∂ 2012 ¥ 4 ∂ – Rivista di Architettura 2013 ¥ 4 Riqualificazione Traduzioni in italiano1 Inserto ampliato in italiano ‡ Vom Louvre bis zur Wohnmaschine ‡ Alte Substanz – neue Nutzung ‡ Chandigarh: Mythos und Wirklichkeit Traduzione: Rossella Mombelli E-Mail: [email protected] Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture Serie 2013 · 4 · Sanierung · Refurbishment · Réhabilitation · Riqualificazione Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: www.detail.de http://it.detail-online.com/architettura/news/riqualificazione-020881.html http://www.detail.de/architektur/news/sanierung-umnutzung-ergaenzung-020873.html http://www.detail-online.com/architecture/news/refurbishment-020880.html Pagina 342 Cineteca a Madrid Recentemente si è concluso l’intervento di ­riconversione dell’area Matadero con i padi­ glioni dell’ex macello civico di Madrid (1907– 1927) in Campus per la cultura creativa. Per l’operazione che ha trasformato in cineteca un corpo sull’angolo nord dell’area, gli archi­ tetti hanno applicato un modello innovativo dove il raffinato alternarsi di luce e buio negli spazi interni si richiama apertamente all’arte cinematografica. Il complesso preesistente che consta di vari fabbricati connessi tra ­loro, consacrati in particolar modo al film ­documento e al film sperimentale, accoglie oltre ad un archivio del cinema, due sale di proiezione, studi cinematografici e televisivi con uffici, un bar e un cortile per la proiezio­ ne estiva all’aperto. Per conservate l’intensità e la mistica dei fabbricati esistenti caratteriz­ zati da facciate in pietra naturale e fasce in laterizio e per consentire un’armoniosa inte­ grazione, sono state eseguite pesanti opere di ­ristrutturazione come l’integrazione di pila­ stri per il consolidamento strutturale delle fondamenta oppure l’inserzione di elementi d’irrigidimento d’acciaio nelle pareti e nuovi solai in c.a. Il nuovo si pone in contrasto con l’esistente con pavimenti, solai e rivestimenti parietali scuri; ma è soprattutto un elemento a caratterizzare l’ambiente interno: l’intreccio in tubi di gomma supportato da una struttura in tubolari di sezione tonda d’acciaio che ­avvolge la snella scala e il vuoto dell’archivio, vestendo come fosse un grande cesto di ­vimini le pareti e i soffitti delle sale cinemato­ grafiche. Le strisce LED disposte lungo le aste portanti della struttura tingono d’arancio il tessuto intrecciato in tubi di plastica che si estende per i tre livelli dell’archivio mentre illuminano completamente le scaffalature scure con una luce di toni caldi. Anche nell’intreccio grigio scuro dell’ampia sala ci­ nematografica sono state inserite delle luci LED che sino all’inizio della presentazione portano allo spazio un enigmatico luccichio. Dopo il film si offre la possibilità di una visita alla cantina con bar dove l’atmosfera dell’ex mattatoio è rimasta intatta. Planimetria generale scala 1:10 000 Piante ∙ Sezioni scala 1:750 1 2 3 4 5 6 5 6 9 Archivio filmografico Studio cinematografico e televisivo Uffici Sala cinematografica grande Ingresso cinema/biglietteria Vestibolo/sala polifunzionale Sala cinematografica piccola Corte/cinema all’aperto Bar Cantina 1 iastrella in terracotta 20 mm P letto di malta 40 mm, membrana geotessile ­pannello in schiuma rigida 60 mm ­impermeabilizzazione a doppio strato solaio in c.a. 120 mm (esistente) Tubo in plastica Ø 25 mm Tubolare in acciaio Ø 30 mm Vetrazione isolante in float 8 + intercap. 15 + temperato 8 mm in telaio di acciaio Lamiera in acciaio 10 mm Lamiera in acciaio inserita in finestra parete in laterizio 360 mm Doghe di legno 20 mm, fibra minerale 50 mm materassino fonoassorbente 40 mm, c.a. 250 mm rivestimento in legno grigio 20 mm Muratura in laterizio (esistente) restaurata Rivestimento in legno grigio 20 mm pannello in schiuma rigido 50 mm 2 3 4 5 6 7 8 9 Sezione verticale scala 1:20 Sviluppo della struttura intrecciata scala 1:500 a Sala cinema grande b Sala cinema piccola c Archivio Pagina 347 Studio di ingegneria a Rotterdam Per questo cliente, un team di ­ingegneri di Rotterdam a loro associato, gli architetti han­ no sviluppato un concetto atipico di ufficio: il concetto si innesta negli spazi del padi­ glione di un’ex acciaieria in magnifica posi­ zione lungo la Mosa. Mentre, sulla base di valutazioni economiche, decade l’idea di una ­riqualificazione completa o di un miglio­ ramento energetico dell’involucro di facciata in scheletro d’acciaio rivestito di laterizio, si allestiscono all’interno box climatizzati usati come postazioni di lavoro. In questo modo, rimane integra la qualità architettonica dei grandi volumi dell’ex acciaieria caratterizzati da possenti travature in acciaio. Dopo aver eliminato piccole superfetazioni poco grade­ voli, si è provveduto all’inserimento di ampie finestre, a risanare le travi in acciaio e a la­ vare le pareti in laterizio esistenti e i masset­ ti. Gli spazi di lavoro sono stati allocati nell’o­ pen space dell’ex-acciaieria utilizzando una struttura disposta su due livelli. Gli uffici si collocano in corrispondenza dei due fronti opposti del padiglione, mentre in posizione intermedia, al centro del loft con microclima più moderato, si collocano i box con la sala conferenze o gli uffici di gruppo, un’area pause, la cucina e un’area pic-nic con sem­ plici panche in legno. Piattaforme di collega­ mento e passerelle aperte sono elementi di connessione tra gli spazi di lavoro ma anche stimolanti punti di osservazione sullo spazio interno e sulle costruzioni circostanti. I lucer­ nari esistenti e le nuove ampie finestre riem­ piono gli spazi di luce naturale offrendo pro­ spettive panoramiche sulla Mosa. L’effetto dei nuovi volumi è ­determinato poi da una ­ridotta selezione di materiali: lastre in policarbonato a doppia nervatura, scale in legno naturale e punte cromatiche di giallo fanale. La trasparenza diffusa dei nuovi ele­ menti e la luce gialla ne evidenziano il carat­ tere come ulteriore elemento formale. Lo spazio concepito come “campo giochi per ingegneri” genera un’atmosfera rilassan­ te e leggera. Contornati da ampia spaziosità e da copiosa luce, i collaboratori hanno sempre un contatto diretto con il centro dell’organizzazione e della ­comunicazione rappresentato dall’atrio. Planimetria generale scala 1:2500 a Ex acciaieria (esistente) b Demolizione di superfetazioni poco gradevoli c Nuove finestre di grande dimensione Sezioni ∙ Piante scala 1: 500 1 Ingresso 2 Reception 2 Traduzioni in italiano 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Guardaroba Zona di attesa Tribuna conferenze Tavoli da pranzo Deposito Terrazza Sala conferenze grande Cucina Sala reprografica Sala conferenze piccola Postazioni di lavoro isolate Centrale impiantistica Sala copie Archivio Segreteria Centrale server Sala polifunzionale Deposito biciclette Postazioni ufficio Sala conferenze Direzione Nicchie di riunione Angolo lounge Postazioni per lavoro di gruppo Biblioteca Postazioni per lavoro autonomo d e Risanamento travi reticolari in acciaio Postazioni di lavoro realizzate con l’inserimento di box Gallerie connettive e aree meeting f Sezioni verticali scala 1:20 1 P annello nervato doppio in policarbonato traslucido 40 mm 2 Montante in profilato di acciaio ¡ 80/40/30 mm 3 Pavimento in tessuto di vinile 5 mm strato livellante 5 mm, massetto in cemento fibrorinforzato su lamiera grecata 50 mm travi di legno 71/121 mm/pannello di fibra ­minerale 100 mm, intercapedine 357 mm struttura metallica pannello di cartongesso 12,5 mm 4 S truttura di irrigidimento in profilato di alluminio ¡ 80/30/3 mm vetrazione isolante in serramento di alluminio 5 Pilastro in profilato di acciaio HEA 100 6 Soletta (esistente) in c.a. 7 Parapetto in piatto di acciaio 80/10 mm 8 Divisorio in montanti metallici 225 mm 9 Pannello in compensato multistrato 18 mm trave in acciaio HEA 240/travi in legno 71/171 mm/strato di fibra minerale 100 mm struttura secondaria in legno pannello di cartongesso 12,5 mm 10 Coperchio corpo illuminante in plastica traslucida 5 mm 11 Porta scorrevole in telaio di legno con vetrazione isolante 12 Pannello di cartongesso 2x 12,5 mm pilastro in acciaio HEA 100/pannello di fibra ­minerale 100 mm, muratura (esistente) Pagina 352 Residence a Parigi Negli anni ’60, sull’area dello storico com­ plesso della “Fondation Eugène Napoléon”, venne eretto un fabbricato residenziale con struttura in calcestruzzo armato non a vista di dieci piani. Oggi, nel 12esimo Arrondisse­ ment, zona di Parigi di particolare densità di costruito, non sarebbe più possibile realiz­ zare un edificio così elevato; per ampliare la superficie residenziale del fabbricato, i com­ mittenti hanno optato per una riqualificazio­ ne con completamento. Nella sua nuova ­pelle metallica che qua e là lascia trasparire 2012 ¥ 4 ∂ punte di colore, l’edificio emana una serena e moderna urbanità. Arrivando dal vivace Boulevard Diderot, l’area conclusa del lotto si percepisce come un’oasi verde: uno spa­ zio aperto di quasi 1000 m2 tenuto con estrema cura con un antico patrimonio arbo­ reo. La nuova sala polifunzionale a ­forma di imbuto prosegue senza soluzione di conti­ nuità gli assi del complesso classico artico­ lando le superfici all’aperto e collegando il nuovo volume distribuito su tre livelli con la preesistenza. Per l’ampliamento lungo il lato ovest, gli architetti hanno messo a punto una soluzione lineare: una struttura in acciaio ­anteposta alla costruzione preesistente che, nel suo ripiegarsi, spoglia del ­severo rigore il volume parallelepipedo. Una pelle traforata in alluminio veste sia l’esistente che il nuovo e, a seconda dell’incidenza della luce, viene percepita grigia, da tras­parente sino a di­ ventare opaca assumendo toni argentei. L’effetto è stato riprodotto con l’ausilio di nu­ merosi test su parti traforate. Le aperture dell’involucro si orientano verso l’interno del­ la facciata, con sottili variazioni nella dispo­ sizione e nella dimensione in modo tale da nascondere la facciata esistente caratteriz­ zata da un sistema di assi regolari. L’effetto plastico ottenuto dalla diversa distanza degli strati di facciata anima ulteriormente il corpo di fabbrica. Una progettazione che non esita a scendere nel particolare costruttivo carat­ terizza anche i 141 appartamenti. Nonostante le superfici degli appartamenti siano minime, il più piccolo misura 12 m2, la sensazione è che gli appartamenti siano spaziosi sia per gli arredi leggeri e chiari, sia per la suddivisione in due parti che per la relazione diretta con l’esterno. Alla soste­ nibilità sono vincolate piante ad uso flessibi­ le con pareti divisorie in tecnologia leggera, un intervento di ristrutturazione termica con integrazione di isolante in facciata e in copertura, nuove finestre ed elementi ­fotovoltaici sulla copertura. Planimetria generale scala 1:3000 Piante piano terzo piano primo piano terra Sezione scala 1:500 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Ingresso residence Sala Media Reception Accoglienza Amministrazione Lavanderia Sala polifunzionale Monolocale Bilocale Sala TV Balcone comune 1 E lemento scatolare in lamiera d’alluminio ­anodizzato, traforato 2 mm 2 S truttura in profili d’acciaio | 80/80/4 mm e 70/70/4 mm 3 Guaina impermeabilizzante a due strati strato termoisolante in schiuma rigida 120 mm 4 5 6 7 8 9 10 11 12 barriera vapore lamiera grecata con betoncino 110 mm struttura non a vista in alluminio 40 mm strato termoisolante 80 mm pannello in cartongesso 12,5 mm S olaio in c.a. 150 mm (esistente) Pannello in HPL 8 mm, smaltato a colori struttura non a vista in alluminio 2x 30 mm pannello termoisolante 70 mm strato termoisolante 128 mm struttura non a vista in alluminio 48 mm pannello in cartongesso 2x 13 mm Pilastri/travi in profilo di acciaio HEA 160 Lamiera grecata con betoncino 90 mm Pavimento in PVC 10 mm, massetto 50 mm pannello fonoassorbente 20 mm lamiera grecata con betoncino 110 mm strato fonoisolante 52 mm pannello in fibra di gesso 18 mm Telaio in alluminio con vetrazione isolante Giunto edile fra ampliamento ed esistente: silicone, cordoncino a tenuta profilo in legno 5 mm Pavimento in PVC 10 mm, solaio in c.a. 160 mm (esistente), strato fonoisolante 72 mm pannello in fibra di gesso 18 mm Intonaco 10 mm, strato termoisolante 120 mm, ­parete in c.a. 280 mm (esistente) Sezione scala 1:20 Assonometria della struttura in acciaio Piano nono Pagina 356 Conversione di scuola statale in condominio residenziale ad Hannover La riconversione di una scuola in centro re­ sidenziale è stata senza dubbio un incarico insolito. L’idea è stata proposta dal develo­ per “Plan W” che si era prefisso, insieme agli architetti, di riconvertire un edificio sco­ lastico inattivo nell’area sud di Hannover per realizzarvi un progetto di edilizia collettiva. Come se le condizioni iniziali di progetto non fossero abbastanza complesse, sull’edificio scolastico per non-vedenti eretto nel 1962 pendeva anche un vincolo di tutela architet­ tonica. L’incarico non consisteva solo nell’in­ tegrazione definitiva di funzioni residenziali nel complesso di edifici con pianta ad U, ma prevedeva anche di mantenere l’aspetto esterno delle facciate e contemporanea­ mente di adempiere agli attuali standard energetici. Sono stati realizzati complessiva­ mente 16 appartamenti con super­ficie com­ presa fra i 60 e i 170 m2 distribuiti nei tre corpi dell’edificio: l’ex biblioteca, l’ala delle aule e la palestra. Accanto si collocano tre uffici, una biblioteca per bambini e per gio­ vani originata dall’ex biblioteca di quartiere installata nell’ex-atrio d’ingresso. La diversa collocazione nell’esistente e le esigenze specifiche della committenza hanno deter­ minato le caratteristiche specifiche di ogni appartamento. Nell’ala della biblioteca ­disposta su un unico livello ci sono quattro appartamenti orientati con gli ambienti prin­ cipali verso il cortile reso accessibile tramite un pergolato interno che ha permesso di la­ sciare invariata la facciata su strada. Verso sud, le nuove finestre realizzano una migliore relazione con l’ambiente esterno. ∂ 2012 ¥ 4 L’ala delle aule e degli uffici è stata comple­ tamente modificata e ha subito un intervento radicale soprattutto al piano terreno. ­ Il corridoio per la ricreazione rivolto verso il cortile, che in origine si trovava a distanza di circa 2 metri dall’edificio, è stato aggiunto alla superficie residenziale mentre lo spazio intermedio è stato ridotto a tre piccoli atri dove sedersi protetti all’aperto. Contempora­ neamente, la facciata in laterizio è diventata un interessante elemento formale degli spazi ­interni. Nei due piani superiori del complesso si ­trovavano le aule. Suddivisi in cinque unità residenziali incluso un duplex, i livelli sono connessi dalle scale esistenti su cui si è ­intervenuti con lievi modifiche. Sotto il con­ trollo della Commissione per la tutela archi­ tettonica, sono stati apposti dei balconi lun­ go la facciata ovest dotati di parapetti traslucidi. I balconi seguono il ritmo della facciata e s­ ono ancorati in corrispondenza dei pilastri. L’intervento di riconversione di maggior impatto è stato quello che ha ri­ guardato la facciata della palestra. E’ stato inserito un nuovo solaio per consentire la re­ alizzazione di appartamenti distribuiti su tre livelli mentre l’accesso avviene tramite il cor­ tile interno al piano intermedio. L’intervento di ristrutturazione della facciata in vetro pre­ esistente si è rivelato molto complesso per il fatto che la distribuzione delle unità resi­ denziali non corrispondeva. Il problema è stato risolto progettando una nuova facciata in vetro arretrata di un metro rispetto alla griglia strutturale di calcestruzzo e ricavan­ do uno stretto balcone nell’interspazio. ­L’implementazione energetica dell’edificio ha rappresentato l’intervento più impegnativo. Per raggiungere lo standard 70 KfW (che corrisponde ad un abbattimento del 30% dei valori limite) si è proceduto all’analisi e all’ottimizzazione di più di 100 situazioni di ponte termico. Dato che per la facciata sotto vincolo di tute­ la architettonica non era possibile realizzare un isolamento esterno, si è proceduto all’ap­ plicazione di un isolamento interno mentre tutti le finestre esistenti sono stati sostituite con vetrazione a due camere. Nell’insieme, stupisce quanto sia poco visibile ad opere terminate la complessità del progetto realiz­ zato. Silenziosamente la scuola si è trasfor­ mata in un edificio residenziale plurifamiliare. Tuttavia negli spazi semipubblici rimane an­ cora nell’aria il vecchio carattere scolastico. Planimetria generale scala 1:2500 Funzione precedente di edificio scolastico: 1 Biblioteca 2 Ala aule didattiche 3 Palestra 4 Appartamento custode 5 Atrio d’ingresso Sezioni ∙ Piante scala 1:750 6 Ufficio 7 Appartamento Traduzioni in italiano3 8 Atrio 9 Appartamento duplex 10 Biblioteca bambini e giovani 1 G hiaia 40 mm, sabbia argillosa 20 mm (esisten­ te), impermeabilizzazione bituminosa a tre strati (esistente), rivestimento in tavole 25 mm (esisten­ te), isolamento termico in cellulosa 220 mm inter­ medio fra struttura in legno (esistente) insufflata dal basso, freno vapore dotato di resistenza va­ riabile al passaggio di umidità, listelli 48/24 mm, rivestimento in lastre di cartongesso 20 mm 2 Intonaco (esistente), pannello in calcestruzzo leggero 50 mm (esistente) trave in c.a. 270/950 mm (esistente) 3 Trave in c.a. (esistente) 4 Parquet in blocchetti di legno di taglio 23 mm, massetto di cemento 40 mm, foglio in PE materassino fonoassorbente 40 mm, solaio in la­ terizio e putrelle 220 mm, intonaco interno 15 mm 5 Trave HEB 220 in acciaio 6 Reticolo di facciata in c.a. 50 mm (esistente), ­tinteggiato 7 Porta finestra: telaio in legno con vetrazione a ­doppia camera U=0,9 W/m2K 8 Pilastro in c.a. 500/500 mm (esistente) 9 Parquet in blocchetti di legno di taglio 23 mm massetto di cemento 50 mm, foglio in PE pannello isolante EPS 90 mm solaio in c.a. 150 mm (esistente) controsoffitto in cartongesso 12,5 mm 10 Grigliato in acciaio zincato a fuoco 30 mm ­supporti di sostegno, guaina saldata impermea­ bilizzante in bitume-elastomero, strato isolante in pendenza EPS, barriera vapore 11 Rivestimento in cartongesso 12,5 mm strato i­solante capillarmente attivo ai silicati di calcio 100 mm 12 Parquet in blocchetti di legno di taglio 23 mm massetto di cemento 50 mm, foglio in PE pannello isolante EPS 100 mm guaina impermeabilizzante saldata in bitumeelastomero, massetto composito 60 mm (esistente), solaio in c.a. 100 mm (esistente) 13 Malta da intonaco alleggerita strato isolante i­nterno capillarmente attivo ai silicati di calcio 120 mm 14 Parete divisoria appartamento: muratura in ­blocchi di silicato di calcio 2x 115 mm con ­nucleo isolante 50 mm, intonaco di argilla su ­entrambe le facce 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Ingresso cantina Bagno Camera Ingresso WC Pranzo Cucina Soggiorno Vuoto Piante appartamento D4 scala 1:400 Facciata doppia dell’ex palestra Sezione verticale • sezione orizzontale scala 1:20 Sezione facciata con balconi dell’ex ala aule scala 1:20 1 G hiaia 40 mm (esistente) sabbia argillosa 20 mm (esistente) impermeabilizzazione bituminosa a tre strati (esistente), rivestimento in tavole 25 mm (esisten­ te) struttura in legno 40/120 mm ­(esistente) lastra in sughero espanso 35 mm (esistente) solaio in c.a. a cassettoni 290 mm (esistente) strato d’aria nell’intercapedine 5 mm e strato iso­ lante in fibra di legno 160 mm, listelli 50/40 mm, strato isolante intermedio in fibra di legno 40 mm barriera vapore, listelli 50/20 mm, rivestimento in lastre di cartongesso 12,5 mm 2 Malta da intonaco alleggerita pannello ai silicati di calcio 60 mm 3 F inestra in legno con vetrazione a doppia ­camera a selezione solare U = 0,9 W/m2K 4 Piastrelle in ceramica 40 mm (esistente) contro parete in laterizio 115 mm (esistente) strato d’aria 40 mm (esistente), blocco forato in laterizio 240 mm (esistente), pannello ai silicati di calcio capillarmente attivi 120 mm malta da intonaco alleggerita 10 mm 5 Parquet 20 mm, strato in PVC (esistente), massetto 40 mm (esistente), materassino ­fonoassorbente in EPS 20 mm (esistente) solaio in c.a. a cassettoni 290 mm (esistente) intercapedine con strato isolante in fibra di legno 210 mm, strato isolante in PUR 60 mm (su area perimetrale di 1 metro di larghezza) rivestimento in lastre di cartongesso 12,5 mm 6 Flangia di testa in acciaio zincato a fuoco 150/250/20 mm 7 Lamiera di connessione 250/70/15 mm 8 Tirante in acciaio zincato a fuoco 18 mm 9 Portafinestra ad alzante scorrevole in telaio di ­legno con vetrazione isolante, U = 0,9 W/m2K 10 Profilo di acciaio inox ad fi 30/27/3 mm 11 Parapetto in stratificato di temperato traslucido 8 + pellicola PVB + temperato 8 mm 12 Scossalina in lamiera piegata 13 Profilo in acciaio ad fi 160 mm 14 Doghe in larice zigrinate 35 mm cartone bituminato su magatelli distanziatori tubolare in acciaio | 80/80/8 mm lamiera grecata 35 mm, lamiera d’acciaio 2 mm 15 Flangia di testa 150/270/24 mm Pagina 362 “Bluebox” a Bochum Solo un occhio esperto riconosce nel “Blue Box” della Scuola Superiore di Bochum i ­segni del massiccio intervento di ristruttura­ zione operato. Nel 1965, Bruno Lambard ­realizzò una costruzione in acciaio nel rigore di un linguaggio tardo-moderno con funzio­ ne di mensa temporanea. Dal 1971 l’edificio è stato utilizzato come biblioteca universita­ ria; poi con la “promozione” a deposito bi­ bliotecario, le vetrate sono state tamponate da pannelli laccati di blu. Solo all’inizio degli anni ’90, l’edificio trascurato nel tempo, ven­ ne riattivato a lotti dal professor Wolfgang Krenz in “centro didattico” della Facoltà di Architettura. Infine, nel 2009 venne assicu­ rato il finanziamento per una complessiva ­riqualificazione che ha prodotto un moderno edificio per la didattica e lo studio. La struttura fondamentale del corpo dispo­ sto su due piani è rimasta sino ad oggi inva­ riata: pilastri in acciaio collocati all’esterno del perimetro lungo un reticolo geometrico di assi a maglia quadrata di 5 metri di lato portano una delle prime reticolari spaziali Mero del Dopoguerra. Con un’altezza di 1,75 metri, la struttura ­portante si estende all’intero piano superiore. Nelle aree ­perimetrali, laddove la facciata al piano ­terreno è arretrata, il solaio di copertura si colloca sulle mensole dei pilastri d’acciaio disposti perimetralmente. In ­entrambi i piani, un nucleo centrale divide il volume in due aree di grande estensione. Diversamente dalla situazione originaria, ­l’edificio è acces­ sibile da quelli che precedentemente aveva­ no la funzione di ingressi laterali secondari. L’ingresso principale che si apre verso la 4 Traduzioni in italiano piazza antistante e le quattro imponenti sca­ le in c.a. al centro dell’edificio sono state de­ molite. La sala mensa al piano primo ha di conseguenza ampliato la propria superficie ora disponibile ad un uso flessibile. L’involu­ cro dell’edificio versava nel 2009 in un tale stato di degrado che sia la copertura che le facciate sono state completamente sostitui­ te. Per ottemperare alla normativa energeti­ ca del 2009, è stato necessario implementa­ re la struttura di copertura in altezza: la linea perimetrale del volume di copertura è stata inevitabilmente chiusa prima del perimetro originario dell’attico. Il grande carico della copertura e la necessità di un nuovo collau­ do hanno reso necessario un irrobustimento della struttura Mero. Circa 200 aste, non ­richieste nel progetto iniziale, sono state ­integrate e alcune rinforzate. Il tamponamento superiore della nuova fac­ ciata sarebbe entrato in collisione con le ­diagonali esterne del sistema Mero a causa della profondità dei profili e per questo moti­ vo è stato collocato 30 cm più in profondità. Il carico del vento si trasmette ad una trave interna a sezione a C che è saldato poste­ riormente all’HEB del pilastro. Guardando dall’esterno, l’intervento rimane nascosto dietro il telaio originale con lamelle d’allumi­ nio fisse che si antepone alla facciata. Anche le nuove tende alla veneziana in allu­ minio, che fungono da schermo adattabile, rimangono praticamente nascoste in secon­ do piano. Per ottemperare alle norme antincendio, le due scale che collegano il piano superiore sono state chiuse da soffitti REI 90 in lamie­ ra grecata e cartongesso senza interferire con le strutture portanti tridimensionali so­ vrastanti. Due lucernari a nastro divisi in tre campiture con funzione di estrattori di fumo, provvedono al raffrescamento notturno du­ rante la stagione estiva. Entrambe le funzioni sono supportate da aperture a ventilazione controllata in corrispondenza del parapetto ogni due campiture vetrate. Con un accurato intervento di risanamento molti dei particolari costruttivi reperiti nell’e­ sistente sono stati tradotti in un linguaggio architettonico contemporaneo. Il risultato è stato il recupero per il futuro di un esemplare modello di architettura del Movimento ­Moderno. Planimetria generale scala 1:4000 Piante • Sezione scala 1:500 Vista aerea del nuovo edificio nel 1965 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Ingresso Guardaroba Kitchenette Ingresso secondario Ufficio Deposito Aula (master) Aula (I-IV semestre) Aula (V-VIII semestre) Pool informatico Sala polifunzionale 2012 ¥ 4 ∂ Sezione verticale Sezione orizzontale scala 1:20 1 2 3 4 5 6 Pilastro portante : profilo in acciaio HEB 180 ­(esistente) Guaina impermeabilizzante monostrato con sor­ monto a strappo, strato di protezione in materiale sintetico rivestito in PIB, strato termoisolante espanso PUR 200 mm, barriera vapore lamiera grecata 50 mm in pendenza tubolare in acciaio ¡ 70/70 mm, zincato rialzi in ­tubo di acciaio Ø 40 mm/zona impianti sistema di controsoffittatura acustica sospesa pannello in lana minerale in telaio di alluminio struttura reticolare Mero modulo 2500 mm altezza del ­sistema 1750 mm con tubolari d’ac­ ciaio integrati e talora irrigiditi Vernice trasparente in resina epossidica massetto cementizio 60 mm strato di separazione in foglio di PE strato fonoassorbente in lana minerale 12 mm strato autolivellante in cls alleggerito 5–10 mm solaio a cassettoni di cls 130 mm (esistente) sospensione/zona impianti lana minerale 200 mm controsoffitto sospeso in lamiera di alluminio, piegata verniciata a polvere 3 mm Rivestimento in lamiera di alluminio, piegata ­verniciata a polvere 3 mm, strato di ventilazione strato termoisolante in lana minerale 60 mm Vetrazione isolante in stratificato 8 + intercapedi­ ne 16 + stratificato 10 mm in facciata montanti e traversi di alluminio Vernice trasparente in resina epossidica massetto cementizio 50 mm strato di separazione in foglio di PE strato termoisolante in lana minerale 50 mm strato autolivellante in cls a ­ lleggerito 10–20 mm fissaggio con colla a base bituminosa 10 mm solaio in c.a. (esistente) Sezione verticale Sezione orizzontale (sotto lo schermo solare fisso) Particolare costruttivo originale del 1965 e situazione dopo la ristrutturazione scala 1:10 Spazio interno mensa nel 1965 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Copertura: guaina impermeabilizzante monostrato con ­sormonto a strappo, foglio sintetico di protezione strato termoisolante estruso PUR 200 mm barriera vapore lamiera grecata 50/262,5/0,88 mm in pendenza tubolare in acciaio ¡ 70/70 mm, zincato piedi in tubo di acciaio Ø 40 mm/vano tecnico sistema di controsoffitto acustico sospeso con pannello di lana minerale in telaio di alluminio ­struttura reticolare spaziale Mero 2500 mm, ­altezza del sistema 1750 mm con integrazione di tubolari ­d’acciaio e irrigidimento puntuale Lamiera di alluminio piegata verniciata a polvere 2 mm, profilo in acciaio ∑ 60/200 mm Pilastro portante: profilo HEB 180 (esistente) B ordo copertura: telaio in profili d’acciaio ∑ 60/90 mm e } 60/60 (esistente), riempito con lana minerale 60 mm, barriera vapore foglio PE Lamiera scatolare in alluminio 220/70/2 mm ­verniciata a polvere, riempimento in lana minera­ le 65 + 35 mm S ospensione di struttura di copertura: spina filettata M 20 saldata a mensola in a ­ cciaio (esistente) S ospensione bordo di gronda: spina filettata M 20 Schermo solare fisso in alluminio (esistente) Lamiera di alluminio piegata verniciata a polvere 3 mm, strato termoisolante estruso PUR 30 mm strato termoisolante in lana minerale 0-140 mm barriera vapore, lamiera in alluminio piegata ­verniciata a polvere 3 mm Mensola in acciaio saldata Profilo in acciaio ‰ 140/60 mm 12 Inserto in acciaio saldato per montante facciata 13 Vetrazione isolante stratificato 12 + i­ntercapedine 16 + temperato 8 mm in f­acciata montanti e tra­ versi di alluminio 14 Protezione solare, tenda veneziana 15 Profilo di alluminio ∑ 50/50 mm 16 Pannello d’angolo: lamiera di alluminio piegata 2 mm verniciata a polvere, strato termoisolante estruso PUR 30 mm, lamiera di acciaio piegata 2 mm Pagina 369 Riqualificazione del complesso ­residenziale di Park Hill a Sheffield Il complesso Park Hill è uno dei più estesi insediamenti residenziali soggetti a vincolo di tutela architettonica in Europa. Su un’altu­ ra, al di sopra della stazione di Sheffield, ­domina con fierezza l’ex città industriale. Terminato nel 1961, l’insediamento brutalista di 995 alloggi di edilizia popolare fu non solo celebrato dagli architetti come simbolo della rivolta ma anche come modello di immagine e ambizione di un quartiere residenziale ­innovativo e progetto di punta nell’ambito di un ampio programma di edificazione resi­ denziale del governo laburista del tempo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il cen­ tro della città era stato devastato dalle bom­ be e il quartiere operaio adiacente fu tra i primi a essere completamente demolito nel paese. Al posto delle caratteristiche case a schiera assiepate l’una contro l’altra, l’archi­ tetto capo dell’ufficio tecnico municipale del tempo, insieme a due giovani collaboratori, si accinse a progettare la variante per l’In­ ghilterra settentrionale della “macchina da abitare”. L’imponente insediamento, ispirato a Le Corbusier e a un progetto per un con­ corso di Alison e Peter Smithson, propone sottili edifici a stecca aperti su entrambi i lati con alloggi disposti su più livelli con molta luce, efficace aerazione e ampie prospettive sulla città. Non si trattava semplicemente di un esercizio di stile modernista. Il team del Comune e gli architetti, che avevano come obbiettivo la realizzazione di un microcosmo funzionale per Sheffield, avevano indagato in stretta collaborazione con i sociologi le strutture sociali del quartiere demolito. A Park Hill c’erano negozi, una lavanderia a gettone, saloni di parrucchiere, un asilo, una stazione di polizia e quattro pub. Le passe­ relle di connessione ogni tre piani, note ­come “streets in the sky” erano elementi di identificazione e riprendevano i nomi delle strade del vecchio quartiere. L’obbiettivo era che diventassero luoghi di incontro per far rivivere la percezione della comunità e la vi­ ta sociale, sufficientemente ampi da lasciar passare il lattaio con il carrello a mano. Inoltre permettevano di passeggiare all’a­ sciutto al livello del piano terra. I residenti erano soprattutto soddisfatti del teleriscalda­ mento, della dotazione di un bagno proprio e anche di un moderno sistema di smalti­ mento dei rifiuti. Come l’intera città, l’inse­ diamento inizialmente molto amato, si avviò ∂ 2012 ¥ 4 verso un’inesorabile decadenza negli anni ’70-‘80. Pur essendo visibilmente fatiscente, non vennero approntate le necessarie ­opere di manutenzione straordinaria e il ­calcestruzzo lentamente iniziò ad ammalo­ rarsi. Sempre più frequentemente il com­ plesso diventò un focolaio di problematiche sociali. Se nel 1998 Park Hill non avesse ot­ tenuto il vincolo architettonico, il centro resi­ denziale sarebbe già stato demolito. L’indi­ rizzo godeva di pessima fama. I conservatori e gli avversari politicamente motivati mar­ chiarono il complesso ­residenziale come chiaro luogo di degrado e come segno del fallimento socialdemocratico. L’organo per la tutela architettonica deliberò di conservare solo lo scheletro di calcestruz­ zo e un investitore, da tempo conosciuto per i progetti di conversione operati su edifici ­industriali di particolare prestigio, acquisì ­l’area per una simbolica sterlina. Ad oggi, l’edificio più settentrionale e elevato, una stecca che si piega due volte e si eleva tra dieci e tredici piani, è stato prima portato all’ossatura grezza, poi sottoposto a accura­ to risanamento del calcestruzzo. Il ­voluto cambio di immagine, dovuto al cambiamen­ to della condizioni socio-politiche e all’inten­ to commerciale di realizzare appartamenti a ­finanziamento privato, si riflette soprattutto nelle nuove facciate. Gli infissi bianchi del preesistente posati fra le stratificazione della muratura sono stati sostituiti da infissi che variano dal color marrone al piano terreno sino al color ocra del piano mansarda. Le superfici vetrate sono ampie e le ante in profilo di alluminio anodizzato vanno dal ros­ so saturo dei piani inferiori al giallo limone in prossimità dell’attico. Parapetti snelli in cal­ cestruzzo con superfici raffinate e corrimani in legno di piacevole materialità sostituisco­ no le vecchie balaustre. Di base, la struttura è rimasta invariata nell’elemento fondamentale: il “Cluster” resi­ denziale a tre moduli distribuito su tre livelli con alloggi tipo su due piani e “strade” di di­ stribuzione ogni tre piani. Le indiscusse pro­ prietà qualitative dell’esistente sono integre: la ventilazione naturale passante anche not­ turna, l’orientamento verso sud e verso ovest dei soggiorni e la presenza di almeno un balcone. Le piante sono più aperte e spazio­ se, negli interni alcune superfici in calce­ struzzo sono state lasciate parzial­mente a vista. Minuti dettagli costruttivi come le por­ te interne chiuse a filo muro nelle nicchie delle pareti, rammentano un’attenta proget­ tazione rispettosa dell’esistente. ­Anche gli ingressi sono stati allestiti accentuando ele­ menti in aggetto ed elementi che retrocedo­ no dando ritmo alle “strade”, ma soprattutto con le finestre a garanzia di un controllo so­ ciale del piano di distribuzione. Ovviamente il sistema di teleriscaldamento, il sistema im­ piantistico richiesto e l’isolamento acustico sono stati portati al più attuale standard co­ nosciuto. Un nuovo taglio su quattro livelli re­ alizza un portale d’ingresso in posizione Traduzioni in italiano5 Rivista di architettura e particolari costruttivi ‡ Vom Louvre bis zur Wohnmaschine ‡ Alte Substanz – neue Nutzung ‡ Chandigarh: Mythos und Wirklichkeit Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture Serie 2013 · 4 · Sanierung · Refurbishment · Réhabilitation · Riqualificazione A proposito di DETAIL Ogni numero, con particolare attenzione ­riservata alla qualità architettonica delle ­soluzioni costruttive, è dedicato all’appro­ fondimento tematico di un argomento tecno­logico (p. es. costruzioni in calce­ struzzo, strutture di copertura, risanamento e restauro etc.). La presentazione dei ­progetti più recenti, realizzati in ambito ­nazionale e internazionale, è accompagnata da una serie di accurate ri­ produzioni grafiche in scala e di seleziona­ te immagini. Le due edizioni annuali di DETAIL Concept sono dedicate allo studio analitico delle ­fasi del processo costruttivo, mentre le ­edizioni speciali di DETAIL Gre­ en, anch’esse con due uscite all’anno, ­informano su tutti gli aspetti della progetta­ zione e della costruzione sostenibile. Temi delle riviste del 2013 ‡ 1/2 Traslucido e trasparente ‡ 3 ”Concept“ Asili nido/kitas/scuole ‡4 Riqualificazione ‡ 5Tema speciale + DETAIL Green ‡ 6 Costruzioni massive ‡7/8 Acciaio ‡ 9 ”Concept“ Edilizia per i trasporti ‡ 10Costruzioni mobili/costruzioni temporanee ‡ 11Materiale e superficie + DETAIL Green ‡ 12 Tema speciale (Sono possibili eventuali modifiche.) ∂ Abbonamento ‡ Abbonamento classico € 169,–* 12 numeri all’anno (compresi i due numeri DETAIL Green). ‡ Abbonamento studenti € 89,–*­ 12 numeri all’anno. ① (compresi i due numeri DETAIL Green). ‡ DETAIL Abbonamento prova € 21,85 Due numeri attuali della rivista DETAIL al prezzo di prova di soli € 21,85 incluse le spese di spedizione + imposta sul valore aggiunto per i non possessori di partita IVA. *Costi di spedizione aggiuntivi (per 12 numeri) € 43,– Per la consegna nei paesi dell’Unione E ­ uropea, l’Imposta sul Valore Aggiunto per i non possessori di partita IVA è del 7%. ① Sarà possibile usufruire del p ­ rezzo per studenti solo a seguito della consegna di un documento valido ­attestante l’iscrizione. Prezzi gennaio 2013 Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG Hackerbrücke 6 · 80335 Monaco di Baviera · GERMANIA Tel: +49 (0)89 381620-0 · Fax: +49 (0)89 398670 · [email protected] www.detail.de/shop-italiano 6 Traduzioni in italiano centrale mentre una scala di sicurezza ­aerea sull’esterno e ascensori completa­ mente vetrati offrono prospettive verso la ­città e contrassegnano l’ingresso. Al fine di rendere Park Hill una meta ambita, il basamento dotato di ampie vetrate con al­ cune unità distribuite su un piano e mezzo sino a tre piani, prevede l’insediamento di esercizi commerciali, bar e ristoranti lungo il nuovo realizzato dehor. Si prevede anche la realizzazione di un ambulatorio medico, di un asilo e di una sala polivalente. Nell’arco di ­alcuni anni il complesso rivitalizzato ospi­ terà 874 appartamenti di cui 240 di diversa estensione in modo da garantire una mesco­ lanza sociale. ­Rimarrà solo un problema: gli alloggi popolari venuti a mancare non ­saranno creati altrove, e questa è una ­decisione politica, non architettonica. Planimetria generale scala 1:7500 1 2 Riqualificazione primo lotto Zona di completamento Sezione scala 1:750 Pianta piano connettivo (“Street in the sky”) Vista frontale (sviluppo) scala 1:1250 a–d Immagine degli anni ‘60 e, f Porzione di facciata: immagine prima e dopo la ristrutturazione Tipologie di alloggio a/b: 51 m2 Tipologia di testa e: 73 m2 (alloggio con camera extra nel livello intermedio) Tipologie di alloggio c/d: 71 m2 Tipologia d’angolo f: 70 m2 Piante scala 1:250 1 2 3 iante tipologia standard “Cluster” 1961 P (livello inferiore/connettivo/superiore) Piante tipologia standard “Cluster” 2013 (livello inferiore/connettivo/superiore) Selezione di tipologie speciali (di testa: livello ­inferiore; d’angolo: livello connettivo/superiore) Sezione verticale • Sezione orizzontale Loggia scala 1:20 1 S truttura in c.a. (esistente), ripulita, ripristinata, riqualificata 2 Sporto/parapetto in acciaio zincato e verniciato a polvere 3 Anta di apertura in alluminio anodizzato 4 Vetrazione isolante in telaio di alluminio ­ verniciato a polvere 5 Corrimano in legno 100/50 mm su profilo a T in acciaio 6 Rivestimento in legno 19 mm con giunto continuo a ­scuretto (sopra ancoraggio laterale) 7 Elemento parapetto in elemento prefabbricato in calcestruzzo 114/175 mm (altezza tot. 915 mm) 8 Barre verticali rastremate verso l’alto 20–40/120/670 mm 9 Doghe piallate in legname squadrato, guaina ­impermeabilizzante, strato isolante 10 Intonaco, strato termoisolante 11 Sistema a cappotto termico, parete in tecnologia leggera Sezione verticale “Strada” scala 1:20 2012 ¥ 4 ∂ Pagina 376 Ristrutturazione e riqualificazione di un ­edificio universitario a Monaco Il Politecnico di Monaco occupa nella Maxvorstadt un isolato composto di edifici di diverse epoche tra cui il corpo realizzato in calcestruzzo a vista con pianta ad L all’an­ golo nord-ovest eretto su progetto di Franz Hart nel 1963. L’edificio richiedeva un inter­ vento di risanamento soprattutto in relazione al contenimento dei consumi energetici e al­ le misure antincendio poiché da tempo non era più in regola con la normativa in vigore. Punto di partenza della ristrutturazione era la struttura portante esistente composta di due telai in c.a. sovrapposti, di cui il superio­ re lievemente arretrato su quello inferiore. Questa variazione ha ispirato gli architetti per la composizione di una nuova pelle di facciata in muratura di laterizio: i piloni che articolano la facciata di vuoti e pieni e ri­ prendono la preesistente maglia geometrica della pilastrata, si inarcano ondulando a conferire una nota creativa alla facciata in clinker scuro diversamente d’aspetto severo. All’interno, l’edificio per la Facoltà di Econo­ mia è stato portato all’ossatura grezza in c.a. lavorando poi sulla materia della struttura edilizia preesistente. Il pavimento in cemento levigato e le travi in calcestruzzo a vista cre­ ano un intenso contrasto con il soffitto color oro e le pareti giallo chiaro. L’idea assume particolare valore nel nuovo foyer disposto su due livelli dove una scala curva isolata nello spazio si libra fra travi in calcestruzzo. A seguito dell’intervento di ristrutturazione, anche la scala dell’ingresso principale, cir­ condata da un vuoto a tutt’altezza, si pre­ senta più spaziosa. Laddove un tempo cor­ reva un ampio giunto edilizio, la facciata è stata spostata in corrispondenza del profilo più esterno, insieme con le vetrate create da diversi artisti che diventano elemento allesti­ tivo del vuoto di nuova realizzazione. Gli ar­ chitetti avrebbero realizzato volentieri spazi di maggiore ampiezza in armonia con le grandi luci della struttura. Il committente ha invece preferito un’articolazione di dimensio­ ni ridotte composta di uffici a postazione singola. 15 Vuoto 16 Custode Sezione orizzontale • Sezione verticale scala 1:20 1 Copertura: ghiaia 60 mm, guaina di protezione, guaina im­ permeabilizzante bituminosa saldata a doppio strato, strato termoisolante EPS 180 mm in pen­ denza, barriera vapore, vernice di fondo, ­solaio in c.a. 160 mm 2 Facciata: contro-parete in clinker 240/115/40 mm fissaggio con mensole di ritegno e ganci per ­muratura in acciaio inox, intercapedine 90 mm strato termoisolante in lana minerale 160 mm trave in c.a. 140 mm (­esistente) 3 Serramento in alluminio 4 Vetrazione isolante in temperato 8 + intercapedine con sistema di protezione solare 24 + stratificato 10 mm 5 S olaio: linoleum 5 mm, trattamento di fondo, s­ tuccatura, massetto cementizio 55 mm, strato di separazio­ ne, materassino fonoassorbente 15 mm, solaio in c.a. 120 mm o 150 mm (esistente) 6 Trave in c.a. 350/300 mm (esistente) 7 Controparete in clinker 240/115/40 mm, ­legatura a una testa, legatura parapetto con sovrapposizione a una testa, ancoraggio con mensole di ritegno e ganci per muratura in acciaio inossidabile 8 Parete in c.a. 160 mm 9 Pilastro in c.a. 400/800 mm (esistente) 10 Pilastro in c.a. 200/500 mm (esistente) 1 S eduta in acciaio inox 4 mm 2 Corrimano in piatto d’acciaio smaltato 50/10 mm 3 S olaio in c.a. 140 mm, superficie levigata a elicottero, lucidata a specchio 4 Parapetto in c.a. 160 mm, su entrambi i lati ­impronte tavole non piallate 5 Trave di supporto in c.a. 500/230 mm 6 Appoggio elastomerico 7 Trave in c.a. (esistente) 8 Massetto cementizio 60 mm, superficie levigata strato di separazione materassino fonoassorbente 15 mm solaio in c.a. prefabbricato 150 mm (esistente) 9 Cordolo continuo in c.a. 10 Muratura 240 mm con intonaco calce-cemento su entrambi i lati Particolari costruttivi scala e solaio nel foyer scala 1:20 a b c d e f Foyer a doppia altezza con scala isolata Aule Livello superiore foyer Corridoio ampio davanti aule Prospettiva della struttura portante Vuoto della scala con vetrate artistiche esistenti Planimetria generale scala 1:6000 Sezioni • Piante Livello uffici, livello d’ingresso scala 1:1000 Pagina 383 Copertura di Cour Visconti al Louvre a Parigi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Ventitre anni dopo l’inaugurazione dell’allora rivoluzionaria piramide del Louvre, la corte dell’ala meridionale del museo ha acquisito una nuova straordinaria inserzione di valore contemporaneo che ha tra l’altro la funzione di accorpare la sezione dell’arte islamica di recente realizzata. Come una vela, la coper­ tura traslucida ondeggia fluttuante su Cour Visconti spingendosi in alcuni punti quasi ­fino a sfiorare il pavimento. Il concorso è stato vinto dagli architetti con Laboratorio di prova materiali Aula seminari Ufficio Biblioteca Ingresso Impianti Sala conferenze Deposito Kitchenette Foyer Sala computer Postazioni di lavoro studenti Sala riunioni Elaborazione dati ∂ 2012 ¥ 4 l’idea di non coprire completamente la corte ma di allestirla con una struttura aerea lieve­ mente rialzata sui margini. Un segno che di­ lata ulteriormente lo spazio lasciando visibile le facciate storiche sulla corte, mostrando da un lato un approccio rispettoso all’esi­ stente, dall’altro garantendo con una struttu­ ra portante piana leggera in acciaio e vetro spazi espositivi con illuminazione naturale. La funzione di filtro, essenziale nel progetto, è stata realizzata da una rete metallica che riveste sia esternamente che internamente la superficie ondulata di copertura. Il visitatore accede alla corte attraverso spazi di distri­ buzione che conducono direttamente nel nuovo padiglione. La ­superficie espositiva si estende su due livelli per 2800 m2 comples­ sivi mettendo in mostra 3000 capolavori, la maggior parte delle più importanti opere dell’arte islamica prodotte tra il VII e il XIX secolo, dall’Andalusia all’India. Al piano ter­ reno, dove prevalgono leggerezza e traspa­ renza, vengono presentati oggetti d’arte di piccola taglia allestiti in vetrine-teca. Il piano è collegato con scala e vuoto nel solaio al piano interrato caratterizzato da pareti in cal­ cestruzzo tinte di nero e da un’illuminazione crepuscolare; per le ­caratteristiche, lo spa­ zio è usato per oggetti fotosensibili come ad esempio i tappeti. Lo spazio si caratterizza con l’esposizione di elementi architettonici come portali lignei e rivestimenti parietali musivi, oltre che con una voce narrante che recita liriche in turco, farsi e arabo. In apparenza semplice gesto architettonico, la coraggiosa tensostruttura ha richiesto un sistema ad elevato contenuto tecnologico. La geometria di progetto ha alla base un pro­ cesso di calcolo informatico che distribuisce i 170 m2 di superficie complessiva in piccole forme triangolari o romboidali. La suddivisio­ ne ha permesso di adattare 1800 vetri e 2350 pannelli in lamiera stirata alla forma organica. La costruzione portante doppia è relativa­ mente leggera (135 t) e consiste in una strut­ tura in tubolari d’acciaio saldati tra loro ada­ giata su pilastri a sezione tonda con inclinazione differente tale da conseguire una maggiorata stabilità laterale. Una sfida è stata organizzare lo spazio di lavorazione e le con­ dizioni di consegna. Dato che non si poteva elevare la gru al di sopra dell’edificio esisten­ te, l’intero trasporto del materiale è avvenuto attraverso un passaggio largo solo 2,70 m. Planimetria generale scala 1:10 000 1 2 Piramide (I.M. Pei, 1989) Cour Visconti (2012) Pianta piano terra – livello della corte Pianta piano interrato Sezioni • Piante scala 1:800 1 Ingresso 2 Nuovi spazi espositivi: arte islamica 3 Vuoto Traduzioni in italiano7 4 5 6 7 8 9 10 Spazio esterno corte Raccolta romanico-egizia Raccolta ionico-greca antica Raccolta copto-egizia Raccolta dei tre antichi Mezzanino: arte islamica Livello tecnico 1 R ivestimento copertura con doppio strato di lamiera stirata in alluminio anodizzato 2≈ 6 mm profilo in acciaio } 30/20/3 mm 2 Fissaggio puntuale alla struttura portante 3 Vetrazione periferica in stratificato indurito 2≈ 5 mm 4 S truttura portante in tubo d’acciaio Ø 60/4 mm 5 Vetrazione isolante in indurito 6 + intercap. 20 + indurito 6 mm 6 Pannello sandwich in lamiera di alluminio 2 mm e strato isolante XPS 40 mm membrana impermeabilizzante 7 Rivestimento intradosso con doppio strato di lamiera stirata in alluminio anodizzato 2≈ 6 mm profilo in acciaio } 30/20/3 mm 8 Facciata in temperato 15 mm + pellicola PVB + 15 mm, giunto verticale con fuga di silicone 12 mm 9 Vetrazione isolante copertura in stratificato 6 + intercapedine 14 + stratificato 2≈ 6 mm 10 Lastre di pavimentazione in miscela di polvere di marmo e calcestruzzo con particole di rame 45 mm, piedini metallici regolabili, impermeabi­ lizzazione, strato termoisolante 75 mm, imperme­ abilizzazione, solaio in c.a. 160 mm, strato ­termoisolante 55 mm 11 Profilo in acciaio fi 80/50 mm, avvitato a basa­ mento di calcestruzzo 12 Aperture di aerazione in grigliato 13 Pannello acustico in tela 40 mm telaio in profili di a ­ cciaio ad fi 55/40 mm 14 Controsoffitto in pannelli acustici in tela Sezione bordo di copertura e facciata scala 1:20 Sezione rivestimento di copertura e struttura scala 1:5 1 2 3 oppio strato di struttura portante in tubolari di D acciaio con vetrazioni triangolari Controsoffitto sospeso in lamiera stirata anodizzata color oro M ontaggio dei pannelli triangolari superiori sulla copertura Pagina 390 Ampliamento sotto il giardino – Museo Städel a Francoforte sul Meno Con il suo testamento, Johann Friedrich Städel (1728–1816) posò la prima pietra dell’omonimo museo di Francoforte sul ­Meno. Il suo lascito non solo risolse la “pre­ sentazione” della sua collezione, ma sov­ venzionò anche un intervento che mirava all’integrazione e all’ampliamento; un’opera­ zione di ampio respiro conseguente all’ina­ deguatezza delle sale. Due trasferimenti di sede e due interventi di ampliamento del museo gravemente danneggiato dalla guer­ ra e recentemente ricostruito testimoniano lo sviluppo e la storia dell’istituzione. Per integrare le opere di arte contempora­ nea nella collezione, nel 2007 lo Städel indi­ ce un concorso internazionale a inviti con l’obbiettivo di ampliare di ulteriori 3000 m2 la super­ficie espositiva già disponibile di 4000 m2. Osservando i fabbricati esistenti e la superficie all’aperto a parco, è chiaro che la grande sfida del progetto era individuare un luogo per realizzare l’ampliamento. Progetto Tra gli otto studi internazionali di architet­ tura che parteciparono, tra cui Diller Scofi­ dio + Renfro, Gigon/Guyer Architekten e ­S ANAA, tre avevano deciso di progettare l’ampliamento sotto il giardino; una scelta coerente in relazione agli spazi program­ mati e al sistema dei collegamenti, ma non priva di rischi in relazione alla presenza di un complesso già esistente in cui inserirsi, inoltre si richiedeva che l’ampliamento tracciasse un “segno t­ angibile”. Il verdetto unanime della giuria nei confronti del no­ stro lavoro era motivato soprattutto dalla chiara trasposizione dell’idea di spingersi sotto il giardino. ­C onferendo un andamen­ to voltato al soffitto sopra il centro dell’am­ pia sala espositiva è stato anche possibile soddisfare il desiderio dell’ente banditore di ottenere un congruo equilibrio tra rispet­ to della sostanza edilizia costruita e senso di rappresentanza, tra autonomia e visibili­ tà del nuovo. I tre concetti dominanti del pro­getto erano: anzitutto una integrazione naturale e consapevole nella struttura esi­ stente (Fig. 1). In secondo luogo la realiz­ zazione di uno spazio ipogeo che facesse dimenticare di essere interrato; infine un concetto di spazio espositivo in grado di soddisfare i requisiti concreti della ­museografia contemporanea. Integrare nell’esistente I visitatori che accedono dall’ingresso prin­ cipale, giungono nel vecchio foyer attraver­ sando il foyer centrale principale e due nuove rampe di scale (Fig. 19) che si inte­ grano in modo naturale nell’impianto delle scale esistenti nell’edificio. Una scalinata di ampio respiro, con unica rampa, conduce infine all’interno del padiglione-giardino (Fig. 18, 20). Per la realizzazione di questi due blocchi di scale, ma anche per inte­ grare un elevatore combinato merci-perso­ ne che collegasse tutti i livelli, è stato ne­ cessario creare un nuovo piano interrato sotto le parti esistenti che risalgono al XIX e XX secolo (Fig. 6–7). Fino a quel momen­ to, i piani interrati servivano solo ad acco­ gliere il passaggio delle condutture e a for­ mare una barriera contro le acque di falda e l’umidità di risalita. Questo nuovo intervento di “riprogettazione sotterranea” richiedeva un sofisticato rical­ colo delle strutture portanti e un coordina­ mento temporale e di posizionamento che stabilisse con esattezza i tempi e le parti da demolire, oltre alle parti da puntellare tem­ poraneamente o stabilmente e quelle da ri­ costruire. L’impermeabilizzazione dello sca­ vo di fondazione e il consolidamento delle fondamenta adiacenti è avvenuto tramite un procedimento di iniezioni ad alta pressione. Per contenere la spinta di parti edili portanti del piano primo talvolta sono state realizzate laboriose strutture provvisorie, poi smantel­ late dopo che sul nuovo piano di fondazione era stato eretto l’apparecchio delle fonda­ menta e il nuovo interrato. 8 Traduzioni in italiano Fondazioni I progettisti, data la vicinanza del museo al fiume Meno, hanno dovuto prestare parti­ colare attenzione al livello della falda acqui­ fera che da centinaia di anni si trova poco sotto la quota del guscio di copertura della struttura. Per evitare inondazioni in caso di piena, il padiglione–giardino è stato realizza­ to con la tecnologia della “vasca bianca” in calcestruzzo impermeabile coadiuvato da un sistema di impermeabilizzazione. Gli spa­ zi espositivi sono immersi nella falda come una immensa cassa di c.a. che misura 75 ≈ 52 m. Per contrastare la spinta verso l’alto, gli ingegneri dello studio Bollinger + Grohmann hanno progettato una platea di 50 cm di spessore ancorata al suolo me­ diante pali. Sono stati utilizzati pali di calce­ struzzo armato (pali SOB) che si immergono per 13 m nello strato geologico del cosiddet­ to Argilla di Francoforte. In seguito sono ­state anche inserite 36 sonde geotermiche di 86 metri di lunghezza per la climatizzazio­ ne ­degli spazi espositivi. Scala con pavimento alla veneziana che ­conduce al padiglione-giardino L’elemento architettonico dominante nell’in­ gresso dell’ampliamento è la nuova scala che collega il foyer esistente nell’ala del giar­ dino con il padiglione-giardino. La scala che ricorda la scala del foyer maggiore di Oskar Sommer, si allarga lievemente verso il basso per enfatizzare la propria imponenza. La nuova scala vuole sottolineare l’idea della continuità architettonica che va dalla simme­ tria del XIX secolo sino alle forme del XXI. Un parapetto chiuso si proietta dal piano orizzontale verso il basso stabilendo una possibile connessione con la stratigrafia sto­ rica. Le superfici in cemento bianco levigato in un misto di pavimenti preesistenti sottoli­ nea la tensione. Schizzi, modelli digitali e fi­ sici hanno supportato il ­laborioso processo di progettazione. I dati STL di prototipazione rapida generati dal progetto finale della sca­ la sono serviti in ­ultima analisi a fresare le casseforme in polistirene. Dopo la scassera­ tura si è passati a levigare a mano 5 mm di calcestruzzo al fine di portare in superficie anche gli inerti miscelati. Degno di nota è il particolare dei cosciali chiusi della scala che costituiscono il corrimano (Fig. 20). Il parti­ colare mostra che cosa è possibile realizza­ re utilizzando il computer nel processo pro­ gettuale a partire da semplici giochi formali. Guscio di copertura e luce Quando si realizza uno spazio ipogeo che non deve essere percepito come piano ­interrato, sono importanti l’altezza interna e la luce. Mentre tuttavia il rapporto con la lu­ ce e la forma della copertura erano già stati definiti nella fase concorsuale, si è approdati alla definizione dell’altezza dello spazio solo durante la progettazione esecutiva. In questa occasione si è reso necessario un compromesso tra le necessità dei curatori del museo, la fattibilità tecnica e la sostenibi­ 2012 ¥ 4 ∂ lità economica. Con le dimensioni di 48 x 55 m, compresi i percorsi perimetrali, il cor­ ridoio tecnologico e i vani impiantistici, il pa­ diglione-giardino si situa esattamente tra le ali dell’edificio esistente. Dopo aver svisce­ rato l’idea di un guscio a volta in calcestruz­ zo nella parte centrale, è stato determinata la forma esatta della volta tramite un model­ lo statico digitale in linea di principio molto simile a quello ottimizzato da Heinz Isler o da Frei Otto. La copertura che chiude lo spazio appoggia da un lato sulle pareti perimetrali esterne, dall’altro su un quadrilatero centrale di dodi­ ci pilastri disposti in un quadrato di 26 x 26 m (Fig. 14). L’obbiettivo era evocare un effetto il più possibile omogeneo e soprattut­ to di leggerezza affinché non prevalessero associazioni con la gravità. La luce doveva fluire con facilità lungo l’intradosso del solaio la cui forma è dedotta da un duplice movi­ mento (Fig. 16). Nel movimento principale il solaio di copertura si inarca verso il centro dai 6 metri perimetrali sino ad un’altezza di 8,2 metri. Per garantire una ­diffusione della luce delicata, efficiente e continua, il soffitto si inarca ulteriormente da lucernario a lucer­ nario. La forma non è ottimizzata per la stati­ ca ma ha la funzione soprattutto di realizza­ re l’effetto richiesto dallo spazio. L’intaglio di cerchio e quadrato che era necessario non solo per ogni lucernario ma anche per inte­ grare l’inarcarsi della volta centrale, è stato generato con modelli parametrici utilizzando i programmi Rhinoceros, Rhinoscript & Grasshopper e, per ­impedire sia le interru­ zioni che una controvolta, è stato ottimizzato con ANSYS. Questo procedimento di lavoro è stato definito dal team “sigillatura e leviga­ tura elettronica”. Come nel caso della scala, anche la forma della copertura è stata gene­ rata in stretta collaborazione con gli inge­ gneri Bollinger+Grohmann e poi trasmesso per la produzione sotto forma di dati STL al ­costruttore del grezzo. Getto in opera del solaio Per il getto in opera del guscio di copertura sono state prodotte casseforme di 3,7 x 3,7 m in polistirene con doppio strato in vetroresina di protezione (Fig. 4) contro il ­deterioriamento dovuto, ad esempio, al tra­ sporto in nave. La costruzione del solaio è avvenuta in quattro sezioni. 47 casseforme sono state ­sistemate una accanto all’altra a partire dagli angoli della superficie da copri­ re (Fig. 8). Per gettare in opera la volta cen­ trale con l’ultima sezione di solaio erano ne­ cessari 25 ulteriori elementi. Con l’ausilio di aste in abete rosso è stato assicurato uno stato intermedio di costruzione poiché l’ef­ fetto statico della struttura si sarebbe con­ cretizzato solo dopo il getto in opera dell’ulti­ ma sezione costruttiva (Fig. 12). Per ridurre lo spessore, il solaio in corrispondenza dell’area perimetrale piana è stato ulterior­ mente precompresso. Gli ingegneri hanno optato per un procedimento di pretensiona­ mento utilizzato negli edifici a sviluppo verti­ cale con barre unboanded o non aderenti alla struttura con cavi di pretensionamento installati contemporaneamente all’armatura (Fig. 9). L’armatura longitudinale è stata ­concepita in modo tale che le aste di arma­ tura seguissero attraverso il proprio peso la curvatura del guscio. Dato che si escludeva l’installazione di un controsoffitto, oltre alle misure necessarie per il quadro statico, sono state integrate nella struttura in calcestruzzo gli impianti ­generali per i lucernari (corrente ad alta e bassa tensione), rilevatori di fumo e impianti di riscaldamento e di raffrescamento. Per avere l’effetto ricercato, il soffitto dopo il ­getto è stato sigillato, levigato e tinteggiato. Vetro isolante curvo sferico per i lucernari La luce ha un ruolo fondamentale per l’at­ mosfera generata in uno spazio. In vista di un’illuminazione uniforme dello spazio, il soffitto è stato dotato di 195 lucernari tondi disposti secondo un reticolo geome­ trico ­regolare che illuminano con adeguata luce naturale le sale espositive (Fig. 15). I lucernari possiedono un diametro che dal centro cresce da 1,5 sino a 2,5 metri, im­ plementando visivamente l’effetto dell’inar­ camento centrale. Sul lato esterno, i lucer­ nari in vetro a filo p ­ avimento e praticabili sono stati integrati nella superficie a prato. L’elemento in vetro isolante è composto di una lastra esterna in vetro stratificato curvato a freddo e all’interno di una lastra piana in vetro stratificato. Le lastre curvate sono state dotate di una superficie anti­ sdrucciolo ed è stata assicurata la portata affinché fossero praticabili, ovvero in grado di sostenere un carico accidentale di 5 KN/m2 e un carico concentrato di 4 KN. Inoltre, le vetrate sopra testa garantiscono un valore residuo di portata in caso di rot­ tura. Contemporaneamente erano da sod­ disfare i requisiti fisico-tecnici di una vetrazione isolante moderna. L’elemento in vetro si alloca in una struttura di acciaio che non solo assicura la connessione con il grezzo ma contiene anche un ­ulteriore si­ stema di ombreggiamento e d’illuminazio­ ne dello spazio espositivo. Oltre ad un si­ stema di schermatura solare che protegge da un’eccessiva penetrazione di luce diur­ na, è dotato anche di una corona di ele­ menti a LED ognuno con 22 LED a luce calda (2700 K) e 22 LED a luce fredda (5000 K). Il sistema di regolazione di lumi­ nosità permette di integrare la luce artifi­ ciale in base alla luce diurna e in a ­ ccordo con le esigenze degli oggetti esposti o al valore massimo di luminosità tollerabile. Tutti i lucernari possono essere gestiti indivi­ dualmente in relazione all’intensità luminosa, alla variazione di temperatura cromatica e all’apertura o chiusura degli avvolgibili. Il ­risultato è un costante scenario di luce che inonda lo spazio. Il lucernario è stato consegnato in cantiere in un elemento unico dove si è proceduto alle ultime regolazioni e al cablaggio. ∂ 2012 ¥ 4 Flessibilità delle pareti divisorie Sotto il guscio di copertura e i lucernari si estende uno spazio ampio e continuo di 2670 m2 articolato dai 12 pilastri attorno ­alla volta centrale. Il committente richiedeva negli interni la maggiore flessibilità possibile. Il reticolo geometrico di 3,7 x 3,7 m per eventuali separazioni si basa sul passo dei lucernari e permette l’installazione di pareti divisorie autoportanti. Uno zoccolo che ha l’aspetto di una manda­ ta dell’aria di alimentazione, costituisce ­l’appoggio fondamentale della struttura del divisorio (Fig. 13). Placcate con pannelli di compensato sigillati e tinteggiati, le pareti appaiono come componenti monolitici seb­ bene siano completamente smontabili e riu­ tilizzabili contenendo tuttavia anche gli im­ pianti di sicurezza e dati. Nel primo progetto espositivo dello studio Kuehn Malvezzi di Berlino il sistema ha dato prova di rispon­ dere magnificamente al concetto di flessi­ bilità desiderata all’interno dello spazio. Aspetti climatici ed energetici Lavorando con un concetto di spazio di uso flessibile, tutti i condotti impiantistici doveva­ no essere integrati a soffitto, nelle pareti esterne perimetrali e a pavimento. Se voles­ simo descrivere con una parola i requisiti delle condizioni climatiche di uno spazio espositivo, la parola “stabilità microclimati­ ca” renderebbe bene l’idea. Indipendente­ mente dai valori assoluti, la cosa più impor­ tante è impedire gli sbalzi di temperatura e contenere le variazioni di umidità dell’aria, tenendo conto che al giorno d’oggi esiste anche l’esigenza di raggiungere l’obbiettivo con minimo dispendio energetico. La decisione di collocare l’ampliamento ad una quota ipogea, ha ridotto lo scambio energetico con l’ambiente esterno in ma­ niera particolare con la copertura. In fase di concorso è stato deciso di coprire il ­carico di base del fabbisogno termico e di raffrescamento con un impianto geotermi­ co. 38 geosonde sono state trivellate sino a ­circa 90 m di profondità nel terreno per ­garantire durante l’estate “l’acqua fredda” (16/19 °C). Contemporaneamente il campo di sonde immagazzina energia per “l’ac­ qua calda” (35°/39°) durante la stagione ­invernale. Una macchina frigorifera mecca­ nica copre la quota di umidificazione-­ deumidificazione così come il pre- e post­ raffrescamento dell’aria esterna mentre la percentuale di aria esterna viene ridotta al minimo richiesto per soddisfare i requisiti igienici. Riscaldare e raffrescare tramite si­ stemi piani a bassa temperatura (soffitto e pavimento) fornisce un elevato comfort con basso dispendio energetico. Si è poi fatto fronte all’esigenza di avere un’impiantistica invisibile con sistemi piani . Lo scambio d’aria in quantità necessaria avviene trami­ te uno zoccolo sviluppato appositamente per il progetto. L’aria viene aspirata attra­ verso una voluta a soffitto ricavata nelle pareti esterne. Traduzioni in italiano9 Dal punto di vista dell’architettura, l’amplia­ mento dello Städel Museum ha riguardato soprattutto la questione su come si potesse mantenere in vita un bel giardino pubblico, realizzando contemporaneamente uno spa­ zio ideale per l’arte che, a causa di limitazio­ ni di carattere urbanistico, è costretto a stare sottoterra. I lucernari, i nostri “occhi per ­l’arte”, sono l’elemento principale della ­costruzione, essi sono lo specchio dell’ani­ ma dell’edificio. 1 G iardino aperto al pubblico con lucernari del ­nuovo ampliamento dopo l’ultimazione 2 Sezione scala 1:1000 3 Opere di coibentazione sulla copertura 4 Consegna dei gusci di polistirene 3,7 x 3,7 m via nave 5 Piante piano terra, piano interrato scala 1:1500 6 Opere provvisionali di sostegno nella zona della scala tra il vecchio foyer e l’ampliamento 7 Visione d’insieme delle sottomurazioni e delle ­nuove fondazioni del nuovo piano interrato 8 Ampliamento con i casseri di polistirene della ­copertura 9 Diverse fasi di cantiere della copertura dell’am­ pliamento: casseratura con armatura, trefoli di precopres­ sione, sistema di attivazione termica della massa e condotti cavi; preparazione dei vani per i lucer­ nari dopo il getto; coibentazione del solaio 10 B ordi in cls con elementi di lucernario appena ­posati 11 Lucernari rivestiti di velo drenante poco prima della posa del substrato 12 Puntellamento con pali di abete del solaio non ancora portante 13 Allestimento interno con pareti divisorie smonta­ bili e riutilizzabili 14 Vista del padiglione non suddiviso con dodici ­pilastri nella zona della volta centrale; pavimento con sistema di attivazione termica della massa prima della posa del pavimento alla veneziana 16 Vista dei locali con pareti divisorie in occasione di una mostra 15 S ezione particolareggiata del lucernario scala 1:20 aVetrazione isolante con vetro chiaro e ­rivestimento di selezione solare: ­stratificato in temprato 6 (serigrafia a bolli, percentuale di stampa 27%, trattamento antiscivolo R11)/temprato 8/stratificato 8 mm (serigrafia sensore d’allarme) + ­intercapedine 12–29,5 mm + stratificato in 2≈ indurito 10 mm b Cono di strombatura in lamiera di acciaio smaltata bianca c Nastro scaldante manutentabile dal basso d Avvolgibile con tre sistemi: diffusore di ­luce, protezione solare, oscuramento e Illuminazione di fondo a LED integrata nel cono di strombatura, lamiera di acciaio smaltata bianca f Foglio protettivo bianco g Foglio teso diffusore di luce h Illuminazione puntuale a LED 17, 18, 20 S cala tra il vecchio foyer e l’ampliamento in fase di costruzione del grezzo e ­ultimata 19 Vista dal foyer principale verso la scala principale verso il piano superiore e la scala verso il vecchio foyer Kai Otto ha condotto studi di matematica, fisica e ­architettura presso la TH Darmstadt e dal 1997 lavora presso schneider+schumacher, dal 2000 ha un ruolo direttivo, dal 2008 anche per il ion42 del DGI Bauwerk, Berlino, con schneider+schumacher. Michael Schumacher ha condotto i propri studi pres­ so la Städelschule con Peter Cook e ha lavorato con Sir Norman Foster. nel 1998 ha fondato lo studio schneider+schumacher con Till Schneider, con sedi a Francoforte/Vienna/Tianjin. Dal 2007 è docente presso la Leibniz Universität Hannover. a b c d e f Foyer principale Bookshop Vecchio foyer “Padiglione giardino” Via di fuga Impianti Pianta piano terra Pianta piano interrato