G1 - Università degli studi di Trieste

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1.
Premessa
Su incarico dell’ing. SASCO Edoardo e per conto della Università degli studi di
Trieste, viene redatta la presente relazione, dopo aver effettuato una serie di
sopralluoghi e preso in considerazione delle risultanze di varie relazioni e indagini
geognostiche specifiche effettuate da IMPREFOND srl (vedi allegati stratigrafici) a
partire dal 1990. Sono stati presi in esame i dati tecnici e la normativa di cui alla
relazione geologica facente parte del P.R.C. della città di Trieste. Sono stati presi in
considerazione inoltre i dati di cui alla Carta Geologica Tecnica alla scala 1:5000
disponibile sul sito della Regione Friuli Venezia Giulia. Ciò al fine di accertare la
compatibilità tra le caratteristiche geologiche, morfologiche, idrogeologiche e
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geostatiche del sito di via Lazzaretto Vecchio 8 e dei suoi immediati dintorni e il
progetto del dott. ing. Roberto SASCO per i lavori di risanamento conservativo degli
stabili di via Lazzaretto Vecchio 6-8 (II Lotto Funzionale di completamento) .
Inquadramento generale dell’area – Stralcio CTR
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Inquadramento di dettaglio dell’area – Stralcio Piano MULLER
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Stralcio P.R.G.C.
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In particolare sono stati presi in considerazione i dati relativi a 2 sondaggi
meccanici e 6 pozzetti geognostici di cui alla relazione Imprefond (1990) e a 4
pozzetti geognostici esplorativi di cui alla relazione Imprefond (maggio 2006).
Si tratta di un edificio d’epoca a 4 piani e corte interna accostato ad altri edifici
La zonizzazione geologico-tecnica facente parte del P.R.C. di Trieste indica per
l’areale oggetto d’indagine posto in corrispondenza della transizione tra le classi B1
(aree interessate da un substrato di fanghi marini di scadenti caratteristiche
geotecniche e/o strato di impregnazione d’acqua prossimo al p.c., comprese le aree
che risultano essere soggette al fenomeno dell’ingressione marina.) e D ( aree
caratterizzate da substrato flyschoide generalmente pianeggianti o situate in
corrispondenza di modesti pendii).
L'intervento, così come da progetto elaborato dal dott. Ing. Sasco riguarda
modificazioni interne ad un edificio esistente. Le modifiche che potrebbero
potenzialmente interferire con l’assetto geologico ed idrogeologico del sottosuolo
riguardano essenzialmente un certo incremento dei carichi trasmessi alle fondazioni.
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Carta della zonizzazione geologico-tecnica - Tav. 8
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2.
Normativa di riferimento
La relazione è redatta ai sensi dell’art. 12 bis della L.R. 9 maggio 1988, n. 27, come
modificata e integrata dalle LL.RR. 4 maggio 1992, n. 15 e 19 maggio 1994, n. 8, si
basa sulla normativa vigente con particolare riferimento a:
•
D.M. 11 marzo 1988 "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e
sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e
le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di
sostegno delle terre e delle opere di fondazione" e relative istruzioni tecniche
(Circolare LL.PP. 24.09.1988, n. 30483);
•
O.P.C.M 20 marzo 2003, n. 3274 “Primi elementi in materia di criteri
generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismica”;
•
T.U. “Norme tecniche per le costruzioni”.
•
D.G.R. 25-9-2008.Nuovi obblighi per la progettazione antisismica delle
costruzioni cd.”strategiche e rilevanti” nelle province di Trieste e Gorizia e
nella bassa friulana.
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3.
Morfologia
L’edificio interessato dall'intervento è ubicato in un’area planiziale completamente
urbanizzata, lungo la via Lazzaretto Vecchio, circa 150 metri dalla banchina della
Sacchetta, alla base del versante del colle di San Vito
L’intervento di progetto, essendo un risanamento conservativo, non va in alcun
modo a modificare lo stato attuale del sito peraltro completamente antropizzato da
lungo tempo.
4.
Idrologia e idrogeologia
L'area interessata dall’intervento di ristrutturazione rientrando in una zona
completamente urbanizzata è servita per quanto riguarda lo smaltimento delle acque
(meteoriche e di scarico) dalla rete della pubblica fognatura.
Per quando riguarda le acque sotterranee, nel corso dei pozzetti geognostici è stata
evidenziata occasionale presenza d’acqua di percolazione posta tra i depositi sciolti
e la roccia del substrato a 50-60 cm dell’attuale piano di calpestio del Piano
Terreno. Si tratta comunque di limitate e discontinue quantità d’acqua che non
captate dalle rete di sgrondo a monte vanno naturalmente a defluire nella Sacchetta.
Dall’esame del progetto non sono previsti interventi che possano modificare anche
localmente il quadro idrologico esistente. Tali infatti non possono considerarsi le
eventuali opere di rinforzo fondazionale .
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5.
Geologia tecnica
Da quanto risulta dalla Carta Geologico Tecnica nella rete di Reg. FVG, risalente
ad un paio d’anni fa, e quindi aggiornata con nuovi dati rispetto al PRGC del
Comune di Trieste, il passaggio tra Flysch e depositi sciolti di origine marina e
spostato lungo la via Lazzaretto Vecchio lato mare. Su un affioramento temporaneo
in uno scavo circa 159 metri a SE del sito oggetto d’indagine è stata rilevata una
giacitura a reggipoggio (253/30)
Per la puntuale definizione delle caratteristiche litostratigrafiche del sottosuolo, in
relazione alla tipologia d’intervento previsto vengono ripresi e allegati i dati relativi
a sondaggi eseguiti in passato nel medesimo edificio.
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Pz1
S2
Pz2
S1
Ubicazione indagini geognostiche e traccia sezione geologica interpretativa
Come riportato nella relazione del 1990 e confermato dai pozzetti geognostici
effettuati per la verifica dei terreni d’appoggio delle fondazioni esistenti anche nel
2006, risulta che l’edificio poggia a mezzo di fondazioni dirette sulla roccia marnoso
arenacea sana.
In particolare i sondaggi meccanici, spinti fino alla profondità di 5 m dal p.c.
evidenziano a profondità di 0,90-1,00 m la presenza dell’ammasso roccioso
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costituito da strati di spessore di qualche centimetrico con una certa prevalenza
della componente marnosa (Tipo T4 / marna maggiore dl 50% / secondo la
classificazione di Onofri 1982 abitualmente usata per l’identificazione del Flysch in
provincia di Trieste).
Nei pozzetti geognostici la profondità del substrato varia da 0,50 a 1,1 m. Tanto
dalle carote di sondaggio quanto dall’esame degli scavi, la roccia risulta poco
alterata.
Nei sondaggi la RQD tra nel primo metro di roccia (da 0,9 a 1,90 m) è compresa tra
20 e 30% mentre al di sotto varia tra 35 e 80%.
Sezione geologica interpretativa
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Sulla base di quanto rilevato per analogia con diverse situazioni simili prese in
esame dallo scrivente con specifiche prove di caratterizzazione di ammassi rocciosi
della stessa tipologia vengono di seguito indicati i parametri di caratterizzazione dei
terreni di fondazione
I parametri di caratterizzazione dei primi orizzonti (circa 1 m) del substrato roccioso
si riferiscono a quelli del complesso C2 di un Flysch di tipo T4, quindi di una massa
rocciosa parzialmente alterata e suddivisa.
Flysch marnoso-arenaceo parzialmente. alterato C2
fino a 2 m
peso di volume
22-24
KN/mc
angolo d’attrito (come tensioni efficaci)
20-35
°
coesione geotecnica
20-40
KN/mq
Flysch marnoso-arenaceo grigio integro (tipo T4, classe C3)
oltre i 2 m
peso di volume
24
KN/mc
angolo d’attrito (come tensioni efficaci)
30-50
°
coesione geotecnica
50-120
KN/mq
Il complesso roccioso che caratterizza il sottosuolo a partire da 0,60-1 m di
profondità, costituisce un "ammasso roccioso" le cui proprietà geologico-tecniche
sono tali da assicurare un’ottima portanza. Riprendendo quanto indicato nello
Studio Geologico del P.R.C. l’ammasso roccioso (C2) può garantire, ad esempio in
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caso di fondazioni superficiali, carichi ammissibili massimi di 5-10 mentre quello C3
(indicativamente presente a profondità maggiore di 2m) di 10-15 kg/cmq.
Da diverse prove puntuali seguite dallo scrivente in situazioni del tutto analoghe,
all’ammasso roccioso sul quale appoggiano le fondazioni dell’edificio può essere
attribuito un carico ammissibile massimo di 5 Kg/cmq.
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6.
Geostatica
I caratteri litologici della formazione costituente il substrato consentono di
affermare che in generale, con la realizzazione degli interventi previsti nei lavori di
risanamento all’edificio esistente, non vi è il pericolo di modificare le caratteristiche
generali di stabilità del sito. Sono da escludere fenomeni di cedimenti sia in termini
totali che differenziali.
Va sottolineato che sarà compito della Direzione Lavori verificare in corso d’opera
l’ottemperanza delle modalità d’intervento previste a garanzia della stabilità e della
sicurezza strutturale degli edifici esistenti.
Il progetto non prevede movimenti terra; il materiale derivante da eventuali scavi
per locali irrobustimenti fondazionali andrà smaltito secondo quanto previsto dalla
normativa vigente.
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7.
Geodinamica e sismicità dell’area
La sismicità che maggiormente può interessare l’area di Trieste è quella della vicina
Carniola; questa zona però non risulta avere mai prodotto eventi di elevata
magnitudo (Slejko, 1984). Inoltre è da notare che l'intensità MCS calcolata per tutti
gli eventi, nell’area, non ha mai superato il grado: I = VI-VII MCS.
Riguardo la normativa sismica di (Ordinanza della Protezione Civile n. 3274 d.d.
20.3.2003 / G.U. 105 d.d. 8.5.03 recepita con Delibera n. 2325 della Giunta
Regionale Friuli Venezia Giulia d.d. 1.8.03) il comune di Trieste rientra nella
cosidetta zona sismica 4.
Con il D.G.R. 25-9-2008.”Nuovi obblighi per la progettazione antisismica delle
costruzioni cd.”strategiche e rilevanti” nelle province di Trieste e Gorizia e nella
bassa friulana” a decorrere dal 1° gennaio 2009, per le sole costruzioni
cd.”strategiche e rilevanti” si deve prevedere la progettazione antisismica anche nei
Comuni posti in zona sismica 4
Tale provvedimento riguarda in particolare quei Comuni del territorio regionale
finora esclusi da tale adempimento: in particolare, l’intera provincia di Trieste e
nelle parti meridionali delle provincie di Gorizia e di Udine.
A tale riguardo si riporta la tabella di riferimento tratta dal Norme Tecniche per le
Costruzioni” - D.M. del 14/01/2008.
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Tabella - Categorie di sottosuolo
A - Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di
Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato
di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.
B - Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a
grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un
graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da
valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (NSPT,30 > 50 nei terreni a
grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).
C - Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina
mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un
graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da
valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero con valori di 15 <
NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a
grana fina).
D - Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana
fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da
un graduale migliora-mento delle proprietà meccaniche con la profondità e da
valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s (NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e
cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana fina).
E - Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul
substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s).
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Tabella 3 - Categorie di sottosuolo speciali
S1 - Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/s (ovvero
10 < cu,30 < 20 kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a
grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o
di argille altamente organiche.
S2 - Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi
altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.
Norme Tecniche per le Costruzioni” - D.M. del 14/01/2008
Dalle risultanze delle indagini effettuate, vista la presenza del substrato roccioso a
meno di 1 metro di profondità, risulta evidente che il sottosuolo in corrispondenza
dell’edificio di via del Lazzaretto Vecchio rientra in categoria A e che a tale
categoria si deve far riferimento nella progettazione per quanto riguarda le verifiche
antisismiche.
Il coefficiente di fondazione ε, previsto nel D.M. 16/01/1997 punto C.6.1.1, può
essere assunto pari ad 1.0 (non essendo in zone con struttura geologica particolare,
ovvero in presenza di depositi alluvionali di spessore variabile da 5.00 m a 20.00 m,
soprastanti terreni coesivi o litoidi con caratteristiche significativamente superiori,
per le quali ε si assumerebbe pari a 1.3).
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8.
Conclusioni
Nell'area in oggetto, sono state verificate le buone caratteristiche geologico-tecniche
del substrato roccioso alle quote ove sono appoggiate le fondazione.
La roccia sufficientemente integra risulta essere posta a profondità di 0,6.- 1,10 m
dal p.c. All’ammasso roccioso è attribuito un carico ammissibile massimo di 5
Kg/cmq.
Il Progetto non prevede movimenti terra; l’eventuale materiale eccedente derivante
da scavi di rinforzo fondazionale , sarà smaltito secondo quanto previsto dalla
normativa vigente.
Per quanto riguarda le opere di fognatura, il progetto prevede l’allacciamento alla
pubblica fognatura.
Dal punto di vista della stabilità dell’edificato esistente, va ribadito che sarà
compito della Direzione Lavori verificare in corso d’opera l’ottemperanza delle
modalità d’intervento previste.
Sulla base di quanto esposto innanzi, si conferma che il Progetto di risanamento
dell’edificio di via Lazzaretto Vecchio 8 del dott. Ing. Roberto SASCO è compatibile
con le caratteristiche geologico tecniche del sito così come previsto dalla normativa
vigente.
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INDICE
1. Premessa________________________________________________________1 2. Normativa di riferimento ___________________________________________7 3. Morfologia ______________________________________________________8 4. Idrologia e idrogeologia____________________________________________8 5. Geologia tecnica__________________________________________________9 6. Geostatica______________________________________________________14 7. Geodinamica e sismicità dell’area___________________________________15 8. Conclusioni_____________________________________________________18 Pagina 19 di 19
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