Versione MS Word - Repubblica e Cantone Ticino

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MOZIONE
Un nuovo progetto Ticino
del 25 giugno 2012
Premessa
La rapidità dei cambiamenti che intervengono a livello internazionale mette in crisi i modelli di
crescita e di sviluppo fino a oggi immaginati. Anche importanti settori economici, quali ad
esempio quello bancario e finanziario, ancora locomotiva del nostro benessere, stanno per
essere, o sono già, rimessi in discussione a causa della pressione internazionale sul nostro
segreto bancario.
È dunque divenuto indispensabile riflettere su questi nuovi scenari e attualizzare o concepire
nuovi indirizzi strategici per il nostro Cantone. Come possiamo prevenire e/o attutire gli effetti
nocivi di questo fenomeno? Quale Ticino desideriamo per le generazioni future? Quale sarà il
futuro della nostra economia? Quali potranno essere i nostri futuri punti di forza? Quali
condizioni quadro auspichiamo per garantire l'attrattività del Ticino rispetto ad altre zone
direttamente o indirettamente concorrenti? Quali elementi conducono e potrebbero condurre
anche in futuro una ditta industriale o di servizi a operare nel/dal nostro territorio? Quali
saranno gli effetti sull'occupazione? E quale ruolo dovrà giocare l'ente pubblico?
Un nuovo progetto per il Ticino
Nella metà degli anni Novanta "la crisi economica che aveva colpito l'insieme delle economie
europee aveva fortemente inciso anche sull'economia del Cantone Ticino. Parte delle sue
strutture si rivelava fragile e in seria difficoltà davanti alle sfide imposte
dall'internazionalizzazione e dalla globalizzazione dei mercati"1. Partendo da queste premesse
l'allora Unione di Banche svizzere, Regione Ticino, aveva promosso, in collaborazione con il
Dipartimento delle finanze e dell'economia del Cantone Ticino, e con il sostegno delle
principali associazioni economiche del Cantone, uno studio sul futuro della nostra economia
dal titolo "Progetto Ticino. Spunti di riflessione sul divenire dell'economia ticinese". L'allora
UBS aveva attribuito sei mandati di ricerca su temi specifici. Ai ricercatori si erano affiancati
sei gruppi di lavoro costituiti da operatori economici, imprenditori e rappresentanti
dell'Amministrazione cantonale. Nell'ambito di riunioni, moderate da giornalisti della piazza, i
gruppi di lavoro hanno contribuito a fornire ai ricercatori gli elementi per l'analisi e il quadro di
riferimento indispensabili ad assicurare la coerenza della riflessione.
Un bell'esempio , a nostro avviso, di confronto di idee e di ricerca in favore del nostro territorio.
Nel marzo 1999, poi, il Dipartimento delle Finanze e dell'economia completava un documento
dall'emblematico titolo: "Strategia e misure puntuali di sostegno al rilancio economico in
Ticino". Nella sua seconda sezione intitolata - Il "libro bianco" sullo sviluppo economico - il
testo spiegava i motivi che avevano spinto il Dipartimento a chiedere l'elaborazione di uno
studio che prevedesse lo sviluppo economico del nostro Cantone nello scenario della
globalizzazione. Ecco l'incipit di tale introduzione: "Per elaborare una strategia di sostegno al
rilancio economico adatta allo scenario della globalizzazione, abbiamo ritenuto indispensabile
sollecitare un contributo analitico e propositivo ("Libro bianco") che individuasse i settori nei
quali il Ticino potrà inserirsi con successo in futuro. Il documento è stato messo a punto dal
prof. Carlo Pelanda, docente all'Università della Georgia (USA) ed esperto di problemi di risviluppo economico a partire da condizioni di sviluppo maturo, in collaborazione con un
gruppo informale di economisti, funzionari e operatori economici designato dal DFE. Il
documento è stato pubblicato il 23 marzo 1998 ("Ticino 2015. Libro bianco sullo sviluppo
1
Progetto Ticino. Spunti di riflessione sul divenire dell’economia ticinese, UBS, 1997
economico cantonale nello scenario della globalizzazione"). Compito del Libro bianco era
mettere a punto per ciascun settore, considerato nel novero di quelli su cui potrebbe basarsi la
nuova crescita del Ticino, una strategia di lungo periodo (con termine temporale
convenzionalmente fissato nel 2015), alla quale finalizzare gli sforzi congiunti del privato e
dello Stato. Si trattava in concreto di individuare o costruire ex novo alcune "autostrade del
rilancio" che consentano all'"azienda Ticino", tramite progetti concreti di lungo respiro, non
solo di scongiurare il rischio di un declino industriale ed economico, ma di restare nel gruppo
delle regioni più competitive. Obiettivo di questa strategia è gettare le premesse per fare del
Ticino, appunto, una regione svizzera ed europea ad elevato grado di concorrenzialità. In
proposito è fondamentale precisare che l'attuazione di questa strategia non spetta solo ed
esclusivamente all'ente pubblico, ma è compito che richiede il coinvolgimento, l'iniziativa e la
partecipazione attiva degli attori economici, delle loro associazioni, di quelle sindacali e di tutti
gli altri enti che offrono servizi e prestazioni nella società civile."2
Preso atto delle linee direttive e del piano finanziario 2012-2015 che segnano un notevole
deterioramento delle finanze pubbliche in questo periodo di riferimento e, alla luce della
cronica latitanza di una sana e lungimirante progettualità per il nostro Cantone, il Gruppo UDC
chiede l'istituzione di un tavolo di lavoro, di un serbatoio di pensiero (think tank)
indipendente dalle forze politiche, che si occupi di analizzare le attuali politiche pubbliche
del Cantone e di proporre nuovi ambiziosi scenari di sviluppo per il Ticino.
Il nostro gruppo ritiene infatti di fondamentale importanza procedere con rapidità a delle scelte
di fondo promuovendo la valorizzazione di nuovi fattori strategici di successo che ci
permettano di garantire la competitività del nostro territorio e di conseguenza il benessere dei
nostri cittadini anche in futuro.
Senza scomodare illustri professori, magari lontani dal nostro Paese e all'oscuro delle
dinamiche del nostro Cantone, crediamo inoltre che questo tavolo possa, anzi debba essere
composto da accademici, ricercatori e rappresentanti dell'economia essenzialmente attivi sul
nostro territorio. Lo sviluppo di realtà universitarie, grazie agli investimenti nell'USI e nella
SUPSI, hanno senza dubbio permesso di concentrare delle preziose competenze che a nostro
avviso dovrebbero essere valorizzate e sfruttate per un grande progetto di rilancio economico.
Per il Gruppo UDC:
Marco Chiesa
Del Don - Filippini - Mellini - Pinoja
2
Ticino 2012. Libro bianco sullo sviluppo economico cantonale nello scenario della globalizzazione,
C. Pelanda, DFE, 1998
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