DECALOGO DELLA QUALItà CO M KIWI N SO R TI U INDICE 1 Obiettivo Qualità pg. 4 2 Realizzazione dell’impianto pg. 7 •Scelta della forma di allevamento e della densità d’impianto •Allevamento e formazione della struttura della pianta •Impollinatori •Impianto di irrigazione •L’uso di reti antigrandine 3 La Potatura pg. 15 •Carica di gemme •Potatura invernale •Potatura verde •Potatura dei maschi 4L’impollinazione pg. 21 5 Il Diradamento pg. 23 6 La gestione dell’Irrigazione pg. 25 •Restituzione idrica 7 La Concimazione pg. 27 •Piano di concimazione: alcuni consigli •Apporti di altri elementi 8 I Fitoregolatori pg. 31 9 La Raccolta pg. 33 10La Difesa e i Residui pg. 37 1 Obiettivo qualità KIWIFRUIT OF ITALY è un consorzio che nasce per trasformare anche il kiwi in una delle eccellenze italiane. I suoi associati rispondono a rigorosi disciplinari di produzione, che stabiliscono i più elevati standard non solo nella qualità, per un gusto sempre perfetto, ma anche nell’organizzazione, attraverso la distribuzione e il servizio, per un controllo completo sull’intera filiera, dal campo allo scaffale, a garanzia di una ‘consumer tasting experience’ sempre di eccellenza. • Sviluppo e diffusione delle migliori prassi di produzione e controllo del rispetto delle norme di qualità comuni minime per la produzione, raccolta e commercializzazione del kiwi italiano; • utilizzo di un marchio comune di origine, garanzia di qualità, che identifichi il prodotto italiano d’eccellenza; • sviluppo di campagne di promozione e comunicazione rivolte agli operatori del settore nei mercati di destinazione. Obiettivo prioritario della costituzione del consorzio KIWIFRUIT OF ITALY è la valorizzazione del kiwi italiano, attraverso l’adozione di standard di qualità garantiti e la realizzazione di strategie commerciali integrate verso i clienti. Le attività del consorzio KIWIFRUIT OF ITALY sono dedicate a: 4 5 Obiettivo qualità Il mercato globale, unitamente all’aumento della produzione mondiale ed alla contrazione dei consumi di ortofrutta, pongono i produttori di kiwi di fronte a nuove sfide di mercato che richiedono la produzione di kiwi con caratteristiche che lo rendano adatto alle esigenze commerciali e di consumo moderne. Il presente documento, curato dal Comitato Tecnico del consorzio, fornisce in 10 punti le linee guida generiche per l’applicazione di tecniche agronomiche finalizzate all’ottenimento di frutti di kiwi di alta qualità organolettica e di caratteristiche idonee alla commercializzazione. L’obiettivo è quello di fornire un focus sulle attività colturali che hanno un’influenza significativa sullo sviluppo di frutti ad elevato contenuto di sostanza secca, grado zuccherino, con una elevata capacità di conservazione e caratteristiche estetiche e merceologiche ottimali. 2 Realizzazione dell’impianto L’ ottenimento di frutti di qualità non può prescindere dalla realizzazione di un impianto ottimale, dalla coltivazione in aree vocate, ovvero con condiLa cura degli elementi zioni pedo-climadi progettazione tiche adatte alla coltura del kiwi, dell’impianto permette alla scelta della di ottenere i migliori forma di alleva- risultati in fase produttiva, mento più idone- con un apporto ridotto a, al corretto sedi input e, quindi, con sto di impianto un impatto positivo sui ed ai materiali uti- costi di produzione e la lizzati per l’im- sostenibilità ambientale piantistica. delle produzioni. “ “ Nota: per la prevenzione ed il contenimento dei danni causati dal cancro batterico (PSA) si riportano a margine le linee guida di prevenzione. 6 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 7 Realizzazione dell’impianto Scelta della forma di allevamento e della densità d’impianto L può causare rottura di germogli a scelta della forma di allevamento e del sesto d’imo l’elevato rischio di grandine. pianto devono esIn particolare, per sere stabiliti dopo quanto riguarda il sesto di impianto, aver valutato la tiDensità elevate si dovrà tenere pologia e la fertilidi piante sono tà del suolo, le conto dello svisconsigliate, in luppo delle piante condizioni di luquanto richiedono minosità presenti in fase adulta. un incremento del Le forme di allevanell’area geografilavoro di potatura ca d’impianto e le mento consigliate per garantire una in Italia, in base aleventuali avversità corretta luminosità la zona geograficlimatiche, quali dell’impianto. ca, sono: forte vento che “ “ Nord Centro e Sud Doppia pergoletta o T-bar Oltre alla pergoletta si consiglia l’uso del tendone Distanza d’impianto: 1,5-2,5 m X 4,50-5 m interfila in base alle caratteristiche del terreno Tendone Distanza d’impianto: 3-4 m sulla fila x 5-5.5 m interfila, in base alle caratteristiche del terreno Nota: Si consiglia di utilizzare il doppio cordone per le distanze sulla fila > 2m 8 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 9 Realizzazione dell’impianto Realizzazione dell’impianto Allevamento e formazione Impollinatori N ei primi tre anni dall’impianto è importante curare con attenzione la formazione della pianta. Tutte le operazioni agronomiche dovranno essere mirate alla creazione di un buon apparato radicale e di una buona struttura permanente, in base alla forma di alle- vamento scelta. E’ importante quindi, non eccedere con il carico di frutti che dovrà essere stabilito in relazione all’età della pianta. Di norma, una pianta si considera adulta a partire dal 4° anno di vegetazione in campo o, come si dice in gergo, dalla 4° foglia. L’ impollinazione dei frutti è nell’impianto, al fine di avere fondamentale per otteneuna distribuzione di polline re produzioni di ottimale. ottima qualità Si dovranno isia dal punto di dentificare le E’ possibile inoltre vista quantitativarietà più conaumentare i punti vo che qualitatitemporanee di impollinazione vo e, a tal fine, è mediante innesti di rami con la fioritura necessario prodi Hayward in maschili sulle femmine gettare al mebase alla zona di più distanti dai maschi. glio la presenza ubicazione. Le di impollinatori varietà di impollinatori disponibili e maggiormente utilizzate sono: Matua, Tomua, SelezioMASCHI 1:6 ne P1 (Tomuri). “ “ della struttura della pianta M F M F F F F F F F M F F F F F F F F F F M F M F F F *M: impollinatore F: pianta femminile 10 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. Il rapporto consigliato fra impollinatori e piante femminili e’ di 1: 6 con disposizione a quinconce (Figura 1). Si consiglia di non superare i 12 m lineari lungo la fila tra gli impollinatori. Figura 1 Disposizione a quinconce degli impollinatori Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 11 Realizzazione dell’impianto Impianto di irrigazione U n corretto apporto idrico è fondamentale per il mantenimento delle piante in condizioni di efficienza e quindi per una buona resa produttiva. L’irrigazione è fondamentale altresì per veicolare i nutrienti forniti in fertirrigazione e compensare gli sbalzi termici, permettendo di incidere sulla temperatura e l’umidità relativa del frutteto. Per questa ragione anche la corretta progettazione dell’impianto di irrigazione riveste un ruolo fondamentale. Il sistema più razionale ed efficiente, anche da un punto di vista del risparmio delle risorse idriche, è rappresentato dall’impianto a goccia, al quale si consiglia di abbinare un secondo impianto autonomo anti-brina sovra-chioma o sotto-chioma. L’impianto antibrina è, infatti, separato dall’impianto di irrigazione principale, poiché è dotato di ugelli specifici ad alta portata. 12 Il sistema sovra-chioma garantisce una maggiore protezione dalle gelate primaverili ma presenta lo svantaggio di richiedere un ele- Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. vato uso di acqua, con il rischio di provocare asfissia radicale. Il sotto-chioma richiede quantitativi più bassi di acqua, però fornisce una protezione meno efficiente se le temperature scendono sotto i -4°C. Presenta il van- taggio di poter essere impiegato anche in pre-raccolta, in caso di gelate, o come azione climatizzante, ad esempio per impiego nella fase di fioritura, per favorire il mantenimento di un microclima umido finalizzato ad una migliore impollinazione. Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 13 Realizzazione dell’impianto L’uso di reti antigrandine “ La rete antigrandine, nata per proteggere i frutteti in caso di grandine, ha mostrato negli anni di avere altri effetti positivi sulla gestione dell’impianto quali, la protezione da danni causati da forte vento, l’effetto climatizzante creato dall’aumento della umidità relativa dell’ambiente e la protezione dall’esposizione diretta ai raggi solari. “ Si consiglia pertanto l’uso delle reti non solo nelle zone ad 14 alto rischio ma come strumento per migliorare la qualità dei frutti. Difetti estetici quali scottature da sole, arrotature da vento, ecc. non sono da sottovalutare poiché spesso comportano una riduzione del valore della partita di kiwi. Sono sempre maggiori i mercati che prediligono frutti con buccia tendenzialmente chiara, per cui l’utilizzo delle reti diviene economicamente sostenibile, consentendo di avere partite di kiwi maggiormente richieste dal mercato per le loro caratteristiche estetiche e qualitative. 3 LA POTATURA L a Potatura è una tecnica agronomica di fondamentale importanza per garantire negli anni una continuità di produzione di qualità e quantità. L’obiettivo principale da porsi con la potatura finalizzata alla produzione di frutti di alta qualità, è quello di garantire costante equilibrio tra attività vegetativa e produttiva, in modo tale da evitare stress alla pianta, che possono ripercuotersi negativamente sulla qualità intrinseca dei frutti. Questo obiettivo può essere ottenuto attraverso interventi di potatura che consentano di determinare la carica corretta di gemme per pianta, destinate alla produzione della stagione successiva. 15 La Potatura Potatura invernale L La Potatura Carica di gemme I l calcolo delle gemme da lasciare per garantire la produzione è la base di partenza per ottenere risultati ottimali. L’equilibrio nel carico di gemme dell’impianto consente di risparmiare ore di lavoro necessarie per il diradamento successivo dei frutti ed inoltre contribuisce a mantenere un corretto svi- luppo vegetativo della pianta. Le piante devono avere una carica equilibrata di frutti rispetto all’appartato fogliare che a sua volta non deve essere sbilanciato rispetto al volume delle radici. Si riportano in Tabella 1 i numeri di gemme ottimale da lasciare con la potatura invernale: Tabella 1 - Carica di gemme consigliata con la potatura invernale 16 Zona Numero gemme / Ha Numero gemme / pianta Percentuale di germogliamento media Nord 180.000/200.000 210/240 60% Centro-Sud 250.000 450 40-50% Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. a potatura invernale ha diversi obiettivi, i principali sono quelli di equilibrare la carica vegetativa a quella produttiva, assicurare il rinnovo delle formazioni fruttifere e mantenere la pianta negli spazi assegnati dalla forma di allevamento scelta. Una corretta potatura invernale, mirata alla selezione dei rami più idonei, consente di predisporre la pianta a sviluppare una produzione di elevata qualità e quantità. Gli obiettivi da porsi con la potatura invernale sono rappresentati principalmente da: • Selezionare rami di mediovigore per la produzione, evitando di scegliere i rami eccessivamente vigorosi, perché presentano uno scarso germogliamento e frutti di qualità inferiore. • Distanziare i rami in maniera tale da favorire l’arieggiamento e la penetrazione della luce, evitando di legarli assieme. • Spuntare i tralci nella parte terminale, in corrispondenza del punto in cui il diametro è pari a circa 5 mm. Potare a pianta ferma e comunque prima dell’inizio del “pianto” ed in condizioni asciutte. Potare prima gli impianti colpiti da PSA eliminando il materiale di risulta. Disinfettare gli strumenti di taglio. Coprire i tagli di potatura con mastice cicatrizzante. Eseguire un trattamento a base di prodotti rameici al termine di ogni intervento di potatura ed entro le 24 ore. Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 17 La Potatura Potatura verde “ Può essere realizzata attraverso 3 interventi di potatura, a partire da alcune settimane prima della fioritura ed intercalati a distanza di un mese l’uno dall’altro: • Nel primo intervento devono essere spuntati i germogli sopra all’ultimo bottone fiorale per arieggiare e favorire la circolazione del polline, mentre i rami eccessivamente vigorosi devono essere spuntati a 2/3 gemme per stimolare la produzione di tralci di rinnovo più idonei. • Il secondo intervento, in post-fioritura, si abbina al primo passaggio di diradamento, da eseguire entro metà giugno e consiste nello spuntare i tralci vigorosi con e senza frutta, sempre con l’obiettivo di favorire la penetrazione della luce. • Il terzo intervento e’ previsto nel mese di luglio, consiste sempre in una spuntatura dei germogli, con l’obbiettivo di favorire l’arieggiamento e l’ingresso di luce e di indebolire i tralci di rinnovo troppo vigorosi. “ L’intensità degli interventi deve essere valutata in base alla vigoria della pianta. “ “ La potatura verde è un’operazione che permette di agire positivamente sia sulla produzione dell’anno in corso sia su quella dell’anno successivo. Eseguire gli interventi di potatura verde in periodi asciutti. Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 19 La Potatura Potatura dei maschi L a presenza di maschi nell’impianto è finalizzata a garantire una elevata quantità di polline, fondamentale per l’ottenimento di un’alta qualità dei frutti. La gestione delle piante maschio è quindi distinta da quella delle piante femmine. Si suggeriscono due interventi di potatura: • Il primo intervento, dovrà essere eseguito dopo la fioritura, finalizzato ad alleggerire la chioma per limitare la competizione di luce nei confronti della femmine. • Il secondo intervento, in fase di riposo vegetativo, è invece finalizzato all’eliminazione delle formazioni legnose più vecchie, in modo da avere una migliore e maggiore produzione di fiori l’anno successivo. 4 L’impollinazione L’ impollinazione dei frutti è fondamentale per ottenere produzioni di ottima qualità sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Al fine di favorire l’impollinazione, è consigliato l’impiego di tecniche quali: • Uso ventilazione per migliorare la distribuzione del polline; • Uso di pronubi, meglio bombi; La qualità e la pezzatura • Impollinazione dei frutti è legata al artificiale: di nor- numero di semi presenti ma vengono esenel frutto e, quindi, al guiti due interven- numero di ovari femminili ti per poter copri- che vengono fecondati re tutto il periodo dal polline maschile. di fioritura, la diMaggiore è il numero stribuzione può di semi, maggiore sarà avvenire a secco la qualità e la pezzatura o in soluzione lidei frutti che si otterrà quida. Le dosi in raccolta. normalmente utilizzate variano da un minimo di 500 grammi per ettaro fino a 1000 grammi. “ “ Seguire le raccomandazioni precedentemente illustrate per gli interventi di potatura invernale e potatura verde. 20 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. In caso di impollinazione artificiale, accertarsi dell’origine del polline (deve essere accompagnato da passaporto CE) e, se il proprio impianto è libero da PSA, prediligere l’utilizzo di polline autoprodotto. 21 5 Il Diradamento L’ operazione di diradamento serve per equilibrare il rapporto tra frutti e vegetazione. Eccessi di carica possono portare alla produzione di frutti di bassa qualità, così come la presenza di pochi frutti può squilibrare la piante verso un eccesso di vegetazione. E’ impor- In media, per un impianto tante stabilire il adulto, il numero numero di frutti indicativo di frutti che si desiderano da lasciare per ettaro per pianta valuè 360.000. tando anche lo sviluppo della parte aerea. “ “ 23 Il Diradamento ESEMPIO 1: Forma Allevamento: T-bar; Sesto 2 x 4,5 m; Piante femmine N° 952 = 380 frutti pianta ESEMPIO 2: Forma allevamento: tendone; Sesto 3 x 5 m; Piante femmine N° 555 = 650 frutti pianta Si consiglia di eseguire 3 passaggi di diradamento: 1) Primo intervento: l’obiettivo è quello di eliminare le infiorescenze laterali ed i fiori deformi. Può essere eseguito manualmente prima della fioritura oppure con un trattamento chimico da effettuare ad abbozzi fiorali laterali visibili prima dell’allungamento del peduncolo, alla dose di 2,5 Litri/Ha con una miscela di NAA (0,3%) + GA3 (0,15%). 2) Secondo intervento: dovrà essere completato entro metà giugno per poter essere efficace sull’incremento di pezzatura dei frutti. Durante quest’operazione dovranno essere eliminati tutti i frutti mal impollinati ed i laterali che non sono stati eliminati durante il primo intervento. 3) Terzo intervento: dovrà essere eseguito entro fine Agosto con l’obiettivo di ripulire le piante dalla presenza di frutti di scarto o che presentano difetti estetici gravi quali deforme, scottato, piatto, sotto-misura, presenza di parassiti. Figura 2 Fase fenologica ottimale per la applicazione del diradamento chimico 24 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 6 La gestione dell’Irrigazione L e piante di Actinidia si caratterizzano per un forte fabbisogno idrico legato alla elevata superficie fogliare che sviluppano. Per garantire un corretto sviluppo delle piante si dovrà prestare notevole attenzione a questa pratica che può incidere sul rendimento La mancanza di acqua qualitativo e proporta ad uno scarso duttivo. Le esigensviluppo delle piante ze idriche variano mentre un eccesso, in funzione dell’andamento climatico soprattutto se causa un e della fase fenolo- ristagno, può portare ad asfissia radicale. gica e spesso i sintomi di carenza ed eccesso idrico possono essere simili. E’ importante, quindi, dotarsi di sistemi che aiutino nella determinazione della quantità ed epoche di adacquamento (ad es. tensiometri). Inoltre, è opportuno eseguire analisi periodiche dell’acqua per conoscere il contenuto chimico e minerale, sia per tenerne conto nel piano di concimazione, sia per adottare le eventuali correzioni necessarie (acidificazione, filtraggio, ecc.). “ “ S i riportano a seguito alcuni esempi per calcolare il numero di frutti da lasciare per pianta: 25 La gestione dell’Irrigazione 7 La Concimazione idrica L a restituzione idrica consiste nel fornire alle piante la quantità d’acqua necessaria per lo svolgimento delle attività fisiologiche. E’ possibile stabilire l’inizio dell’irrigazione attraverso l’ausilio di tensiometri che forniscono un dato sulle condizioni di umidità del terreno o tenendo conto delle indicazioni dei bollettini provinciali. Normalmente tale periodo coincide con la fine di aprile, inizio di maggio. Il turno irriguo deve essere stabilito in base al tipo di impian- to irriguo utilizzato (ala gocciolante o sprinkler) ed alla tessitura del terreno. Normalmente vengono eseguiti apporti giornalieri o anche più volte al giorno nel periodo estivo. Per quanto riguarda il volume degli apporti giornalieri, si può fare riferimento ai Disciplinari di Produzione Integrata Regionali (vedi esempio Tabella 2 - DPI della Regione Emilia Romagna) o alle indicazione fornite dai tensiometri se disponibili. Tabella 2 - Restituzione idrica giornaliera per la coltura dell’actinidia Mese Restituzione idrica giornaliera interfilare inerbito (*) mm / giorno Restituzione idrica giornaliera interfilare lavorato (*) mm / giorno Irrigazione Aprile 1.0 0.8 non ammessa salvo espressa indicazione del bollettini Maggio 2.0 1.8 Giugno 4.0 3.5 Luglio 5.0 Agosto Settembre Ottobre “ Tabella 3 - Calcolo delle asportazioni di un impianto adulto Elemento Asportazioni ogni 10 Tons di produzione Asportazioni ogni 30 Tons di produzione N 45 135 P205 20 60 ammessa K2O 60 180 ammessa Ca 50 150 4.5 ammessa Mg 10 30 4.5 4.0 ammessa 3.5 3.0 ammessa 2.0 1.8 ammessa * Si intende il quantitativo di acqua da restituire alla coltura in base al suo fabbisogno idrico. In presenza di pioggia, devono essere considerate nulle le piogge inferiori alla restituzione idrica giornaliera; allo stesso modo sono nulli i mm di pioggia eccedenti il volume di adacquamento prescelto. 26 L a concimazione è fondamentale per garantire alle piante i nutrienti necessari al loro sviluppo. Per stabilire le quantità di elementi da sommi- Squilibri nell’apporto dei nistrare dovranno nutrienti possono avere essere considerati effetti negativi sia sullo gli asporti dei prin- sviluppo delle piante che sulla qualità dei frutti cipali elementi che e sulla loro capacità di riportiamo in Taconservazione. bella 3, in base al calcolo della produzione stimata: “ Restituzione Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. Dopo aver calcolato la quantità di elementi ottimale si dovrà modificare il piano di concimazione in base alla fertilità del terreno. 27 La Concimazione Piano di concimazione: alcuni consigli L alle asportazioni. a scelta del piano di concimazione deve tener conto Da fine Aprile la concimaziodelle dotazioni iniziali, parne verrà realizzata attraverso tendo quindi dalla valutazioil piano di fertirrigazione. Ad ogni intervento, è consigliane di un’analisi del terreno. bile apportare sempre i tre E’ suggerito effettuare anche un’analisi fogliare a fine magmacro-elementi N-P-K. In base alle fase fenologica, si gio per verificare la correttezza del piano di concimazione dovrà sbilanciare il rapporto verso un elemento o l’altro adottato e per valutare lo stato nutrizionale come riportato di seguito: delle piante. In termini geneE’ raccomandabile rali, si consiglia Fase 1 evitare apporti azotati Accrescimento l’applicazione di nel mese che precede sostanza orgagermogli - prela raccolta perché fioritura: fornica sotto forcausano un ritardo della ma di ammenmulazioni conmaturazione dei frutti tenenti prevadanti o letame ed un peggioramento nella fase di rilentemente fodella conservabilità. sforo tipo Urea poso vegetativo Fosfato 18:44, preferibilmente etc; da interrare. Alla ripresa veFase 2 getativa si consiglia di distriFioritura - primo mese di acbuire un concime organo crescimento frutto: formulaminerale o minerale comzioni contenenti prevalenteplesso con un rapporto 2:1:3, considerando un apmente Azoto e Calcio e Maporto pari ad un 20-30 % gnesio, tipo Nitrato di calcio, del totale calcolato in base Nitrato di magnesio, etc.; “ “ 28 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. Fase 3 Da secondo mese accrescimento frutto - pre-raccolta: formulazioni contenenti prevalentemente potassio tipo Nitrato di Potassio, etc. Limitare e frazionare le concimazioni azotate. La Concimazione Apporti di altri elementi I principali elementi di cui si avvantaggia l’actinidia sono il Calcio, il Ferro, Magnesio e lo Zinco. Il Calcio è un elemento che svolge un ruolo importante nel conferire consistenza alla polpa dei frutti, in quanto contribuisce ad assicurare un’elevata coesione tra le cellule. Al contrario, la scarsa concentrazione di calcio è corresponsabile dei fenomeni di rammollimento precoce. Per assicurare l’assorbimento del Calcio da parte del frutto, è indispensabile somministrarlo durante le prime 6-8 settimane successive all’allegagione. Il Ferro è il microelemento che, più di ogni altro, condiziona la crescita e la produttività dell’actinidia coltivata 30 nell’area mediterranea. Una parte rilevante degli actinidieti è infatti coltivata su suoli calcarei o alcalini, i quali ostacolano l’assorbimento ed il metabolismo del ferro e favoriscono l’insorgenza della clorosi ferrica. Il metodo più diffuso per il controllo di tale fisiopatia è l’applicazione al suolo o alla chioma di chelati di ferro sintetici. Altri elementi da tenere in considerazione sono Zinco e Magnesio, la cui carenza può essere eliminata con aspersioni fogliari in prefioritura. Da sottolineare, inoltre, che deficienze di Boro possono provocare cascole a danno di fiori e frutti, mentre la tossicità determinata da eccessi di Boro si ripercuote negativamente su quantità e qualità della produzione. Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 8 I Fitoregolatori A fronte di un utilizzo finalizzato a regolare l’uniformità della pezzatura, i fitoregolatori possono influenzare negativamente la qualità dei frutti, specie se utilizzati in maniera impropria e su impianti ove il rapporto tra carica dei frutti e vegetazione è male equilibrato. L’uso dei fitoregolatori necessita di ulteriori approfondimenti, pertanto il consorzio ha avviato prove indipendenti finalizzate a valutare le correlazioni esistenti tra tali principi attivi e parametri qualitativi dei frutti. Allo stato attuale, in base alle osservazioni effettuate, i fitoregolatori devono essere utilizzati esclusivamente su impianti in piena produzione, dove è avvenuta una buona impollinazione ed attenendosi scrupolosamente alle dosi ed epoche consigliate in etichetta. In caso di scarsa impollinazione, l’uso di questi prodotti è da evitare perché può causare la deformazione dei frutti stessi e ne riduce la qualità organolettica. I prodotti registrati per l’impiego su kiwi in Italia sono il triclopir ed il forclorofenuron. E’ preferibile scegliere formulati a base di forclorofenuron, in quanto l’uso del triclopir non è consentito da alcuni Disciplinari di Produzione Integrata regionali. 31 9 La Raccolta L a maturazione del kiwi segue il modello tipico dei frutti climaterici: idrolisi dell’amido con conseguente aumento del contenuto di zuccheri solubili, diminuzione dell’acidità titolabile, intenerimento della polpa, sviluppo di sostanze volatili, aumento della respirazione e della produzione di etilene. Tali processi mostrano un’evoluzione caratterizzata da una grande variabilità, sia all’interno dello stesso frutteto, sia per differenti condizioni agronomiche e climatiche. Ad esempio, impianti più giovani presentano normalmente una maturazione anticipata rispetto ad impianti adulti. Allo stesso modo, a parità di età, gli impianti con una carica di frutti inferiore risultano essere più precoci. 33 LA RACCOLTA L a disomogeneità di maturazione dei frutti all’interno dell’impianto può essere ridotta evitando raccolte pre- “ Per massimizzare la qualità dei frutti è necessario eseguire la raccolta al conseguimento dei parametri di maturazione ottimali. “ coci. Raccolte anticipate causano un decadimento della conservabilità e il peggioramento delle caratteristiche organolettiche dei frutti al momento del consumo, compromettendo tutto il lavoro fatto durante l’anno. E’ di fondamentale importanza attendere che la maggioranza dei frutti abbia raggiunto la fase di maturazione fisiologica, momento nel quale possono essere raccolti e proseguire la loro maturazione nella fase di post-raccolta, sviluppando caratteristiche organolettiche ottimali per il consumo. I parametri da considerare per determinare la matura- 34 zione fisiologica dei frutti e, quindi, il momento ottimale di raccolta, sono il contenuto in solidi solubili (°brix), la Sostanza Secca (%) e la durezza della polpa (Kg/cm2). Si riportano in Tabella 4 i valori ottimali per la raccolta. Le misurazioni di °brix e durezza possono essere effettuate agevolmente dal produttore o dal tecnico di riferimento tramite l’ausilio di Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. strumenti di misura portatili (rifrattometro, penetrometro), su un campione di frutti prelevato dall’impianto in modo omogeneo (si consiglia un campione minimo di 20 frutti). Al fine di agevolare i produttori di kiwi nell’identificazione del momento ottimale di raccolta, il consorzio ha predisposto un Piano di Monitoraggio Pre-Raccolta dei parametri sopra citati, presso Tabella 4 - Valori ottimali di raccolta Parametro Valore ottimale Solidi Solubili (°brix) 6,5 Durezza della polpa (Kg/cm2) min. 8 Sostanza Secca (%) min. 16 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 35 LA RACCOLTA un campione di aziende disposte su tutto il territorio nazionale. Come riferimento, è possibile verificare l’andamento della maturazione media delle diverse aree di produzione consultando i dati messi a disposizione dal consorzio attraverso i propri tecnici incaricati. Altro aspetto critico da tenere in considerazione durante la raccolta è rappresentato dai danni meccanici alla polpa e quelli alla buccia, che possono essere dovuti rispettivamente a colpi ricevuti dai frutti e ad unghie e stru- menti di raccolta in cattivo stato. Tale difetti possono comportare problemi di conservazione alla partita di kiwi, anche gravi. E’ pertanto consigliabile applicare le seguenti precauzioni: 10 La Difesa e i Residui • Utilizzo dei guanti da parte degli operatori che eseguono la raccolta • Utilizzo di attrezzature di raccolta in buono stato (secchi, ecc.) • Riempire i bins evitando di far cadere i frutti dall’alto onde evitare colpi. Eseguire un intervento con prodotti rameici entro le 24 ore successive alla raccolta dei frutti. 36 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. 37 La Difesa e i Residui Per la difesa delle colture si consiglia di fare riferimento ai Disciplinari di Produzione Integrata Regionali o, in loro assenza, a quelli Nazionali, che possono essere reperiti presso i seguenti link: Disciplinari Nazionali: http://www.politicheagricole.it/flex/ cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/ IDPagina/6034 http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6797 Disciplinari Regionali: Emilia-Romagna http://www.ermesagricoltura.it/Sportello-dell-agricoltore/Come-fare-per/ Produrre-nel-rispetto-dell-ambiente/ Fare-agricoltura-integrata-produzionivegetali/Disciplinari-di-produzione-integrata In un ottica di commercializzazione dei frutti, la difesa delle piante va studiata tenendo in considerazione anche le esigenze di consumo e le legislazioni vigenti nei paesi di esportazione in merito ai residui di prodotti fitosanitari o degli ulteriori requisiti richiesti dai clienti. Il consumatore pone sempre maggiore attenzione verso i residui di prodotti chimici sui prodotti ortofrutticoli freschi, così come sull’utilizzo di tecniche a basso impatto ambientale. Per questo un numero sempre maggiore di catene di distribuzione al dettaglio impone standard maggiormente restrittivi rispetto alla legislazione vigente. Le tecniche di difesa devono pertanto essere finalizzate all’ottenimento di frutti con un numero ridotto di residui ed in quantità minime. Veneto http://www.regione.veneto.it/Economia/Agricoltura+e+Foreste/ Servizi+Fitosanitari/Bollettini+fitosanitari/ Difesa+integrata.htm Lazio http://www.agricoltura.regione.lazio. it/agriweb/ Piemonte http://www.regione.piemonte.it/agri/ area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/fitopatologia/disciplinari.htm 38 Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed. KIWIFRUIT OF ITALY S.R.L. CONSORTILE Via Boldrini, 24 40121 Bologna Tel +39 051 550882 Fax +39 051 0822519 [email protected] www.kiwitaly.com