corso di laurea in disegno industriale 2007/08 corso principi di ecodesign docente: A. Magliocco SOSTENIBILITÀ in edilizia cenni sulle tecnologie bioclimatiche e casi studio (a cura di arch. A. Giachetta) Progettare con l’ECODESIGN può avere diverse finalità, dalla riprogettazione di un prodotto per renderlo più compatibile con gli obiettivi di tutela ambientale risparmio di risorse alla realizzazione di oggetti di arredo a impatto ambientale molto basso ECODESIGN è anche progettazione di materiali e componenti per l’edilizia sostenibile; Il designer entra spesso in contatto con l’architetto e integra la sua attività con la sua vediamo quindi come i principi dello SVILUPPO SOSTENIBILE vengono applicati nell’ARCHITETTURA Ecologia (οικος – casa, ambiente + λογος – discorso) SCIENZA CHE TRATTA DEI RAPPORTI TRA GLI ORGANISMI VIVENTI E L’AMBIENTE IN CUI VIVONO E SI SVILUPPANO (Ernst Haeckel, 1866) Cosa sono l’architettura e l’urbanistica se non ecologia? PER DEFINIZIONE IL PROGETTO DI ARCHITETTURA, CHE STRUTTURA I RAPPORTI TRA UOMO E AMBIENTE, DOVREBBE ESSERE ECOLOGICO dovrebbe cioè: ESSERE CONCEPITO IN FUNZIONE DELLE SPECIFICHE CARATTERISTICHE AMBIENTALI (CLIMATICHE, FISICHE, NATURALISTICHE, SOCIALI, CULTURALI, …) DEL LUOGO DI INTERVENTO NEL RISPETTO DELLE RISORSE AMBIENTALI (EVITANDO IL LORO CONSUMO O INQUINAMENTO) Edouard Françoise e Duncan Lewis, asilo per il Groupe Scolaire Buffon a Thiais CONSUMO RISORSE NON RINNOVABILI IN REALTÀ MOLTI SONO GLI EFFETTI SULL’AMBIENTE DELLO SVILUPPO DI INSEDIMENTI UMANI ENERGIA MATERIE PRIME TERRITORIO 30% Illuminazione, riscaldamento, raffrescamento degli edifici INQUINAMENTO DA CO2 DELLE ACQUE (di superficie, falda, marine) ACUSTICO ELETTROMAGNETICO, ECC. effetto serra assottigliamento fascia ozono 50% in150 anni 35% edilizia EFFETTI SUGLI ASSETTI TERRITORIALI GEOLOGICO – GEOMORFOLOGICO IDROGEOLOGICO VEGETAZIONALE FAUNISTICO RIFIUTI Ecc. in Europa 420 Kg / anno per persona riduzione specie rare e biodiversità, chiusura di corridoi di spostamento faunistico le attività legate all’edilizia hanno un enorme peso ambientale solo per rendere l’idea... -in Italia per il riscaldamento domestico si bruciano ogni anno circa 28.000.000 di tonnellate di combustibile che disperdono circa 500.000 tonnellate di inquinanti nell’atmosfera; -la concentrazione di condizionatori, l’aumento delle costruzioni rispetto alle aree verdi, il traffico cittadino provocano forti innalzamenti di umidità e temperatura nei centri urbani accelerando notevolmente i processi chimici che portano alla formazione di sostanze nocive nell’aria; -la produzione di CO2 derivante dal riscaldamento degli edifici contribuisce per circa la metà alla produzione annuale di CO2 immessa nell’atmosfera (2/3 sono ascrivibili alla residenza); -quasi la metà di emissioni di anidride solforosa e biossido di azoto è ascrivibile al comparto edilizio; Traffico veicolare a benzina Ossidi di Azoto (NOx), Composti Organici Volatili (VOC), Benzene (C6H6), Aldeidi, Piombo Traffico veicolare diesel Monossido di Carbonio (CO), Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), Polveri PM10 Altri veicoli e macchinari Polveri PM10, vari e specifici Riscaldamento domestico Biossido di Carbonio (CO2), Polveri PM10 Processi di combustione di carbone, oli, legno, rifiuti, residui agricoli, incendi Polveri PM10, Biossido di Carbonio (CO2) Processi industriali, estrattivi, agricoli Polveri PM10, vari e specifici (Biossido di Zolfo SO2 – ind. Metallurgica, Metano CH4 allevamenti, anaerobica processi di decomposizione nelle risaie, Piombo, Clorofluorocarburi produzione materie plastiche espanse, spray, Idrocarburi, ecc.) Reazioni tra inquinanti primari Ozono (O3) da NOx + VOC + luce solare -da 45 a 85 tonnellate annue pro-capite è il consumo delle risorse naturali da parte delle moderne società industriali; -circa il 40% dei materiali utilizzati ogni anno dall’economia mondiale riguarda le costruzioni: 3 miliardi di tonnellate di materie prime; -un quarto del legname tagliato ogni anno viene utilizzato per le costruzioni, metà della legna del mondo per la cottura dei cibi ed il riscaldamento; -l’edilizia consuma circa 1/3 dell’energia totale solo per il suo funzionamento, senza contare l’energia necessaria per la costruzione di edifici; -l’incremento del consumo di energia dal 1971 al 1999 è stato del 70%; -i consumi urbani costituiscono dal 60 all’80% dei consumi energetici totali (fonti: Faconti, Piardi. La qualità ambientale degli edifici; Rapporti: State of the World) IL RICONOSCIMENTO DEL PROBLEMA già negli anni ’60 crisi del modello newtoniano Club di Roma, 1968 RAPPORTO MIT DI BOSTON, 1972 “I limiti dello sviluppo” problema: scarsità ed esauribilità delle risorse rigido determinismo scientifico – collasso del pianeta nel 2000 il 6 ottobre del 1973: vigilia dello Yom Ha Kippur (giorno del gran perdono) ¼ Egitto e Siria entrano in conflitto con Israele il 18 ottobre ¼i Paesi Arabi decretano congiuntamente la sospensione delle forniture di combustibile ad Europa e Stati Uniti (sostenitori di Israele) X drastico aumento del prezzo del petrolio X il sistema energetico mostra i segni della sua intrinseca debolezza X sviluppo di nuovi studi sull’energia e nuovo impulso alle ricerche avviate in tempi non sospetti LE TAPPE DELLA PRESA DI COSCIENZA 1972 – CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SULL’AMBIENTE URBANO – STOCCOLMA, SVEZIA Per la prima volta vengono definiti alcuni principi fondamentali sui diritti e le responsabilità dell’uomo in relazione all’ambiente naturale. 1987 - RAPPORTO DELLA COMMISSIONE MONDIALE SU AMBIENTE E SVILUPPO, RAPPORTO BRUNDTLAND (OUR COMMON FUTURE) (dal nome del I Ministro Norvegese Gro Harem Brundtland presidente della commissione) Viene formulata un’efficace definizione di SVILUPPO SOSTENIBILE “sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri” 1992 – CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SU AMBIENTE E SVILUPPO, RIO DE JANEIRO, BRASILE (SUMMIT DELLA TERRA) Agenda 21- Programma d’azione per il XXI secolo. 1993 – PRIMA CONFERENZA AMBIENTALE DEI MINISTRI E DEI LEADERS POLITICI REGIONALI DELL’UNIONE EUROPEA, BRUXELLES 1994 – PRIMA CONFERENZA EUROPEA SULLE CITTÀ SOSTENIBILI, AALBORG, DANIMARCA 1996 - SECONDA CONFERENZA MONDIALE SUGLI INSEDIAMENTI UMANI (HABITAT II), ISTANBUL, TURCHIA 1997 – PROTOCOLLO DI KYOTO Negoziato da 160 Paesi contiene le politiche e le misure per la riduzione di emissioni, che comportano cambiamenti climatici globali ed effetto serra, di: anidride carbonica, metano, protossido di azoto, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi, esafluoruro di zolfo. L’obiettivo è quello di assicurare che entro il 2008-2012 siano ridotte le emissioni del 5% rispetto ai livelli del 1990 o 1995 a seconda dell’inquinante. Le Nazioni vengono divise in 2 gruppi (il I con 38 Paesi responsabili di più del 50% delle emissioni, il II con altri 142 Paesi in via di sviluppo) con differenti obiettivi da raggiungere. Durante il Consiglio dell’Unione Europea del 16 giugno del 1998 vengono ridistribuiti i livelli di emissioni consentiti tra i vari stati Membri. L’Italia è chiamata a riduzioni del 6,5%. Il Protocollo deve essere ratificato da 55 Paesi responsabili almeno del 55% delle emissioni. Gli USA (responsabili del 25% di emissioni) non intendono firmare perché ritengono l’accordo troppo penalizzante per la loro economia. 1998 – CONVENZIONE DI AARHUS – COMMISSIONE ECONOMICA PER L’EUROPA DELLE NAZIONI UNITE 2000 – TERZA CONFERENZA EUROPEA DELLE CITTÀ SOSTENIBILI, HANNOVER 2000 – DICHIARAZIONE DEL MILLENNIO I capi di stato di 189 Paesi, durante una sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sottoscrivono la Dichiarazione del Millennio che prevede: l’adozione entro il 2005 da parte di ogni paese di una strategia per lo sviluppo sostenibile, per ribaltare entro il 2015 la tendenza alla perdita di risorse ambientali. 2002 – VERTICE MONDIALE SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE, JOHANNESBURG, SUD AFRICA Alla fine del 2001 il segretario generale dell’ONU Kofi Annan aveva reso noto un Rapporto sullo stato di attuazione di quanto deciso a Rio nel quale si ammetteva chiaramente un sostanziale fallimento delle politiche avviate. Il Vertice del 2002, al quale partecipano 60.000 delegati di 200 Paesi + 190 capi di Stato (Bush assente), e diversi rappresentati di Organizzazioni non governative (ONG) porta ad un Piano d’Azione. Il Piano d’azione è molto discusso, frutto di numerosi compromessi e non è un vero e proprio programma con date specifiche, fornendo piuttosto raccomandazioni generiche su: diritti umani, lotta alla povertà, salute, acqua potabile, sostanze chimiche, energia, clima, biodiversità, commercio. L’obiettivo di uno sviluppo socio economico globalmente sostenibile per l’ambiente è ancora lontano dall’essere raggiunto. cosa possono fare gli architetti rispetto al problema ambientale? che ruolo possono avere come attori dei processi edilizi e di formazione della città? possono concorrere alla progettazione di insediamenti urbani sostenibili, realizzati nel rispetto dell’assetto ecosistemico locale, con attenzione ai possibili carichi ambientali (inquinamento, rifiuti) e alle reti infrastrutturali e di servizio possono seguire i criteri della progettazione bioclimatica attraverso l’uso di soluzioni di climatizzazione naturale volte al risparmio energetico e alla riduzione di emissioni inquinanti in atmosfera possono progettare utilizzando materiali naturali, sani e a basso impatto ambientale, con attenzione alle diverse fasi del processo edilizio dal cantiere fino alla demolizione possono progettare elementi d’arredo secondo i principi dell’ecodesign, ecc. a partire dagli anni ’60 interessanti contributi di diversi autori: Banham. Ambiente e tecnica nell’architettura moderna. Fitch. La progettazione ambientale. è soprattutto un autore a far rilevare l’importanza di una progettazione più attenta ai fattori ambientali Victor Olgyay. Progettare con il clima, un approccio bioclimatico al regionalismo architettonico (1962) (ed. italiana: Franco Muzzio Editore. Padova 1990) citazione obbligata in tutti gli studi successivi in questo settore: con Olgyay ARCHITETTURA BIOCLIMATICA deriva da bioclimatologia (Koppen, inizio XX secolo) scienza che si occupa della distribuzione vegetale sul nostro pianeta in funzione delle specificità climatiche dei diversi luoghi analogamente architettura bioclimatica – corrispondenza tra zone climatiche ed edifici architettura bioclimatica: si occupa dello studio delle soluzioni tipologiche e delle prestazioni dei sistemi tecnologici che rispondono maggiormente alle caratteristiche ambientali e climatiche del sito, e che consentono di raggiungere condizioni di benessere all’interno degli edifici. Tali obiettivi vengono perseguiti attraverso una attività progettualmente consapevole nell’uso delle risorse disponibili. Con un simile approccio si possono massimizzare i benefici ottenibili mediante l’impiego di energie rinnovabili. Si definiscono “bioclimatici” gli edifici e le opere architettoniche in genere caratterizzati dall’utilizzazione di componenti e sistemi edilizi che, oltre ad esplicare la loro funzione specifica, sono anche in grado di assolvere funzioni energetiche. Marco Sala e Eugenio D’Audino. Lessico di tecnologia bioclimatica. Alinea, Firenze. NEL PASSATO L’UOMO, NEL COSTRUIRE LE SUE ABITAZIONI, HA MATURATO UNA NOTEVOLE CULTURA AMBIENTALE CHE OGGI SEMBRA, IN PARTE, ESSERE STATA DIMENTICATA De Architectura di Vitruvio: “si farà il tracciato delle vie e dei vicoli, orientato secondo gli angoli, fra due regioni di vento contigue. Con questo sistema d'orientamento si riuscirà ad eliminare da case e strade il molesto impeto dei venti” (libro I, cap. 6) MESA VERDE DEL COLORADO L'insediamento indiano di Mesa Verde - risalente al 1200 circa - essendo incassato in un taglio orizzontale nella roccia ed esposto a Sud è al riparo dai raggi del sole in estate ma non in inverno; in più, la massiccia roccia contro cui si addossa costituisce una massa con grandissima inerzia termica: sono quindi garantite condizioni di comfort pressoché costanti tutto l'anno TORRI DEL VENTO IN IRAN E PAKISTAN (X Secolo) Una torre del vento è una specie di camino, diviso in più sezioni da setti verticali in mattoni. Durante la notte si raffredda; di giorno, l'aria a contatto con la muratura si raffredda a sua volta e, diventando così più densa, scende verso il basso ed entra nell'edificio. Quando vi è vento, questo processo è accelerato. Aprendo o chiudendo opportunamente le comunicazioni tra le varie sezioni della torre e l'edificio, è possibile dunque utilizzare la torre per raffrescare l'edificio, a seconda delle necessità. VILLE DI COSTOZZA, VICENZA (dal 1550) Queste 6 ville sono dotate di un sistema di raffrescamento naturale che sfrutta l’aria proveniente dai “covoli” cavità naturali della montagna L'effetto è rilevante: ad esempio, in una delle ville si sono misurate temperature di 16°C, con temperature esterne fino a 33° C. TRULLO PUGLIESE La grande massa muraria del trullo assorbe di giorno il calore prodotto dalla radiazione solare e lo restituisce di notte, livellando le oscillazioni di temperatura, e quindi diminuendo di parecchi gradi la temperatura interna, rispetto a quella esterna Le Corbusier, Cité de Refuge, Parigi, 1932 mur neutralisant e brise-soleil Frank Lloyd Wright, Robie House, Chicago, 1909 “Bisogna esigere da ogni costruttore un diagramma che dimostri come nel solstizio invernale il sole entri in ogni alloggio almeno due ore al giorno. Ove ciò non avvenga, si deve rifiutare l'autorizzazione a costruire. Far entrare il sole: questo è il nuovo e più imperioso dovere dell'architetto". (La Charte d'Athène, Parigi 1941) ANCHE SE ALCUNI ARCHITETTI DEL MOVIMENTO MODERNO HANNO MOSTRATO UNA PARTICOLARE SENSIBILITA’ NEL CONTROLLO DEI FATTORI AMBIENTALI IN GENERALE Nella società industriale la grande disponibilità di energia a basso costo e la rapida evoluzione dei sistemi impiantistici di controllo climatico ha portato alla perdita del rapporto tra edificio e clima, tra abitante e ambiente, tra tipologia edilizia e luogo Il modernismo (internazionalismo) ha sostenuto che, grazie alla tecnologia, potevano essere realizzati edifici identici in ogni parte del mondo Grazie ai sistemi strutturali in cls e acciaio si sono potute utilizzare ampie superfici vetrate con notevoli effetti di surriscaldamento degli ambienti interni Grazie all’utilizzo di ascensori si sono realizzati edifici multipiano sempre più alti le condizioni microclimatiche dei quali sono impossibili da controllare “naturalmente” Per ridurre i costi di costruzione i muri sono diventati più sottili, sono stati ridotti i portici, sono stati utilizzati lotti inadatti e mal esposti, ecc. La necessità di limitare il consumo di energia da fonti non rinnovabili e il problema dell’inquinamento hanno, come si è detto, portato a riconsiderare – dagli anni ’60 ad oggi – le condizioni climatiche locali come “risorse” progettuali Drop City - Colorado 1966 di Steve Baer è cominciato così un lungo periodo di dibattito e sperimentazione uno dei principali fini di chi progetta architetture è garantire il confort degli utenti ottenendo questo risultato con il minor impiego possibile di energia non rinnovabile e nel rispetto dell’ambiente al fine di progettare edifici bioclimatici ... ...tali da garantire il confort termico con strategie di controllo climatico naturale e una corretta ed equilibrata interazione con l’ambiente... occorre conoscere preventivamente le caratteristiche climatiche del sito di intervento caratteristiche climatiche del sito di intervento: TEMPERATURA DELL’ARIA PRECIPITAZIONI PRESSIONE ATMOSFERICA UMIDITÀ RELATIVA di seguito STATO DEL CIELO ci limitiamo a considerare RADIAZIONE SOLARE solo questo aspetto MORFOLOGIA DEL TERRITORIO POSSIBILE ORIENTAMENTO DEL SITO, DEL LOTTO, DELL’EDIFICIO TIPO DI SUOLO ALBEDO REGIME DEI VENTI ... radiazione solare riscaldamento solare illuminazione naturale la radiazione solare è il flusso di energia emesso dal sole il sole irradia ad una distanza di circa 150 milioni di km dalla terra che riceve circa 2 miliardesimi dell’energia emessa per la grande distanza terra-sole i raggi solari possono essere considerati paralleli all’esterno dell’atmosfera il valore medio di irraggiamento è 1163 Kcal/mq di cui circa il 68% raggiunge la superficie terrestre (con l’eliminazione della dannosa componente ultravioletta) 2 – altezza solare 3 – angolo azimutale DIAGRAMMI SOLARI POLARI E CILINDRICI permettono la descrizione del moto apparente del sole alle varie latitudini DIAGRAMMA SOLARE CILINDRICO disegno del profilo dell’orizzonte ostacoli lontani per il rilievo del profilo dell’orizzonte si può usare il clinometro ... Riduzione del soleggiamento: ostacoli vicini La sovrapposizione di maschera d’ombreggiamento e diagramma solare ci mostra l’efficacia degli aggetti Altri strumenti di controllo del progetto •Meridiana orizzontale su modello di studio •Formule trigonometriche per il calcolo dell’ombreggiamento •Cielo artificiale … studio del soleggiamento con modello CAD 3d lo studio della radiazione solare con i metodi indicati, consente la corretta progettazione di sistemi di captazione dell’energia solare (sistemi solari passivi, solare termico, fotovoltaico) sistemi solari passivi insieme delle tecnologie edilizie che sono in grado di controllare le dinamiche di scambi termici tra esterno ed interno dell’edificio, sfruttando come fonte di energia la radiazione solare (effetto serra) e come elementi di captazione e di accumulo i componenti della costruzione stessa elementi essenziali dei sistemi di captazione passiva dell’energia solare sono: COLLETTORI MASSE D’ACCUMULO COMPONENTI DI CONTROLLO COLLETTORI di norma costituiti da una superficie trasparente o traslucida, integrata sulle facciate ben esposte dell’edificio o in copertura, e da un assorbitore, una superficie opaca scura, esposta alla radiazione solare che penetra la superficie trasparente MASSE D’ACCUMULO sono composte da materiali di diverso tipo e deputate a immagazzinare calore per poi ricederlo anche in assenza di radiazione solare COMPONENTI DI CONTROLLO schermature per regolare l’ingresso della radiazione solare, riflettori per incrementare la radiazione incidente sui collettori, valvole e aperture regolabili che agiscono sui fluidi termovettori, ... SISTEMI DI CAPTAZIONE DIRETTA Casa unifamiliare nella Perche (Francia) Arch. Sonia Cortesse Edificio per abitazioni ed uffici a Friburgo-Vauban Arch. Common&Gies Residenza a Pullach, Tyskland Thomas Herzog, 1991 Complesso residenziale a Osuna, Siviglia 198391 Sotomayor, Dominguez, Asiain •Edifici a schiera di carattere formale tradizionale •Alta inerzia termica •Necessità di riscaldamento ridotta assolta da camino centrale e guadagno solare Inverno: guadagno diretto, accumulo termico, illuminazione per riflessione della zona interna Estate: schermatura per aggetto delle coperture e tramite impiego della vegetazione MURI TROMBE-MICHEL muro solare con TIM Christopher Taylor Court Bournville, Birmingham progetto di riqualificazione di edificio esistente con tecnologie solari passive, Piazzale Moroni, Savona modelli Ecotect e Solacalc SISTEMI BARRA-COSTANTINI ROOF-POND SERRE SOLARI House in Regensburg, Germania, Thomas Herzog Residenze a Greve, Danimarca Aude, Lundgaard, Rotne, Sørensen, 1985 Castel Eiffel, Digione Dubosc & Landowski, 1987 Saturne III, Givros _ Dubosc & Landowski, 1989 Complesso residenziale Stadlau, Vienna_Studio Arge (M.Treberspurg, G. Reinberg, E.Raith), 1988-91 abitazioni in autocostruzione con iper-isolamento, coperture verdi e sistemi solari passivi a guadagno diretto e a serra Hopehouse London 1993-95 di Bill Dunster prototipo di casa con sistemi solari passivi sviluppabile in schiera Parco della scienza a Gelsenkirchen Germania Kiessler + Partner, 1995 galleria vetrata di 300 m che si affaccia su un lago artificiale e può essere aperta nella parte bassa per tutta la sua lunghezza Residenza a Odense, Danimarca Torkild Kristensen, 1997 Centro di formazione a Herne – Sodingen, Germania Jourda & Perraudin, 1994-97 SISTEMI A GUADAGNO ISOLATO predisposizione della massa d’accumulo a pavimento in un intervento di recupero a Gard IMPIANTI SOLARI TERMICI I sistemi solari termici a bassa temperatura, sfruttando l’effetto serra, convertono l’energia solare in energia termica, elevando la temperatura di un fluido termovettore (normalmente acqua con additivi), utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria o per il riscaldamento. Si tratta di veri e propri impianti che vengono normalmente classificati, insieme a quelli fotovoltaici, come sistemi solari attivi. Edifici per abitazioni a Hofjagerstrasse, Vienna, Austria Progettista: Georg W.Reinberg I principali componenti degli impianti solari termici a bassa temperatura sono: -i collettori solari, -i serbatoi d’accumulo, -i circuiti distributivi, -le centraline per la regolazione ed il controllo del funzionamento del sistema e l’eventuale integrazione con altri impianti. esistono sistemi solari termici a circolazione forzata a circolazione naturale Gli impianti fotovoltaici sono sistemi solari attivi che permettono di trasformare direttamente l’energia solare in energia elettrica sfruttando il cosiddetto effetto fotovoltaico, fenomeno fisico che si basa sull’interazione della radiazione luminosa con gli elettroni di valenza di materiali semiconduttori come il silicio SISTEMI FOTOVOLTAICI attualmente l’80% della produzione mondiale è costituito da celle in silicio mono e policristallino silicio amorfo SISTEMI ISOLATI sono costituiti: -dal generatore fotovoltaico, -da un parco di batterie con funzioni di accumulo (batterie tradizionali al piombo acido o più costose al nichel cadmio), -da un regolatore di carica (che protegge gli accumulatori da anomalie di esercizio quali scariche o altro), -da un dispositivo per la conversione della corrente continua in alternata (inverter) la convenienza economica di questi sistemi è limitata ai casi di difficile accessibilità o assenza della rete elettrica soprattutto perché le batterie sono scarsamente affidabili (problemi di manutenzione e attendibilità di vita da 2 a 5 anni) SISTEMI FOTOVOLAICI CONNESSI IN RETE cedono la quantità di energia prodotta in eccesso alla rete elettrica e sfruttano l’allacciamento per prelevare energia nei momenti in cui quella fotovoltaica è carente rispetto ai sistemi isolati: non hanno accumulo (e i problemi ad esso connessi) è sempre necessaria la presenza dell’inverter per trasformare la corrente continua prodotta dal fotovoltaico in corrente alternata simile a quella della rete sono presenti contatori per la contabilizzazione Edificio ECN n°42, Petten, Olanda Progettista: Bear Architecten Edificion OSL, Tsukuba, Giappone Progettista: J. Hono Biblioteca Pompeu Fabra, Matarò, Barcellona, 1996 Progettista: Miquel Brullet http://web.taed.unifi.it/abitaweb/ sesto/FVsesto.htm Lucia Ceccherini Nelli Impianto fotovoltaico integrato 20 kWp Polo Scientifico Universitario di Sesto Fiorentino corte edificio aule e biblioteca, 2004 la radiazione solare è anche di tipo luminoso il suo studio permette dunque l’applicazione di strategie per l’ illuminazione naturale esistono specifiche strategie progettuali e componenti edilizi che permettono di utilizzare e controllare l’illuminazione naturale negli edifici Centro per esposizioni e congressi Linz 1986-94 – di T.Herzog & C. Ristrutturazione di villa inizio secolo Barcellona 1992-93 R. Serra, H. Coch, X. Solsona • • L’ingresso della villa I componenti di passaggio della luce in copertura Ristrutturazione di villa inizio secolo Barcellona 1992-93 R. Serra, H. Coch, X. Solsona Il controllo della illuminazione naturale è stato influenzato dalla dimensione del lotto di 5x28m Sede di Greenpeace Islington 1993 – Feilden Clegg Design Raggiungimento di un alto grado di comfort ambientale e minimizzazione dei consumi energetici: controllo della ventilazione e dell’illuminazione naturale Deflettori interni ed esterni proteggono dalla radiazione diretta e forniscono luce diffusa naturale il sole può servire anche per il raffrescamento degli edifici ! camino solare Michael Hopkins e Partners, Inland Revenue building a Nottingham come camino solare verticale è usata una torretta costruita con blocchi di vetro e contenente i vani scala in essa viene aspirata l’aria dagli uffici che vi si affacciano tramite porte che, all’occorrenza, saranno tenute aperte sopra la torretta un meccanismo idraulico consente di muovere la sua copertura in basso e in alto regolando il flusso d’aria IL RAFFRESCAMENTO PASSIVO DEGLI EDIFICI RAPPRESENTA UN ALTRO IMPORTANTISSIMO ASPETTO DELLA PROGETTAZIONE BIOCLIMATICA l’espressione “raffrescamento passivo” passivo si riferisce a tutti quei processi di dispersione del calore che avvengono naturalmente senza l’adozione di strumenti meccanici o il consumo di energia l’utilizzo generalizzato di impianti di condizionamento comporta consumi consistenti di energia e contribuisce in modo rilevante all’aumento dell’inquinamento atmosferico il recupero delle tecniche naturali di raffrescamento può essere, nella maggior parte dei casi, sufficiente alle nostre latitudini a ristabilire le condizioni di confort all’interno degli edifici, limitando consumi energetici ed emissioni inquinanti Kamal el Kafrawi. Università del Quatar Ford & Short. Facoltà di ingegneria a Leicester con sistema di ventilazione naturale che utilizza torricamino e lucernari bibliografia di riferimento per un primo approccio al tema Benedetti Cristina. Manuale di architettura bioclimatica. Rimini, Maggioli editore, 1994 Gauzin Müller Dominique. L’architecture écologique. Le Moniteur. 2001 Grosso Mario. Il raffrescamento passivo degli edifici. Maggioli, Rimini, 1997 Herzog Thomas (a cura di). AA.VV. Solar Energy in Architecture and Urban Planning. Munich, Prestel, 1996 Marocco Marcello, Orlandi Fabrizio. Qualità del comfort ambientale. Dedalo, Roma, 2000 Novi Fausto (a cura di). La riqualificazione sostenibile. Applicazioni, sistemi e strategie di controllo climatico naturale. Firenze, Alinea Editrice, 1999 Olgyay Victor. Progettare con il clima: un approccio bioclimatico al regionalismo architettonico. Padova, Franco Muzzio editore, 1990 Sala Marco (a cura di). Tecnologie bioclimatiche in Europa. Alinea editrice, Firenze, 1994 Scandurra Enzo. L’ambiente dell’uomo. Verso il progetto della città sostenibile. Milano, ETASLIBRI, 1995 materiale didattico corso di progettazione bioclimatica IV anno Facoltà di Arch. GE