Mercati CONSULENZA/2. Le strategie post-crisi degli operatori del settore Domanda e offerta convergono Maggiore consapevolezza e attenzione a far crescere le competenze interne alle aziende richiedono un servizio di consulenza più maturo e orientato al risultato C oncretezza, vicinanza al cliente, attenzione alle persone, questi sono gli elementi sui quali le società di consulenza interpellate da “L’Impresa” puntano per la loro offerta 2010 con nuove modalità di rapporto con il cliente. A dire il vero, alcune società avevano già impostato fin dalla nascita la loro strategia su metodologie studiate per dare risultati concreti in tempi rapidi, i tempi oggi sembrano maturi per dare loro ragione. È il caso per esempio di Jmac, filiale della più nota società di consulenza giapponese, che ha portato in Italia il metodo applicato alla Toyota, la filosofia del gemba e un approccio che vede il fattore decisivo di successo nel coinvolgimento di tutte le persone dell’azienda. «Nell’approccio di Jmac, le persone sono centrali nei processi di cambiamento e noi le aiutiamo a imparare a lavorare in un modo diverso – spiega Michele Bianchi, amministratore delegato di Jmac –. Ci piace lavorare con clienti che sono convinti nei fatti della centralità delle persone. Gli strumenti e le metodologie sono importanti ma si ottiene un cambiamento duraturo solo se crescono le persone. Nel nostro approccio siamo concreti e operativi e portiamo l’attenzione sugli aspetti reali. Ci occupiamo di miglioramento delle performance nei processi operativi, nella supply chain, nei processi di innovazione e sviluppo prodotti, nella vendita e post vendita e abbiamo persone specializzate per ognuna di queste aree che all’occorrenza lavorano in team». Non più grandi progetti Il metodo lean sembra adattarsi molto bene alle richieste del momento e lo conferma Michele Bonfiglioli, della Bonfiglioli Consulting, creata dal padre Romano, il consulente che per primo ha portato in Italia il “pensare snello”. «Oggi i clienti vogliono risultati rapidi e concreti. Chiedono pragmatismo e non solo visioni e progetti sulla carta. La metodologia che utilizziamo ci aiuta perché è orientata alla pratica – afferma Michele Bonfiglioli –. Il cliente chiede la sostenibilità dei risultati e di essere messo in grado di proseguire con le proprie gambe. I progetti procedono di risultato in risultato, non è più l’epoca dei grandi progetti che partono dopo un anno. Nella nostra esperienza vediamo che la crisi ha senz’altro cambiato l’atteggiamento delle aziende e anche quelle che non hanno sofferto in modo particolare stanno cogliendo l’occasione per riorganizzarsi». Dello stesso avviso Maria Cristina Galgano, amministratore delegato del Gruppo Galgano fondato nel 1963 da Alberto Galgano, il consulente italiano che ha contribuito alla cultura manageriale con oltre 20 libri pubblicati, che racconta: «Una volta il consulente studiava la situazione dell’azienda, intervistava il top management e poi creava il progetto. Oggi l’azienda vuole essere protagonista del progetto e chiede percorsi di crescita per il management interno. Le aziende italiane hanno imparato Michele Bianchi, ad di Jmac Italia Maria Cristina Galgano, ad del Gruppo Galgano L’impresa n°4/2010 024310IMP0410_031PMercatiOlivari31 31 31 28-04-2010 14:06:48 Mercati a usare la consulenza, vogliono capire e non seguono più ciecamente il consulente. Hanno idee più chiare delle loro esigenze e sono più inclini ad affiancare con loro risorse dedicate i consulenti per fare acquisire un know how che resti in azienda. Questo nuovo atteggiamento lo registriamo sia nelle aziende produttive sia in quelle che offrono servizi, ambito nel quale ci aspettiamo una crescita di interesse verso l’approccio lean». Il know how da preservare Sul 2010 le società interpellate sono pronte a scommettere, perché partecipare alla ripresa economica significa ripensare i propri modelli organizzativi, avere la capacità di innovare i propri prodotti e servizi in tempi più rapidi rispetto al passato, sfoltire l’azienda dei processi inutili e far crescere il know how interno. Temi sui quali una valida società di consulenza può dare un apporto decisivo. Ne è convinto Massimo Pellegrini, della Mp Consulting & Partners: «Lo scenario della consulenza in Italia deve fare i conti con le esigenze delle imprese di completare gli interventi iniziati nel 2009, per resistere con successo alla crisi economica, interventi che sono focalizzati soprattutto sulla necessità di contenimento, e ottimizzazione nonché controllo dei costi». Secondo Pellegrini le nuove parole d’ordine della consulenza aziendale, sulle quali certamente possono concordare anche gli altri intervistati, sono: eccellenza, con i suoi corollari di professionalità, preparazione, studio, aggiornamento, esperienza, valori, che si esprimono in concretezza, fiducia, trasparenza ed entusiasmo, e infine etica, che riassume la correttezza verso i dipendenti, verso i clienti e verso le istituzioni. Conferme di questo nuovo clima arrivano anche da quelle società che operano in un ambito differente dai processi operativi e che si occupano di risorse umane e formazione, un settore che la recente indagine dell’istituto Enter della Bocconi ha individuato in contrazione. Danilo Viviani, amministratore delegato della Core Consulting, sottolinea che si sono affermati interventi di razionalizzazione e outplacement, con un’attenzione maggiore rispetto al passato a non impoverire le competenze dell’azienda. «Abbiamo lavorato molto su processi di trasferimento del know how. Ma anche nelle realtà che non hanno sofferto in modo particolare la crisi, i cambiamenti della domanda sono molto forti. Per esempio, l’avvento di internet ha modificato i rapporti interni ed esterni. L’informazione è sempre meno controllabile, è sempre più difficile governare un’azienda senza coinvolgere dal basso le persone. Anche il rapporto con i clienti si è trasformato, il marketing ha bisogno di nuovi strumenti. Infine, ma non meno importante, oggi l’attenzione alla responsabilità sociale dell’impresa è sempre più radicata. L’interesse degli azionisti deve fare i conti con gli interessi degli stakeholders. Le persone sono sempre più professionalizzate e la loro gestione è sempre di più la chiave del successo dell’azienda». Danilo Viviani, ad di Core Consulting Vittorio Migliori, partner Gso Un cliente più consapevole Se le persone inserite in azienda sono qualcosa di più che risorse, le aziende possono chiedere ai consulenti di far crescere il know how interno, di portare strumenti adeguati di valutazione delle competenze, di individualizzare i percorsi formativi. Su queste basi si fonda l’offerta della Gso, come spiega Vittorio Migliori: «Le risorse umane sono la linfa vitale dell’azienda e la loro valorizzazione non può essere interrotta senza pregiudicare lo sviluppo dei processi organizzativi. Noi abbiamo sempre cercato rapporti di partnership con il cliente, cercando di analizzare con lui il bisogno. In quest’ottica, possiamo garantire soluzioni innovative ed efficaci che il cliente può sostenere, investendo magari di meno, ma soprattutto meglio. Spesso i nostri interventi portano a rivitalizzare il tessuto aziendale, depauperato per l’uso acritico della consulenza, questo perché noi abbiamo sempre trasferito know how nelle aziende, convinti che un cliente più evoluto possa solo essere da stimolo per la nostra stessa crescita e sviluppo». n Le.O. L’impresa n°4/2010 024310IMP0410_031PMercatiOlivari33 33 33 28-04-2010 14:06:50