Br e Post ecc PDF

annuncio pubblicitario
La rivoluzione fisicalista in fisiologia Johannes Peter Müller (1801 –1858) Hermann von Helmholtz (1821 –1894) Emil Du Bois-­‐
Reymond (1818 –1896) Nel 1847 Hermann von Helmholtz, Ernst Wilhelm von Brücke, Emil Du Bois-­‐Reymond e Carl Ludwig, allievi di Johannes Peter Müller, si incontrarono a Berlino per definire un programma di ricerca sulla fisiologia umana che prendesse definiKvamente le distanze dalle concezioni della Naturphilosophie. Nella prospeMva che inaugurarono, ogni fenomeno fisiologico poteva considerarsi correOamente interpretato solo a queste condizioni: doveva essere spiegato nei termini di un'interazione tra componenK materiali; doveva essere traducibile nei termini della fisica e della chimica; doveva escludersi ogni riferimento che rimandasse a posizioni vitalisKche. Ernst Wilhelm von Brücke (1819 –1892) Carl Ludwig (1816-­‐1895) I laboratori di PSICOLOGIA In Germania, nel1879, W. Wundt fonda il laboratorio di Lipsia StaK UniK 1883 John Hopkins University Di BalKmora (G, Stanley Hall) W. James fonda il laboratorio di Harvard, che lascia nel 1902 alla direzione di H. Münsterberg Russia 1886 Università di Kazan (V.M. Bechterev) Francia 1889 La Sorbona, Parigi (H.Beaunis) Italia 1889 Roma (G.Sergi); 1903 Firenze (G. De Sarlo) Inghilterra 1897 Cambridge (W.H.Rivers) Giappone 1903 Tokyo (M. Matsumoto) Il CHIMOGRAFO Il chimografo, messo a punto da Carl Ludwig prima della fine degli anni '40 dell'OOocento, divenne il primo mezzo tecnologico e il simbolo stesso di questo manifesto programmaKco. Costruito mentre Ludwig lavorava per dimostrare che la circolazione del sangue non era il fruOo di una forza innata, bensì il risultato di fenomeni misurabili, il chimografo si diffuse rapidamente in tuM i laboratori europei. Consiste essenzialmente in un cilindro ricoperto da un foglio spesso affumicato con il nerofumo che ruota alla velocità voluta mediante un meccanismo ad orologeria su cui venivano impressi i movimenK di uno sKlo, ed era in grado di registrare le variazioni nel tempo di evenK fisici, producendo il tracciato del fenomeno fisiologico considerato. Fu usato per registrare daK sperimentali sulla meccanica umana, ad esempio le fluOuazioni di fenomeni fisiologici quali la pressione del sangue. Il tracciato era recepito da un apposito trasduOore e trasmesso per via meccanica, idraulica, pneumaKca o – più tardi -­‐ eleOrica Il chimografo, inoltre, consenKva una trasposizione grafica degli stessi daK, una misurazione precisa e, di conseguenza, anche la rielaborazione in termini matemaKci. Il chimografo in vendita presso la C.H. StoelKng Company di Chicago (C.H. StoelKng Co., Psychology and physiology apparatus and supplies, Milwaukee, 1922) Il TAMBURO DI MAREY Il tamburo o Kmpano esploratore, messo a punto da ÉKenne-­‐Jules Marey (1830-­‐1904) a metà degli anni '60 dell'OOocento, fu il primo importante contributo francese alla rivoluzione della fisiologia, uno strumento in grado di tradurre graficamente le variazioni di pressione. CosKtuito da una membrana di caucciù fissata tra due dischi di legno o metallo, il tamburo era collegato aOraverso un tubo ad uno strumento applicato all'organo di cui si voleva analizzare il movimento, e aOraverso uno sKlo al chimografo. Tramite un sensore, applicato su una regione del corpo e collegato aOraverso un piccolo tubo a una leva e a un tamburo o bobina da cui scorre la carta. Le variazioni vengono registrate sulla carta da una penna LO PNEUMOGRAFO Lo pneumografo o atmografo o cilindro elasKco venne descriOo nel 1865 in un arKcolo pubblicato da ÉKenne Jules Marey sul Journal de l'anatomie et de la physiologie. Si componeva di una camera d'aria formata da un soMle tubo di caucciù e di una molla inserita all'interno. Il cilindro elasKco, impiegato per analizzare i "movimenK respiratori", veniva streOo al torace aOraverso una cintura, lasciando la molla in posizione di riposo. Successivamente il cilindro veniva collegato a un tamburo aOraverso un tubo che meOeva in comunicazione la camera d'aria del cilindro con la membrana del tamburo stesso. Durante l'inspirazione, l'espansione del torace provocava un allungamento del cilindro elasKco, innescando una suzione dell'aria presente nella membrana del tamburo e, di conseguenza, un abbassamento dello sKlo che registrava il movimento sul chimografo. Nel momento dell'espirazione la molla tornava invece a contrarsi, "spingendo" nuovamente l'aria nella membrana del tamburo, il quale tornava ad espandersi risollevando lo sKlo. Nel grafico registrato dal chimografo era leggibile la successione dei cicli respiratori: i movimenK di ascensione della curva corrispondevano all'espirazione, mentre i picchi verso il basso corrispondevano all'inspirazione. Nel campo della psicologia sperimentale lo trovò impiego sopraOuOo come mezzo di analisi delle reazioni fisiche indoOe da uno sKmolo psichico. La registrazione grafica dei processi fisiologici Scriveva Angelo Mosso (1846-­‐1910), professore di psicologia a Torino, inventore dell’ERGOGRAFO e autore di una ricerca sulla faKca muscolare, nella commemorazione di Ludwig: “Perché la scienza progredisse occorreva un metodo di registrazione automaKca, che scrivesse tuM i fenomeni di movimento. -­‐ Tale è il metodo grafico. – Il palpito del cuore, l’affanno del respiro, il tremito dei muscoli, la velocità del sangue, la parola, il pensiero e la percezione lasciano con il metodo grafico di sé una traccia indelebile. Nulla è tanto veloce nella vita e nell’universo che il metodo della registrazione automaKca non riesca a seguire e direi quasi a traOenere per farne un’analisi minuta e darne una precisa misura”. Il sistema in cui erano allineaK i diversi apparecchi durante l'analisi di un fenomeno cosKtuiva un processo di traduzione in tre tempi, che rendeva infine leggibile il fenomeno matemaKcamente: le variazioni di pressione prodoOe, ad esempio, dall'espansione della gabbia toracica su uno PNEUMOGRAFO, erano trasferite aOraverso il tubo alla membrana del TAMBURO di Marey; in un secondo momento il gonfiarsi o sgonfiarsi della membrana di caucciù trasformava il segnale pneumaKco nel movimento di uno sKlo fissato sul disco superiore del tamburo; la rotazione del cilindro di un CHIMOGRAFO compiva l'ulKma parte del processo, registrando i movimenK dello sKlo e trasponendoli su carta. Il POLIGRAFO I tracciaK prodoM dallo pneumografo, dal cardiografo ecc. si riferivano a un singolo organo o fenomeno e, sopraOuOo, venivano registraK in tempi diversi, soOoponendo ad esame, di volta in volta, la respirazione, l'aMvità muscolare o la pressione sanguigna. Il POLIGRAFO superava questo problema, poiché poteva rilevare e comparare i diversi fenomeni fisiologici che si manifestavano simultaneamente in un individuo soOoposto a uno sKmolo. Lo strumento permeOeva di scrivere su uno stesso grafico, con lo stesso asse temporale di riferimento, tuOe le reazioni fisiologiche che si manifestavano in una precisa condizione Poligrafo portaKle (C. Verdin, Catalogue des psicofisica spontanea o indoOa. instruments de précision, Paris, 1890-­‐1895) Il LIE DETECTOR Il lie detector, o macchina della verità, effeOua una registrazione poligrafica delle modificazioni fisiologiche per obieMvare le reazioni emoKve concomitanK alle risposte menzognere. Il BIOFEEDBACK Il soggeOo umano può imparare a regolare i propri ritmi fisiologici, seguendo l’andamento grafico degli indicatori registraK su un monitor, che gli dà informazione di ritorno Riflesso psicogalvanico Diminuzione della resistenza eleOrica somaKca, correlabile all’aMvità delle ghiandole sudoripare, determinata dall’insorgenza di fenomeni emoKvi. Si misura facendo passare aOraverso il corpo di un soggeOo una debole corrente eleOrica: soOo l’effeOo di un’emozione, o di un’aMvazione sensoriale, si ha un aumento dell’intensità della corrente, per diminuzione della resistenza offerta dal corpo al suo passaggio (effeOo Féré). La variazione della conducibilità della pelle in periodi di stress, eccitazione o shock può essere monitorata mediante tecniche di relax, come il controllo della respirazione. Il CRONOSCOPIO Strumento di precisione, messo a punto a metà dell’OOocento per misurare la durata di fenomeni e processi psichici, combinava all'orologeria meccanica di precisione le tecnologie derivanK dai recenK progressi nel campo della telegrafia eleOrica. Nei primi esperimenK sui tempi di reazione (cfr. Gabriele Buccola, La legge del tempo nei fenomeni del pensiero del 1883) fu molto usato il cronoscopio di MaOhias Hipp, uno strumento che consente la misurazione di intervalli di tempo su una scala di grandezza che raggiunge il millisecondo. Il rilevamento degli intervalli di tempo veniva effeOuato aOraverso un circuito eleOromagneKco del tuOo simile a quello impiegato nel telegrafo: il passaggio o meno di una corrente aOraverso un'eleOrocalamita consenKva la chiusura e la riapertura del circuito. Nel caso del cronoscopio, l'apertura del circuito aMvava il rilevamento cronometrico, mentre la chiusura lo fermava. W. Wund e il suo gruppo di ricerca, nel laboratorio dotato di strumenK: in basso, sul tavolo, il cronoscopio di Hipp Il compromesso wundtiano:
usa l’introspezione all’interno
del metodo sperimentale
Il soggeOo sperimentale in psicologia (K. Danziger, 1990) La pra&ca di ricerca del laboratorio di Lipsia ha due modelli: -­‐la fisiologia che studia la coscienza privata individuale in condizioni di s&molo controllate -­‐la comunità universitaria tedesca con la partecipazione degli studen& alla ricerca La ricerca su se stessi richiede divisione dei ruoli (all’inizio intercambiabili) e interazione tra -­‐lo sperimentatore-­‐osservatore (Beobachter, observer) che legge gli strumen& -­‐il sogge>o sperimentale (Versuchperson, subject) che dà i giudizi sensoriali semplici e rappresenta la coscienza in generale (oggi si parla di partecipan& agli esperimen&). MODELLO WUNDTIANO. Prevede l’interscambio di ruoli tra
sperimentatore e soggetto, che risulta protetto, ma va in crisi
per il conflitto tra i risultati prodotti nei diversi laboratori
MODELLO DELL’ESPERIMENTO CLINICO sull’ipnosi in
Francia. Si instaura su un rapporto medico-paziente tra psichiatra
maschio e isterica femmina (Charcot), psicologo adulto-soggetto
bambino (Binet) ed è caratterizzato dall’INFERIORITÀ DI
POTERE del soggetto. All’origine della PSICOTERAPIA
MODELLO DELLA MISURAZIONE ANTROPOMETRICA di
Galton (1884): La prestazione individuale è un INDICE DI
CAPACITÀ su base biologica, con competizione
interindividuale: Emerge la natura statistica dell’informazione e
l’importanza dell’assegnazione di valori quantitativi
confrontabili alle prestazioni. All’origine della PSICOMETRIA
Le due psicologie di Wilhelm Wundt (1832-­‐1920) Nel 1879 Wundt fonda il laboratorio di Lipsia, e ciò gli consente di o>enere la ca>edra di Psicologia, dallo sdoppiamento di quella di Filosofia. La PSICOLOGIA SPERIMENTALE O FISIOLOGICA studia i contenu& della mente individuale (sensazione e percezione) con il metodo dell’introspezione (Selbstbeobachtung), un guardarsi dentro rigoroso riferito con una precisa terminologia. I “prodoW dello spirito” (lingua, mi&, costumi) non possono essere studia& sperimentalmente ma con il metodo dell’osservazione (Beobachtung) dalla PSICOLOGIA DEI POPOLI (Völkerpsychologie) PSICOLOGIA FISIOLOGICA METODO DELL’INTROSPEZIONE PSICOLOGIA DEI POPOLI METODO DELL’OSSERVAZIONE IL MODELLO CLINICO J.-­‐M. Charcot (1825-­‐1893), neurologo e psichiatra, nel laboratorio della clinica della Salpetrière, studiava pazien& isteriche. Inducendo uno stato sonnambolico di trance (ipnosi), le pazien& obbedivano ai comandi del medico o me>evano in scena la crisi di grande isteria, sul modello della crisi epileWca. S. Freud trascorse a Parigi da Charcot alcuni mesi nel 1885-­‐86 ma preferì, alla sua spiegazione fisiologica dell’ipnosi, quella psicodinamica di H. Bernheim (1840-­‐1919), della scuola di Nancy, che poneva l’accento sulla sugges&one. La relazionalità del dato in psicologia Alfred Binet (1857-­‐1911) studiò la sugges&onabilità dei bambini, che si mostrano par&colarmente influenzabili e compiacen& quando un adulto li interroga e tendono a rispondere accogliendo i suggerimen& implici& nelle domande. Ciò che il sogge>o riferisce della propria esperienza (self-­‐report verbale) dipende da quello che gli si chiede, come dimostra la psicologia della tes&monianza, e dalla relazione con l’altro (la sua autorevolezza, il suo potere) nella comunicazione interpersonale. Un allievo di Binet, V. Henri, pubblicò insieme alla moglie l’ ar&colo sui ricordi infan&li ripreso da Freud (1896), in Ricordi di copertura La nascita dei test psicologici Nel 1901 Alfred Binet fu incaricato dal Ministero dell’istruzione francese di costruire uno strumento per diagnos&care an&cipatamente il caWvo rendimento scolas&co dei bambini da inserire in classi differenziali Sul modello della pra&ca sociale dell’esame, universitario o medico, nacque il primo TEST D’INTELLIGENZA, composto da prove (item) di &po scolas&co. Indipendentemente dall’età cronologica, al sogge>o viene a>ribuita l’ ETÀ MENTALE corrispondente alle prove che è in grado di superare. Il Quoziente IntelleWvo (Q.I.) è definito da Stern come il rapporto tra ETÀ MENTALE ed ETÀ CRONOLOGICA Secondo Danziger, lo sviluppo dei test mentali portò alla ridefinizione del problema delle DIFFERENZE INDIVIDUALI nei termini di un CONFRONTO DI PRESTAZIONI. Il modello di normalità del sogge>o medio va nella direzione del controllo sociale. Sir Francis Galton (1822-1911)
Il “genio vittoriano” fondatore
dell’eugenetica Hereditary genius (1869) inizia
con "Mi oppongo nel modo più
incondizionato alla supposizione
di una uguaglianza naturale".
Le differenze interindividuali
non vanno negate ma studiate
(e quindi accettate, senza
pregiudizi).
Inquiries into human faculty and its development (1883)
passeggiata in Pall Mall, per studiare l'ASSOCIAZIONE DI IDEE
Nel 1884 allesKsce un Laboratorio antropometrico all’Esposizione universale di Londra, dove effeOua misure psicofisiche e psicometriche (di capacità mentali primarie, tempi di reazione ecc.). Galton applica alla psicologia i metodi staKsKci di Quétélet e inventa il calcolo della correlazione tra due serie di misure. La passeggiata in Pall Mall Lungo i 400 metri di percorso in una strada di Londra, Galton notò circa 300 oggeW ai quali associare un’idea e fu sorpreso perché gli si presentarono alla mente faW di tu>a la sua vita, anche par&colari che credeva dimen&ca& e immagini risalen& all’infanzia e all’adolescenza. Ripetendo la passeggiata, gran parte delle associazioni erano le stesse, compresi i mol& ricordi autobiografici ESPERIMENTO Dopo aver annotato 75 parole, ciascuna su una strisciolina di carta, e averle dimenKcate, le lesse una per volta, annotando sistemaKcamente il tempo di latenza dell’associazione e le prime due risposte. Inventò così il test di associazione verbale. Galton ripetè l’esperimento quaOro volte, a distanza di un mese, calcolando la velocità dell’associazione (tempo di latenza da 1,4 a 4 sec.). Il 57% delle idee erano specifiche e provenienK da ricordi d’infanzia. Il 23% delle parole davano luogo alla stessa associazione nelle 4 prove. I ricordi erano spesso “idee cumulaKve” o “immagini generiche”, come nella tecnica del ritraOo di famiglia. La psicologia è la scienza della vita mentale e studia sia l’ESPERIENZA sia il COMPORTAMENTO di agen& umani ed animali SETTORI della psicologia: Psicologia generale Psicologia fisiologica Psicologia dello sviluppo Psicologia dell’educazione Psicologia sociale Psicologia clinica Psicologia dinamica Psicometria Psicologia culturale Psicologia evoluzionis&ca Ecc. METODI e TECNICHE di ricerca: Metodo sperimentale Osservazione sistema&ca Osservazione sul campo Test e ques&onari Scale di valutazione (ra@ng scales) Analisi del contenuto di resocon& soggeWvi (self report) Colloquio clinico Intervista Ricerca-­‐azione Ricerca di base Ricerca applica&va La stru>ura del manuale di PSICOLOGIA GENERALE Storia, ogge>o (prospeWve) e metodi di ricerca Basi biologiche, organizzazione del SN, gene&ca e evoluzione PROCESSI COGNITIVI: sensazione e percezione a>enzione + (coscienza) apprendimento memoria e immaginazione pensiero e linguaggio intelligenza + decisione Rispecchia ancora, in parte, la divisione della mente in “facoltà”, di derivazione filosofica Sviluppo psicologico personalità PROCESSI AFFETTIVI E MOTIVAZIONALI: mo&vazione e confli>o emozione (stress e salute psicopatologia) METODI DI RICERCA Esperimento Situazione controllata con variabili note Lo sperimentatore -­‐produce o manipola il fenomeno -­‐verifica ipotesi di relazione causa-­‐effeOo fra variabili indipendenK e variabile dipendente -­‐assegna i soggeM in modo casuale al gruppo sperimentale e a quello di controllo Osservazione Situazione naturale o stru>urata L’osservatore -­‐registra un fenomeno dato e ne codifica gli aspeM rilevanK -­‐usa interviste e quesKonari -­‐misura il grado di associazione tra variabili (correlazione) Il problema piage&ano del pendolo Filo corto Filo lungo Peso leggero Peso grave Spinta leggera Spinta forte L’esperimento piage&ano del pendolo VARIABILI INDIPENDENTI: lunghezza del filo, peso del grave, forza della spinta (altezza di caduta) Si manipola una variabile alla volta, CETERIS PARIBUS (ogni altra cosa restando uguale) SE la frequenza di oscillazione (variabile DIPENDENTE) cambia, ALLORA la variabile indipendente studiata è causale nella direzione del cambiamento Filo corto Filo lungo Peso leggero Peso grave Spinta leggera Spinta forte IL METODO SPERIMENTALE IN PSICOLOGIA
La metodologia sperimentale in psicologia cos&tuisce un sistema di regole storicamente rela&vo per o>enere evidenze empiriche riconosciute come valide dalla comunità scien&fica. Essa comporta, come nelle scienze hard, la ricostruzione del fenomeno da studiare in laboratorio, mediante il CONTROLLO DELLE VARIABILI (parametri che possono assumere diversi valori). Per accertare il RUOLO CAUSALE di una VARIABILE INDIPENDENTE occorre isolarla e farla variare (ceteris paribus per quanto riguarda le altre variabili, considerate spurie) osservandone gli effeW sulla VARIABILE DIPENDENTE. I risulta& devono essere osserva&, registra&, misura&, con a>endibilità e precisione, e messi in relazione con le ipotesi formulate, che an&cipano le conclusioni da trarre dai diversi esi& possibili. Il resoconto dell’esperimento deve descrivere esplicitamente tuW gli aspeW della metodologia impiegata, affinché esso sia ripe&bile da parte di altri gruppi di ricercatori. A questo scopo l’ar&colo di ricerca segue uno schema standard: introduzione (teorica, stato dell’arte del fenomeno studiato), metodi (campione, strumen& di raccolta dei da&, elaborazione), risulta& (presenta& mediante tabelle o grafici), interpretazione. Occorre dis&nguere i risulta& (che se corre>amente o>enu& restano sempre validi) e interpretazione (che è responsabilità del ricercatore e può essere confutata). Confrontando gli esiti nei due casi: variabile assente versus presente, con
valore x vs. con valore 0, è possibile verificare se si realizza l’ipotesi della
relazione tra manipolazione della var. ind. ed effetto sulla var. dip. (IPOTESI
1) oppure se la var. ind. è irrilevante per il fenomeno in questione (IPOTESI 0).
Nel caso di un trattamento sperimentale effettuato su un gruppo di soggetti vs.
un gruppo di controllo, il metodo di inferenza statistica per accertare la
probabilità che le differenze nella var. dip. siano prodotte dalla manipolazione
effettuata (e non dalla selezione casuale del campione, da errori di
misurazione ecc.) è il CONFRONTO DI MEDIE (per variabili misurate su scala
intervallo).
Ad esempio, per accertare l’efficacia di un farmaco se ne confrontano gli effetti
con quelli di una sostanza inerte della stessa forma e colore e nella
sperimentazione si usa un disegno sperimentale tipico. Si suddivide
casualmente il campione a metà e ai soggetti del gruppo sperimentale si
somministra il farmaco, mentre quelli del gruppo di controllo ricevono la
sostanza inerte.
Per controllare l’EFFETTO PLACEBO (dal latino "compiacerò", "mi
adeguerò"), si effettua la somministrazione in doppio-cieco: l’operatore non sa
a chi sta dando il farmaco e a chi il placebo. La variabile dipendente (effetto
del farmaco) viene misurata e si applica la formula del confronto di medie (t di
Student). Solo se i due gruppi ottengono punteggi medi significativamente
diversi, la differenza si può attribuire all’effetto del farmaco.
La sfida della misurazione
La psicologia empirica raccoglie la sfida e tenta la misurazione dei faM psichici, nell’ambito della percezione e della memoria. Studia anche aspeM qualitaKvi dell’esperienza e il tempo diventa un’importante variabile negli esperimenK psicologici. Per variabile, si intende una caraOerisKca misurabile che può assumere diversi valori. Le SCALE DI MISURA uKlizzate sono: SCALA NOMINALE (i numeri sono simboli differenK che corrispondono a categorie: per la classificazione dicotomica M e F si può usare 1 e 2. Grazie alla proprietà dell’equivalenza, è possibile contare le frequenze); SCALA ORDINALE (agli elemenK della distribuzione si assegna un rango che stabilisce una relazione asimmetrica e transiKva: A>B, B>C, A>C, ma non sappiamo di quanto né se la differenza fra A e B sia <,= o > di quella fra B e C) SCALA A INTERVALLI EQUIVALENTI (Lo zero è arbitrario, come per la temperatura, e non è possibile comparare tra loro misure diverse, p. es. non si può dire dire che 20 è il doppio di 10) SCALA A RAPPORTI EQUIVALENTI (esiste uno zero assoluto, come nella misura del tempo) Proprietà della curva normale (curva a campana di Gauss) F R
E
Q
U
E
N
Z
A -­‐3 -­‐2 -­‐1 0 +1 +2 +3 VALORE z (numero di deviazioni standard dalla media) Indici di variabilità: range deviazione quadraKca media o varianza deviazione standard = V varianza F
R
E
Q
U
E
N
Z
A Distribuzioni ad alta, media e bassa variabilità VALORE STATISTICA DESCRITTIVA
Indicatori di tendenza centrale e di dispersione di una distribuzione
di punteggi
Media
Mediana
Moda
Varianza
Deviazione Standard
La somma algebrica di tu4i i punteggi di una distribuzione diviso il loro numero
La modalità dell’osservazione che divide la distribuzione in due parti uguali, ovvero quel valore della distribuzione al di sopra o al di so4o del quale cade un uguale numero di osservazioni
L’osservazione che si presenta con maggior frequenza
La media del quadrato degli scostamenti (distanze) dei punteggi dalla media
La radice quadrata della Varianza
STATISTICA INFERENZIALE
La verifica delle ipotesi
Caso di due gruppi (campioni indipendenti o dipendenti): t-­‐‑test (t di Student, dallo pseudonimo del chimico inglese William Sealy Gosset (1876-­‐‑1937 )
Caso di due o più gruppi:
Analisi della Varianza
(ANOVA)
distribuzione F di Fischer
si utilizza per me4ere a confronto due gruppi in funzione della media
Tecnica di confronto fra medie basata sulla scomposizione della variabilità totale dei dati in due parti: una a4ribuibile alla influenza della variabile sperimentale e una residua, che racchiude tu4a la variabilità non controllata. Test di Wilcoxon per stabilire quali differenze sono significative.
Studio delle relazioni fra variabili
Coefficiente di correlazione di Pearson (per musure su scala a intervalli)
Misura la tendenza che hanno due variabili a variare nella stessa o nella opposta direzione: il coefficiente (r) varia da –1 a +1
Il test T per campioni indipendenti
Il test T per campioni indipenden& viene u&lizzato per confrontare i valori medi di una variabile dipendente, Y, misurata su due gruppi diversi di soggeW, dis&n& in base a una variabile indipendente (per esempio, i punteggi a un test in base al genere, M e F) IPOTESI NULLA H0: m1=m2 IPOTESI ALTERNATIVA H1: m1<m2 oppure m1>m2 oppure m1 ≠ m2 (test a due code) Si calcola il valore di T con apposita formula e se questo risulta maggiore del valore indicato per i gradi di libertà (N -­‐1) nelle apposite tavole, si può respingere l’ipotesi nulla e stabilire che la differenza di medie tra i generi (per esempio nella pressione sanguigna) è significa&va per p> 0,05. il test T per campioni dipendenti
Il test T per campioni dipenden& o appaia& viene u&lizzato per confrontare coppie di valori medi di due variabili dipenden& Y1 e Y2 misurate in momen& diversi sullo stesso gruppo di soggeW o misurate su due gruppi di soggeW in qualche modo lega& tra loro (p. es., punteggi pre-­‐test e post-­‐test) La correlazione lineare fra due serie di misure diagramma di dispersione Il coefficiente prodoOo-­‐momento di Pearson Karl Pearson (1857-­‐1936), allievo di Galton Il coefficiente di correlazione indica la tendenza che hanno due variabili (X e Y) a variare insieme, ovvero, a covariare. Quando non vale l’assunzione di correlazione lineare, le variabili potrebbero corrispondere a modelli di relazione curvilinea, calcolabili con altri coefficienK (v. Eta in Bruner e Postman, 1949) IL TEST DELLE ASSOCIAZIONI VERBALI Introdo>o da F. Galton, lega tra loro PSICOLOGIA SPERIMENTALE, PSICOPATOLOGIA e PSICOLOGIA GIUDIZIARIA o FORENSE C.G. Jung inizia a pubblicare nel 1904 il suo studio sull’associazione di parole, che amplia la TECNICA DELLE ASSOCIAZIONI LIBERE, usata da Freud nell’analisi psicoanali&ca dei sogni. La considera una tecnica di PSICOPATOLOGIA SPERIMENTALE, capace di individuare i nuclei dei COMPLESSI anche in pazien& psico&ci cronici dal linguaggio deteriorato. Il metodo motorio combinato di A. Lurija mostrerà lo sfasamento tra risposta motoria e verbale come indicatore di CONFLITTO. La LATENZA prolungata della risposta verbale viene studiata nell’ambito della DIAGNOSTICA DEL FATTO (di cui si occupano M. Wertheimer nel 1905 e Freud nel 1906) e della PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA (W .Stern, L. Biswanger 1904, V. Benussi, 1914). La latenza dell’associazione risulta correlata alle risposte fisiologiche concomitan& (riflesso psicogalvanico e respirazione) come indicatori di una reazione emozionale. La LATENZA DELL’ASSOCIAZIONE si avvia a diventare un indizio di emozione intensa e così verrà u&lizzata dalle tecniche di registrazione poligrafica della macchina della verità o LIE DETECTOR. V. Esperimento di Bruner e Postman, 1947. Karl Gustav Jung, Opere, Boringhieri, Torino, (in 19 voll., 1965-­‐2007) VoI. 2: Tomo I: L'associazione verbale negli individui normali Ricerche sperimentali sulle associazioni di individui normali. (In collaborazione con Franz Riklin.) 1904-­‐05 Tomo II: Ricerche sperimentali Analisi delle associazioni di un epileMco. 1905 I tempi di reazione nell'esperimento associaKvo. 1905 Osservazioni sperimentali sulla facoltà di memoria. 1905 La diagnosi psicologica del faOo. 1905 Il significato psicopatologico dell'esperimento associaKvo. 1900 Psicoanalisi ed esperimento associaKvo. 1906 NoKzie staKsKche sul reclutamento. 1906 Associazione, sogno e sintomo isterico. 1906 Disturbi di riproduzione nell'esperimento associaKvo. 1907 Fenomeni psicofisici concomitanK nell’esperimento associaKvo. 1907 Ricerche psicofisiche col galvanometro e il pneumografo in individui normali e malaK di mente. (In collaborazione con Frederick Peterson.) 1907 Altre ricerche sul fenomeno galvanico e la respirazione in individui normali e malaK di mente. (In collaborazione con Charles Ricksher.) 1907 Le nuove vedute della psicologia criminale. 1908 Il metodo associaKvo. 1909 La costellazione familiare. 1909 I metodi di ricerca nella Clinica psichiatrica di Zurigo. 1910 Sulla doOrina dei complessi. 1911 La diagnosKca psicologica del faOo in un processo in assise. 1937 Karl Gustav Jung (1875-­‐1961) Il vecchio saggio di Küsnacht Jung e la moglie, Emma Rauschenbach Le leggi dell’associazione fra idee Già in Platone e Aristotele, l’associazione delle idee avviene per SOMIGLIANZA
e contrasto, oltre che per CONTIGUITÀ spaziale e temporale: due idee che si
presentano vicine e simultaneamente o in rapida successione tendono a richiamarsi
l’una con l’altra.
Principio della frequenza dell’associazione dell’empirismo inglese (D. Hume,
J.Locke, D. Hartley, J.Mill, J.S.Mill):
quanto più spesso e frequentemente si è ripetuta la presentazione dei due elementi
vicini, tanto più forte, e quindi permanente nel tempo, è l’associazione fra loro.
La teoria dell’apprendimento usa la metafora del consolidamento di una qualche
traccia biologica delle associazioni ripetute…..
La familiarità dell’associazione ripetuta rende più facile e rapido coglierla
percettivamente quando si ripresenta……
e ricordare i nessi appresi.
L’associazione riguarda quindi l’apprendimento, la percezione e la memoria
L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA Nel 1913, John Watson pubblicò Psychology as the behaviorist views it, il manifesto del COMPORTAMENTISMO Watson lavorava nel campo della psicologia animale statunitense, che aveva posto il problema dell’antropomorfismo, e prese sul serio l’obiezione di Durkeim circa il metodo dell’introspezione, che stava portando la psicologia europea alla crisi degli anni ’20: oggeOo e oggeOo dell’osservazione devono essere disKnK e la ricerca prende come daK le risposte motorie pubbliche, escludendo ogni riferimento a staK interni. Questo approccio studia l’APPRENDIMENTO come ACQUISIZIONE DI ABITUDINI, cioè nessi associaKvi fra RISPOSTE motorie osservabili e STIMOLI prodoM nell’ambiente Legge di associazione per conKguità (vicinanza spazio-­‐temporale) Esperienza di apprendimento S&molo A La parola “palla” S&molo B La vista di una palla Pensiero di B (immagine di una palla) Dopo l’apprendimento S&molo A La parola “palla” Pensiero di B (immagine di una palla) Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO studiato da I.P. Pavlov è un processo di apprendimento nel quale uno sKmolo neutro viene associato ad uno sKmolo che provoca una risposta riflessa in seguito al loro ripetuto abbinamento, creando abitudine Procedura di condizionamento S&molo neutro (campanello) S&molo incondizionato (cibo) Risposta incondizionata (salivazione) Dopo il condizionamento S&molo condizionato (campanello) Risposta condizionata (salivazione) IVAN P. PAVLOV (1849-­‐1936) 1904 premio Nobel per la medicina per gli studi sul sistema digerente Teoria dell’aMvità nervosa superiore Neurofisiologia molare dell’animale integro Riflesso condizionato Lo s&molo incondizionato (cibo in bocca) determina la reazione incondizionata (salivazione) in presenza di uno s&molo neutro (suono) che diventa s&molo condizionato e produce da solo la risposta condizionata Linguaggio come secondo sistema di segnalazione -­‐Scuola di fisiologia di I.M. Secenov (1829-­‐1905) eleOrofisiologia delle funzioni elementari -­‐Riflessologia di V.M. Bechterev (1857-­‐1927) analoga al comportamenKsmo Legge dell’effeOo di E.L.Thorndike (1898) Nel comportamento per prove-­‐ ed-­‐ errori (trials-­‐and-­‐errors) l’azione seguita da una ricompensa viene rafforzata Il CONDIZIONAMENTO OPERANTE è un processo di apprendimento delle risposte che agiscono sull’ambiente B.F. Skinner ha studiato lo shaping (modellamento) e il rinforzo parziale (a rapporto o a intervallo) RINFORZO è ogni evento che aumenta la probabilità che una risposta venga emessa La psicologia della percezione Il REALISMO INGENUO vive come un dato di faOo la corrispondenza fra realtà fisica e perceMvo-­‐fenomenica, per quanto riguarda forma, movimento, localizzazione e numero degli oggeM. Situazioni di non corrispondenza: 1) PRESENZA fenomenica in assenza di sKmolo fisico (triangolo di Kanizsa) 2) ASSENZA fenomenica in presenza di sKmolo fisico (mimeKsmo, mascheramento) 3) DISCREPANZA fra sKmolo fisico e realtà perceMva (illusioni oMco-­‐
geometriche) Le situazioni paradossali costringono a considerare l’abituale corrispondenza come un dato da spiegare La PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE Il mondo fenomenico non è copia del mondo fisico ma il risultato di una serie di mediazioni, l’esito di una catena di processi. Nel caso della visione: -­‐la fonte degli sKmoli (oggeOo o evento fisico) emeOe o rifleOe radiazioni luminose di varia frequenza e intensità (STIMOLO DISTALE) -­‐queste danno luogo sulla reKna dell’osservatore a un’area di sKmolazione corrispondente alla proiezione oMca della fonte (STIMOLO PROSSIMALE) -­‐si aMvano processi fisiologici (reazioni fotochimiche dei receOori, coni e bastoncelli, produzione e conduzione di impulsi nervosi lungo le vie oMche afferenK) che modificano lo stato della corteccia cerebrale -­‐i processi corKcali risultanK sono il sostrato psicofisico dell’esperienza visiva il dato perceMvo è l’esperienza privata del singolo osservatore il cui organismo è stato così modificato Problemi Come si ricosKtuisce l’unità dell’oggeOo fisico? Costanze perceMve Come si ristabilisce la tridimensionalità? Percezione del movimento Qualità terziarie e valenze Esperienza passata dell’osservatore Sensazione (percezione) e percezione (appercezione) G.A. Miller (1962) sosKene che non si traOa di processi differenK, ma di modi di descrivere l’esperienza con linguaggi diversi, e fa una parodia della disputa tra APPROCCIO ASSOCIAZIONISTICO e FENOMENOLOGICO. Immaginate di esservi recaK a visitare un laboratorio psicologico verso il 1915: appena entraK, uno psicologo vi viene incontro e vi chiede che cosa vedete sul tavolo. “Un libro” “D’accordo, è un libro, -­‐ dice -­‐ ma che cosa vede realmente?” “Che intende dire? – chiedete disorientaK – è un libro piccolo con la coperKna rossa.” Mi descriva il più precisamente possibile ciò che vede, né di più né di meno.” A questo punto diventate sospeOosi. “Beh -­‐ dite – da questo angolo la coperKna del libro appare come un parallelogramma rosso scuro.” “Sì – egli dice compiaciuto – lei vede una macchia rosso scura a forma di parallelogramma. Che altro?” “C’è un bordo grigio biancastro al di soOo e ancora soOo una linea rossa. Al di soOo vedo il tavolo.” Egli sobbalza. “Intorno vedo un color marrone intersecato di striscie ondulate più chiare, pressappoco parallele.”
“Bene, bene!” conclude lui, e vi ringrazia. Wundt avrebbe commentato: “Grazie per avermi aiutato a confermare la mia teoria sulla percezione, dimostrando che il libro che vede non è che un composto di sensazioni elementari, esprimendosi in termini di forme colorate, e non di oggeM.” E Brentano, o William James avrebbero obieOato: “Sciocchezze! Chiunque sa che il libro è il faOo primario, immediato, direOo, decisivo, percepibile con tuOo il suo significato.” Alexious Meinong (1853-­‐1920) a Graz studia il cosKtuirsi dell’oggeOo (Gegestandtheorie) come: Percezione dei daK sensoriali grezzi (inferiora) Produzione di struOure (superiora) Il suo allievo ViOorio Benussi (1878-­‐1927) nel 1919 si trasferisce a Padova, dove ha per assistente Cesare MusaM. Allievo di MusaM è: Gaetano Kanizsa (1913-­‐1993), professore a Trieste, studia i margini quasi perceMvi o contorni senza gradiente, nella percezione visiva, processo di completamento modale (v. triangolo), e il completamento amodale, disKnguendo due modi di andare “beyond the informaQon given”. Processo perceMvo primario -­‐ organizzazione dell’input -­‐ VEDERE in senso streOo Processo secondario -­‐ riconoscimento perceMvo-­‐ PENSARE Contro l’ipotesi raziomorfa (H. von Helmholtz, cfr. R. Gregory) per cui la percezione avrebbe origine da inferenze inconsce in base all’esperienza passata, opzione gestalKsta per il caraOere innato della percezione primaria. Hermann von Helmholtz (1821 –1894) studia le costanze perceMve e la percezione della profondità e formula la teoria dell’inferenza inconscia dall’esperienza passata: il percipiente conosce le dimensioni abituali degli oggeM e aggiusta in base ad esse la valutazione della distanza. Principio di probabilità: dato uno sKmolo prossimale ambiguo, che può dar luogo a diverse percezioni, la passata esperienza è l'arbitro che decide che cosa percepire. Richard Gregory (1923-­‐2010) condivide questa IMPOSTAZIONE TEORICA RAZIOMORFA sulla visione come processo aMvo e indireOo. L’occhio intelligente fa previsioni ipoteKche su ciò che potrebbe esserci “là fuori” e lega i daK sensoriali al mondo esterno, mediante rappresentazioni mentali (modelli funzionali interni). Il TACHISTOSCOPIO Il tachistoscopio (dal greco tachys=rapido e skopèo=vedo) è uno strumento usato nei laboratori fin dalle origini della psicologia scienKfica. Tachistoscopio a caduta Doppio tachistoscopio a caduta di Enzo Buonaventura, DiparKmento di Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze. Nel corso del Novecento, lo strumento fu più volte modificato: si costruirono tachistoscopi a disco, a rotazione, a specchio, fino ad arrivare ai più recenK tachistoscopi eleOronici. Il tachistoscopio a caduta Falltachistoskop di Wundt, dal catalogo 1904 della Zimmermann Fabrik für psychologische und physiologische Apparate, una diOa specializzata in apparecchiature di laboratorio. Lo strumento si componeva di un oOuratore a caduta traOenuto mediante un sistema eleOromagneKco. Quando, aOraverso un interruOore, veniva tolta corrente ai due solenoidi visibili nella parte alta della colonna, il pannello di oOurazione scendeva verso il basso, scoprendo e ricoprendo la lastra usata come sKmolo (nell'immagine è visibile una lastra con la parola Kunst). La velocità di caduta, e quindi il tempo di esposizione dello sKmolo, era regolata aOraverso un sistema a carrucola fissa, che consenKva di aumentare o diminuire il peso di bilanciamento. Una disciplina pluralisKca Nella storia della psicologia scienKfica, che nasce tra filosofia e fisiologia, si sono affermaK indirizzi e scuole diverse, che hanno definito in vari modi l’oggeOo della disciplina e scelto in base a questo i metodi di studio più adeguaK. Esempio: lo studio della percezione e del pensiero da parte della psicologia della Gestalt ha uKlizzato il metodo fenomenologico e il resoconto verbale, lo studio dell’apprendimento da parte del ComportamenKsmo ha privilegiato il metodo sperimentale escludendo i processi interni dall’oggeOo della psicologia. Il CogniKvismo li ha riammessi in conKnuità metodologica con il neo-­‐
comportamenKsmo, e in seguito alla sua svolta ecologica ha rivalutato anche le metodologie qualitaKve e l’uso dei resoconK verbali come fonte di daK La molteplicità dei paradigmi di ricerca e degli indirizzi teorici (scuole) viene rimproverata a torto alla psicologia, la cui vocazione al pluralismo corrisponde al compito applicaKvo dello psicologo: meOersi in relazione con altre menK rispeOando le differenze individuali e adoOando con elasKcità mentale punK di vista alternaKvi. In questa prospeMva, una formazione ecleMca in senso buono cosKtuisce una risorsa. Bruner e Postman (1947) EmoKonal selecKvity in percepKon and reacKon, Journal of Personality, 16, 69-­‐77. Gli autori prendono le mosse dalla disKnzione tra fibre afferenK ed efferenK di Bell e Magendie (v. slide storia conceOo di riflesso) e meOono in discussione la separazione funzionale tra percezione e motricità (v. aree corKcali sensoriali e motorie secondo i neuroanatomisK), sostenendo che sono ambedue al servizio di PROCESSI CENTRALI, sostenuK da bisogni (needs), aOeggiamenK (aVtudes) e sistemi di abitudine (habit), e governaK da uno stesso sistema di principii. Si traOa dei conceM principali del New Look on PercepQon, un movimento che tenta, nel secondo dopoguerra, di allentare i vincoli metodologici del comportamenKsmo, che si occupava solo di apprendimento motorio, per collegare motricità e percezione e per rimeOere in comunicazione seOori isolaK della psicologia, come gli studi psicodinamici su moKvazione, emozione e personalità. Applica la teoria gestalKsta della percezione della totalità organizzata e precorre l’idea cogniKvista di processi top-­‐down. Gli autori ipoKzzano che le associazioni verbali veloci dipendano dalla sensiQzaQon (sensibilizzazione) e quelle lente dal blockage (blocco) nei confronK di sKmoli emozionalmente carichi (emoQonallly charged), che saranno interpretate rispeMvamente come funzionali alla VIGILANZA e alla DIFESA perceMva. Fanno l’ipotesi che gli stessi principi agiscano sulle soglie di RICONOSCIMENTO PERCETTIVO. Il rapporto fra le parK e il tuOo nella percezione Secondo Wertheimer e i gestalKsK, la percezione non procede dagli elemenK alla totalità, ma semmai DAL TUTTO ALLE PARTI: “DAL SOPRA AL SOTTO” (von oben nach unten). Diversamente dalla teoria associazionisKca della percezione come sommatoria di sensazioni elementari, già criKcata da W. James, secondo la teoria gestalKsta l’organizzazione totale del campo perceMvo è primaria rispeOo all’analisi dei deOagli. Il cogniKvismo postulerà due Kpi di processi di elaborazione dello sKmolo: -­‐DAL BASSO VERSO L’ALTO (BOTTOM-­‐UP), che si basa sui daK sensoriali; -­‐DALL’ALTO VERSO IL BASSO (TOP-­‐DOWN) che si fonda sulle rappresentazioni mentali, cioè sulle tracce già contenute nella memoria dell’osservatore. I processi rappresentazionali top-­‐down danno significato a quelli sensoriali boZom-­‐up. La percezione non è cosKtuita solo da processi di elaborazione guidaK dai daK (data driven processing), ma anche da processi guidaK da conceM e teorie (conceptually-­‐driven); quesK due Kpi di processi lavorano insieme durante ogni aOo perceMvo. Il New Look on percepQon Nel primo dopoguerra il modello associazionisKco della percezione boZom up è sfidato da un gruppo di coraggiosi ricercatori, interessaK a reinserire nella psicologia sKmolo-­‐
risposta dei comportamenKsK, che spiega l’esito dei processi cogniKvi con modelli probabilisKci, i processi mentali centrali top down. Lo studio della percezione negli StaK UniK era dominato dall’impostazione psicofisiologica di E. Boring, maestro di Stevens, che aveva ripreso i temi della psicofisica, e si limitava all’obieMvo di spiegare daK dei sensi, i cosiddeM sense data, in funzione degli sKmoli. In parKcolare, il New Look pone la domanda: Where is the perceiver in percepQon theory? Bruner tenta di teorizzare una percezione del significato degli sKmoli che dipende dalla familiarità dell’esperienza precedente, dalla personalità individuale e dalle sue appartenenze culturali e linguisKche. Altri autori si occupano di controlli cogniKvi (G. Klein) e di sKli cogniKvi (H. Witkin) L’esperimento si svolge in due fasi, su 19 studenK universitari I fase – determinazione dei TEMPI DI REAZIONE associaKva, di LATENZA della risposta L’individuazione preliminare del materiale sKmolo verbale è ispirata allo studio di C.G. Jung (1904) sull'associazione di parole. Gli psicoKci cronici con linguaggio deteriorato della clinica Burghölzli di Zurigo mostravano tempi di latenza parKcolarmente lunghi ad alcune parole. Jung le uKlizza per individuare i COMPLESSI inconsci, cioè le costellazioni di elemenK confliOuali del singolo paziente. Ai partecipanK vengono presentate 99 (perché non 100?) parole di cinque leOere (ecceOo nome, cognome del soggeOo, book e dollar), alcune delle quali potenzialmente ansiogene per studenK universitari, come crime e bitch. Violazione della regola della standardizzazione degli sKmoli sperimentali: per ciascun soggeOo furono selezionate le sei parole che avevano prodoOo la reazione associaKva più lenta, le sei con la reazione più rapida e le sei con latenza intermedia. La variabile indipendente che viene manipolata è, comunque, la latenza della risposta a un test di associazione verbale. Gli sKmoli non sono gli stessi per tuM i soggeM, e questo “sporca” l’esperimento. Gli esperimenK trasgressivi in psicologia sono spesso molto istruMvi….. La questione della soglia di riconoscimento
La DURATA DI ESPOSIZIONE dello stimolo visivo (come le proprietà studiate dalla
psicofisica) ha dei valori di soglia?
Per distinguere e identificare una figura disegnata o un oggetto e per leggere una parola a
stampa occorre un tempo di esposizione minimo, variabile a seconda delle condizioni di
presentazione, del materiale e del compito, oltre che delle caratteristiche di personalità del
percipiente.
Bruner e Postman (1947) in uno studio sul riconoscimento di parole iniziavano con 1/100 di
secondo (10 millisecondi) e aumentavano il tempo di esposizione di 10 msec alla volta fino al
riconoscimento corretto.
Una presentazione di durata inferiore alla “soglia di riconoscimento” è chiamata
SUBLIMINALE (dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del pensiero
conscio).
La teoria della DETEZIONE DEL SEGNALE di Tanner e Swets (1954) mostra che la soglia
non è una linea di demarcazione rigida, ma è un punto variabile nel continuum della
trasmissione dell'informazione, sul quale cade la decisione del soggetto di riferire il segnale.
La correttezza della prestazione dipende da un insieme di fattori.
II fase – Misura dei TEMPI DI RICONOSCIMENTO Due seMmane dopo ciascun soggeOo furono presentate al TACHISTOSCOPIO le 18 parole selezionate per lui, stampate a caraOeri minuscoli, una per volta con tempo di esposizione crescente a parKre da 10 msec., chiedendo che cosa aveva visto o “pensava di aver visto”, fino al riconoscimento correOo. La variabile dipendente è la durata dell’esposizione che permeOe il riconoscimento. La SOGLIA individuale di riconoscimento, cioè il tempo di presentazione minimo necessario al soggeOo per leggere la singola parola, poteva essere prevista in base alla latenza dell'associazione, con eccezioni. Gli autori individuarono due modalità di risposta, quella difensiva (defence) di innalzamento della soglia e quella vigilante (sensiQzaQon), di abbassamento della soglia. L'ipotesi della difesa perceMva verrà sviluppata nei dieci anni seguenK. Due riferimenK Circa la velocità di riconoscimento di sKmoli con diversa rilevanza personale, Bruner e Postman (1947) citano un lavoro in corso di pubblicazione: Bruner, Postman, McGinnies (1948) Personal value as selecKve factor in percepKon, Journal of Abnormal and Social Psychology, 43, 142-­‐54 , dove si occupano di bisogni e valori, con il test di Allport-­‐Vernon, che misura i valori di Spranger: esteKco, religioso, economico, teorico, sociale e poliKco. Presentando al tachistoscopio sei parole per ciascuno dei sei valori: i soggeM leggono le parole consonanK con il loro profilo valoriale in media 25 millisecondi “prima” delle altre… Parole aMnenK ai valori dei soggeM vengono percepite con tempi di esposizione più brevi, si verifica cioè una sensibilizzazione seleMva, mentre parole contrarie ai valori sono riconosciute con tempi più lunghi. Bruner e Postman (1947) riprendono lo stesso lavoro a proposito delle ipotesi di prericonoscimento, date prima della risposta correOa: i soggeM vedono parole e sillabe senza senso al posto di quelle dotate di senso. Queste ipotesi erano prodoOe dalle parole a basso valore personale, mentre, ad esempio, Easter=Pasqua diventava Sacred=sacra in un soggeOo religioso. Questo risultato empirico è importante per il conceOo di PROCESSI PREATTENTIVI del cogniKvista U. Neisser (1967). Bruner e Postman (1947) trovano significaKvamente più ipotesi di prericonoscimento per le parole con risposta associaKva verbale lenta che per quelle a risposta rapida (tabella 3) ecc. EffeOuano un confronto di medie con il t di Student e livello di probabilità P di .01-­‐.02). Elaborazione dei daK e risultaK Si oMene una relazione curvilinea fra tempi di reazione associaKva verbale (in ascissa) e tempi medi di riconoscimento (in ordinata, in unità standardizzate). Il coefficiente di correlazione Eta è significaKvo per 17 su 19 soggeM. T
e
m
p
o di R i c
o
n
os
c i
m
e
n t o Tempo di reazione Ipotesi interpretaKva di due andamenK generali: Il tempo di riconoscimento cresce in 1) 2) Il tempo di riconoscimento dapprima funzione dell’aMvazione emozionale cresce, poi decresce, secondo una curva a U rovesciata. D
I
F
E
S
A c
r
e
s
c
e
n
t
e EMOZIONALITÀ CRESCENTE S
E
N
S
I
B
I
L
I
Z
Z
A
Z
I
O
N
E d
e
c
r
e
s
c
e
n
t
e L’interpretazione dei risultaK e le criKche al New Look L’interpretazione dei risultaK può essere effeOuata anche in base alla legge di Marbe (Karl Marbe, psicologo di Würzburg, 1869-­‐1953): la familiarità con le parole più frequenK nel linguaggio quoKdiano facilita la percezione (favorendo la chiusura) e l’associazione (di popolar responses, cioè risposte prevedibili in generale, che chiunque tende a dare, indipendentemente dall’emozionalità. Ricordano le risposte banali al test di Rorschach, v.). Gli autori meOono le mani avanK e anKcipano, nella parte finale del lavoro, l’ipotesi interpretaKva più ardita, ma anche la criKca metodologica più probabile, che puntualmente riceveranno. Howes e Solomon (1950) sostengono che le parole tabù, nella lista delle 99 parole iniziali, sono molto meno frequenK delle altre nella lista di Thorndike-­‐Lorge, uno strumento costruito nel 1944 campionando un’ampia gamma di tesK a stampa (di vario genere leOerario, compresi molK libri scolasKci e per bambini, ma anche giornali, riviste su temi vari ecc.) per consenKre ai ricercatori di usare parole della stessa frequenza d’uso, controllando tale variabile. CriKche : Secondo l'argomento del paradosso logico ci si chiede: se la difesa perceMva è realmente perceMva, come può il percipiente difendersi da uno sKmolo senza averlo prima percepito? Deriva dall'errore semanKco di parlare di percezione come processo al singolare anziché come molteplicità di processi e dall'aOribuzione di successione sequenziale ai processi cogniKvi paralleli. Secondo l'argomento del set di risposta, il fenomeno è una conseguenza delle aspeOaKve del soggeOo circa la natura dello sKmolo: poiché non ci si aspeOano parole sconce nell'ambiente aseMco del laboratorio, e gli sKmoli inaOesi vengono riconosciuK con soglia più elevata. Inoltre i soggeM potevano essere riluOanK a riferire allo sperimentatore di aver leOo una parola sporca, poco opportuna e prevedibile in un contesto formale come quello del laboratorio sperimentale. Erdelij (1974) A new look to the New Look Le prime due criKche al conceOo di difesa perceMva si basano su argomenK filosofici. Secondo l'argomento del paradosso logico ci si chiede, se la difesa perceMva è realmente perceMva, come può il percipiente difendersi da uno sKmolo senza averlo prima percepito. Un secondo argomento, per cui i fenomeni della difesa perceMva e della vigilanza richiederebbero un homuncolus, un piccolo uomo dentro la testa, dopo lunga controversia sono state spazzate via dai "processi di controllo" dell'era dei calcolatori. Ulteriori criKche alla difesa perceMva uKlizzano l'argomento della frequenza, secondo il le parole ansiogene presentate ai soggeM di Bruner e Postman (1947) erano poco familiari e inaspeOate e quello del set di risposta, per cui i soggeM potevano essere riluOanK a riferire una parola sconcia nel contesto formale del laboratorio sperimentale, Il New Look e l’esperimento di Bruner e Postman (1947 ) Così Bruner(1983, p.81) sinteKzza il New Look: “la percezione degli sKmoli esterni non è dissociata dai caraOeri degli evenK interni: aOeggiamenK, valori, aspeOaKve, difese psicodinamiche sono tuM faOori ch enfluenzano la percezione Che cosa interessava agli autori? -­‐Superare la disKnzione fra processi sensoriali e motori del comportamenKsmo S-­‐R (e della neurologia, con la disKnzione dei neuroanatomisK fra aree sensoriali e motorie della corteccia) -­‐Affermare l’esistenza di processi centrali con azione top down, anziché esclusivamente processi periferici boZom up -­‐RiammeOere nella ricerca psicologica accademica gli aspeM dinamici del comportamento studiaK dalla psicoanalisi freudiana e dalla Gestaltpsychologie di Kurt Lewin J.S. Bruner, L. Postman (1949) On the pecepKon of incongruity: A paradigm, Journal of Personality, 8, 206-­‐223. Esperimento citato da T. Kuhn (1962) in La struZura delle rivoluzioni scienQfiche, Einaudi 1969. A 28 studenK vengono presentate 5 carte da gioco, alcune normali, altre assurde, con i colori dei semi inverKK, come un sei di picche rosso, al tachistoscopio, con 14 ordini di presentazione ripetuK a durata di esposizione crescente (da 10 a 1000 millisecondi), fino al riconoscimento correOo. Il tempo medio di riconoscimento per le carte truccate è significaKvamente maggiore di quello per le carte normali (si quadruplica, per p.<.01). In altri esperimenK vengono aumentate le dimensioni standard delle carte, presentate a varia distanza, e si studia il variare della sKma di grandezza a seconda delle aspeOaKve. L’errore sistemaKco non è più un dato spurio, come per gli psicofisici, ma un risultato da interpretare e verificare con ulteriori esperimenK. Dinamiche di personalità e processo perceMvo (1951) Cita Else Frenkel-­‐Brunswik che parla di ricerca sulla percezione centrata sulla personalità, la ricerca sulla personalità autoritaria e quella di G.Klein sui controlli cogniKvi legaK all’apparato dell’Io libero da confliM. "dobbiamo mirare a massimizzare gli errori costanK...L'errore è nostro, non del soggeOo. Una teoria perceMva orientata verso la personalità ha bisogno di leggi che spieghino le tendenze sistemaKche della percezione e del giudizio in gruppi diversi di persone che presenKno diversi modelli di personalità e non di leggi generali della percezione, ciascuna abbellita con un'enunciazione di varianza" (p.140). Bruner propone un modello dell'aMvità perceMva cosKtuito da un ciclo a tre fasi: 1) aspeOaKva o ipotesi iniziale; 2) arrivo di informazione dall'ambiente, sKmolo in entrata; 3) procedura di verifica o conferma. Se non c'è conferma, si passa all’ ipotesi successiva. La natura dell'ipotesi si avvicina alla tendenza determinante, al set, all'Aufgabe della scuola di Würzburg e alla predisposizione cogniKva: disposizione generalizzata a rispondere seleMvamente a classi di evenK nell'ambiente. I Brunswick
Egon Brunswik,(1903-­‐1955), nato a Budapest e allievo di Karl Bühler, reclutato per Berkeley da E. Tolman quando fu fellow a Vienna nel 1933, fondatore del primo laboratorio di psicologia ad Ankara nel 1931-­‐32, conia il termine “ecological validity”. Else Frenkel-Brunswik (1908-1958), ebrea
di origine polacca, allieva dei Bühler e
interessata alla psicoanalisi e alla teoria
della personalità. Fu maestra di Levinson
che la coinvolse nel progetto, forse diretto
più da lei che da Adorno, della personalità
autoritaria.
La personalità autoritaria
Adorno, T. W., Frenkel-Brunswik, E., Levinson, D. J., & Sanford, R. N.
(1950). The authoritarian personality. New York: Harper and Row.
Frenkel-Brunswik, E. (1949). Intolerance
of ambiguity as an emotional and
perceptual personality variable. Journal of
Personality, 18, 108-143.
Frenkel-Brunswick, E. (1949). Tolerance
toward ambiguity as a personality
variable. American Psychologist, 3, 268.
Il riconoscimento perceMvo Bruner (1957) Al di là dell’informazione data BartleO (1932) scriveva che di fronte a un'evidenza l'uomo va sempre "al di là di ciò che è direOamente osservato dai sensi", cioè pensa. “Beyond the informaKon given” C’è inferenza nella categorizzazione, che implica idenKficazione di un esempio della classe. Collocare qualcosa in una classe di altre cose equivalenK, idenKche, è quello di cui W. James scriveva "ecco di nuovo il coso" ("Thingumbob again"). Interviene la cultura a sancire la rilevanza dei parametri dello sKmolo e il linguaggio a eKcheOare la categoria di appartenenza. La ricerca di Bruner si estende alle strategie di formazione dei conceM e al problema dell’apprendimento della categorizzazione preverbale. La percezione come verifica di ipotesi Nel 1957 in On perceptual readiness Bruner propone una teoria generale della percezione, che va beyond the informaQon given, come scriveva BartleO. Comprende due processi: -­‐organizzazione spazio-­‐temporale qualitaKva dello sKmolo e -­‐ idenKficazione o RICONOSCIMENTO come formulazione di ipotesi perceMve top-­‐down, traOe dalla conoscenza precedente conservata in memoria, e verifica di esse aOraverso l’analisi dei deOagli, con i vincoli delle aspeOaKve dovute al contesto. La percezione è un processo di decisione che usa spunK discriminanK per l'operazione di inferenza di idenKtà dello sKmolo, fino alla correOa categorizzazione (categoria è una regola per classificare gli oggeM come equivalenK) se la percezione è veridica. Avviene in quaOro stadi: -­‐categorizzazione primiKva, ad esempio di "un oggeOo reOangolare", isolamento perceMvo di un oggeOo o di un evento con caraOerisKche spazio-­‐temporali disKnte. -­‐ricerca di spunK, inconsapevole se consente una categorizzazione immediata (un oggeOo viene visto con immediatezza fenomenica come un libro), oppure dà luogo a un'esperienza cosciente del Kpo "che cos'è questo?" con ulteriore esplorazione alla ricerca di spunK. E' una ricerca aperta in condizioni di incertezza. -­‐controllo di conferma: restrizione seleMva degli spunK rilevanK a verificare l'idenKficazione. E' già una ricerca seleMva di spunK confermanK l'ipotesi in condizioni di certezza parziale. -­‐completamento della conferma, chiusura a ulteriori spunK che, se incongrui, vengono tagliaK fuori o normalizzaK. C'è sbarramento sensoriale e distorsione allorché lo sKmolo è stato categorizzato con certezza. Tavola del test di Rorschach L’effeOo dell’esperienza precedente e il ruolo dei processi top-­‐down EffeM del set e dell’aspeOaKva sul riconoscimento (Bruner, Minturn e Leigh, 1955) Il significato dipende dal contesto….. EffeM del contesto lessicale: lo stesso elemento visivo è interpretato da chi conosce l‘inglese in due modi diversi Jerome Bruner a Pisa (Conferenza in Sapienza del 5 luglio 2007)
E. Calamari, S. Giusti, La psicologia di Bruner, Athenet,
online, n.22, dicembre 2007
Nato nel 1915, affetto da cataratta congenita e operato a due
anni, il prof. Jerry ha compiuto 100 anni in questi giorni.
L’autobiografia intellettuale di J. Bruner (1983 In search of
mind. Essays on autobiography, trad. it. Armando 1984), può
essere letta come una storia della rivoluzione cognitiva
vissuta dall’interno, da uno dei suoi protagonisti.
Ad esempio, Bruner scrive che Tolman aveva camuffato le
sue intenzioni “contrabbandando la pecora della coscienza in
una teoria dell’apprendimento sotto le spoglie del lupo
comportamentista” (p.117)
E.C. TOLMAN (1886-­‐1959) Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus albinus, il topo bianco da esperimento, è in&tolato Purposive behaviour in animals and men Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE, irriducibile a elemen& più semplici, MOLECOLARI, e cara>erizzato da proprietà emergen&, da un significato Edward Tolman (1886-­‐1959) e la MAPPA COGNITIVA Studiando l’APPRENDIMENTO SERIALE dimostra che i topi nel labirinto non imparano una sequenza di risposte motorie a s&moli cri&ci nei pun& di svolta perché • allagando il labirinto nuotano lungo il percorso appreso • ponendo ostacoli al cammino abituale scelgono il percorso alterna&vo più breve • cambiando il punto di partenza si comportano come se consultassero una mappa Tolman e Honzik (1930) so>oposero a prova quo&dianamente tre gruppi di raW • 1) non ricompensa& • 2) ricompensa& regolarmente • 3) non ricompensa& fino all’11°giorno e con l’introduzione della ricompensa, il gruppo 3) raggiunse le prestazioni del gruppo 2) Quindi la semplice ESPLORAZIONE del labirinto produce un APPRENDIMENTO ORIENTATIVO LATENTE PER OSSERVAZIONE che si manifesta la prima volta che il rinforzo viene introdo>o Tolman concluse che l’animale acquisisce una STRUTTURA-­‐SEGNO (SIGN-­‐GESTALT) , una sorta di IMMAGINE del labirinto o di RAPPRESENTAZIONE mentale complessa del percorso L’APPROCCIO COGNITIVISTA Dal paradigma S – R, dove l’ORGANISMO è una black box, aperta dall’ambiente dal quale riceve passivamente sKmoli dal basso in alto (boZom-­‐up) al paradigma S -­‐ O -­‐ R che riammeOe i PROCESSI INTERNI, processi centrali che influenzano gli ingressi e le uscite dall’alto in basso (top-­‐
down) Nel 1956 J. Bruner studia le STRATEGIE COGNITIVE in A study of thinking e nel 1967 U. Neisser pubblica CogniQve psychology La MENTE viene concepita in base alla METAFORA DEL COMPUTER come un ELABORATORE DI INFORMAZIONI Le scienze umane e la psicologia La psicologia ha radici posiKvisKche e ha tentato di conoscere il suo oggeOo, la psiche umana, entro il paradigma che si andava cosKtuendo nell’ambito delle scienze della natura. L’adozione dell’operazionalismo di P.W. Brigman (1882-­‐1961) ha privilegiato, negli esperimenK comportamenKsK, le variabili osservabili pubblicamente e quanKficabili mediante scale di misura, escludendo in un primo tempo le variabili interne all’organismo e non direOamente osservabili, come in psicologia animale. La ricerca psicologica richiede una DEFINIZIONE OPERATIVA dei conceM come corrispondenK alle operazioni di misura impiegate, per cui, ad esempio, l’apprendimento è definito in termini di frequenza di certe risposte in determinate condizioni, senza riferimento a staK mentali. Il cogniKvismo, pur ponendosi in conKnuità metodologica con il comportamenKsmo quanto all’adozione del paradigma sperimentale, consente di inferire i processi mentali da indicatori comportamentali, indireOamente. Oggi le scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia) hanno adoOato esplicitamente concezioni costruMvisKche e relaKvisKche, che hanno aOenuato l’anKpsicologismo filosofico, sul versante culturalista della controversia nature-­‐nurture (natura e cultura), mentre il predominio delle neuroscienze orienta le scienze cogniKve verso un nuovo riduzionismo mente-­‐corpo (divulgato come “nient’altro che” biologia). Le condizioni interne dell’organismo Il neo-­‐comportamenKsmo allenta i vincoli metodologici di stampo posiKvisKco, in una prima liberalizzazione dell’empirismo. Dapprima riammeOe le variabili interne all’organismo per RIDUZIONE AGLI OSSERVABILI dei TERMINI DISPOSIZIONALI (la fame è misurata mediante il tempo trascorso dall’ulKmo pasto) consideraK come VARIABILI INTERVENIENTI, poi come COSTRUTTI IPOTETICI, che vengono introdoM come termini primiKvi nell’esperimento psicologico (la forza dell’abitudine negli esperimenK di C. Hull sui gradienK moKvazionali nel confliOo, che dipende da variabili come la fame, ma anche dal faOo che ci sia del cibo come rinforzo). Il cogniKvismo rivaluta come precursori della riammissione delle condizioni interne nell’esperimento psicologico autori come F. BartleO (conceOo di SCHEMA), E. Tolman (conceOo di MAPPA COGNITIVA) e J. Piaget (STRUTTURE dell’intelligenza come interiorizzazione dell’azione). J.S. Bruner (1956) studia le STRATEGIE cogniKve, inferite dalla sequenza temporale delle risposte alla situazione problemaKca. Frederic C. BARTLETT (1886-­‐1969) psicologo di Cambridge, laureato in LeOere alla London University, incontra l’antropologo H.R. Rivers, fondatore nel 1897 del Laboratorio di Psicologia di Cambridge, che dirigerà a sua volta dal 1922. Come primo professore di psicologia sperimentale di quell’università, dal 1931 al 1951, fonda, con il suo allievo K. Craik, e dirige l’unità di psicologia applicata del Medical Research Council. Precorre il CogniKvismo, proponendo il conceOo di SCHEMA, definito come "UN'ORGANIZZAZIONE ATTIVA DELLE REAZIONI O DELLE ESPERIENZE PASSATE"(p.265), che determina il comportamento aOuale in funzione di tuOa una serie di comportamenK precedenK analoghi. La sua ricerca sulla memoria, intesa come funzione, processo connesso con gli altri processi cogniKvi: percezione, immaginazione, pensiero, e con l’emozione, è ECOLOGICA poiché usa materiale significaKvo. Opere: Remembering (1932) Thinking (1956) F. Bartle> (1932) Remembering-­‐Cap. 2 Esperimen& sulla percezione Percezione di disegni e configurazioni semplici, de>agli interpretabili, con presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la RIPRODUZIONE grafica L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME (schema verbale) modella ciò che viene visto e ricordato. La figura descri>a come "due squadre da carpen&ere" fu riprodo>a corre>amente nei de>agli. Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono scorre>e: La teoria di Jean Piaget (1896-­‐1981) ORGANIZZAZIONE (struOurale) ADATTAMENTO (funzionale) ASSIMILAZIONE ACCOMODAMENTO Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget STADIO SENSO-­‐MOTORIO (fino a 18 mesi) STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-­‐6 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-­‐12 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI Il conce>o di “schema” di Jean Piaget Piaget teorizza, all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo, lo schema senso-­‐ motorio come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza (1968) disegna lo schema dello “schema” senso-­‐motorio (estendibile ad ogni altra struOura cogniKva): AZIONI (Trasformazioni della realtà) INPUT ORGANIZZAZIONE (Trasformazioni interne) Feedback delle azioni (Costruzione degli schemi) Feedback dei risulta& (Costruzione delle funzioni rappresenta&ve) La riflessione sulle origini del linguaggio Nel 1957 Skinner pubblica Verbal Behaviour, dove cerca di spiegare l’acquisizione del linguaggio nel bambino mediante processi di imitazione e rinforzo. Nel 1958 il linguista Noam Chomsky (n.1928), autore di SyntacQc structures, pubblica una recensione radicalmente criKca, dove stronca la concezione comportamenKsta e propone la sua TEORIA GENERATIVO-­‐TRASFORMAZIONALE del linguaggio. Gli ipercorreMsmi che compaiono transitoriamente nel linguaggio infanKle (“aprito” invece di “aperto”) dimostrano che il bambino possiede competenza innata di analisi del parlato, un Language AcquisiQon Device (LAD) che estrae regole produMve di infinite frasi ben formate. Il mito dell’arco riflesso come unità di analisi del comportamento è una comoda semplificazione, ma una finzione teorica Per colmare il vuoto teorico fra cognizione e azione occorre tener conto dello svolgimento dell’azione complessa nel tempo Il modello per un’analisi del comportamento a livelli mulKpli, senza perdere le caraOerisKche struOurali degli schemi di azione, è la descrizione linguisKca chomskiana, con la sua struOura gerarchica, ad albero They are flying planes È una frase ambigua che può significare 1) (They) (are) (flying planes) -­‐ Sono aereoplani volanK 2) (They) (are flying) (planes) -­‐ Stanno pilotando degli aerei La nascita del COGNITIVISMO Tolman viene accusato da Guthrie di aver lasciato il ra>o “in balia dei suoi pensieri”, di non aver affrontato, cioè, il problema del passaggio DALLA CONOSCENZA ALL’AZIONE In Piani e struTura del comportamento, uno psicolinguista, George A. Miller, uno psicologo matema&co, Eugene Galanter e un neuropsicologo Karl H. Pribram, trasformano l’idea di mappa cogni&va o IMMAGINE collegandola con un PIANO d’azione, un comportamento organizzato gerarchicamente da una lista di istruzioni o flow-­‐chart analoga al programma di un calcolatore IMMAGINE è la conoscenza accumulata da un organismo circa se stesso e il suo mondo PIANO è l’insieme delle istruzioni per eseguire il comportamento complesso che porta allo scopo L’unità TOTE di Miller, Galanter e Pribram (1960) TOTE =Test-­‐Operate-­‐Test-­‐Exit input Uscita, cessazione dell’azione TEST (congruenza) CIRCUITO A FEEDBACK applicabile ricorsivamente (incongruenza) OPERAZIONE output ESEMPIO TOTE TEST DEL CHIODO (La testa è a livello) (La testa sporge) COLPISCI
CON IL MARTELLO
Che cosa scorre lungo le frecce? ENERGIA? Nel caso dell’impulso nervoso, che supera la soglia intesa come test INFORMAZIONE nel senso di scelta binaria tra alternaKve CONTROLLO cioè comando al sistema di aMvarsi e disaMvarsi, o di passare ad eseguire l’istruzione successiva nell’albero gerarchico Il primo CogniKvismo adoOò per la mente umana il modello del calcolatore seriale, privilegiando le ulKme due risposte Il problema dell’attenzione
Nel 1967 Ulrich Neisser, in Cognitive psychology, sostiene che i processi
cognitivi sono PROCESSI COSTRUTTIVI A DUE STADI che usano più o
meno informazione sensoriale:
“il primo è rapido, approssimativo, globale e parallelo, il secondo è
volontario, attentivo, particolareggiato e sequenziale”.
Definisce l’attenzione come una “assegnazione di meccanismi analizzatori a
una porzione limitata del campo” e distingue i
PROCESSI PREATTENTIVI, operazioni preliminari che hanno la funzione di
segregare le unità su cui esercitare l’attenzione e la cognizione, dagli
ATTI DI SINTESI FIGURALE, che preludono al riconoscimento percettivo e
alla categorizzazione.
Il problema degli stimoli inavvertiti
Neisser (1967) sostiene che la presentazione tachistoscopica di stimoli per
una durata inferiore alla soglia (SUBCEZIONE di Lazarus e McCleary,
1951) non simula l'esperienza quotidiana in cui lo stimolo passa inavvertito
perché su di esso non viene focalizzata l'attenzione.
Ciò avviene, invece, nel fenomeno evidenziato dal neurologo Otto Pötzl
nel 1917(cfr. S. Freud, Traumdeutung, ed. 1919), che presentava
tachistoscopicamente una sola volta una figura e chiedeva di descriverla,
poi la cercava nei sogni della notte successiva, e trovava aspetti non
menzionati nella descrizione del percetto: per dimostrare la teoria freudiana
dei resti diurni, cioè che materiale incidentale non pervenuto alla coscienza
ricompare nei sogni.
In realtà il materiale presentato tachistoscopicamente viene messo in
enorme evidenza, al centro dell'attenzione, anche se è visto poco
chiaramente, e occorrerebbe, secondo Neisser, studiare presentazioni alla
periferia del campo visivo.
MovimenK saccadici degli occhi e aOenzione L’aOenzione seleMva è un insieme di filtri che escludono l’informazione irrilevante, dirigendo la percezione su aspeM rilevanK. Fa questo orientando fisicamente i receOori sensoriali aOraverso movimenK oculari, finché l’oggeOo di interesse cade nella FOVEA, la regione più sensibile della reKna desKnata a elaborare i deOagli. L’esplorazione visiva avviene tramite FISSAZIONI (brevi periodi, di circa 300msec, cioè un terzo di secondo, durante i quali gli occhi sono relaKvamente immobili) separaK da SACCADI (repenKni spostamenK degli occhi da una parte alla successiva, che sono molto veloci, dell’ordine di 20msec, e durante i quali la visione è soppressa). Tecniche per registrare i movimenK oculari producono video in cui alla scena si sovrappone la sequenza dei movimenK oculari. I punK di fissazione cadono sulle aree della scena che veicolano la quanKtà maggiore di informazioni, ad esempio, se si guarda un volto, su occhi, naso e bocca, caraOerisKche salienK per disKnguere una faccia dall’altra. La mancanza di aOenzione non blocca del tuOo gli sKmoli (TEORIA DEL FILTRO di D. Broadbent, 1958) ma li aOenua (A. Treisman) in modo che essi vengono elaboraK solo parzialmente, senza arrivare per lo più alla coscienza. Percezione subliminale e influenza sulle preferenze - una leggenda metropolitana?
Negli anni cinquanta si diffuse la storia, forse
inventata, di una trovata pubblicitaria: in un
cinematografo fecero balenare sullo schermo le
parole pop-corn e Coca-cola e gli spettatori
corsero a comprarli! (Cfr. V.Packard (1958) I
persuasori occulti e J.S. Bruner (1983)
Autobiografia. Alla ricerca della mente).
Negli anni ottanta studi attendibili mostrarono che preferenze e sentimenti
possono essere plasmati da esperienze singole, episodiche, non ricordate a
livello esplicito.
Un paziente amnesico, Boswell, partecipò a un esperimento dove un
ricercatore gli faceva regali, un altro lo trattava male mentre un terzo
restava neutrale: quando gli fu chiesto di scegliere quella che preferiva fra le
fotografie dei tre (che non ricordava di aver mai incontrato!) mescolate ad
altre, scelse più spesso quella del “buono”.
Gli psicologi sociali (Wilson e Brekke, 1994) chiamano “contaminazione
mentale” l’influenza implicita della pubblicità.
GLI STADI DELLA MEMORIA APPRENDIMENTO (LEARNING) di abitudini motorie, anche associa&ve. In questo stadio avviene la CODIFICA, modo in cui l’input perceWvo o informa&vo viene rappresentato in un sistema RITENZIONE (RETENTION) modo in cui Iil ricordo viene conservato nel corso del tempo, ha ha che fare con le tracce registrate a livello neurobiologico nella memoria dell’organismo RECUPERO (RETRIEVAL) modo in cui in ricordo viene estra>o dal sistema per essere riu&lizzato nella situazione di ada>amento a>uale Registro sensoriale visivo o memoria iconica (Sperling 1960) Presentando per 50millisecondi una matrice 3x3 di lettere
dell’alfabeto, I soggetti dicono di averle viste tutte ma riescono
a nominarne soltanto tre o quattro.
Con una PROCEDURA DI RESOCONTO PARZIALE, cioè se un
suono di diversa altezza segnala immediatamente quale riga
dev’essere nominata, le riportano sempre tutte e tre. Il
vantaggio scompare con un ritardo del segnale di 1 secondo.
F T X suono alto M P R suono medio D L V suono basso Esperimento di Sternberg (1966)
Il tempo di ricerca in memoria a breve termine (MBT) aumenta con il
numero di alternative (criterio di accuratezza)
Dopo aver presentato un set di cifre, alla domanda se una certa cifra era contenuta nella serie, il TEMPO DI REAZIONE o LATENZA della risposta è PROPORZIONALE ALLA LUNGHEZZA del numero, cioè aumenta linearmente con il numero delle cifre, ma è INDIPENDENTE DALLA POSIZIONE dell’elemento nella serie ed è lo stesso per le risposte posi&ve e nega&ve. 6 9 3 2 1 . . . . Quindi, concluse l’autore, il processo di ricerca non si interrompe quando la cifra viene trovata ma è esaus&vo, cioè confronta l’elemento target con tu>e le cifre (oppure, come sembrò più plausibile vent’anni dopo, non è seriale…..). Il Connessionismo PDP A metà degli anni oOanta, D.E.Rumelhart, J.L. McClelland e il gruppo di ricerca PDP propongono di superare le difficoltà del modello dell’ELABORAZIONE SERIALE dell’informazione, sosKtuendolo con il modello dell’ELABORAZIONE PARALLELA PARALLEL DISTRIBUTED PROCESSING (PDP) In seguito tende ad affermarsi l’idea che il modello dell’elaborazione in serie sia più adeguato per una rappresentazione proposizionale dei processi simbolici, analoghi al linguaggio, mentre l’elaborazione in parallelo, che fa riferimento alla ricerca sulle RETI NEURALI, simula meglio il modello associazionisKco dell’apprendimento da parte di unità subsimboliche. IL COGNITIVISMO ECOLOGICO Ulric Neisser (1928-­‐2012) in Conoscenza e realtà, del 1976,ha riformulato la teoria della percezione, chiudendo il circolo tra memoria, percezione e azione con il conce>o di SCHEMA PERCETTIVO CICLICO Nel 1978, al convegno di Cardiff sugli aspeW pra&ci della memoria, Neisser ha denunciato la mancanza di rilevanza ecologica della ricerca psicologica classica, alla Ebbinghaus, inaugurando l’indirizzo ecologico di ricerca sulla everyday memory. Il ciclo perceWvo di U. Neisser Ogge>o (informazione disponibile) seleziona modifica Schema dirige Esplorazione 
Scarica