Passaggi di tempo Notizie dall'Istituto Comprensivo Statale Fabrizio De André - n. 14 - Maggio 2011 Qui si suona: musica Maestro! Bilanci e prospettive del Corso di Orientamento Musicale Musica, Maestro! Non è un film targato Disney, ma una frase simbolica che ben definisce il clima che si respira da qualche anno nell'Istituto Comprensivo Fabrizio De Andrè. E di anni ne sono passati già 4 da quando la nostra scuola è stata annoverata tra quelle italiane che sono rientrate nell'Orientamento Musicale. In principio era un solo strumento ad essere insegnato, il pianoforte, e adesso anche flauto, chitarra e violino. Un orgoglio per noi che ne facciamo parte, ma anche per il territorio, tanto da farne una scuola sempre più richiesta. La musica acquista sempre di più un ruolo fondamentale nella crescita degli alunni, ed è molto formativo inserirla così attivamente nei programmi ministeriali con lo studio di uno strumento. Definita da Alfieri nella sua tragedia “Abele” lo “zucchero dello spirito”, la musica non è un semplice “trastullo dell’orecchio”, ma soprattutto l’arte dei suoni nella sua totalità. Parole che sintetizzano l’atteggiamento pedagogico e costruttivo che hanno indotto questa disciplina a diventare sempre più presente nella scuola. Attraverso il suo linguaggio universale porta a una educazione percettiva privilegiata, accrescendo la musicalità all’interno dell’individuo, imponendosi come schema comportamentale che stimola la socializzazione, l’integrazione, l’acquisizione di altri linguaggi (linguistici, artistici e aritmetici). Il nostro Istituto ha, quindi, una grande possibilità oggi e lo sta facendo con molto successo: dare una rara opportunità di formazione ai nostri piccoli alunni e a quelli che lo saranno. Educare alla musica significa capirla, ascoltarla e produrla: obiettivi fondamentali per la crescita dell’alunno. segue a pagina 2 Le meraviglie (e i rischi) di Internet Nostra visita alla sede Microsoft di San Felice In occasione dell’ottava edizione dell’iniziativa promossa dall’Unione Europea denominata European Softer Internet Day, l’8 Febbraio 2011, con i compagni di prima, seconda e terza media e i loro docenti, siamo stati accompagnati dalla Preside e dalle nostre insegnanti presso la Microsoft del Centro Direzionale di San Felice. I dirigenti e i responsabili della Società hanno scelto il nostro Istituto, e precisamente la nostra scuola, per offrirci l’opportunità di partecipare a un interessante evento formativo volto a diffondere cultura e sensibilità sull’uso in sicurezza delle nuove tecnologie a favore dei ragazzi. L’iniziativa, che è stata realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, ha avuto come tema il messaggio “E’ più di un gioco, è la tua vita” ed è stata dedicata ai corretti comportamenti da tenere in Rete e in particolare nei social network, ma anche all’uso consapevole e responsabile dei contenuti digitali e della loro condivisione attraverso le diverse piattaforme on-line. Questo momento di formazione ci ha dato visibilità sia delle opportunità offerte da Internet, sia delle insidie celate nel mondo del web, proprio perché la nostra esperienza del digitale possa essere all’insegna della sicurezza. Crediamo che la giornata sia stata ben organizzata. Siamo stati intrattenuti in modo piacevole: catturati nell’interesse e nella curiosità. Il linguaggio usato dai diversi interlocutori e le immagini sono stati adatti a noi e accattivanti. E… che dire del break? Fantastico! Grazie alla Preside per averci offerto questa esperienza. Classi Quinte A-B della Scuola Primaria di San Bovio EDITORIALE É possibile valutare gli insegnanti? Le competenze professionali che si richiedono ad un insegnante non si riferiscono soltanto alla conoscenza della disciplina e neppure solo alla capacità di comunicarla o a quella di suscitare interesse negli studenti. In realtà si tratta di una combinazione di tutte queste dimensioni professionali. Qualunque sistema di valutazione degli insegnanti deve tenere quindi conto della “combinazione” di questi elementi, unita alla capacità di lavorare con i colleghi e di rapportarsi positivamente con le famiglie. La reputazione professionale, quella sensazione diffusa che fa intuire a colleghi, genitori ed alunni che un insegnante è un buon insegnante, sottintende tutte queste componenti e si forma appunto in modo “globale”. Il problema è “verificare” che questa reputazione sia meritata e condivisa. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha deciso di sperimentare nelle province di Milano, Napoli e nella regione Piemonte un metodo per individuare i docenti che si distinguono per un generale apprezzamento nella scuola ed ha messo a punto strumenti che saranno sperimentati per questo scopo. Più in dettaglio: quando l’opinione del preside si incrocia con quella di altri due docenti, ha un riscontro nelle famiglie e, per le scuole superiori, anche tra gli studenti, è altamente probabile che questa reputazione sia meritata. Questo meccanismo della reputazione che apparentemente può apparire fragile trova elementi di solidità proprio per la complessa articolazione che caratterizza la professionalità docente e che richiede una valutazione di “sintesi” costruita all’interno di una comunità professionale. Il Collegio dei Docenti del nostro Istituto ha valutato positivamente questa iniziativa del Ministero, che costituisce un primo importante passo per premiare il merito nella scuola, ed ha deciso di candidarsi per partecipare alla sperimentazione con l’intento di mettere alla prova le modalità e gli strumenti utilizzati e per fornire indicazioni che consentano di migliorare il modello proposto. Nella scuola è stato costituito un nucleo di valutazione composto dal Dirigente Scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei Docenti e dal Presidente del Consiglio di Istituto che potrà partecipare in qualità di osservatore. Il nucleo raccoglierà il curriculum vitae e l’autovalutazione dei docenti che hanno aderito al progetto, e utilizzerà, inoltre, le opinioni dei genitori. Il nucleo indicherà quindi, sulla base delle informazioni raccolte, quali docenti della scuola siano più meritevoli assegnando loro un riconoscimento economico una tantum. In questi giorni fervono le attività dei 57 docenti che si sono volontariamente resi disponibili alla valutazione e si stanno raccogliendo le schede con le quali i genitori possono esprimere le loro “preferenze”. In tutti, docenti e genitori, c’è la consapevolezza che molti aspetti di questa attività siano da mettere a punto e che si debbano precisare tempi e modi per la raccolta dei dati. In tutti, però c’è la forte consapevolezza che solo chi partecipa in prima persona ad un processo può avere voce per criticarlo e, se necessario, cambiarlo. Prof. Marina De Marco Dirigente Scolastica Passaggi di tempo 2 Maggio 2011 segue da pagina 1 Dall’anno scorso è stato istituito un intero corso ad orientamento musicale, nel quale, oltre a tutte le discipline di studio previste dal curricolo nazionale, è impartito l'insegnamento di uno strumento musicale: l’allievo è soggetto a una valutazione quadrimestrale analoga a quella di tutte le altre discipline, impegnandolo per l'intero triennio. I ragazzi, inseriti nell’apposito corso a Orientamento Musicale, frequentano lezioni pomeridiane individuali in orario pomeridiano (tra le 14.30 e le 19.30) della durata di un’ora, impartite da insegnanti qualificati, e un’ora di “ensemble”, in cui imparano a suonare lo strumento loro assegnato e sperimentano la musica d’insieme. L’orchestra si è esibita recentemente a San Donato, e c’è l’intenzione di farla partecipare a concorsi musicali di respiro nazionale, promuovendo l’attività concertistica. Il tutto creando canali privilegiati con enti di fama internazionale, come il Teatro alla Scala, il Teatro degli Arcimboldi e il Conservatorio “Verdi” di Milano, per assistere a concerti, balletti e opere. L’insegnante referente del corso è Peppe Chiarella, pianista e compositore, coadiuvato da Alberto Cipriani (chitarra), Giuseppe Dinardo (flauto) e Massimo Gatti (violino). Sono loro, insieme agli altri insegnanti di educazione musicale dell’Istituto, a selezionare nel mese di marzo, attraverso un test attitudinale, tutti gli iscritti che vorrebbero essere inseriti nel corso: non sono necessarie conoscenze pregresse, ma verrà valutata l’attitudine del singolo. È consigliata una scelta strumentale in base alla predisposizione del’allievo. I ragazzi vengono sottoposti a prove di ascolto, riproduzione musicale e canto, e dovranno collocarsi in posizione utile in graduatoria. Gli obiettivi sono quelli mirati a fornire agli allievi un'adeguata preparazione musicale adatta a ogni tipo di percorso che in futuro vorranno intraprendere, integrando le loro conoscenze: mirare alla creazione di un percorso ottimale anche per quelli che intendono entrare in conservatorio per intraprendere uno studio professionale e preparare gli esami di ammissione, o a un liceo musicale; ad aumentare la cultura musicale attraverso le lezioni di pratica strumentale e lezioni di insieme. Obiettivo del corso triennale, quindi, una volta fornita una completa e consapevole alfabetizzazione musicale, è porre alcuni traguardi essenziali che dovranno essere raggiunti da tutti. Prof. Rita Vecchio Glorie musicali dell’Istituto “De André” Paolo Centrone della Media “Virgilio” premiato in un importante concorso nazionale di chitarra Durante il 35° Concorso Nazionale di Chitarra, svoltosi a Garessio presso Cuneo il 29-30 aprile e 1 maggio 2011, il nostro alunno Paolo Centrone si è classificato 3° (il primo premio non è stato assegnato) nella categoria dei chitarristi solisti fino a 12 anni. Paolo ha iniziato lo studio della chitarra fin da piccolo. Attualmente frequenta la classe ad orientamento musicale del Prof. Alberto Cipriani (la 1a C della Media “Virgilio”) . L’impegno e la costanza nello studio dello strumento nel corso dell’anno scolastico hanno consentito a Paolo di prepararsi per affrontare concorsi come solista. Il suddetto concorso nazionale di chitarra e la relativa Rassegna chitarristica nazionale si tengono annualmente in varie località della provincia di Cuneo. Come si è detto, l’edizione del 2011 si è tenuta a Garessio ed ha visto la partecipazione di studenti di chitarra di diverse fasce di età provenienti da Scuole e Conservatori di Musica di varie regioni italiane. Il livello tecnico e artistico del concorso sono elevati. Basti pensare che a questo concorso in passato hanno partecipato (e hanno vinto) personaggi come Filomena Moretti e Lorenzo Micheli, per citarne alcuni, che sono diventati tra i più importanti chitarristi conosciuti in ambito internazionale (Micheli si situa attualmente tra i primi chitarristi classici al mondo). Nella categoria “A”, chitarristi fino a dodici anni, era necessario preparare un pezzo d’obbligo: “Mauro Giuliani - Studio op. 50 nr. 15”, oltre ad altri brani a scelta del candidato. La commissione d’esame, formata tra gli altri da Lena Kokkaliari, direttrice della rivista “Il Fronimo” specializzata per chitarra ed Enea Leone, chitarrista concertista, ha premiato il nostro Paolo Centrone “per la buona preparazione in generale e in particolare per l’interpretazione del Rondò di Carulli”. Bravo Paolo, sei una vera gloria del nostro Istituto! I bambini alla Biblioteca Comunale rosa insieme, gli arancioni, i rossi, gli azzurri, lei guarda i numeri e le lettere” / “Valerio e Paola sono seduti al bancone, ti danno il libro e mettono il segnalibro tutto scritto”. “… basterebbe un Fabulario classico perché a un bambino fosse aperto insieme l’atlante della vita e quello della parola”. (Cristina Campo) Scuola dell’Infanzia “Collodi”, Bettola Per fare la scuola Per fare la SCUOLA Si prende una S Come storia, studio, squadra; poi si prende una C come compagnia, cartella, correre; poi si prende una U come umore, unione, urlare; poi si prende una O come ombra, onore, ostentare; poi si prende una L come leggere, lavorare, legame; poi si prende una A come amicizia, amore, allegria. Infine si mettono insieme senza noia o malinconia, con gioia, con allegria e con parola e si forma la SCUOLA! Eleonora Morvillo 5C Primaria di Bettola È sufficiente questa affermazione per capire l’obiettivo che ha spinto le insegnanti della Scuola dell’Infanzia “Collodi”, Sezione di 5 anni (Rosa, Gialla, Azzurra) a partecipare al progetto “Promozione alla lettura” proposto dall’Amministrazione Comunale. Le sezioni di 5 anni a turno si sono recate in Biblioteca: la Dott.ssa Aliani Paola, in collaborazione con le insegnanti ha letto fiabe, filastrocche inerenti al tema “Il sogno”. I bambini sono rimasti stupiti, affascinati dalle letture e dalla struttura. È piaciuta in modo particolare la sala ragazzi e a quei bambini che non vi erano mai stati con i genitori. Il progetto si è concluso con un intervento nell’ambito scolastico da parte di una specialista che ha ripercorso la fiaba raccontata in biblioteca attraverso il linguaggio del corpo. Il progetto non è un’esclusività scolastica, può continuare nella famiglia. Non dimentichiamoci che leggiamo i libri per scoprire, costruire, ascoltare, divertirci, immaginare, fantasticare, crescere, comunicare. Il libro è parte della vita di ogni individuo. Ora vi facciamo partecipi di alcuni commenti dei bambini dopo la visita. Che cos’è la biblioteca? “E’ un posto dove non si parla, si fa silenzio se no gli altri hanno il mal di testa…”. / “Paola compra i libri, li mette in ordine, tutti i Maggio 2011 Una Cooperativa che crede nella Scuola Intervista a Sergio Bombelli, Presidente della Cooperativa Edificatrice Lavoratori Sergio Bombelli, il Presidente della Cooperativa Edificatrice Lavoratori di Peschiera Borromeo, è venuto a trovarci e ci ha rilasciato una intervista molto interessante. Ci ha detto che prima di occuparsi a tempo pieno della Cooperativa ha lavorato in Municipio per tanto tempo, in qualità di responsabile dell’Ufficio pubblica istruzione e cultura. Forse per questa ragione, come vedremo, ha un’attenzione speciale verso il mondo della scuola e tutto ciò che significa “cultura”. Gli abbiamo chiesto come è nata la Cooperativa Edificatrice Lavoratori: nel 1921, ci ha risposto, è stata fondata la prima coop, “La Famigliare”, per cercare di migliorare le condizioni di vita della popolazione di Peschiera, procurando e vendendo beni di prima necessità, soprattutto prodotti alimentari a basso costo, in modo da avere prezzi ragionevoli per tutte le persone e per tutte le tasche. Il buon decollo delle cooperative viene però fermato dall’instaurazione del regime fascista e dalla Seconda Guerra Mondiale. Dagli anni Cinquanta del Novecento le coop hanno nuovamente uno slancio grandioso, alcune cominciano a costruire case e alloggi per i cittadini: da qui comincia la storia vera e propria dell’Edificatrice Lavoratori, fondata dalla stessa cooperativa “Famigliare” nel 1952, come circolo per i soci e per costruire case da affittare agli stessi soci e ai cittadini del nostro Comune. Il primo edificio innalzato dalla Cooperativa Edificatrice fu la sede della stessa cooperativa, di fronte al Municipio, realizzata con l’aiuto di tutti gli abitanti di Peschiera. Poi cominciò l’attività edilizia vera e propria: si cominciano a costruire case, prima da cedere in affitto, poi in vendita (attualmenbte sono circa 1100 gli appartamenti costruiti). L’Edificatrice Lavoratori non ha scopo di lucro, ma grazie ai suoi soci, che sono più di 2400, riceve fondi con cui costruisce nuovi edifici, sia a Peschiera che fuori, in Provincia; inoltre sostiene alcune iniziative di beneficenza o a favore delle scuole. Per esempio ha acquistato e donato due ambulanze alla Croce Rossa, e con sostanziosi contributi ha aiutato il nostro Istituto “De André” ad allestire i laboratori di informatica e a promuovere e finanziare diver- Passaggi di tempo 3 La scuola di Isiolo ringranzia Cari ragazzi, sono ormai sette anni da quando la vostra scuola partecipa al progetto di solidarietà della Missione di Isiolo in Kenia. Quando io ero insegnante di Lettere nel corso A ho proposto questo progetto, che è stato accolto con generosità da tutti i miei colleghi, dal personale ausiliario e soprattutto dagli allievi. All'inizio ad Isiolo vi era un piccolo nucleo di scuola materna condotto dalle suore di Loreto, ma oggi questo nucleo si è esteso e comprende più di mille allievi fino alla terza media. Il centro è fornito di cucina, di sala multifunzionale, di biblioteca e perfino di aula computer. Ricordo con quanto entusiasmo inviammo anni fa palloni e magliette con il logo della nostra scuola perché formassero una squadretta di calcio. Ebbene, grazie a questa esperienza, adesso l'ora di educazione motoria è diventata parte integrante della loro didattica. Io sono ormai una ex-insegnante, che tuttavia ha sempre nel cuore il vostro sorriso e, perché no?, anche la vostra espressione magari un po’ annoiata, che però al momento opportuno è sempre pronta alla sensibilità e alla solidarietà. Colgo l'occasione del vostro giornale, diretto dal Prof. Leondi, per ringraziare i nuovi e i “vecchi” allievi e per invitarvi a non abbandonare il progetto. Spero di incontrarvi presto personalmente e di presentarvi le più recenti immagini della scuola di Isiolo. Con affetto… Prof. Clara Cassani se attività didattiche. Fra queste ultime Sergio Bombelli ricorda con vero piacere la mostra di alcuni anni fa sul Novecento, sfociata in un libro, “La città costruita. Storia del Novecento a Peschiera Borromeo”, mostra e libro curati dal nostro Professore Sergio Leondi, responsabile di “Passaggi di tempo”. Adesso la Cooperativa costruisce edifici moderni, di fascia energetica A, eco-compatibili, anche con pannelli solari per ridurre i consumi energetici e l’inquinamento. Recentemente sono iniziati i lavori per l’ampliamento della sede, a fine maggio dovrebbe esserci l’inaugurazione della sede rinnovata (a cui siamo stati invitati!). Sergio Bombelli conosce molto bene il nostro giornale, visto che la Cooperativa è uno dei nostri sponsor più convinti e generosi. Ha detto alla Redazione che stiamo facendo un ottimo lavoro, che dà prestigio a tutto l’Istituto “De André”. Grazie mille, signor Bombelli, a lei e alla Cooperativa Edificatrice Lavoratori! Andrea Moschetti, 2D “Virgilio” SOCIETA' COOPERATIVA A.R.L. FONDATA NEL 1952 Via Due Giugno, 2-4 - 20068 - Peschiera Borromeo (Mi) Tel. 02.51.65.03.67 - 02.55.30.15.11 - 02.55.30.34.92 fax 02.55.30.15.29 - [email protected] - www.coopcel.com Passaggi di tempo Maggio 2011 4 Siamo allegri pagliacci Orfei: una fantastica Scuola di Circo Intervista a Sneja e Paride Orfei, titolari del Piccolo Circo dei Sogni “Siam pagliacci”, questo il tema con cui abbiamo stimolato l’immaginazione e la creatività dei bambini della Sezione verde in alcune attività in tema col periodo di Carnevale. Insieme abbiamo realizzato originali maschere e coloratissimi clown, ispirandoci al divertente canto-mimato “Il pagliaccio tutto matto”. Grande l’entusiasmo dei bambini nell’ascoltarlo e nel mimarlo. “E’ un pagliaccio tutto matto, che cammina come un gatto, e poi cade giù disfatto, offre fiori di insalata e si fa una gran risata, ah ah ah!”. Quando tutto è pronto andiamo in salone dove, su tappeti morbidi e percorsi da fare, ci cimentiamo a interpretare i pagliacci con buffe movenze, cadute e ruzzoloni, smorfie e… ah ah ah, grandi risate! Che divertimento! Ma non è finita qua, il divertimento è durato ben tre giorni, abbiamo condiviso momenti di gioco e di allegria con tutti i bam- Per fare un amico Per fare un amico Si prende una A Come amore, allegria, accoglienza. Poi si prende una M Come memoria, modestia, meraviglia Poi si prenda una I Come insieme, idillio, impegno Poi si prende una C Come canzone, cordialità, coraggio Poi si prende una O Come omaggio, onestà, onore Poi si mettono insieme Senza fretta, senza odio, Senza afflizione, senza malizia E si forma l’amicizia. Gaia Lazizzera - 5C, Primaria di Bettola bini della scuola. In salone ogni sezione ha allestito un angolo gioco: “soffia la mascherina” , “centra il cerchio”, “ centra il bersaglio”, “colpisci i birilli”, “bowling”. Non ne abbiamo tralasciato nemmeno uno, e soffia, e tira, e lancia, che gare ragazzi! Faticoso? Nooo! Divertente! E poi che dire dello spettacolo dei burattini? Super divertente! Voi lo avete conosciuto il re che non riusciva più a ridere? Quanti tentativi per farlo tornare a sorridere: ci hanno provato il giullare di corte, il pagliaccio, il principe, nessuno di loro ci è riescito, sapete chi ci è riuscito invece? Una bambina proprio come noi, e sapete come? Con la più semplice ma più efficace delle tecniche: il solletico! Insegnanti e bambini della Sezione verde Scuola dell’Infanzia di San Bovio Se fossi… Se fossi una stella illuminerei lo scuro vestito del cielo Se fossi un uccello volerei per raggiungere i luoghi più distanti. Se fossi il vento spargerei nel mondo la gioia Se fossi l’amore danzerei nel cuore di ogni persona Se fossi il fuoco brucerei l’odio e l’invidia. Invece sono solo una bambina e il mio compito è studiare per imparare ad essere migliore. Dorotea Radice 5C, Primaria di Bettola Sneja e Paride Orfei sono i titolari della scuola di circo di Peschiera Borromeo, che da anni collabora con il nostro istituto per insegnare l’arte circense ai ragazzi. Noi della redazione li abbiamo intervistati. Sneja Nedeva è un’artista circense bulgara; sin da quando era piccola, ci ha detto, sognava di fare un mestiere collegato alla ginnastica artistica, la sua più grande del gruppo e così abbandonò la veste di prete per indossare quella da circense. La coppia ebbe poi dei figli, da cui discendono gli attuali Orfei. Insieme a Sneja e Paride abbiamo parlato anche di alcuni argomenti di attualità sul mondo del circo, come l’uso degli animali; Paride ci ha assicurato che non è vero che in ogni circo gli animali vengono maltrattati, anzi, passione. L’unico problema era che non sapeva quale lavoro avrebbe potuto svolgere, “da grande”. La risposta ai suoi problemi fu quando scoprì l’arte del circo; allora capì che la sua professione sarebbe stata l’artista circense. Da adulta, Sneja, dopo aver studiato circo per cinque anni a Mosca, cominciò a girare in Europa lavorando in vari circhi, poi in Italia incontrò Paride… La storia di Paride è completamente diversa. Facendo parte della famiglia Orfei, una delle più famose famiglie circensi d’Italia e del mondo, è stato molto avvantaggiato nell’intraprendere questa carriera. Suo padre, Nando Orfei, era una “star” internazionale, grande domatore di leoni e tigri. Sin da piccolo Paride viaggiava con i genitori, impegnati in vari tour, in Italia e in Europa. Nonostante viaggiasse tanto, non saltava mai un giorno di scuola; infatti insieme a loro c’era un insegnante privato “tuttologo” che in una roulotte impiegata come “aula scolastica” (con tanto di banchi e cattedra!) spiegava a Paride e agli altri bambini figli di artisti circensi le varie materie scolastiche. Anche Paride, diventato adulto, cominciò la sua avventura nel mondo del circo, come addestratore di animali, soprattutto leoni, elefanti e cavalli. Sneja e Paride si sono conosciuti per caso durante una tournée. Dopo qualche tempo che si erano fidanzati, l’elefantessa nana di Paride, quando capì che tra i due giovani era sbocciato l’amore, sentendosi “tradita” da Paride cominciò a fare i dispetti alla ragazza: una volta, per esempio, Sneja si stava esibendo in un balletto e l’elefantessa cominciò a darle fastidio con la proboscide, tanto che l’artista dovette avanzare nella pista del circo per evitare di essere continuamente “strattonata”! L’origine della famiglia Orfei è assai singolare. Paride ci ha raccontato che una volta non c’erano i circhi, ma delle compagnie che si esibivano nelle case degli aristocratici. Una notte, eravamo nell’Ottocento, una di queste compagnie proveniente dal Montenegro cercò riparo dal maltempo e fu il prete Paolo Orfei, che abitava vicino a Roma, di nobili origini, a offrire un posto in chiesa, dove dormire. Fatto sta che il prete Paolo Orfei si innamorò di una circense visto che questi rappresentano alcune delle attrazioni principali, si fa in modo che siano trattati al meglio. Ovviamente, però, qualche persona, non capendo che fa del male agli animali, non li tiene correttamente, ma la maggior parte degli artisti circensi ha grande cura e amore per i propri “colleghi con le zampe”. Ma adesso parliamo un po’ della scuola di circo: l’idea nacque nel 2001, quando Paride e Sneja firmarono un contratto con la Provincia di Milano per allestire spettacoli all’Idroscalo e corsi di circo ai ragazzi delle scuole vicine. Man mano ai corsi parteciparono sempre più ragazzini; per avere maggiore spazio, gli Orfei trovarono qui a Peschiera Borromeo, a Monasterolo, un lotto più grande dove praticare i corsi di arte circense. Nasce così la scuola di circo. In realtà sarebbe stata solo una cosa temporanea, perché scaduto il contratto con la Provincia sarebbero dovuti tornare a Roma, la città dove abitavano prima. Però Christian, il figlio della coppia, aveva già iniziato la scuola, e sembrava davvero triste che dovesse lasciare i propri amici di Peschiera. Sneja e Paride, allora, decisero di restare a Peschiera Borromeo, e continuare ad insegnare ai ragazzini l’arte circense: ora la scuola di circo ha circa 200 iscritti. I due artisti ci hanno confessato che hanno in mente di organizzare una mini-tournée per i ragazzi più bravi della scuola di circo. Si è però ripresentato il problema dello spazio, visto che il Comune vuole utilizzare diversamente l’area dove è adesso il circo. Se l’Amministrazione Comunale indica a Paride e Sneja un altro posto, essi sono disposti ad acquistare quest’area creando un impianto a norma e in piena sicurezza; se così non fosse, saranno costretti ad emigrare altrove, e sono tantissime le città che sono disposte ad accoglierli a braccia aperte, a partire da Roma. Noi crediamo che Peschiera Borromeo non si lascerà certo sfuggire questa fantastica scuola di circo, che ha per insegnanti alcuni componenti della famiglia circense più famosa e ricca di storia d’Italia: gli Orfei. Andrea Moschetti - Elena Ripamonti 2D “Virgilio” Maggio 2011 Passaggi di tempo 5 “Mi piace scrivere, soprattutto per i giovani” Intervista a Sergio Marchi, romanziere di Peschiera Borromeo 1000 volte grazie, anzi di più: 1268 grazie! Lettera del Banco di Solidarietà San Riccardo Pampuri di Peschiera Borromeo Gentilissima Prof. De Marco, Gentilissimi Docenti tutti, Personale ATA, Alunni, Genitori, è con grande piacere che desideriamo significarvi tutto il nostro più grande apprezzamento per la collaborazione da Voi prestata in occasione della campagna “Donacibo” dei primi di aprile. Di solito non abbiamo l’abitudine di misurare i risultati ottenuti, ma ci sembra corretto rendervi noto l’esito della raccolta, abbondante grazie al vostro contributo e alla vostra piena disponibilità. Nei tre giorni dell’iniziativa sono stati raccolti presso l’Istituto 1268 prodotti, tra cui tonno e carne in scatola, legumi, pasta, pelati, omogenizzati, sapone, biscotti, olio, farina, latte, caffè, zucchero. Questo ci spinge ancor di più a cercare di promuovere una cultura della solidarietà che veicoli il messaggio che una persona bisognosa è uno che come noi ha un grande desiderio di felicità. In futuro potremmo anche ipotizzare un coinvolgimento dei ragazzi delle terze “Un ragazzo della vostra età con un corpo da cinquaquattrenne”: questa è la risposta che ci ha dato quando gli abbiamo chiesto chi fosse, “chi è Sergio Marchi”. Lui è nato a Genova nel 1956, dove ha vissuto fino a dodici anni; in seguito, a causa del lavoro del padre, si è dovuto trasferire a Torino, Bergamo, San Donato Milanese, e infine qui a Peschiera Borromeo. Si è diplomato allo scientifico, poi si è iscritto all’università per studiare medicina, ma non ha concluso quel tipo di studi. E’ felicemente sposato, ha una figlia di ventun anni che si chiama Giulia, e un altro figlio di 19, Paolo; entrambi i ragazzi hanno frequentato le scuole di Bettola. Siccome lo scrivere, ci ha detto Sergio Marchi, “o ti fa diventare miliardario, o non ti consente di portare a casa uno stipendio fisso”, per adesso lavora in un ufficio di commercialisti, nel campo della contabilità. La sua giornata tipo è questa: si sveglia presto per andare al lavoro, porta fuori il cane quattro volte al giorno, e di sera scrive. I suoi hobby sono fare sport all’aria aperta, e la musica (suo cognato è stato compagno di classe di Fabrizio De André); ama molto gli animali. E’ stato ospite di diverse scuole, dove parla con i ragazzi soprattutto di letteratura, di come si diventa romanzieri. Gli è sempre piaciuto scrivere, soprattutto perché lo diverte, anche se i suoi professori avrebbero detto il contrario, dato che, secondo loro, a scuola scriveva dei “telegrammi”, ossia dei testi troppo brevi. Il primo “racconto lungo” l’ha composto a 12 anni circa, mentre il primo libro che ha pubblicato è stato “Un giovane detective e tre indizi”, con il quale ha vinto il premio selezione “Bancarellino” nel 1997. Oltre a questo premio, ne ha vinti diversi altri. I suoi libri più famosi sono quelli che compongono la trilogia “la tavola di smeraldo", che racconta la storia di un giovane, ambientata ai tempi di San Carlo Borromeo, patrono della nostra città. Tutto è nato quando gli è stato chiesto di scrivere qualcosa su Peschiera Borromeo, del genere “fantasy”; lui allora ha pensato di ambientare il romanzo nel Cinquecento e di occuparsi di alchimia, di pietra filosofale. Il primo libro della trilogia narra tra l’altro l’arrivo di San Carlo a Peschiera: il parroco della chiesa di Linate era accusato di stregoneria, anche se non era vero; il secondo libro ricorda l’attentato di cui è stato fatto oggetto San Carlo, dal quale uscì miracolosamente salvo; il terzo è ambientato negli anni Duemila; il “succo” della trilogia è “di far venire fuori la forza che è in ciascuno di noi”. Il volume intitolato “Della” lo ha scritto ispirandosi al suo cane, Luna, trovata vicino al Carengione quando lei aveva un anno. Lo scopo di questo libro è stato quello di cercare in qualche modo di trovare un passato al suo cane, che adesso non può vivere senza di lui. Una delle ultime cose che ha scritto è la biografia-intervista di Giovanni Fabbri, fondatore della casa editrice Fabbri (“L’uomo che faceva i libri”), un’altra è un “meteo-thriller”, “Previsioni mortali”, scritto con il meteorologo di Canale 5 Paolo Corazzon: parla di un ragazzo che perde la famiglia a causa di un tornado; poiché i cambiamenti climatici sono prodotti dall’uomo, afferma Marchi, il protagonista vuole punire i responsabili della morte dei propri cari. Per scrivere le sue opere, Sergio Marchi prende spunto dappertutto. Secondo lui la difficoltà nello scrivere un libro è concluderlo, perché man mano che vai avanti nel racconto, ti continuano a venire in mente delle idee. Un consiglio che ci ha dato per iniziare a scrivere qualcosa, è esercitare la creatività (“la fantasia ti permette di muoverti tra passato, presente e futuro”), occorre scrivere racconti, magari brevi, e non arrendersi, bisogna soprattutto leggere tanto. “Se si vuole scrivere un libro, le idee devono venire fuori all’improvviso, perché se ci si mette a pensare alla trama, non ne verrà fuori nulla o ben poco”. Sergio legge ogni tipo di libro, in particolare i suoi autori preferiti sono Massimo Manfredi, Ken Follett e Wilbur Smith. Ha concluso l’intervista dichiarando che apprezza molto il nostro giornale scolastico, dove uno può mettere in pratica il suo talento di possibile scrittore o giornalista. Grazie per l’apprezzamento, Sergio, e auguri per la tua attività di romanziere! Giorgia Secchi, 2B “Virgilio” medie che, se d’accordo il Consiglio d’Istituto, avranno la possibilità di vivere, una classe alla volta, un’esperienza diretta presso i locali del Banco di Solidarietà San Riccardo Pampuri di Peschiera Borromeo. Siamo convinti che anche un piccolo gesto come il donare un prodotto per chi ha bisogno, possa essere l’inizio di una solidarietà, che contribuisce a “umanizzare” i rapporti nella società già a partire dalla più tenera età. Pertanto rinnoviamo ancora una volta il nostro personale ringraziamento per la vostra partecipazione e nell’auspicio di poter reciprocamente collaborare il prossimo anno ampliando l’iniziativa alle scuole di San Bovio e a quelle dell’infanzia, cogliamo l’occasione per porgere i nostri più cordiali saluti. Giorgio Barraco, in rappresentanza dei Volontari del Banco di Solidarietà San Riccardo Pampuri di Peschiera Borromeo Le fatine dei sogni a San Bovio Quante volte, da piccoli, ci siamo trasformati in fate, maghi, streghe, folletti, personaggi fiabeschi il cui fascino e mistero ci catturavano… un meraviglioso mondo nel quale, con magie ed incantesimi, tutto poteva accadere. Ma può succedere che, alla Scuola dell'Infanzia di San Bovio, durante il momento del sonnellino pomeridiano, ecco giungere “le fatine dei sogni”, dolcissime e leggere. Con grazia e amore le fatine toccano la testa dei bambini piccoli, augurando loro bellissimi sogni: un arcobaleno, il sole. Dopo averle attese con tanta emozione, i piccoli si rilassano sui loro lettini, lasciandosi coprire e coccolare; subito dopo chiudono gli occhi, quasi a non voler far svanire l'incantesimo. Come sottofondo, la ninna nanna. "La fatina dei sogni" completa la magica atmosfera. Ecco, le fatine dei sogni se ne vanno e ... sssst ... tutti dormono… P.S. L'incantesimo funziona veramente! Al risveglio tutti vogliono raccontare: "Ho sognato l'arcobaleno!", "Io il sole!" ... I prati fioriti! Un cagnolino! Le fatine! Norina, Lara - Scuola dell’Infanzia S. Bovio, i piccoli di 3 anni …e le fatine dei sogni Passaggi di tempo Redazione: Tina La Rossa, Sergio Leondi, Idilia Pernigoni, Irina Pizzari, Giuseppina Torsello, Marina Tristani, Rita Vecchio Responsabile del Giornale: Sergio Leondi Fotografie: Flavio Giacomessi Laboratorio di Giornalismo Titolare: Prof. Sergio Leondi Classi Seconde e Terze, Scuola Secondaria “Virgilio” Silvia Aceti, Giulia Da Corsi, Gaia Dell’Olio, Victoria Di Gaetano, Andrea Moschetti, Elena Ripamonti, Giorgia Secchi Impaginazione: Sergio Leondi Tipografia: Nuova Sebe SpA, Via Brescia, 22 Cernusco sul Naviglio (Milano), Tel. 0292104710 Tiratura: 5000 copie Istituto Comprensivo Statale “Fabrizio De André” Via Carlo Goldoni 1 Peschiera Borromeo (Milano) www.ics.deandre.com e-mail: [email protected] Pec: [email protected] Fax: 0251650184 Dirigente Scolastico Prof. Marina De Marco Direzione: 025470172-025470527 Scuola Secondaria “Virgilio”: 025470797 Scuola Secondaria San Bovio: 027532831 Scuola Primaria Bettola: 025470402 Scuola Primaria San Bovio: 027531431 Scuola Infanzia Bettola: 025471076 Scuola Infanzia San Bovio: 027532829 Passaggi di tempo - Speciale Ambiente Maggio 2011 8 Fabrizio De André, Pina Con il Progetto Natura, e gli amici della Madre Terra piccoli giardinieri crescono Ricordate la canzone “Girotondo”? Il nostro Fabrizio De Andrè, che aveva scelto paradossalmente il genere musicale della parola, aveva espresso indignazione e dolore per i soprusi subiti dalla Madre Terra. Non sono solo i cannoni a distruggere tutto, infatti mai come ora il pianeta è in pericolo. Stiamo a guardare? No! Da diversi anni il nostro Istituto aderisce alle iniziative proposte dall’Amministrazione Comunale, volte a sensibilizzare i bambini e le famiglie verso i temi ambientali. I bambini delle classi seconde di San Bovio hanno quindi seguito, con molto interesse, il percorso educativo-didattico dedicato a PINA LA LAMPADINA. Prima hanno affrontato argomenti relativi all’energia e al risparmio energetico, poi hanno partecipato a un’attività laboratoriale. Chi viene a scuola vede i muri e le finestre “fiorite” in modo speciale: tanti disegni spiegano come fare utilizzare intelligentemente i beni preziosi come l’acqua. Pina e i suoi amici, alcuni “virtuosi” altri “Spreconi”, fanno ormai parte del vissuto…. dei bambini. Queste sono alcune osservazioni emerse durante le conversazioni di gruppo. “La cosa che mi è piaciuta di più è quando Mara ha detto che si può produrre energia senza inquinare”; “La cosa che mi è piaciuta di più è quando abbiamo parlato che non bisogna inquinare e non sprecare l’energia”; “A me è piaciuto quando con la fantasia siamo entrati nei buchi delle prese elettriche insieme a Pina la lampadina, per vedere dove si produce l’energia”. I bambini sono già pronti ad accogliere positivamente questa esperienza perché spesso compiamo dei gesti simbolici per dichiarare il nostro “affetto” alla Terra e alle sue creature. Il 21 Marzo, allietati da un bel sole primaverile, nel cortile della scuola abbiamo formato anche noi due girotondi… ma allegri! Abbiamo cantato “Il girasole”, una canzone dello Zecchino d’Oro, recitato una poesia sulla Natura e infine abbiamo liberato due palloncini ad elio, che hanno portato in cielo il nostro GRAZIE. Chissà se i nostri palloncini hanno trovato “seconda strada verso il mattino…”: intanto ci siamo messi in viaggio verso un futuro migliore. Classi Seconde, Primaria San Bovio Ecco a voi: Pina la lampadina I bambini delle classi seconde della Scuola Primaria di Bettola sono stati coinvolti nel progetto della cooperativa Alboran dal titolo “Pina la lampadina”. Pina la lampadina è una lampadina molto curiosa che vive nel soffitto delle nostre aule a scuola e, quando serve, ci fa luce. Un giorno decide di iniziare un viaggio alla ricerca dell’energia e incontra Ermione la televisione, Gigetto il rubinetto, Astore il contatore, Peppone lo sprecone. Peppone lo sprecone usa tanta energia anche quando non gli serve veramente: guarda la televisione e contemporaneamente tiene acceso computer e radio. Astore il contatore è tanto triste, quando conta tanta energia che si consuma inutilmente. Pina la lampadina invita allora a non sprecare e a non inquinare. A un certo punto si accorge però che la natura ha tante risorse! L’energia elettrica può arrivare dal Sole attraverso i pannelli fotovoltaici, sopra il tetto, dall’acqua con le centrali idroelettriche, che producono energia usando il movimento dell’acqua. L’energia elettrica può arrivare anche dal vento con i mulini a vento che producono energia con le loro pale, può arrivare anche dal calore che c’è all’interno del nostro pianeta Terra. La Terra ha una grande energia naturale che non inquina. Così Pina la lampadina alla fine del percorso ha chiesto ai bambini di diventare veramente suoi amici, aiutandola a non sprecare energia. Dobbiamo imparare ad usare l’energia che viene prodotta e non inquinare l’ambiente! Viva l’energia pulita del nostro pianeta Terra! Scuola Primaria di Bettola, Classi Seconde I bambini delle sezioni Verde, Lilla e Arancione della Scuola dell’Infanzia “Collodi” di Bettola, in collaborazione con le insegnanti si sono improvvisati “giardinieri”. E’ stata un’esperienza coinvolgente, hanno giocato, annusato e manipolato la terra. Inoltre hanno imparato ad osservare con attenzione ed entusiasmo l’evoluzione della crescita dei semi da loro seminati, prendendosene cura quotidianamente. Hanno seminato i legumi: ceci, fagioli, lenticchie e il grano, successivamente anche le piante aromatiche, il tutto in vaschette di plastica e man mano che crescevano sono state trapiantate in un angolo del giardino della scuola. Ogni bambino dopo aver osservato la crescita ha portato a casa la sua piantina, continuando a prendersene cura. Altra esperienza fatta dai bambini è stata la messa a dimora di vari tipi di bulbi: giacinti, narcisi, tulipani, fresie, mughetti, piantati in vasi di terracotta precedentemente decorati dai bambini, altri invece in un angolo del giardino della scuola, così tutte le mattine c’è l’osservazione della loro crescita per vedere se sono spuntati i fiori. Le insegnanti che fanno da osservatrici, ascoltano i dialoghi tra i bambini che parlano e discutono sulla crescita delle loro piantine, manifestando entusiasmo ed interesse su ciò che sta succedendo. Con il “progetto natura” proposto ai bambini di 4 anni, lo scopo delle insegnanti è di far imparare, conoscere, rispettare ed amare la natura attraverso i vissuti percettivi-sensoriali nel ruolo di protagonista-esploratore, pertanto considerano questa un’esperienza positiva. Il giardino della scuola è lo spazio motivante che consente ad ogni bambino di potenziare le proprie capacità di osservazione, di scoprire i fenomeni naturali ed elementi nell’evolversi del tempo. Frasi dei bambini: “ Hai visto, il bulbo che ho piantato io ha fatto nascere le foglie?” / “Ma come fai a sapere che quello lo hai piantato tu?” / “Io non mi ricordo proprio dove l’ho piantato, sono tutti vicini” / “ Maestra, sono stato bravo a mettere i semini nella terra?”. Insegnanti e bambini delle Sezioni di 4 anni Scuola Infanzia “Collodi”, Bettola Un giardino un po’ speciale È arrivata la primavera e, in classe rossa, abbiamo pensato alla realizzazione di un giardino “speciale”. Ogni bambino ha decorato con soggetti floreali e riempito con carta colorata un vasetto di vetro e poi ha messo a dimora semi, in modo che si potessero vedere bene attraverso il vetro le fasi della crescita delle radici e dei germogli della futura piantina. I bambini sono stati coinvolti anche per la cura del proprio vasetto, poiché ogni giorno lo devono bagnare con poca acqua e osservare eventuali cambiamenti nelle piantine; in questo modo, attraverso un’esperienza divertente e coinvolgente, acquisiscono conoscenze in un positivo clima di esplorazione e di ricerca. Così, ogni mattina, avvicinandosi al “tavolo della natura”, i bambini esprimono riflessioni e costruiscono ipotesi (anche molto fantasiose) sulla crescita della piantina. Il tavolo della natura non è mai stato così divertente! Bambini e insegnanti della Sezione rossa, Scuola dell’Infanzia di San Bovio Maggio 2011 In un giorno di pioggia... … quante cose si possono fare in un giorno di pioggia? Noi, i bambini della classe rossa, siamo andati a mettere a dimora i bulbi di tulipano! Grazie alla donazione di più di 100 bulbi (fatta da un genitore della nostra sezione) abbiamo potuto fare questa esperienza istruttiva e divertente; e poiché in quei giorni la pioggia non cessava, si è deciso di farlo sotto la pioggia. Così, con giacche impermeabili, cappelli e stivali abbiamo affrontato questa avventura. Ogni bambino ha potuto sistemare nel terreno un bulbo e poi coprirlo delicatamente con la terra. La stessa esperienza è stata vissuta dai bambini di tutte le sezioni della nostra scuola nei giorni successivi… e in primavera, nella nostra oasi, c’è stata una fioritura spettacolare! Bambini e insegnanti della Sezione Rossa Scuola dell’Infanzia di San Bovio 9 Passaggi di tempo - Speciale Ambiente I problemi del clima: come combattere l’effetto serra Noi della classe 4A, tra i diversi argomenti di geografia che stiamo studiando, quello che ci ha interessato di più è stato l’effetto serra. Dopo averne parlato insieme e commentato i diversi brani letti, abbiamo unito tutte queste informazioni in un unico articolo. Con grande sorpresa abbiamo scoperto che gli uomini fin dall’antichità si erano resi conto che il clima muta con il trascorrere del tempo. Questi cambiamenti sono avvenuti per cause naturali. Però, specie negli ultimi anni, anche l’attività dell’uomo ha iniziato a influire sul clima. L’effetto serra è un fenomeno naturale che si verifica nella parte più bassa della atmosfera terrestre e consiste nella capacità di quest’ultima di trattenere parte del calore irradiato dalla superficie terrestre prima che esso si disperda nello spazio. Ciò è dovuto alla presenza nell’atmosfera di molecole di anidride carbonica, vapore acqueo e altri gas. La Terra è continuamente colpita dai raggi del Sole; di questi, una parte è assorbita dall’anidride carbonica provocando così il riscaldamento della superficie terrestre. Sono proprio questi raggi, chiamati infrarossi, che generano l’effetto serra: l’atmosfera che avvolge la Terra funziona un po’ come una serra agricola, conservando una temperatura costante in tutto il pianeta. Se non ci fosse questo rivestimento, le temperature sulla Terra sarebbero più basse. Negli ultimi anni, però, le attività umane (le industrie, il riscaldamento delle case, gli impianti di raffredamento, gas di scarico delle automobili, ecc.) hanno causato una produzione maggiore dei gas nocivi, aumentando in maniera eccessiva il naturale effetto serra e di conseguenza un aumento delle temperature. Per questo motivo la Terra si sta progressivamente riscaldando, provocando dei seri problemi come: scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello dei mari, cambiamenti climatici, aumento delle zone desertiche. Dopo questo lavoro di gruppo, siamo giunti alla conclusione che ognuno di noi può fare qualcosa per ridurre l’effetto serra. Le azioni che possiamo compiere sono semplici come spegnere le luci, muoversi usando la bicicletta o i mezzi pubblici, per ridurre l’uso dei combustibili, e aumentare la superficie terrestre dedicata alle piante. Classe 4 A, Scuola “Antichi Fontanili” San Bovio Anche i “tappi” fanno le cose grandi Risparmiamo le... energie! Durante lo svolgimento del progetto “Risparmiamo le… energie”, la nostra scuola di San Bovio è diventata teatro di indagine per prendere coscienza del problema energetico e delle possibili soluzioni. Abbiamo incontrato la responsabile del progetto quattro volte e in un primo momento abbiamo osservato e approfondito alcune delle nostre abitudini nel contesto scolastico, poi abbiamo analizzato il tema dello spreco energetico e, per poter diffondere un comportamento corretto, abbiamo realizzato delle locandine da affiggere sui muri della scuola. Molto divertente è stato dividerci in gruppi e costruire la “manica a vento” utilizzando un bastone, del filo e un sacchetto della spazzatura; quando l’abbiamo messa nel nostro giardino, osservandola, abbiamo capito la direzione del vento. Con la scatola della pizza e carta di alluminio abbiamo invece preparato un “forno solare” che, esposto al sole, ci ha permesso di cuocere delle fettine di mela con energia alternativa. Questa esperienza ci ha talmente coinvolto che stiamo molto attenti a non sprecare energie a scuola e a casa, infatti appena si può, spegniamo le luci e alziamo le tende. Questo è un progetto che ci sentiamo di raccomandare a tutti i nostri amici, perché è molto istruttivo e divertente. Alunni 4A, Primaria San Bovio Nella nostra Scuola dell’Infanzia di San Bovio già dallo scorso anno scolastico abbiamo aderito alla raccolta di tappi di plastica. Ogni giorno i bambini portano da casa i tappi per una “benefica” raccolta differenziata. I tappi di plastica di acqua, latte, bibite, succhi di frutta, detersivi, balsamo, shampoo e schiuma da barba, raccolti negli appositi contenitori situati nell’atrio della Scuola infatti, vengono poi consegnati all’Associazione Malattie del Sangue Onlus che ha sede presso la Divisione di Ematologia dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano che li trasforma in moneta sonante, devolvendo il ricavato per sostenere programmi di ricerca scientifica sulle malattie del sangue, acquisire apparecchiature e strumenti necessari per l’attività medico-specialistica ed istituire borse di studio per la formazione di medici, biologi, tecnici ed infermieri ad alta specializzazione. E la raccolta continua! Scuola dell’Infanzia “Antichi Fontanili” San Bovio Centro Ippico Il Quadrifoglio 20068 Peschiera Borromeo - (Mi) Via F. Sforza, 9 Tel. 02/5470133 - 338/9307880 Scuola di equitazione per ragazzi e adulti Passaggi di tempo Maggio 2011 6 Come usare bene Internet: due relazioni a confronto Il giorno 8 febbraio 2011 siamo stati invitati alla Microsoft di San Felice. Appena arrivati ci hanno fatto accomodare in una sala dove si fanno delle conferenze e la Signora Raffaella Villa ci ha dato, insieme ai suoi colleghi, alcune informazioni fondamentali sull’uso del computer: ci ha spiegato perché é meglio evitare di dare informazioni personali via email o come usare i social network con prudenza e pensare meglio a quello che si pubblica su internet. Ci ha fornito un insieme di regole che ci permettono di usare bene internet: questo insieme di regole viene chiamato “netiquette”. Era ormai ora di fare merenda, così ci hanno portato in una grande sala dove avevano organizzato per noi un grande buffet! C’erano dolci, brioches, biscotti, pasticcini, tartine e bibite varie. Finito il buffet abbiamo avuto l’opportunità di provare un videogioco appena inventato dalla Microsoft: è incredibile come la tecnologia si sia evoluta! In questo Alla cortese attenzione della Sig.ra Raffaella Villa Microsoft, Centro Direzionale San Felice La Preside, gli alunni e le insegnanti della Scuola Primaria di San Bovio hanno il piacere di ringraziare la Microsoft del Centro Direzionale di San Felice, rappresentata dall’Amministratore Delegato, dai Dirigenti e gli Specialisti della Polizia di Stato, che ci hanno offerto l’opportunità di partecipare l’8 febbraio scorso a un interessante evento formativo volto a diffondere cultura e sensibilità sull’uso in sicurezza delle nuove tecnologie a favore dei ragazzi. Riteniamo che la giornata sia stata ben organizzata e gli alunni intrattenuti in modo piacevole: catturati nell’interesse e nella curiosità. Anche il linguaggio usato dai diversi interlocutori e le immagini sono stati accattivanti e adeguati. Ecco alcuni commenti dei ragazzi, estrapolati dalle discus- gioco non c’é bisogno di telecomandi, ma bisogna soltanto usare il proprio corpo, grazie ad una telecamera posta sopra la televisione. Questo gioco si chiama “Kinect”. Dopo aver giocato, siamo ritornati nella stanza di prima ed è arrivata la Polizia Postale, che si occupa, tra le altre cose, di intercettare le persone adulte che si fingono bambini in internet. Ci hanno fatto visionare due filmati: nel primo si vedeva un bambino che chattava con un adulto che si fingeva un coetaneo e il ragazzo, ingenuo, inviava all’adulto la sua foto e gli descriveva dove abitava. Fortunatamente la Polizia Postale ha intercettato l’adulto e lo ha arrestato. Nel secondo filmato, invece, si vedeva che un ragazzo, appena uscito da scuola, subiva atti di bullismo da parte di altri ragazzi; uno di loro stava filmando tutto con il telefonino e, dopo essere tornato a casa, ha messo il video su internet. La Polizia Postale, però, ha visto il video in rete, è risalita all’autore del filmato ed è andata a casa del ragazzo spiegando tutto ai genitori ignari. E’ stata una bellissima e importante esperienza perchè, secondo me, è fondamentale spiegare ai ragazzi i pericoli e i rischi legati a internet, dal momento che ormai lo utilizzano tutti, alcuni anche impropriamente, ed è bello saperne di più per usarlo nel migliore dei modi. Spero che anche le prossime classi che verranno invitate facciano tesoro di questa esperienza come abbiamo fatto la mia classe ed io. In occasione della Giornata europea dedicata alla sicurezza in rete, Microsoft ha invitato le classi quinta elementare, 1-2-3ª media per parlare dei pericoli del web, con il sostegno degli esperti della Polizia Postale e delle Comunicazioni. L'8 febbraio siamo andati agli uffici della Microsoft di Segrate. Arrivati, ci hanno fatto accomodare nella sala delle conferenze dove la signora Raffaella e il responsabile di quella sede ci hanno parlato dei possibili pericoli del computer e di come evitarli. Abbiamo capito che ci sono numerosi virus molto pericolosi, come gli spyware e i “cavalli di troia”. Gli spyware sono virus che raccolgono informazioni riguardanti l’attività sul web dell’utente trasmettendole ad altre persone, mentre i “cavalli di troia” si nascondono in un programma apparentemente utile; spesso è lo stesso utente che li istalla. Per evitare che ciò succeda, conviene avere un antivirus sempre aggiornato, ma anche avere una Fiammetta Bocola Classe 2E “Virgilio” sioni in classe e dalle loro riflessioni scritte. ″La rete è uno strumento utile che permette di metterci in contatto con tutto il mondo e essere informati, ma può diventare pericoloso. Ad esempio bisogna stare attenti ai dati personali che si mettono on-line, infatti nei profili creati in social network come Twitter o Facebook è meglio mantenere una certa riservatezza e non accettare amicizie da persone che si conoscono virtualmente, ma non nella vita reale. Perché dare il proprio indirizzo e-mail o pubblicare delle foto può attirare l’attenzione dei malintenzionati, che potrebbero fingersi altre persone. “Altri pericoli che si possono incontrare in rete sono dei siti falsi, che fanno arrivare delle e-mail proponendo un’offerta vantaggiosa, e dei link a siti poco sicuri che raccolgono le informazioni e i dati personali: sono chiamati siti spia; altri invece sono chiamati Troyhorses, dalla leggenda che racconta del cavallo di legno che entrò nella città nemica di Troia con i soldati dentro per distruggerla; stessa cosa può accadere con questi programmi, che nascondendosi sotto un password che non permetta l’accesso al proprio computer. Raffaella ci ha detto che non bisogna mettere troppe informazioni personali sui social network, perché persone malintenzionate potrebbero usarle per rintracciarci. Prima di continuare a parlare con la Polizia Postale, abbiamo fatto una pausa durante la quale abbiamo mangiato, grazie ad un buffet offerto dalla Microsoft, e giocato a un nuovo gioco chiamato “Kinect”, nel quale non hai bisogno di un telecomando: il controller sei tu. Il buffet era buonissimo: c’erano pizzette, brioches, pasticcini e bibite. Dopo questa pausa la Polizia Postale ci ha fatto vedere due video: il primo era su un ragazzo che chattava con un adulto che non conosceva il quale, grazie a promesse di regali, si era conquistato la sua fiducia. L’adulto gli chiedeva foto e informazioni personali, ma alla fine la Polizia Postale lo ha rintracciato e arrestato. Abbiamo capito che non dobbiamo fidarci di persone che non conosciamo. Nel secondo video c’erano dei ragazzi che filmavano un loro amico mentre picchiava un altro compagno. A casa quei ragazzi misero su Internet il video, ma la Polizia Postale riuscì a rintracciarli! … Se metti qualcosa sulla rete non potrà mai essere tolto. I poliziotti che erano lì quel giorno ci dissero che per rintracciare le persone che compiono i reati, ci vuole molto tempo e certe volte è troppo tardi. Per evitare che le situazioni dei video succedano, i genitori dovrebbero fare attenzione a quello che fanno i figli su Internet. Questa uscita è stata molto interessante perché abbiamo imparato a proteggere il nostro computer e noi dai pericoli della rete. Martina e Alessia Morabito 2E “Virgilio”, San Bovio gioco, danneggiano il computer. Per proteggersi si possono installare antivirus e parental control. Questi ultimi sono dei dispositivi che servono ai genitori per proteggere i bambini, infatti filtrano i contenuti non adatti e li eliminano senza farli vedere, infine occorre sempre aggiornare il browser che ci permette di navigare su Internet″. ″Da questi video ho capito che quando utilizzo il computer e mi appaiono delle richieste di amicizia e di informazioni devo avvisare subito i genitori o comunque un adulto. Non devo mai scaricare delle mie foto perché potrebbero essere usate da gente sconosciuta. Sono rimata molto colpita dal video sul bullismo perché non sapevo che esistono dei ragazzi che prendono in giro i compagni utilizzando un video per sentirsi più forti. Secondo me questa giornata è stata molto educativa perché mi ha chiarito quali sono i pericoli che posso incontrare quando mi collego a Internet″. “E’ un Centro Direzionale enorme e stupendo. Appena siamo entrati ci ha accolto la mamma di una mia amica: Raffaella, che ci ha spiegato qual è lo scopo della Microsoft e cosa avremmo fatto nella mattinata”. “Ho imparato che Internet è un luogo pubblico: per questo, come siamo educati nella vita privata, dobbiamo esserlo anche on - line″ ; ″Ci hanno spiegato le funzioni di un gioco che si attacca alla TV: Kinect per X-Boy 360, un gioco divertente, dove si utilizzano i movimenti del corpo; per giocare non c’è bisogno né di un telecomando né di un Joystick, ma solo del tuo corpo: diventiamo sempre più tecnologici!″. ″Con noi c’era la Polizia postale, che si occupa di punire tutti i reati che si possono commettere in rete. Questo mi rassicura, ma è comunque fondamentale non abusare dell’utilizzo di Internet e ricorrere ai nostri genitori quando capiamo che c’è qualcosa che non va mentre navighiamo o chattiamo. É stata proprio una mattinata istruttiva e abbiamo fatto anche una magnifica merenda.″; ″Ci hanno offerto un buffet buonissimo, ricco di dolci e cose buone da mangiare″. Classi Quinte Primaria di San Bovio Maggio 2011 Passaggi di tempo 7 Io cerco un uovo amico Sognando il fantastico Perù Il contributo dell’Istituto “De André” alla lotta contro una grave malattia che colpisce i bambini Un bimbo sorridente che si tiene, con una mano, un imbuto in testa: è il logo dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma. Di questa rara e grave malattia abbiamo parlato in Redazione con la signora Alessandra Maioli, che i ragazzi ricorderanno quando è venuta nelle nostre classi a proporre l’acquisto di uova pasquali a favore dell’iniziativa “Cerco un uovo amico”, promossa dall’Associazione. Siccome noi riteniamo che “Passaggi di tempo” sia un giornale serio, insieme ad argomenti più “leggeri” e “normali”, scolastici, ci è sembrato opportuno affrontare anche questo tema: così inoltre possiamo dare una mano all’associazione e a chi, soprattutto i bambini, ha bisogno di aiuto. Il neuroblastoma, ci ha spiegato Alessandra, è un tumore infantile del sistema nervoso simpatico, che viene diagnosticato fino ai 4 -5 anni di età; molto raramente accade dopo. Richiede cure intense e tempestive. Ha sintomi “sfumati”, tipo una normale influenza. La possibilità di guarigione dipende dalla zona del corpo colpita. Ad esempio, se la zona interessata è il collo, le possibilità di guarigione sono alte, mentre non è facile guarire da un tumore alle ghiandole surrenali e al midollo. L’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma non sta cercando di combattere solo il neuroblastoma, ma anche i tumori solidi del cervello. Il logo dell’associazione, come si è visto, rappresenta un bambino con un imbuto in testa, per “proteggersi” dai tumori del cervello. Il sodalizio nasce nel 1993 dallo sforzo di alcuni genitori che avevano bambini malati di neuroblastoma, e di alcuni medici che facevano ricerca per combattere tale malattia. Da quel momento la ricerca ha fatto grossi passi in avanti, anche se si è lontani dal poter dire che il neuroblastoma è vinto. Per questo si ha ancora bisogno di fondi per combatterlo e sconfiggerlo. Oggi l’associazione conta 110 mila soci. Quest’anno Alessandra Maioli ha deciso di portare l’iniziativa nella nostra scuola, approfittando del fatto che sua figlia frequenta la media “Virgilio”. Si è arrivati a un buon risultato, con 150 adesioni, per cui Alessandra è molto soddisfatta, e ringrazia tutti di cuore. L’iniziativa consisteva nel comprare un uovo di Pasqua, per dare una speranza ai bambini colpiti da questa malattia. Per la riuscita di questa iniziativa e di altre similari, Alessandra utilizza molti mezzi, tra cui il “passaparola” e facebook. Gli obiettivi che l’associazione finanzia, con i soldi ricavati, sono tre: sostenere la ricerca, far sì che la vita dei bambini malati possa migliorare, comprare macchinari per la ricerca. E’ interessante sapere che il neuroblastoma è un ottimo modello di studio per altri tumori, ad esempio il tumore al seno, all’utero e alla prostata. Il neuroblastoma non è un tumore molto conosciuto. All’Istituto Gaslini di Genova c’è la sede dell’associazione: lì vengono inviati i dati dei bambini malati di neuroblastoma e, in poche ore, viene diagnosticata la malattia, e vengono indicate le cure da effettuare. Esiste una banca dati del neuroblastoma, cioè un centro di raccolta di informazioni dei bambini malati di questo tumore. Purtroppo noi ragazzi non possiamo diventare soci dell’associazione, ma i nostri genitori possono farlo. Invitiamo quindi tutti ad associarsi, per aiutare la ricerca, dare un futuro ai bambini ammalati e a tutti quanti. Elena Ripamonti, 2D “Virgilio” Per informazioni e sostegno ci si può rivolgere a: www.neuroblastoma.org e-mail: [email protected] Tel. 340/7976092 - 02/90686853 e-mail: [email protected] Il nostro “viaggio”, iniziato lo scorso anno con la conoscenza del continente Africa, continua. Quest’anno il nostro progetto di “Sogno virtuale” ci ha portato alla scoperta di un popolo con culture e tradizioni diverse dalle nostre: il Perù; ma, per poterlo attuare, avevamo bisogno di trovare un personaggio mediatore, misterioso, piccolo e simpatico che potesse aiutarci in questo percorso. A noi serviva un animaletto dormiglione come la talpa e, con il racconto dei propri sogni, continuare il nostro viaggio. Un viaggio di fantasia in un paese a loro poco conosciuto come il Perù, dai bellissimi paesaggi e dai vivacissimi e tipici costumi colorati. Il nostro personaggio mediatore ci ha condotto e guidato alla scoperta di questo misterioso mondo, è arrivato in una mattina d’autunno nascosto nel nostro giardino sotto un manto di foglie… Attraverso diapositive, fotografie, libri e con l’aiuto straordinario di un genitore fonte di culture e tradizione peruviane, abbiamo imparato a conoscere usi e costumi di questo straordinario popolo. Sogno, sogno divenuto realtà, nel realizzare piccole bambole fatte di cartone, i vestiti di carta crespa tutti colorati e le loro tipiche case, i bambini con il telaio hanno realizzato una piccola coperta vivacissima, anche la nostra classe è stata vivacizzata di colori, pappagalli variopinti e un grande condor. Giochi, conte, filastrocche, balli e ricette gastronomiche. E il nostro viaggio continua… Insegnanti e bambini della Sezione blu, Scuola dell’Infanzia di San Bovio La forza delle associazioni dipende dal numero dei soci e dalle iniziative che promuovono Viviamo in tempi in cui sono evidenti la trascuratezza verso la natura e una disattenzione nei confronti di coloro che sono meno fortunati. La Pro Loco di Peschiera Borromeo si propone di valorizzare un territorio di per sé già molto attraente, caratterizzato da molto verde, corsi d'acqua e fattorie. In questo contesto raro ed invidiabile splende inoltre la gemma artistica - culturale del castello rinascimentale. Peschiera Borromeo e le sue frazioni offrono, quasi per vocazione, una cornice ideale per ospitare eventi. Mediante questi happening verranno originati fondi che la Pro Loco destinerà statutariamente ad opere di pubblica utilità e a fini sociali. Vi chiediamo di voler partecipare a questa attività, iscrivendovi. Dal canto nostro siamo in grado di assicurare che il Vostro piccolo sforzo associativo concorrerà a far conoscere e a rilanciare come merita un territorio di grande pregio naturale e artistico. Avrete inoltre la soddisfazione di contribuire a realizzare opere di pubblica utilità e benefiche. c/o Centro Calipari - Via Rimembranze 18, Peschiera Borromeo, tel. 0255400792 3402620296 - www.prolocopeschieraborromeo.it - [email protected] Passaggi di tempo - Speciale Ambiente Maggio 2011 10 Fare scuola al Carengione Io, foglia Io, foglia, mi sento una principessa: l’autunno mi regala vestiti di colori lucenti. Io, foglia, amo le dita fresche del vento che mi accarezzano il viso. Io, foglia, ho amiche colorate rosse, scarlatte, ocra e violacee. Io, foglia, desidero farmi trasportare dal vento. Io, foglia, temo l’inverno che col suo gelo mi ghiaccia il cuore. Riccardo Dellabella - 5C Primaria di Bettola Se io fossi Se io fossi un uccello volerei con le mie grandi ali fino a raggiungere i sogni più lontani. Se fossi la pace mi farei cogliere da chi conosce solo odio e guerra. Se fossi la sapienza svelerei i misteri più arcani e remoti di tutto l’universo. Se io fossi un angelo veglierei su tutti i bambini che credono in me. Se fossi un cavaliere sguainerei la mia spada per difendere la mia patria. Ma sono solo un bambino che vuole diventare un grande uomo. Riccardo Dellabella - 5C Primaria di Bettola Oh, luna! Nei giorni due, quattro e undici maggio ho effettuato delle visite guidate al Bosco del Carengione con gli alunni delle classi 1A, 1C e 1F della Scuola Media di Bettola, accompagnati rispettivamente dalle Professoresse Fulvia Velicogna, Cinzia Ferrari ed Emanuela Sgarbi. Tali visite rientrano nei “Progetti di educazione ambientale” proposti dal Settore Ecologia del Comune di Peschiera Borromeo, in collaborazione con l’Associazione Naturalistica Carengione, ed inseriti nel Piano del Diritto allo Studio dell’anno scolastico 2010-2011. Scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere agli studenti le bellezze di un ambiente naturale e incontaminato, peraltro molto vicino alla scuola, che presenta ad un attento osservatore una grande varietà di flora e di fauna. Il Bosco del Carengione è bello in ogni stagione dell’anno, ma in primavera, e in particolare nel mese di maggio, si presenta in tutta la sua rigogliosa bellezza. Ho potuto così far osservare e far riconoscere ai ragazzi parecchie piante autoctone: la spettacolare quercia farnia, il maestoso pioppo nero, il pioppo bianco, il salice bianco, il nocciolo, l’ontano, la robinia, il ciliegio, l’olmo, il platano, l’acero campestre e arbusti vari. Li ho visti molto interessati e attenti nell’individuare uccelli vari come fagiani, picchi, cornacchie, gazze, tortore, capinere, cardellini, fringuelli e usignoli che ci hanno deliziato con il loro canto. Ciò che però li ha maggiormente sorpresi è stato il ritrovamento di una farfalla esotica molto grande (15 cm) e dai colori bellissimi: la Bombice dell’Ailanto. Mi auguro che queste uscite siano state gradite e possano essere di stimolo per altre iniziative analoghe nel prossimo anno scolastico. Walter Ferrari, Presidente Associazione Naturalista Carengione La foglia Ecco qui la bella foglia che dal suo hotel va via di malavoglia. L’autunno è ormai arrivato, cambia il vestito e se ne mette uno colorato. Il resto dell’abbigliamento, va tutto in valigia e intanto arriva la nebbia grigia. La foglia sarà costretta ad andar via portando con sé la malinconia. Così si prepara a fare i saluti lasciando gli amici tristi e muti. Essa è consapevole che sarà calpestata ricordandosi,quelli che l’hanno amata. Michele Sacco - 5B Primaria di Bettola Luna pallida e stanca luna, che ridi luna, che vegli luna, che cammini per le strade del firmamento luna, che chiacchieri con le celestiali stelle luna, che nonostante la tua stanchezza illumini la terra col tuo sorriso argentato. Luna, regina della notte Continua ad illuminare il tetro buio E a vegliare su di noi con amore materno Sonia Pagliarini - 5B Primaria di Bettola Vorrei Le foglie Tante folate di vento ottobrino accompagnano il risveglio al mattino. A flotte le foglie parton per il terreno, sperando di trovar futur più sereno. In un senso han ragione, nell’altro proprio no. Pian piano vengon giù a formare un gran tappeto su strade e marciapiedi. Infatti tutte si preparan al grande evento e tra di loro c’è sempre un gran fermento. Tutte lor sanno che di lì passerà l’Autunno: il pittore più famoso, il chirurgo dei colori, e quindi ogni foglia vuol assistere al passaggio dell’imperatore. Povere foglioline, ignare lor sono dell’ostil futuro che le attende; ma tra tanto sconforto ed emozione spunta un'unica convinzione: tra un po’ rinascerai in un mondo assai migliore. Alessio Cristofoletto - 5B Primaria di Bettola Vorrei… Vorrei tanto trovare, una cosa vera come il mare. È dentro tutti noi, e nel cuore di voi! Vorrei tento trovare, un mondo senza male! Un sogno e una poesia per dire… Fantasia! Federica Maglio - 5B Primaria di Bettola Vorrei tanto trovare un mare dove sempre nuotare limpido, azzurro e turchino grande come il sorriso di un bambino ma da condividere con tutti alti, bassi, belli e brutti Cristian Cilento - 5B Primaria di Bettola I fiocchi di neve Diamanti preziosi opposti alla luce del sole Farfalle innevate che danzano nel vento Ambasciatori della gioia e del gioco Piume che volano nel cielo Messaggeri dell’inverno. Giacomo Fraschini - 5C Primaria di Bettola Le stelle Sono lucciole immerse nella notte che danzano a ritmo di musica. Le stelle sono brillantini sparsi nel blu intenso piccole orme argentate di un cagnolino stampate nel nero del cielo, i sogni più belli dei bimbi. Luci dell’universo scuro, oro del cielo. Chiara Rossi - 5C Primaria di Bettola Maggio 2011 Complimenti ragazzi! I nostri atleti in gara a Cernusco sul Naviglio Cernusco sul Naviglio, 5 aprile 2011, dalla nostra inviata sul campo La prima domanda che ho posto ai partecipanti alle gare di atletica, è stata se fossero emozionati o meno. Mi aspettavo qualche “sì” sincero e un po’ imbarazzato, e tanti “no” spavaldi. Invece mi sbagliavo. Ricevetti svariate risposte, ma quella che mi colpì di più fu questa: “Sono un po’ emozionata perché non ho mai gareggiato e mi piacerebbe molto vincere, ma l’importante è partecipare, non importa se farò un buon risultato o meno”. Potrebbe sembrare una risposta scontata, una frase fatta. Però era tanto che non sentivo parole simili uscire dalla bocca di un mio coetaneo: ormai l’importante sembra solo la vincita, non il divertimento nel compiere un’azione. Augurai buona fortuna a tutti. Uno a uno, si avvicinarono al campo, dove avrebbero svolto le rispettive gare. Iniziai a girare per il campo, sempre preoccupata che qualcuno mi obbligasse a uscire, per scattare qualche foto agli atleti: passando da una disciplina all’altra, assistetti a diverse prove, davvero molto soddisfacenti. Daniele Bontempi, ad esempio, si classificò al terzo posto nella gara dei 1000 metri: “Sarei potuto arrivare primo” afferma, “ma hanno suonato una campanella e, credendo che i giri fossero terminati, mi sono fermato per qualche secondo, e perciò non ho ottenuto il primo posto”. Quando me l’ha detto, mi sono messa a ridere, credevo stesse scherzando: se avessi ottenuto io il terzo posto, anche in una gara qualunque, sarei stata più che soddisfatta! Passaggi di tempo 11 Marika Ferri ha anch’essa ottenuto il terzo posto in classifica, nella categoria Cadette del lancio del peso: un risultato davvero strabiliante, tenendo conto, poi, che l’allenamento in questa disciplina è stato effettuato per un massimo di quattro volte. Si è invece classificato al primo posto Stefano Colombo, nella disciplina del Vortex: non immaginavo che un ragazzo di quattordici anni avesse l’abilità e la forza di lanciare un oggetto così a molti metri di distanza. I ragazzi della staffetta maschile, Marco Marelli, Andrea Firpo, Daniele Carluccio e Stefano Colombo si sono anch’essi classificati terzi sul podio: durante la premiazione eravamo stati classificati quarti, fortunatamente ce ne siamo accorti in fretta e le professoresse Terzi e Bertoli sono andate a protestare e alla fine hanno assegnato il posto che ci spettava di diritto. Di ritorno a scuola, la professoressa Terzi ci ha fatto un discorso: si congratulava con tutti e affermava che, anche se non ci fossimo qualificati, pazienza! perché avevamo comunque ottenuto dei risultati molto soddisfacenti, in campo sportivo e non in base al posto sul podio. Ci siamo invece ricreduti: il quinto posto nella categoria Cadetti ce lo siamo meritati e la scuola parteciperà alle finali provinciali, categoria cadetti, il 2 maggio al campo sportivo Giuriati di Milano. Forza ragazzi, e complimenti! Victoria Di Gaetano 3A “Virgilio” Ultimissime dal Campo Giuriati: Colombo sul podio Il 2 maggio, al Centro Sportivo Giuriati di Milano, si sono svolte le finali provinciali di atletica, a cui hanno partecipato ragazzi della nostra scuola, i Cadetti, che si sono qualificati durante le fasi precedenti. Abbiamo cominciato subito con il salto in lungo, salto in alto e vortex; nelle prime due specialità non si è classificato nessuno con un risultato “da podio”, mentre nel vortex Stefano Colombo si è aggiudicato il terzo posto, con un lancio di 59 metri; all’inizio della competizione aveva conquistato il primo posto, e per un lungo periodo di tempo è rimasto in quella posizione. Piano piano, però, due ragazzi lo hanno superato, anche se solo di un paio di metri. È poi toccato alle competizioni dei 300 metri, dove Daniele Carluccio e Stefano Colombo si sono classificati rispettivamente quarto e ottavo; Daniele, benché non si sia piazzato nei primi tre posti per soli due centesimi, è stato comunque premiato, perché i primi sei di ogni competizione ricevevano la medaglia. Durante il lancio del peso e gli 80 metri piani non abbiamo ricevuto risultati da premiazione, ma, a mio modesto parere, Andrea Firpo, Cesar Marcandelli, Marco Marelli e Alessandro Tondini si sono davvero impegnati! La penultima specialità sono stati i 1000 metri, in cui ha gareggiato Daniele Bontempi, la cui gamba era dolorante ed era quasi tentato di rinunciare: fortunatamente ha presto cambiato idea. Ha mantenuto la prima posizione durante tutto il primo giro, 400 metri, mentre ha poi, a poco a poco, rallentato conquistando il quarto posto: è stato anch’egli premiato! Infine hanno partecipato alla staffetta 4x1000 Marco Marelli, Andrea Firpo, Stefano Colombo e Daniele Carluccio: nella loro batteria si sono classificati quarti, mentre nella classifica generale non si sa ancora con esattezza il loro risultato. Vorrei complimentarmi con tutti i ragazzi che hanno partecipato alle gare quest’anno, e con le professoresse Terzi e Bertoli che ci hanno allenato con tanto impegno e che hanno sempre sostenuto i loro alunni, qualunque fosse il risultato: ad alcuni potrebbe sembrare scontato che le docenti non basino i loro giudizi solo sui risultati; purtroppo ci sono allenatori che si agitano e danno “quasi di matto” se i propri ragazzi non ottengono i risultati sperati. Perciò, grazie e complimenti. Victoria Di Gaetano, 3A “Virgilio” Passaggi di tempo Maggio 2011 12 Dipingendo con i ragazzi Il progetto “raccordo” Anche quest’anno nella nostra scuola è iniziato il “Progetto di Raccordo”, che prevede una serie di incontri tra i bambini della scuola dell’infanzia dell’ultimo anno e i ragazzi e i docenti della classe quinta della scuola primaria. Questo favorisce una conoscenza reciproca per un migliore inserimento dei bambini e diventa un momento dove le attività didattiche si articolano con situazioni ludiche molto simpatiche e stimolanti, per entrambe le fasce di età. I grandi con la loro mansione di Tutor sviluppano una sensibilità e un senso di responsabilità maggiore verso i più piccoli e nello stesso tempo danno modo ai bambini della materna di acquisire fiducia e sicurezza verso il nuovo ambiente che li ospiterà a settembre. Il progetto prevede un primo incontro per visitare la scuola e un momento di intervallo, con merenda, tutti insieme, poi in segui- Sono una pittrice e molto spesso mi trovo nel mio studio a lavorare da sola. All’inizio di quest’anno scolastico le maestre delle terze della primaria di San Bovio, dove studia mia figlia più grande, mi hanno chiesto se avessi potuto dedicare ai ragazzi un po’ di tempo per farli avvicinare all’arte della pittura. Ho già passato del tempo all’asilo con il progetto per gli esterni ancora da terminare, e con alcune lezioni di pittura e manipolazione della creta nella classe lilla sempre a San Bovio, dove c’è l’altra mia figlia, ed è stato davvero emozionante; ma con ragazzi più grandi non mi sono mai ritrovata. Lasciato da parte il timore che in fondo non li interessasse più di tanto, mi sono lanciata. Sono stata accolta con grande gentilezza dalle maestre e i ragazzi mi hanno colpita! Entusiasmo, attenzione, stupore nel vedere come si progetta e poi come prosegue un lavoro (e diciamocelo, anche voglia di schivare qualche lezione!); sono stati davvero to ci si ritrova nelle classi per abbinare grandi e piccoli (tutor con bambino/a della materna) e spiegare loro il percorso che si vuole seguire con le dovute motivazioni. Quest’anno sono state scelte le “Danze del mondo”, per cui i prossimi incontri saranno incentrati sulla scelta delle danze con relative musiche, sulla suddivisione dei bambini in gruppi (tenendo conto dei bambini che vengono da altre nazioni) e per finire sull’organizzazione della Festa dei Remigini che si terrà a fine maggio. Il progetto è certamente uno dei fiori all’occhiello del nostro Istituto ed è molto apprezzato da genitori e bambini, che ogni anno danno il meglio di sé facendo commuovere e meravigliare tutti i partecipanti alla Festa. Roberta Campana Scuola dell’Infanzia di San Bovio bravi. Insieme abbiamo realizzato una grande parete davanti alle loro aule; un grande sole giallo da cui partono sfumature di colori sempre più scuri, creando l’effetto di un tramonto. Terminato quello, ora ci stiamo dedicando alla realizzazione di grossi pannelli in cui dipingeremo gli ecosistemi. I ragazzi si impegnano anche procurando immagini da far vedere per poi poterle usare come riferimento. La pittura è una meravigliosa forma di espressione, a volte riesce a far uscire sentimenti nascosti dentro di noi, che a parole non è facile esprimere; guardando i ragazzi lavorare, con i differenti modi di interagire con essa, si riesce a conoscere tanti diversi lati del carattere: che a volte sfuggono. Spero perciò di poter portare avanti questo progetto anche nei prossimi anni e ringrazio col cuore di averne avuta la possibilità. Raffaella Gerli Protezione Civile di Peschiera: grazie di esistere! Si parla, purtroppo, di incendi, catastrofi, crolli che avvengono nelle scuole quando meno te l’aspetti, nelle ore di lezione o nelle pause per la ricreazione. Finora nel nostro Istituto, per fortuna, non è successo niente di grave, grazie anche ad un lavoro di manutenzione e prevenzione; bisogna comunque sempre stare sempre all’erta, come un’anatra in tempo di caccia. Chi ci può addestrare a comportarci nella maniera giusta, dandoci delle “dritte” su come salvare la pelle? La risposta a questa domanda è semplice e una sola: la Protezione Civile, conosciuta come quella squadra di soccorso che collabora con i Vigili del Fuoco e altri soccorritori in caso di calamità naturali o artificiali; è un organismo di volontari, creato per far fronte alle calamità imminenti o già in atto. Alcuni volontari sono venuti nella scuola e ci hanno insegnato come agire in situazione di “emergenza”. Le cose s’imparano da piccoli, e così facendo siamo in grado di reagire tempe- stivamente alle difficoltà, evitando il peggio. Ad esempio, in caso di alluvione, ho appreso che devo raggiungere il punto più alto dell’edificio e aspettare l’arrivo dei soccorsi; ho imparato poi a decifrare quei cartelli che vedo poi spesso affissi sui muri interni della scuola. Forse per imparare a controllare il mio panico, ci vorrà qualche lezione in più, ma so che l’autocontrollo è la prima regola da osservare. Credo che la Protezione Civile sia una delle prime necessità della sicurezza di una comunità e di una nazione; saper affrontare tutti i pericoli a cui siamo esposti non è un gioco da ragazzi, e soltanto con l’ordine e la prevenzione comune possiamo reagire, preservare le nostre esistenze e aiutare coloro che hanno bisogno. E allora dico alla Protezione Civile: “ Grazie di esistere!”. Cristian Semeraro, 3C “Virgilio” Maggio 2011 Passaggi di tempo 13 “Siamo nani sulle spalle del gigante” Nostra intervista esclusiva a Carlo Delfrati, famoso esperto della didattica musicale Il nostro Istituto ha avuto la fortuna di incontrare Carlo Delfrati, didatta di fama internazionale che da sempre si occupa della musica e della sua didattica nella scuola. Egli ha contribuito fin dagli anni Sessanta a imprimere una spinta innovativa all’educazione musicale nel nostro Paese. Ha insegnato nei Conservatori di Parma e Milano, e nella Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario dell’Università di Pavia (Sede di Cremona). Fondatore della Società Italiana per l’Educazione Musicale, di cui ha curato i raccordi con il contesto internazionale (è stato per vari anni membro del Direttivo dell’International Society for Music Education), ha fatto parte di Commissioni ministeriali per la stesura dei programmi scolastici. Studioso dei problemi storici e pedagogici della musica (tra le sue più recenti pubblicazioni, oltre a studi su diverse riviste educative e musicali, citiamo: La musica nella riflessione pedagogica, La musica tra educazione e istruzione, Itinerari, Esperienze d’ascolto nella scuola dell’obbligo, Orientamenti di pedagogia musicale, Le scuole musicali in Italia, Interrogare il passato, La voce espressiva; e i testi scolastici Progetti sonori, Trio, I colori della musica, All’Opera insieme per la scuola media, Educazione al suono e alla musica e MusicAmica per l’elementare, Libro delle letture e Libro della teoria e il recente Il pensiero musicale per i corsi di teoria). Cura il progetto dell’As.Li.Co Opera Domani e il progetto MusicaSI di Gioventù Musicale d’Italia. E’ consulente della Provincia Autonoma di Trento per le Scuole musicali; del Centro Europeo per l’Educazione (Frascati), per i progetti Muse, Adas e Valmuss; del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Verdiane (Parma), di Rai-Educational (Mosaico). Ha coordinato il Piano integrato per l’istruzione musicale del Comprensorio di Rovereto. Ha una rubrica stabile nella rivista Amadeus. Spesso la musica non viene considerata dai ragazzi una disciplina importante. Lei che è considerato un po’ il “padre della didattica musicale”, in che modo pensa dovrebbe essere fatto un cambiamento in positivo? La musica continua spesso a essere proposta oggi come all’inizio degli anni Sessanta, quando io cominciai a insegnare. Ma rispetto ad allora troppo è cambiato. Ciò che allora alimentava la cultura dell’adulto erano le cose che alimentavano quella del bambino, e così l’insegnante poteva tranquillamente riproporre ai suoi alunni i contenuti sui quali era stato formato egli stesso, sapendo di essere condiviso. I bambini cantavano i canti dei loro genitori e dei loro nonni, quelli della tradizione popolare. Oggi la musica ha visto esplodere in modo esponenziale la sua riproducibilità, via CD, Ipod, TV, internet… La cultura dei ragazzi è sempre più diversa dalla nostra. Fino al punto che è l’insegnante, l’adulto, che fatica a tener dietro ai cambiamenti. Ogni generazione, ogni “micro-generazione”, ha un proprio linguaggio. L’insegnante che continua a parlare, rischia di non farsi capire da chi lo ascolta. Dimenticare gli interessi vorrebbe dire alzare un muro tra educatori ed educandi. Accontentare i gusti e gli interessi dei ragazzi, dunque? Schiacceremmo i ragazzi sul presente, un presente sempre più rapidamente cangiante. Quando sappiamo di essere, come diceva il filosofo antico, nani sulle spalle del gigante: siamo quello che siamo, culturalmente e affettivamente, grazie al patrimonio di valori che le generazioni del passato hanno saputo allestire, e che compito dell’educatore è di met- tere a disposizione dei giovani, perché possano far fiorire le proprie risorse e partecipare a pieno titolo e con piena gratificazione alla vita della loro società. Ossia per soddisfare, al di là degli interessi, i loro bisogni profondi. Bisogni di cui non è nemmeno detto che i ragazzi siano ben consapevoli, ma che l’educatore musicale sa consistere nel possesso di sempre più mature competenze operative, percettive, inventive, manipolative, conoscitive…; ossia nel possesso di strumenti che permettano di vivere intensamente e integralmente l’esperienza musicale, sul piano fisico, quello affettivo, quello cognitivo. Qual è il problema più contingente che un insegnante di musica di oggi deve affrontare? Per l’insegnante il problema è conciliare interessi e bisogni del ragazzo, al momento di operare in un contesto musicale, e culturale in senso lato, che non è più quello dei suoi anni giovanili, e che continua a cambiare sempre più rapidamente. Vedrei sette aree di azione, tutte ugualmente importanti, e senza escludere che ce ne siano altrettante diverse: le elenco aggiungendo per ciascuna in che modo si oppone a pratiche che sono all’origine della disaffezione dei ragazzi per la musica-disciplina-scolastica: 1. mettere la dimensione affettiva e quella corporea al cuore dell’esperienza musicale, valorizzando ciò che la musica significa nella vita di bambini e ragazzi, dandogli importanza, sollecitandolo. Troppo spesso si dimentica che il piacere, il piacere estetico, è uno dei doni dell’esperienza musicale, e insieme una delle chiavi per accedervi. “In pieno contrasto con le affermazioni dei giovani, il piacere è del tutto assente dai discorsi dei loro insegnanti”, racconta Gilles Boudinet, francese (dove si vede che la geografia del malessere è ben diffusa); 2. rendere gli alunni protagonisti attivi del loro apprendimento: arrivare a renderli autonomi prima di tutto nel far musica, con la voce, con gli strumenti, ma poi anche nella scoperta dei significati e delle strutture del linguaggio musicale; contro una didattica che impone forme tecnicistiche e nozionistiche di approccio alle musiche; 3. liberalizzare il repertorio; superando le barriere poste a generi (classica vs pop…), a livelli qualitativi (i “grandi autori” vs i minori), a luoghi storici e geografici (il passato remoto, il presente, anche il “presente remoto”, le pratiche e i repertori etnici), ai materiali (flauto dolce sì, flauto dolce no…), e così via. L’insegnante preparato dovrebbe sentirsi libero di scegliere i contenuti in modo di soddisfare i due corni della didattica: che siano utili per far leva sull’interesse, funzionali per soddisfare il bisogno; 4. aprirsi alle nuove tecnologie. Il computer è sempre più presente nelle case di bambini e ragazzi; paradossalmente fa ancora fatica a entrare nelle scuole; quando sappiamo che i software permettono non solo di ascoltare musica e di scriverla, ma anche di comporla, manipolando direttamente le fonti sonore, senza nemmeno più la necessità della notazione; 5. portare in primo piano il contributo che la musica reca ai messaggi mediatici. Nel cinema, nelle trasmissioni TV, su internet, in teatro, ma anche nei luoghi sociali, la festa o la chiesa, la musica interagisce con gli altri linguaggi orientando potentemente il messaggio. Vivere la musica come un’isola separata dal resto del pianeta, oltre a impoverirne drammaticamente il significato, toglie motivazione al suo apprendimento. Esplorare invece le funzioni sociali della musica fa capire ai ragazzi le sue valenze semantiche, e al tempo stesso permette di collocare le loro prestazioni (suonare, cantare) dentro un’azione più ricca e gratificante. Il brano imparato per il saggetto di fine anno è un’esperienza positiva per gli alunni, ma la sua appetibilità cresce quanto meglio lo “teatralizziamo”, lo rendiamo parte di un messaggio in cui intervengono parola, movimento, scena. Non è così che la musica è sempre stata praticata, nella storia e nelle civiltà? 6. rinnovare le metodologie. Il ventaglio è aperto su una varietà di alternative: provocazione coinvolgente, attivante dell’insegnante, contro il ricorso esclusivo alla lezione frontale; ricerca personale, problem solving, contro una didattica “per impregnazione”; individualizzazione dei compiti, contro una didattica che seleziona e appiattisce; integrazione tra le pratiche del fare (riprodurre e ideare) fra loro e con le pratiche del conoscere (ascoltare, analizzare non solo per accedere ai tesori del patrimonio, ma anche a possedere sempre nuovi strumenti per il proprio agire musicale…) contro un insegnamento a compartimenti stagni; e così via (è solo un accenno, questo, alla varietà di questioni metodologiche, che esploro sistematicamente nel volume Il maestro ben temperato. Metodologie dell’educazione musicale); 7. integrazione multietnica: da una parte bisogna acculturare il non-italiano, ossia farlo entrare a pieno diritto nella cultura del paese accogliente, dall’altra inculturare i nostri ragazzi, ossia aprirli alle culture dei compagni immigrati; l’una e l’altra azione vissute come arricchimento del campo d’azione. Il tutto in contrasto con una didattica sciovinistica o ghettizzante. La nostra scuola ha ottenuto l’Orientamento musicale. Quale l’augurio per i nostri ragazzi che vivono così in modo sempre più intenso la musica? Gli alunni di questa scuola si possono ritenere molto fortunati ad avere una così importante possibilità: fruire della musica su vari fronti non è dato a tutti, considerando che sono poche le scuole in Italia che ottengono un simile riconoscimento. Auguro loro di poter trovare nella musica il mondo privilegiato dove poter esercitare la loro affettività e la loro intelligenza, con l’ascolto e con la produzione. Intervista a cura di Rita Vecchio Dedica al piccolo Lorenzo A conclusione del lavoro sul testo poetico e in occasione della nascita del fratellino di un nostro compagno, ci siamo sentiti “poeti in erba” e abbiamo creato questa poesia che dedichiamo al piccolo Lorenzo. La vita è… La vita è… un dono un mistero da scoprire, un grande gesto di affetto e di amore; desiderio di dare e sentirsi amati. La vita è… avventurarsi per un lungo viaggio alla scoperta del mondo e degli uomini, alla conoscenza delle loro emozioni e dei loro sentimenti. La vita è… una lunga storia di cui l’uomo deve sentirsi protagonista. La vita è un’opportunità, bisogna viverla come si presenta: è l’uomo che sceglie il suo destino perciò è un’esperienza, un gioco da vivere con coraggio e responsabilità. La vita è… un bene prezioso: è come un seme che ha bisogno di luce e acqua per germogliare e crescere. È un fiore che sboccia, cresce… profuma. La vita è… come un film da assaporare fino in fondo distinguendo tra finzione e realtà, bisogna affrontarla e sfidarla con tutte le nostre sensazioni. I piccoli poeti delle Classi Quinte di San Bovio In me… Nei miei sogni c’è un tramonto rosato, luminoso, caldo come la mamma che ti abbraccia. Nei miei desideri c’è un cavallo al galoppo veloce, grande, nero come la notte. Nelle mie paure c’è la perdita della famiglia, triste, straziante, dolorosa come la morte. Nel mio futuro vedo una vita felice, tranquilla come la musica classica. Nel mio presente c’è la libertà entusiasmante come un volo di farfalle! Chiara Rossi 5C Primaria di Bettola Passaggi di tempo Maggio 2011 14 Ma che lingua è questa? Quando era inverno Riflessioni a proposito delle parole straniere nella lingua italiana LUNEDI: “Possiamo azzardare un timing realistico nelle previsioni meteo per questa settimana”. / MARTEDI: “Consigliamo le seguenti opere di ghost-writer per estraniarci in una deep reading rilassante” / MERCOLEDI: “Nel summit tenutosi a Roma il Presidente ha concluso il suo intervento spiegando che in definitiva il progetto è in stand- by”. / GIOVEDI: “L’USP ha inserito nel programma del seminario pomeridiano un workshop sul tema della peer education, per indagare sul background storico-legislativo e pedagogico didattico”. / VENERDI: ‘Sabato 19 e domenica 20 aprile seconda edizione di patchwork a Rocca Brivio, mostra di quilt organizzato da…”. “L’innalzamento delle case a Milano ha determinato un nuovo skyline”. / SABATO: “Ci mangiamo un toast al grill dell’autostrada. Per mezzogiorno sono pronti dei veloci sandwiech che hanno anche una spalmata di ketchup, così resta del tempo alle donne per fare shopping visto che ci sono anche duty-free”. DOMENICA: Finalmente reperiamo in una qualsivoglia emittente televisiva un film con l’imprescindibile Albertone nazionale il quale ci fa vedere come si osserva il contenuto ammaliante di un piatto e ci fa sentire: “Macarone, tu mi provochi e io te magno!” E finalmente tiriamo un respiro di sollievo.Battuta e gimcana a parte nel labirinto linguistico di una settimana tipo, mi capita sempre più di frequente in questo ancor inizio di nuovo secolo di chiedermi senza retorica che lingua sia mai quella che incontriamo ormai quotidianamente nelle varie forme di linguaggio scritto - giornalistico, narrativo, scientifico, tecnologico, culturale in senso lato…- e nei vari timbri orali. Per venire a un aspetto dell’italiano parlato e scritto di oggi, c’è chi lamenta una condizione di strazio (o di maltrattamento) della nostra lingua e di uso sconsiderato, in essa, di inglesismi, tanto da giustificare chi afferma esserci in atto un processo di autolesionismo linguistico degli Italiani che, per dirla con l’indimenticabile Pasolini, sta portando lessico ed espressioni inglesi in una effettiva (e forse anche definitiva) assimilazione nella koiné. I nostri cugini francesi tengono in maggior considerazione la loro lingua arrivando al punto, forse esagerando, di evitare addirittura l’uso di parole e acronimi usati su scala mondiale. Al bando quindi hanno messo parole come computer o pc, NATO, aids, software, mountain bike, solo per fare qualche esempio, sostituiti rispettivamente con parole nostrane quali ordinateur, OTAN, sida, logiciel, VTT (ossia vélo tout terrain). Furbi loro? Ognuno si esprima come crede. Sta di fatto che da noi pure coloro che dovrebbero, anche per ruoli specifici, usare la nostra lingua semplicemente con senso di equilibrio e con adeguata consapevolezza di identità, sono i primi a contaminarla. A scanso di equivoci, chi scrive per porre spunti di riflessione, ha sempre avuto fin dai primi anni di scolarizzazione un prevalente interesse per le lingue straniere e con esse ha concluso il proprio percorso formativo con una specifica laurea. E’ preoccupante non la presenza in sé di anglicismi: parole ed espressioni straniere ci sono sempre state in ogni lingua ed è giusto e funzionale alla cultura e alla conoscenza in genere che sia così. Ciò che risulta anomalo è al giorno d’oggi la frequenza d’uso che se ne fa e la loro entità! La lingua italiana, più che di difesa, ha bisogno di essere rispettata. E’ compito delle persone giuridiche - a partire dalle istituzioni scolastiche - e delle persone fisiche - a iniziare dagli insegnanti - operare in tal senso. Far riflettere i ragazzi delle nostre scuole a non recepire acriticamente questo stato contingente dell’italiano è, a mio parere, condizione indispensabile per evitare che diventi permanente. Per favore non lasciamoci fagocitare la lingua italiana. Quella di Dante, Ariosto, Manzoni, Leopardi, Campana, Pasolini e degli altri. E che alcuni non Italiani definiscono, anche loro forse esagerando, la più bella lingua del mondo. Prof. Giuseppe Rossetti È arrivato l’inverno Mentre il freddo mi entra nelle ossa, il sole, ormai sorto da tempo, si riflette sulla candida neve dei monti. Intanto piccoli fiocchi iniziano a cadere. E si formano, come gioco del vento, piccoli mulinelli. Dopo aver visto questo, ho capito: è arrivato l’inverno! Sonia Corbezzoli - 5B Primaria di Bettola L’inverno Ecco, sta arrivando, lo stregone di ghiaccio che come un papà mette un nuovo vestito al mondo: un bianco velo, candido e freddo. Ghiaccia i laghetti, ricopre le casette. Certo è lui: l’inverno! Chiara Cefaratti - 5B Primaria di Bettola Quando si perde un amico Quando si perde un amico la rabbia invade il cuore come le nubi coprono il sole. Quando si perde un amico l’invidia scaccia l’amore come la notte spegne il giorno. Quando si perde un amico l’odio uccide la gioia come la neve copre la terra. Quando si perde un amico l’allegria si smarrisce nel buio come un uccellino nella notte. Dorotea Radice - 5C Primaria di Bettola I fiocchi di neve I fiocchi di neve Sono fogli accartocciati che scendono dal cielo Piume che svolazzano, pezzi di velo bianco. I fiocchi di neve sono petali candidi ghiacciati dal soffio del freddo inverno, sono angeli bianchi che danzano sulle nuvole. Giulia Buoncore - 5C Primaria di Bettola Fiocchi I fiocchi di neve sono lacrime cristalline degli angeli, frantumi del diadema celeste. I fiocchi di neve sono lapilli ghiacciati, ricchezza dell’inverno. Damiano Cutugno - 5C Primaria di Bettola Nevica Nevica: farfalle congelate, cristalli volanti, bianche meteoriti atterrano dolcemente. I fiocchi di neve sono batuffoli di lana, fiori di ghiaccio che annunciano l’inverno. Roberto Cicco - 5C Primaria di Bettola L’odio è… L’odio è inesprimibile, come le emozioni che non riesci a spiegare. L’odio è rabbioso, come quando perdi un amico. L’odio è accecante, come un raggio del sole, senza occhiali. L’odio è nascosto, come i segreti di cui mi vergogno. L’odio è qualcosa che ti sta dentro, come un mal di pancia, insopportabile. Lucrezia Pernigoni - 5C Primaria di Bettola Maggio 2011 Passaggi di tempo 15 Souvenir dal Lago Maggiore, Centro Ippico Il Quadrifoglio 20068 Peschiera Borromeo - (Mi) Via F. Sforza, 9 Tel. 02/5470133 - 338/9307880 Scuola di equitazione per ragazzi e adulti Passaggi di tempo 16 11 Gennaio 2009 - Flavio Giacomessi riprende l’intervista a Roberto Vecchioni Maggio 2011 Buone vacanze, Flavio! Inimitabile. Sorprendente. Aeronautico. É Flavio Giacomessi, il nostro carissimo collega delle Medie che si accinge a partire per una lunga e meritata vacanza - la mitica pensione! -, dopo aver regalato gran parte della propria vita alla Scuola. Che lui sia unico, è facile capirlo: bastano pochi istanti di frequentazione. Che lui sappia meravigliarti, sempre, è una novità solo per che non ha avuto il piacere e la ventura di conoscerlo prima. Che lui, a mio avviso, sia “aeronautico”, si spiega solo in parte con la sua passione sfrenata per il volo e le macchine volanti; io dico aeronautico perché Flavio non vive come la quasi totalità di noi umani calcando la terra, la polvere. No! Per lui, pur “ben messo”, la legge di gravità fa un’eccezione, lui la crosta terrestre la sfiora, anzi si libra in alto, sopra e oltre le meschinità terrene: “là dove osano le aquile”! Dacché è arrivato in questo Istituto, un decennio fa, provenendo dalla “Milani” di San Giuliano Milanese, mi è stato collega di corso e compagno in parecchie avventure. In particolare nella realizzazione del presente giornale, per la parte fotografica. Emozionante, storica, un punto “fermo” (si fa per dire), la sua ricostruzione - con mani sapienti da certosino - del “pendolo” di Foucault, con relativa dimostrazione pratica. Grandissimi meriti Flavio ha avuto nella ideazione ed esecuzione grafica di materiali per iniziative, manifestazioni e spettacoli del “De André”. Frutto, anche, delle sue eccezionali doti informatiche, un mago del computer come pochi. A lui si devono poi tutte le riprese audio e video nelle quali l’Istituto è stato impegnato nel corso di questi anni: Flavio, esperto tecnico del suono - dei silenzi e della musica variamente intesa -, “occhio discreto” della nostra Scuola! Componente dello Staff di Direzione, membro del Consiglio d’Istituto, responsabile della gestione dei laboratori di informatica, assegnatario di funzione strumentale per l’utilizzo delle nuove tecnologie; inoltre coordinatore e istruttore dei corsi ECDL, grazie ai quali centinaia di nostri studenti hanno sostenuto e superato brillantemente gli esami fondamentali per il conseguimento della patente europea del computer. Docente di Educazione Tecnologica e Informatica: amatissimo dagli alunni! Dalle battute fulminanti, Flavio. Ironico, pungente, mai scortese, anzi gentile e disponibile con chiunque: un’anima pura. Dal sapere enciclopedico: sa tutto di qualsiasi argomento, non solo di scienze tecniche, ma per esempio in fatto di statistica, storia, letteratura e così via. Carissimo Flavio: mentre ti auguriamo ogni bene possibile, di poter coltivare in totale tranquillità gli hobby preferiti e di ampliare, se possibile, le tue già peraltro smisurate conoscenze, sappi che qui, e altrove, troverai sempre degli amici veri. Un abbraccio forte, a nome dell’intera grande famiglia dell’Istituto “Fabrizio De André”. Sergio Leondi, Responsabile di “Passaggi di tempo”