TUTORIAL 4: Tecniche fotografiche in H-alfa

TUTORIAL 4: Tecniche fotografiche in H-alfa
Una delle più interessanti attività che possono essere svolte nell’ambito dell’astronomia solare è la
fotografia. Infatti, gli ultimi sviluppi delle fotocamera digitali, dalle webcam alle camere CCD raffreddate,
consentono di raggiungere livelli elevatissimi, registrando dettagli invisibili all’occhio.
Questo tutorial vuole dare i primi consigli per affrontare con successo la fotografia solare.
a) La scelta della camera
Prescindendo dal fatto che qualsiasi camera consente la fotografia solare, esistono alcune considerazioni
che è bene fare. Prima di tutto, come per la “classica” fotografia astronomica, i supporti digitali sono da
preferire grazie all’immediata visualizzazione della fotografia eseguita, alla maggiore risoluzione e alle
moltissime possibilità di elaborazione. Tra le camere digitali disponibili (webcam, reflex, camere CCD
raffreddate e non) le migliori sono quelle monocromatiche: perché?
Una camera a colori (come le reflex digitali) possiede un array RGB posto davanti al sensore che consente
di generare i colori. Se ingrandiamo virtualmente il sensore, scopriamo che è diviso in un grigliato di pixels R
(rosso), G (verde) e B (blu) disposti come nell’immagine seguente e con rapporto
R=25% G=50% B=25%
Un telescopio o filtro solare H-alfa però seleziona una precisa lunghezza d’onda, quella dei 656 nanometri
che cade nelle frequenze del rosso. Quindi, nella fotografia del Sole, il 75% dei pixels non vengono utilizzati
(G + B) in quanto “ciechi” a questa lunghezza d’onda.
Questo fattore porta ad una drastica diminuzione della capacità della fotocamera di registrare dettagli fini.
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Le camere monocromatiche hanno invece sensori composti da pixels tutti sensibili all’H-alfa e pertanto
consentono di registrare le immagini al massimo della risoluzione possibile.
Altro fattore di vantaggio delle camere monocromatiche è la maggiore sensibilità che consente di diminuire il
tempo di posa e quindi di minimizzare l’effetto della turbolenza atmosferica (sempre molto forte di giorno).
b) Sono utili altri filtri?
Come già scritto precedentemente, i filtri H-alfa selezionano solo la lunghezza d’onda dei 656 nanometri.
Questo rende del tutto inutile l’utilizzo di altri filtri come quelli verdi e blu che portano solo alla diminuzione
del segnale in quanto non esistono componenti G o B da filtrare (in quanto già eliminati dal filtro H-alfa).
Anche i filtri IR-Cut installati sulla camera di ripresa non servono in quanto anche in questo caso l’infrarosso
viene già bloccato dal filtro solare. Stesso discorso vale per le camere che posseggono un filtro IR-Cut
integrato: non è vero che non possono essere usate in quanto il filtro non blocca la lunghezza d’onda dell’Halfa.
c) Preparare il telescopio
Prima di passare alla ripresa, è necessario preparare il telescopio per cercare di ottenere le massime
prestazioni. La prima cosa da fare è quella di dotarsi di un paraluce nero da porre sull’obiettivo del proprio
telescopio solare per portare in ombra l’oculare o la camera di ripresa. Potete costruirvelo da soli oppure
acquistare i SolarMate o i SolarMate PST dell’Astro Engineering.
SolarMate
SolatMate PST
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Quindi puntate il Sole e osservatelo con l’oculare. Trovate prima il migliore punto di fuoco e poi utilizzate il
dispositivo di sintonizzazione T-Max dei Solarmax o quello dei PST fino ad evidenziare meglio le
protuberanze e tutti i dettagli che intendete fotografare. In questo modo sarete sicuri di ottenere la massima
prestazione dal vostro strumento.
d) Fotografate!
Ora avete tutto pronto per la ripresa. Togliete l’oculare e inserite la camera: mettete a fuoco e riprendere le
vostre migliori immagini!
Un ultimo consiglio: se la vostra camera lo permette, salvate tutti i files video in formato AVI non compresso
oppure le immagini in RAW (ad esempio il formato FIT è ottimale) per evitare qualsiasi forma di elaborazione
automatica della camera.
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