessibile ai mezzi di
servizio per le attività della struttura. Sarà, inoltre, presente un accesso pedonale (di
larghezza 0,90 mt ed altezza 1,80 mt) sempre aperto.
8. Relazione Di Verifica Strutturale In Ottemperanza Alla Normativa Sismica
8.1. Preambolo alla relazione di calcolo.
In ottemperanza a quanto previsto dal D.M. 14/01/2008 “ NORME TECNICHE PER LE
COSTRUZIONI “ .
Visto il D.M. 16/01/1996 Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche;
tutti i Decreti antecedenti inerenti alle Norme Tecniche di Costruzione, attualmente vigenti;
vista la classificazione sismica dettata dall’Ordinanza del P.C.M. 3274 del 20 marzo 2003,
la quale classifica il Comune di Caorso (PC) in zona 4;
Il sottoscritto Ing. Sergio Foppiani, con studio in Roveleto di Cadeo (PC) via Anguissola
n.7, iscritto all’ Ordine degli Ingegneri della provincia di Piacenza al n. 852, ha redatto il
progetto antisismico oggetto della presente trasformazione.
L’intervento in progetto riguarda principalmente l’interno dell’attuale fabbricato,
mantenendo cubatura,sagoma esistenti e destinazione d’uso.
Esternamente l’edificio sarà interessato dal solo ripasso del manto di copertura e dalla
realizzazione di una scala di sicurezza antincendio.
Gli interventi interni all’edificio e sotto descritti, sono tali da rientrare nella casistica dei
miglioramenti strutturali.
Le opere riguardanti i singoli elementi strutturali dell’edificio hanno infatti lo scopo di
conseguire un maggior grado di sicurezza senza peraltro, modificarne in maniera
sostanziale il comportamento globale.
8.2. Interventi In Progetto:
Ristrutturazione zona galleria e uffici:
- Realizzazione di parete divisoria con funzione non portante. Tale realizzazione non
comporta aumento del carico permanente, in quanto i carichi permanenti che erano
stati considerati per legge nella fase costruttiva dell’immobile tenevano in debita
considerazione i carichi che nell’attuale progetto vengono aggiunti. Tale parete
viene fissata nella parte superiore da un profilato metallico HEA 240;
- Inserimento, nella zona uffici, di un nuovo solaio in laterocemento avente altezza
strutturale 12+4 con inserimento di rete elettrosaldata ø 5/20x20 realizzando così
piani infinitamente rigidi;
- Realizzazione di due solette in c.a. dello spessore di 20 cm per la realizzazione di
due pianerottoli interni in corrispondenza dello sbarco delle scale di sicurezza
antincendio;
Visti gli interventi di modeste entità sopra menzionati non si ritiene di dover
approfondire ulteriormente l’analisi statica ai fini sismici, in quanto l’intervento stesso è
riconducibile nella casistica dei miglioramenti.
Ristrutturazione zona palco:
- Realizzazione di fondazioni continue aventi altezza strutturale dello spessore di 50
cm realizzate su uno strato di magrone dello spessore di 5 cm avente funzione di
livellamento;
- Rinforzo delle fondazioni esistenti su cui insiste il muro perimetrale portante in
laterizio, delimitante la zona palco, mediante creazione di una travatura continua
affiancata alla base del muro portante e legata allo stesso con connettori ø 14
fissati con resina;
-
-
Realizzazione di un tamponato in muratura portante in doppio uni, dello spessore di
25 cm, atto a delimitare la zona del cavedio e della centrale termica. Tale intervento
rientra nella casistica dei miglioramenti strutturali in quanto permette di aumentare
la sezione dei maschi murari reagenti. La nuova muratura portante presenta
caratteristiche di resistenza al fuoco delle strutture REI 120;
L’inserimento di tale paramento murario permette di posare in opera solai aventi
luci ridotte;
Inserimento, di nuovo solaio a lastre tralicciate tipo predalles avente altezza
strutturale 20+4 realizzato con inserimento di rete elettrosaldata ø 5/20x20 in grado
di realizzare piani infinitamente rigidi. Tale solaio presenta caratteristiche di
resistenza al fuoco REI120;
Realizzazione di nuovo spazio da adibire a camerini di forma rettangolare e di modeste
entità, tale da configurarsi come edificio regolare e semplice.
La struttura consiste in:
- Fondazioni continue aventi altezza strutturale dello spessore di 50 cm realizzate su
uno strato di magrone dello spessore di 5 cm avente funzione di livellamento;
- Realizzazione di muratura portante in doppio uni dello spessore di 25 cm;
- La disposizione dei maschi murari garantisce un corretto comportamento della
struttura in caso di evento sismico. I dettagli costruttivi rispettano le prescrizioni
dettate in zona sismica. La muratura portante avente spessore 25 cm è formata con
elementi semipieni con foratura < 45%. Gli elementi resistenti che compongono la
muratura sono collegati tra di loro tramite malta cementizia di classe M2 che
assicura il ricoprimento dei giunti orizzontali e di quelli verticali andando così a
rispettare il punto C.5.1 del D.M. LL.PP. 16 gennaio 1996 “Norme tecniche per le
costruzioni in zone sismiche”. Per una buona distribuzione dei carichi si dispone
nella correa in c.a., che ha uno spessore pari a quello del muro, un’ armatura
longitudinale composta da 2 ø 16 superiori e da 2 ø 16 inferiori e una staffa ø 8 con
passo 25 cm.
- La struttura è costituita da due impalcati realizzati con lastre tralicciate avente
altezza strutturale 20+4 realizzati con soletta collaborante armata con inserimento
di rete elettrosaldata ø 5/20x20 in grado di realizzare piani infinitamente rigidi. Il
primo impalcato presenta altezza strutturale 20+4 cm mentre il secondo 16+4 cm.
In ottemperanza al D.M. del 16 /01/1996 , Norme tecniche per le costruzioni in zona
sismica e la relativa , Circolare del 10/04/1997, istruzioni per l’applicazione del decreto
citato, la costruzione sopra descritta , in base al punto C.5.1 e C.5.2 edifici in muratura
ordinaria , risulta classificata regolare e semplice , quindi non assoggettata alla verifica
sismica ma alle semplici verifiche correnti dettate dal D.M. 20/11/87, e alla sola verifica a
compressione dei muri applicando la semplice formula :
N
σ=
< σ amm
0,50 ⋅ A
con
N
= carico verticale totale alla base del piano di appoggio in oggetto;
A
= area totale, al netto delle aperture, della struttura oggetto di verifica;
σ
= tensione base ammissibile del materiale oggetto di verifica;
che nel caso in fattispecie risulta ampiamente verificata.
Verranno adottati tutti gli accorgimenti tecnici costruttivi dettati dal D.M. e relativa circolare
attuativa.
Viste le modeste dimensioni della struttura e sopratutto dei modestissimi carichi trasferiti
sul terreno, si è ritenuto di non eseguire le prove geologiche come prescritto dalle
normative, ma di verificare la consistenza del terreno con saggio eseguito mediante
escavatore.
Scala di sicurezza antincendio
L’edificio presenta due scale esterne antincendio, una già esistente che verrà
ripristinata e una di nuova realizzazione.
La struttura in progetto è costituita da una scala antincendio composta da una sola
rampa interrotta da idoneo pianerottolo atta a superare un dislivello di 4,98 mt.
La rampa presenta larghezza pari a 2 moduli (120 cm) e viene realizzata addossata ad
un muro esistente, in laterizio portante, privo di aperture.
Su tutta la lunghezza della rampa sarà realizzato apposito parapetto di sicurezza di
altezza non inferiore ad 1 mt.
La struttura metallica, realizzata con profilati IPE200 atti a reggere i gradoni della scala,
è sostenuta a sbalzo da profilati metallici tipo IPE 180 incastrati nel muro esistente per
almeno 25 cm.
La struttura viene appoggiata a terra su un cordolo di fondazione mediante una piastra
metallica di ripartizione dei carichi aventi dimensioni 300x220x 8 mm e 4 tirafondi ø 12.
I pianerottoli orizzontali sono supportati da arcarecci in profilo tubolare 50x50.
Tale intervento, esterno all’edificio, non comporta modifiche sostanziali al
comportamento globale dell’intera struttura.
Da una analisi visiva, qualitativa delle strutture portanti, non sono state evidenziate
cavillature, assestamenti, che possono allertare su eventuali dissesti pregiudicanti la
stabilità dell’edificio stesso e conseguentemente la sua rispondenza ad eventuali forze
sismiche applicate alla struttura in oggetto.
Visti gli interventi di modeste entità sopra menzionati non si ritiene di dover approfondire
ulteriormente l’analisi statica ai fini sismici, in quanto l’intervento stesso è riconducibile
nella casistica dei miglioramenti.
Vista l’analisi degli interventi, alla luce della normativa antisismica, si ritiene che le
verifiche effettuate sia esaustive al merito.
Il calcolo e le verifiche sono state condotte con il metodo delle Tensioni Ammissibili e delle
prescrizioni dettate dal D.M. 16/01/1996 e relativa circolare del 10/04/1997.
8.3.Relazione Illustrativa Sui Materiali Impiegati
8.3.1. Materiali
Per l'esecuzione delle strutture in c.a. intese quali consolidanti saranno eseguite con cls
normale gettato in opera e verranno impiegati i seguenti materiali:
-
per le opere di correa e nervature pilastri sarà utilizzato per il getto calcestruzzo di
classe Rck 30;
- opere di fondazione sarà utilizzato per il getto calcestruzzo di classe Rck 25;
- l'acciaio delle armature gettate in opera sarà del tipo Feb 44 K con tensione
ammissibile 260 N/mmq.;
Malta classe M2 fm = 8 Mpa;
Laterizio semipieno con foratura < 45% ed f < 12 cm^2; resistenza parallela ai fori fk >10
Mpa; resistenza perpendicolare ai fori fk > 1,5 Mpa;
Muratura fk = 5,3 Mpa;
Muratura lapidea fk= 4 Mpa;
Il conglomerato cementizio, per tutte le classi di resistenza, sarà confezionato mediante
dosatura a peso di inerti ben lavati, vagliati, di appropriata qualità e curva granolumetrica
continua da 0 a 30 mm., acqua priva di sali dannosi alla presa e cemento nazionale del
tipo 325/425.
Il rapporto acqua-cemento non deve essere superiore a 0,5.
La posa del calcestruzzo sarà accompagnata da vibrazione del getto fino alla fuoriuscita
delle bolle d'aria.
8.3.2. Materiali Impiegati Per Realizzazione Scala Antincendio
1. MATERIALE BASE
Per tutele membrature in acciaio il materiale utilizzato è l’acciaio tipo Fe 430 grado B,
secondo normativa UNI 7070.
2. COLLEGAMENTI BULLONATI
I giunti di forza e i collegamenti da effettuarsi in opera sono realizzati impiegando:
bulloni zincati classe 8.8 UNI 5737
rosette UNI 6592 zincate
3. COLLEGAMENTI SALDATI
Le saldature dovranno essere continue con lato uguale, spessore minimo da unire.
Gli elettrodi e il materiale d’apporto dovranno essere di tipo omologato ed avere
caratteristiche compatibili con quelle del materiale base. In cantiere è ammessa soltanto la
saldatura con elettrodo rivestito e procedimento manuale.
8.3.3 Norme
§
§
§
§
§
§
§
§
§
D.M. LL.PP. 14/2/1992. Norme tecniche per l'esecuzione di opere in C.A. e per le
strutture metalliche.
D.M. 12/2/1992. Aggiornamento delle norme tecniche relative ai "Criteri generali
per la verifica della sicurezza delle costruzioni, dei carichi e dei sovraccarichi".
D.M. 09/01/1996 Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche.
D.M. 16/01/1996 Norme tecniche relative ai "Criteri generali per la verifica di
sicurezza delle costruzioni, dei carichi e dei sovraccarichi".
D.M. 05/08/1999 Modificazioni al D.M. 09/01/1996.
Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 22631 del 24/5/1982. Istruzioni relative
ai carichi, ai sovraccarichi ed ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni.
Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 37406/STC del 24/6/1993. Istruzioni
relative alle norme tecniche per l'esecuzione delle opere in C.A. normale e
precompresso e per le strutture metalliche, di cui al D.M. 14/2/1992.
D.M. 14/01/2008 “Norme tecniche per le costruzioni".
Ordinanza n°3274 come modificato dall’OPCM 3431 del 03/05/2005.
9 – Descrizione degli impianti tecnologici
9.1. Impianto di Riscaldamento
L’impianto di riscaldamento a servizio del fabbricato sarà composto essenzialmente da un
generatore modulare a condensazione collocato all’interno degli ambienti in idoneo locale
tecnico rispondente ai requisiti richiesti dal D.M.12/04/96, impianto a pavimento radiante
per i locali al piano terreno e impianto a tutt’aria per la zona galleria.
Il generatore, composto da tre moduli collegati in batteria per una potenza complessiva
pari a 126kW, è del tipo a condensazione a tiraggio forzato con bruciatori premiscelati
funzionanti a gas metano di rete ed opera senza l’apporto di aria secondaria, ottenendo
valori di NOx e CO inferiori a quelli previsti dalle norme europee UNI EN 297 – EN 483.
Il genearatore di calore sarà dotato di marchio CE conformemente alle direttive europee
che regolano l'impiego delle apparecchiature a gas e
sarà corredato di tutti i dispositivi di sicurezza, protezione e controllo previsti dalla
normativa vigente, quali: vaso di espansione chiuso a membrana, valvola di sicurezza,
termostato di sicurezza e di blocco, pressostato, termometro, manometro ecc.
La caldaia sarà collegata al collettore centrale di distribuzione mediante tubazioni di
diametro adeguato, opportunamente coibentato con guaina in elastomero espanso a
cellule chiuse secondo quanto previsto dalla legge 10/91 e dall’allegato B del D.P.R.
412/93 rivestite in lamierino di alluminio. Tra la caldaia e il collettore sarà interposto un
separatore idraulico avente funzione di disareatore, defangatore e disgiuntore tra il circuito
caldaia e il circuito secondario dell’impianto.
L’impianto a pavimento radiante sarà costituito da pannelli isolanti preformati in
poliestirene sinterizzato con spessore di 5,5cm e tubazioni in polietilene reticolato con
barriera antiossigeno di diametro esterno di 17mm e spessore pari a 2mm.
L’impianto di riscaldamento sarà dotato di termostati ambiente ad incasso o esterni, agenti
sulle valvole di zona installate sui collettori, per la gestione separata della temperatura
delle zone aventi differente destinazione d’uso.
La zona sotto palco è riscaldata mediante radiatori in alluminio dotati di valvola
termostatica con elemento sensibile a cera o liquido.
La circolazione del fluido termovettore all’interno dell’impianto avverrà mediante l’impiego
di pompe a rotore bagnato di tipo gemellare.
La zona galleria sarà riscaldata mediante un’unità di trattamento aria collocata in idoneo
vano tecnico sito nell’intercapedine sottotetto della galleria stessa, la distribuzione dell’aria
avverrà tramite canali in lamiera zincata a sezione rettangolare o circolare
opportunamente coibentati come prescritto dall’allegato B del D.P.R. 412/93.
Per la diffusione dell’aria negli ambienti si utilizzeranno dei diffusori ad ugello orientabile
opportunamente dimensionati per garantire il massimo comfort in ambiente sia in termini di
velocità dell’aria nelle zone occupate sia per i limiti di rumorosità consentiti considerando
la destinazione d’uso dei locali.
Sulla canalizzazione di mandata saranno inseriti inoltre un silenziatore rettangolare in
lamiera d’acciaio zincata conforme alla norma ISO EN 11691 con adeguate caratteristiche
di smorzamento ed attenuazione e una serranda di taratura per il bilanciamento dei
condotti costituenti la rete di distribuzione.
9.2. Impianto Ricambio d’aria
L’impianto per i rinnovi dell’aria, a servizio delle zone platea e galleria del fabbricato, è
stato dimensionato considerando le prescrizioni della norma UNI 10339 “Impianti aeraulici
al fini di benessere. Generalità classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d'offerta,
l'offerta, l'ordine e la fornitura” e la tabella dell’allegato C al D.P.R. 412/93 e s.m.i.
In base alla destinazione d’uso dei locali e al numero di posti massimo previsto all’interno
degli ambienti, la norma UNI 10339 prescrive un ricambio d’aria pari a 20mc/h per
persona.
Sia l’impianto a servizio della zona platea sia l’impianto a servizio della galleria
utilizzeranno un recuperatore di calore a flussi incrociati per recuperare il calore disperso
dall’estrazione dell’aria, il recuperatore della galleria è integrato nell’unità di trattamento
aria.
Il recuperatore di calore della zona platea sarà dotato di batteria di post riscaldamento per
poter immettere l’aria in ambiente ad una temperatura prestabilita tale da non creare
fastidiose correnti d’aria per gli occupanti.
Per la diffusione dell’aria negli ambienti si utilizzeranno dei diffusori ad ugello orientabile
opportunamente dimensionati per garantire il massimo comfort in ambiente sia in termini di
velocità dell’aria nelle zone occupate sia per i limiti di rumorosità consentiti considerando
la destinazione d’uso dei locali.
Sulla canalizzazione di mandata saranno inseriti inoltre un silenziatore rettangolare in
lamiera d’acciaio zincata conforme alla norma ISO EN 11691 con adeguate caratteristiche
di smorzamento ed attenuazione e una serranda di taratura per il bilanciamento dei
condotti costituenti la rete di distribuzione.
9.3. Impianto Idrico Sanitario
L’impianto di adduzione acqua sanitaria sarà dotato di gruppo di addolcimento secondo
quanto previsto dalla norma UNI 8065 e D.M. 443/90 ed inoltre è prevista l’installazione di
un disconnettore a zona di pressione ridotta controllabile sulla linea di caricamento
dell’impianto di riscaldamento.
La rete di distribuzione sarà realizzata con tubazioni in polipropilene con raccordi a saldare
e sarà adeguatamente coibentata secondo quanto previsto dalle norme UNI EN 806, dalla
norma UNI 9182/08 e dall’allegato B del D.P.R. 412/93
La produzione dell’acqua calda sanitaria sarà realizzata mediante bollitori elettrici ad
accumulo installati direttamente nei locali ad uso servizio igienico.
Dati di progetto:
- Portate minime e pressioni dei rubinetti di erogazione per apparecchi sanitari:
Apparecchio
Portata minima (l/s)
Pressione (kPa)
lavabi
0,10
50
bidet
0,10
50
vasi cassetta
0,10
50
doccia
0,15
50
idrantini ø 1/2"
0,40
100
idrantini ø 3/4"
0,60
100
- Unità di scarico dei singoli apparecchi:
Apparecchio
Unità di scarico DU [l/s]
lavabi
0,5
vasi a cassetta
2,5
doccia
0,6
Pendenze minime delle tubazioni di scarico dei servizi igienici 2%
Pendenze minime dei collettori di scarico 3%
9.4. Impianto Elettrico
L’impianto elettrico segue il progetto che suddivide lo spazio in varie zone con destinazioni
diverse e/o complementari. A ciascuna di esse corrisponde una illuminazione specifica.
Nella zona d’ingresso troviamo apparecchi ad incasso che si abbinano a lampade a
sospensione. I mosaici esistenti che costituiscono i rivestimenti delle pareti saranno
illuminati da luci a led ad incasso. Nella sala adibita a teatro e/o polivalente troviamo la
doppia illuminazione a parete e a sospensione, mentre nell’altra sala al piano primo (ex
galleria) l’illuminazione è garantita da lampade ad incasso a soffitto. Sempre al piano
primo i gradoni sono evidenziati da incassi a parete segna passo. Plafoniere sono presenti
in tutte le zone di servizio. All’esterno un’illuminazione a parete combinata ad una a
pavimento completa la funzione degli spazi laterali. Il fronte viene evidenziato con
specifiche lampade a parete.
Le opere da impiantista elettrico che formano l’oggetto dell’appalto possono riassumersi
come appresso, salvo più precise indicazioni che all’atto esecutivo potranno essere
impartite dalla Direzione Lavori:
§ dimensionamento Impianto: nel rispetto delle Norme CEI, avendo come base di
partenza la potenza assorbita dai vari utilizzatori presenti nell’edificio. In particolare,
per quanto riguarda il dimensionamento delle condutture e degli interruttori, si è
tenuto conto della potenza di progetto;
§ quadri di sezionamento, manovra e protezione: tutti i componenti dovranno
essere oggetto di una delle misure di protezione di seguito elencate; il criterio
generale sarà quello di impedire la possibilità che tale contatto possa avvenire;
§ impianti di terra, di illuminazione e prese: modo di collegamento a terra TT; s’
intende che l’ impianto di terra delle masse (costruito dall’ utente ) è separato dall’
impianto di terra del neutro ( previsto dal distributore di energia ). L’ impianto di
terra di protezione delle masse è unico per l’ intero edificio. La resistenza di terra
dell’ impianto soddisfa la seguente relazione.:Ra x Idm ≤ 50;
§ apparecchi di illuminazione: Possono essere installati apparecchi di illuminazione
conformi alle relative norme di prodotto; non sono richiesti requisiti particolari.
Tuttavia, gli apparecchi con lampade ad alogeni o ad alogenuri devono avere uno
schermo di protezione, il quale impedisca la proiezione di materiale incandescente
in caso di scoppio della lampada. Gli apparecchi che sviluppano calore devono
essere installati lontano da materiali combustibili, come di seguito indicato: 0,5 m
per apparecchi fino a 100 0,8 m per apparecchi da 100W a 300W 1m per
apparecchi da 300W a 500W. Gli apparecchi soggetti a sollecitazioni meccaniche(
ad esempio posti nei luoghi di transito sotto i 2,5m di altezza dal piano di calpestio )
dovranno essere protetti contro gli urti ed avere la lampada inaccessibile se non
con l’ uso di attrezzi.
§ impianti illuminazione di emergenza: per illuminazione di emergenza si intende l’
illuminazione necessaria per la sicurezza delle persone in caso di mancanza dell’
illuminazione ordinaria. L’ illuminazione di emergenza è obbligatoria ed
espressamente richiesta dal DM 16/08/96, ai fini della prevenzione incendi. Sarà
realizzato un impianto di illuminazione di emergenza in grado di garantire, lungo le
vie di uscita un’ illuminamento di almeno 5 lx ( ad 1m di altezza dal piano di
calpestio ), con autonomia di almeno 1 ora. L’impianto sarà realizzato con
apparecchi autoalimentati, quindi il circuito di sicurezza e’ all’ interno della lampada
stessa. Saranno altresì montate apparecchi di illuminazione emergenza SA
§
§
§
§
autonomi, in prossimità delle uscite di sicurezza nella sala teatro, l’ alimentazione
SA sarà disinseribile da luogo presidiato e tale situazione sarà indicata da
segnalazione luminosa.
impianto rilevazione incendi; Tale impianto costituisce una delle principali misure
di protezione contro gli incendi. Sarà di tipo automatico/manuale ; costituito cioè da
pulsanti a muro azionabili dal personale e da rivelatori lineari e puntiformi ottici.
Controllerà l’ intera superficie, suddivisa in zone, in modo da localizzare
rapidamente e con sicurezza il focolaio di incendio. Ogni singola zona non dovrà
avere una superficie a pavimento superiore a 1600m2 o comunque: a)Fino a 10
locali solo se contigui, affacciati sul medesimo disimpegno e di superficie fino a 600
m2. b)Fino a 20 locali contigui, con superficie complessiva massima di 1000m2, se
sono installati ripetitori ottici di allarme in prossimità degli accessi ai locali, in modo
da consentire di individuare il locale da cui proviene l’ allarme. Sarà di tipo ad
indirizzamento singolo, in modo che ad ogni allarme, attraverso il codice di
identificazione trasmesso dal rilevatore e/o pulsante alla centrale, sarà possibile
individuare in modo univoco la provenienza del segnale.
opere accessorie necessarie all’esecuzione degli impianti; Verifica della
costruzione e identificazione Verifica del corretto cablaggio, del funzionamento
meccanico ed elettrico. Efficienza del circuito di protezione. Prova della resistenza
di isolamento. Verifica dei limiti di sovratemperatura
prevenzioni incendi; rischio incendio tutti i locali in oggetto; classificazione locali
Un luogo MARCIO e’ un luogo in cui il rischio relativo all’ incendio e’ maggiore
rispetto ad un luogo ordinario. Il rischio relativo all’ incendio e’ il prodotto della
probabilità che si inneschi un incendio per l’ entità media del danno prodotto dall’
incendio stesso. La norma non definisce con chiarezza quali sono i luoghi marci; il
compito di tale valutazione e’ lasciato al committente il quale dovrebbe valutare tale
rischio nell’ ambito della più vasta valutazione dei rischi. Detto questo, si ricorda
che la norma identifica tre tipi di luoghi marci, in relazione alla causa che determina
il maggior rischio. Per comodità , non avendo normativamente un nome, sono stati
identificati con la lettera A-B-C, rifererendosi alle appendici A-B-C nei quali erano
trattati nella quarta edizione della CEI 64-8 ( attualmente siamo giunti alla sesta
edizione ). Luogo di tipo A: elevata densità di affollamento o elevato tempo di
sfollamento in caso di incendio, oppure elevato danno ad animali e cose. Luogo di
tipo B: strutture portanti combustibili ad esempio baite in legno. Luogo di tipo C:
lavorazione,convogliamento,manipolazione o deposito di materiali infiammabili o
combustibili. In relazione a quanto descritto, i locali in oggetto vengono classificati
come LUOGHI MARCI TIPO A.
riferimenti normativi - tutti i componenti elettrici utilizzati dovranno essere a regola
d’ arte e idonei all’ ambiente di installazione. Il materiale elettrico soggetto alla
direttiva bassa tensione, immesso sul mercato dopo il 1° Gennaio 1997, dovrà
essere marcato CE. Per il materiale elettrico non soggetto alla direttiva basa
tensione, ad esempio prese a spina ad uso domestico o similare, l’ installatore potrà
ricorrere a prodotti con marchio di conformità alle norme, ad esempio l’ istituto
italiano del marchio di qualità ( IMQ ). Mentre la marchiatura CE è obbligatoria, il
marchio IMQ è volontario. Il marchio IMQ, che può accompagnare la mercatura CE,
sta ad indicare che secondo l’ istituto italiano del marchio di qualità il prodotto è
conforme alle norme relative, avendo in particolare superato la sequenza di prove
previste. Per il materiale, non soggetto alla direttiva bassa tensione e quindi senza
marcatura CE, privo di marchio di qualità sarà opportuno che l’ installatore richieda
al costruttore, o al suo mandatario/importatore, la dichiarazione che è costruito a
regola d’ arte ai sensi dell’ art. 5 del DPR 447/91. Sarà sufficiente che tale
dichiarazione compaia a catalogo.
9.4.1 Generalità
L’ allaccio alle utenze, deve essere realizzato da un tecnico abilitato ai sensi del DM
37/08 , seguendo le indicazioni fornite dal costruttore dell’ apparecchio; in ogni caso l’
utente è tenuto ad utilizzare l’impianto nei limiti previsti dal progetto stesso.
Si declina ogni responsabilità per ogni utilizzo improprio .
In particolare si segnala che, nelle zone con particolari rischi, alcune prescrizioni sono
applicate anche agli apparecchi utilizzatori sia fissi che mobili, il cui controllo non può che
essere demandato all’ utente, il quale dovrà adottare adeguati provvedimenti.
Il dimensionamento dell’impianto elettrico in oggetto è stato eseguito applicando i criteri
della buona tecnica nel rispetto delle Norme CEI, avendo come base di partenza la
potenza assorbita dai vari utilizzatori presenti nell’edificio.
Le opere da impiantista elettrico che formano l’oggetto dell’appalto possono riassumersi
come appresso, salvo più precise indicazioni che all’atto esecutivo potranno essere
impartite dalla Direzione Lavori:
• linee di alimentazione e di distribuzione;
• quadri di sezionamento, manovra e protezione
• impianti di terra, di illuminazione e prese
• impianti illuminazione di sicurezza
• assistenze murarie
• opere accessorie necessarie all’esecuzione degli impianti.
DATI ALIMENTAZIONE ELETTRICA
Ente distributore
ENEL
Tensione (V)
400
Fattore di potenza
0,9
Fasi
3+N
Sistema
TT
Categoria
1
Caduta di tensione max (%) luce/fm
4%
Caduta di tensione max avviamento motori (%)
10%
Corrente di corto circuito (KA)
Potenza impegnata (KW)
10
120
9.4.2 Normativa di riferimento
CEI 0-2 Documentazione di progetto
CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica – linee
in cavo.
CEI 11-20 Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di
prima e seconda categoria.
CEI 17-5 Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2 : interruttori automatici.
CEI 17-11 Apparecchiature a bassa tensione. Parte 3 : interruttori di manovra ,
sezionatori,interruttori di manovra –sezionatori e unità combinate con fusibili.
CEI 17-13/1 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (
Quadri BT)-Parte 1 : apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature
parzialmente soggette a prove di tipo( ANS) .
CEI 17-13/2 Apparecchiature assiemate di protezione di manovra per bassa tensione –
Parte 2 : prescrizioni particolari per i condotti sbarre.
CEI 17-13/3 Apparecchiature assiemate di protezione di manovra per bassa tensioneParte 3 : prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra
destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro
uso.
CEI 17-17/1 Apparecchiatura industriale a tensione non superiore a 1000V in corrente
alternata e 1200V in corrente continua .Individuazione dei morsetti e numero caratteristico.
Regole generali.
CEI 17-44 Apparecchiature a bassa tensione-Parte 1: regole generali.
CEI 17-46 Interruttori di manovra e interruttori –sezionatori combinati con fusibili ad alta
tensione per corrente alternata.
CEI 17-52 Metodo per la determinazione della tenuta al corto circuito delle
apparecchiature assiemate non di serie ( ANS ).
CEI 17-83 Apparecchiature ad alta tensione. Parte 102: sezionatori e sezionatori di terra a
corrente alternata per alta tensione.
CEI 17-86 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (
quadri BT) Guida per la prova in condizioni d’ arco dovuto a un guasto interno.
CEI 20-19/1 Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750V.
Parte 1 : prescrizioni generali.
CEI 20-20/1 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a
450/750V. Parte 1 :prescrizioni generali.
CEI 20-22 Prove di incendio sui cavi elettrici. Parte 1: generalità e scopo. Parte 2: prove di
non propagazione dell’ incendio. Parte 3: prove sui fili e cavi disposti in fascio.
CEI 20-35 Metodi di prova comuni per cavi in condizione di incendio. Prova di non
propagazione della fiamma su singolo conduttore o cavo isolato. Parte 1: apparecchiature
di prova. Parte 2-1: procedure di prova, fiamma di 1KW premiscelata. Parte 2-2: procedure
di prova, fiamma diffusa.
CEI 20-40 Guida per l’ uso dei cavi in bassa tensione.
CEI 20-67 Guida per l’ uso dei cavi 0,6/1 KV.
CEI 20-43 Ottimizzazione economica delle sezioni dei conduttori dei cavi elettrici per
energia.
CEI 22-27 Sistemi statici di continuità (UPS) Parte 1-2 : prescrizioni generali e di sicurezza
per UPS utilizzati in aree con accesso limitato.
CEI 23-3/1 Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti
domestici o similari – Parte 1: interruttori automatici per funzionamento in corrente
alternata.
CEI 23-12/1 Spine e prese per uso industriale. Parte 1: prescrizioni generali.
CEI 23-20 Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione per usi domestici e
similari. Parte 1: prescrizioni generali.
CEI 23-21Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione per uso domestico e
similare. Parte 2.1: prescrizioni particolari per i dispositivi di connessione come parti
separate con unità di serraggio di tipo a vite.
CEI 23-26 Tubi per installazioni elettriche.
CEI 23-31Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi.
CEI 23-32 Sistemi di canali in materiale plastico isolante e loro accessori ad uso
portacavi e portapparecchi per soffitto e parete.
CEI 23-39 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 1: prescrizioni
generali.
CEI 23-42 Interruttori differenziali senza sganciatore di sovracorrente incorporati per
installazione domestiche e similari. Parte 1: prescrizioni generali.
CEI 23-44 Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per
installazione domestiche e similari. Parte 1: prescrizioni generali.
CEI 23-46 Sistemi di canalizzazioni per cavi.Sistemi di tubi – Parte 2-4: Prescrizioni
particolari per sistemi di tubi interrati.Impianti di produzione,trasmissione e distribuzione di
energia elettrica-linee in cavo.
CEI 23-49 Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e
similari. Parte 2: prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di
protezione ed apparecchi che nell’ uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile.
CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione,le verifiche e le prove dei quadri di
distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare.
CEI 23-54 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-1: prescrizioni
particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori.
CEI 23-55 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-2: prescrizioni
particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori.
CEI 31-30 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas.
( EN 60079-14) Parte 10: classificazione dei luoghi pericolosi.
CEI 31-33 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas.
( EN 60079-10 )Parte 14: impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la
presenza di gas ( diversi dalle miniere ).
CEI 31-35 Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza
di gas.Guida all’ applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30).Classificazione
dei luoghi pericolosi.
CEI 34-17 Sistemi di alimentazione a binario elettrificato per apparecchi di illuminazione.
CEI 34-21 Apparecchi di illuminazione. Parte 1: prescrizioni generali e prove.
CEI 64-8/1 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in
corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parte 1: oggetto,scopo e principi
fondamentali.
CEI 64-8/2 Parte 2: definizioni.
CEI 64-8/3 Parte 3: caratteristiche generali.
CEI 64-8/4 Parte 4: prescrizioni per la sicurezza.
CEI 64-8/5 Parte 5: scelta e installazione dei componenti elettrici.
CEI 64-8/6 Parte 6: verifiche.
CEI 64-8/7 Parte 7: ambienti e applicazioni particolari.
CEI 64-11 Impianti elettrici nei mobili
CEI 64-12 Guida per l’ esecuzione dell’ impianto di terra negli edifici per uso residenziale e
terziario.
CEI 64-50 Edilizia residenzialeGuida per l’integrazione nell’ edificio degli impianti elettrici utilizzatori ausiliari e telefonici.
CEI 70-1 Grado di protezione degli involucri.
CEI 79-3 Impianti antiefrazione, antiintrusione, antifurto e antiaggressione.
CEI 81- 10/1 Protezione contro i fulmini-Parte 1 : principi generali
CEI 81-10/2 Protezione contro i fulmini-Parte 2 : valutazione del rischio
CEI 81-10/3 Protezione contro i fulmini Parte 3: danno materiale alle strutture e pericolo
per le persone.
CEI 81-10/4 Protezione contro i fulmini Parte 4 : impianti elettrici ed elettronici nelle
strutture.
CEI 103-1/1 Impianti telefonici interni. Parte 1: generalità.
CEI 103-1/13 Impianti telefonici interni. Parte 13: criteri di installazione e reti.
CEI 103-1/14 Impianti telefonici interni. Parte 14: collegamento alla rete in servizio
pubblico.
CEI-UNELCavi per energia isolati in gomma o con materiale termoplastico aventi grado di
Tab.35023 protezione non superiore a 4; cadute di tensione.
CEI-UNEL Cavi elettrici isolati con materiale elastometrico o termoplastico per tensioni
nominali
Tab. 35024/1 non superiori a 1000V in corrente alternata e 1500V in corrente continua.
Portata di corrente in regime permanente per posa in aria.
CEI-UNEL Cavi elettrici isolati con materiale elastometrico o termoplastico per
Tab. 35026 tensioni nominali non superiori a 1000V in corrente alternata e 1500V in
corrente continua. Portata di corrente in regime permanente per posa interrata.
UNI EN 1838 Applicazione dell’ illuminotecnica-illuminazione di emergenza
UNI EN 12464-1 Luce e illuminazione. Illuminazione dei luoghi di lavoro. Parte 1: luoghi di
lavoro interni.
UNI EN 54-1 Sistemi di rilevazione e di segnalazione incendio-introduzione
UNI EN 54-2 Sistemi di rilevazione e di segnalazione incendio-centrale di controllo e di
segnalazione.
UNI EN 54-4 Sistemi di rilevazione e di segnalazione incendio-apparecchiature di
alimentazione.
UNI EN 54-7
Sistemi di rilevazione e di segnalazione incendio-rivelatori di fumo.
Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della
trasmissione della luce e della ionizzazione.
UNI EN 54-12 sistemi di rilevazione e di segnalazione d’ incendio – rilevatori di fumo –
Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso.
9.4.3 Leggi e prescrizioni
DPR 19/3/56 n 303: Norme generali per l’ igiene del lavoro.
LEGGE 1/3/68 n 186: Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature,
macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici.
LEGGE 18/10/77 n 791: Attuazione della direttiva del consiglio delle comunità europea
relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad
essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione.
DM 37/08: Regolamento concernente l’ attuazione dell’ art. 11 – quaterdecies, comma 13,
lettera a) della Legge 248 del 2 Dicembre 2005, recente riordino delle disposizioni in
materia di attivita’ di installazione degli impianti elettrici degli edifici ( nuova L 46/90 )
DL 9/04/08 n 81: Attuazione dell’ articolo 1 della Legge 3 Agosto 2007, n 123, in materia di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ( testo unico sulla sicurezza )
DM 19/08/96: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la
progettazione,costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo
AMBIENTI SOGGETTI A NORMATIVA SPECIFICA
CEI 64-8/7:presenza di locali contenenti bagni e/o docce
CEI 31/30 , CEI 31-35, CEI 31-31°: locali con possibile presenza di atmosfera esplosiva,
centrali termiche
9.4.4 Prescrizioni tecniche particolari
I punti luce, quando siano più di uno in uno stesso locale, saranno del tipo commutato, in
modo che si abbiano le seguenti condizioni: luci tutte accese, luci tutte spente, luci accese
per metà. Quando in un locale vi sia più di una porta di ingresso, i punti luce saranno del
tipo deviato. I punti luce del tipo a tubi fluorescenti dovranno avere il cablaggio rifasato e
protetto dal fusibile. I conduttori delle linee di distribuzione interna saranno in rame isolati
in PVC, a marchio IMQ e di tipo non propaganti l’incendio - CEI 20/22, tensione Uo/U:
0,6/1KV e Uo/U: 450/750 Volt. I conduttori posati sotto traccia saranno collocati entro tubi
flessibili in PVC pesante e marchio di qualità I.M.Q.. Le giunzioni fra conduttori avverranno
esclusivamente entro le apposite scatole di derivazione a mezzo di adatti morsetti a
mantello preisolati. È vietato introdurre nella stessa scatola di derivazione e nello stesso
tubo conduttori a diversa tensione di esercizio e diversa funzione. Il percorso delle
tubazioni e delle canalette in cui alloggiano i conduttori avrà sempre percorso rettilineo,
orizzontale e verticale, nei vertici in cui cambiano le direzioni saranno sempre installate
apposite scatole. Il diametro interno dei tubi protettivi deve essere pari almeno a 1,3 volte
il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti. La minima sezione
ammessa per i conduttori in rame è in ogni caso la seguente:
ai punti luce
1,5 mmq. (derivazioni interne)
alle prese da 10 A
2,5 mmq. (derivazioni interne)
alle prese da 16 A
2,5 mmq. (derivazioni interne)
La sezione di rame minima del conduttore di terra non deve essere inferiore a 2,5 mmq. e
se alloggiato entro tubi protettivi contenenti altri conduttori dovrà essere isolato in PVC con
le stesse caratteristiche dei conduttori di fase. Gli interruttori automatici saranno
esclusivamente del tipo magnetotermico con adeguato potere di interruzione e dovranno
realizzare una protezione sicuramente selettiva in modo tale che venga garantito sempre e
soltanto l’intervento dell’apparecchio di protezione più vicino al guasto. Gli interruttori
automatici magnetotermici con relè differenziale dovranno avere i requisiti di cui sopra per
la parte magnetotermica, mentre il relè differenziale, salvo diversa prescrizione, dovrà
essere ad alta sensibilità con soglia di intervento non superiore a 30 mA. Le prese, sia del
tipo da 10A+T che del tipo 16A+T saranno a 220 V, derivate fra fase e neutro di un
sistema trifase a 380 Volt con particolare attenzione per la distribuzione equilibrata del
carico sulle tre fasi.
9.4.5 Conformità alle norme
Tutti i componenti elettrici utilizzati dovranno essere a regola d’ arte e idonei all’ ambiente
di installazione.
Il materiale elettrico soggetto alla direttiva bassa tensione, immesso sul mercato dopo il 1°
Gennaio 1997, dovrà essere marcato CE.
Per il materiale elettrico non soggetto alla direttiva basa tensione, ad esempio prese a
spina ad uso domestico o similare, l’ installatore potrà ricorrere a prodotti con marchio di
conformità alle norme, ad esempio l’ istituto italiano del marchio di qualità ( IMQ ).
Mentre la marchiatura CE è obbligatoria, il marchio IMQ è volontario.
Il marchio IMQ, che può accompagnare la mercatura CE, sta ad indicare che secondo l’
istituto italiano del marchio di qualità il prodotto è conforme alle norme relative, avendo in
particolare superato la sequenza di prove previste.
Per il materiale, non soggetto alla direttiva bassa tensione e quindi senza marcatura CE,
privo di marchio di qualità sarà opportuno che l’ installatore richieda al costruttore, o al suo
mandatario/importatore, la dichiarazione che è costruito a regola d’ arte ai sensi dell’ art. 5
del DPR 447/91.
Sarà sufficiente che tale dichiarazione compaia a catalogo.
9.4.6 Misure di protezione contro i contatti diretti
Misure di protezioni totali:
- Protezione mediante isolamento delle parti (CEI 64-8 art. 412.1)
Le parti attive saranno completamente ricoperte con isolamento che possa essere rimosso
solo mediante distruzione. L’ isolamento dovrà essere tale da resistere alle sollecitazioni
elettriche, meccaniche, chimiche e termiche a cui può essere soggetto durante l’ utilizzo.
Si ricorda che vernici, lacche, smalti e prodotti similari non sono in genere considerati
idonei ad assicurare un adeguato isolamento per tale protezione.
- Protezione mediante involucri o barriere (CEI 64-8 art. 412.2)
L’ involucro è un elemento che assicura un grado di protezione appropriato contro la
penetrazione degli agenti esterni. L’ involucro può garantire una protezione singola a parti
attive oppure includere in un’ unica protezione un insieme di apparecchiature. La barriera
è un elemento che assicura un determinato grado di protezione contro i contatti diretti
nelle direzioni abituali di accesso. La norma richiede, salvo eccezioni, che le parti attive
siano protette con involucri o barriere aventi un grado di protezione almeno IP XXB (
inaccessibili al dito di prova ). Le parti superiori di involucri o barriere orizzontali, se a
portata di mano, devono assicurare un grado di protezione IP XXD ( inaccessibile al filo di
prova avente diametro di 1mm ). Gli involucri e le barriere dovranno inoltre soddisfare ai
requisiti di solidità ed affidabilità previsti dalla norma CEI 64-8 art. 412.2.3 – 412.2.4.
Misure di protezione parziali (mediante ostacoli e/o di stanziamento): sono riservate a
quei locali il cui accesso è limitato alle persone addestrate (art. 29.1), pertanto tali misure
nello specifico non sono ammesse.
Misure di protezione addizionali:
- Protezione addizionale mediante interruttore differenziale (CEI 64-8 art. 412.5)
Saranno previsti interruttori differenziali con corrente nominale di intervento non superiore
a 30 mA , in grado di intervenire in caso di insuccesso delle ordinarie misure di protezione
, che comunque non potranno essere omesse. Tali accorgimenti saranno utilizzati in
condizioni ambientali particolarmente gravose e dove gli apparecchi utilizzatori saranno
utilizzati da persone particolarmente vulnerabili.
- protezione contro i contatti indiretti
Tutti i componenti dovranno essere oggetto di una delle misure di protezione di seguito
elencate.
Protezione mediante interruzione automatica del circuito:
- Protezione con interruttore differenziale (CEI 64-8 art, 413.1)
Tutte le masse dovranno essere collegate all’ impianto di terra mediante conduttore di
protezione.
A tale impianto saranno collegati tutti i sistemi di tubazione metalliche accessibili, nonchè
tutte le masse metalliche accessibili di notevole dimensione ( masse estranee ) esistenti
nell’ area dell’ impianto utilizzatore stesso. Le masse simultaneamente accessibili saranno
collegate allo stesso impianto di terra, a tale scopo
l’ impianto di terra sarà unico.
Il termine “massa” indica una parte conduttrice, facente parte dell’ impianto elettrico o di un
apparecchio utilizzatore, che non è in tensione in condizioni ordinarie di isolamento, ma
che può andare in tensione in caso di cedimento dell’ isolamento principale e che può
essere toccata.
Si precisa che una parte conduttrice, separata dalle parti attive da un isolamento doppio o
rinforzato, non è da considerarsi una massa, proprio perché non va in tensione in caso di
cedimento dell’ isolamento principale.
Anche una parte conduttrice che può andare in tensione perché a contatto con una massa
non è da considerarsi una massa. Il termine “massa estranea” indica una parte
conduttrice, non facente parte dell’ impianto elettrico,in grado di introdurre un potenziale,
generalmente il potenziale di terra ( art. 23.3 ).
Sono quindi da considerare masse estranee, gli elementi metallici in buon collegamento
elettrico con il terreno, che presentano una bassa resistenza verso terra ( ad es. tubazioni
idriche, gas, riscaldamento).
Non sono da considerarsi masse estranee quelle parti conduttrici, anche di rilevante
dimensione ( ad es. telai delle finestre ), che presentano una elevata resistenza verso
terra.
Le protezioni dovranno essere coordinate in modo tale da assicurare la tempestiva
interruzione del circuito guasto se la tensione di contatto assume valori pericolosi.
Protezione senza interruzione automatica del circuito:
- Protezione mediante componenti el. di classe 2 o con is. equivalente (64-8 413.2)
La protezione verrà realizzata impiegando materiali aventi un isolamento doppio o
rinforzato, indicato con simbolo grafico.
Sono denominati di classe 2 i componenti e gli apparecchi utilizzatori previsti dal
costruttore con un isolamento doppio o rinforzato e non provvisti di alcun dispositivo per il
collegamento a un conduttore di protezione.
Per ciò che concerne i cavi da impiegare nei sistemi elettrici a tensione nominale non
superiore a 690V, si possono ritenere “ cavi con isolamento equivalente alla classe 2 “ i
cavi con guaina non metallica aventi tensione nominale maggiore di un gradino a quella
necessaria per il sistema elettrico servito, che non comprendano un rivestimento metallico.
Sono ritenuti equivalenti alla classe 2 anche le condutture realizzate con cavi unipolari
senza guaina installati in tubo o canale protettivi isolanti ( art. 413.2.1.1 commenti ).
Il sistema di protezione in questione vieta il collegamento ad un conduttore di protezione
delle parti conduttrici accessibili ed intermedie.
Tutto ciò perché è più probabile che un conduttore di protezione riporti sulle parti
conduttrici tensioni pericolose a causa dell’ inefficienza dell’ impianto di terra piuttosto che
le stesse parti conduttrici assumano tensioni pericolose in seguito al cedimento dei due
isolamenti ( principale e supplementare ).
9.4.7 Prevenzione incendi
Classificazione locali:
Un luogo MARCIO e’ un luogo in cui il rischio relativo all’ incendio e’ maggiore rispetto ad
un luogo ordinario.
Il rischio relativo all’ incendio e’ il prodotto della probabilità che si inneschi un incendio per
l’ entità media del danno prodotto dall’ incendio stesso.
La norma non definisce con chiarezza quali sono i luoghi in cui il rischio relativo all’
incendio e’ maggiore rispetto ad un luogo ordinario; il compito di tale valutazione e’
lasciato al committente il quale dovrebbe valutare tale rischio nell’ ambito della più vasta
valutazione dei rischi.
Per comodità , non avendo normativamente un nome, sono stati identificati con la lettera
A-B-C, riferendosi alle appendici A-B-C nei quali erano trattati nella quarta edizione della
CEI 64-8 ( attualmente siamo giunti alla sesta edizione ).
Luogo di tipo A: elevata densità di affollamento o elevato tempo di sfollamento in caso di
incendio, oppure elevato danno ad animali e cose.
Luogo di tipo B: strutture portanti combustibili ad esempio baite in legno.
Luogo di tipo C: lavorazione,convogliamento,manipolazione o deposito di materiali
infiammabili o combustibili.
In relazione a quanto descritto, i locali in oggetto vengono classificati come LUOGHI TIPO
A.
Condutture:
Le condutture dovranno essere tali da non causare l’ innesco e/o la propagazione di
incendi.
Per conduttura si intende l’ insieme costituito da uno o più conduttori elettrici e dagli
elementi che assicurano il loro isolamento, il loro supporto, il loro fissaggio e la loro
eventuale protezione meccanica , cassette di derivazione comprese.
I tipi di condutture idonee per i luoghi a maggior rischio di incendio sono dieci e si
suddividono in tre gruppi come di seguito specificato:
1. Gruppo A : condutture che strutturalmente non possono nè innescare, nè propagare l’
incendio
2. Gruppo B : condutture che non possono innescare, ma possono propagare l’ incendio.
3. Gruppo C : condutture senza particolari requisiti, che possono innescare e propagare l’
incendio
Di seguito tipo di condutture utilizzabili e prescrizioni particolari
Gruppo
A1
A2
A3
B1
B2
Tipo di conduttura
Cavi in tubo metallico o isolante
incassato in struttura non
combustibile
Cavi in tubo o canale metallico a
vista : IP ≥ 4X
Cavi ad isolamento minerale a
vista (senza guaina esterna
isolante)
Cavo multipolare a vista con
conduttore di protezione
concentrico
Cavo ad isolamento minerale a
vista con guaina metallica e con
guaina isolante esterna
B3
Cavo multipolare a vista con
schermo metallico sulle singole
anime ( o sul loro insieme)
C1
Cavo multipolare con conduttore
di protezione senza particolari
requisiti di posa, ad es. a vista
posato in passerella
Conduttore di
protezione
Provvedimenti contro
Provvedimenti contro la
l’innesco
propagazione dell’ incendio
dell’ incendio
Nessuna
prescrizione
Nessuna
prescrizione
Nessuna prescrizione
Nessuna
prescrizione
Nessuna
prescrizione
Nessuna prescrizione
Guaina metallica
Nessuna
prescrizione
Nessuna
prescrizione
Conduttore
concentrico
Guaina metallica
Schermo metallico
Anima del cavo
multipolare
Nessuna
prescrizione
Nessuna
prescrizione
Nessuna
prescrizione
Guaina non propagante la
fiamma ( CEI 20-35), per cavi
installati individualmente o
distanziati tra loro almeno 25
cm.
Guaina non propagante l’
incendio ( CEI 20-22),se in
fascio.
Guaina non propagante la
fiamma ( CEI 20-35), per cavi
installati individualmente o
distanziati tra loro almeno 25
cm
Guaina non propagante l’
incendio ( CEI 20-22),se in
fascio.
Guaina non propagante la
fiamma ( CEI 20-35), per cavi
installati individualmente o
distanziati tra loro almeno 25
cm.
Guaina non propagante l’
incendio ( CEI 20-22),se in
fascio
I circuiti, ad
Cavi non propaganti la fiamma
eccezione di quelli di
(CEI 20-35), se installati
sicurezza devono individualmente o distanziati
essere protetti da
tra loro almeno 25 cm.
interruttore
Cavi non propaganti l’ incendio
Gruppo
C2
C3
Tipo di conduttura
Conduttore di
protezione
Provvedimenti contro
Provvedimenti contro la
l’innesco
propagazione dell’ incendio
dell’ incendio
differenziale Idn ≤ (CEI 20-22),se in fascio/strato
0,3A
.
I circuiti, ad
Cavi non propaganti la fiamma
eccezione di quelli di
(CEI 20-35), se installati
Cavi in tubi protettivi o involucri
sicurezza devono individualmente o distanziati
Conduttore nudo o
metallici con grado di protezione
tra loro almeno 25 cm.
essere protetti da
isolato
<IP4X, ad esempio canale.
interruttore
differenziale Idn ≤ Cavi non propaganti l’ incendio
(CEI 20-22),se in fascio/strato.
0,3A
Cavi non propaganti la fiamma
(CEI 20-35), se installati
Presenza non
Cavi in tubo o canale isolante con
Nessuna
individualmente.
richiesta dentro il
grado di protezione ≥ IP 4X
prescrizione
tubo o canale
Cavi non propaganti l’ incendio
(CEI 20-22),se in fascio.
Nello specifico le pose saranno A1-C1-C2-C3
Apparecchi di illuminazione:
Possono essere installati apparecchi di illuminazione conformi alle relative norme di
prodotto; non sono richiesti requisiti particolari.
Tuttavia, gli apparecchi con lampade ad alogeni o ad alogenuri devono avere uno
schermo di protezione, il quale impedisca la proiezione di materiale incandescente in caso
di scoppio della lampada.
Gli apparecchi che sviluppano calore devono essere installati lontano da materiali
combustibili, come di seguito indicato:
0,5 m per apparecchi fino a 100W
0,8 m per apparecchi da 100W a 300W
1m per apparecchi da 300W a 500W
Gli apparecchi soggetti a sollecitazioni meccaniche( ad esempio posti nei luoghi di transito
sotto i 2,5m di altezza dal piano di calpestio ) dovranno essere protetti contro gli urti ed
avere la lampada inaccessibile se non con l’ uso di attrezzi.
9.4.8 Impianto di terra
Dispersori, generalità:
Il dispersore è un corpo conduttore (o un gruppo di corpi conduttori ) in contatto elettrico
col terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra.
Dispersori, tipo di posa:
Nello specifico si è optato per dispersori a croce interconnessi tra loro con corda di rame
nuda 50 mmq
Giunzioni dei dispersori:
Le giunzioni dovranno avere le seguenti proprietà:
-bassa resistenza di contatto
-grande robustezza meccanica
-elevata resistenza alla corrosione
Corrosione dei dispersori:
Gli elementi costituenti il dispersore non possono essere sottratti all’ azione corrosiva del
terreno, occorrerà dunque:
- adottare metalli resistenti alla corrosione.
-rivestire con adeguata protezione i metalli più attaccabili ( ferro ramato,ferro zincato ).
-aumentare le sezioni dei metalli costituenti il dispersore ( nel caso di corde andranno
adottate quelle che, a pari sezione, hanno fili elementari di diametro maggiore ), per
garantire comunque una vita sufficiente anche in caso di corrosione.
-adottare opportuni accorgimenti atti a limitare le corrosioni chimiche e elettrochimiche.
Si ometterà, correttamente, l’ utilizzo di alluminio, il quale si ricopre di uno strato di ossido
isolante che impedisce la dispersione della corrente.
I metalli da utilizzarsi saranno quindi il rame, l’ acciaio zincato a caldo o rivestito di rame e
il rame stagnato.
Onde evitare corrosione di natura chimica ed elettrochimica è stato considerare quanto
segue:
- nella connessione di materiali diversi sarà opportuno adottare morsetti e capocorda in
materiali che permettono di ridurre le coppie elettrochimiche ad esempio ottone e rame
stagnato e proteggere le giunzioni con nastratura autovulcanizzante per evitare che l’
elettrolita possa penetrare nella giunzione.
-sarà necessario evitare l’ interramento di corde e picchetti nelle immediate vicinanze di
strutture interrate in acciaio o in ferro ( serbatoi, tubazioni idriche ), in quanto queste ultime
fungerebbero da anodo sacrificale
-nelle connessioni delle corde di rame,di acciaio ramato e di acciaio zincato con i ferri di
armatura del calcestruzzo, effettuate a mezzo di piastre collettrici esterne di acciaio
zincato connesse ai ferri del c.a. in più punti e nelle connessioni fra corde di rame e
picchetti di acciaio zincato, è preferibile che la connessione avvenga a mezzo di capicorda
stagnati e che il punto di giunzione sia coperto da nastratura o mastice bituminoso.
-si dovrà evitare la posa dei dispersori in terreni chimicamente aggressivi (terreni salmastri
o palustri caratterizzati da resistività molto basse ); in terreni inquinati da scarichi di
fognatura.
-in terreni basici sarà opportuno l’ impiego di rame stagnato o di acciaio zincato a caldo, in
terreni acidi l’ acciaio zincato è sconsigliato
.sarà opportuno evitare la disomogeneità del terreno ( ad es. sabbia più argilla ) che
potrebbe attivare una corrosione chimica nella zona di discontinuità. Sarà pertanto
necessario, nel riempimento degli scavi utilizzare la stessa terra di risulta evitando, specie
in presenza di terreni molto argillosi, sabbia o altri materiali molto permeabili, che
verrebbero ad arricchire di ossigeno e di acqua la zona a contatto con il metallo.
Conduttore di terra, generalità:
Il conduttore di terra collega il dispersore al collettore o nodo di terra dell’ impianto.
Dovrà avere sezione almeno uguale a quella del conduttore di fase di sezione più elevata,
con un minimo di 16 mmq se posato senza tubo protettivo.
Se costituito da corda in rame nudo interrata , dovrà avere una sezione di almeno 35
mm2, con filo elementare di diametro almeno 1,8 mm ( come dispersore ), se costituito da
conduttore interrato di acciaio zincato, dovrà avere una sezione di almeno 50mm2 ( come
dispersore ).
Se interrato direttamente e realizzato in acciaio zincato, andrà protetto dalla corrosione
nei 30 cm appena al di sopra e al di sotto della quota terreno, utilizzando manicotto
termorestringente o nastro bituminoso; in questa zona è particolarmente esposto alla
corrosione.
Nello specifico si e’ optato per un conduttore tipo N07V-K 50 mmq.
Conduttori di protezione elettrica, generalità:
Il conduttore di protezione elettrica collega a terra le masse dell’ impianto elettrico.
Se fa parte della stessa conduttura o fa parte dello stesso cavo multipolare, ha sezione
almeno uguale a quella dei conduttori di fase ( fino a 16 mm2).
Il conduttore di protezione comune a più circuiti è stato dimensionato in base al conduttore
di fase di sezione maggiore.
Se il conduttore di protezione non fa parte della stessa conduttura la sua sezione dovrà
essere, inoltre, almeno uguale a :
- 2,5 mm2 se è prevista una protezione meccanica
- 4 mm2 se non è prevista alcuna protezione meccanica
Sezione del conduttore di fase dell ‘
Sezione
minima
del
corrispondente
impianto
conduttore di protezione Sp (mm)
S(mm)
S ≤16
SP =S
16<S≤35
SP 16
S>35
SP=S/2
Conduttori equipotenziali, generalità:
Il collegamento equipotenziale ha lo scopo di mantenere allo stesso potenziale le masse e
le masse estranee.
Si distinguono in principali e supplementari
Di seguito sezione minime conduttori equipotenziali principali
Sezione del conduttore di protezione dell’ Sezione del corrispondente conduttore
impianto SP (mm)
equipotenziale EQP (mm)
SP ≤50
EQP =SP/2 (min 6)
SP> 50
25
La sezione minima dei conduttori equipotenziali supplementari sarà 2,5 mm2 se prevista
una protezione meccanica, 4 mm2 in caso diverso.
Saranno realizzati i seguenti collegamenti:
Collegamenti C.A. della struttura con corda in rame nudo 25mmq, ove possibile
Collegamento in centrale termica N07V-K 10mmq
Per quanto riguarda i collegamento equipotenziali supplementari, saranno realizzati nei
locali bagno ove fosse presente una vasca e/o doccia, a tale fine si utilizzera’ un
conduttore tipo N07V-K 6mm2.
Collettori di terra:
Il collettore sarà costituito da una barra di rame ,alla quale, attraverso opportuni capocorda
e bulloneria saranno collegati:
- conduttori di protezione
- conduttori equipotenziali principali
- conduttore di terra
saranno posizionati come di seguito specificato:
- quadro generale sottocontatore Q0
- locale centrale termica
- quadro Q1.1 auditorium
- quadro Q1.2 palco
- quadro Q1.3 camerini
9.4.9 Impianto di rilevazione incendi (fumo)
Tale impianto costituisce una delle principali misure di protezione contro gli incendi.
Sarà di tipo automatico/manuale ; costituito cioè da pulsanti a muro azionabili dal
personale e da rivelatori lineari e puntiformi ottici.
Controllerà l’ intera superficie, suddivisa in zone, in modo da localizzare rapidamente e
con sicurezza il focolaio di incendio.
Ogni singola zona non dovrà avere una superficie a pavimento superiore a 1600m2 o
comunque:
- Fino a 10 locali solo se contigui, affacciati sul medesimo disimpegno e di superficie fino a
600 m2.
- Fino a 20 locali contigui, con superficie complessiva massima di 1000m2, se sono
installati ripetitori ottici di allarme in prossimità degli accessi ai locali, in modo da
consentire di individuare il locale da cui proviene l’ allarme.
Sarà di tipo ad indirizzamento singolo, in modo che ad ogni allarme, attraverso il codice di
identificazione trasmesso dal rilevatore e/o pulsante alla centrale, sarà possibile
individuare in modo univoco la provenienza del segnale.
9.4.10 Conduttori di energia
- FG70R 600/1000V CEI – UNEL 35375
CEI 20-13
CEI 20-22 II
CEI 20-37
CEI 20-52
Cavo multipolare flex isolato in gomma HEPR di qualità G7 non propagante l’ incendio a
ridotta emissione di gas corrosivi
Impiego: trasporto di energia per impianti BT fino a 1000V, posa all’ interno in ambienti
anche bagnati, ed all’ esterno.
Posa fissa su muratura e strutture metalliche , in aria libera su passerelle, cabalette o
tubazioni.
- FG7R 600/1000V CEI- UNEL 35375
CEI 20-13
CEI 20-22 II
CEI 20-37
CEI 20-52
Cavo unipolare flex isolato in gomma HEPR di qualità G7 non propagante l’ incendio a
ridotta emissione di gas corrosivi
Impiego: trasporto di energia per impianti BT fino a 1000V, posa all’ interno in ambienti
anche bagnati, ed all’ esterno.
Posa fissa su muratura e strutture metalliche , in aria libera su passerelle, cabalette o
tubazioni.
- FTG10(O) M1 CEI 20-45
CEI 20-22 III
Cavo multipolare flessibile isolato in guaina termoplastica M1, bassissima emissioni di
fumi, gas tossici e corrosivi, resistenza al fuoco pari a 90minuti in servizio continuo ( colore
guaina blu )
Impiego: trasporto energia per impianti in bassa tensione fino a 1000V, installazioni dove
la continuità di servizio anche in caso di incendio deve essere garantita; nello specifico
alimentazione illuminazione di emergenza ( eccetto uscite di sicurezza ), linee a servizio
delle targhe di allarme incendio, circuiti alimentanti elettromagneti per compartimentazione
in caso di incendio e relative linee di segnale.
- N07V-K 450/750V CEI UNEL 35752
CEI 20-20
CEI 20-22 2
CEI 20-37
CEI 20-52
Cavi unipolari flex non propaganti l’ incendio a ridotta emissione di gas corrosivi
Impiego: cablaggi di quadri elettrici, per installazioni fisse entro tubazioni a vista, incassate
o canalette.
All’ interno di apparecchiature di interruzione o comando per tensioni fino a 1000V
c.a../750V c.c.
Non adatti per posa all’ esterno.
- FG70M1 600/1000V
CEI – UNEL 35382
CEI 20-13
CEI 20-22 I I I
CEI 20-35
CEI 20-37
CEI 20-38
CEI 20-52
Cavo multipolare flessibile isolato in gomma HEPR di qualità G7, esente da alogeninon
propagante l’ incendio, bassissima emissioni di gas tossici e corrosivi, ( colore guaina
verde )
Impiego: trasporto energia per impianti in bassa tensione fino a 1000V in installazioni civili
o industriali a rischio incendio ed elevata presenza di persone , quali edifici pubblici,
alberghi, metropolitane, scuole, uffici, supermercati, cinema, teatri, discoteche ecc.., adatti
per posa fissa sia all’ interno che all’ esterno.
COLORI DISTINTIVI
Prot., equipot.,terra
Giallo/verde
fase
neutro
Non richiesti col. particolari blu
Nei circuiti trifase senza neutro distribuito ( ad esempio alimentazione di pompe) è
ammesso l’ utilizzo del conduttore di colore Blu come conduttore di fase.
9.4.11 Posa delle condutture
Per conduttura si intende l’ insieme dei conduttori elettrici e degli elementi che assicurano
l’ isolamento, il supporto, il fissaggio e l’ eventuale protezione meccanica.
I tubi protettivi, le cassette e le scatole per l’ impianto di energia e per gli impianti di
segnale saranno tenute distinte fra loro.
Solo nel caso in cui i conduttori del circuito di segnale abbiano lo stesso isolamento dei
conduttori dell’ impianto di energia è accettata, per tratte limitate, la posa in comunione.
I tubi protettivi installati sotto traccia nella parete dovranno avere percorso orizzontale,
verticale o parallelo allo spigolo della parete; nel pavimento e nel soffitto il percorso potrà
essere qualsiasi.
Il raggio di curvatura delle tubazioni dovrà essere tale da non danneggiare i cavi; si
considera adeguato un raggio pari a circa 3 volte il diametro esterno del tubo.
Le condutture non dovranno sconfinare in altre unità immobiliari.
Le condutture non dovranno essere installate in prossimità di tubazioni che producano
calore, fumi e vapori , nel caso saranno protette dagli eventuali effetti dannosi.
Quando gli apparecchi utilizzatori non siano installati, ad esempio i corpi illuminanti, l’
estremità dei conduttori dovrà essere protetta contro i contatti diretti, ad esempio mediante
nastratura.
Le tubazioni posate a vista potranno essere in PVC in considerazione del fatto che il
rischio meccanico e’ ridotto al minimo essendo i carrelli utilizzati per la movimentazione
dei carichi, guidati da binari che ne limitano lo spostamento su percorsi definiti.
Scatole di derivazione:
I coperchi dovranno essere saldamente fissati con l’ utilizzo di fissaggi a vite.
Le dimensioni saranno tali da garantire almeno il 50% del volume interno libero da
giunzioni.
Saranno in PVC autoestinguente da incasso e da esterno, in funzione del tipo di
applicazione.
La tabella indica, per ogni cassetta il numero max di tubi attestabili, in relazione alla
grandezza dei tubi stessi.
Dimensioni
interne
(LxHxP)
Numero
Tubo
Scompa
16mm
rti
Tubo
20mm
Tubo
25mm
Tubo
32mm
Tubo
40mm
Tubo
50mm
Tubo
63mm
90x90x45
1
7
4
3
-
-
-
-
120x100x50
1
10
6
4
-
-
-
-
120x100x70
1
14
9
6
-
-
-
-
150x100x70
1
18
12
8
4
4
2
-
160x130x70
1
20
12
8
6
4
2
-
200x150x70
2
24
16
10
6
4
4
-
300x150x70
3
-
24
16
10
6
5
2
390x150x70
4
-
-
20
12
8
6
3
480x160x70
3
-
-
24
16
10
6
4
520x200x80
3
-
-
-
-
12
8
6
Connessioni:
Le giunzioni e le derivazioni dovranno essere eseguite mediante appositi dispositivi a vite
aventi grado di protezione IPXXB; sono vietati pertanto giunzioni eseguite con
attorcigliamento e nastratura.
Il grado di protezione IPXXB indica che le parti attive, ciò le parti in tensione nel servizio
ordinario incluso il neutro, non sono accessibili al dito di prova.
È ammesso l’ entra-esci sui morsetti, ad esempio di una presa per alimentarne un’ altra,
purchè esistano doppi morsetti, o questi siano dimensionati per ricevere la sezione totale
dei conduttori da collegare.
Nell’ esecuzione delle connessioni non si dovrà ridurre la sezione dei conduttori e lasciare
parti conduttrici scoperte.
I dispositivi di connessione dovranno essere ubicati nelle scatole di derivazione, non
saranno ammessi nei tubi e fortemente sconsigliati nelle scatole portapparecchi.
Apparecchi di comando:
Nei circuiti bipolari (fase-fase o fase-neutro) gli interruttori di comando, ad esempio per il
circuito luce, potranno essere unipolari, ma sui circuiti fase-neuto dovranno essere inseriti
sul conduttore di fase.
Prese a spina:
Di seguito vengono riportate le principali tipologie di prese :
- 2P + T 10A
poli allineati con alveoli schermati
- 2P + T 10/16A
poli allineati con alveoli schermati ( detta comunemente bipasso )
- 2P + T 10/16A
con terra laterale e centrale ed alveoli schermati (detta comunemente
schuko universale)
- 2P +T 16A
CEE interbloccata con fusibili
- 3P+T 16A
CEE interbloccata con fusibili
- 4P+T 16A
CEE interbloccata con fusibili
Nei locali frequentate dal pubblico saranno singolarmente protette contro il sovraccarico e
interbloccate, cio’ alimentate unicamente successivamente all’ inserimento della spina
attraverso sezionatore e/o interruttore automatico
Ubicazione delle apparecchiature:
Le prese a spina saranno installate in modo che l’ asse di inserzione risulti orizzontale o
prossimo ad esso.
L’ asse di inserzione delle prese a spina risulta ad un’ altezza dal piano di calpestio di
almeno 175mm se a parete (sia con montaggio incassato, sia sporgente), di almeno
70mm da canalizzazioni o zoccoli e superiore a 40mm su torrette fuori pavimento.
Le prese industriali CEE saranno posate ad un’altezza minima pari a 1400mm filo basso.
I punti di comando degli apparecchi di illuminazione sarà pari a 1000mm
9.4.12 Illuminazione
ILLUMINAZIONE ORDINARIA:
Tipo di lampade:
- Tipo apparecchio con ottica con elementi longitudinali e lamelle trasversali in alluminio
Potenza
4x18W
Posa incasso in appoggio
Reattore
elettromagnetico
Classe di isolamento
1
Grado di protezione IP20
Tipo lampada
fluorescente tubolare
- Tipo apparecchio con ottica in alluminio circolare
Potenza
2x26W
Posa incasso
Reattore
elettronico
Classe di isolamento
1
Grado di protezione
IP20/IP44 nei locali bagno
Tipo lampada
fluorescente compatta
ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA:
Generalità:
Per illuminazione di emergenza si intende l’ illuminazione necessaria per la sicurezza delle
persone in caso di mancanza dell’ illuminazione ordinaria.
L’ illuminazione di emergenza è obbligatoria ed espressamente richiesta dal DM 16/08/96,
ai fini della prevenzione incendi.
Sara’ realizzato un impianto di illuminazione di emergenza in grado di garantire, lungo le
vie di uscita un’ illuminamento di almeno 5 lx ( ad 1m di altezza dal piano di calpestio ),
con autonomia di almeno 1 ora.
L’impianto sara’ realizzato con apparecchi autoalimentati, quindi il circuito di sicurezza e’
all’ interno della lampada stessa.
Saranno altresi’ montate apparecchi di illuminazione emergenza SA autonomi, in
prossimità delle uscite di sicurezza nella sala teatro, l’ alimentazione SA sara’ disinseribile
da luogo presidiato e tale situazione sara’ indicata da segnalazione luminosa.
Tipo di lampade:
- Illuminazione generale
TIPOLOGIA 1
Grado di protezione IP40
Classe 2
Corpo: stampato ad iniezione con protezione meccanica se posata a quota < 2,50m
Batteria Ni-Cd per alta temperatura
Lampada fluorescente compatta 1x24w
Cablaggio SE
TIPOLOGIA 2
Grado di protezione IP65
Classe 2
Installabile anche su superfici infiammabili
Custodia in materiale autoestinguente
Alimentazione 220V
Lampada 2x50W
Orientabili singolarmente
Cablaggio SE
-Illuminazione uscite di sicurezza
Grado di protezione IP40
Classe 2
Corpo: stampato ad iniezione con protezione meccanica se posata a quota < 2,50m
Batteria Ni-Cd per alta temperatura
Lampada fluorescente compatta 1x24w
Cablaggio: SA
Pittogramma indicante uscita di sicurezza
9.4.13 Quadri elettrici
Campo di applicazione Norma CEI 23-51:
Si applica ai quadri di distribuzione per installazione fissa, per uso domestico e similare,
realizzati assiemando
involucri vuoti, conformi alla norma sperimentale CEI 23-49, con dispositivi di protezione
ed apparecchi che nell’ uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile; il sistema
utilizzato, presenta un quadro generale di distribuzione con diversi sotto-quadri a servizio
delle varie utenze, quali centrale termica, zona teatro, servizi ausiliari di sgancio, ecc.
Per ogni utenza, il quadro in esame sarà:
- Adatto per essere utilizzato a temperatura ambiente normalmente non superiore a 25°C,
con punte massime occasionali pari a 35°C.
- Destinati all’ uso in corrente alternata con tensione nominale non superiore a 440V.
- Con corrente nominale in entrata ( Ine ) non superiore a 125A.
- Con corrente presunta di cortocircuito ( Icp) nel punto di installazione non superiore a
10KA ( valore efficace della componente simmetrica ) o protetti da dispositivi limitatori di
corrente avente corrente limitata ( Ip ) non eccedente 17KA ( valore di picco ).
- Destinati ad incorporare apparecchi di protezione e manovra per uso domestico e
similare con corrente nominale non superiore a 125A.
Verifiche e prove da eseguire:
a)
Verifica della costruzione e identificazione
b)
Verifica del corretto cablaggio, del funzionamento meccanico ed elettrico
c)
Efficienza del circuito di protezione
d)
Prova della resistenza di isolamento
e)
Verifica dei limiti di sovratemperatura
Involucro:
Sarà conforme alla NORMA CEI 23-49, quindi non andranno effettuate le seguenti
verifiche / prove :
- Resistenza meccanica all’ impatto.
- Grado di protezione (se installato secondo le istruzioni del costruttore).
- Resistenza del materiale al calore anomalo e al fuoco (solo per involucri in materiale
isolante).
- Resistenza dei materiali isolanti al calore.
- Resistenza alla ruggine e all’ umidità (solo per involucri metallici).
Tipologie costruttive :
- Quadro aperto (a giorno).
QUADRO APERTO (GIORNO) con o senza protezione frontale, sono quadri le cui parti in
tensione sono accessibili.
Possono essere utilizzati unicamente nelle officine elettriche.
Secondo la NORMA CEI 64-8, art. 21.8, l’ officina elettrica è un “ complesso, contenuto in
uno o più locali o aree all’ aperto racchiuse in un’ unica recinzione, di installazioni
destinate ad almeno una delle seguenti funzioni : produzione, conversione,
trasformazione, regolazione o smistamento dell’ energia elettrica”.
L’ accesso alle officine è consentita solamente a personale addestrato, sicché è ammessa
la protezione “parziale“ contro i contatti diretti, ciò mediante ostacoli ( art. 412.3 ) , ad
esempio corrimano e schermi grigliati, oppure per distanziamento ( art. 412.4 ).
- Quadro chiuso.
Il QUADRO CHIUSO è tale quando ha una protezione almeno IP 2X
Condizioni di servizio, normativamente considerate “Normali”
Temperatura ambiente
Non supera i 40°C ed il suo valore medio nell’ arco delle 24 h non supera i 35 °C.
Per installazioni all’ interno il limite inferiore della temperatura ambiente è -5°C; per
installazione all’ esterno in
clima temperato il limite inferiore è fissato a -25°C
Umidità relativa:
Per installazioni all’ interno l’ umidità relativa ammessa è 50% a 40°C.
Tale valore è inversamente proporzionale al valore della temperatura ( leggi della fisica
tecnica ), quindi ad esempio a 20°C è ammessa una umidità fino al 90%.
All’ esterno si può temporaneamente raggiungere la condensazione ( UR% 100% ) alla
temperatura di 25°C.
Grado di inquinamento:
- Grado 1 assenza di inquinamento e/o di tipo secco non conduttivo
- Grado 2 presenza di inquinamento normale , di tipo non conduttivo; occasionalmente si
può verificare una conduttività temporanea a causa della condensazione.
- Grado 3 presenza di inquinamento conduttivo; applicazioni industriali.
- Grado 4 l’ inquinamento provoca conduttività persistente per effetto di polvere
conduttrice,di pioggia o di neve.
Altitudine:
Limite massimo 2000m; si considera tuttavia che già a 1000m con la pressione dell’ aria
diminuisce anche la tenuta ad impulso (legge di Paschen).
9.4.14 Prove di Tipo ed Individuali
Prove di tipo:
a) verifica dei limiti di sovratemperatura
b) verifica delle proprieta’ dielettriche
c) verifica della tenuta al corto circuito
casi in cui tale verifica non e’ necessaria
- Quadro con correnti nominali ammissibili di breve durata o correnti di corto circuito
condizionata ( da dispositivi non limitatori ) fini a 10KA.
- Quadro con dispositivo la cui corrente di picco limitata non supera i 17KA in
corrispondenza della corrente presunta di corto circuito massima nel punto dell’ impianto
in cui il quadro è installato.In mancanza di indicazioni sulla corrente di corto circuito
presunta nel punto di installazione, si considera la corrente limitata di 17KA rispetto al
potere di interruzione del dispositivo limitatore e si assegna al quadro una corrente
condizionata ( valore efficace ) pari al potere di interruzione del dispositivo stesso.
d) verifica delle distanze in aria e superficiali
e) verifica del funzionamento meccanico
f) verifica del grado di protezione
Prove individuali:
Verificano l’ assenza di difetti macroscopici nei materiali o provocati dal processo di
montaggio.
a) ispezione visiva dell’ apparecchiatura compreso il cablaggio
Prova di funzionamento elettrico
Verifica dell’ isolamento
Controlo delle misure di protezione e della continuita’ del circuito di protezione
Le manutenzioni, i controlli e le verifiche dovranno essere realizzati secondo le
informazioni contenute nei libretti di uso e manutenzione di ogni singolo componente e/o in
accordo alle norme applicabili.
Per l’esecuzione delle manutenzioni, controlli, verifiche si consiglia di redigere un
programma in collaborazione con gli incaricati della manutenzione, controlli, verifiche.
10 – Calcoli illuminotecnici
I calcoli si riferiscono agli ambienti con maggiore presenza di persone e dedicate alle
attività quali auditorium, sala platea, ed ingresso.
Si allegano i calcoli effettuati dalle ditte specializzate.
11 – Riepilogo sintetico degli interventi
Le opere previste per l’attuazione dell’intervento comprendono:
§ demolizione parziale di strutture tipo divisori, intonaci, rivestimenti murari,
pavimenti, porte, impianti, gronde, pluviali, ecc.
§ demolizione completa della zona retrostante dove era presente il Bar Arena e la
cabina di proiezione del cinema estivo e ricostruzione
§ dismissione dei controsoffitti interni esistenti e loro sostituzione con controsoffitti
fonoassorbenti
§ intervento di risanamento della copertura esistente mediante ripassatura delle
tegole che verranno recuperate
§ ripristino del bancone e delle tessere in mosaico dell’ingresso
§ ripristino scala in marmo dell’ingresso
§ installazione di porte taglia fuoco tipo REI ove necessario (come da richiesta dei
Vigili del Fuoco)
§ tinteggiature esterne ed interne con rimozione dell’intonaco esistente e rifacimento
con intonaco a base di calce e tinteggiature al quarzo
§ rivestimento delle pareti perimetrali interne con una controparete a tutta altezza in
cartongesso di spessore 1 cm con isolamento in polistirene di 3 cm completata da
una veletta in cartongesso per il passaggio degli impianti di illuminazione e
trattamento aria
§ rifacimento dei pavimenti delle sale mediante la rimozione di quello esistente e la
posa in opera di un pavimento in battuta di cemento colorato con spolvero al quarzo
§ chiusura del muro della galleria con cartongesso fonoassorbente
§ rifacimento dei pavimenti nei servizi igienici e nei camerini con gres porcellanato
§ opere varie di rifinitura quali zoccoletti battiscopa, rivestimenti di pareti nei servizi
igienici per un’altezza pari a 2,00 mt
§ ripristino e pulizia del basamento inferiore in pietra della facciata principale
mediante getti d’acqua a pressione controllata
§ sistemazione esterna dell’ingresso principale con soglia in lavagna verde dotata di
smusso a becco di civetta
§ sostituzione ed integrazione della lattoneria esistente in rame
§ smontaggio e sostituzione degli infissi di finestre e porte e chiusura di tompagno
delle finestre al secondo livello dell’edificio
§ rimodellazione della scala esterna in muratura esistente lungo il prospetto ovest in
seguito all’innalzamento di circa 60 cm del pavimento dell’auditorium in galleria e al
fine di rispettare i rapporti alzata/pedata previsti dalla normativa vigente
§ inserimento sul prospetto est di una scala a sbalzo in ferro zincato con pedate in
grigliato antitacco e parapetto in vetro, provvista di zona calma, luogo sicuro per
permettere la permanenza di persone con ridotte capacità motorie in attesa di
soccorso nel caso di incendio (come da richiesta della AUSL e dei Vigili del Fuoco)
§ demolizione di una scala in muratura esistente lungo il prospetto posteriore
dell’edificio e sostituzione con una scala in ferro da porre sul lato est per l’accesso
al palco (come da richiesta del Vigili del Fuoco)
§ costruzione lungo il prospetto est di un muro in blocchi di cemento e rete metallica
con piastrini in muratura e /o lesene in intonaco con sovrapposto cappellotto in
cemento a divisione dell’edificio dal cortile ed inserimento di un cancello in ferro
zincato e verniciato per accesso carraio e pedonale
§ inserimento lungo il prospetto ovest di un elevatore in muratura per permettere ai
diversamente abili l’accessibilità alla sala superiore (come da richiesta della AUSL)
§ realizzazione dell’impianto antincendio ed adeguamento dell’edificio alle norme
vigenti in materia di prevenzione incendi
§
§
§
adeguamento dell’edificio alle prescrizioni tecniche per garantire l’accessibilità e la
visitabilità alle persone con ridotte capacità motorie ai fini del superamento delle
barriere architettoniche
rifacimento complessivo dell’impianto elettrico
rifacimento complessivo degli impianti fognari, idrici, igienico –sanitari, termici e di
climatizzazione
12 – Pareri rilasciati dai vari enti competenti
12.1 Parere Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco
Parere favorevole del 23.12.2008 prot. 12130 prat. 30708
12.2 Parere AUSL
Parere favorevole del 09.01.2009 prot. 1103
12.3 Parere ARPA
Parere favorevole del 9.12.2008 prot. 13524
12.4 Parere Commissione di Vigilanza per Pubblico Spettacolo
Parere favorevole del 26.02.2009 prot. 1927
12.5 Parere Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle
Province di Parma e Piacenza
In attesa di acquisizione
Caorso, 12 Marzo 2009
Arch. Patrizio Losi
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