Cantare la messa dei fanciulli Quali canti? È impensabile una celebrazione eucaristica non animata dal canto. Il canto e la musica hanno un ruolo molto importante, soprattutto nella liturgia dei bambini, per una loro più viva partecipazione. I suggerimenti della Chiesa. Autore: Antonio Parisi Tratto da: Vita Pastorale del 01/08/2012 Che fine ha fatto il Direttorio per le messe dei fanciulli, pubblicato dalla Sacra congregazione per il culto divino nel lontano 1973? Scomparso! È una perdita notevole, perché si è sostituito a quel documento un fai da te povero e insignificante, messo in atto da troppe catechiste volenterose e impreparate. Si assiste a invenzione di gesti e movimenti, di parole e segni a dir poco stravaganti, invece di utilizzare i suggerimenti che quel documento consigliava. E che dire del canto e della musica presente in tante celebrazioni con i fanciulli, che richiamano a volte lo Zecchino d’oro più che essere l’espressione della preghiera e di una vera e autentica partecipazione? Guai a mettere nelle mani dei ragazzi strumentini vari, ne vien fuori una baraonda e un chiasso infinito; la colpa non è dello strumentario didattico (metallofoni, legnetti, triangoli, ecc.) ma di chi non è capace di gestirli in maniera adeguata e consona alla celebrazione. La soluzione trovata è degna della nostra povertà pedagogica e didattica: eliminiamo le messe dei fanciulli. Purtroppo è la soluzione adottata in tante parrocchie; non si sta più usando il messale delle messe con i fanciulli, d’altra parte è ormai introvabile nelle librerie. ◙ Azione educativa della Chiesa Riprendo alcune considerazioni presenti in quel documento. Al numero 2 così è scritto: «L’azione educativa della Chiesa verso i fanciulli incontra una particolare difficoltà, perché le celebrazioni liturgiche, specialmente quelle eucaristiche, non possono esercitare su di essi tutta l’influenza della loro innata efficacia pedagogica». E aggiunge addirittura che i fanciulli possono ricevere un danno spirituale, se ripetono esperienze che difficilmente riescono a comprendere; considerato che recenti studi psicologici hanno dimostrato che in quell’età si può esercitare una benefica esperienza religiosa, «in forza della loro innata religiosità». ◙ Educazione liturgica dei fanciulli Al numero 9 si afferma che i fanciulli hanno innato un certo qual senso di Dio e delle cose divine, pertanto possono benissimo sviluppare quei valori umani che sono sottesi alla celebrazione eucaristica «quali l’azione comunitaria, il saluto, la capacità di ascoltare, quella di chiedere e di accordare il perdono, il ringraziamento, l’esperienza di azioni simboliche, il clima di un banchetto tra amici, la celebrazione festiva». Si richiama quindi l’urgenza dell’educazione liturgica dei fanciulli impartita dai genitori e dai catechisti, suggerendo una partecipazione a eventuali liturgie non eucaristiche. Anche al riguardo, una domanda: dove sono finite tutte quelle celebrazioni realizzate con i fanciulli che spiegavano i singoli segni e le varie parti della messa? Il documento ai numeri 13 e 14 invitava proprio a fare esperienze di simili celebrazioni per formare liturgicamente i ragazzi. ◙ Uffici e ministeri Interessante anche il numero 22 in cui si parla degli uffici e ministeri nella celebrazione. «I principi della partecipazione attiva e consapevole s’impongono in qualche modo con più forza ancora, se la messa viene celebrata per i fanciulli. Tutto quindi si deve predisporre per accrescere tale partecipazione e per renderla più intensa e viva. È bene pertanto che siano molti i fanciulli, tra i quali vengono divisi i compiti particolari della celebrazione: preparare l’ambiente e l’altare (29), svolgere l’ufficio di cantore (24), cantare nel coro e suonare gli strumenti musicali (32), proclamare le letture (24 e 47), rispondere durante l’omelia (48), pronunciare le intenzioni della preghiera universale, portare i doni all’altare e altri uffici del genere, secondo le consuetudini dei diversi popoli (34)». Si afferma anche che le attività esterne devono condurre a una partecipazione interna, altrimenti risultano nocive e infruttuose; infine il richiamo al sacro silenzio (37) anche nelle messe per i fanciulli. ◙ Importanza del canto e della musica Il numero 30 richiama l’importanza del canto e della musica specialmente in queste celebrazioni con i fanciulli, considerato che i ragazzi sono inclinati alla musica quasi naturalmente. Il documento invita a cantare le acclamazioni presenti nella Preghiera eucaristica, e autorizza anche qualche piccola variazione nel testo del Gloria, del Credo, del Santo e dell’Agnello di Dio, approvata dall’Autorità competente; e ciò per permettere una partecipazione più intensa e facile. Anche l’uso degli strumenti musicali, suonati dagli stessi fanciulli, possono essere di grande utilità sia nel sostenere il canto e sia nel rendere esplicita la gioia della festa e la lode a Dio. Un’altra osservazione intelligente: la musica non deve soffocare il canto né provocare distrazione; inoltre deve tener conto delle varie caratteristiche proprie ai vari momenti della messa. In una sola parola: attenzione ai vari riti e alla scelta delle forme musicali adeguate e pertinenti a quei riti. Come si comprende bene, c’è la preoccupazione di non sottovalutare la presenza del canto e della musica in queste celebrazioni, al contrario queste norme consegnate a musicisti veri e preparati, possono aiutare la partecipazione dei fanciulli al mistero celebrato. ◙ Istruzione della Cei Al documento della Congregazione è allegata un’istruzione della Conferenza episcopale italiana; anche qui vengono ribadite alcune osservazioni valide e attuali anche oggi. Le segnalo brevemente. Si richiama ancora una volta «la doverosa e accurata preparazione di tutte le sue parti (della messa) e la raccolta interiorità della celebrazione nel suo insieme» (n. e). Il numero 7 invita ancora con forza a curare con particolare attenzione il canto e l’accompagnamento musicale, escludendo «forme chiassose e distraesti che non si addicono a un’azione sacra». «È proibito l’uso della musica riprodotta, o registrata, perché annulla la verità di un segno liturgico importante». Al numero 8 si fa riferimento ai gesti e agli atteggiamenti «che appartengono alla tradizione, che sono in armonia con il rito e che hanno una particolare efficacia pedagogica, quali, ad esempio, la posizione eretta, la genuflessione, l’inchino, le braccia alzate in atteggiamento orante, ecc. Si evitino comunque forme eccentriche o teatrali». Il testo non ha bisogno di alcun commento, ma ci invita a un esame di coscienza serio e profondo. ◙ Elementi visivi Anche il numero 9 invita a «dare importanza grande agli elementi visivi, sia valorizzando quelli già previsti dalle stesse norme liturgiche, colori, candele, fiori, ornati, ecc., sia anche introducendone altri particolarmente adatti ai fanciulli, meglio se predisposti dai fanciulli stessi a illustrazione o commento dei testi e dei riti della celebrazione. Non è però affatto consentito, per motivi sia liturgici che pastorali, ricorrere a diapositive o filmine, che svierebbero il clima e l’atmosfera della sacra celebrazione. Inoltre si deve evitare l’errore di ridurre la messa a una sperimentazione di accorgimenti e di ritrovati pedagogici, a scapito della verità e sacralità del rito». ◙ Per concludere Occorre riprendere in mano seriamente questo documento per effettuare una verifica non solo riguardo alle messe con i fanciulli, ma anche per fare il tagliando di tutte le celebrazioni onde eliminare storture e inserimenti di segni, gesti e parole, che alterano la celebrazione. Purtroppo i vari show e spettacoli cui la Tv ci ha abituati, ci autorizzano a volte a ricercare elementi per attirare l’attenzione dei fedeli, non considerando che la liturgia si pone come contestazione nei confronti del mondo e dei suoi mezzi comunicativi. Silenzio, gratuità, riflessione, calma, sono i parametri che ci distinguono dal mondo dei media e ci caratterizzano. Il tutto, vissuto nella bellezza e nella nobile semplicità dei riti. Alle tante parole opponiamo la Parola, alla fretta preferiamo la calma, al chiasso rispondiamo con il silenzio, ai rumori quotidiani preferiamo un canto meditativo, alla confusione anteponiamo una sana ministerialità dei veri compiti.