OLIMPIADI DI FILOSOFIA – XXIV EDIZIONE AS 2015

OLIMPIADI DI FILOSOFIA – XXIV EDIZIONE
A.S. 2015-2016
VERBALE DELLA SELEZIONE D’ISTITUTO
(a cura del Referente d’Istituto)
Il giorno 23/02/2016, presso l’Istituto Liceo Classico – Scientifico – Linguistico – Scienze Umane
“G. M. Dettori” di Tempio Pausania
CODICE MECCANOGRAFICO SSPC04000T
si è svolta la Selezione d’Istituto delle Olimpiadi di Filosofia – XXIV Edizione, anno scolastico
2015-2016.
LA COMMISSIONE DI VALUTAZIONE era composta dai professori:
Basile Caterina
Franco Valentina
Pulina Giuseppe
LA PROVA SCRITTA si è svolta sulle seguenti quattro tracce proposte:
ESTETICA
In questo passo della “Teoria Estetica”, Adorno propone una breve apologia del brutto visto come
elemento che spinge l'arte all'inseguimento del bello. Un passo dal sapore vagamente eracliteo, nel
ricordare la continua tensione dialettica tra elementi opposti che finisce per costituire il motore
delle cose.
L'arte non si risolve nel concetto di bello ma, al contrario, per soddisfarlo, ha bisogno del brutto
come negazione di quello. E ciò è un luogo comune. Ma con questo la categoria del brutto, come
canone di proibizioni, non è semplicemente abolita. [...] Ma il fatto che l'arte abbia la forza di
racchiudere in sé ciò che le sia contrario senza recedere neanche un po' dal proprio anelito e anzi
trasforma quell'anelito in una forza di tal genere, è cosa che affratella il momento del brutto alla
spiritualizzazione artistica; George lo notò con perspicacia nella prefazione alla traduzione delle
Fleursdu mal. Il titolo Spleen et idéal allude a questo, ammesso che sotto la parola "spleen" sia
lecito vedere l'ossessione nei confronti di ciò che è restio ad assumere una forma, l'ossessione nei
confronti di un nemico dell'arte che si presenta come spinta all'arte allargando il concetto di questa
ben oltre quello dell'ideale. A questo serve il brutto nell'arte.
(Th. W. Adorno, Teoria estetica, a cura di G. Adorno e R. Tiedemann. Trad. it. E. De Angelis,
Torino, Einaudi, 1977, pp. 78-83)
POLITICA
Bobbio sostiene che al giorno d'oggi il compito dell'intellettuale sta non già nel raccogliere le certezze, bensì nel
seminare i dubbi. L'impegno dell'intellettuale consiste nel lavoro di analisi e descrizione, nel porre in questione le pretese
assolutizzanti delle diverse "versioni del mondo" in contrasto fra loro e, soprattutto, nel demistificare ogni sintesi ultima
e definitiva. Ecco allora che Bobbio propone un modello di "filosofia militante" come "filosofia del dubbio", e una
teoria dell'impegno dell'intellettuale come militante della ragione. Criticando sia ogni engagement strumentale ad
effimeri o unilaterali fini pratico-politici, sia un esercizio libero ma disimpegnato e irresponsabile della cultura, Bobbio
identificava il lavoro intellettuale nella difesa delle condizioni di esistenza e di sviluppo della cultura stessa.
Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di
raccogliere certezze. Di certezze- rivestite della fastosità del mito o edificate con la pietra dura del
dogma- sono piene, rigurgitanti, le cronache della pseudo-cultura degli improvvisatori, dei
dilettanti, dei propagandisti interessati. Cultura significa misura, ponderatezza, circospezione:
valutare tutti gli argomenti prima di pronunciarsi, controllare tutte le testimonianze prima di
decidere, e non pronunciarsi e non decidere mai a guisa di oracolo dal quale dipenda, in modo
irrevocabile, una scelta perentoria e definitiva. Vi è qui uno degli aspetti del 'tradimento dei
chierici'; e il più importante, a mio avviso, perché non è limitato dal mondo contemporaneo ma si
riconnette alla figura romantica del filosofo-profeta: trasformare il sapere umano, che è
necessariamente limitato e finito, e quindi richiede molta cautela insieme con molta modestia, in
sapienza profetica. Donde deriva la posizione, così frequente tra i filosofi, di ogni problema in
termini di alternativa, di aut-aut, di opzione radicale. O di qua o di là. Ascoltate il piccolo sapiente
che respira la nostra aria satura di esistenzialismo: vi dirà che i problemi non si risolvono, ma si
decidono. È come dire che il nodo- questo nodo aggrovigliatissimo dei problemi dell'uomo nella
società di oggi- non essendo possibile scioglierlo, bisogna tagliarlo. Ma, appunto, per tagliarlo, non
è necessaria la ragione (che è l'arma dell'uomo di cultura). Basta la spada. [...] Non vi è nulla di più
seducente, oggi, che il programma di una filosofia militante contro la filosofia degli 'addottrinati'.
Ma non si confonda la filosofia militante con una filosofia al servizio di un partito che ha le sue
direttive, o di una chiesa che ha i suoi dogmi, o di uno stato che ha la sua politica. La filosofia
militante che ho in mente è una filosofia in lotta contro gli attacchi, da qualsiasi parte provenganotanto da quella dei tradizionalisti come da quella degli innovatori- alla libertà della ragione
rischiaratrice. [...] al di là del dovere di entrare nella lotta, c'è, per l'uomo di cultura, il diritto di non
accettare i termini della lotta così come sono posti, di discuterli, di sottoporli alla critica della
ragione.
(Bobbio, Politica e cultura)
TEORETICA
Con la sua attenzione all'importanza della scienza e della tecnica per il potere dell'uomo sulla
natura, la riflessione di Francesco Bacone si inserisce a pieno titolo in quella profonda
trasformazione del pensiero europeo che fu la "rivoluzione scientifica". Il brano seguente, tratto dal
Novum Organum, presenta alcune idee centrali della concezione baconiana del sapere.
L'uomo, ministro e interprete della natura, tanto fa e intende quanto ha osservato dell'ordine della
natura, con l'osservazione della cosa o con l'opera della mente; non sa, ne può niente di più.
La mano nuda e l'intelletto abbandonato a se stesso servono poco. Per compiere le opere sono
necessari strumenti e mezzi d'aiuto, sia per la mano che per l'intelletto; e come gli strumenti
meccanici servono ad ampliare o regolare i movimenti delle mani, così gli strumenti mentali
estendono o trattengono il movimento dell'intelletto.
La scienza e la potenza umana coincidono, perché l'ignoranza della causa preclude l'effetto, e alla
natura si comanda solo ubbidendole: quello che nella teoria fa da causa nell'operazione pratica
diviene regola. [...1
La logica che corre nelle scuole serve a stabilire e a fissare gli errori che derivano dalla cognizione
volgare, più che [servire] alla ricerca della verità; ed è perciò più dannosa che utile.
Il sillogismo non si applica ai princìpi delle scienze, e si applica inutilmente agli assiomi medi: è
uno strumento incapace di penetrare nelle profondità della natura. Esso costringe il nostro assenso,
non la realtà. [...] Perciò la nostra speranza è tutta riposta nella induzione vera. [...]
Due sono, e possono essere, le vie per la ricerca e la scoperta della verità. L'una dal senso e dai
particolari vola subito agli assiomi generalissimi, e giudica secondo questi princìpi, già fissati nella
loro immutabile verità, ricavandone gli assiomi medi: questa è la via comunemente seguita. L'altra
dal senso e dai particolari trae gli assiomi risalendo per gradi e ininterrottamente la scala della
generalizzazione, fino a pervenire agli assiomi generalissimi: questa è la vera via, sebbene non sia
stata ancora percorsa dagli uomini. [...]
Per la terminologia, abbiamo stabilito di chiamare il vecchio modo di fare indagine sulla natura
anticipazioni della natura, perché è un modo prematuro e temerario; chiameremo invece
interpretazione della natura quell'altro modo di indagare, che si svolge dalle cose stesse secondo i
modi dovuti. [...]
Vano è attendere un gran rinnovamento delle scienze dalla sovrapposizione e dall'inserimento del
nuovo sul vecchio: bisogna compiere una completa instaurazione del sapere iniziando dalle
fondamenta stesse delle scienze, se non ci si vuole aggirare sempre in un circolo, con un progresso
scarso e quasi trascurabile.
(F. Bacone, Novum Organum, trad. it. di E. De Mas, Laterza, Roma-Bari 1992, pp. 49-55 passim)
ETICA
Siamo di fronte a un degli argomenti più noti del pensiero pascaliano, reso oggi ancora più attuale
dall'avvento dei mezzi di comunicazione e di “distrazione” di massa. Pascal indaga il mistero che
sta dietro al continuo desiderio dell'uomo di distrarsi, di non pensare.
348. Distrazione. Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno
risolto, per viver felici, di non pensarci.
349. Condizione dell'uomo: incostanza, noia, inquietudine.
350. La nostra natura è nel movimento; il riposo assoluto è la morte.
351. Nonostante tutte queste miserie, l'uomo vuol essere felice, e vuole soltanto esser felice, e non
può non voler esser tale. Ma come fare? per riuscirci, dovrebbe rendersi immortale; siccome non lo
può, ha risolto di astenersi dal pensare alla morte.
352. Noia. Nulla è così insopportabile all'uomo come essere in un pieno riposo, senza passioni,
senza faccende, senza svaghi, senza occupazione. Egli sente allora la sua nullità, il suo abbandono,
la sua insufficienza, la sua dipendenza, la sua impotenza, il suo vuoto. E subito sorgeranno dal
fondo della sua anima il tedio, l'umor nero, la tristezza, il cruccio, il dispetto, la disperazione. [...]
359. Distrazione. La dignità regale non è forse di per sé così grande per se stessa da render felice
chi la possiede con la sola visione di quel che è? Bisognerà distrarlo da quel pensiero, come la gente
comune? Vedo bene che, per render felice un uomo, basta distrarlo dalle sue miserie domestiche e
riempire tutti i suoi pensieri della sollecitudine di ballar bene. Ma accadrà il medesimo con un re, e
sarà egli più felice attaccandosi a quei frivoli divertimenti anziché allo spettacolo della sua
grandezza? E qual oggetto più soddisfacente si potrebbe dare alla sua mente? Non sarebbe far torto
alla sua gioia occupare il suo animo a cercare di adattare i suoi passi al ritmo d'una musica o di
mettere a segno una palla, invece di lasciarlo godere tranquillo la contemplazione della gloria
maestosa che lo circonda? Se ne faccia la prova: si lasci un re completamente solo, senza nessuna
soddisfazione dei sensi, senza nessuna occupazione della mente, senza compagnia, libero di pensare
a sé a suo agio; e si vedrà che un re privo di distrazioni è un uomo pieno di miserie. Così si evita
con cura un tal caso, ed esso ha sempre intorno a sé un gran numero di persone che badano a far
seguire agli affari di Stato gli svaghi e che predispongono piaceri e giuochi per riempire tutto il
tempo in cui resterebbe altrimenti in ozio, dimodoché non resti mai un vuoto. Ossia, i re son
circondati da persone che si prendono una cura singolare di evitare che restino soli e in condizione
di pensare a loro stessi, ben sapendo che, se ci pensassero, sarebbero infelici, nonostante che siano
re.
(B. Pascal, Pensieri, a cura di P. Serini, Einaudi, Torino, 1967, pagg. 150-151 e 157)
PER IL CANALE A IN LINGUA ITALIANA
Numero di studenti partecipanti: 13
Elenco:
CAPITTA MARCO
CHIRICO MARZIO
COREDDU ANDREA
DELIGIOS SARAH
DESOLE ANGELA
FILIGHEDDU MARTINA
PISCIOTTU ALESSANDRO
SCANO DAVIDE
SCANO MARTINA
SCHINTU SEBASTIANO
SERRA SUSANNA
TAMPONI FEDERICO
VASINO TERESA
4 B LICEO SCIENTIFICO
5 A LICEO CLASSICO
5 A LICEO CLASSICO
4 A LICEO SCIENTIFICO
5ALICEO CLASSICO
4 B LICEO SCIENTIFICO
5 A LICEO CLASSICO
4 A LICEO SCIENTIFICO
5 A LICEO CLASSICO
5 A LICEO DELLE SCIENZE UMANE
5 A LICEO CLASSICO
4 B LICEO SCIENTIFICO
5 A LICEO CLASSICO
La Commissione di valutazione ha steso la seguente graduatoria a seguito del punteggio riportato
dai candidati:
COGNOME E NOME
SERRA SUSANNA
VASINO TERESA
COREDDU ANDREA
CAPITTA MARCO
PISCIOTTU
ALESSANDRO
CHIRICO MARZIO
DESOLE ANGELA
DELIGIOS SARAH
TAMPONI FEDERICO
FILIGHEDDU MARTINA
CLASSE E INDIRIZZO DI STUDI
VOTO
5 A LICEO CLASSICO
5 A LICEO CLASSICO
5 A LICEO CLASSICO
4 B LICEO SCIENTIFICO
5 A LICEO CLASSICO
9.75
9.5
8.75
8.75
8.75
POSIZIONE IN
CLASSIFICA
1
2
3
3
3
5 A LICEO CLASSICO
5 A LICEO CLASSICO
4 A LICEO SCIENTIFICO
4 B LICEO SCIENTIFICO
4 B LICEO SCIENTIFICO
8.5
8.25
7
7
6.75
4
5
6
6
7
SCHINTU SEBASTIANO
SCANO DAVIDE
SCANO MARTINA
5 A LICEO DELLE SCIENZE
UMANE
4 A LICEO
SCIENTIFICO
5 A LICEO CLASSICO
6.5
6.6
6
8
8
9
Alla Selezione regionale parteciperanno, pertanto, i seguenti due studenti:
SERRA SUSANNA
Liceo Classico, V, Sezione A
Tel: 3468803715 indirizzo e-mail: [email protected]
VASINO TERESA
Liceo Classico, V, Sezione A
Tel: 3452182766 indirizzo e-mail : [email protected]
PER IL CANALE B IN LINGUA STRANIERA
Numero di studenti partecipanti: 1
Elenco:
MIGHELI MARTINA MARY LUNA
La Commissione di valutazione ha steso la seguente graduatoria a seguito del punteggio riportato
dai candidati:
COGNOME E NOME
MIGHELI MARTINA
MARY LUNA
CLASSE E INDIRIZZO DI STUDI
VOTO
5 A LICEO CLASSICO
6,5
POSIZIONE IN
CLASSIFICA
1
Alla Selezione regionale parteciperà, pertanto, la seguente studentessa:
MIGHELI MARTINA MARY LUNA
Liceo Classico, V, Sezione A
Lingua straniera: Inglese
Tel: 3441241016; indirizzo e-mail: [email protected]
Il presente verbale in forma elettronica dovrà essere caricato subito dopo la stesura sul sito
www.philolympia.org
25/02/2016
Firma del Referente d’Istituto
Giuseppe Pulina