Anno 2 numero 2 - Dicembre 2004

Peressere…
…sotto la luce della stella
anno 2 N.2
del 19 Dicembre 2004
In questo numero natalizio
ricorre l’anniversario del
giornalino,
infatti,
esattamente un anno fa
presentavamo l’idea di un
modo semplice e diretto
per dare spazio alle
nostre idee, alla nostre
proposte ed al racconto
delle nostre esperienze.
Nelle seguenti pagine non
potranno certo mancare
ricette, poesie, idee…ecc.
legate alla tradizione del
S. Natale, ma potrete
anche
trovare
la
testimonianza di alcuni
importanti
momenti
importanti per il cammino
dell’oratorio
come
la
Tregiorni
medie
e,
soprattutto, l’esperienza
di Silvia in Ruanda.
Oltre ad augurare a tutti
voi un Buon Natale e un
Felice
Anno
Nuovo,
volevamo
cogliere
l’occasione per ringraziare
tutti coloro che ci hanno
aiutato e continuano ad
aiutarci nella realizzazione
del nostro, ma soprattutto
vostro giornalino.
Mary e Sara
IN TRE GIORNI
PER PREGARE E DIVERTIRSI
“Si viene in tre giorni per
pregare” diceva Don Federico
a tutti i ragazzi che venivano
a iscriversi, cercando in tutti
i modi di spaventarli. Ma
neanche questo ha ostacolato
una vacanza che si è rivelata
importante sia per i ragazzi
che per noi educatori. E poi
perché pregare deve essere
un ostacolo? No!
Stando
insieme
tutto
è
bello
e
tutto
diventa
costruttivo
e
divertente, se poi si parla di
pregare il Signore che è stato
colui che ci ha riuniti per
vivere
un’esperienza
che
difficilmente dimenticheremo
allora ogni dubbio è tolto…
Un’altra componente che ha
fatto sì che ci ritrovassimo è
stata l’amicizia (tema della
vacanza) da cui è scaturita
un’esplosione di gioia che ha
invaso Castelveccana.
Inutile dire che io mi sono
divertito tantissimo e che è
un’esperienza sicuramente da
ripetere ma penso che anche i
ragazzi abbiano passato un
bel
periodo…
Impossessandosi
di
telecamera e ingegno e
realizzando
originali
interviste
doppie,
esilaranti
scherzi
e
spassose
scenette hanno
reso
più
originale
e
spettacolare questa vacanza.
In ogni modo, a dimostrazione
di quanto si è appena detto,
durante il nostro ritorno a
casa, fra gente che piangeva
e si disperava per la fine di
questi bellissimi giorni, si è
alzata a gran voce la richiesta
di un prolungamento della
vacanza fino al 20 dicembre…
E a quel punto stavo già per
risalire sul treno finché non
mi hanno ricordato della
scuola e di tutti quegli
impegni che ho e a cui farei
volentieri a meno soprattutto
se paragonati con questi tre
giorni… Vorrà dire che il
prossimo anno faremo un
lungo periodo Sabbatico per
dedicarci esclusivamente alla
vacanza.
Un mio compagno di stanza,
dopo che gli chiesi un’opinione
sull’andamento
di questi tre
giorni,
mi
disse “bella
ma ricca di
colpi
di
scena”…Beh,
come
dargli
torto: una suora che ruba i
biscotti dalla cucina, gente
che non sa il Credo, ragazze
che non sanno giocare a
pallavolo e ragazzi impediti a
tirare due calci a un pallone.
Inoltre
alla
sera
per
mostrare quanto volevo bene
a ognuno di loro, passavo per
le camere per dare il bacio
della buona notte, ma c’era un
problema: ero al piano dei
maschi e il mio gesto non era
proprio apprezzato da tutti!!
A parte gli scherzi, davvero
una vacanza con i fiocchi! Era
la mia prima tre giorni da
educando e da educatore,
anche perché da questa gente
anche noi abbiamo molto da
imparare. E non bisogna certo
dimenticare loro, i ragazzi
delle medie, veri protagonisti,
belli, simpatici e soprattutto
amici, grandi amici. Una
compagnia unita che ha
saputo trasmettermi buon
umore, felicità, e tanta
allegria. Sono tornato da
questa avventura e in molti
mi hanno detto “Ora vai a
riposare che sarai stanco”.
Stanco? Io? Assolutamente
no! Questi giorni mi hanno
rigenerato, dandomi la forza
di ricominciare e pensare a
quanto è bello aiutare gli altri
e rendersi utile, a quanto è
stimolante avere degli amici
su cui potere contare sempre
e comunque.
Di questa vacanza non mi
scorderò mai di alcune cose:
in primis dei segnaposti fatti
da una mitica educatrice,
Alice (fatele i complimenti
perché ne va molto fiera) e in
secundis,
ma
non
per
importanza, dei miei amici che
mi hanno accompagnato in
questi giorni. Grazie!
Aldo
Testimonianza…
Mi è stato chiesto di scrivere
qualcosa
sulla
mia
esperienza in Rwanda e mi
trovo davanti questo foglio
bianco che faccio fatica a
riempire. Faccio fatica, non
tanto a trovare le cose da
raccontare, di quelle ne ho
tante, ma perchè mi rendo
conto che è difficile riuscire
ad esprimere tutto quello
che ho visto e vissuto in
Africa in poche parole.
Mentre scrivi ti rendi conto
che, qualsiasi cosa dici è
riduttiva,
non
puoi
raccontare le persone, i
sorrisi, le lacrime, la fame,
le malattie… le puoi vivere!
Questo può sembrare un
modo
sbrigativo
per
liberarmi della “stesura” di
questo breve racconto di
viaggio, non è così… è il
provare ogni volta che
racconti,
un
senso
di
inadeguatezza! Ogni volta
che mi si chiede del viaggio
vorrei riuscire a trasmettere
l’entusiasmo e la gioia che
ho provato li, e mi rendo
conto che non ci riesco e
questo mi dispiace perché
in fondo l’unica cosa che
desidero è che altre persone
sperimentino la stessa cosa!
E’ un po’ come quando
mangi qualcosa che a te
piace tantissimo, vuoi che
anche gli altri l’assaggino
perché mangiare da solo è
noioso!
Ma adesso mi sa che mi
tocca raccontare qualcosa
davvero…
Il Rwanda è un paese
bellissimo, nella zona dei
grandi laghi, lo chiamano il
“paese delle mille colline”, è
ricco d’acqua e molto verde
(come dice Luca Luciani
sembra di essere a Giarola
di Ligonchio)… ma è anche
un paese che ha visto una
parte
del
suo
popolo
ammazzare
con
una
violenza inaudita a colpi di
macete,
almeno 500.000
rwandesi, una media di
4.900 persone uccise al
giorno. Il Rwanda è un
paese che dice di essere
pacificato ma che in realtà
vive ancora l’odio e la
divisione,
ne
sono
testimonianza le ossa delle
vittime che non hanno
trovato sepoltura perché
devono restare nei luoghi
degli eccidi come memoria.
E così ti ritrovi a camminare
sulle ossa di 5.000 persone
che sono state trucidate in
una chiesa solo perché
appartenevano
all’altra
etnia… E ti chiedi come sia
stato possibile che l’uomo
sia arrivato a tanto orrore?
Come è stato possibile che il
mondo abbia guardato tutto
questo senza battere ciglio?
E ti senti in colpa perché sei
nato dalla “parte giusta del
mondo”!
Il Rwanda è “ricco” di
bambini, ovunque ti giri
vedi degli occhi enormi che
ti guardano, delle mani che
ti toccano perché sei strano
e diverso, che ti chiedono
qualcosa… ed è con un
centinaio di questi bambini
che, concretamente si è
svolto il mio lavoro in
Rwanda. Non abbiamo fatto
grandi cose con i bambini
dell’orfanotrofio di Nonna
Amelia. Siamo partiti con
grandi progetti e ci siamo
scontrati con tante
difficoltà. I bambini vivono
sempre li, escono solo per
andare a scuola e a messa e
non sono abituati a fare
tutte le cose che per noi
sono normali: giocare,
disegnare, fare merenda…
Al momento volevo scappare
e tornare indietro, perché ti
senti inutile, poi ti rendi
conto che loro non ti
chiedono niente, se non
l’affetto e che pian piano le
cose nascono da sole,
quando si getta il seme. E
così abbiamo fatto merenda
con loro, usato i giochi che
abbiamo portato per loro,
cantato…
Mentre scrivo queste cose
mi rendo conto di quanto
sia vero quello che dicevo
all’inizio
di
questo
racconto… ho la sensazione
di non riuscire a dare l’idea
di quello che ho vissuto! E
mi spiace perché l’unica
cosa che vorrei è che
passasse la gioia di poter
condividere un pezzettino
della propria vita con delle
persone che, dalla loro,
purtroppo non hanno avuto
tanto! Nessuno di noi può
dare loro quello che di
diritto gli spetterebbe ma
ognuno di noi ha il dovere
di mostrarli che la vita è
bella, ed è bella perché si è
amati!
Vorrei concludere questo
racconto
sconclusionato
ringraziando tutti coloro che
mi hanno dato una mano
ad affrontare e a preparare
questo
piccolo
viaggio.
Quando mi prendeva la
rabbia e la fatica in Rwanda
pensavo a tutte le persone
che si erano date da fare per
raccogliere
cose
per
i
bambini, pensavo a tutto il
movimento che si era creato
intorno alla raccolta dei
giochi, pensavo ai miei
ragazzi che si erano dati da
fare
come
pochi
per
raccogliere le cose e mi
rendevo conto che una
speranza c’è e che bisogna
testimoniarla! Ed è questo
l’unico augurio che mi
faccio, di essere riuscita a
testimoniare la gioia che a
mia volta ho sperimentato
nella
mia
vita
e,
in
particolare in oratorio! E
l’altro piccolo augurio che
mi permetto di fare è che
questo
desiderio
di
testimoniare questa gioia
nasca in ciascuno di noi con
la modalità che a ognuno è
più congeniale…per me è
stato il trascorrere queste
tre settimane con i bimbi…
e per voi?
Silvia
ANGOLO
DEI BIMBI
Durante le feste natalizie,
fra
le
specialità
gastronomiche, domina un
dolce
che
è
diventato
famoso
in
Italia
e
all’estero: il
“panettone”.
Anche
il
panettone
ha la sua leggenda. …Era la
sera
di
una
lontana
previgilia di Natale e il
fornaio milanese Ambrogio
stava lavorando in un
cassone, aiutato da alcuni
inservienti
,
la
pasta per il pane
che
si
sarebbe
venduto il giorno
seguente. Il fornaio
aveva
nel
frattempo poggiato
su di un’asse , sovrastante
il cassone del pane, una ma
stelletta colma di uova
sbattute con zucchero
vanigliato, burro e uva
passita.
Quel miscuglio doveva
servire per preparare
alcune torte per le quali
Ambrogio era famoso in
Ad
un
tratto,
inavvertitamente,
un
garzone urtò l’asse su cui
era appoggiato il mastello,
e tutta quella dolcissima
crema andò a cadere…
sull’impasto
del
panettone
sottostante. Il
povero
Ambrogio,
a
quella vista,
si mise le
mani fra i
capelli:
ormai era
tutto
rovinato,
pane e torte. Ma, nello
sgomento,
gli
balenò
un’idea che subito attuò
con entusiasmo. – Su,
ragazzi, - disse – proviamo
a mescolare e a impastare
il preparato del pane con
quello delle torte; sì, ogni
cosa! Dopodomani , giorno
di Natale, i miei clienti non
avranno
un
semplice
panetto,
ma
un
“panettone” che mi auguro
squisito.
Così avvenne. La mattina
seguente
la
panetteria
di Ambrogio
fu come presa
d’assalto da una
folla di clienti
vecchi e nuovi.
Tutti volevano il
pane
di
Ambrogio,
il
delizioso
“panettone”
che da quel
giorno divenne il dolce
natalizio dei Milanesi, e
non solo dei Milanesi…
La redazione di “Peressere …”
augura a tutti
un felice
Natale
e un 2005
pieno di gioia
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Trova le parole elencate, possono essere scritte in orizzontale, verticale o
diagonale, da destra a sinistra, da sinistra a destra, dal basso in alto o
dall’alto in basso. Le lettere rimanenti formeranno il titolo di una canzone
di Natale.
panettone
pandoro
Natale
Torrone
Doni
arpe
mirto
Noè
Gesù
pastori
cuor
oro
soluzione in ultima pagina
mirra
cometa
candela
asinello
riti
case
Magi
grotta
Avvento
noce
festa
coro
Betlemme
angeli
bue (2 volte)
renna
rosa
mora
pineta
torte
gioia
luce
don (2 volte)
SE COMANDASSE
Se comandasse il pastore
del presepe di cartone,
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?
“ Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbia lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”
Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste cose
accadranno facilmente.
Se ci diamo la mano
i miracoli si faranno,
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.
Gianni Rodari, da “Filastrocche in cielo e in terra”
LA STELLA DI NATALE
Lui dormiva splendnte
In una mangiatoia di quercia,
come un raggio di luna
dentro un albero cavo;
invece di calde pelli di pecora,
l’alito di un asino o d’un bue.
I pastori nell’ombra,
in quel buio di stalla
sussurravano attoniti…
A un tratto qualcuno si scostò:
nel vano della porta, sulla soglia,
come in visita alla Vergine,
guardava la stella di Natale.
Boris Pasternak
LA RICETTA
DEL MESE
OMINI DI PAN SPEZIATO
Ingredienti
(per 500 g. di biscotti)
Zucchero semolato 75 g.
Melassa 20 g.
Burro 50 g.
Cannella in polvere 5 g.
Farina 250 g.
Bicarbonato 1 cucchiaio
Albume 1
Zucchero a velo 20 g.
Colorante
alimentare
verde 1-2 gocce
- Sale fino 1 pizzico
-
La preparazione
Portate a bollore in una ciotola lo
zucchero con
altrettanta acqua, 5 minuti a
fuoco dolce
Unite la melassa, mescolate
Versate la preparazione in
una ciotola con il burro,
mescolate
Aggiungete il sale e la
cannella, mescolate e lasciate
raffreddare
Impastate il preparatoin una
ciotola con la farina
setacciata con il bicarbonato
Coprite e lasciate riposare in
frigorifero 8 ore
Completare
Accendete il forno a 200°
Adagiate il composto sul piano
di lavoro infarinato
Stendetelo con il matterello
ad uno spessore di 5 mm
Ritagliate i biscotti con un
tagliabiscotti a forma di
omino (o donnina)
Foderate una placca con carta
da forno bagnata e strizzata
Adagiate i biscotti ricavati
Infornate la placca, cuocete i
biscotti 8 minuti
Sfornate la placca,
lasciate raffreddare i
biscotti
Versate in una ciotola
l’albume, lavoratelo con
una forchetta
Aggiungete lo zucchero
a velo, fino a formare
una glassa bianca e ben
compatta
Versate parte della
glassa in un conetto di
carta da forno
Decorate il contorno dei
biscotti
con
la
glassa,
sottolineando
le
forme
ritagliate
Unite il colorante alimentare
alla glassa rimasta
Continuate la decorazione dei
biscottini
Lasciate asciugare su una
gratella
Sara
LA REDAZIONE
CAPOREDATTRICI: Sara e Mary
RESPONSABILE GRUPPO MEDIE: Alice
RESPONSABILE GRUPPO ADOLESCENTI: Jacqueline
Un grazie speciale a: Silvia, Aldo, Pietro e Giulio
Soluzione: “Astro del ciel”