IL SUONO Il suono é un’onda elastica (ha bisogno di un mezzo per propagarsi) ,longitudinale (la perturbazione avviene parallelamente alla direzione di propagazione); per la sua esistenza sono, dunque, necessari una sorgente (corpo vibrante) e un mezzo elastico di propagazione (aria, acqua, ecc..). La perturbazione che viaggia sul mezzo consiste, fisicamente, in un susseguirsi di pressioni e depressioni e, quindi, in un’oscillazione di ogni particella in vibrazione attorno ad una sua posizione media fissa GRANDEZZE FISICHE Periodo ( T ) E’ l’intervallo di tempo necessario per compiere una vibrazione completa. Si misura in secondi ( s ). particella Y = Spostamento della t = Tempo Se, ad esempio, il periodo è di 1/30 di secondo la sorgente sonora compie in 1 secondo 30 vibrazioni ( frequenza ). Frequenza ( f ) E’ il numero di vibrazioni complete che avvengono in un secondo. Si misura in hertz ( Hz ). Il "range" di udibilità dell’orecchio umano è compreso tra i 20 e i 20000 Hz. Ciò significa che, pur esistendo onde sonore che si propagano a frequenze più basse (infrasuoni) o più alte (ultrasuoni) ,noi non possiamo percepirle. Altezza L’altezza (o Acutezza) e’ la caratteristica che determina l’elevazione di un suono dovuta alla rapidità delle vibrazioni che lo producono e ci consente di distinguere i suoni acuti da quelli gravi. Essa cambia a seconda della frequenza a cui l’onda vibra. Al crescere della frequenza corrisponde l’aumento dell’altezza. Onde sonore aventi uguali ampiezza ma frequenza diversa generano suoni di diversa altezza. I suoni alti o acuti, sono quelli la cui frequenza è prossima a 16.000 Hz, quelli bassi sono quelli con frequenza più vicina ai 16 Hz. Quando si parla dell' altezza di un suono, ci si riferisce appunto alla frequenza di un suono udibile. Gli infrasuoni sono i suoni con frequenza inferiore a 16 Hz; gli ultrasuoni quelli con frequenza superiore ai 20.000 Hz; ultrasuoni e infrasuoni sono entrambi oltre la soglia dell'udibilità. Lunghezza d’onda (l ) E’ la distanza percorsa dall’onda in un periodo. Perciò, se "v" è la velocità di propagazione λ = v . Τ oppure λ = v / f. Ampiezza L’ampiezza dell’onda rappresenta lo spostamento massimo delle molecole d’aria che oscillano intorno alla posizione di equilibrio al passaggio della perturbazione acustica. All’aumentare di questo spostamento aumenta la forza con cui le molecole colpiscono la membrana timpanica e, quindi ,l’intensità del suono che percepiamo. Velocità di propagazione E’ la velocità con cui il suono si propaga nel mezzo attraversato e dipende dalla densità dello stesso Timbro Il timbro rappresenta la qualità del suono e dipende essenzialmente dalla forma d’onda dello stesso. Permette di distinguere suoni emessi da sorgenti diverse, anche se essi hanno la stessa frequenza e la stessa intensità. Ciascun strumento musicale ha un timbro diverso. Intensità L'intensità (I) e’ definita come il flusso medio di energia che, nell’unita’ di tempo, attraversa un superficie di area unitaria disposta perpendicolarmente alla direzione di propagazione. E’ la grandezza che permette di distinguere i suoni deboli da quelli forti, un suono e’ tanto più forte quanto maggiore e’ l’ampiezza delle oscillazioni della sorgente che lo genera. Tenendo presente il carattere tridimensionale delle onde sonore, l'intensità (I), viene definita: I = E tot / S · t = W / 4 · π • r² (Watt/m²) Dove W indica la potenza (W = E / t) ed E indica la quantità di energia emessa dalla sorgente e trasportata dall’onda. L'intensità si misura in Decibel (dB ). dB =10 . log 10 ( I /IO ) Dove I0, è il valore d’intensità per cui la sensazione fisiologica è nulla: I0 = 10-12 W/m2 La scala delle intensità è logaritmica, perciò ogni incremento di 10 dB corrisponde ad un aumento in intensità di un fattore 10: il fruscio delle foglie, infatti, è 10 volte più intenso dei mormorii. Fenomeni connessi con la propagazione delle onde sonore Riflessione Fenomeno che si verifica quando un’onda(sonora, per esempio)incontra un ostacolo e torna indietro dalla parte da cui proviene. Leggi della riflessione -1) L’angolo di incidenza(i) e l’angolo di riflessione (r)sono uguali - 2) L’angolo di incidenza(i) e l’angolo di riflessione (r )sono complanari RIMBOMBO ED ECO Un esempio di riflessione delle onde sonore e’ il fenomeno dell’ECO che si verifica quando un osservatore emette un suono trovandosi di fronte ad un ostacolo in grado di riflettere le onde incidenti, per cui percepisce lo stesso suono due volte (l’onda diretta e quella riflessa). Il verificarsi dell’eco è comunque vincolato alla capacità dell’orecchio umano di separare due impulsi sonori in successione. Questa capacità si chiama "potere separatore "ed è dell’ordine di 1/10 di secondo. Poiché la velocità del suono nell’aria è circa 340 m/s , in 1/10 di secondo il tratto percorso è 34 metri , per cui il fenomeno ha luogo solo quando la parete riflettente è posta ad una distanza minima di 17 m dall’osservatore, tenuto conto che il suono deve percorrere il cammino in andata e ritorno , prima di arrivare di nuovo all’orecchio. Se questa condizione non è soddisfatta si ha il fenomeno del RIMBOMBO (sovrapposizione di suoni). Le riflessioni del suono hanno molte applicazioni. Esse possono essere usate per risalire al profilo della barriera riflettente. Ciò è quanto fa il sonar Un suono emesso verso il fondo da un'imbarcazione, viene riflesso dal fondo. L'onda riflessa viene rivelata ed elaborata da opportune apparecchiature per trovare la profondità ed altre caratteristiche del fondo. Rifrazione Il fenomeno consiste in un cambiamento di direzione di propagazione dell’onda quando questa attraversa la superficie di separazione di mezzi di densità diversa . Questo cambiamento dipende dal rapporto fra le diverse velocità di propagazione dell’onda nei due mezzi. Leggi della rifrazione: 1) sen i/sen r = v1/v2 = K 2) L’angolo di incidenza ( i ) e l’angolo di rifrazione ( r ) sono complanari. Il disegno si riferisce al caso in cui l’onda passa da un mezzo meno denso ad uno più denso. Assorbimento Il fenomeno consiste nel fatto che parte dell’energia trasportata dall’onda viene assorbita dall’ostacolo e si trasforma in calore . Diffrazione Il fenomeno della diffrazione delle onde sonore fa parte della nostra esperienza quotidiana .Stando in un una stanza siamo in grado di sentire una persona che parla nel corridoio vicino. Questo avviene perché la lunghezza d’onda del suono emesso dalla voce umana è dello stesso ordine di grandezza degli ostacoli che incontra sul suo cammino . Nel punto in cui l’onda incontra l’ostacolo si generano onde sferiche che si propagano in tutte le direzioni permettendo al suono di giungere in punti che si trovano dietro l’ostacolo. Risonanza Il fenomeno si verifica quando ad un sistema vengono trasmessi impulsi con frequenza uguale alla frequenza di vibrazione del sistema stesso , di conseguenza esso oscilla con oscillazioni di ampiezza massima. Uno strumento che mette in evidenza tale fenomeno è il diapason. Il diapason è uno strumento, generalmente in metallo, costituito da una U sostenuta da un manico. I due rami della U sono detti rebbi. Se uno dei rebbi viene colpito, il diapason comincia a vibrare producendo un suono di frequenza ben determinato . Se invece il diapason si trova in una regione sede di un suono con una certa frequenza , il diapason , sollecitato dal suono, incomincia a vibrare. Questo fenomeno viene detto risonanza. Interferenza Il fenomeno consiste nell’effetto prodotto dalla sovrapposizione di due o più onde che si propagano simultaneamente nello stesso mezzo , per cui lo spostamento in un dato punto e in un certo istante è pari alla somma vettoriale degli spostamenti prodotti dalle onde componenti in quel punto e in quell’istante. Si ha interferenza costruttiva quando gli spostamenti hanno lo stesso verso e si ottiene un’onda di ampiezza maggiore di quelle dovute separatamente a ciascuna onda , viceversa si ha interferenza distruttiva quando gli spostamenti hanno verso opposto e si ottiene un’onda di ampiezza minore di quelle delle onde componenti. Battimenti Il fenomeno dei battimenti si ha quando interferiscono due onde di frequenza leggermente diversa. Se si tratta di onde sonore i battimenti consistono nella percezione di un suono di intensità variabile che raggiunge un massimo ad intervalli di tempo uguali. Consideriamo,ad esempio, due onde della stessa ampiezza inizialmente in opposizione di fase , le cui frequenze differiscono di 2 Hz , che si sovrappongono nella stessa regione di spazio Il risultato e’ il processo di battimenti caratterizzato da un suono di intensità variabile che raggiunge il massimo con frequenza pari alla differenza delle frequenze delle onde emesse dalle due sorgenti. Onde stazionarie nei tubi I principi fisici che regolano la vibrazione delle corde possono in qualche modo essere estesi, con le dovute differenziazioni, al caso della vibrazione di colonne d'aria all'interno di tubi. E' il caso degli strumenti a fiato e delle canne d'organo. La differenza più importante rispetto al caso delle corde è che l'onda stazionaria è di tipo longitudinale. Tubo aperto si osserva che le estremità aperte sono sempre antinodi di spostamento (massimo spostamento delle molecole) v v f1 = = λ 1 2L f2 = v v = λ2 L v 3v f3 = = λ 3 2L f4 = v 2v = λ4 L Tubo chiuso In generale : 4L λn = 2n − 1 v f n = ( 2n − 1) 4L si osserva che l’estremità aperta è sempre antinodo di spostamento (massimo spostamento delle molecole) mentre l’estremità chiusa è nodo EFFETTO DOPPLER L'effetto Doppler è un effetto di shift (spostamento) delle frequenze che vengono percepite da un ascoltatore, quando esiste un moto relativo della sorgente rispetto all'ascoltatore stesso (si muove la sorgente, oppure si muove l'ascoltatore, oppure si muovono entrambi con velocità diverse). Le figure 1 e 2 mostrano la propagazione delle onde emesse da una sorgente fissa e da una sorgente in movimento. Dalle animazioni è possibile notare come la lunghezza d'onda sia costante in tutte le direzioni per la sorgente fissa; diversamente, nel caso della sorgente in movimento, la lunghezza d'onda è funzione del coseno dell'angolo di osservazione per la sorgente in movimento (nel caso di un ascoltatore posto nella direzione del moto, la lunghezza d'onda è minore oppure maggiore di quella emessa, a seconda che la sorgente si avvicini oppure si allontani dall'ascoltatore). Oggi è molto facile constatare l'effetto Doppler: basta ascoltare la differenza nel suono emesso dalla sirena di un mezzo di soccorso quando si avvicina e quando si allontana. L'effetto è più evidente con mezzi molto veloci. Seguendo questo link si può vedere un'animazione che spiega chiaramente l' effetto doppler. È importante notare che la frequenza del suono emesso dalla sorgente non cambia. Per comprenderne il funzionamento, consideriamo la seguente analogia: qualcuno lancia una palla ogni secondo nella nostra direzione. Assumiamo che le palle viaggino con velocità costante. Se colui che le lancia è fermo, riceveremo una palla ogni secondo. Ma, se si sta invece muovendo nella nostra direzione, ne riceveremo un numero maggiore perché esse saranno meno spaziate. Al contrario, se si sta allontanando ne riceveremo di meno. Ciò che cambia è quindi la lunghezza d'onda; come conseguenza, l'altezza del suono percepito cambia. Sorgente in moto - Osservatore fermo Se la sorgente è ferma vs = 0 λ = v fs Se la sorgente è in movimento con velocità v s verso un osservatore stazionario ( vo = 0 ) l’effetto è un accorciamento della lunghezza d’onda pari allo spostamento della sorgente: λ′= v vs v − vs − = fs fs fs Conseguentemente la frequenza percepita dall’osservatore è aumentata, infatti: fo = v v v = = fs λ ′ v − vs v − vs fs v > vs ⇒ v >1⇒ v − vs fo > fs Viceversa se si allontana dall’osservatore la lunghezza d’onda emessa è di vs fs più lunga di λ : λ′= v vs v + vs + = fs fs fs Cosicché l’osservatore percepisce una frequenza più bassa e cioè fo = v fs v + vs Quindi la relazione generale, che vale quando l’osservatore è fisso e la sorgente mobile, è: fo = v fs v ∓v s Sorgente ferma - Osservatore in moto Se l’osservatore è fermo fo = fs = v λ Se l’osservatore è in movimento con velocità v0 verso la sorgente, egli ′ v fo = o λ v + vo v + vo ′ v v fo = fs + fo = + o = = fs v λ λ v fs riceve nello stesso tempo delle onde in più pari a , quindi: Viceversa se l’osservatore si allontana dalla sorgente fissa, vi è un decremento di frequenza, corrispondente al numero di onde che non riescono a raggiungere l’osservatore nell’unità di tempo a causa del suo allontanamento: ′ v − vo fo = fs − fo = fs v Pertanto la relazione generale, valida quando la sorgente è fissa e l’osservatore si muove, è: fo = v ± vo fs v Sorgente e Osservatore in moto v vs v ∓vs λ ′ = f ∓ f = f s s s f = v ± vo o λ v ± vo v ± vo fo = = fs v ∓vs v ∓vs fs Propagazione di onde subsoniche e supersoniche Nello studio dei flussi compressibili appaiono due velocità caratteristiche, la velocità del fluido V e la velocità del suono a. Un parametro che allora assume una grande rilevanza nel caratterizzare tali flussi è dato dal loro rapporto, che prende il nome di numero di Mach: M=V/a Sulla base dei valori del numero di Mach, i flussi dei fluidi compressibili possono essere classificati in subsonici (M<1), supersonici (M>1), transonici(flussi in cui esistono zone subsoniche e supersoniche), ipersonici (M>5) Consideriamo una sorgente di disturbo puntiforme che si muova nel fluido in quiete con velocità V costante. Il disturbo si propaga nel fluido in quiete con la velocità del suono a. Distinguiamo tre casi particolari: V<a, cioè velocità subsonica (M<1) Poiché la velocità della sorgente è minore della velocità del suono, i disturbi generati dalla sorgente riescono a raggiungere zone a monte della stessa. V=a, cioè velocità sonica (M=1) In questo caso, le onde emesse a differenti istanti saranno tutte tangenti tra loro e ad un piano normale alla direzione della corrente, che divide il campo in due regioni: quella dietro al corpo, in cui propagano i disturbi, e quella davanti al corpo nella quale il fluido è indisturbato. Una corrente sonica, pertanto, non risente della presenza del corpo fin quando non investe il corpo stesso. V>a, cioè velocità supersonica (M>1) In quest'ultimo caso il diedro si troverà sempre davanti ai disturbi emessi negli istanti precedenti. Le onde emesse ai diversi istanti sono tutte tangenti a due piani passanti per il vertice della sorgente. Questi due piani, detti anche onde di Mach, individuano un diedro (diedro di Mach) all'interno del quale sono confinati i disturbi, mentre all'esterno il fluido è indisturbato. L'angolo di semi-apertura del diedro di Mach prende anch'esso il nome di angolo di Mach.