Trazione elettrica, una scommessa vincente Un business che mette

Green Economy
ARPA Rivista N. 3 maggio - giugno 2009
Blast Architetti
Trazione elettrica,
una scommessa vincente
Un business che mette insieme
sostenibilità energetica e vivibilità
L’azienda, leader in Europa per la trazione elettrica,
produce anche veicoli ibridi e bimodali. L’ultima arrivata
è la 500 Fiat elettrica in un mercato in forte espansione.
Da Kilometro Rosso, parco scientifico alle porte di
Bergamo, al Centro delle professioni con rendimento
energetico certificato: quando l’architettura si fa verde.
Micro-Vett è l’azienda leader in Europa per la progettazione e la
costruzione di veicoli a trazione elettrica. Produce anche veicoli ibridi
e bimodali. La leadership è testimoniata dal numero di veicoli prodotti e venduti, dal successo ottenuto nelle principali gare europee e
dalla dimensione internazionale del suo mercato. Micro-Vett collabora
con Fiat, Iveco e Piaggio. In particolare collabora con il Centro Ricerche Fiat e con Fiat Professional in quanto la gamma dei prodotti
Micro-Vett corrisponde in gran parte al segmento dei veicoli commerciali di Fiat (Fiorino, Doblò, Ducato). Veicoli che non trasportano solo
merci ma anche persone; veicoli che possono essere adattati a molteplici funzioni (raccolta dei rifiuti). L’ultima arrivata in casa Micro-Vett
è la Fiat 500 elettrica testata da Quattroruote con risultati lusinghieri.
A Reggio Emilia, Micro-Vett con i suoi veicoli ha partecipato al più
importante progetto di mobilità sostenibile realizzato in Italia; progetto che ha avuto ampi riconoscimenti internazionali.
A Vicenza, Micro-Vett con i suoi veicoli commerciali è stato protagonista del primo progetto europeo di riorganizzazione ecologica del trasporto merci urbano.
Nel circondario di Imola, Micro-Vett sta progettando insieme al
Comune un modello integrato di mobilità elettrica comprensivo delle
infrastrutture per la ricarica veloce dei veicoli elettrici nella speranza di
convincere i principali attori della produzione e distribuzione dell’energetica elettrica (vedi Enel), che lo sviluppo del mercato del veicolo
elettrico è una nuova opportunità da cogliere.
Insieme ad altre imprese Micro-Vett ha messo a punto una strategia di
co-marketing per vendere parcheggi fotovoltaici con ricarica integrata
per veicoli elettrici.
Il nostro osservatorio ci conferma che il mercato del veicolo elettrico è
in forte espansione grazie agli incentivi pubblici e agli obiettivi di riduzione delle emissioni, ma anche grazie alla nuova generazione di batterie al litio che consentono prestazioni di grande qualità in termini di
efficienza e autonomia, di velocità e sicurezza. Quando i numeri del
mercato diventeranno importanti anche il costo del veicolo elettrico si
ridurrà in modo significativo.
Partendo dalla realizzazione di
prestigiosi appartamenti e ville,
l’attività dello studio Blast Architetti di Luca Bombassei, Franz
Siccardi e Simona Traversa – nato
nel 2001 – si è progressivamente
diversificata, dedicandosi a progetti nel settore retail in Italia e
all’estero, edifici certificati per
uffici e ricerca scientifica, nonché un innovativo format commerciale dedicato al mondo del- Centro R&SBrembo
l’automotive E-motion Park®, a
Napoli, Roma e prossimamente Mosca. Dal 2001 Blast Architetti ha lavorato al coordinamento progettuale del Parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso – un’area di 392.000 mq alle porte della città di Bergamo –
nato su master plan di Jean Nouvel. Quest’esperienza ha permesso allo
studio di indirizzare la progettazione verso la sperimentazione di un’architettura sostenibile, che contraddistingue tutti i suoi lavori più recenti.
All’interno di Kilometro Rosso, Blast Architetti ha realizzato nel 2007 il
progetto degli interni del Centro ricerche e sviluppo di Brembo e il progetto architettonico e d’interni di due edifici di prossima inaugurazione:
il Centro delle professioni, primo intervento architettonico nella provincia di Bergamo con rendimento energetico certificato, e il Centro universitario destinato a ospitare corsi post laurea promossi dall’Università di Bergamo. Centro delle professioni e Centro universitario appartengono al
Comparto Carbon Zero di Kilometro Rosso: grazie all’adozione della geotermia per il riscaldamento e per il raffrescamento degli ambienti non
sono utilizzati combustibili fossili. Se il primo edificio ha già ottenuto la
certificazione in classe A secondo il protocollo di CasaClima e secondo la
certificazione lombarda Cened, il secondo ha caratteristiche tali da far
presupporre un ulteriore miglioramento.
Tali risultati sono stati raggiunti attraverso una progettazione integrata
che tiene conto di un corretto uso delle risorse, di un’impiantistica efficiente e all’avanguardia, dell’utilizzo di un processo di costruzione
industrializzato e di scelte formali attente all’orientamento dell’edificio, all’ottimizzazione delle aperture e all’involucro esterno. La prefabbricazione, secondo Blast, gioca un ruolo fondamentale perché,
come nell’industria, consente di conoscere a priori qualità e prestazioni
dei singoli componenti da utilizzare che concorreranno a creare la prestazione complessiva dell’edificio realizzato. Com’è accaduto per il
Centro delle professioni, attraverso software mutuati dal mondo dell’industria, possiamo conoscere le prestazioni dell’edificio ancora
prima di costruirlo, in tempo per migliorarle se necessario. L’industrializzazione del processo produttivo del manufatto architettonico consente anche tempi di costruzione veloci e certi, associando alla sostenibilità energetica la necessaria sostenibilità economica.
Nell’ambito del proprio impegno per lo sviluppo di un’architettura sostenibile, che include anche la ricerca di una reale vivibilità degli spazi progettati, Blast Architetti nel 2008 è entrato far parte di Gmi, Green Management Institute, istituto privato per la ricerca e la valorizzazione del contenuto ambientale di prodotti e processi.
Raffaello De Brasi, responsabile relazioni esterne di Micro-Vett
FOTO: ARCH. MICRO-VETT
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Micro-Vett
Monica Racic, Blast Architetti
FOTO: ARCH. BLAST ARCHITETTI
Voci d’impresa
Green Economy
ARPA Rivista N. 3 maggio - giugno 2009
Voci d’impresa
Novamont
Biosolar Flenco Group
Il Mater-Bi e le materie prime
rinnovabili dagli oli vegetali
Mini impianti solari termodinamici,
una scelta etica
La ricerca può svolgere un ruolo determinante nell’individuare
soluzioni innovative. È il caso di Novamont con il Mater-Bi,
materia prima del tutto simile alle plastiche tradizionali.
L’installazione di innovativi sistemi per la produzione di
energia da fonti rinnovabili può essere vantaggioso anche nei
paesi in via di sviluppo.
L’attuale crisi economica coincide non a caso con quella ecologica spingendo l’economista Jean Paul Fitoussi ad affermare che “al centro del
loro funzionamento perverso si trova l’identico problema etico: la preferenza
per il presente, e il suo corollario, il deprezzamento per il futuro. In questa
tensione tra lungo e breve termine si stringe il legame più profondo tra crisi
finanziaria e crisi ecologica”. Oggi c’è un’unanime constatazione del
fatto che dimostra come tale sistema di sviluppo, che ha dominato i
decenni precedenti, sia precario e al contempo costituisca un’eccezionale opportunità per provare nuovi modelli ecosostenibili coinvolgendo imprese, gli attori istituzionali e la collettività.
Materie prime rinnovabili, quali olii vegetali, amido da cereali e patate,
cellulosa da paglia e legno, lignine e aminoacidi stanno acquistando
sempre maggiore interesse come feedstocks industriali, a seguito dei
problemi energetici e ambientali. Impiegando processi fisici, chimici e
biologici questi materiali possono essere convertiti in carburanti, intermedi chimici, polimeri e specialties in generale per i quali fino a oggi è
stato utilizzato petrolio.
L’attività del gruppo di ricercatori che ha dato vita a Novamont è cominciata proprio da qui: dall’assunzione che la ricerca può svolgere un ruolo
determinante nell’individuare soluzioni realmente innovative.
Si è partiti con l’amido di mais chiedendoci se fosse stato possibile realizzare un materiale con caratteristiche strutturali. Ne è nato il MaterBi, con resistenza e tenuta del tutto simili a quelle delle plastiche tradizionali. Oggi siamo alla seconda generazione di Mater-Bi che
aumenta il contenuto di carbonio rinnovabile grazie all’uso di prodotti
derivati da oli vegetali con l’attivazione di nuovi impianti appena partiti basati su tecnologie proprietarie.
L’approccio di Novamont è stato ed è comunque orientato allo sviluppo di una nuova economia di sistema, dove i prodotti progettati a
basso impatto possano svolgere un reale contributo positivo. Un esempio concreto è quello dei materiali biodegradabili, come sacchi e stoviglie monouso: è ormai acclarato che svolgono un ruolo cruciale nell’affermazione della raccolta differenziata della frazione organica che
secondo un recentissimo studio europeo rappresenta il 38% dei rifiuti
solidi urbani. Una destinazione della frazione organica (biowaste) alla
digestione anaerobica e compostaggio potrebbe permettere un taglio
di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 a livello europeo.
Un mio amico ingegnere, che all’età di 86 anni mi assisteva nei miei
viaggi, arrivando in un Paese che attraversava un momento di crisi economica, mi diceva: “Vedi, se qui non possiamo vendere vuol dire che
dobbiamo comperare”. Aveva ragione, facemmo buoni affari.
Così ora quando molti settori tradizionali non tirano, i settori innovativi, che si rivolgono a un futuro più pulito, più etico e logico hanno
buone possibilità di sviluppo.
Andrea Di Stefano, Novamont
Alessandro Daneu, amministratore delegato Biosolar Flenco Group
La Biosolar Flenco group srl, raccogliendo l’esperienza pluriennale dei
suoi soci, sta investendo nello sviluppo di tecnologie per la produzione
di energia da fonti rinnovabili puntando sulla costruzione di mini
impianti solari termodinamici e a biomasse.
Piccola taglia, 120 kW elettrici o multipli, perché Biosolar crede alla
produzione diffusa utilizzando le fonti rinnovabili che devono essere a
“km 0”, sole e biomassa, favorendo le piccole imprese artigiane, agricole e di servizi.
Il solare termodinamico SIP Solar (brevetto Biosolar) è l’unico sistema
che permette l’accumulo di energia su 24 ore (indispensabile per
alcuni utilizzi) e che può superare l’80% di rendimento con la valorizzazione della parte termica residua a 68°C.
Questo, oltre a essere estremamente vantaggioso permette le applicazioni anche dove l’energia elettrica e quindi l’acqua potabile, la sanità
ecc., sono costose o impossibili.
L’integrazione di SIP Solar con la biomassa COB, permette l’applicazione del sistema anche in quelle installazioni dove l’effetto delle stagioni è sensibile (ad esempio anche nel Nord Italia) rientrando comunque nella tariffa unica 0,28 euro/kWh per parte biomassa (circa 0,40
euro/kWh per il solare).
FOTO: ARCH. NOVAMONT
Etica vuol dire anche utilizzare bene le risorse: se produrre energia elettrica con fonti rinnovabili nei paesi avanzati è un lusso che paghiamo,
con le stesse risorse sarebbe eticamente più giusto produrla nei paesi in
via di sviluppo, dove l’energia non c’è o dove produrla da fonti fossili è
spesso più costoso: SIP Solar va in questa direzione, solo con i fondi dei
soci, e a oggi senza nessun contributo pubblico (criticità).
Moduli SIP Solar in spedizione
Modulo SIP Solar montato
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