n° 14 – maggio 2011 (dimensioni 2.80 MB)

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Passaggi
di tempo
Notizie dall'Istituto Comprensivo Statale Fabrizio De André - n. 14 - Maggio 2011
Qui si suona: musica Maestro!
Bilanci e prospettive del Corso di Orientamento Musicale
Musica, Maestro! Non è un film targato Disney, ma una
frase simbolica che ben definisce il clima che si respira da
qualche anno nell'Istituto Comprensivo Fabrizio De Andrè. E
di anni ne sono passati già 4 da quando la nostra scuola è
stata annoverata tra quelle italiane che sono rientrate
nell'Orientamento Musicale. In principio era un solo strumento ad essere insegnato, il pianoforte, e adesso anche flauto,
chitarra e violino. Un orgoglio per noi che ne facciamo parte,
ma anche per il territorio, tanto da farne una
scuola sempre più richiesta. La musica acquista sempre di più un ruolo fondamentale nella
crescita degli alunni, ed è molto formativo
inserirla così attivamente nei programmi ministeriali con lo studio di uno strumento.
Definita da Alfieri nella sua tragedia
“Abele” lo “zucchero dello spirito”, la musica
non è un semplice “trastullo dell’orecchio”, ma
soprattutto l’arte dei suoni nella sua totalità.
Parole che sintetizzano l’atteggiamento pedagogico e costruttivo che hanno indotto questa
disciplina a diventare sempre più presente
nella scuola. Attraverso il suo linguaggio universale porta a una educazione percettiva privilegiata, accrescendo la musicalità all’interno
dell’individuo, imponendosi come schema
comportamentale che stimola la socializzazione, l’integrazione, l’acquisizione di altri linguaggi (linguistici, artistici e aritmetici). Il
nostro Istituto ha, quindi, una grande possibilità oggi e lo sta facendo con molto successo: dare una rara
opportunità di formazione ai nostri piccoli alunni e a quelli
che lo saranno. Educare alla musica significa capirla, ascoltarla e produrla: obiettivi fondamentali per la crescita dell’alunno.
segue a pagina 2
Le meraviglie (e i rischi) di Internet
Nostra visita alla sede Microsoft di San Felice
In occasione dell’ottava edizione dell’iniziativa promossa
dall’Unione Europea denominata European Softer Internet
Day, l’8 Febbraio 2011, con i compagni di prima, seconda e
terza media e i loro docenti, siamo stati accompagnati dalla
Preside e dalle nostre insegnanti presso la Microsoft del
Centro Direzionale di San Felice.
I dirigenti e i responsabili della Società hanno scelto il
nostro Istituto, e precisamente la nostra scuola, per offrirci
l’opportunità di partecipare a un interessante evento formativo volto a diffondere cultura e sensibilità sull’uso in sicurezza
delle nuove tecnologie a favore dei ragazzi. L’iniziativa, che è
stata realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, ha
avuto come tema il messaggio “E’ più di un gioco, è la tua
vita” ed è stata dedicata ai corretti comportamenti da tenere
in Rete e in particolare nei social network, ma anche all’uso
consapevole e responsabile dei contenuti digitali e della loro
condivisione attraverso le diverse piattaforme on-line.
Questo momento di formazione ci ha dato visibilità sia
delle opportunità offerte da Internet, sia delle insidie celate
nel mondo del web, proprio perché la nostra esperienza del
digitale possa essere all’insegna della sicurezza. Crediamo che
la giornata sia stata ben organizzata. Siamo stati intrattenuti
in modo piacevole: catturati nell’interesse e nella curiosità. Il
linguaggio usato dai diversi interlocutori e le immagini sono
stati adatti a noi e accattivanti. E… che dire del break?
Fantastico! Grazie alla Preside per averci offerto questa esperienza.
Classi Quinte A-B della Scuola Primaria di San Bovio
EDITORIALE
É possibile valutare
gli insegnanti?
Le competenze professionali che si richiedono ad un insegnante non si riferiscono soltanto alla conoscenza della disciplina e neppure solo alla capacità di comunicarla o a quella di
suscitare interesse negli studenti. In realtà si tratta di una combinazione di tutte queste dimensioni professionali. Qualunque
sistema di valutazione degli insegnanti deve tenere quindi
conto della “combinazione” di questi elementi, unita alla capacità di lavorare con i colleghi e di rapportarsi positivamente con
le famiglie.
La reputazione professionale, quella sensazione diffusa che
fa intuire a colleghi, genitori ed alunni che un insegnante è un
buon insegnante, sottintende tutte queste componenti e si
forma appunto in modo “globale”. Il problema è “verificare”
che questa reputazione sia meritata e condivisa.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha
deciso di sperimentare nelle province di Milano, Napoli e nella
regione Piemonte un metodo per individuare i docenti che si
distinguono per un generale apprezzamento nella scuola ed ha
messo a punto strumenti che saranno sperimentati per questo
scopo.
Più in dettaglio: quando l’opinione del preside si incrocia
con quella di altri due docenti, ha un riscontro nelle famiglie e,
per le scuole superiori, anche tra gli studenti, è altamente probabile che questa reputazione sia meritata. Questo meccanismo della reputazione che apparentemente può apparire fragile trova elementi di solidità proprio per la complessa articolazione che caratterizza la professionalità docente e che richiede
una valutazione di “sintesi” costruita all’interno di una comunità professionale.
Il Collegio dei Docenti del nostro Istituto ha valutato positivamente questa iniziativa del Ministero, che costituisce un
primo importante passo per premiare il merito nella scuola, ed
ha deciso di candidarsi per partecipare alla sperimentazione
con l’intento di mettere alla prova le modalità e gli strumenti
utilizzati e per fornire indicazioni che consentano di migliorare
il modello proposto.
Nella scuola è stato costituito un nucleo di valutazione
composto dal Dirigente Scolastico, da due docenti eletti dal
Collegio dei Docenti e dal Presidente del Consiglio di Istituto
che potrà partecipare in qualità di osservatore. Il nucleo raccoglierà il curriculum vitae e l’autovalutazione dei docenti che
hanno aderito al progetto, e utilizzerà, inoltre, le opinioni dei
genitori. Il nucleo indicherà quindi, sulla base delle informazioni raccolte, quali docenti della scuola siano più meritevoli assegnando loro un riconoscimento economico una tantum.
In questi giorni fervono le attività dei 57 docenti che si sono
volontariamente resi disponibili alla valutazione e si stanno raccogliendo le schede con le quali i genitori possono esprimere le
loro “preferenze”.
In tutti, docenti e genitori, c’è la consapevolezza che molti
aspetti di questa attività siano da mettere a punto e che si debbano precisare tempi e modi per la raccolta dei dati. In tutti,
però c’è la forte consapevolezza che solo chi partecipa in prima
persona ad un processo può avere voce per criticarlo e, se
necessario, cambiarlo.
Prof. Marina De Marco
Dirigente Scolastica
Passaggi di tempo
2
Maggio 2011
segue da pagina 1
Dall’anno scorso è stato istituito un intero
corso ad orientamento musicale, nel quale,
oltre a tutte le discipline di studio previste dal
curricolo nazionale, è impartito l'insegnamento di uno strumento musicale: l’allievo è soggetto a una valutazione quadrimestrale analoga a quella di tutte le altre discipline, impegnandolo per l'intero triennio.
I ragazzi, inseriti nell’apposito corso a
Orientamento Musicale, frequentano lezioni
pomeridiane individuali in orario pomeridiano
(tra le 14.30 e le 19.30) della durata di un’ora,
impartite da insegnanti qualificati, e un’ora di
“ensemble”, in cui imparano a suonare lo strumento loro assegnato e sperimentano la musica d’insieme. L’orchestra si è esibita recentemente a San Donato, e c’è l’intenzione di farla
partecipare a concorsi musicali di respiro
nazionale, promuovendo l’attività concertistica. Il tutto creando canali privilegiati con enti
di fama internazionale, come il Teatro alla
Scala, il Teatro degli Arcimboldi e il
Conservatorio “Verdi” di Milano, per assistere
a concerti, balletti e opere.
L’insegnante referente del corso è Peppe
Chiarella, pianista e compositore, coadiuvato
da Alberto Cipriani (chitarra), Giuseppe
Dinardo (flauto) e Massimo Gatti (violino).
Sono loro, insieme agli altri insegnanti di educazione musicale dell’Istituto, a selezionare nel
mese di marzo, attraverso un test attitudinale,
tutti gli iscritti che vorrebbero essere inseriti nel
corso: non sono necessarie conoscenze pregresse, ma verrà valutata l’attitudine del singolo. È consigliata una scelta strumentale in base
alla predisposizione del’allievo. I ragazzi vengono sottoposti a prove di ascolto, riproduzione musicale e canto, e dovranno collocarsi in
posizione utile in graduatoria. Gli obiettivi
sono quelli mirati a fornire agli allievi un'adeguata preparazione musicale adatta a ogni
tipo di percorso che in futuro vorranno intraprendere, integrando le loro conoscenze: mirare alla creazione di un percorso ottimale anche
per quelli che intendono entrare in conservatorio per intraprendere uno studio professionale e preparare gli esami di ammissione, o a
un liceo musicale; ad aumentare la cultura
musicale attraverso le lezioni di pratica strumentale e lezioni di insieme. Obiettivo del
corso triennale, quindi, una volta fornita una
completa e consapevole alfabetizzazione musicale, è porre alcuni traguardi essenziali che
dovranno essere raggiunti da tutti.
Prof. Rita Vecchio
Glorie musicali dell’Istituto “De André”
Paolo Centrone della Media “Virgilio” premiato in un importante
concorso nazionale di chitarra
Durante il 35° Concorso Nazionale di Chitarra, svoltosi a Garessio
presso Cuneo il 29-30 aprile e 1 maggio 2011, il nostro alunno Paolo
Centrone si è classificato 3° (il primo premio non è stato assegnato)
nella categoria dei chitarristi solisti fino a 12 anni. Paolo ha iniziato lo
studio della chitarra fin da piccolo. Attualmente frequenta la classe ad
orientamento musicale del Prof. Alberto Cipriani (la 1a C della Media
“Virgilio”) . L’impegno e la costanza nello studio dello strumento nel
corso dell’anno scolastico hanno consentito a Paolo di prepararsi per
affrontare concorsi come solista.
Il suddetto concorso nazionale di chitarra e la relativa Rassegna chitarristica nazionale si tengono annualmente in varie località della provincia di Cuneo. Come si è detto, l’edizione del 2011 si è tenuta a
Garessio ed ha visto la partecipazione di studenti di chitarra di diverse
fasce di età provenienti da Scuole e Conservatori di Musica di varie
regioni italiane. Il livello tecnico e artistico del concorso sono elevati.
Basti pensare che a questo concorso in passato hanno partecipato (e
hanno vinto) personaggi come Filomena Moretti e Lorenzo Micheli, per
citarne alcuni, che sono diventati tra i più importanti chitarristi conosciuti in ambito internazionale (Micheli si situa attualmente tra i primi
chitarristi classici al mondo).
Nella categoria “A”, chitarristi fino a dodici anni, era necessario preparare un pezzo d’obbligo: “Mauro Giuliani - Studio op. 50 nr. 15”,
oltre ad altri brani a scelta del candidato. La commissione d’esame,
formata tra gli altri da Lena Kokkaliari, direttrice della rivista “Il
Fronimo” specializzata per chitarra ed Enea Leone, chitarrista concertista, ha premiato il nostro Paolo Centrone “per la buona preparazione
in generale e in particolare per l’interpretazione del Rondò di Carulli”.
Bravo Paolo, sei una vera gloria del nostro Istituto!
I bambini alla Biblioteca Comunale
rosa insieme, gli arancioni, i rossi, gli azzurri, lei guarda i numeri e le
lettere” / “Valerio e Paola sono seduti al bancone, ti danno il libro e
mettono il segnalibro tutto scritto”.
“… basterebbe un Fabulario classico perché a un bambino
fosse aperto insieme l’atlante della vita e quello della parola”. (Cristina Campo)
Scuola dell’Infanzia “Collodi”, Bettola
Per fare la scuola
Per fare la SCUOLA
Si prende una S
Come storia, studio, squadra;
poi si prende una C
come compagnia, cartella, correre;
poi si prende una U
come umore, unione, urlare;
poi si prende una O
come ombra, onore, ostentare;
poi si prende una L
come leggere, lavorare, legame;
poi si prende una A
come amicizia, amore, allegria.
Infine si mettono insieme
senza noia o malinconia,
con gioia, con allegria
e con parola
e si forma la SCUOLA!
Eleonora Morvillo
5C Primaria di Bettola
È sufficiente questa affermazione per capire l’obiettivo che ha
spinto le insegnanti della Scuola dell’Infanzia “Collodi”, Sezione di
5 anni (Rosa, Gialla, Azzurra) a partecipare al progetto “Promozione
alla lettura” proposto dall’Amministrazione Comunale.
Le sezioni di 5 anni a turno si sono recate in Biblioteca: la
Dott.ssa Aliani Paola, in collaborazione con le insegnanti ha letto
fiabe, filastrocche inerenti al tema “Il sogno”.
I bambini sono rimasti stupiti, affascinati dalle letture e dalla
struttura. È piaciuta in modo particolare la sala ragazzi e a quei bambini che non vi erano mai stati con i genitori. Il progetto si è concluso con un intervento nell’ambito scolastico da parte di una specialista che ha ripercorso la fiaba raccontata in biblioteca attraverso il
linguaggio del corpo.
Il progetto non è un’esclusività scolastica, può continuare nella
famiglia. Non dimentichiamoci che leggiamo i libri per scoprire,
costruire, ascoltare, divertirci, immaginare, fantasticare, crescere,
comunicare. Il libro è parte della vita di ogni individuo. Ora vi facciamo partecipi di alcuni commenti dei bambini dopo la visita.
Che cos’è la biblioteca?
“E’ un posto dove non si parla, si fa silenzio se no gli altri hanno
il mal di testa…”. / “Paola compra i libri, li mette in ordine, tutti i
Maggio 2011
Una Cooperativa
che crede nella Scuola
Intervista a Sergio Bombelli, Presidente
della Cooperativa Edificatrice Lavoratori
Sergio Bombelli, il Presidente della
Cooperativa Edificatrice Lavoratori di
Peschiera Borromeo, è venuto a trovarci e ci
ha rilasciato una intervista molto interessante.
Ci ha detto che prima di occuparsi a tempo
pieno della Cooperativa ha lavorato in
Municipio per tanto tempo, in qualità di
responsabile dell’Ufficio pubblica istruzione e
cultura. Forse per questa ragione, come vedremo, ha un’attenzione speciale verso il mondo
della scuola e tutto ciò che significa “cultura”.
Gli abbiamo chiesto come è nata la
Cooperativa Edificatrice Lavoratori: nel 1921,
ci ha risposto, è stata fondata la prima coop,
“La Famigliare”, per cercare di migliorare le
condizioni di vita della popolazione di
Peschiera, procurando e vendendo beni di
prima necessità, soprattutto prodotti alimentari a basso costo, in modo da avere prezzi
ragionevoli per tutte le persone e per tutte le
tasche.
Il buon decollo delle cooperative viene
però fermato dall’instaurazione del regime
fascista e dalla Seconda Guerra Mondiale.
Dagli anni Cinquanta del Novecento le coop
hanno nuovamente uno slancio grandioso,
alcune cominciano a costruire case e alloggi
per i cittadini: da qui comincia la storia vera e
propria dell’Edificatrice Lavoratori, fondata
dalla stessa cooperativa “Famigliare” nel
1952, come circolo per i soci e per costruire
case da affittare agli stessi soci e ai cittadini del
nostro Comune.
Il primo edificio innalzato dalla
Cooperativa Edificatrice fu la sede della stessa
cooperativa, di fronte al Municipio, realizzata
con l’aiuto di tutti gli abitanti di Peschiera. Poi
cominciò l’attività edilizia vera e propria: si
cominciano a costruire case, prima da cedere
in affitto, poi in vendita (attualmenbte sono
circa 1100 gli appartamenti costruiti).
L’Edificatrice Lavoratori non ha scopo di lucro,
ma grazie ai suoi soci, che sono più di 2400,
riceve fondi con cui costruisce nuovi edifici,
sia a Peschiera che fuori, in Provincia; inoltre
sostiene alcune iniziative di beneficenza o a
favore delle scuole. Per esempio ha acquistato
e donato due ambulanze alla Croce Rossa, e
con sostanziosi contributi ha aiutato il nostro
Istituto “De André” ad allestire i laboratori di
informatica e a promuovere e finanziare diver-
Passaggi di tempo
3
La scuola di Isiolo
ringranzia
Cari ragazzi, sono ormai sette anni da
quando la vostra scuola partecipa al progetto di solidarietà della Missione di Isiolo in
Kenia. Quando io ero insegnante di Lettere
nel corso A ho proposto questo progetto, che
è stato accolto con generosità da tutti i miei
colleghi, dal personale ausiliario e soprattutto dagli allievi.
All'inizio ad Isiolo vi era un piccolo
nucleo di scuola materna condotto dalle
suore di Loreto, ma oggi questo nucleo si è
esteso e comprende più di mille allievi fino
alla terza media. Il centro è fornito di cucina,
di sala multifunzionale, di biblioteca e perfino di aula computer.
Ricordo con quanto entusiasmo inviammo anni fa palloni e magliette con il logo
della nostra scuola perché formassero una
squadretta di calcio. Ebbene, grazie a questa
esperienza, adesso l'ora di educazione motoria è diventata parte integrante della loro
didattica.
Io sono ormai una ex-insegnante, che
tuttavia ha sempre nel cuore il vostro sorriso
e, perché no?, anche la vostra espressione
magari un po’ annoiata, che però al momento opportuno è sempre pronta alla sensibilità e alla solidarietà.
Colgo l'occasione del vostro giornale,
diretto dal Prof. Leondi, per ringraziare i
nuovi e i “vecchi” allievi e per invitarvi a
non abbandonare il progetto. Spero di
incontrarvi presto personalmente e di presentarvi le più recenti immagini della scuola
di Isiolo. Con affetto…
Prof. Clara Cassani
se attività didattiche. Fra queste ultime Sergio
Bombelli ricorda con vero piacere la mostra di
alcuni anni fa sul Novecento, sfociata in un
libro, “La città costruita. Storia del Novecento
a Peschiera Borromeo”, mostra e libro curati
dal nostro Professore Sergio Leondi, responsabile di “Passaggi di tempo”.
Adesso la Cooperativa costruisce edifici
moderni, di fascia energetica A, eco-compatibili, anche con pannelli solari per ridurre i consumi energetici e l’inquinamento.
Recentemente sono iniziati i lavori per
l’ampliamento della sede, a fine maggio
dovrebbe esserci l’inaugurazione della sede
rinnovata (a cui siamo stati invitati!). Sergio
Bombelli conosce molto bene il nostro giornale, visto che la Cooperativa è uno dei nostri
sponsor più convinti e generosi. Ha detto alla
Redazione che stiamo facendo un ottimo lavoro, che dà prestigio a tutto l’Istituto “De
André”. Grazie mille, signor Bombelli, a lei e
alla Cooperativa Edificatrice Lavoratori!
Andrea Moschetti, 2D “Virgilio”
SOCIETA' COOPERATIVA A.R.L. FONDATA NEL 1952
Via Due Giugno, 2-4 - 20068 - Peschiera Borromeo (Mi)
Tel. 02.51.65.03.67 - 02.55.30.15.11 - 02.55.30.34.92
fax 02.55.30.15.29 - [email protected] - www.coopcel.com
Passaggi di tempo
Maggio 2011
4
Siamo allegri pagliacci
Orfei: una fantastica
Scuola di Circo
Intervista a Sneja e Paride Orfei, titolari
del Piccolo Circo dei Sogni
“Siam pagliacci”, questo il tema con cui
abbiamo stimolato l’immaginazione e la creatività dei bambini della Sezione verde in alcune attività in tema col periodo di Carnevale.
Insieme abbiamo realizzato originali maschere
e coloratissimi clown, ispirandoci al divertente
canto-mimato “Il pagliaccio tutto matto”.
Grande l’entusiasmo dei bambini nell’ascoltarlo e nel mimarlo. “E’ un pagliaccio tutto
matto, che cammina come un gatto, e poi
cade giù disfatto, offre fiori di insalata e si fa
una gran risata, ah ah ah!”. Quando tutto è
pronto andiamo in salone dove, su tappeti
morbidi e percorsi da fare, ci cimentiamo a
interpretare i pagliacci con buffe movenze,
cadute e ruzzoloni, smorfie e… ah ah ah,
grandi risate! Che divertimento!
Ma non è finita qua, il divertimento è
durato ben tre giorni, abbiamo condiviso
momenti di gioco e di allegria con tutti i bam-
Per fare un amico
Per fare un amico
Si prende una A
Come amore, allegria, accoglienza.
Poi si prende una M
Come memoria, modestia, meraviglia
Poi si prenda una I
Come insieme, idillio, impegno
Poi si prende una C
Come canzone, cordialità, coraggio
Poi si prende una O
Come omaggio, onestà, onore
Poi si mettono insieme
Senza fretta, senza odio,
Senza afflizione, senza malizia
E si forma l’amicizia.
Gaia Lazizzera - 5C, Primaria di Bettola
bini della scuola. In salone ogni sezione ha
allestito un angolo gioco: “soffia la mascherina” , “centra il cerchio”, “ centra il bersaglio”,
“colpisci i birilli”, “bowling”. Non ne abbiamo
tralasciato nemmeno uno, e soffia, e tira, e
lancia, che gare ragazzi! Faticoso? Nooo!
Divertente!
E poi che dire dello spettacolo dei burattini? Super divertente! Voi lo avete conosciuto il
re che non riusciva più a ridere? Quanti tentativi per farlo tornare a sorridere: ci hanno provato il giullare di corte, il pagliaccio, il principe, nessuno di loro ci è riescito, sapete chi ci è
riuscito invece? Una bambina proprio come
noi, e sapete come? Con la più semplice ma
più efficace delle tecniche: il solletico!
Insegnanti e bambini della Sezione verde
Scuola dell’Infanzia di San Bovio
Se fossi…
Se fossi una stella
illuminerei lo scuro vestito del cielo
Se fossi un uccello
volerei per raggiungere i luoghi più distanti.
Se fossi il vento
spargerei nel mondo la gioia
Se fossi l’amore
danzerei nel cuore di ogni persona
Se fossi il fuoco
brucerei l’odio e l’invidia.
Invece sono solo una bambina
e il mio compito è studiare
per imparare ad essere migliore.
Dorotea Radice
5C, Primaria di Bettola
Sneja e Paride Orfei sono i titolari della
scuola di circo di Peschiera Borromeo, che da
anni collabora con il nostro istituto per insegnare l’arte circense ai ragazzi. Noi della redazione
li abbiamo intervistati. Sneja Nedeva è un’artista circense bulgara; sin da quando era piccola,
ci ha detto, sognava di fare un mestiere collegato alla ginnastica artistica, la sua più grande
del gruppo e così abbandonò la veste di prete
per indossare quella da circense. La coppia
ebbe poi dei figli, da cui discendono gli attuali
Orfei. Insieme a Sneja e Paride abbiamo parlato anche di alcuni argomenti di attualità sul
mondo del circo, come l’uso degli animali;
Paride ci ha assicurato che non è vero che in
ogni circo gli animali vengono maltrattati, anzi,
passione. L’unico problema era che non sapeva
quale lavoro avrebbe potuto svolgere, “da
grande”. La risposta ai suoi problemi fu quando scoprì l’arte del circo; allora capì che la sua
professione sarebbe stata l’artista circense. Da
adulta, Sneja, dopo aver studiato circo per cinque anni a Mosca, cominciò a girare in Europa
lavorando in vari circhi, poi in Italia incontrò
Paride…
La storia di Paride è completamente diversa. Facendo parte della famiglia Orfei, una delle
più famose famiglie circensi d’Italia e del
mondo, è stato molto avvantaggiato nell’intraprendere questa carriera. Suo padre, Nando
Orfei, era una “star” internazionale, grande
domatore di leoni e tigri. Sin da piccolo Paride
viaggiava con i genitori, impegnati in vari tour,
in Italia e in Europa. Nonostante viaggiasse
tanto, non saltava mai un giorno di scuola;
infatti insieme a loro c’era un insegnante privato “tuttologo” che in una roulotte impiegata
come “aula scolastica” (con tanto di banchi e
cattedra!) spiegava a Paride e agli altri bambini
figli di artisti circensi le varie materie scolastiche.
Anche Paride, diventato adulto, cominciò la sua
avventura nel mondo del circo, come addestratore di animali, soprattutto leoni, elefanti e
cavalli. Sneja e Paride si sono conosciuti per
caso durante una tournée. Dopo qualche
tempo che si erano fidanzati, l’elefantessa nana
di Paride, quando capì che tra i due giovani era
sbocciato l’amore, sentendosi “tradita” da
Paride cominciò a fare i dispetti alla ragazza:
una volta, per esempio, Sneja si stava esibendo
in un balletto e l’elefantessa cominciò a darle
fastidio con la proboscide, tanto che l’artista
dovette avanzare nella pista del circo per evitare di essere continuamente “strattonata”!
L’origine della famiglia Orfei è assai singolare. Paride ci ha raccontato che una volta non
c’erano i circhi, ma delle compagnie che si esibivano nelle case degli aristocratici. Una notte,
eravamo nell’Ottocento, una di queste compagnie proveniente dal Montenegro cercò riparo
dal maltempo e fu il prete Paolo Orfei, che abitava vicino a Roma, di nobili origini, a offrire un
posto in chiesa, dove dormire. Fatto sta che il
prete Paolo Orfei si innamorò di una circense
visto che questi rappresentano alcune delle
attrazioni principali, si fa in modo che siano
trattati al meglio. Ovviamente, però, qualche
persona, non capendo che fa del male agli animali, non li tiene correttamente, ma la maggior
parte degli artisti circensi ha grande cura e
amore per i propri “colleghi con le zampe”.
Ma adesso parliamo un po’ della scuola di
circo: l’idea nacque nel 2001, quando Paride e
Sneja firmarono un contratto con la Provincia
di Milano per allestire spettacoli all’Idroscalo e
corsi di circo ai ragazzi delle scuole vicine. Man
mano ai corsi parteciparono sempre più ragazzini; per avere maggiore spazio, gli Orfei trovarono qui a Peschiera Borromeo, a Monasterolo,
un lotto più grande dove praticare i corsi di arte
circense. Nasce così la scuola di circo. In realtà
sarebbe stata solo una cosa temporanea, perché scaduto il contratto con la Provincia sarebbero dovuti tornare a Roma, la città dove abitavano prima. Però Christian, il figlio della coppia, aveva già iniziato la scuola, e sembrava
davvero triste che dovesse lasciare i propri
amici di Peschiera. Sneja e Paride, allora, decisero di restare a Peschiera Borromeo, e continuare ad insegnare ai ragazzini l’arte circense:
ora la scuola di circo ha circa 200 iscritti. I due
artisti ci hanno confessato che hanno in mente
di organizzare una mini-tournée per i ragazzi
più bravi della scuola di circo.
Si è però ripresentato il problema dello spazio, visto che il Comune vuole utilizzare diversamente l’area dove è adesso il circo. Se
l’Amministrazione Comunale indica a Paride e
Sneja un altro posto, essi sono disposti ad
acquistare quest’area creando un impianto a
norma e in piena sicurezza; se così non fosse,
saranno costretti ad emigrare altrove, e sono
tantissime le città che sono disposte ad accoglierli a braccia aperte, a partire da Roma. Noi
crediamo che Peschiera Borromeo non si lascerà certo sfuggire questa fantastica scuola di
circo, che ha per insegnanti alcuni componenti
della famiglia circense più famosa e ricca di storia d’Italia: gli Orfei.
Andrea Moschetti - Elena Ripamonti
2D “Virgilio”
Maggio 2011
Passaggi di tempo
5
“Mi piace scrivere,
soprattutto per i giovani”
Intervista a Sergio Marchi, romanziere
di Peschiera Borromeo
1000 volte grazie,
anzi di più: 1268 grazie!
Lettera del Banco di Solidarietà San Riccardo
Pampuri di Peschiera Borromeo
Gentilissima Prof. De Marco, Gentilissimi
Docenti tutti, Personale ATA, Alunni, Genitori, è
con grande piacere che desideriamo significarvi tutto il nostro più grande apprezzamento per
la collaborazione da Voi prestata in occasione
della campagna “Donacibo” dei primi di aprile.
Di solito non abbiamo l’abitudine di misurare i
risultati ottenuti, ma ci sembra corretto rendervi
noto l’esito della raccolta, abbondante grazie al
vostro contributo e alla vostra piena disponibilità. Nei tre giorni dell’iniziativa sono stati raccolti presso l’Istituto 1268 prodotti, tra cui tonno
e carne in scatola, legumi, pasta, pelati, omogenizzati, sapone, biscotti, olio, farina, latte, caffè,
zucchero. Questo ci spinge ancor di più a cercare di promuovere una cultura della solidarietà
che veicoli il messaggio che una persona bisognosa è uno che come noi ha un grande desiderio di felicità. In futuro potremmo anche ipotizzare un coinvolgimento dei ragazzi delle terze
“Un ragazzo della vostra età con un corpo
da cinquaquattrenne”: questa è la risposta che
ci ha dato quando gli abbiamo chiesto chi
fosse, “chi è Sergio Marchi”. Lui è nato a
Genova nel 1956, dove ha vissuto fino a dodici anni; in seguito, a causa del lavoro del
padre, si è dovuto trasferire a Torino,
Bergamo, San Donato Milanese, e infine qui a
Peschiera Borromeo. Si è diplomato allo
scientifico, poi si è iscritto all’università per studiare medicina, ma non ha concluso quel tipo
di studi. E’ felicemente sposato, ha una figlia
di ventun anni che si chiama Giulia, e un altro
figlio di 19, Paolo; entrambi i ragazzi hanno
frequentato le scuole di Bettola.
Siccome lo scrivere, ci ha detto Sergio
Marchi, “o ti fa diventare miliardario, o non ti
consente di portare a casa uno stipendio
fisso”, per adesso lavora in un ufficio di commercialisti, nel campo della contabilità. La sua
giornata tipo è questa: si sveglia presto per
andare al lavoro, porta fuori il cane quattro
volte al giorno, e di sera scrive. I suoi hobby
sono fare sport all’aria aperta, e la musica (suo
cognato è stato compagno di classe di Fabrizio
De André); ama molto gli animali. E’ stato
ospite di diverse scuole, dove parla con i
ragazzi soprattutto di letteratura, di come si
diventa romanzieri.
Gli è sempre piaciuto scrivere, soprattutto
perché lo diverte, anche se i suoi professori
avrebbero detto il contrario, dato che, secondo loro, a scuola scriveva dei “telegrammi”,
ossia dei testi troppo brevi. Il primo “racconto
lungo” l’ha composto a 12 anni circa, mentre
il primo libro che ha pubblicato è stato “Un
giovane detective e tre indizi”, con il quale ha
vinto il premio selezione “Bancarellino” nel
1997. Oltre a questo premio, ne ha vinti diversi altri.
I suoi libri più famosi sono quelli che compongono la trilogia “la tavola di smeraldo",
che racconta la storia di un giovane, ambientata ai tempi di San Carlo Borromeo, patrono
della nostra città. Tutto è nato quando gli è
stato chiesto di scrivere qualcosa su Peschiera
Borromeo, del genere “fantasy”; lui allora ha
pensato di ambientare il romanzo nel
Cinquecento e di occuparsi di alchimia, di pietra filosofale. Il primo libro della trilogia narra
tra l’altro l’arrivo di San Carlo a Peschiera: il
parroco della chiesa di Linate era accusato di
stregoneria, anche se non era vero; il secondo
libro ricorda l’attentato di cui è stato fatto
oggetto San Carlo, dal quale uscì miracolosamente salvo; il terzo è ambientato negli anni
Duemila; il “succo” della trilogia è “di far venire fuori la forza che è in ciascuno di noi”.
Il volume intitolato “Della” lo ha scritto
ispirandosi al suo cane, Luna, trovata vicino al
Carengione quando lei aveva un anno. Lo
scopo di questo libro è stato quello di cercare
in qualche modo di trovare un passato al suo
cane, che adesso non può vivere senza di lui.
Una delle ultime cose che ha scritto è la
biografia-intervista di Giovanni Fabbri, fondatore della casa editrice Fabbri (“L’uomo che
faceva i libri”), un’altra è un “meteo-thriller”,
“Previsioni mortali”, scritto con il meteorologo
di Canale 5 Paolo Corazzon: parla di un ragazzo che perde la famiglia a causa di un tornado; poiché i cambiamenti climatici sono prodotti dall’uomo, afferma Marchi, il protagonista vuole punire i responsabili della morte dei
propri cari. Per scrivere le sue opere, Sergio
Marchi prende spunto dappertutto. Secondo
lui la difficoltà nello scrivere un libro è concluderlo, perché man mano che vai avanti nel
racconto, ti continuano a venire in mente delle
idee. Un consiglio che ci ha dato per iniziare a
scrivere qualcosa, è esercitare la creatività (“la
fantasia ti permette di muoverti tra passato,
presente e futuro”), occorre scrivere racconti,
magari brevi, e non arrendersi, bisogna
soprattutto leggere tanto. “Se si vuole scrivere
un libro, le idee devono venire fuori all’improvviso, perché se ci si mette a pensare alla
trama, non ne verrà fuori nulla o ben poco”.
Sergio legge ogni tipo di libro, in particolare i suoi autori preferiti sono Massimo
Manfredi, Ken Follett e Wilbur Smith. Ha concluso l’intervista dichiarando che apprezza
molto il nostro giornale scolastico, dove uno
può mettere in pratica il suo talento di possibile scrittore o giornalista. Grazie per l’apprezzamento, Sergio, e auguri per la tua attività di
romanziere!
Giorgia Secchi, 2B “Virgilio”
medie che, se d’accordo il Consiglio d’Istituto,
avranno la possibilità di vivere, una classe alla
volta, un’esperienza diretta presso i locali del
Banco di Solidarietà San Riccardo Pampuri di
Peschiera Borromeo. Siamo convinti che anche
un piccolo gesto come il donare un prodotto
per chi ha bisogno, possa essere l’inizio di una
solidarietà, che contribuisce a “umanizzare” i
rapporti nella società già a partire dalla più
tenera età. Pertanto rinnoviamo ancora una
volta il nostro personale ringraziamento per la
vostra partecipazione e nell’auspicio di poter
reciprocamente collaborare il prossimo anno
ampliando l’iniziativa alle scuole di San Bovio e
a quelle dell’infanzia, cogliamo l’occasione per
porgere i nostri più cordiali saluti.
Giorgio Barraco, in rappresentanza
dei Volontari del Banco di Solidarietà
San Riccardo Pampuri di Peschiera Borromeo
Le fatine dei sogni a San Bovio
Quante volte, da piccoli, ci siamo trasformati in fate, maghi, streghe, folletti, personaggi
fiabeschi il cui fascino e mistero ci catturavano… un meraviglioso mondo nel quale, con
magie ed incantesimi, tutto poteva accadere.
Ma può succedere che, alla Scuola dell'Infanzia
di San Bovio, durante il momento del sonnellino pomeridiano, ecco giungere “le fatine dei
sogni”, dolcissime e leggere. Con grazia e
amore le fatine toccano la testa dei bambini piccoli, augurando loro bellissimi sogni: un arcobaleno, il sole. Dopo averle attese con tanta
emozione, i piccoli si rilassano sui loro lettini, lasciandosi coprire e coccolare; subito dopo chiudono gli occhi, quasi a non
voler far svanire l'incantesimo. Come sottofondo, la ninna nanna. "La fatina dei
sogni" completa la magica atmosfera.
Ecco, le fatine dei sogni se ne vanno e ...
sssst ... tutti dormono…
P.S. L'incantesimo funziona veramente! Al risveglio tutti vogliono raccontare:
"Ho sognato l'arcobaleno!", "Io il sole!" ...
I prati fioriti! Un cagnolino! Le fatine!
Norina, Lara - Scuola dell’Infanzia
S. Bovio, i piccoli di 3 anni
…e le fatine dei sogni
Passaggi di tempo
Redazione: Tina La Rossa, Sergio Leondi,
Idilia Pernigoni, Irina Pizzari, Giuseppina
Torsello, Marina Tristani, Rita Vecchio
Responsabile del Giornale:
Sergio Leondi
Fotografie: Flavio Giacomessi
Laboratorio di Giornalismo
Titolare: Prof. Sergio Leondi
Classi Seconde e Terze, Scuola Secondaria
“Virgilio”
Silvia Aceti, Giulia Da Corsi, Gaia Dell’Olio,
Victoria Di Gaetano, Andrea Moschetti, Elena
Ripamonti, Giorgia Secchi
Impaginazione: Sergio Leondi
Tipografia: Nuova Sebe SpA, Via Brescia, 22
Cernusco sul Naviglio (Milano),
Tel. 0292104710
Tiratura: 5000 copie
Istituto Comprensivo Statale
“Fabrizio De André”
Via Carlo Goldoni 1
Peschiera Borromeo (Milano)
www.ics.deandre.com
e-mail: [email protected]
Pec: [email protected]
Fax: 0251650184
Dirigente Scolastico
Prof. Marina De Marco
Direzione: 025470172-025470527
Scuola Secondaria “Virgilio”: 025470797
Scuola Secondaria San Bovio: 027532831
Scuola Primaria Bettola: 025470402
Scuola Primaria San Bovio: 027531431
Scuola Infanzia Bettola: 025471076
Scuola Infanzia San Bovio: 027532829
Passaggi di tempo - Speciale Ambiente
Maggio 2011
8
Fabrizio De André, Pina
Con il Progetto Natura,
e gli amici della Madre Terra piccoli giardinieri crescono
Ricordate la canzone “Girotondo”? Il nostro
Fabrizio De Andrè, che aveva scelto paradossalmente il genere musicale della parola, aveva
espresso indignazione e dolore per i soprusi
subiti dalla Madre Terra. Non sono solo i cannoni a distruggere tutto, infatti mai come ora il
pianeta è in pericolo. Stiamo a guardare? No!
Da diversi anni il nostro Istituto aderisce alle
iniziative proposte dall’Amministrazione
Comunale, volte a sensibilizzare i bambini e le
famiglie verso i temi ambientali. I bambini delle
classi seconde di San Bovio hanno quindi
seguito, con molto interesse, il percorso educativo-didattico dedicato a PINA LA LAMPADINA. Prima hanno affrontato argomenti relativi
all’energia e al risparmio energetico, poi hanno
partecipato a un’attività laboratoriale. Chi viene
a scuola vede i muri e le finestre “fiorite” in
modo speciale: tanti disegni spiegano come
fare utilizzare intelligentemente i beni preziosi
come l’acqua. Pina e i suoi amici, alcuni “virtuosi” altri “Spreconi”, fanno ormai parte del
vissuto…. dei bambini. Queste sono alcune
osservazioni emerse durante le conversazioni di
gruppo.
“La cosa che mi è piaciuta di più è quando
Mara ha detto che si può produrre energia
senza inquinare”; “La cosa che mi è piaciuta di
più è quando abbiamo parlato che non bisogna
inquinare e non sprecare l’energia”; “A me è
piaciuto quando con la fantasia siamo entrati
nei buchi delle prese elettriche insieme a Pina la
lampadina, per vedere dove si produce l’energia”.
I bambini sono già pronti ad accogliere
positivamente questa esperienza perché spesso
compiamo dei gesti simbolici per dichiarare il
nostro “affetto” alla Terra e alle sue creature. Il
21 Marzo, allietati da un bel sole primaverile,
nel cortile della scuola abbiamo formato anche
noi due girotondi… ma allegri! Abbiamo cantato “Il girasole”, una canzone dello Zecchino
d’Oro, recitato una poesia sulla Natura e infine
abbiamo liberato due palloncini ad elio, che
hanno portato in cielo il nostro GRAZIE. Chissà
se i nostri palloncini hanno trovato “seconda
strada verso il mattino…”: intanto ci siamo
messi in viaggio verso un futuro migliore.
Classi Seconde, Primaria San Bovio
Ecco a voi: Pina la lampadina
I bambini delle classi seconde della Scuola
Primaria di Bettola sono stati coinvolti nel progetto della cooperativa Alboran dal titolo “Pina
la lampadina”. Pina la lampadina è una lampadina molto curiosa che vive nel soffitto delle
nostre aule a scuola e, quando serve, ci fa luce.
Un giorno decide di iniziare un viaggio alla ricerca dell’energia e incontra Ermione la televisione, Gigetto il rubinetto, Astore il contatore,
Peppone lo sprecone. Peppone lo sprecone usa
tanta energia anche quando non gli serve veramente: guarda la televisione e contemporaneamente tiene acceso computer e radio. Astore il
contatore è tanto triste, quando conta tanta
energia che si consuma inutilmente. Pina la lampadina invita allora a non sprecare e a non
inquinare. A un certo punto si accorge però che
la natura ha tante risorse! L’energia elettrica può
arrivare dal Sole attraverso i pannelli fotovoltaici, sopra il tetto, dall’acqua con le centrali idroelettriche, che producono energia usando il
movimento dell’acqua. L’energia elettrica può
arrivare anche dal vento con i mulini a vento
che producono energia con le loro pale, può
arrivare anche dal calore che c’è all’interno del
nostro pianeta Terra. La Terra ha una grande
energia naturale che non inquina. Così Pina la
lampadina alla fine del percorso ha chiesto ai
bambini di diventare veramente suoi amici, aiutandola a non sprecare energia.
Dobbiamo imparare ad usare l’energia che
viene prodotta e non inquinare l’ambiente!
Viva l’energia pulita del nostro pianeta Terra!
Scuola Primaria di Bettola, Classi Seconde
I bambini delle sezioni Verde, Lilla e
Arancione della Scuola dell’Infanzia “Collodi”
di Bettola, in collaborazione con le insegnanti
si sono improvvisati “giardinieri”. E’ stata
un’esperienza coinvolgente, hanno giocato,
annusato e manipolato la terra. Inoltre hanno
imparato ad osservare con attenzione ed entusiasmo l’evoluzione della crescita dei semi da
loro seminati, prendendosene cura quotidianamente.
Hanno seminato i legumi: ceci, fagioli, lenticchie e il grano, successivamente anche le
piante aromatiche, il tutto in vaschette di plastica e man mano che crescevano sono state
trapiantate in un angolo del giardino della
scuola. Ogni bambino dopo aver osservato la
crescita ha portato a casa la sua piantina, continuando a prendersene cura.
Altra esperienza fatta dai bambini è stata la
messa a dimora di vari tipi di bulbi: giacinti,
narcisi, tulipani, fresie, mughetti, piantati in
vasi di terracotta precedentemente decorati
dai bambini, altri invece in un angolo del giardino della scuola, così tutte le mattine c’è l’osservazione della loro crescita per vedere se
sono spuntati i fiori. Le insegnanti che fanno
da osservatrici, ascoltano i dialoghi tra i bambini che parlano e discutono sulla crescita
delle loro piantine, manifestando entusiasmo
ed interesse su ciò che sta succedendo.
Con il “progetto natura” proposto ai bambini di 4 anni, lo scopo delle insegnanti è di far
imparare, conoscere, rispettare ed amare la
natura attraverso i vissuti percettivi-sensoriali
nel ruolo di protagonista-esploratore, pertanto
considerano questa un’esperienza positiva. Il
giardino della scuola è lo spazio motivante che
consente ad ogni bambino di potenziare le
proprie capacità di osservazione, di scoprire i
fenomeni naturali ed elementi nell’evolversi
del tempo.
Frasi dei bambini: “ Hai visto, il bulbo che
ho piantato io ha fatto nascere le foglie?” /
“Ma come fai a sapere che quello lo hai piantato tu?” / “Io non mi ricordo proprio dove
l’ho piantato, sono tutti vicini” / “ Maestra,
sono stato bravo a mettere i semini nella
terra?”.
Insegnanti e bambini delle Sezioni di 4 anni
Scuola Infanzia “Collodi”, Bettola
Un giardino un po’ speciale
È arrivata la primavera e, in classe rossa,
abbiamo pensato alla realizzazione di un giardino “speciale”. Ogni bambino ha decorato con
soggetti floreali e riempito con carta colorata un
vasetto di vetro e poi ha messo a dimora semi,
in modo che si potessero vedere bene attraverso il vetro le fasi della crescita delle radici e dei
germogli della futura piantina. I bambini sono
stati coinvolti anche per la cura del proprio
vasetto, poiché ogni giorno lo devono bagnare
con poca acqua e osservare eventuali cambiamenti nelle piantine; in questo modo, attraverso
un’esperienza divertente e coinvolgente, acquisiscono conoscenze in un positivo clima di
esplorazione e di ricerca. Così, ogni mattina,
avvicinandosi al “tavolo della natura”, i bambini esprimono riflessioni e costruiscono ipotesi
(anche molto fantasiose) sulla crescita della
piantina. Il tavolo della natura non è mai stato
così divertente!
Bambini e insegnanti della Sezione rossa,
Scuola dell’Infanzia di San Bovio
Maggio 2011
In un giorno
di pioggia...
… quante cose si possono fare in un giorno di pioggia? Noi, i
bambini della classe rossa, siamo andati a mettere a dimora i bulbi
di tulipano! Grazie alla donazione di più di 100 bulbi (fatta da un
genitore della nostra sezione) abbiamo potuto fare questa esperienza istruttiva e divertente; e poiché in quei giorni la pioggia non
cessava, si è deciso di farlo sotto la pioggia. Così, con giacche
impermeabili, cappelli e stivali abbiamo affrontato questa avventura. Ogni bambino ha potuto sistemare nel terreno un bulbo e
poi coprirlo delicatamente con la terra. La stessa esperienza è
stata vissuta dai bambini di tutte le sezioni della nostra scuola nei
giorni successivi… e in primavera, nella nostra oasi, c’è stata una
fioritura spettacolare!
Bambini e insegnanti della Sezione Rossa
Scuola dell’Infanzia di San Bovio
9
Passaggi di tempo - Speciale Ambiente
I problemi del clima:
come combattere l’effetto serra
Noi della classe 4A, tra i diversi argomenti di geografia che stiamo studiando, quello che ci ha interessato di più
è stato l’effetto serra. Dopo averne parlato insieme e commentato i diversi brani letti, abbiamo unito tutte queste
informazioni in un unico articolo. Con grande sorpresa
abbiamo scoperto che gli uomini fin dall’antichità si erano
resi conto che il clima muta con il trascorrere del tempo.
Questi cambiamenti sono avvenuti per cause naturali. Però,
specie negli ultimi anni, anche l’attività dell’uomo ha iniziato a influire sul clima. L’effetto serra è un fenomeno naturale che si verifica nella parte più bassa della atmosfera terrestre e consiste nella capacità di quest’ultima di trattenere
parte del calore irradiato dalla superficie terrestre prima che
esso si disperda nello spazio. Ciò è dovuto alla presenza nell’atmosfera di molecole di anidride carbonica, vapore
acqueo e altri gas. La Terra è continuamente colpita dai
raggi del Sole; di questi, una parte è assorbita dall’anidride
carbonica provocando così il riscaldamento della superficie
terrestre. Sono proprio questi raggi, chiamati infrarossi, che
generano l’effetto serra: l’atmosfera che avvolge la Terra
funziona un po’ come una serra agricola, conservando una
temperatura costante in tutto il pianeta. Se non ci fosse questo rivestimento, le temperature sulla Terra sarebbero più
basse. Negli ultimi anni, però, le attività umane (le industrie,
il riscaldamento delle case, gli impianti di raffredamento, gas
di scarico delle automobili, ecc.) hanno causato una produzione maggiore dei gas nocivi, aumentando in maniera
eccessiva il naturale effetto serra e di conseguenza un
aumento delle temperature. Per questo motivo la Terra si sta
progressivamente riscaldando, provocando dei seri problemi
come: scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello dei
mari, cambiamenti climatici, aumento delle zone desertiche.
Dopo questo lavoro di gruppo, siamo giunti alla conclusione che ognuno di noi può fare qualcosa per ridurre
l’effetto serra. Le azioni che possiamo compiere sono semplici come spegnere le luci, muoversi usando la bicicletta o i
mezzi pubblici, per ridurre l’uso dei combustibili, e aumentare la superficie terrestre dedicata alle piante.
Classe 4 A, Scuola “Antichi Fontanili” San Bovio
Anche i “tappi” fanno le cose grandi
Risparmiamo
le... energie!
Durante lo svolgimento del progetto “Risparmiamo le…
energie”, la nostra scuola di San Bovio è diventata teatro di
indagine per prendere coscienza del problema energetico e delle
possibili soluzioni. Abbiamo incontrato la responsabile del progetto quattro volte e in un primo momento abbiamo osservato
e approfondito alcune delle nostre abitudini nel contesto scolastico, poi abbiamo analizzato il tema dello spreco energetico e,
per poter diffondere un comportamento corretto, abbiamo realizzato delle locandine da affiggere sui muri della scuola. Molto
divertente è stato dividerci in gruppi e costruire la “manica a
vento” utilizzando un bastone, del filo e un sacchetto della spazzatura; quando l’abbiamo messa nel nostro giardino, osservandola, abbiamo capito la direzione del vento. Con la scatola della
pizza e carta di alluminio abbiamo invece preparato un “forno
solare” che, esposto al sole, ci ha permesso di cuocere delle fettine di mela con energia alternativa. Questa esperienza ci ha talmente coinvolto che stiamo molto attenti a non sprecare energie a scuola e a casa, infatti appena si può, spegniamo le luci e
alziamo le tende. Questo è un progetto che ci sentiamo di raccomandare a tutti i nostri amici, perché è molto istruttivo e
divertente.
Alunni 4A, Primaria San Bovio
Nella nostra Scuola dell’Infanzia di San Bovio già dallo scorso anno scolastico abbiamo aderito alla raccolta di tappi di
plastica. Ogni giorno i bambini portano da casa i tappi per una “benefica” raccolta differenziata. I tappi di plastica di acqua,
latte, bibite, succhi di frutta, detersivi, balsamo, shampoo e schiuma da barba, raccolti negli appositi contenitori situati nell’atrio della Scuola infatti, vengono poi consegnati all’Associazione Malattie del Sangue Onlus che ha sede presso la
Divisione di Ematologia dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano che li trasforma in moneta sonante, devolvendo il
ricavato per sostenere programmi di ricerca scientifica sulle malattie del sangue, acquisire apparecchiature e strumenti necessari per l’attività medico-specialistica ed istituire borse di studio per la formazione di medici, biologi, tecnici ed infermieri ad
alta specializzazione. E la raccolta continua!
Scuola dell’Infanzia “Antichi Fontanili” San Bovio
Centro Ippico
Il Quadrifoglio
20068 Peschiera Borromeo - (Mi)
Via F. Sforza, 9
Tel. 02/5470133 - 338/9307880
Scuola di equitazione per ragazzi e adulti
Passaggi di tempo
Maggio 2011
6
Come usare bene Internet: due relazioni a confronto
Il giorno 8 febbraio 2011 siamo stati invitati alla Microsoft di San Felice. Appena arrivati ci hanno fatto accomodare in una sala
dove si fanno delle conferenze e la Signora
Raffaella Villa ci ha dato, insieme ai suoi colleghi, alcune informazioni fondamentali sull’uso
del computer: ci ha spiegato perché é meglio
evitare di dare informazioni personali via email o come usare i social network con prudenza e pensare meglio a quello che si pubblica su internet. Ci ha fornito un insieme di
regole che ci permettono di usare bene internet: questo insieme di regole viene chiamato
“netiquette”.
Era ormai ora di fare merenda, così ci
hanno portato in una grande sala dove avevano organizzato per noi un grande buffet!
C’erano dolci, brioches, biscotti, pasticcini,
tartine e bibite varie. Finito il buffet abbiamo
avuto l’opportunità di provare un videogioco
appena inventato dalla Microsoft: è incredibile
come la tecnologia si sia evoluta! In questo
Alla cortese attenzione
della Sig.ra Raffaella Villa
Microsoft,
Centro Direzionale
San Felice
La Preside, gli alunni e le insegnanti
della Scuola Primaria di San Bovio
hanno il piacere di ringraziare la
Microsoft del Centro Direzionale di San
Felice, rappresentata dall’Amministratore
Delegato, dai Dirigenti e gli Specialisti
della Polizia di Stato, che ci hanno offerto l’opportunità di partecipare l’8 febbraio scorso a un interessante evento formativo volto a diffondere cultura e sensibilità sull’uso in sicurezza delle nuove tecnologie a favore dei ragazzi.
Riteniamo che la giornata sia stata
ben organizzata e gli alunni intrattenuti in
modo piacevole: catturati nell’interesse e
nella curiosità.
Anche il linguaggio usato dai diversi
interlocutori e le immagini sono stati
accattivanti e adeguati. Ecco alcuni commenti dei ragazzi, estrapolati dalle discus-
gioco non c’é bisogno di telecomandi, ma
bisogna soltanto usare il proprio corpo, grazie
ad una telecamera posta sopra la televisione.
Questo gioco si chiama “Kinect”.
Dopo aver giocato, siamo ritornati nella
stanza di prima ed è arrivata la Polizia Postale,
che si occupa, tra le altre cose, di intercettare
le persone adulte che si fingono bambini in
internet. Ci hanno fatto visionare due filmati:
nel primo si vedeva un bambino che chattava
con un adulto che si fingeva un coetaneo e il
ragazzo, ingenuo, inviava all’adulto la sua foto
e gli descriveva dove abitava. Fortunatamente
la Polizia Postale ha intercettato l’adulto e lo
ha arrestato.
Nel secondo filmato, invece, si vedeva che
un ragazzo, appena uscito da scuola, subiva
atti di bullismo da parte di altri ragazzi; uno di
loro stava filmando tutto con il telefonino e,
dopo essere tornato a casa, ha messo il video
su internet. La Polizia Postale, però, ha visto il
video in rete, è risalita all’autore del filmato ed
è andata a casa del ragazzo
spiegando tutto ai genitori
ignari.
E’ stata una bellissima e
importante esperienza perchè, secondo me, è fondamentale spiegare ai ragazzi i
pericoli e i rischi legati a internet, dal momento che ormai
lo utilizzano tutti, alcuni
anche impropriamente, ed è
bello saperne di più per usarlo nel migliore dei modi.
Spero che anche le prossime
classi che verranno invitate
facciano tesoro di questa
esperienza come abbiamo
fatto la mia classe ed io.
In occasione della Giornata europea dedicata alla sicurezza in rete, Microsoft ha invitato le classi quinta elementare, 1-2-3ª media
per parlare dei pericoli del web, con il sostegno degli esperti della Polizia Postale e delle
Comunicazioni.
L'8 febbraio siamo andati agli uffici della
Microsoft di Segrate. Arrivati, ci hanno fatto
accomodare nella sala delle conferenze dove
la signora Raffaella e il responsabile di quella
sede ci hanno parlato dei possibili pericoli del
computer e di come evitarli.
Abbiamo capito che ci sono numerosi
virus molto pericolosi, come gli spyware e i
“cavalli di troia”. Gli spyware sono virus che
raccolgono informazioni riguardanti l’attività
sul web dell’utente trasmettendole ad altre
persone, mentre i “cavalli di troia” si nascondono in un programma apparentemente utile;
spesso è lo stesso utente che li istalla. Per evitare che ciò succeda, conviene avere un antivirus sempre aggiornato, ma anche avere una
Fiammetta Bocola
Classe 2E “Virgilio”
sioni in classe e dalle loro riflessioni
scritte.
″La rete è uno strumento utile che
permette di metterci in contatto con tutto
il mondo e essere informati, ma può
diventare pericoloso. Ad esempio bisogna stare attenti ai dati personali che si
mettono on-line, infatti nei profili creati
in social network come Twitter o
Facebook è meglio mantenere una certa
riservatezza e non accettare amicizie da
persone che si conoscono virtualmente,
ma non nella vita reale. Perché dare il
proprio indirizzo e-mail o pubblicare
delle foto può attirare l’attenzione dei
malintenzionati, che potrebbero fingersi
altre persone.
“Altri pericoli che si possono incontrare in rete sono dei siti falsi, che fanno
arrivare delle e-mail proponendo un’offerta vantaggiosa, e dei link a siti poco
sicuri che raccolgono le informazioni e i
dati personali: sono chiamati siti spia;
altri invece sono chiamati Troyhorses,
dalla leggenda che racconta del cavallo
di legno che entrò nella città nemica di
Troia con i soldati dentro per distruggerla; stessa cosa può accadere con questi
programmi, che nascondendosi sotto un
password che non permetta l’accesso al proprio computer. Raffaella ci ha detto che non
bisogna mettere troppe informazioni personali sui social network, perché persone malintenzionate potrebbero usarle per rintracciarci.
Prima di continuare a parlare con la Polizia
Postale, abbiamo fatto una pausa durante la
quale abbiamo mangiato, grazie ad un buffet
offerto dalla Microsoft, e giocato a un nuovo
gioco chiamato “Kinect”, nel quale non hai
bisogno di un telecomando: il controller sei tu.
Il buffet era buonissimo: c’erano pizzette, brioches, pasticcini e bibite.
Dopo questa pausa la Polizia Postale ci ha
fatto vedere due video: il primo era su un
ragazzo che chattava con un adulto che non
conosceva il quale, grazie a promesse di regali, si era conquistato la sua fiducia. L’adulto gli
chiedeva foto e informazioni personali, ma
alla fine la Polizia Postale lo ha rintracciato e
arrestato. Abbiamo capito che non dobbiamo
fidarci di persone che non conosciamo. Nel
secondo video c’erano dei ragazzi
che filmavano un loro amico mentre
picchiava un altro compagno. A casa
quei ragazzi misero su Internet il
video, ma la Polizia Postale riuscì a
rintracciarli! … Se metti qualcosa
sulla rete non potrà mai essere tolto. I
poliziotti che erano lì quel giorno ci
dissero che per rintracciare le persone
che compiono i reati, ci vuole molto
tempo e certe volte è troppo tardi. Per
evitare che le situazioni dei video succedano, i genitori dovrebbero fare
attenzione a quello che fanno i figli su
Internet.
Questa uscita è stata molto interessante perché abbiamo imparato a
proteggere il nostro computer e noi
dai pericoli della rete.
Martina e Alessia Morabito
2E “Virgilio”, San Bovio
gioco, danneggiano il computer. Per proteggersi si possono installare antivirus e
parental control.
Questi ultimi sono dei dispositivi che
servono ai genitori per proteggere i bambini, infatti filtrano i contenuti non adatti
e li eliminano senza farli vedere, infine
occorre sempre aggiornare il browser che
ci permette di navigare su Internet″.
″Da questi video ho capito che quando utilizzo il computer e mi appaiono
delle richieste di amicizia e di informazioni devo avvisare subito i genitori o
comunque un adulto. Non devo mai scaricare delle mie foto perché potrebbero
essere usate da gente sconosciuta.
Sono rimata molto colpita dal video
sul bullismo perché non sapevo che esistono dei ragazzi che prendono in giro i
compagni utilizzando un video per sentirsi più forti. Secondo me questa giornata
è stata molto educativa perché mi ha
chiarito quali sono i pericoli che posso
incontrare quando mi collego a Internet″.
“E’ un Centro Direzionale enorme e
stupendo. Appena siamo entrati ci ha
accolto la mamma di una mia amica:
Raffaella, che ci ha spiegato qual è lo
scopo della Microsoft e cosa avremmo
fatto nella mattinata”.
“Ho imparato che Internet è un luogo
pubblico: per questo, come siamo educati nella vita privata, dobbiamo esserlo
anche on - line″ ; ″Ci hanno spiegato le
funzioni di un gioco che si attacca alla
TV: Kinect per X-Boy 360, un gioco
divertente, dove si utilizzano i movimenti
del corpo; per giocare non c’è bisogno né
di un telecomando né di un Joystick, ma
solo del tuo corpo: diventiamo sempre
più tecnologici!″.
″Con noi c’era la Polizia postale, che
si occupa di punire tutti i reati che si possono commettere in rete.
Questo mi rassicura, ma è comunque
fondamentale non abusare dell’utilizzo di
Internet e ricorrere ai nostri genitori
quando capiamo che c’è qualcosa che
non va mentre navighiamo o chattiamo.
É stata proprio una mattinata istruttiva e
abbiamo fatto anche una magnifica
merenda.″; ″Ci hanno offerto un buffet
buonissimo, ricco di dolci e cose buone
da mangiare″.
Classi Quinte
Primaria di San Bovio
Maggio 2011
Passaggi di tempo
7
Io cerco un uovo amico
Sognando il fantastico Perù
Il contributo dell’Istituto “De André”
alla lotta contro una grave malattia
che colpisce i bambini
Un bimbo sorridente che si tiene, con una
mano, un imbuto in testa: è il logo
dell’Associazione Italiana per la Lotta al
Neuroblastoma. Di questa rara e grave malattia abbiamo parlato in Redazione con la signora Alessandra Maioli, che i ragazzi ricorderanno quando è venuta nelle nostre classi a proporre l’acquisto di uova pasquali a favore dell’iniziativa “Cerco un uovo amico”, promossa
dall’Associazione. Siccome noi riteniamo che
“Passaggi di tempo” sia un giornale serio,
insieme ad argomenti più “leggeri” e “normali”, scolastici, ci è sembrato opportuno affrontare anche questo tema: così inoltre possiamo
dare una mano all’associazione e a chi,
soprattutto i bambini, ha bisogno di aiuto.
Il neuroblastoma, ci ha spiegato
Alessandra, è un tumore infantile del sistema
nervoso simpatico, che viene diagnosticato
fino ai 4 -5 anni di età; molto raramente accade dopo. Richiede cure intense e tempestive.
Ha sintomi “sfumati”, tipo una normale
influenza. La possibilità di guarigione dipende
dalla zona del corpo colpita. Ad esempio, se la
zona interessata è il collo, le possibilità di guarigione sono alte, mentre non è facile guarire
da un tumore alle ghiandole surrenali e al
midollo.
L’Associazione Italiana per la Lotta al
Neuroblastoma non sta cercando di combattere solo il neuroblastoma, ma anche i tumori
solidi del cervello. Il logo dell’associazione,
come si è visto, rappresenta un bambino con
un imbuto in testa, per “proteggersi” dai
tumori del cervello. Il sodalizio nasce nel 1993
dallo sforzo di alcuni genitori che avevano
bambini malati di neuroblastoma, e di alcuni
medici che facevano ricerca per combattere
tale malattia. Da quel momento la ricerca ha
fatto grossi passi in avanti, anche se si è lontani dal poter dire che il neuroblastoma è vinto.
Per questo si ha ancora bisogno di fondi per
combatterlo e sconfiggerlo. Oggi l’associazione conta 110 mila soci.
Quest’anno Alessandra Maioli ha deciso di
portare l’iniziativa nella nostra scuola, approfittando del fatto che sua figlia frequenta la
media “Virgilio”. Si è arrivati a un buon risultato, con 150 adesioni, per cui Alessandra è
molto soddisfatta, e ringrazia tutti di cuore.
L’iniziativa consisteva nel comprare un uovo di
Pasqua, per dare una speranza ai bambini colpiti da questa malattia. Per la riuscita di questa
iniziativa e di altre similari, Alessandra utilizza
molti mezzi, tra cui il “passaparola” e facebook. Gli obiettivi che l’associazione finanzia,
con i soldi ricavati, sono tre: sostenere la ricerca, far sì che la vita dei bambini malati possa
migliorare, comprare macchinari per la ricerca. E’ interessante sapere che il neuroblastoma è un ottimo modello di studio per altri
tumori, ad esempio il tumore al seno, all’utero
e alla prostata.
Il neuroblastoma non è un tumore molto
conosciuto. All’Istituto Gaslini di Genova c’è la
sede dell’associazione: lì vengono inviati i dati
dei bambini malati di neuroblastoma e, in
poche ore, viene diagnosticata la malattia, e
vengono indicate le cure da effettuare. Esiste
una banca dati del neuroblastoma, cioè un
centro di raccolta di informazioni dei bambini
malati di questo tumore. Purtroppo noi ragazzi non possiamo diventare soci dell’associazione, ma i nostri genitori possono farlo.
Invitiamo quindi tutti ad associarsi, per aiutare
la ricerca, dare un futuro ai bambini ammalati e a tutti quanti.
Elena Ripamonti, 2D “Virgilio”
Per informazioni e sostegno ci si può rivolgere
a:
www.neuroblastoma.org
e-mail: [email protected]
Tel. 340/7976092 - 02/90686853
e-mail: [email protected]
Il nostro “viaggio”, iniziato lo scorso anno
con la conoscenza del continente Africa, continua. Quest’anno il nostro progetto di “Sogno
virtuale” ci ha portato alla scoperta di un
popolo con culture e tradizioni diverse dalle
nostre: il Perù; ma, per poterlo attuare, avevamo bisogno di trovare un personaggio mediatore, misterioso, piccolo e simpatico che potesse aiutarci in questo percorso.
A noi serviva un animaletto dormiglione
come la talpa e, con il racconto dei propri
sogni, continuare il nostro viaggio. Un viaggio
di fantasia in un paese a loro poco conosciuto
come il Perù, dai bellissimi paesaggi e dai
vivacissimi e tipici costumi colorati. Il nostro
personaggio mediatore ci ha condotto e guidato alla scoperta di questo misterioso
mondo, è arrivato in una mattina d’autunno
nascosto nel nostro giardino sotto un manto di
foglie…
Attraverso diapositive, fotografie, libri e
con l’aiuto straordinario di un genitore fonte di
culture e tradizione peruviane, abbiamo imparato a conoscere usi e costumi di questo straordinario popolo. Sogno, sogno divenuto realtà, nel realizzare piccole bambole fatte di cartone, i vestiti di carta crespa tutti colorati e le
loro tipiche case, i bambini con il telaio hanno
realizzato una piccola coperta vivacissima,
anche la nostra classe è stata vivacizzata di
colori, pappagalli variopinti e un grande condor. Giochi, conte, filastrocche, balli e ricette
gastronomiche. E il nostro viaggio continua…
Insegnanti e bambini della Sezione blu,
Scuola dell’Infanzia di San Bovio
La forza delle associazioni dipende
dal numero dei soci e dalle iniziative
che promuovono
Viviamo in tempi in cui sono evidenti la trascuratezza verso la natura e una disattenzione nei
confronti di coloro che sono meno fortunati. La Pro Loco di Peschiera Borromeo si propone di valorizzare un territorio di per sé già molto attraente, caratterizzato da molto verde,
corsi d'acqua e fattorie. In questo contesto raro ed invidiabile splende inoltre la gemma artistica - culturale del castello rinascimentale. Peschiera Borromeo e le sue frazioni offrono,
quasi per vocazione, una cornice ideale per ospitare eventi. Mediante questi happening verranno originati fondi che la Pro Loco destinerà statutariamente ad opere di pubblica utilità
e a fini sociali. Vi chiediamo di voler partecipare a questa attività, iscrivendovi. Dal canto
nostro siamo in grado di assicurare che il Vostro piccolo sforzo associativo concorrerà a far
conoscere e a rilanciare come merita un territorio di grande pregio naturale e artistico. Avrete
inoltre la soddisfazione di contribuire a realizzare opere di pubblica utilità e benefiche.
c/o Centro Calipari - Via Rimembranze 18, Peschiera Borromeo, tel. 0255400792 3402620296 - www.prolocopeschieraborromeo.it - [email protected]
Passaggi di tempo - Speciale Ambiente
Maggio 2011
10
Fare scuola al Carengione
Io, foglia
Io, foglia,
mi sento una principessa:
l’autunno
mi regala vestiti
di colori lucenti.
Io, foglia,
amo
le dita fresche del vento
che mi accarezzano il viso.
Io, foglia,
ho amiche colorate
rosse, scarlatte, ocra e violacee.
Io, foglia,
desidero
farmi trasportare dal vento.
Io, foglia,
temo l’inverno
che col suo gelo
mi ghiaccia il cuore.
Riccardo Dellabella - 5C Primaria di Bettola
Se io fossi
Se io fossi un uccello
volerei con le mie grandi ali
fino a raggiungere i sogni più lontani.
Se fossi la pace
mi farei cogliere
da chi conosce solo odio e guerra.
Se fossi la sapienza
svelerei i misteri più arcani e remoti
di tutto l’universo.
Se io fossi un angelo
veglierei su tutti i bambini
che credono in me.
Se fossi un cavaliere
sguainerei la mia spada
per difendere la mia patria.
Ma sono solo un bambino
che vuole diventare un grande uomo.
Riccardo Dellabella - 5C Primaria di Bettola
Oh, luna!
Nei giorni due, quattro e undici maggio ho
effettuato delle visite guidate al Bosco del
Carengione con gli alunni delle classi 1A, 1C e
1F della Scuola Media di Bettola, accompagnati rispettivamente dalle Professoresse Fulvia
Velicogna, Cinzia Ferrari ed Emanuela Sgarbi.
Tali visite rientrano nei “Progetti di educazione
ambientale” proposti dal Settore Ecologia del
Comune di Peschiera Borromeo, in collaborazione con l’Associazione Naturalistica
Carengione, ed inseriti nel Piano del Diritto allo
Studio dell’anno scolastico 2010-2011.
Scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere agli studenti le bellezze di un ambiente naturale e incontaminato, peraltro molto vicino alla
scuola, che presenta ad un attento osservatore
una grande varietà di flora e di fauna. Il Bosco
del Carengione è bello in ogni stagione dell’anno, ma in primavera, e in particolare nel mese
di maggio, si presenta in tutta la sua rigogliosa
bellezza. Ho potuto così far osservare e far riconoscere ai ragazzi parecchie piante autoctone:
la spettacolare quercia
farnia, il maestoso pioppo nero, il pioppo bianco,
il salice bianco, il nocciolo, l’ontano, la robinia, il
ciliegio, l’olmo, il platano,
l’acero campestre e arbusti vari. Li ho visti molto
interessati e attenti nell’individuare uccelli vari
come fagiani, picchi, cornacchie, gazze, tortore,
capinere, cardellini, fringuelli e usignoli che ci
hanno deliziato con il
loro canto. Ciò che però
li ha maggiormente sorpresi è stato il ritrovamento di una farfalla esotica molto grande (15
cm) e dai colori bellissimi: la Bombice
dell’Ailanto. Mi auguro che queste uscite siano
state gradite e possano essere di stimolo per
altre iniziative analoghe nel prossimo anno scolastico.
Walter Ferrari, Presidente Associazione
Naturalista Carengione
La foglia
Ecco qui la bella foglia
che dal suo hotel va via di malavoglia.
L’autunno è ormai arrivato,
cambia il vestito e se ne mette uno colorato.
Il resto dell’abbigliamento, va tutto in valigia
e intanto arriva la nebbia grigia.
La foglia sarà costretta ad andar via
portando con sé la malinconia.
Così si prepara a fare i saluti
lasciando gli amici tristi e muti.
Essa è consapevole che sarà calpestata
ricordandosi,quelli che l’hanno amata.
Michele Sacco - 5B Primaria di Bettola
Luna pallida e stanca
luna, che ridi
luna, che vegli
luna, che cammini
per le strade del firmamento
luna, che chiacchieri con le celestiali stelle
luna, che nonostante la tua stanchezza
illumini la terra col tuo sorriso argentato.
Luna, regina della notte
Continua ad illuminare il tetro buio
E a vegliare su di noi con amore materno
Sonia Pagliarini - 5B Primaria di Bettola
Vorrei
Le foglie
Tante folate di vento ottobrino
accompagnano il risveglio al mattino.
A flotte le foglie parton per il terreno,
sperando di trovar futur più sereno.
In un senso han ragione, nell’altro proprio no.
Pian piano vengon giù a formare un gran tappeto
su strade e marciapiedi.
Infatti tutte si preparan al grande evento
e tra di loro c’è sempre un gran fermento.
Tutte lor sanno che di lì passerà l’Autunno:
il pittore più famoso, il chirurgo dei colori,
e quindi ogni foglia vuol assistere al passaggio
dell’imperatore.
Povere foglioline, ignare lor sono
dell’ostil futuro che le attende;
ma tra tanto sconforto ed emozione
spunta un'unica convinzione:
tra un po’ rinascerai in un mondo assai migliore.
Alessio Cristofoletto - 5B Primaria di Bettola
Vorrei…
Vorrei tanto trovare,
una cosa vera come il mare.
È dentro tutti noi,
e nel cuore di voi!
Vorrei tento trovare, un mondo senza male!
Un sogno e una poesia per dire…
Fantasia!
Federica Maglio - 5B Primaria di Bettola
Vorrei tanto trovare
un mare dove sempre nuotare
limpido, azzurro e turchino
grande come il sorriso di un bambino
ma da condividere con tutti
alti, bassi, belli e brutti
Cristian Cilento - 5B Primaria di Bettola
I fiocchi di neve
Diamanti preziosi
opposti alla luce del sole
Farfalle innevate che danzano nel vento
Ambasciatori della gioia e del gioco
Piume che volano nel cielo
Messaggeri dell’inverno.
Giacomo Fraschini - 5C Primaria di Bettola
Le stelle
Sono lucciole immerse nella notte
che danzano a ritmo di musica.
Le stelle sono brillantini
sparsi nel blu intenso
piccole orme argentate di un cagnolino
stampate nel nero del cielo,
i sogni più belli dei bimbi.
Luci dell’universo scuro,
oro del cielo.
Chiara Rossi - 5C Primaria di Bettola
Maggio 2011
Complimenti ragazzi!
I nostri atleti in gara a Cernusco sul Naviglio
Cernusco sul Naviglio, 5 aprile 2011, dalla
nostra inviata sul campo La prima domanda che
ho posto ai partecipanti
alle gare di atletica, è
stata se fossero emozionati o meno. Mi aspettavo qualche “sì” sincero e
un po’ imbarazzato, e
tanti “no” spavaldi.
Invece mi sbagliavo.
Ricevetti svariate risposte, ma quella che mi
colpì di più fu questa:
“Sono un po’ emozionata perché non ho mai
gareggiato e mi piacerebbe molto vincere, ma
l’importante è partecipare, non importa se farò
un buon risultato o
meno”. Potrebbe sembrare una risposta scontata, una frase fatta. Però
era tanto che non sentivo
parole simili uscire dalla
bocca di un mio coetaneo: ormai l’importante
sembra solo la vincita,
non il divertimento nel
compiere
un’azione.
Augurai buona fortuna a
tutti. Uno a uno, si avvicinarono al campo, dove avrebbero svolto le
rispettive gare.
Iniziai a girare per il campo, sempre preoccupata che qualcuno mi obbligasse a uscire,
per scattare qualche foto agli atleti: passando
da una disciplina all’altra, assistetti a diverse
prove, davvero molto soddisfacenti. Daniele
Bontempi, ad esempio, si classificò al terzo
posto nella gara dei 1000 metri: “Sarei potuto
arrivare primo” afferma, “ma hanno suonato
una campanella e, credendo che i giri fossero
terminati, mi sono fermato per qualche secondo, e perciò non ho ottenuto il primo posto”.
Quando me l’ha detto, mi sono messa a ridere, credevo stesse scherzando: se avessi ottenuto io il terzo posto, anche in una gara qualunque, sarei stata più che soddisfatta!
Passaggi di tempo
11
Marika Ferri ha anch’essa ottenuto il terzo
posto in classifica, nella categoria Cadette del
lancio del peso: un risultato davvero strabiliante, tenendo conto, poi, che l’allenamento
in questa disciplina è stato effettuato per un
massimo di quattro volte.
Si è invece classificato al primo posto
Stefano Colombo, nella disciplina del Vortex:
non immaginavo che un ragazzo di quattordici anni avesse l’abilità e la forza di lanciare un
oggetto così a molti metri di distanza.
I ragazzi della staffetta maschile, Marco
Marelli, Andrea Firpo, Daniele Carluccio e
Stefano Colombo si sono anch’essi classificati
terzi sul podio: durante la premiazione eravamo stati classificati quarti, fortunatamente ce
ne siamo accorti in fretta e le professoresse
Terzi e Bertoli sono andate
a protestare e alla fine
hanno assegnato il posto
che ci spettava di diritto.
Di ritorno a scuola, la
professoressa Terzi ci ha
fatto un discorso: si congratulava con tutti e affermava
che, anche se non ci fossimo qualificati, pazienza!
perché avevamo comunque
ottenuto dei risultati molto
soddisfacenti, in campo
sportivo e non in base al
posto sul podio. Ci siamo
invece ricreduti: il quinto
posto
nella
categoria
Cadetti ce lo siamo meritati
e la scuola parteciperà alle
finali provinciali, categoria
cadetti, il 2 maggio al
campo sportivo Giuriati di
Milano. Forza ragazzi, e
complimenti!
Victoria Di Gaetano
3A “Virgilio”
Ultimissime dal Campo
Giuriati: Colombo sul podio
Il 2 maggio, al Centro Sportivo Giuriati di
Milano, si sono svolte le finali provinciali di atletica, a cui hanno partecipato ragazzi della nostra
scuola, i Cadetti, che si sono qualificati durante
le fasi precedenti. Abbiamo cominciato subito
con il salto in lungo, salto in alto e vortex; nelle
prime due specialità non si è classificato nessuno con un risultato “da podio”, mentre nel vortex Stefano Colombo si è aggiudicato il terzo
posto, con un lancio di 59 metri; all’inizio della
competizione aveva conquistato il primo posto,
e per un lungo periodo di tempo è rimasto in
quella posizione. Piano piano, però, due ragazzi
lo hanno superato, anche se solo di un paio di
metri.
È poi toccato alle competizioni dei 300
metri, dove Daniele Carluccio e Stefano
Colombo si sono classificati
rispettivamente quarto e ottavo; Daniele, benché non si sia
piazzato nei primi tre posti per
soli due centesimi, è stato
comunque premiato, perché i
primi sei di ogni competizione
ricevevano la medaglia.
Durante il lancio del peso e gli
80 metri piani non abbiamo
ricevuto risultati da premiazione, ma, a mio modesto parere, Andrea Firpo, Cesar
Marcandelli, Marco Marelli e
Alessandro Tondini si sono
davvero impegnati!
La penultima specialità
sono stati i 1000 metri, in cui
ha
gareggiato
Daniele
Bontempi, la cui gamba era
dolorante ed era quasi tentato
di rinunciare: fortunatamente
ha presto cambiato idea. Ha
mantenuto la prima posizione
durante tutto il primo giro, 400
metri, mentre ha poi, a poco a
poco, rallentato conquistando
il quarto posto: è stato
anch’egli premiato! Infine
hanno partecipato alla staffetta 4x1000 Marco Marelli,
Andrea
Firpo,
Stefano
Colombo e Daniele Carluccio:
nella loro batteria si sono classificati quarti, mentre nella
classifica generale non si sa ancora con esattezza il loro risultato.
Vorrei complimentarmi con tutti i ragazzi
che hanno partecipato alle gare quest’anno, e
con le professoresse Terzi e Bertoli che ci hanno
allenato con tanto impegno e che hanno sempre
sostenuto i loro alunni, qualunque fosse il risultato: ad alcuni potrebbe sembrare scontato che
le docenti non basino i loro giudizi solo sui risultati; purtroppo ci sono allenatori che si agitano e
danno “quasi di matto” se i propri ragazzi non
ottengono i risultati sperati. Perciò, grazie e complimenti.
Victoria Di Gaetano, 3A “Virgilio”
Passaggi di tempo
Maggio 2011
12
Dipingendo con i ragazzi
Il progetto “raccordo”
Anche quest’anno nella nostra scuola è
iniziato il “Progetto di Raccordo”, che prevede
una serie di incontri tra i bambini della scuola
dell’infanzia dell’ultimo anno e i ragazzi e i
docenti della classe quinta della scuola primaria. Questo favorisce una conoscenza reciproca per un migliore inserimento dei bambini e
diventa un momento dove le attività didattiche si articolano con situazioni ludiche molto
simpatiche e stimolanti, per entrambe le fasce
di età. I grandi con la loro mansione di Tutor
sviluppano una sensibilità e un senso di
responsabilità maggiore verso i più piccoli e
nello stesso tempo danno modo ai bambini
della materna di acquisire fiducia e sicurezza
verso il nuovo ambiente che li ospiterà a settembre. Il progetto prevede un primo incontro
per visitare la scuola e un momento di intervallo, con merenda, tutti insieme, poi in segui-
Sono una pittrice e molto spesso mi trovo
nel mio studio a lavorare da sola. All’inizio di
quest’anno scolastico le maestre delle terze
della primaria di San Bovio, dove studia mia
figlia più grande, mi hanno chiesto se avessi
potuto dedicare ai ragazzi un po’ di tempo per
farli avvicinare all’arte della pittura. Ho già
passato del tempo all’asilo con il progetto per
gli esterni ancora da terminare, e con alcune
lezioni di pittura e manipolazione della creta
nella classe lilla sempre a San Bovio, dove c’è
l’altra mia figlia, ed è stato davvero emozionante; ma con ragazzi più grandi non mi sono
mai ritrovata. Lasciato da parte il timore che
in fondo non li interessasse più di tanto, mi
sono lanciata. Sono stata accolta con grande
gentilezza dalle maestre e i ragazzi mi hanno
colpita! Entusiasmo, attenzione, stupore nel
vedere come si progetta e poi come prosegue
un lavoro (e diciamocelo, anche voglia di schivare qualche lezione!); sono stati davvero
to ci si ritrova nelle classi per abbinare grandi
e piccoli (tutor con bambino/a della materna)
e spiegare loro il percorso che si vuole seguire
con le dovute motivazioni. Quest’anno sono
state scelte le “Danze del mondo”, per cui i
prossimi incontri saranno incentrati sulla scelta delle danze con relative musiche, sulla suddivisione dei bambini in gruppi (tenendo
conto dei bambini che vengono da altre nazioni) e per finire sull’organizzazione della Festa
dei Remigini che si terrà a fine maggio. Il progetto è certamente uno dei fiori all’occhiello
del nostro Istituto ed è molto apprezzato da
genitori e bambini, che ogni anno danno il
meglio di sé facendo commuovere e meravigliare tutti i partecipanti alla Festa.
Roberta Campana
Scuola dell’Infanzia di San Bovio
bravi. Insieme abbiamo realizzato una grande
parete davanti alle loro aule; un grande sole
giallo da cui partono sfumature di colori sempre più scuri, creando l’effetto di un tramonto.
Terminato quello, ora ci stiamo dedicando
alla realizzazione di grossi pannelli in cui dipingeremo gli ecosistemi. I ragazzi si impegnano
anche procurando immagini da far vedere per
poi poterle usare come riferimento. La pittura
è una meravigliosa forma di espressione, a
volte riesce a far uscire sentimenti nascosti
dentro di noi, che a parole non è facile esprimere; guardando i ragazzi lavorare, con i differenti modi di interagire con essa, si riesce a
conoscere tanti diversi lati del carattere: che a
volte sfuggono. Spero perciò di poter portare
avanti questo progetto anche nei prossimi
anni e ringrazio col cuore di averne avuta la
possibilità.
Raffaella Gerli
Protezione Civile di Peschiera: grazie di esistere!
Si parla, purtroppo, di incendi, catastrofi,
crolli che avvengono nelle scuole quando
meno te l’aspetti, nelle ore di lezione o nelle
pause per la ricreazione. Finora nel nostro
Istituto, per fortuna, non è successo niente di
grave, grazie anche ad un lavoro di manutenzione e prevenzione; bisogna comunque sempre stare sempre all’erta, come un’anatra in
tempo di caccia.
Chi ci può addestrare a comportarci nella
maniera giusta, dandoci delle “dritte” su come
salvare la pelle? La risposta a questa domanda
è semplice e una sola: la Protezione Civile,
conosciuta come quella squadra di soccorso
che collabora con i Vigili del Fuoco e altri soccorritori in caso di calamità naturali o artificiali; è un organismo di volontari, creato per far
fronte alle calamità imminenti o già in atto.
Alcuni volontari sono venuti nella scuola e
ci hanno insegnato come agire in situazione di
“emergenza”. Le cose s’imparano da piccoli, e
così facendo siamo in grado di reagire tempe-
stivamente alle difficoltà, evitando il peggio. Ad
esempio, in caso di alluvione, ho appreso che
devo raggiungere il punto più alto dell’edificio
e aspettare l’arrivo dei soccorsi; ho imparato
poi a decifrare quei cartelli che vedo poi spesso affissi sui muri interni della scuola.
Forse per imparare a controllare il mio
panico, ci vorrà qualche lezione in più, ma so
che l’autocontrollo è la prima regola da osservare. Credo che la Protezione Civile sia una
delle prime necessità della sicurezza di una
comunità e di una nazione; saper affrontare
tutti i pericoli a cui siamo esposti non è un
gioco da ragazzi, e soltanto con l’ordine e la
prevenzione comune possiamo reagire, preservare le nostre esistenze e aiutare coloro che
hanno bisogno. E allora dico alla Protezione
Civile: “ Grazie di esistere!”.
Cristian Semeraro, 3C “Virgilio”
Maggio 2011
Passaggi di tempo
13
“Siamo nani sulle spalle del gigante”
Nostra intervista esclusiva a Carlo Delfrati, famoso esperto
della didattica musicale
Il nostro Istituto ha avuto la fortuna di incontrare Carlo Delfrati, didatta di fama internazionale che da sempre si occupa della musica e
della sua didattica nella scuola. Egli ha contribuito fin dagli anni Sessanta a imprimere una
spinta innovativa all’educazione musicale nel
nostro Paese. Ha insegnato nei Conservatori di
Parma e Milano, e nella Scuola di
Specializzazione per l’Insegnamento Secondario
dell’Università di Pavia (Sede di Cremona).
Fondatore della Società Italiana per
l’Educazione Musicale, di cui ha curato i raccordi con il contesto internazionale (è stato per vari
anni membro del Direttivo dell’International
Society for Music Education), ha fatto parte di
Commissioni ministeriali per la stesura dei programmi scolastici. Studioso dei problemi storici
e pedagogici della musica (tra le sue più recenti
pubblicazioni, oltre a studi su diverse riviste educative e musicali, citiamo: La musica nella riflessione pedagogica, La musica tra educazione e
istruzione, Itinerari, Esperienze d’ascolto nella
scuola dell’obbligo, Orientamenti di pedagogia
musicale, Le scuole musicali in Italia, Interrogare
il passato, La voce espressiva; e i testi scolastici
Progetti sonori, Trio, I colori della musica,
All’Opera insieme per la scuola media,
Educazione al suono e alla musica e
MusicAmica per l’elementare, Libro delle letture
e Libro della teoria e il recente Il pensiero musicale per i corsi di teoria).
Cura il progetto dell’As.Li.Co Opera
Domani e il progetto MusicaSI di Gioventù
Musicale d’Italia. E’ consulente della Provincia
Autonoma di Trento per le Scuole musicali; del
Centro Europeo per l’Educazione (Frascati), per
i progetti Muse, Adas e Valmuss; del Comitato
Nazionale per le Celebrazioni Verdiane (Parma),
di Rai-Educational (Mosaico). Ha coordinato il
Piano integrato per l’istruzione musicale del
Comprensorio di Rovereto. Ha una rubrica stabile nella rivista Amadeus.
Spesso la musica non viene considerata dai ragazzi una disciplina importante.
Lei che è considerato un po’ il “padre
della didattica musicale”, in che modo
pensa dovrebbe essere fatto un cambiamento in positivo? La musica continua spesso a essere proposta oggi come all’inizio degli
anni Sessanta, quando io cominciai a insegnare. Ma rispetto ad allora troppo è cambiato. Ciò
che allora alimentava la cultura dell’adulto
erano le cose che alimentavano quella del bambino, e così l’insegnante poteva tranquillamente
riproporre ai suoi alunni i contenuti sui quali era
stato formato egli stesso, sapendo di essere condiviso. I bambini cantavano i canti dei loro genitori e dei loro nonni, quelli della tradizione
popolare. Oggi la musica ha visto esplodere in
modo esponenziale la sua riproducibilità, via
CD, Ipod, TV, internet… La cultura dei ragazzi è
sempre più diversa dalla nostra. Fino al punto
che è l’insegnante, l’adulto, che fatica a tener
dietro ai cambiamenti. Ogni generazione, ogni
“micro-generazione”, ha un proprio linguaggio.
L’insegnante che continua a parlare, rischia di
non farsi capire da chi lo ascolta. Dimenticare gli
interessi vorrebbe dire alzare un muro tra educatori ed educandi.
Accontentare i gusti e gli interessi dei
ragazzi, dunque? Schiacceremmo i ragazzi sul
presente, un presente sempre più rapidamente
cangiante. Quando sappiamo di essere, come
diceva il filosofo antico, nani sulle spalle del
gigante: siamo quello che siamo, culturalmente
e affettivamente, grazie al patrimonio di valori
che le generazioni del passato hanno saputo
allestire, e che compito dell’educatore è di met-
tere a disposizione dei giovani, perché possano
far fiorire le proprie risorse e partecipare a pieno
titolo e con piena gratificazione alla vita della
loro società. Ossia per soddisfare, al di là degli
interessi, i loro bisogni profondi. Bisogni di cui
non è nemmeno detto che i ragazzi siano ben
consapevoli, ma che l’educatore musicale sa
consistere nel possesso di sempre più mature
competenze operative, percettive, inventive,
manipolative, conoscitive…; ossia nel possesso
di strumenti che permettano di vivere intensamente e integralmente l’esperienza musicale,
sul piano fisico, quello affettivo, quello cognitivo.
Qual è il problema più contingente
che un insegnante di musica di oggi deve
affrontare? Per l’insegnante il problema è conciliare interessi e bisogni del ragazzo, al momento di operare in un contesto musicale, e culturale in senso lato, che non è più quello dei suoi
anni giovanili, e che continua a cambiare sempre più rapidamente. Vedrei sette aree di azione,
tutte ugualmente importanti, e senza escludere
che ce ne siano altrettante diverse: le elenco
aggiungendo per ciascuna in che modo si oppone a pratiche che sono all’origine della disaffezione dei ragazzi per la musica-disciplina-scolastica:
1. mettere la dimensione affettiva e
quella corporea al cuore dell’esperienza musicale, valorizzando ciò che la musica significa
nella vita di bambini e ragazzi, dandogli importanza, sollecitandolo. Troppo spesso si dimentica che il piacere, il piacere estetico, è uno dei
doni dell’esperienza musicale, e insieme una
delle chiavi per accedervi. “In pieno contrasto
con le affermazioni dei giovani, il piacere è del
tutto assente dai discorsi dei loro insegnanti”,
racconta Gilles Boudinet, francese (dove si vede
che la geografia del malessere è ben diffusa);
2. rendere gli alunni protagonisti attivi
del loro apprendimento: arrivare a renderli
autonomi prima di tutto nel far musica, con la
voce, con gli strumenti, ma poi anche nella scoperta dei significati e delle strutture del linguaggio musicale; contro una didattica che impone
forme tecnicistiche e nozionistiche di approccio
alle musiche;
3. liberalizzare il repertorio; superando
le barriere poste a generi (classica vs pop…), a
livelli qualitativi (i “grandi autori” vs i minori), a
luoghi storici e geografici (il passato remoto, il
presente, anche il “presente remoto”, le pratiche
e i repertori etnici), ai materiali (flauto dolce sì,
flauto dolce no…), e così via. L’insegnante preparato dovrebbe sentirsi libero di scegliere i contenuti in modo di soddisfare i due corni della
didattica: che siano utili per far leva sull’interesse, funzionali per soddisfare il bisogno;
4. aprirsi alle nuove tecnologie. Il computer è sempre più presente nelle case di bambini e ragazzi; paradossalmente fa ancora fatica
a entrare nelle scuole; quando sappiamo che i
software permettono non solo di ascoltare musica e di scriverla, ma anche di comporla, manipolando direttamente le fonti sonore, senza
nemmeno più la necessità della notazione;
5. portare in primo piano il contributo che la
musica reca ai messaggi mediatici. Nel cinema, nelle trasmissioni TV, su internet, in teatro,
ma anche nei luoghi sociali, la festa o la chiesa,
la musica interagisce con gli altri linguaggi orientando potentemente il messaggio. Vivere la
musica come un’isola separata dal resto del pianeta, oltre a impoverirne drammaticamente il
significato, toglie motivazione al suo apprendimento. Esplorare invece le funzioni sociali della
musica fa capire ai ragazzi le sue valenze semantiche, e al tempo stesso permette di collocare le
loro prestazioni (suonare, cantare) dentro
un’azione più ricca e gratificante. Il brano imparato per il saggetto di fine anno è un’esperienza
positiva per gli alunni, ma la sua appetibilità cresce quanto meglio lo “teatralizziamo”, lo rendiamo parte di un messaggio in cui intervengono
parola, movimento, scena. Non è così che la
musica è sempre stata praticata, nella storia e
nelle civiltà?
6. rinnovare le metodologie. Il ventaglio
è aperto su una varietà di alternative: provocazione coinvolgente, attivante dell’insegnante,
contro il ricorso esclusivo alla lezione frontale;
ricerca personale, problem solving, contro una
didattica “per impregnazione”; individualizzazione dei compiti, contro una didattica che seleziona e appiattisce; integrazione tra le pratiche
del fare (riprodurre e ideare) fra loro e con le
pratiche del conoscere (ascoltare, analizzare non
solo per accedere ai tesori del patrimonio, ma
anche a possedere sempre nuovi strumenti per
il proprio agire musicale…) contro un insegnamento a compartimenti stagni; e così via (è solo
un accenno, questo, alla varietà di questioni
metodologiche, che esploro sistematicamente
nel volume Il maestro ben temperato.
Metodologie dell’educazione musicale);
7. integrazione multietnica: da una
parte bisogna acculturare il non-italiano, ossia
farlo entrare a pieno diritto nella cultura del
paese accogliente, dall’altra inculturare i nostri
ragazzi, ossia aprirli alle culture dei compagni
immigrati; l’una e l’altra azione vissute come
arricchimento del campo d’azione. Il tutto in
contrasto con una didattica sciovinistica o ghettizzante.
La nostra scuola ha ottenuto
l’Orientamento musicale. Quale l’augurio
per i nostri ragazzi che vivono così in
modo sempre più intenso la musica? Gli
alunni di questa scuola si possono ritenere
molto fortunati ad avere una così importante
possibilità: fruire della musica su vari fronti non
è dato a tutti, considerando che sono poche le
scuole in Italia che ottengono un simile riconoscimento. Auguro loro di poter trovare nella
musica il mondo privilegiato dove poter esercitare la loro affettività e la loro intelligenza, con
l’ascolto e con la produzione.
Intervista a cura di Rita Vecchio
Dedica
al piccolo Lorenzo
A conclusione del lavoro sul testo poetico e
in occasione della nascita del fratellino di
un nostro compagno, ci siamo sentiti “poeti
in erba” e abbiamo creato questa poesia
che dedichiamo al piccolo Lorenzo.
La vita è…
La vita è… un dono
un mistero da scoprire,
un grande gesto di affetto e di amore;
desiderio di dare e sentirsi amati.
La vita è…
avventurarsi per un lungo viaggio
alla scoperta del mondo e degli uomini,
alla conoscenza delle loro emozioni
e dei loro sentimenti.
La vita è… una lunga storia
di cui l’uomo
deve sentirsi protagonista.
La vita è un’opportunità,
bisogna viverla
come si presenta:
è l’uomo che sceglie il suo destino
perciò è un’esperienza,
un gioco da vivere
con coraggio e responsabilità.
La vita è… un bene prezioso:
è come un seme
che ha bisogno di luce e acqua
per germogliare e crescere.
È un fiore
che sboccia, cresce… profuma.
La vita è…
come un film
da assaporare fino in fondo
distinguendo tra finzione e realtà,
bisogna affrontarla e sfidarla
con tutte le nostre sensazioni.
I piccoli poeti
delle Classi Quinte di San Bovio
In me…
Nei miei sogni
c’è un tramonto
rosato, luminoso, caldo
come la mamma che ti abbraccia.
Nei miei desideri
c’è un cavallo al galoppo
veloce, grande,
nero come la notte.
Nelle mie paure
c’è la perdita della famiglia,
triste, straziante, dolorosa
come la morte.
Nel mio futuro
vedo una vita felice,
tranquilla
come la musica classica.
Nel mio presente
c’è la libertà
entusiasmante
come un volo di farfalle!
Chiara Rossi
5C Primaria di Bettola
Passaggi di tempo
Maggio 2011
14
Ma che lingua è questa?
Quando era inverno
Riflessioni a proposito delle parole straniere
nella lingua italiana
LUNEDI: “Possiamo azzardare un timing
realistico nelle previsioni meteo per questa settimana”. / MARTEDI: “Consigliamo le seguenti
opere di ghost-writer per estraniarci in una deep
reading rilassante” / MERCOLEDI: “Nel summit
tenutosi a Roma il Presidente ha concluso il suo
intervento spiegando che in definitiva il progetto è in stand- by”. / GIOVEDI: “L’USP ha inserito nel programma del seminario pomeridiano
un workshop sul tema della peer education, per
indagare sul background storico-legislativo e
pedagogico didattico”. / VENERDI: ‘Sabato 19
e domenica 20 aprile seconda edizione di patchwork a Rocca Brivio, mostra di quilt organizzato da…”. “L’innalzamento delle case a Milano
ha determinato un nuovo skyline”. / SABATO:
“Ci mangiamo un toast al grill dell’autostrada.
Per mezzogiorno sono pronti dei veloci sandwiech che hanno anche una spalmata di ketchup, così resta del tempo alle donne per fare
shopping visto che ci sono anche duty-free”.
DOMENICA: Finalmente reperiamo in una
qualsivoglia emittente televisiva un film con
l’imprescindibile Albertone nazionale il quale ci
fa vedere come si osserva il contenuto ammaliante di un piatto e ci fa sentire: “Macarone, tu
mi provochi e io te magno!” E finalmente tiriamo un respiro di sollievo.Battuta e gimcana a
parte nel labirinto linguistico di una settimana
tipo, mi capita sempre più di frequente in questo ancor inizio di nuovo secolo di chiedermi
senza retorica che lingua sia mai quella che
incontriamo ormai quotidianamente nelle varie
forme di linguaggio scritto - giornalistico, narrativo, scientifico, tecnologico, culturale in senso
lato…- e nei vari timbri orali. Per venire a un
aspetto dell’italiano parlato e scritto di oggi, c’è
chi lamenta una condizione di strazio (o di maltrattamento) della nostra lingua e di uso sconsiderato, in essa, di inglesismi, tanto da giustificare chi afferma esserci in atto un processo di
autolesionismo linguistico degli Italiani che, per
dirla con l’indimenticabile Pasolini, sta portando
lessico ed espressioni inglesi in una effettiva (e
forse anche definitiva) assimilazione nella koiné.
I nostri cugini francesi tengono in maggior
considerazione la loro lingua arrivando al
punto, forse esagerando, di evitare addirittura
l’uso di parole e acronimi usati su scala mondiale. Al bando quindi hanno messo parole come
computer o pc, NATO, aids, software, mountain
bike, solo per fare qualche esempio, sostituiti
rispettivamente con parole nostrane quali ordinateur, OTAN, sida, logiciel, VTT (ossia vélo
tout terrain). Furbi loro? Ognuno si esprima
come crede. Sta di fatto che da noi pure coloro
che dovrebbero, anche per ruoli specifici, usare
la nostra lingua semplicemente con senso di
equilibrio e con adeguata consapevolezza di
identità, sono i primi a contaminarla. A scanso
di equivoci, chi scrive per porre spunti di riflessione, ha sempre avuto fin dai primi anni di scolarizzazione un prevalente interesse per le lingue
straniere e con esse ha concluso il proprio percorso formativo con una specifica laurea. E’ preoccupante non la presenza in sé di anglicismi:
parole ed espressioni straniere ci sono sempre
state in ogni lingua ed è giusto e funzionale alla
cultura e alla conoscenza in genere che sia così.
Ciò che risulta anomalo è al giorno d’oggi la frequenza d’uso che se ne fa e la loro entità!
La lingua italiana, più che di difesa, ha bisogno di essere rispettata. E’ compito delle persone giuridiche - a partire dalle istituzioni scolastiche - e delle persone fisiche - a iniziare dagli
insegnanti - operare in tal senso. Far riflettere i
ragazzi delle nostre scuole a non recepire acriticamente questo stato contingente dell’italiano è,
a mio parere, condizione indispensabile per evitare che diventi permanente. Per favore non
lasciamoci fagocitare la lingua italiana. Quella di
Dante, Ariosto, Manzoni, Leopardi, Campana,
Pasolini e degli altri. E che alcuni non Italiani
definiscono, anche loro forse esagerando, la più
bella lingua del mondo.
Prof. Giuseppe Rossetti
È arrivato l’inverno
Mentre il freddo mi entra nelle ossa,
il sole, ormai sorto da tempo,
si riflette
sulla candida neve dei monti.
Intanto piccoli fiocchi iniziano a cadere.
E si formano,
come gioco del vento,
piccoli mulinelli.
Dopo aver visto questo,
ho capito:
è arrivato l’inverno!
Sonia Corbezzoli - 5B Primaria di Bettola
L’inverno
Ecco, sta arrivando,
lo stregone di ghiaccio
che come un papà
mette un nuovo vestito
al mondo:
un bianco velo,
candido e freddo.
Ghiaccia i laghetti,
ricopre le casette.
Certo è lui:
l’inverno!
Chiara Cefaratti - 5B Primaria di Bettola
Quando si perde un amico
Quando si perde un amico
la rabbia invade il cuore
come le nubi coprono il sole.
Quando si perde un amico
l’invidia scaccia l’amore
come la notte spegne il giorno.
Quando si perde un amico
l’odio uccide la gioia
come la neve copre la terra.
Quando si perde un amico
l’allegria si smarrisce nel buio
come un uccellino nella notte.
Dorotea Radice - 5C Primaria di Bettola
I fiocchi di neve
I fiocchi di neve
Sono fogli accartocciati
che scendono dal cielo
Piume che svolazzano,
pezzi di velo bianco.
I fiocchi di neve
sono petali candidi
ghiacciati
dal soffio del freddo inverno,
sono angeli bianchi che danzano sulle nuvole.
Giulia Buoncore - 5C Primaria di Bettola
Fiocchi
I fiocchi di neve
sono lacrime cristalline degli angeli,
frantumi del diadema celeste.
I fiocchi di neve
sono lapilli ghiacciati,
ricchezza dell’inverno.
Damiano Cutugno - 5C Primaria di Bettola
Nevica
Nevica:
farfalle congelate,
cristalli volanti,
bianche meteoriti
atterrano dolcemente.
I fiocchi di neve sono
batuffoli di lana,
fiori di ghiaccio
che annunciano l’inverno.
Roberto Cicco - 5C Primaria di Bettola
L’odio è…
L’odio è inesprimibile,
come le emozioni che non riesci a spiegare.
L’odio è rabbioso,
come quando perdi un amico.
L’odio è accecante,
come un raggio del sole, senza occhiali.
L’odio è nascosto,
come i segreti di cui mi vergogno.
L’odio è qualcosa che ti sta dentro,
come un mal di pancia, insopportabile.
Lucrezia Pernigoni - 5C Primaria di Bettola
Maggio 2011
Passaggi di tempo
15
Souvenir dal Lago Maggiore,
Centro Ippico
Il Quadrifoglio
20068 Peschiera Borromeo - (Mi) Via F. Sforza, 9
Tel. 02/5470133 - 338/9307880
Scuola di equitazione per ragazzi e adulti
Passaggi di tempo
16
11 Gennaio 2009 - Flavio Giacomessi riprende
l’intervista a Roberto Vecchioni
Maggio 2011
Buone vacanze,
Flavio!
Inimitabile. Sorprendente. Aeronautico. É Flavio Giacomessi, il
nostro carissimo collega delle Medie che si accinge a partire per una
lunga e meritata vacanza - la mitica pensione! -, dopo aver regalato
gran parte della propria vita alla Scuola. Che lui sia unico, è facile capirlo: bastano pochi istanti di frequentazione. Che lui sappia meravigliarti,
sempre, è una novità solo per che non ha avuto il piacere e la ventura
di conoscerlo prima. Che lui, a mio avviso, sia “aeronautico”, si spiega
solo in parte con la sua passione sfrenata per il volo e le macchine
volanti; io dico aeronautico perché Flavio non vive come la quasi totalità di noi umani calcando la terra, la polvere. No! Per lui, pur “ben
messo”, la legge di gravità fa un’eccezione, lui la crosta terrestre la sfiora, anzi si libra in alto, sopra e oltre le meschinità terrene: “là dove
osano le aquile”!
Dacché è arrivato in questo Istituto, un decennio fa, provenendo
dalla “Milani” di San Giuliano Milanese, mi è stato collega di corso e
compagno in parecchie avventure. In particolare nella realizzazione del
presente giornale, per la parte fotografica. Emozionante, storica, un
punto “fermo” (si fa per dire), la sua ricostruzione - con mani sapienti
da certosino - del “pendolo” di Foucault, con relativa dimostrazione
pratica. Grandissimi meriti Flavio ha avuto nella ideazione ed esecuzione grafica di materiali per iniziative, manifestazioni e spettacoli del “De
André”. Frutto, anche, delle sue eccezionali doti informatiche, un mago
del computer come pochi. A lui si devono poi tutte le riprese audio e
video nelle quali l’Istituto è stato impegnato nel corso di questi anni:
Flavio, esperto tecnico del suono - dei silenzi e della musica variamente intesa -, “occhio discreto” della nostra Scuola!
Componente dello Staff di Direzione, membro del Consiglio
d’Istituto, responsabile della gestione dei laboratori di informatica, assegnatario di funzione strumentale per l’utilizzo delle nuove tecnologie;
inoltre coordinatore e istruttore dei corsi ECDL, grazie ai quali centinaia di nostri studenti hanno sostenuto e superato brillantemente gli esami
fondamentali per il conseguimento della patente europea del computer.
Docente di Educazione Tecnologica e Informatica: amatissimo dagli
alunni! Dalle battute fulminanti, Flavio. Ironico, pungente, mai scortese,
anzi gentile e disponibile con chiunque: un’anima pura. Dal sapere
enciclopedico: sa tutto di qualsiasi argomento, non solo di scienze tecniche, ma per esempio in fatto di statistica, storia, letteratura e così via.
Carissimo Flavio: mentre ti auguriamo ogni bene possibile, di poter
coltivare in totale tranquillità gli hobby preferiti e di ampliare, se possibile, le tue già peraltro smisurate conoscenze, sappi che qui, e altrove,
troverai sempre degli amici veri. Un abbraccio forte, a nome dell’intera
grande famiglia dell’Istituto “Fabrizio De André”.
Sergio Leondi, Responsabile di “Passaggi di tempo”
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