Pagina 342 Cineteca a Madrid Recentemente si è concluso l

∂   2012 ¥ 4
∂ – Rivista di Architettura
2013 ¥ 4 Riqualificazione
Traduzioni in italiano1
Inserto ampliato in italiano
‡ Vom Louvre bis zur Wohnmaschine
‡ Alte Substanz – neue Nutzung
‡ Chandigarh: Mythos und Wirklichkeit
Traduzione: Rossella Mombelli
E-Mail: [email protected]
Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture
Serie 2013 · 4 · Sanierung · Refurbishment · Réhabilitation · Riqualificazione
Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: www.detail.de
http://it.detail-online.com/architettura/news/riqualificazione-020881.html
http://www.detail.de/architektur/news/sanierung-umnutzung-ergaenzung-020873.html
http://www.detail-online.com/architecture/news/refurbishment-020880.html
Pagina 342
Cineteca a Madrid
Recentemente si è concluso l’intervento di
­riconversione dell’area Matadero con i padi­
glioni dell’ex macello civico di Madrid (1907–
1927) in Campus per la cultura creativa. Per
l’operazione che ha trasformato in cineteca
un corpo sull’angolo nord dell’area, gli archi­
tetti hanno applicato un modello innovativo
dove il raffinato alternarsi di luce e buio negli
spazi interni si richiama apertamente all’arte
cinematografica. Il complesso preesistente
che consta di vari fabbricati connessi tra
­loro, consacrati in particolar modo al film
­documento e al film sperimentale, accoglie
oltre ad un archivio del cinema, due sale di
proiezione, studi cinematografici e televisivi
con uffici, un bar e un cortile per la proiezio­
ne estiva all’aperto. Per conservate l’intensità
e la mistica dei fabbricati esistenti caratteriz­
zati da facciate in pietra naturale e fasce in
laterizio e per consentire un’armoniosa inte­
grazione, sono state eseguite pesanti opere
di ­ristrutturazione come l’integrazione di pila­
stri per il consolidamento strutturale delle
fondamenta oppure l’inserzione di elementi
d’irrigidimento d’acciaio nelle pareti e nuovi
solai in c.a. Il nuovo si pone in contrasto con
l’esistente con pavimenti, solai e rivestimenti
parietali scuri; ma è soprattutto un elemento
a caratterizzare l’ambiente interno: l’intreccio
in tubi di gomma supportato da una struttura
in tubolari di sezione tonda d’acciaio che
­avvolge la snella scala e il vuoto dell’archivio,
vestendo come fosse un grande cesto di
­vimini le pareti e i soffitti delle sale cinemato­
grafiche. Le strisce LED disposte lungo le
aste portanti della struttura tingono d’arancio
il tessuto intrecciato in tubi di plastica che
si estende per i tre livelli dell’archivio mentre
illuminano completamente le scaffalature
scure con una luce di toni caldi. Anche
nell’intreccio grigio scuro dell’ampia sala ci­
nematografica sono state inserite delle luci
LED che sino all’inizio della presentazione
portano allo spazio un enigmatico luccichio.
Dopo il film si offre la possibilità di una visita
alla cantina con bar dove l’atmosfera dell’ex
mattatoio è rimasta intatta.
Planimetria generale
scala 1:10 000
Piante ∙ Sezioni
scala 1:750
1
2
3
4
5
6
5
6
9
Archivio filmografico
Studio cinematografico e televisivo
Uffici
Sala cinematografica grande
Ingresso cinema/biglietteria
Vestibolo/sala polifunzionale
Sala cinematografica piccola
Corte/cinema all’aperto
Bar Cantina
1
iastrella in terracotta 20 mm
P
letto di malta 40 mm, membrana geotessile
­pannello in schiuma rigida 60 mm
­impermeabilizzazione a doppio strato
solaio in c.a. 120 mm (esistente)
Tubo in plastica Ø 25 mm
Tubolare in acciaio Ø 30 mm
Vetrazione isolante in float 8 + intercap. 15
+ temperato 8 mm in telaio di acciaio
Lamiera in acciaio 10 mm
Lamiera in acciaio inserita in finestra
parete in laterizio 360 mm
Doghe di legno 20 mm, fibra minerale 50 mm
materassino fonoassorbente 40 mm, c.a. 250 mm
rivestimento in legno grigio 20 mm
Muratura in laterizio (esistente) restaurata
Rivestimento in legno grigio 20 mm
pannello in schiuma rigido 50 mm
2
3
4
5
6
7
8
9
Sezione verticale
scala 1:20
Sviluppo della struttura intrecciata
scala 1:500
a Sala cinema grande
b Sala cinema piccola
c Archivio
Pagina 347
Studio di ingegneria a Rotterdam
Per questo cliente, un team di ­ingegneri di
Rotterdam a loro associato, gli architetti han­
no sviluppato un concetto atipico di ufficio:
il concetto si innesta negli spazi del padi­
glione di un’ex acciaieria in magnifica posi­
zione lungo la Mosa. Mentre, sulla base di
valutazioni economiche, decade l’idea di
una ­riqualificazione completa o di un miglio­
ramento energetico dell’involucro di facciata
in scheletro d’acciaio rivestito di laterizio, si
allestiscono all’interno box climatizzati usati
come postazioni di lavoro. In questo modo,
rimane integra la qualità architettonica dei
grandi volumi dell’ex acciaieria caratterizzati
da possenti travature in acciaio. Dopo aver
eliminato piccole superfetazioni poco grade­
voli, si è provveduto all’inserimento di ampie
finestre, a risanare le travi in acciaio e a la­
vare le pareti in laterizio esistenti e i masset­
ti. Gli spazi di lavoro sono stati allocati nell’o­
pen space dell’ex-acciaieria utilizzando una
struttura disposta su due livelli. Gli uffici si
collocano in corrispondenza dei due fronti
opposti del padiglione, mentre in posizione
intermedia, al centro del loft con microclima
più moderato, si collocano i box con la sala
conferenze o gli uffici di gruppo, un’area
pause, la cucina e un’area pic-nic con sem­
plici panche in legno. Piattaforme di collega­
mento e passerelle aperte sono elementi di
connessione tra gli spazi di lavoro ma anche
stimolanti punti di osservazione sullo spazio
interno e sulle costruzioni circostanti. I lucer­
nari esistenti e le nuove ampie finestre riem­
piono gli spazi di luce naturale offrendo pro­
spettive panoramiche sulla Mosa. L’effetto
dei nuovi volumi è ­determinato poi da una
­ridotta selezione di materiali: lastre in
policarbonato a doppia nervatura, scale in
legno naturale e punte cromatiche di giallo
fanale. La trasparenza diffusa dei nuovi ele­
menti e la luce gialla ne evidenziano il carat­
tere come ulteriore elemento formale.
Lo spazio concepito come “campo giochi
per ingegneri” genera un’atmosfera rilassan­
te e leggera. Contornati da ampia spaziosità
e da copiosa luce, i collaboratori hanno
sempre un contatto diretto con il centro
dell’organizzazione e della ­comunicazione
rappresentato dall’atrio.
Planimetria generale
scala 1:2500
a Ex acciaieria (esistente)
b Demolizione di superfetazioni poco gradevoli
c Nuove finestre di grande dimensione
Sezioni ∙ Piante
scala 1: 500
1 Ingresso
2 Reception
2
Traduzioni in italiano
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
Guardaroba
Zona di attesa
Tribuna conferenze
Tavoli da pranzo
Deposito
Terrazza
Sala conferenze grande
Cucina
Sala reprografica
Sala conferenze piccola
Postazioni di lavoro isolate
Centrale impiantistica
Sala copie
Archivio
Segreteria
Centrale server
Sala polifunzionale
Deposito biciclette
Postazioni ufficio
Sala conferenze
Direzione
Nicchie di riunione
Angolo lounge
Postazioni per lavoro di gruppo
Biblioteca
Postazioni per lavoro autonomo
d
e
Risanamento travi reticolari in acciaio
Postazioni di lavoro realizzate
con l’inserimento di box
Gallerie connettive e aree meeting
f
Sezioni verticali scala 1:20
1 P
annello nervato doppio in policarbonato
traslucido 40 mm
2 Montante in profilato di acciaio ¡ 80/40/30 mm
3 Pavimento in tessuto di vinile 5 mm
strato livellante 5 mm, massetto in cemento
fibrorinforzato su lamiera grecata 50 mm
travi di legno 71/121 mm/pannello di fibra
­minerale 100 mm, intercapedine 357 mm
struttura metallica
pannello di cartongesso 12,5 mm
4 S truttura di irrigidimento in profilato di alluminio
¡ 80/30/3 mm
vetrazione isolante in serramento di alluminio
5 Pilastro in profilato di acciaio HEA 100
6 Soletta (esistente) in c.a.
7 Parapetto in piatto di acciaio 80/10 mm
8 Divisorio in montanti metallici 225 mm
9 Pannello in compensato multistrato 18 mm
trave in acciaio HEA 240/travi in legno
71/171 mm/strato di fibra minerale 100 mm
struttura secondaria in legno
pannello di cartongesso 12,5 mm
10 Coperchio corpo illuminante in plastica
traslucida 5 mm
11 Porta scorrevole in telaio di legno con vetrazione
isolante
12 Pannello di cartongesso 2x 12,5 mm
pilastro in acciaio HEA 100/pannello di fibra
­minerale 100 mm, muratura (esistente)
Pagina 352
Residence a Parigi
Negli anni ’60, sull’area dello storico com­
plesso della “Fondation Eugène Napoléon”,
venne eretto un fabbricato residenziale con
struttura in calcestruzzo armato non a vista
di dieci piani. Oggi, nel 12esimo Arrondisse­
ment, zona di Parigi di particolare densità di
costruito, non sarebbe più possibile realiz­
zare un edificio così elevato; per ampliare la
superficie residenziale del fabbricato, i com­
mittenti hanno optato per una riqualificazio­
ne con completamento. Nella sua nuova
­pelle metallica che qua e là lascia trasparire
2012 ¥ 4   ∂
punte di colore, l’edificio emana una serena
e moderna urbanità. Arrivando dal vivace
Boulevard Diderot, l’area conclusa del lotto
si percepisce come un’oasi verde: uno spa­
zio aperto di quasi 1000 m2 tenuto con
estrema cura con un antico patrimonio arbo­
reo. La nuova sala polifunzionale a ­forma di
imbuto prosegue senza soluzione di conti­
nuità gli assi del complesso classico artico­
lando le superfici all’aperto e collegando il
nuovo volume distribuito su tre livelli con la
preesistenza. Per l’ampliamento lungo il lato
ovest, gli architetti hanno messo a punto una
soluzione lineare: una struttura in acciaio
­anteposta alla costruzione preesistente che,
nel suo ripiegarsi, spoglia del ­severo rigore il
volume parallelepipedo. Una pelle traforata
in alluminio veste sia l’esistente che il nuovo
e, a seconda dell’incidenza della luce, viene
percepita grigia, da tras­parente sino a di­
ventare opaca assumendo toni argentei.
L’effetto è stato riprodotto con l’ausilio di nu­
merosi test su parti traforate. Le aperture
dell’involucro si orientano verso l’interno del­
la facciata, con sottili variazioni nella dispo­
sizione e nella dimensione in modo tale da
nascondere la facciata esistente caratteriz­
zata da un sistema di assi regolari. L’effetto
plastico ottenuto dalla diversa distanza degli
strati di facciata anima ulteriormente il corpo
di fabbrica. Una progettazione che non esita
a scendere nel particolare costruttivo carat­
terizza anche i 141 appartamenti.
Nonostante le superfici degli appartamenti
siano minime, il più piccolo misura 12 m2,
la sensazione è che gli appartamenti siano
spaziosi sia per gli arredi leggeri e chiari,
sia per la suddivisione in due parti che per
la relazione diretta con l’esterno. Alla soste­
nibilità sono vincolate piante ad uso flessibi­
le con pareti divisorie in tecnologia leggera,
un intervento di ristrutturazione termica
con integrazione di isolante in facciata e
in copertura, nuove finestre ed elementi
­fotovoltaici sulla copertura.
Planimetria generale
scala 1:3000
Piante
piano terzo
piano primo
piano terra
Sezione
scala 1:500
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Ingresso residence
Sala Media
Reception
Accoglienza
Amministrazione
Lavanderia
Sala polifunzionale
Monolocale
Bilocale
Sala TV
Balcone comune
1 E
lemento scatolare in lamiera d’alluminio
­anodizzato, traforato 2 mm
2 S truttura in profili d’acciaio | 80/80/4 mm e
70/70/4 mm
3 Guaina impermeabilizzante a due strati
strato termoisolante in schiuma rigida 120 mm
4
5
6
7
8
9
10
11
12
barriera vapore
lamiera grecata con betoncino 110 mm
struttura non a vista in alluminio 40 mm
strato termoisolante 80 mm
pannello in cartongesso 12,5 mm
S olaio in c.a. 150 mm (esistente)
Pannello in HPL 8 mm, smaltato a colori
struttura non a vista in alluminio 2x 30 mm
pannello termoisolante 70 mm
strato termoisolante 128 mm
struttura non a vista in alluminio 48 mm
pannello in cartongesso 2x 13 mm
Pilastri/travi in profilo di acciaio HEA 160
Lamiera grecata con betoncino 90 mm
Pavimento in PVC 10 mm, massetto 50 mm
pannello fonoassorbente 20 mm
lamiera grecata con betoncino 110 mm
strato fonoisolante 52 mm
pannello in fibra di gesso 18 mm
Telaio in alluminio con vetrazione isolante
Giunto edile fra ampliamento ed esistente:
silicone, cordoncino a tenuta
profilo in legno 5 mm
Pavimento in PVC 10 mm, solaio in c.a. 160 mm
(esistente), strato fonoisolante 72 mm
pannello in fibra di gesso 18 mm
Intonaco 10 mm, strato termoisolante 120 mm,
­parete in c.a. 280 mm (esistente)
Sezione
scala 1:20
Assonometria della struttura in acciaio
Piano nono
Pagina 356
Conversione di scuola statale
in condominio residenziale ad Hannover
La riconversione di una scuola in centro re­
sidenziale è stata senza dubbio un incarico
insolito. L’idea è stata proposta dal develo­
per “Plan W” che si era prefisso, insieme
agli architetti, di riconvertire un edificio sco­
lastico inattivo nell’area sud di Hannover per
realizzarvi un progetto di edilizia collettiva.
Come se le condizioni iniziali di progetto non
fossero abbastanza complesse, sull’edificio
scolastico per non-vedenti eretto nel 1962
pendeva anche un vincolo di tutela architet­
tonica. L’incarico non consisteva solo nell’in­
tegrazione definitiva di funzioni residenziali
nel complesso di edifici con pianta ad U,
ma prevedeva anche di mantenere l’aspetto
esterno delle facciate e contemporanea­
mente di adempiere agli attuali standard
energetici. Sono stati realizzati complessiva­
mente 16 appartamenti con super­ficie com­
presa fra i 60 e i 170 m2 distribuiti nei tre
corpi dell’edificio: l’ex biblioteca, l’ala delle
aule e la palestra. Accanto si collocano tre
uffici, una biblioteca per bambini e per gio­
vani originata dall’ex biblioteca di quartiere
installata nell’ex-atrio d’ingresso. La diversa
collocazione nell’esistente e le esigenze
specifiche della committenza hanno deter­
minato le caratteristiche specifiche di ogni
appartamento. Nell’ala della biblioteca
­disposta su un unico livello ci sono quattro
appartamenti orientati con gli ambienti prin­
cipali verso il cortile reso accessibile tramite
un pergolato interno che ha permesso di la­
sciare invariata la facciata su strada.
Verso sud, le nuove finestre realizzano una
migliore relazione con l’ambiente esterno.
∂   2012 ¥ 4
L’ala delle aule e degli uffici è stata comple­
tamente modificata e ha subito un intervento
radicale soprattutto al piano terreno. ­
Il corridoio per la ricreazione rivolto verso il
cortile, che in origine si trovava a distanza
di circa 2 metri dall’edificio, è stato aggiunto
alla superficie residenziale mentre lo spazio
intermedio è stato ridotto a tre piccoli atri
dove sedersi protetti all’aperto. Contempora­
neamente, la facciata in laterizio è diventata
un interessante elemento formale degli spazi
­interni.
Nei due piani superiori del complesso si
­trovavano le aule. Suddivisi in cinque unità
residenziali incluso un duplex, i livelli sono
connessi dalle scale esistenti su cui si è
­intervenuti con lievi modifiche. Sotto il con­
trollo della Commissione per la tutela archi­
tettonica, sono stati apposti dei balconi lun­
go la facciata ovest dotati di parapetti
traslucidi. I balconi seguono il ritmo della
facciata e s­ ono ancorati in corrispondenza
dei pilastri. L’intervento di riconversione di
maggior impatto è stato quello che ha ri­
guardato la facciata della palestra. E’ stato
inserito un nuovo solaio per consentire la re­
alizzazione di appartamenti distribuiti su tre
livelli mentre l’accesso avviene tramite il cor­
tile interno al piano intermedio. L’intervento
di ristrutturazione della facciata in vetro pre­
esistente si è rivelato molto complesso per
il fatto che la distribuzione delle unità resi­
denziali non corrispondeva. Il problema è
stato risolto progettando una nuova facciata
in vetro arretrata di un metro rispetto alla
griglia strutturale di calcestruzzo e ricavan­
do uno stretto balcone nell’interspazio.
­L’implementazione energetica dell’edificio ha
rappresentato l’intervento più impegnativo.
Per raggiungere lo standard 70 KfW (che
corrisponde ad un abbattimento del 30%
dei valori limite) si è proceduto all’analisi e
all’ottimizzazione di più di 100 situazioni di
ponte termico.
Dato che per la facciata sotto vincolo di tute­
la architettonica non era possibile realizzare
un isolamento esterno, si è proceduto all’ap­
plicazione di un isolamento interno mentre
tutti le finestre esistenti sono stati sostituite
con vetrazione a due camere. Nell’insieme,
stupisce quanto sia poco visibile ad opere
terminate la complessità del progetto realiz­
zato. Silenziosamente la scuola si è trasfor­
mata in un edificio residenziale plurifamiliare.
Tuttavia negli spazi semipubblici rimane an­
cora nell’aria il vecchio carattere scolastico.
Planimetria generale
scala 1:2500
Funzione precedente di edificio scolastico:
1 Biblioteca
2 Ala aule didattiche
3 Palestra
4 Appartamento custode
5 Atrio d’ingresso
Sezioni ∙ Piante
scala 1:750
6 Ufficio
7 Appartamento
Traduzioni in italiano3
8 Atrio
9 Appartamento duplex
10 Biblioteca bambini e giovani
1 G
hiaia 40 mm, sabbia argillosa 20 mm (esisten­
te), impermeabilizzazione bituminosa a tre strati
(esistente), rivestimento in tavole 25 mm (esisten­
te), isolamento termico in cellulosa 220 mm inter­
medio fra struttura in legno (esistente) insufflata
dal basso, freno vapore dotato di resistenza va­
riabile al passaggio di umidità, listelli 48/24 mm,
rivestimento in lastre di cartongesso 20 mm
2 Intonaco (esistente), pannello in calcestruzzo
leggero 50 mm (esistente)
trave in c.a. 270/950 mm (esistente)
3 Trave in c.a. (esistente)
4 Parquet in blocchetti di legno di taglio 23 mm,
massetto di cemento 40 mm, foglio in PE
materassino fonoassorbente 40 mm, solaio in la­
terizio e putrelle 220 mm, intonaco interno 15 mm
5 Trave HEB 220 in acciaio
6 Reticolo di facciata in c.a. 50 mm (esistente),
­tinteggiato
7 Porta finestra: telaio in legno con vetrazione a
­doppia camera U=0,9 W/m2K
8 Pilastro in c.a. 500/500 mm (esistente)
9 Parquet in blocchetti di legno di taglio 23 mm
massetto di cemento 50 mm, foglio in PE
pannello isolante EPS 90 mm
solaio in c.a. 150 mm (esistente)
controsoffitto in cartongesso 12,5 mm
10 Grigliato in acciaio zincato a fuoco 30 mm
­supporti di sostegno, guaina saldata impermea­
bilizzante in bitume-elastomero, strato isolante
in pendenza EPS, barriera vapore
11 Rivestimento in cartongesso 12,5 mm
strato i­solante capillarmente attivo ai silicati di
calcio 100 mm
12 Parquet in blocchetti di legno di taglio 23 mm
massetto di cemento 50 mm, foglio in PE
pannello isolante EPS 100 mm
guaina impermeabilizzante saldata in bitumeelastomero, massetto composito 60 mm
(esistente), solaio in c.a. 100 mm (esistente)
13 Malta da intonaco alleggerita
strato isolante i­nterno capillarmente attivo ai
silicati di calcio 120 mm
14 Parete divisoria appartamento: muratura in
­blocchi di silicato di calcio 2x 115 mm con
­nucleo isolante 50 mm, intonaco di argilla su
­entrambe le facce
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Ingresso cantina
Bagno
Camera
Ingresso
WC
Pranzo
Cucina
Soggiorno
Vuoto
Piante appartamento D4
scala 1:400
Facciata doppia dell’ex palestra
Sezione verticale • sezione orizzontale
scala 1:20
Sezione facciata con balconi dell’ex ala aule
scala 1:20
1 G
hiaia 40 mm (esistente)
sabbia argillosa 20 mm (esistente)
impermeabilizzazione bituminosa a tre strati
(esistente), rivestimento in tavole 25 mm (esisten­
te) struttura in legno 40/120 mm ­(esistente)
lastra in sughero espanso 35 mm (esistente)
solaio in c.a. a cassettoni 290 mm (esistente)
strato d’aria nell’intercapedine 5 mm e strato iso­
lante in fibra di legno 160 mm, listelli 50/40 mm,
strato isolante intermedio in fibra di legno 40 mm
barriera vapore, listelli 50/20 mm, rivestimento
in lastre di cartongesso 12,5 mm
2 Malta da intonaco alleggerita
pannello ai silicati di calcio 60 mm
3 F
inestra in legno con vetrazione a doppia
­camera a selezione solare U = 0,9 W/m2K
4 Piastrelle in ceramica 40 mm (esistente)
contro parete in laterizio 115 mm (esistente)
strato d’aria 40 mm (esistente), blocco forato in
laterizio 240 mm (esistente), pannello ai silicati
di calcio capillarmente attivi 120 mm
malta da intonaco alleggerita 10 mm
5 Parquet 20 mm, strato in PVC (esistente),
massetto 40 mm (esistente), materassino
­fonoassorbente in EPS 20 mm (esistente)
solaio in c.a. a cassettoni 290 mm (esistente)
intercapedine con strato isolante in fibra di legno
210 mm, strato isolante in PUR 60 mm
(su area perimetrale di 1 metro di larghezza)
rivestimento in lastre di cartongesso 12,5 mm
6 Flangia di testa in acciaio zincato a fuoco
150/250/20 mm
7 Lamiera di connessione 250/70/15 mm
8 Tirante in acciaio zincato a fuoco 18 mm
9 Portafinestra ad alzante scorrevole in telaio di
­legno con vetrazione isolante, U = 0,9 W/m2K
10 Profilo di acciaio inox ad fi 30/27/3 mm
11 Parapetto in stratificato di temperato traslucido 8
+ pellicola PVB + temperato 8 mm
12 Scossalina in lamiera piegata
13 Profilo in acciaio ad fi 160 mm
14 Doghe in larice zigrinate 35 mm
cartone bituminato su magatelli distanziatori
tubolare in acciaio | 80/80/8 mm
lamiera grecata 35 mm, lamiera d’acciaio 2 mm
15 Flangia di testa 150/270/24 mm
Pagina 362
“Bluebox” a Bochum
Solo un occhio esperto riconosce nel “Blue
Box” della Scuola Superiore di Bochum i
­segni del massiccio intervento di ristruttura­
zione operato. Nel 1965, Bruno Lambard
­realizzò una costruzione in acciaio nel rigore
di un linguaggio tardo-moderno con funzio­
ne di mensa temporanea. Dal 1971 l’edificio
è stato utilizzato come biblioteca universita­
ria; poi con la “promozione” a deposito bi­
bliotecario, le vetrate sono state tamponate
da pannelli laccati di blu. Solo all’inizio degli
anni ’90, l’edificio trascurato nel tempo, ven­
ne riattivato a lotti dal professor Wolfgang
Krenz in “centro didattico” della Facoltà di
Architettura. Infine, nel 2009 venne assicu­
rato il finanziamento per una complessiva
­riqualificazione che ha prodotto un moderno
edificio per la didattica e lo studio.
La struttura fondamentale del corpo dispo­
sto su due piani è rimasta sino ad oggi inva­
riata: pilastri in acciaio collocati all’esterno
del perimetro lungo un reticolo geometrico
di assi a maglia quadrata di 5 metri di lato
portano una delle prime reticolari spaziali
Mero del Dopoguerra. Con un’altezza di
1,75 metri, la struttura ­portante si estende
all’intero piano superiore. Nelle aree
­perimetrali, laddove la facciata al piano
­terreno è arretrata, il solaio di copertura si
colloca sulle mensole dei pilastri d’acciaio
disposti perimetralmente. In ­entrambi i piani,
un nucleo centrale divide il volume in due
aree di grande estensione. Diversamente
dalla situazione originaria, ­l’edificio è acces­
sibile da quelli che precedentemente aveva­
no la funzione di ingressi laterali secondari.
L’ingresso principale che si apre verso la
4
Traduzioni in italiano
piazza antistante e le quattro imponenti sca­
le in c.a. al centro dell’edificio sono state de­
molite. La sala mensa al piano primo ha di
conseguenza ampliato la propria superficie
ora disponibile ad un uso flessibile. L’involu­
cro dell’edificio versava nel 2009 in un tale
stato di degrado che sia la copertura che le
facciate sono state completamente sostitui­
te. Per ottemperare alla normativa energeti­
ca del 2009, è stato necessario implementa­
re la struttura di copertura in altezza: la linea
perimetrale del volume di copertura è stata
inevitabilmente chiusa prima del perimetro
originario dell’attico. Il grande carico della
copertura e la necessità di un nuovo collau­
do hanno reso necessario un irrobustimento
della struttura Mero. Circa 200 aste, non
­richieste nel progetto iniziale, sono state
­integrate e alcune rinforzate.
Il tamponamento superiore della nuova fac­
ciata sarebbe entrato in collisione con le
­diagonali esterne del sistema Mero a causa
della profondità dei profili e per questo moti­
vo è stato collocato 30 cm più in profondità.
Il carico del vento si trasmette ad una trave
interna a sezione a C che è saldato poste­
riormente all’HEB del pilastro. Guardando
dall’esterno, l’intervento rimane nascosto
dietro il telaio originale con lamelle d’allumi­
nio fisse che si antepone alla facciata.
Anche le nuove tende alla veneziana in allu­
minio, che fungono da schermo adattabile,
rimangono praticamente nascoste in secon­
do piano.
Per ottemperare alle norme antincendio,
le due scale che collegano il piano superiore
sono state chiuse da soffitti REI 90 in lamie­
ra grecata e cartongesso senza interferire
con le strutture portanti tridimensionali so­
vrastanti. Due lucernari a nastro divisi in tre
campiture con funzione di estrattori di fumo,
provvedono al raffrescamento notturno du­
rante la stagione estiva. Entrambe le funzioni
sono supportate da aperture a ventilazione
controllata in corrispondenza del parapetto
ogni due campiture vetrate.
Con un accurato intervento di risanamento
molti dei particolari costruttivi reperiti nell’e­
sistente sono stati tradotti in un linguaggio
architettonico contemporaneo. Il risultato è
stato il recupero per il futuro di un esemplare
modello di architettura del Movimento
­Moderno.
Planimetria generale
scala 1:4000
Piante • Sezione
scala 1:500
Vista aerea del nuovo edificio nel 1965
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Ingresso
Guardaroba
Kitchenette
Ingresso secondario
Ufficio
Deposito
Aula (master)
Aula (I-IV semestre)
Aula (V-VIII semestre)
Pool informatico
Sala polifunzionale
2012 ¥ 4   ∂
Sezione verticale
Sezione orizzontale
scala 1:20
1
2
3
4
5
6
Pilastro portante : profilo in acciaio HEB 180
­(esistente)
Guaina impermeabilizzante monostrato con sor­
monto a strappo, strato di protezione in materiale
sintetico rivestito in PIB, strato termoisolante
espanso PUR 200 mm, barriera vapore
lamiera grecata 50 mm in pendenza
tubolare in acciaio ¡ 70/70 mm, zincato
rialzi in ­tubo di acciaio Ø 40 mm/zona impianti
sistema di controsoffittatura acustica sospesa
pannello in lana minerale in telaio di alluminio
struttura reticolare Mero modulo 2500 mm
altezza del ­sistema 1750 mm con tubolari d’ac­
ciaio integrati e talora irrigiditi
Vernice trasparente in resina epossidica
massetto cementizio 60 mm
strato di separazione in foglio di PE
strato fonoassorbente in lana minerale 12 mm
strato autolivellante in cls alleggerito 5–10 mm
solaio a cassettoni di cls 130 mm (esistente)
sospensione/zona impianti
lana minerale 200 mm
controsoffitto sospeso in lamiera di alluminio,
piegata verniciata a polvere 3 mm
Rivestimento in lamiera di alluminio, piegata
­verniciata a polvere 3 mm, strato di ventilazione
strato termoisolante in lana minerale 60 mm
Vetrazione isolante in stratificato 8 + intercapedi­
ne 16 + stratificato 10 mm
in facciata montanti e traversi di alluminio
Vernice trasparente in resina epossidica
massetto cementizio 50 mm
strato di separazione in foglio di PE
strato termoisolante in lana minerale 50 mm
strato autolivellante in cls a
­ lleggerito 10–20 mm
fissaggio con colla a base bituminosa 10 mm
solaio in c.a. (esistente)
Sezione verticale
Sezione orizzontale (sotto lo schermo solare fisso)
Particolare costruttivo originale del 1965 e situazione
dopo la ristrutturazione
scala 1:10
Spazio interno mensa nel 1965
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Copertura:
guaina impermeabilizzante monostrato con
­sormonto a strappo, foglio sintetico di protezione
strato termoisolante estruso PUR 200 mm
barriera vapore
lamiera grecata 50/262,5/0,88 mm in pendenza
tubolare in acciaio ¡ 70/70 mm, zincato
piedi in tubo di acciaio Ø 40 mm/vano tecnico
sistema di controsoffitto acustico sospeso con
pannello di lana minerale in telaio di alluminio
­struttura reticolare spaziale Mero 2500 mm,
­altezza del sistema 1750 mm con integrazione di
tubolari ­d’acciaio e irrigidimento puntuale
Lamiera di alluminio piegata verniciata a polvere
2 mm, profilo in acciaio ∑ 60/200 mm
Pilastro portante: profilo HEB 180 (esistente)
B ordo copertura: telaio in profili d’acciaio
∑ 60/90 mm e } 60/60 (esistente), riempito con
lana minerale 60 mm, barriera vapore foglio PE
Lamiera scatolare in alluminio 220/70/2 mm
­verniciata a polvere, riempimento in lana minera­
le 65 + 35 mm
S ospensione di struttura di copertura:
spina filettata M 20 saldata a mensola in a
­ cciaio
(esistente)
S ospensione bordo di gronda:
spina filettata M 20
Schermo solare fisso in alluminio (esistente)
Lamiera di alluminio piegata verniciata a polvere
3 mm, strato termoisolante estruso PUR 30 mm
strato termoisolante in lana minerale 0-140 mm
barriera vapore, lamiera in alluminio piegata
­verniciata a polvere 3 mm
Mensola in acciaio saldata
Profilo in acciaio ‰ 140/60 mm
12 Inserto in acciaio saldato per montante facciata
13 Vetrazione isolante stratificato 12 + i­ntercapedine
16 + temperato 8 mm in f­acciata montanti e tra­
versi di alluminio
14 Protezione solare, tenda veneziana
15 Profilo di alluminio ∑ 50/50 mm
16 Pannello d’angolo:
lamiera di alluminio piegata 2 mm verniciata a
polvere, strato termoisolante estruso PUR 30
mm, lamiera di acciaio piegata 2 mm
Pagina 369
Riqualificazione del complesso
­residenziale di Park Hill a Sheffield
Il complesso Park Hill è uno dei più estesi
insediamenti residenziali soggetti a vincolo
di tutela architettonica in Europa. Su un’altu­
ra, al di sopra della stazione di Sheffield,
­domina con fierezza l’ex città industriale.
Terminato nel 1961, l’insediamento brutalista
di 995 alloggi di edilizia popolare fu non solo
celebrato dagli architetti come simbolo della
rivolta ma anche come modello di immagine
e ambizione di un quartiere residenziale
­innovativo e progetto di punta nell’ambito
di un ampio programma di edificazione resi­
denziale del governo laburista del tempo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il cen­
tro della città era stato devastato dalle bom­
be e il quartiere operaio adiacente fu tra i
primi a essere completamente demolito nel
paese. Al posto delle caratteristiche case a
schiera assiepate l’una contro l’altra, l’archi­
tetto capo dell’ufficio tecnico municipale del
tempo, insieme a due giovani collaboratori,
si accinse a progettare la variante per l’In­
ghilterra settentrionale della “macchina da
abitare”. L’imponente insediamento, ispirato
a Le Corbusier e a un progetto per un con­
corso di Alison e Peter Smithson, propone
sottili edifici a stecca aperti su entrambi i lati
con alloggi disposti su più livelli con molta
luce, efficace aerazione e ampie prospettive
sulla città. Non si trattava semplicemente di
un esercizio di stile modernista. Il team del
Comune e gli architetti, che avevano come
obbiettivo la realizzazione di un microcosmo
funzionale per Sheffield, avevano indagato
in stretta collaborazione con i sociologi le
strutture sociali del quartiere demolito.
A Park Hill c’erano negozi, una lavanderia a
gettone, saloni di parrucchiere, un asilo, una
stazione di polizia e quattro pub. Le passe­
relle di connessione ogni tre piani, note
­come “streets in the sky” erano elementi di
identificazione e riprendevano i nomi delle
strade del vecchio quartiere. L’obbiettivo era
che diventassero luoghi di incontro per far
rivivere la percezione della comunità e la vi­
ta sociale, sufficientemente ampi da lasciar
passare il lattaio con il carrello a mano.
Inoltre permettevano di passeggiare all’a­
sciutto al livello del piano terra. I residenti
erano soprattutto soddisfatti del teleriscalda­
mento, della dotazione di un bagno proprio
e anche di un moderno sistema di smalti­
mento dei rifiuti. Come l’intera città, l’inse­
diamento inizialmente molto amato, si avviò
∂   2012 ¥ 4
verso un’inesorabile decadenza negli anni
’70-‘80. Pur essendo visibilmente fatiscente,
non vennero approntate le necessarie
­opere di manutenzione straordinaria e il
­calcestruzzo lentamente iniziò ad ammalo­
rarsi. Sempre più frequentemente il com­
plesso diventò un focolaio di problematiche
sociali. Se nel 1998 Park Hill non avesse ot­
tenuto il vincolo architettonico, il centro resi­
denziale sarebbe già stato demolito. L’indi­
rizzo godeva di pessima fama. I conservatori
e gli avversari politicamente motivati mar­
chiarono il complesso ­residenziale come
chiaro luogo di degrado e come segno del
fallimento socialdemocratico.
L’organo per la tutela architettonica deliberò
di conservare solo lo scheletro di calcestruz­
zo e un investitore, da tempo conosciuto per
i progetti di conversione operati su edifici
­industriali di particolare prestigio, acquisì
­l’area per una simbolica sterlina. Ad oggi,
l’edificio più settentrionale e elevato, una
stecca che si piega due volte e si eleva tra
dieci e tredici piani, è stato prima portato
all’ossatura grezza, poi sottoposto a accura­
to risanamento del calcestruzzo. Il ­voluto
cambio di immagine, dovuto al cambiamen­
to della condizioni socio-politiche e all’inten­
to commerciale di realizzare appartamenti
a ­finanziamento privato, si riflette soprattutto
nelle nuove facciate. Gli infissi bianchi del
preesistente posati fra le stratificazione della
muratura sono stati sostituiti da infissi che
variano dal color marrone al piano terreno
sino al color ocra del piano mansarda.
Le superfici vetrate sono ampie e le ante in
profilo di alluminio anodizzato vanno dal ros­
so saturo dei piani inferiori al giallo limone in
prossimità dell’attico. Parapetti snelli in cal­
cestruzzo con superfici raffinate e corrimani
in legno di piacevole materialità sostituisco­
no le vecchie balaustre.
Di base, la struttura è rimasta invariata
nell’elemento fondamentale: il “Cluster” resi­
denziale a tre moduli distribuito su tre livelli
con alloggi tipo su due piani e “strade” di di­
stribuzione ogni tre piani. Le indiscusse pro­
prietà qualitative dell’esistente sono integre:
la ventilazione naturale passante anche not­
turna, l’orientamento verso sud e verso ovest
dei soggiorni e la presenza di almeno un
balcone. Le piante sono più aperte e spazio­
se, negli interni alcune superfici in calce­
struzzo sono state lasciate parzial­mente a
vista. Minuti dettagli costruttivi come le por­
te interne chiuse a filo muro nelle nicchie
delle pareti, rammentano un’attenta proget­
tazione rispettosa dell’esistente. ­Anche gli
ingressi sono stati allestiti accentuando ele­
menti in aggetto ed elementi che retrocedo­
no dando ritmo alle “strade”, ma soprattutto
con le finestre a garanzia di un controllo so­
ciale del piano di distribuzione. Ovviamente
il sistema di teleriscaldamento, il sistema im­
piantistico richiesto e l’isolamento acustico
sono stati portati al più attuale standard co­
nosciuto. Un nuovo taglio su quattro livelli re­
alizza un portale d’ingresso in posizione
Traduzioni in italiano5
Rivista di architettura e particolari costruttivi
‡ Vom Louvre bis zur Wohnmaschine
‡ Alte Substanz – neue Nutzung
‡ Chandigarh: Mythos und Wirklichkeit
Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture
Serie 2013 · 4 · Sanierung · Refurbishment · Réhabilitation · Riqualificazione
A proposito di DETAIL
Ogni numero, con particolare attenzione
­riservata alla qualità architettonica delle
­soluzioni costruttive, è dedicato all’appro­
fondimento tematico di un argomento
tecno­logico (p. es. costruzioni in calce­
struzzo, strutture di copertura, risanamento
e restauro etc.). La presentazione dei
­progetti più recenti, realizzati in ambito
­nazionale e internazionale, è
accompagnata da una serie di accurate ri­
produzioni grafiche in scala e di seleziona­
te immagini. Le due edizioni annuali di
DETAIL Concept sono dedicate allo studio
analitico delle ­fasi del processo costruttivo,
mentre le ­edizioni speciali di DETAIL Gre­
en, anch’esse con due uscite all’anno,
­informano su tutti gli aspetti della progetta­
zione e della costruzione sostenibile.
Temi delle riviste del 2013
‡ 1/2 Traslucido e trasparente
‡ 3
”Concept“ Asili nido/kitas/scuole
‡4 Riqualificazione
‡ 5Tema speciale
+ DETAIL Green
‡ 6
Costruzioni massive
‡7/8 Acciaio
‡ 9
”Concept“ Edilizia per i trasporti
‡ 10Costruzioni mobili/costruzioni
temporanee
‡ 11Materiale e superficie
+ DETAIL Green
‡ 12
Tema speciale
(Sono possibili eventuali modifiche.)
∂ Abbonamento
‡
Abbonamento classico € 169,–*
12 numeri all’anno
(compresi i due numeri DETAIL Green).
‡ Abbonamento studenti € 89,–*­
12 numeri all’anno. ①
(compresi i due numeri DETAIL Green).
‡ DETAIL Abbonamento prova € 21,85
Due numeri attuali della rivista DETAIL al prezzo di
prova di soli € 21,85 incluse le spese di spedizione +
imposta sul valore aggiunto per i non possessori di
partita IVA.
*Costi di spedizione aggiuntivi (per 12 numeri) € 43,–
Per la consegna nei paesi dell’Unione E
­ uropea,
l’Imposta sul Valore Aggiunto per i non possessori
di partita IVA è del 7%.
① Sarà possibile usufruire del p
­ rezzo per studenti solo
a seguito della consegna di un documento valido
­attestante l’iscrizione.
Prezzi gennaio 2013
Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG
Hackerbrücke 6 · 80335 Monaco di Baviera · GERMANIA
Tel: +49 (0)89 381620-0 · Fax: +49 (0)89 398670 · [email protected]
www.detail.de/shop-italiano
6
Traduzioni in italiano
centrale mentre una scala di sicurezza
­aerea sull’esterno e ascensori completa­
mente vetrati offrono prospettive verso la
­città e contrassegnano l’ingresso.
Al fine di rendere Park Hill una meta ambita,
il basamento dotato di ampie vetrate con al­
cune unità distribuite su un piano e mezzo
sino a tre piani, prevede l’insediamento di
esercizi commerciali, bar e ristoranti lungo il
nuovo realizzato dehor. Si prevede anche la
realizzazione di un ambulatorio medico, di
un asilo e di una sala polivalente. Nell’arco
di ­alcuni anni il complesso rivitalizzato ospi­
terà 874 appartamenti di cui 240 di diversa
estensione in modo da garantire una mesco­
lanza sociale. ­Rimarrà solo un problema:
gli alloggi popolari venuti a mancare non
­saranno creati altrove, e questa è una
­decisione politica, non architettonica.
Planimetria generale
scala 1:7500
1
2
Riqualificazione primo lotto
Zona di completamento
Sezione
scala 1:750
Pianta piano connettivo (“Street in the sky”)
Vista frontale (sviluppo)
scala 1:1250
a–d Immagine degli anni ‘60
e, f Porzione di facciata:
immagine prima e dopo la ristrutturazione
Tipologie di alloggio a/b: 51 m2
Tipologia di testa e: 73 m2 (alloggio con camera extra
nel livello intermedio)
Tipologie di alloggio c/d: 71 m2
Tipologia d’angolo f: 70 m2
Piante
scala 1:250
1
2
3
iante tipologia standard “Cluster” 1961
P
(livello inferiore/connettivo/superiore)
Piante tipologia standard “Cluster” 2013
(livello inferiore/connettivo/superiore)
Selezione di tipologie speciali (di testa: livello
­inferiore; d’angolo: livello connettivo/superiore)
Sezione verticale • Sezione orizzontale
Loggia
scala 1:20
1 S
truttura in c.a. (esistente),
ripulita, ripristinata, riqualificata
2 Sporto/parapetto in acciaio zincato
e verniciato a polvere
3 Anta di apertura in alluminio anodizzato
4 Vetrazione isolante in telaio di alluminio ­
verniciato a polvere
5 Corrimano in legno 100/50 mm su profilo
a T in acciaio
6 Rivestimento in legno 19 mm con giunto
continuo a ­scuretto (sopra ancoraggio laterale)
7 Elemento parapetto in elemento prefabbricato
in calcestruzzo 114/175 mm (altezza tot. 915 mm)
8 Barre verticali rastremate verso l’alto
20–40/120/670 mm
9 Doghe piallate in legname squadrato, guaina
­impermeabilizzante, strato isolante
10 Intonaco, strato termoisolante
11 Sistema a cappotto termico,
parete in tecnologia leggera
Sezione verticale “Strada”
scala 1:20
2012 ¥ 4   ∂
Pagina 376
Ristrutturazione e riqualificazione di
un ­edificio universitario a Monaco
Il Politecnico di Monaco occupa nella
Maxvorstadt un isolato composto di edifici di
diverse epoche tra cui il corpo realizzato in
calcestruzzo a vista con pianta ad L all’an­
golo nord-ovest eretto su progetto di Franz
Hart nel 1963. L’edificio richiedeva un inter­
vento di risanamento soprattutto in relazione
al contenimento dei consumi energetici e al­
le misure antincendio poiché da tempo non
era più in regola con la normativa in vigore.
Punto di partenza della ristrutturazione era
la struttura portante esistente composta di
due telai in c.a. sovrapposti, di cui il superio­
re lievemente arretrato su quello inferiore.
Questa variazione ha ispirato gli architetti
per la composizione di una nuova pelle di
facciata in muratura di laterizio: i piloni che
articolano la facciata di vuoti e pieni e ri­
prendono la preesistente maglia geometrica
della pilastrata, si inarcano ondulando a
conferire una nota creativa alla facciata in
clinker scuro diversamente d’aspetto severo.
All’interno, l’edificio per la Facoltà di Econo­
mia è stato portato all’ossatura grezza in c.a.
lavorando poi sulla materia della struttura
edilizia preesistente. Il pavimento in cemento
levigato e le travi in calcestruzzo a vista cre­
ano un intenso contrasto con il soffitto color
oro e le pareti giallo chiaro. L’idea assume
particolare valore nel nuovo foyer disposto
su due livelli dove una scala curva isolata
nello spazio si libra fra travi in calcestruzzo.
A seguito dell’intervento di ristrutturazione,
anche la scala dell’ingresso principale, cir­
condata da un vuoto a tutt’altezza, si pre­
senta più spaziosa. Laddove un tempo cor­
reva un ampio giunto edilizio, la facciata è
stata spostata in corrispondenza del profilo
più esterno, insieme con le vetrate create da
diversi artisti che diventano elemento allesti­
tivo del vuoto di nuova realizzazione. Gli ar­
chitetti avrebbero realizzato volentieri spazi
di maggiore ampiezza in armonia con le
grandi luci della struttura. Il committente ha
invece preferito un’articolazione di dimensio­
ni ridotte composta di uffici a postazione
singola.
15 Vuoto
16 Custode
Sezione orizzontale • Sezione verticale
scala 1:20
1 Copertura:
ghiaia 60 mm, guaina di protezione, guaina im­
permeabilizzante bituminosa saldata a doppio
strato, strato termoisolante EPS 180 mm in pen­
denza, barriera vapore, vernice di fondo, ­solaio
in c.a. 160 mm
2 Facciata:
contro-parete in clinker 240/115/40 mm
fissaggio con mensole di ritegno e ganci per
­muratura in acciaio inox, intercapedine 90 mm
strato termoisolante in lana minerale 160 mm
trave in c.a. 140 mm (­esistente)
3 Serramento in alluminio
4 Vetrazione isolante in temperato 8 +
intercapedine con sistema di protezione solare
24 + stratificato 10 mm
5 S olaio:
linoleum 5 mm, trattamento di fondo, s­ tuccatura,
massetto cementizio 55 mm, strato di separazio­
ne, materassino fonoassorbente 15 mm,
solaio in c.a. 120 mm o 150 mm (esistente)
6 Trave in c.a. 350/300 mm (esistente)
7 Controparete in clinker 240/115/40 mm,
­legatura a una testa, legatura parapetto con
sovrapposizione a una testa,
ancoraggio con mensole di ritegno e ganci per
muratura in acciaio inossidabile
8 Parete in c.a. 160 mm
9 Pilastro in c.a. 400/800 mm (esistente)
10 Pilastro in c.a. 200/500 mm (esistente)
1 S
eduta in acciaio inox 4 mm
2 Corrimano in piatto d’acciaio smaltato 50/10 mm
3 S olaio in c.a. 140 mm, superficie levigata a
elicottero, lucidata a specchio
4 Parapetto in c.a. 160 mm, su entrambi i lati
­impronte tavole non piallate
5 Trave di supporto in c.a. 500/230 mm
6 Appoggio elastomerico
7 Trave in c.a. (esistente)
8 Massetto cementizio 60 mm, superficie levigata
strato di separazione
materassino fonoassorbente 15 mm
solaio in c.a. prefabbricato 150 mm (esistente)
9 Cordolo continuo in c.a.
10 Muratura 240 mm con intonaco calce-cemento
su entrambi i lati
Particolari costruttivi scala e solaio nel foyer
scala 1:20
a
b
c
d
e
f
Foyer a doppia altezza con scala isolata
Aule
Livello superiore foyer
Corridoio ampio davanti aule
Prospettiva della struttura portante
Vuoto della scala con vetrate artistiche esistenti
Planimetria generale
scala 1:6000
Sezioni • Piante
Livello uffici, livello d’ingresso
scala 1:1000
Pagina 383
Copertura di Cour Visconti al
Louvre a Parigi
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Ventitre anni dopo l’inaugurazione dell’allora
rivoluzionaria piramide del Louvre, la corte
dell’ala meridionale del museo ha acquisito
una nuova straordinaria inserzione di valore
contemporaneo che ha tra l’altro la funzione
di accorpare la sezione dell’arte islamica di
recente realizzata. Come una vela, la coper­
tura traslucida ondeggia fluttuante su Cour
Visconti spingendosi in alcuni punti quasi
­fino a sfiorare il pavimento.
Il concorso è stato vinto dagli architetti con
Laboratorio di prova materiali
Aula seminari
Ufficio
Biblioteca
Ingresso
Impianti
Sala conferenze
Deposito
Kitchenette
Foyer
Sala computer
Postazioni di lavoro studenti
Sala riunioni
Elaborazione dati
∂   2012 ¥ 4
l’idea di non coprire completamente la corte
ma di allestirla con una struttura aerea lieve­
mente rialzata sui margini. Un segno che di­
lata ulteriormente lo spazio lasciando visibile
le facciate storiche sulla corte, mostrando
da un lato un approccio rispettoso all’esi­
stente, dall’altro garantendo con una struttu­
ra portante piana leggera in acciaio e vetro
spazi espositivi con illuminazione naturale.
La funzione di filtro, essenziale nel progetto,
è stata realizzata da una rete metallica che
riveste sia esternamente che internamente la
superficie ondulata di copertura. Il visitatore
accede alla corte attraverso spazi di distri­
buzione che conducono direttamente nel
nuovo padiglione. La ­superficie espositiva si
estende su due livelli per 2800 m2 comples­
sivi mettendo in mostra 3000 capolavori, la
maggior parte delle più importanti opere
dell’arte islamica prodotte tra il VII e il XIX
secolo, dall’Andalusia all’India. Al piano ter­
reno, dove prevalgono leggerezza e traspa­
renza, vengono presentati oggetti d’arte di
piccola taglia allestiti in vetrine-teca. Il piano
è collegato con scala e vuoto nel solaio al
piano interrato caratterizzato da pareti in cal­
cestruzzo tinte di nero e da un’illuminazione
crepuscolare; per le ­caratteristiche, lo spa­
zio è usato per oggetti fotosensibili come ad
esempio i tappeti. Lo spazio si caratterizza
con l’esposizione di elementi architettonici
come portali lignei e rivestimenti parietali
musivi, oltre che con una voce narrante
che recita liriche in turco, farsi e arabo.
In apparenza semplice gesto architettonico,
la coraggiosa tensostruttura ha richiesto un
sistema ad elevato contenuto tecnologico.
La geometria di progetto ha alla base un pro­
cesso di calcolo informatico che distribuisce i
170 m2 di superficie complessiva in piccole
forme triangolari o romboidali. La suddivisio­
ne ha permesso di adattare 1800 vetri e 2350
pannelli in lamiera stirata alla forma organica.
La costruzione portante doppia è relativa­
mente leggera (135 t) e consiste in una strut­
tura in tubolari d’acciaio saldati tra loro ada­
giata su pilastri a sezione tonda con
inclinazione differente tale da conseguire una
maggiorata stabilità laterale. Una sfida è stata
organizzare lo spazio di lavorazione e le con­
dizioni di consegna. Dato che non si poteva
elevare la gru al di sopra dell’edificio esisten­
te, l’intero trasporto del materiale è avvenuto
attraverso un passaggio largo solo 2,70 m.
Planimetria generale
scala 1:10 000
1
2
Piramide (I.M. Pei, 1989)
Cour Visconti (2012)
Pianta piano terra – livello della corte
Pianta piano interrato
Sezioni • Piante
scala 1:800
1 Ingresso
2 Nuovi spazi espositivi: arte islamica
3 Vuoto
Traduzioni in italiano7
4
5
6
7
8
9
10
Spazio esterno corte
Raccolta romanico-egizia
Raccolta ionico-greca antica
Raccolta copto-egizia
Raccolta dei tre antichi
Mezzanino: arte islamica
Livello tecnico
1 R
ivestimento copertura con doppio strato di
lamiera stirata in alluminio anodizzato 2≈ 6 mm
profilo in acciaio } 30/20/3 mm
2 Fissaggio puntuale alla struttura portante
3 Vetrazione periferica in stratificato
indurito 2≈ 5 mm
4 S truttura portante in tubo d’acciaio Ø 60/4 mm
5 Vetrazione isolante in indurito 6 + intercap. 20 +
indurito 6 mm
6 Pannello sandwich in lamiera di alluminio 2 mm
e strato isolante XPS 40 mm
membrana impermeabilizzante
7 Rivestimento intradosso con doppio strato di
lamiera stirata in alluminio anodizzato 2≈ 6 mm
profilo in acciaio } 30/20/3 mm
8 Facciata in temperato 15 mm + pellicola PVB + 15
mm, giunto verticale con fuga di silicone 12 mm
9 Vetrazione isolante copertura in stratificato 6 +
intercapedine 14 + stratificato 2≈ 6 mm
10 Lastre di pavimentazione in miscela di polvere di
marmo e calcestruzzo con particole di rame
45 mm, piedini metallici regolabili, impermeabi­
lizzazione, strato termoisolante 75 mm, imperme­
abilizzazione, solaio in c.a. 160 mm, strato
­termoisolante 55 mm
11 Profilo in acciaio fi 80/50 mm, avvitato a basa­
mento di calcestruzzo
12 Aperture di aerazione in grigliato
13 Pannello acustico in tela 40 mm
telaio in profili di a
­ cciaio ad fi 55/40 mm
14 Controsoffitto in pannelli acustici in tela
Sezione bordo di copertura e facciata
scala 1:20
Sezione rivestimento di copertura e struttura
scala 1:5
1
2
3
oppio strato di struttura portante in tubolari di
D
acciaio con vetrazioni triangolari
Controsoffitto sospeso in lamiera stirata
anodizzata color oro
M ontaggio dei pannelli triangolari superiori sulla
copertura
Pagina 390
Ampliamento sotto il giardino –
Museo Städel a Francoforte sul Meno
Con il suo testamento, Johann Friedrich
Städel (1728–1816) posò la prima pietra
dell’omonimo museo di Francoforte sul
­Meno. Il suo lascito non solo risolse la “pre­
sentazione” della sua collezione, ma sov­
venzionò anche un intervento che mirava
all’integrazione e all’ampliamento; un’opera­
zione di ampio respiro conseguente all’ina­
deguatezza delle sale. Due trasferimenti di
sede e due interventi di ampliamento del
museo gravemente danneggiato dalla guer­
ra e recentemente ricostruito testimoniano lo
sviluppo e la storia dell’istituzione.
Per integrare le opere di arte contempora­
nea nella collezione, nel 2007 lo Städel indi­
ce un concorso internazionale a inviti con
l’obbiettivo di ampliare di ulteriori 3000 m2 la
super­ficie espositiva già disponibile di
4000 m2. Osservando i fabbricati esistenti e
la superficie all’aperto a parco, è chiaro che
la grande sfida del progetto era individuare
un luogo per realizzare l’ampliamento.
Progetto
Tra gli otto studi internazionali di architet­
tura che parteciparono, tra cui Diller Scofi­
dio + Renfro, Gigon/Guyer Architekten e
­S ANAA, tre avevano deciso di progettare
l’ampliamento sotto il giardino; una scelta
coerente in relazione agli spazi program­
mati e al sistema dei collegamenti, ma non
priva di rischi in relazione alla presenza di
un complesso già esistente in cui inserirsi,
inoltre si richiedeva che l’ampliamento
tracciasse un “segno t­ angibile”. Il verdetto
unanime della giuria nei confronti del no­
stro lavoro era motivato soprattutto dalla
chiara trasposizione dell’idea di spingersi
sotto il giardino. ­C onferendo un andamen­
to voltato al soffitto sopra il centro dell’am­
pia sala espositiva è stato anche possibile
soddisfare il desiderio dell’ente banditore
di ottenere un congruo equilibrio tra rispet­
to della sostanza edilizia costruita e senso
di rappresentanza, tra autonomia e visibili­
tà del nuovo. I tre concetti dominanti del
pro­getto erano: anzitutto una integrazione
naturale e consapevole nella struttura esi­
stente (Fig. 1). In secondo luogo la realiz­
zazione di uno spazio ipogeo che facesse
dimenticare di essere interrato; infine un
concetto di spazio espositivo in grado
di soddisfare i requisiti concreti della
­museografia contemporanea.
Integrare nell’esistente
I visitatori che accedono dall’ingresso prin­
cipale, giungono nel vecchio foyer attraver­
sando il foyer centrale principale e due
nuove rampe di scale (Fig. 19) che si inte­
grano in modo naturale nell’impianto delle
scale esistenti nell’edificio. Una scalinata di
ampio respiro, con unica rampa, conduce
infine all’interno del padiglione-giardino
(Fig. 18, 20). Per la realizzazione di questi
due blocchi di scale, ma anche per inte­
grare un elevatore combinato merci-perso­
ne che collegasse tutti i livelli, è stato ne­
cessario creare un nuovo piano interrato
sotto le parti esistenti che risalgono al XIX
e XX secolo (Fig. 6–7). Fino a quel momen­
to, i piani interrati servivano solo ad acco­
gliere il passaggio delle condutture e a for­
mare una barriera contro le acque di falda
e l’umidità di risalita.
Questo nuovo intervento di “riprogettazione
sotterranea” richiedeva un sofisticato rical­
colo delle strutture portanti e un coordina­
mento temporale e di posizionamento che
stabilisse con esattezza i tempi e le parti da
demolire, oltre alle parti da puntellare tem­
poraneamente o stabilmente e quelle da ri­
costruire. L’impermeabilizzazione dello sca­
vo di fondazione e il consolidamento delle
fondamenta adiacenti è avvenuto tramite un
procedimento di iniezioni ad alta pressione.
Per contenere la spinta di parti edili portanti
del piano primo talvolta sono state realizzate
laboriose strutture provvisorie, poi smantel­
late dopo che sul nuovo piano di fondazione
era stato eretto l’apparecchio delle fonda­
menta e il nuovo interrato.
8
Traduzioni in italiano
Fondazioni
I progettisti, data la vicinanza del museo
al fiume Meno, hanno dovuto prestare parti­
colare attenzione al livello della falda acqui­
fera che da centinaia di anni si trova poco
sotto la quota del guscio di copertura della
struttura. Per evitare inondazioni in caso di
piena, il padiglione–giardino è stato realizza­
to con la tecnologia della “vasca bianca” in
calcestruzzo impermeabile coadiuvato da
un sistema di impermeabilizzazione. Gli spa­
zi espositivi sono immersi nella falda come
una immensa cassa di c.a. che misura
75 ≈ 52 m. Per contrastare la spinta verso
l’alto, gli ingegneri dello studio Bollinger +
Grohmann hanno progettato una platea di
50 cm di spessore ancorata al suolo me­
diante pali. Sono stati utilizzati pali di calce­
struzzo armato (pali SOB) che si immergono
per 13 m nello strato geologico del cosiddet­
to Argilla di Francoforte. In seguito sono
­state anche inserite 36 sonde geotermiche
di 86 metri di lunghezza per la climatizzazio­
ne ­degli spazi espositivi.
Scala con pavimento alla veneziana che
­conduce al padiglione-giardino
L’elemento architettonico dominante nell’in­
gresso dell’ampliamento è la nuova scala
che collega il foyer esistente nell’ala del giar­
dino con il padiglione-giardino. La scala che
ricorda la scala del foyer maggiore di Oskar
Sommer, si allarga lievemente verso il basso
per enfatizzare la propria imponenza.
La nuova scala vuole sottolineare l’idea della
continuità architettonica che va dalla simme­
tria del XIX secolo sino alle forme del XXI.
Un parapetto chiuso si proietta dal piano
orizzontale verso il basso stabilendo una
possibile connessione con la stratigrafia sto­
rica. Le superfici in cemento bianco levigato
in un misto di pavimenti preesistenti sottoli­
nea la tensione. Schizzi, modelli digitali e fi­
sici hanno supportato il ­laborioso processo
di progettazione. I dati STL di prototipazione
rapida generati dal progetto finale della sca­
la sono serviti in ­ultima analisi a fresare le
casseforme in polistirene. Dopo la scassera­
tura si è passati a levigare a mano 5 mm di
calcestruzzo al fine di portare in superficie
anche gli inerti miscelati. Degno di nota è il
particolare dei cosciali chiusi della scala che
costituiscono il corrimano (Fig. 20). Il parti­
colare mostra che cosa è possibile realizza­
re utilizzando il computer nel processo pro­
gettuale a partire da semplici giochi formali.
Guscio di copertura e luce
Quando si realizza uno spazio ipogeo che
non deve essere percepito come piano
­interrato, sono importanti l’altezza interna e
la luce. Mentre tuttavia il rapporto con la lu­
ce e la forma della copertura erano già stati
definiti nella fase concorsuale, si è approdati
alla definizione dell’altezza dello spazio solo
durante la progettazione esecutiva.
In questa occasione si è reso necessario un
compromesso tra le necessità dei curatori
del museo, la fattibilità tecnica e la sostenibi­
2012 ¥ 4   ∂
lità economica. Con le dimensioni di 48 x
55 m, compresi i percorsi perimetrali, il cor­
ridoio tecnologico e i vani impiantistici, il pa­
diglione-giardino si situa esattamente tra le
ali dell’edificio esistente. Dopo aver svisce­
rato l’idea di un guscio a volta in calcestruz­
zo nella parte centrale, è stato determinata
la forma esatta della volta tramite un model­
lo statico digitale in linea di principio molto
simile a quello ottimizzato da Heinz Isler o
da Frei Otto.
La copertura che chiude lo spazio appoggia
da un lato sulle pareti perimetrali esterne,
dall’altro su un quadrilatero centrale di dodi­
ci pilastri disposti in un quadrato di 26 x
26 m (Fig. 14). L’obbiettivo era evocare un
effetto il più possibile omogeneo e soprattut­
to di leggerezza affinché non prevalessero
associazioni con la gravità. La luce doveva
fluire con facilità lungo l’intradosso del solaio
la cui forma è dedotta da un duplice movi­
mento (Fig. 16). Nel movimento principale il
solaio di copertura si inarca verso il centro
dai 6 metri perimetrali sino ad un’altezza di
8,2 metri. Per garantire una ­diffusione della
luce delicata, efficiente e continua, il soffitto
si inarca ulteriormente da lucernario a lucer­
nario. La forma non è ottimizzata per la stati­
ca ma ha la funzione soprattutto di realizza­
re l’effetto richiesto dallo spazio. L’intaglio di
cerchio e quadrato che era necessario non
solo per ogni lucernario ma anche per inte­
grare l’inarcarsi della volta centrale, è stato
generato con modelli parametrici utilizzando
i programmi Rhinoceros, Rhinoscript &
Grasshopper e, per ­impedire sia le interru­
zioni che una controvolta, è stato ottimizzato
con ANSYS. Questo procedimento di lavoro
è stato definito dal team “sigillatura e leviga­
tura elettronica”. Come nel caso della scala,
anche la forma della copertura è stata gene­
rata in stretta collaborazione con gli inge­
gneri Bollinger+Grohmann e poi trasmesso
per la produzione sotto forma di dati STL al
­costruttore del grezzo.
Getto in opera del solaio
Per il getto in opera del guscio di copertura
sono state prodotte casseforme di 3,7 x
3,7 m in polistirene con doppio strato in
vetroresina di protezione (Fig. 4) contro il
­deterioriamento dovuto, ad esempio, al tra­
sporto in nave. La costruzione del solaio è
avvenuta in quattro sezioni. 47 casseforme
sono state ­sistemate una accanto all’altra a
partire dagli angoli della superficie da copri­
re (Fig. 8). Per gettare in opera la volta cen­
trale con l’ultima sezione di solaio erano ne­
cessari 25 ulteriori elementi. Con l’ausilio di
aste in abete rosso è stato assicurato uno
stato intermedio di costruzione poiché l’ef­
fetto statico della struttura si sarebbe con­
cretizzato solo dopo il getto in opera dell’ulti­
ma sezione costruttiva (Fig. 12). Per ridurre
lo spessore, il solaio in corrispondenza
dell’area perimetrale piana è stato ulterior­
mente precompresso. Gli ingegneri hanno
optato per un procedimento di pretensiona­
mento utilizzato negli edifici a sviluppo verti­
cale con barre unboanded o non aderenti
alla struttura con cavi di pretensionamento
installati contemporaneamente all’armatura
(Fig. 9). L’armatura longitudinale è stata
­concepita in modo tale che le aste di arma­
tura seguissero attraverso il proprio peso la
curvatura del guscio.
Dato che si escludeva l’installazione di un
controsoffitto, oltre alle misure necessarie
per il quadro statico, sono state integrate
nella struttura in calcestruzzo gli impianti
­generali per i lucernari (corrente ad alta e
bassa tensione), rilevatori di fumo e impianti
di riscaldamento e di raffrescamento.
Per avere l’effetto ricercato, il soffitto dopo il
­getto è stato sigillato, levigato e tinteggiato.
Vetro isolante curvo sferico per i lucernari
La luce ha un ruolo fondamentale per l’at­
mosfera generata in uno spazio. In vista
di un’illuminazione uniforme dello spazio,
il soffitto è stato dotato di 195 lucernari
tondi disposti secondo un reticolo geome­
trico ­regolare che illuminano con adeguata
luce naturale le sale espositive (Fig. 15). I
lucernari possiedono un diametro che dal
centro cresce da 1,5 sino a 2,5 metri, im­
plementando visivamente l’effetto dell’inar­
camento centrale. Sul lato esterno, i lucer­
nari in vetro a filo p
­ avimento e praticabili
sono stati integrati nella superficie a prato.
L’elemento in vetro isolante è composto
di una lastra esterna in vetro stratificato
curvato a freddo e all’interno di una lastra
piana in vetro stratificato. Le lastre curvate
sono state dotate di una superficie anti­
sdrucciolo ed è stata assicurata la portata
affinché fossero praticabili, ovvero in grado
di sostenere un carico accidentale di
5 KN/m2 e un carico concentrato di 4 KN.
Inoltre, le vetrate sopra testa garantiscono
un valore residuo di portata in caso di rot­
tura. Contemporaneamente erano da sod­
disfare i requisiti fisico-tecnici di una
vetrazione isolante moderna. L’elemento in
vetro si alloca in una struttura di acciaio
che non solo assicura la connessione con
il grezzo ma contiene anche un ­ulteriore si­
stema di ombreggiamento e d’illuminazio­
ne dello spazio espositivo. Oltre ad un si­
stema di schermatura solare che protegge
da un’eccessiva penetrazione di luce diur­
na, è dotato anche di una corona di ele­
menti a LED ognuno con 22 LED a luce
calda (2700 K) e 22 LED a luce fredda
(5000 K). Il sistema di regolazione di lumi­
nosità permette di integrare la luce artifi­
ciale in base alla luce diurna e in a
­ ccordo
con le esigenze degli oggetti esposti o al
valore massimo di luminosità tollerabile.
Tutti i lucernari possono essere gestiti indivi­
dualmente in relazione all’intensità luminosa,
alla variazione di temperatura cromatica e
all’apertura o chiusura degli avvolgibili.
Il ­risultato è un costante scenario di luce
che inonda lo spazio. Il lucernario è stato
consegnato in cantiere in un elemento unico
dove si è proceduto alle ultime regolazioni e
al cablaggio.
∂   2012 ¥ 4
Flessibilità delle pareti divisorie
Sotto il guscio di copertura e i lucernari si
estende uno spazio ampio e continuo di
2670 m2 articolato dai 12 pilastri attorno
­alla volta centrale. Il committente richiedeva
negli interni la maggiore flessibilità possibile.
Il reticolo geometrico di 3,7 x 3,7 m per
eventuali separazioni si basa sul passo dei
lucernari e permette l’installazione di pareti
divisorie autoportanti.
Uno zoccolo che ha l’aspetto di una manda­
ta dell’aria di alimentazione, costituisce
­l’appoggio fondamentale della struttura del
divisorio (Fig. 13). Placcate con pannelli di
compensato sigillati e tinteggiati, le pareti
appaiono come componenti monolitici seb­
bene siano completamente smontabili e riu­
tilizzabili contenendo tuttavia anche gli im­
pianti di sicurezza e dati. Nel primo progetto
espositivo dello studio Kuehn Malvezzi
di Berlino il sistema ha dato prova di rispon­
dere magnificamente al concetto di flessi­
bilità desiderata all’interno dello spazio.
Aspetti climatici ed energetici
Lavorando con un concetto di spazio di uso
flessibile, tutti i condotti impiantistici doveva­
no essere integrati a soffitto, nelle pareti
esterne perimetrali e a pavimento. Se voles­
simo descrivere con una parola i requisiti
delle condizioni climatiche di uno spazio
espositivo, la parola “stabilità microclimati­
ca” renderebbe bene l’idea. Indipendente­
mente dai valori assoluti, la cosa più impor­
tante è impedire gli sbalzi di temperatura
e contenere le variazioni di umidità dell’aria,
tenendo conto che al giorno d’oggi esiste
anche l’esigenza di raggiungere l’obbiettivo
con minimo dispendio energetico.
La decisione di collocare l’ampliamento
ad una quota ipogea, ha ridotto lo scambio
energetico con l’ambiente esterno in ma­
niera particolare con la copertura. In fase
di concorso è stato deciso di coprire il
­carico di base del fabbisogno termico e di
raffrescamento con un impianto geotermi­
co. 38 geosonde sono state trivellate sino
a ­circa 90 m di profondità nel terreno per
­garantire durante l’estate “l’acqua fredda”
(16/19 °C). Contemporaneamente il campo
di sonde immagazzina energia per “l’ac­
qua calda” (35°/39°) durante la stagione
­invernale. Una macchina frigorifera mecca­
nica copre la quota di umidificazione-­
deumidificazione così come il pre- e post­
raffrescamento dell’aria esterna mentre la
percentuale di aria esterna viene ridotta al
minimo richiesto per soddisfare i requisiti
igienici. Riscaldare e raffrescare tramite si­
stemi piani a bassa temperatura (soffitto e
pavimento) fornisce un elevato comfort con
basso dispendio energetico. Si è poi fatto
fronte all’esigenza di avere un’impiantistica
invisibile con sistemi piani . Lo scambio
d’aria in quantità necessaria avviene trami­
te uno zoccolo sviluppato appositamente
per il progetto. L’aria viene aspirata attra­
verso una voluta a soffitto ricavata nelle
pareti esterne.
Traduzioni in italiano9
Dal punto di vista dell’architettura, l’amplia­
mento dello Städel Museum ha riguardato
soprattutto la questione su come si potesse
mantenere in vita un bel giardino pubblico,
realizzando contemporaneamente uno spa­
zio ideale per l’arte che, a causa di limitazio­
ni di carattere urbanistico, è costretto a stare
sottoterra. I lucernari, i nostri “occhi per
­l’arte”, sono l’elemento principale della
­costruzione, essi sono lo specchio dell’ani­
ma dell’edificio.
1 G
iardino aperto al pubblico con lucernari del
­nuovo ampliamento dopo l’ultimazione
2 Sezione scala 1:1000
3 Opere di coibentazione sulla copertura
4 Consegna dei gusci di polistirene 3,7 x 3,7 m
via nave
5 Piante piano terra, piano interrato scala 1:1500
6 Opere provvisionali di sostegno nella zona della
scala tra il vecchio foyer e l’ampliamento
7 Visione d’insieme delle sottomurazioni e delle
­nuove fondazioni del nuovo piano interrato
8 Ampliamento con i casseri di polistirene della
­copertura
9 Diverse fasi di cantiere della copertura dell’am­
pliamento:
casseratura con armatura, trefoli di precopres­
sione, sistema di attivazione termica della massa
e condotti cavi; preparazione dei vani per i lucer­
nari dopo il getto; coibentazione del solaio
10 B ordi in cls con elementi di lucernario appena
­posati
11 Lucernari rivestiti di velo drenante poco prima
della posa del substrato
12 Puntellamento con pali di abete del solaio non
ancora portante
13 Allestimento interno con pareti divisorie smonta­
bili e riutilizzabili
14 Vista del padiglione non suddiviso con dodici
­pilastri nella zona della volta centrale; pavimento
con sistema di attivazione termica della massa
prima della posa del pavimento alla veneziana
16 Vista dei locali con pareti divisorie in occasione
di una mostra
15 S
ezione particolareggiata del lucernario
scala 1:20
aVetrazione isolante con vetro chiaro e
­rivestimento di selezione solare:
­stratificato in temprato 6 (serigrafia a bolli,
percentuale di stampa 27%, trattamento
antiscivolo R11)/temprato 8/stratificato
8 mm (serigrafia sensore d’allarme) +
­intercapedine 12–29,5 mm + stratificato
in 2≈ indurito 10 mm
b
Cono di strombatura in lamiera di acciaio
smaltata bianca
c
Nastro scaldante manutentabile dal basso
d
Avvolgibile con tre sistemi: diffusore di
­luce, protezione solare, oscuramento
e
Illuminazione di fondo a LED integrata nel
cono di strombatura, lamiera di acciaio
smaltata bianca
f
Foglio protettivo bianco
g
Foglio teso diffusore di luce
h
Illuminazione puntuale a LED
17, 18, 20 S
cala tra il vecchio foyer e l’ampliamento
in fase di costruzione del grezzo e
­ultimata
19
Vista dal foyer principale verso la scala
principale verso il piano superiore e la
scala verso il vecchio foyer
Kai Otto ha condotto studi di matematica, fisica e
­architettura presso la TH Darmstadt e dal 1997 lavora
presso schneider+schumacher, dal 2000 ha un ruolo
direttivo, dal 2008 anche per il ion42 del DGI
Bauwerk, Berlino, con schneider+schumacher.
Michael Schumacher ha condotto i propri studi pres­
so la Städelschule con Peter Cook e ha lavorato con
Sir Norman Foster. nel 1998 ha fondato lo studio
schneider+schumacher con Till Schneider,
con sedi a Francoforte/Vienna/Tianjin. Dal 2007 è
docente presso la Leibniz Universität Hannover.
a
b
c
d
e
f
Foyer principale
Bookshop
Vecchio foyer
“Padiglione giardino”
Via di fuga
Impianti
Pianta piano terra
Pianta piano interrato