DECALOGO
DELLA
QUALItà
CO
M
KIWI
N SO R TI
U
INDICE
1 Obiettivo Qualità
pg. 4
2 Realizzazione dell’impianto
pg. 7
•Scelta della forma di allevamento e della densità d’impianto
•Allevamento e formazione della struttura della pianta
•Impollinatori
•Impianto di irrigazione
•L’uso di reti antigrandine
3 La Potatura pg. 15
•Carica di gemme •Potatura invernale
•Potatura verde
•Potatura dei maschi
4L’impollinazione
pg. 21
5 Il Diradamento
pg. 23
6 La gestione dell’Irrigazione
pg. 25
•Restituzione idrica 7 La Concimazione pg. 27
•Piano di concimazione: alcuni consigli
•Apporti di altri elementi
8 I Fitoregolatori
pg. 31
9 La Raccolta
pg. 33
10La Difesa e i Residui
pg. 37
1
Obiettivo
qualità
KIWIFRUIT OF ITALY
è un consorzio che nasce
per trasformare anche il kiwi
in una delle eccellenze italiane. I suoi associati rispondono a rigorosi disciplinari di
produzione, che stabiliscono
i più elevati standard non solo nella qualità, per un gusto
sempre perfetto, ma anche
nell’organizzazione, attraverso la distribuzione e il servizio, per un controllo completo sull’intera filiera, dal campo allo scaffale, a garanzia di
una ‘consumer tasting experience’ sempre di eccellenza.
• Sviluppo e diffusione delle
migliori prassi di produzione
e controllo del rispetto delle
norme di qualità comuni minime per la produzione, raccolta e commercializzazione del kiwi italiano;
• utilizzo di un marchio comune di origine, garanzia di
qualità, che identifichi il prodotto italiano d’eccellenza;
• sviluppo di campagne di
promozione e comunicazione rivolte agli operatori del
settore nei mercati di destinazione.
Obiettivo prioritario della
costituzione del consorzio
KIWIFRUIT OF ITALY è la valorizzazione del kiwi italiano, attraverso l’adozione di
standard di qualità garantiti
e la realizzazione di strategie commerciali integrate verso i clienti.
Le attività del consorzio
KIWIFRUIT OF ITALY sono dedicate a:
4
5
Obiettivo
qualità
Il mercato globale, unitamente all’aumento della produzione mondiale ed alla contrazione dei consumi di ortofrutta, pongono i produttori di
kiwi di fronte a nuove sfide di
mercato che richiedono la
produzione di kiwi con caratteristiche che lo rendano adatto alle esigenze commerciali e di consumo moderne.
Il presente documento, curato dal Comitato Tecnico del
consorzio, fornisce in 10 punti le linee guida generiche
per l’applicazione di tecniche agronomiche finalizzate
all’ottenimento di frutti di kiwi di alta qualità organolettica e di caratteristiche idonee
alla commercializzazione.
L’obiettivo è quello di fornire
un focus sulle attività colturali che hanno un’influenza significativa sullo sviluppo di
frutti ad elevato contenuto di
sostanza secca, grado zuccherino, con una elevata capacità di conservazione e caratteristiche estetiche e merceologiche ottimali.
2 Realizzazione
dell’impianto
L’
ottenimento di frutti di qualità non può
prescindere dalla realizzazione di un
impianto ottimale, dalla coltivazione in
aree vocate, ovvero con condiLa cura degli elementi
zioni pedo-climadi progettazione
tiche adatte alla
coltura del kiwi, dell’impianto permette
alla scelta della
di ottenere i migliori
forma di alleva- risultati in fase produttiva,
mento più idone- con un apporto ridotto
a, al corretto sedi input e, quindi, con
sto di impianto un impatto positivo sui
ed ai materiali uti- costi di produzione e la
lizzati per l’im- sostenibilità ambientale
piantistica.
delle produzioni.
“
“
Nota: per la prevenzione ed il contenimento dei danni causati dal cancro
batterico (PSA) si riportano a margine le linee guida di prevenzione.
6
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
7
Realizzazione dell’impianto
Scelta della forma di allevamento
e della densità d’impianto
L
può causare rottura di germogli
a scelta della forma di allevamento e del sesto d’imo l’elevato rischio di grandine.
pianto devono esIn particolare, per
sere stabiliti dopo
quanto riguarda il
sesto di impianto,
aver valutato la tiDensità elevate
si dovrà tenere
pologia e la fertilidi piante sono
tà del suolo, le
conto dello svisconsigliate, in
luppo delle piante
condizioni di luquanto richiedono
minosità presenti
in fase adulta.
un incremento del
Le forme di allevanell’area geografilavoro di potatura
ca d’impianto e le
mento consigliate
per garantire una
in Italia, in base aleventuali avversità
corretta luminosità
la zona geograficlimatiche, quali
dell’impianto.
ca, sono:
forte vento che
“
“
Nord
Centro e Sud
Doppia pergoletta o T-bar
Oltre alla pergoletta
si consiglia l’uso del tendone
Distanza d’impianto:
1,5-2,5 m X 4,50-5 m interfila
in base alle caratteristiche
del terreno
Tendone
Distanza d’impianto:
3-4 m sulla fila x 5-5.5 m
interfila, in base alle caratteristiche del terreno
Nota: Si consiglia di utilizzare
il doppio cordone per le distanze
sulla fila > 2m
8
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
9
Realizzazione dell’impianto
Realizzazione dell’impianto
Allevamento e formazione
Impollinatori
N
ei primi tre anni dall’impianto è importante curare con attenzione la formazione della pianta. Tutte
le operazioni agronomiche
dovranno essere mirate alla creazione di un buon apparato radicale e di una
buona struttura permanente, in base alla forma di alle-
vamento scelta. E’ importante quindi, non eccedere
con il carico di frutti che
dovrà essere stabilito in relazione all’età della pianta.
Di norma, una pianta si
considera adulta a partire
dal 4° anno di vegetazione
in campo o, come si dice in
gergo, dalla 4° foglia.
L’
impollinazione dei frutti è
nell’impianto, al fine di avere
fondamentale per otteneuna distribuzione di polline
re produzioni di
ottimale.
ottima qualità
Si dovranno isia dal punto di
dentificare
le
E’ possibile inoltre
vista quantitativarietà più conaumentare i punti
vo che qualitatitemporanee
di impollinazione
vo e, a tal fine, è mediante innesti di rami con la fioritura
necessario prodi Hayward in
maschili sulle femmine
gettare al mebase alla zona di
più distanti dai maschi.
glio la presenza
ubicazione. Le
di impollinatori
varietà di impollinatori disponibili e maggiormente utilizzate
sono: Matua, Tomua, SelezioMASCHI 1:6
ne P1 (Tomuri).
“
“
della struttura della pianta
M
F
M
F
F
F
F
F
F
F
M
F
F
F
F
F
F
F
F
F
F
M
F
M
F
F
F
*M: impollinatore F: pianta femminile
10
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
Il rapporto consigliato fra impollinatori e piante femminili
e’ di 1: 6 con disposizione a
quinconce (Figura 1).
Si consiglia di non superare i
12 m lineari lungo la fila tra gli
impollinatori.
Figura 1
Disposizione a quinconce
degli impollinatori
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
11
Realizzazione dell’impianto
Impianto
di irrigazione
U
n corretto apporto idrico
è fondamentale per il
mantenimento delle piante
in condizioni di efficienza e
quindi per una buona resa
produttiva. L’irrigazione è
fondamentale altresì per veicolare i nutrienti forniti in fertirrigazione e compensare gli
sbalzi termici, permettendo
di incidere sulla temperatura
e l’umidità relativa del frutteto. Per questa ragione anche
la corretta progettazione
dell’impianto di irrigazione riveste un ruolo fondamentale. Il sistema più razionale ed
efficiente, anche da un punto di vista del risparmio delle
risorse idriche, è rappresentato dall’impianto a goccia, al
quale si consiglia di abbinare
un secondo impianto autonomo anti-brina sovra-chioma o sotto-chioma.
L’impianto antibrina è, infatti,
separato dall’impianto di irrigazione principale, poiché è
dotato di ugelli specifici ad
alta portata.
12
Il sistema sovra-chioma garantisce una maggiore protezione dalle gelate primaverili ma presenta lo svantaggio di richiedere un ele-
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
vato uso di acqua, con il rischio di provocare asfissia
radicale.
Il sotto-chioma richiede
quantitativi più bassi di acqua, però fornisce una protezione meno efficiente se
le temperature scendono
sotto i -4°C. Presenta il van-
taggio di poter essere impiegato anche in pre-raccolta,
in caso di gelate, o come azione climatizzante, ad esempio per impiego nella
fase di fioritura, per favorire
il mantenimento di un microclima umido finalizzato
ad una migliore impollinazione.
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
13
Realizzazione dell’impianto
L’uso di reti
antigrandine
“
La rete antigrandine, nata
per proteggere i frutteti
in caso di grandine, ha
mostrato negli anni di
avere altri effetti positivi
sulla gestione dell’impianto
quali, la protezione da danni
causati da forte vento,
l’effetto climatizzante creato
dall’aumento della umidità
relativa dell’ambiente e la
protezione dall’esposizione
diretta ai raggi solari.
“
Si consiglia pertanto l’uso delle reti non solo nelle zone ad
14
alto rischio ma come strumento per migliorare la qualità dei frutti. Difetti estetici
quali scottature da sole, arrotature da vento, ecc. non
sono da sottovalutare poiché
spesso comportano una riduzione del valore della partita
di kiwi. Sono sempre maggiori i mercati che prediligono
frutti con buccia tendenzialmente chiara, per cui l’utilizzo
delle reti diviene economicamente sostenibile, consentendo di avere partite di kiwi
maggiormente richieste dal
mercato per le loro caratteristiche estetiche e qualitative.
3 LA POTATURA
L
a Potatura è una tecnica agronomica di
fondamentale importanza per garantire
negli anni una continuità di produzione
di qualità e quantità. L’obiettivo principale
da porsi con la potatura finalizzata alla produzione di frutti di alta qualità, è quello di
garantire costante equilibrio tra attività vegetativa e produttiva, in modo tale da evitare stress alla pianta, che possono ripercuotersi negativamente sulla qualità
intrinseca dei frutti. Questo obiettivo può essere ottenuto attraverso
interventi di potatura che consentano di determinare la carica corretta di gemme
per pianta, destinate alla produzione della stagione successiva.
15
La Potatura
Potatura
invernale
L
La Potatura
Carica
di gemme
I
l calcolo delle gemme da
lasciare per garantire la produzione è la base di partenza
per ottenere risultati ottimali.
L’equilibrio nel carico di
gemme dell’impianto consente di risparmiare ore di lavoro necessarie per il diradamento successivo dei frutti
ed inoltre contribuisce a
mantenere un corretto svi-
luppo vegetativo della pianta. Le piante devono avere una carica equilibrata di frutti
rispetto all’appartato fogliare
che a sua volta non deve essere sbilanciato rispetto al
volume delle radici.
Si riportano in Tabella 1 i numeri di gemme ottimale da
lasciare con la potatura invernale:
Tabella 1 - Carica di gemme consigliata con la potatura invernale
16
Zona
Numero
gemme / Ha
Numero
gemme / pianta
Percentuale di
germogliamento media
Nord
180.000/200.000
210/240
60%
Centro-Sud
250.000
450
40-50%
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
a potatura invernale ha diversi obiettivi, i principali sono quelli di equilibrare la carica
vegetativa a quella produttiva,
assicurare il rinnovo delle formazioni fruttifere e mantenere
la pianta negli spazi assegnati
dalla forma di allevamento
scelta. Una corretta potatura
invernale, mirata alla selezione
dei rami più idonei, consente
di predisporre la pianta a sviluppare una produzione di elevata qualità e quantità. Gli obiettivi da porsi con la potatura
invernale sono rappresentati
principalmente da:
• Selezionare rami di mediovigore per la produzione, evitando di scegliere i rami eccessivamente vigorosi, perché
presentano uno scarso germogliamento e frutti di qualità
inferiore.
• Distanziare i rami in maniera
tale da favorire l’arieggiamento
e la penetrazione della luce, evitando di legarli assieme.
• Spuntare i tralci nella parte
terminale, in corrispondenza
del punto in cui il diametro è
pari a circa 5 mm.
Potare a pianta ferma e comunque prima dell’inizio del “pianto”
ed in condizioni asciutte. Potare prima gli impianti colpiti da PSA
eliminando il materiale di risulta. Disinfettare gli strumenti di taglio.
Coprire i tagli di potatura con mastice cicatrizzante. Eseguire un
trattamento a base di prodotti rameici al termine di ogni intervento
di potatura ed entro le 24 ore.
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
17
La Potatura
Potatura
verde
“
Può essere realizzata attraverso 3 interventi di potatura,
a partire da alcune settimane
prima della fioritura ed intercalati a distanza di un mese
l’uno dall’altro:
• Nel primo intervento devono essere spuntati i germogli
sopra all’ultimo bottone fiorale per arieggiare e favorire la
circolazione del polline, mentre i rami eccessivamente vigorosi devono essere spuntati a 2/3 gemme per stimolare
la produzione di tralci di rinnovo più idonei.
• Il secondo intervento, in
post-fioritura, si abbina al primo passaggio di diradamento, da eseguire entro metà
giugno e consiste nello spuntare i tralci vigorosi con e senza frutta, sempre con l’obiettivo di favorire la penetrazione della luce.
• Il terzo intervento e’ previsto nel mese di luglio, consiste sempre in una spuntatura
dei germogli, con l’obbiettivo
di favorire l’arieggiamento e
l’ingresso di luce e di indebolire i tralci di rinnovo troppo
vigorosi.
“
L’intensità
degli interventi
deve essere valutata
in base alla vigoria
della pianta.
“
“
La potatura verde
è un’operazione che
permette di agire
positivamente sia sulla
produzione dell’anno
in corso sia su quella
dell’anno successivo.
Eseguire gli interventi di potatura verde in periodi asciutti.
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
19
La Potatura
Potatura
dei maschi
L
a presenza di maschi nell’impianto è finalizzata a garantire una elevata quantità di polline, fondamentale per l’ottenimento di un’alta qualità dei
frutti. La gestione delle piante
maschio è quindi distinta da
quella delle piante femmine.
Si suggeriscono due interventi
di potatura:
• Il primo intervento, dovrà essere eseguito dopo la fioritura,
finalizzato ad alleggerire la
chioma per limitare la competizione di luce nei confronti
della femmine.
• Il secondo intervento, in fase di riposo vegetativo, è invece finalizzato all’eliminazione delle formazioni legnose più vecchie, in modo da avere una migliore e maggiore
produzione di fiori l’anno successivo.
4 L’impollinazione
L’
impollinazione dei frutti è fondamentale
per ottenere produzioni di ottima qualità
sia dal punto di vista quantitativo che
qualitativo. Al fine di favorire l’impollinazione,
è consigliato l’impiego di tecniche quali:
• Uso ventilazione per migliorare la distribuzione del polline;
• Uso di pronubi,
meglio bombi;
La qualità e la pezzatura
• Impollinazione
dei frutti è legata al
artificiale: di nor- numero di semi presenti
ma vengono esenel frutto e, quindi, al
guiti due interven- numero di ovari femminili
ti per poter copri- che vengono fecondati
re tutto il periodo
dal polline maschile.
di fioritura, la diMaggiore è il numero
stribuzione può di semi, maggiore sarà
avvenire a secco la qualità e la pezzatura
o in soluzione lidei frutti che si otterrà
quida. Le dosi
in raccolta.
normalmente utilizzate variano da
un minimo di 500
grammi per ettaro fino a 1000 grammi.
“
“
Seguire le raccomandazioni precedentemente illustrate per gli interventi di potatura invernale e potatura verde.
20
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
In caso di impollinazione artificiale, accertarsi
dell’origine del polline (deve essere accompagnato da passaporto CE) e, se il proprio
impianto è libero da PSA, prediligere l’utilizzo
di polline autoprodotto.
21
5 Il Diradamento
L’
operazione di diradamento serve per equilibrare il rapporto tra frutti e vegetazione. Eccessi di carica possono portare alla produzione di frutti di bassa qualità, così come la presenza di pochi frutti può squilibrare
la piante verso un
eccesso di vegetazione. E’ impor- In media, per un impianto
tante stabilire il
adulto, il numero
numero di frutti
indicativo di frutti
che si desiderano
da lasciare per ettaro
per pianta valuè 360.000.
tando anche lo
sviluppo della parte aerea.
“
“
23
Il Diradamento
ESEMPIO 1:
Forma Allevamento:
T-bar; Sesto 2 x 4,5 m;
Piante femmine N° 952
= 380 frutti pianta
ESEMPIO 2:
Forma allevamento:
tendone; Sesto 3 x 5 m;
Piante femmine N° 555
= 650 frutti pianta
Si consiglia di eseguire 3 passaggi di diradamento:
1) Primo intervento: l’obiettivo
è quello di eliminare le infiorescenze laterali ed i fiori deformi. Può essere eseguito manualmente prima della fioritura
oppure con un trattamento
chimico da effettuare ad abbozzi fiorali laterali visibili prima
dell’allungamento del peduncolo, alla dose di 2,5 Litri/Ha
con una miscela di NAA (0,3%)
+ GA3 (0,15%).
2) Secondo intervento: dovrà
essere completato entro metà
giugno per poter essere efficace sull’incremento di pezzatura
dei frutti. Durante quest’operazione dovranno essere eliminati tutti i frutti mal impollinati ed i
laterali che non sono stati eliminati durante il primo intervento.
3) Terzo intervento: dovrà essere eseguito entro fine Agosto con l’obiettivo di ripulire le
piante dalla presenza di frutti di
scarto o che presentano difetti
estetici gravi quali deforme,
scottato, piatto, sotto-misura,
presenza di parassiti.
Figura 2
Fase fenologica ottimale per la applicazione del diradamento chimico
24
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
6 La gestione
dell’Irrigazione
L
e piante di Actinidia si caratterizzano per un
forte fabbisogno idrico legato alla elevata
superficie fogliare che sviluppano. Per garantire un corretto sviluppo delle piante si dovrà prestare notevole attenzione a questa pratica che può incidere sul rendimento
La mancanza di acqua
qualitativo e proporta ad uno scarso
duttivo. Le esigensviluppo delle piante
ze idriche variano
mentre un eccesso,
in funzione dell’andamento climatico soprattutto se causa un
e della fase fenolo- ristagno, può portare ad
asfissia radicale.
gica e spesso i sintomi di carenza ed
eccesso idrico possono essere simili. E’ importante, quindi, dotarsi di sistemi che aiutino nella
determinazione della quantità ed epoche di adacquamento (ad es. tensiometri).
Inoltre, è opportuno eseguire analisi periodiche
dell’acqua per conoscere il contenuto chimico e
minerale, sia per tenerne conto nel piano di concimazione, sia per adottare le eventuali correzioni necessarie (acidificazione, filtraggio, ecc.).
“
“
S
i riportano a seguito alcuni
esempi per calcolare il numero di frutti da lasciare per
pianta:
25
La gestione dell’Irrigazione
7 La Concimazione
idrica
L
a restituzione idrica consiste nel fornire alle piante la
quantità d’acqua necessaria
per lo svolgimento delle attività fisiologiche. E’ possibile
stabilire l’inizio dell’irrigazione
attraverso l’ausilio di tensiometri che forniscono un dato
sulle condizioni di umidità
del terreno o tenendo conto
delle indicazioni dei bollettini
provinciali. Normalmente tale
periodo coincide con la fine
di aprile, inizio di maggio. Il
turno irriguo deve essere stabilito in base al tipo di impian-
to irriguo utilizzato (ala gocciolante o sprinkler) ed alla
tessitura del terreno. Normalmente vengono eseguiti apporti giornalieri o anche più
volte al giorno nel periodo estivo.
Per quanto riguarda il volume
degli apporti giornalieri, si
può fare riferimento ai Disciplinari di Produzione Integrata Regionali (vedi esempio Tabella 2 - DPI della Regione Emilia Romagna) o alle indicazione fornite dai tensiometri
se disponibili.
Tabella 2 - Restituzione idrica giornaliera per la coltura dell’actinidia
Mese
Restituzione idrica
giornaliera
interfilare inerbito
(*) mm / giorno
Restituzione idrica
giornaliera
interfilare lavorato
(*) mm / giorno
Irrigazione
Aprile
1.0
0.8
non ammessa salvo espressa
indicazione del bollettini
Maggio
2.0
1.8
Giugno
4.0
3.5
Luglio
5.0
Agosto
Settembre
Ottobre
“
Tabella 3 - Calcolo delle asportazioni di un impianto adulto
Elemento
Asportazioni
ogni 10 Tons
di produzione
Asportazioni
ogni 30 Tons
di produzione
N
45
135
P205
20
60
ammessa
K2O
60
180
ammessa
Ca
50
150
4.5
ammessa
Mg
10
30
4.5
4.0
ammessa
3.5
3.0
ammessa
2.0
1.8
ammessa
* Si intende il quantitativo di acqua da restituire alla coltura in base al suo fabbisogno idrico. In
presenza di pioggia, devono essere considerate nulle le piogge inferiori alla restituzione idrica
giornaliera; allo stesso modo sono nulli i mm di pioggia eccedenti il volume di adacquamento
prescelto.
26
L
a concimazione è fondamentale per garantire alle piante i nutrienti necessari al loro sviluppo.
Per stabilire le
quantità di elementi da sommi- Squilibri nell’apporto dei
nistrare dovranno nutrienti possono avere
essere considerati effetti negativi sia sullo
gli asporti dei prin- sviluppo delle piante che
sulla qualità dei frutti
cipali elementi che
e
sulla loro capacità di
riportiamo in Taconservazione.
bella 3, in base al
calcolo della produzione stimata:
“
Restituzione
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
Dopo aver calcolato la quantità di elementi
ottimale si dovrà modificare il piano di concimazione in base alla fertilità del terreno.
27
La Concimazione
Piano di concimazione:
alcuni consigli
L
alle asportazioni.
a scelta del piano di concimazione deve tener conto
Da fine Aprile la concimaziodelle dotazioni iniziali, parne verrà realizzata attraverso
tendo quindi dalla valutazioil piano di fertirrigazione. Ad
ogni intervento, è consigliane di un’analisi del terreno.
bile apportare sempre i tre
E’ suggerito effettuare anche
un’analisi fogliare a fine magmacro-elementi N-P-K. In
base alle fase fenologica, si
gio per verificare la correttezza del piano di concimazione
dovrà sbilanciare il rapporto
verso un elemento o l’altro
adottato e per valutare lo stato nutrizionale
come riportato
di seguito:
delle piante.
In termini geneE’ raccomandabile
rali, si consiglia
Fase 1
evitare
apporti
azotati
Accrescimento
l’applicazione di
nel mese che precede
sostanza orgagermogli - prela raccolta perché
fioritura:
fornica sotto forcausano
un
ritardo
della
ma di ammenmulazioni conmaturazione dei frutti
tenenti prevadanti o letame
ed un peggioramento
nella fase di rilentemente fodella
conservabilità.
sforo tipo Urea
poso vegetativo
Fosfato 18:44,
preferibilmente
etc;
da interrare.
Alla ripresa veFase 2
getativa si consiglia di distriFioritura - primo mese di acbuire un concime organo
crescimento frutto: formulaminerale o minerale comzioni contenenti prevalenteplesso con un rapporto
2:1:3, considerando un apmente Azoto e Calcio e Maporto pari ad un 20-30 %
gnesio, tipo Nitrato di calcio,
del totale calcolato in base
Nitrato di magnesio, etc.;
“
“
28
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
Fase 3
Da secondo mese accrescimento frutto - pre-raccolta:
formulazioni contenenti prevalentemente potassio tipo
Nitrato di Potassio, etc.
Limitare e frazionare le concimazioni azotate.
La Concimazione
Apporti
di altri elementi
I
principali elementi di cui si
avvantaggia l’actinidia sono il
Calcio, il Ferro, Magnesio e lo
Zinco.
Il Calcio è un elemento che
svolge un ruolo importante
nel conferire consistenza alla
polpa dei frutti, in quanto
contribuisce ad assicurare
un’elevata coesione tra le cellule. Al contrario, la scarsa
concentrazione di calcio è
corresponsabile dei fenomeni di rammollimento precoce. Per assicurare l’assorbimento del Calcio da parte del
frutto, è indispensabile somministrarlo durante le prime
6-8 settimane successive
all’allegagione.
Il Ferro è il microelemento
che, più di ogni altro, condiziona la crescita e la produttività dell’actinidia coltivata
30
nell’area mediterranea. Una
parte rilevante degli actinidieti è infatti coltivata su suoli
calcarei o alcalini, i quali ostacolano l’assorbimento ed il
metabolismo del ferro e favoriscono l’insorgenza della
clorosi ferrica. Il metodo più
diffuso per il controllo di tale
fisiopatia è l’applicazione al
suolo o alla chioma di chelati
di ferro sintetici.
Altri elementi da tenere in
considerazione sono Zinco e
Magnesio, la cui carenza può
essere eliminata con aspersioni fogliari in prefioritura. Da
sottolineare, inoltre, che deficienze di Boro possono provocare cascole a danno di
fiori e frutti, mentre la tossicità determinata da eccessi di
Boro si ripercuote negativamente su quantità e qualità
della produzione.
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
8 I Fitoregolatori
A
fronte di un utilizzo finalizzato a regolare l’uniformità della pezzatura, i fitoregolatori possono influenzare negativamente la qualità dei frutti, specie se utilizzati in
maniera impropria e su impianti ove il rapporto tra carica dei frutti e vegetazione è male equilibrato.
L’uso dei fitoregolatori necessita di ulteriori
approfondimenti, pertanto il consorzio ha avviato prove indipendenti finalizzate a valutare
le correlazioni esistenti tra tali principi attivi e
parametri qualitativi dei frutti.
Allo stato attuale, in base alle osservazioni effettuate, i fitoregolatori devono essere utilizzati esclusivamente su impianti in piena produzione,
dove è avvenuta una buona impollinazione ed
attenendosi scrupolosamente alle dosi ed epoche consigliate in etichetta. In caso di scarsa
impollinazione, l’uso di questi prodotti è da
evitare perché può causare la deformazione
dei frutti stessi e ne riduce la qualità organolettica.
I prodotti registrati per l’impiego su kiwi in Italia sono il triclopir ed il forclorofenuron. E’ preferibile scegliere formulati a base di forclorofenuron, in quanto l’uso del triclopir non è
consentito da alcuni Disciplinari di Produzione Integrata regionali.
31
9 La Raccolta
L
a maturazione del kiwi segue il modello
tipico dei frutti climaterici: idrolisi dell’amido con conseguente aumento del
contenuto di zuccheri solubili, diminuzione
dell’acidità titolabile, intenerimento della polpa, sviluppo di sostanze volatili, aumento
della respirazione e della produzione di etilene. Tali processi mostrano un’evoluzione caratterizzata da una grande variabilità, sia all’interno dello stesso frutteto, sia per differenti
condizioni agronomiche e climatiche. Ad esempio, impianti più giovani presentano normalmente una maturazione anticipata rispetto ad impianti adulti. Allo stesso modo, a
parità di età, gli impianti con una carica di
frutti inferiore risultano
essere più precoci.
33
LA RACCOLTA
L
a disomogeneità di maturazione dei frutti all’interno dell’impianto può essere
ridotta evitando raccolte pre-
“
Per massimizzare la qualità
dei frutti è necessario
eseguire la raccolta
al conseguimento
dei parametri
di maturazione ottimali.
“
coci. Raccolte anticipate
causano un decadimento
della conservabilità e il peggioramento delle caratteristiche organolettiche dei frutti
al momento del consumo,
compromettendo tutto il lavoro fatto durante l’anno. E’
di fondamentale importanza
attendere che la maggioranza dei frutti abbia raggiunto
la fase di maturazione fisiologica, momento nel quale
possono essere raccolti e
proseguire la loro maturazione nella fase di post-raccolta, sviluppando caratteristiche organolettiche ottimali
per il consumo.
I parametri da considerare
per determinare la matura-
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zione fisiologica dei frutti e,
quindi, il momento ottimale
di raccolta, sono il contenuto in solidi solubili (°brix), la
Sostanza Secca (%) e la durezza della polpa (Kg/cm2).
Si riportano in Tabella 4 i valori ottimali per la raccolta.
Le misurazioni di °brix e durezza possono essere effettuate agevolmente dal produttore o dal tecnico di riferimento tramite l’ausilio di
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
strumenti di misura portatili
(rifrattometro, penetrometro), su un campione di frutti
prelevato dall’impianto in
modo omogeneo (si consiglia un campione minimo di
20 frutti).
Al fine di agevolare i produttori di kiwi nell’identificazione del momento ottimale di
raccolta, il consorzio ha predisposto un Piano di Monitoraggio Pre-Raccolta dei parametri sopra citati, presso
Tabella 4 - Valori ottimali di raccolta
Parametro
Valore ottimale
Solidi Solubili (°brix)
6,5
Durezza della polpa (Kg/cm2)
min. 8
Sostanza Secca (%)
min. 16
Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
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LA RACCOLTA
un campione di aziende disposte su tutto il territorio
nazionale. Come riferimento, è possibile verificare l’andamento della maturazione
media delle diverse aree di
produzione consultando i
dati messi a disposizione dal
consorzio attraverso i propri
tecnici incaricati.
Altro aspetto critico da tenere in considerazione durante
la raccolta è rappresentato
dai danni meccanici alla polpa e quelli alla buccia, che
possono essere dovuti rispettivamente a colpi ricevuti dai frutti e ad unghie e stru-
menti di raccolta in cattivo
stato.
Tale difetti possono comportare problemi di conservazione alla partita di kiwi, anche gravi. E’ pertanto consigliabile applicare le seguenti
precauzioni:
10 La Difesa
e i Residui
• Utilizzo dei guanti da parte
degli operatori che eseguono la raccolta
• Utilizzo di attrezzature di
raccolta in buono stato (secchi, ecc.)
• Riempire i bins evitando di
far cadere i frutti dall’alto onde evitare colpi.
Eseguire un intervento con prodotti rameici entro le 24 ore successive
alla raccolta dei frutti.
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Kiwifruit of Italy - Decalogo della qualità - 10 giugno 2013 - I° ed.
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La Difesa e i Residui
Per la difesa delle colture si consiglia
di fare riferimento ai Disciplinari di
Produzione Integrata Regionali o, in
loro assenza, a quelli Nazionali, che
possono essere reperiti presso i seguenti link:
Disciplinari Nazionali:
http://www.politicheagricole.it/flex/
cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/
IDPagina/6034
http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6797
Disciplinari Regionali:
Emilia-Romagna
http://www.ermesagricoltura.it/Sportello-dell-agricoltore/Come-fare-per/
Produrre-nel-rispetto-dell-ambiente/
Fare-agricoltura-integrata-produzionivegetali/Disciplinari-di-produzione-integrata
In un ottica di commercializzazione
dei frutti, la difesa delle piante va studiata tenendo in considerazione anche le esigenze di consumo e le legislazioni vigenti nei paesi di esportazione in merito ai residui di prodotti fitosanitari o degli ulteriori requisiti richiesti dai clienti. Il consumatore pone
sempre maggiore attenzione verso i
residui di prodotti chimici sui prodotti
ortofrutticoli freschi, così come sull’utilizzo di tecniche a basso impatto
ambientale. Per questo un numero
sempre maggiore di catene di distribuzione al dettaglio impone standard
maggiormente restrittivi rispetto alla
legislazione vigente. Le tecniche di difesa devono pertanto essere finalizzate all’ottenimento di frutti con un numero ridotto di residui ed in quantità
minime.
Veneto
http://www.regione.veneto.it/Economia/Agricoltura+e+Foreste/
Servizi+Fitosanitari/Bollettini+fitosanitari/
Difesa+integrata.htm
Lazio
http://www.agricoltura.regione.lazio.
it/agriweb/
Piemonte
http://www.regione.piemonte.it/agri/
area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/fitopatologia/disciplinari.htm
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